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Vecchio 30-06-2007, 17.23.43   #21
Noor
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Yam:L'ego e' un cucciolo di dio e pascola liberamente nelle praterie della Vita sin dalle sue forme piu' primitive. Dove c'e' cibo, c'e' Vita...senza cibo non ci sarebbe vita alcuna....senza desiderio non ci sarebbe niente di niente.

Tu qui parli delle pulsioni vitali primordiali,non dell'attaccamento a ciò che si crea con la maturazione della personalita' ,che è cio' che forma l'ego e i suoi scompensi inconsci,di solito mascherati con l'avidità.
L'ego ,secondo me,va poi utilizzato come chiave di conoscenza ,in quanto maschera del vero sè.(e' qui la Ricerca..non altrove..)Nelle sue alternanti compensazioni dualistiche ,aggrappato ormai alle sue pulsioni,(credo che Atisha si riferisca a ciò quando parla di riequilibrio) se ciò viene riconosciuto,v'è questo disvelamento.
E qui si offre la maturazione del frutto..
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Vecchio 30-06-2007, 18.31.12   #22
Yam
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Originalmente inviato da Noor
Yam:L'ego e' un cucciolo di dio e pascola liberamente nelle praterie della Vita sin dalle sue forme piu' primitive. Dove c'e' cibo, c'e' Vita...senza cibo non ci sarebbe vita alcuna....senza desiderio non ci sarebbe niente di niente.

Tu qui parli delle pulsioni vitali primordiali,non dell'attaccamento a ciò che si crea con la maturazione della personalita' ,che è cio' che forma l'ego e i suoi scompensi inconsci,di solito mascherati con l'avidità.
L'ego ,secondo me,va poi utilizzato come chiave di conoscenza ,in quanto maschera del vero sè.(e' qui la Ricerca..non altrove..)Nelle sue alternanti compensazioni dualistiche ,aggrappato ormai alle sue pulsioni,(credo che Atisha si riferisca a ciò quando parla di riequilibrio) se ciò viene riconosciuto,v'è questo disvelamento.
E qui si offre la maturazione del frutto..

Non separerei l'ego da nulla che non sia Vita....pensiero e quindi dualita' e quindi desiderio.....se osservi la manifestazione e' tutto un mangia, mangia.....

"Qual è la differenza tra 'consapevolezza' e 'coscienza', ammesso che ci sia?" - chiese il saggio a due suoi interlocutori; e così poi rispose: la consapevolezza è dell'Assoluto e perciò al di là dei tre guna (differenziazioni fenomeniche); laddove la coscienza è una cosa nutrita e limitata dal corpo-cibo. Quando il corpo-cibo viene distrutto, anche la coscienza scompare. Ma attenzione, nessuno muore: il corpo, fatto dei cinque elementi, quando è senza vita si mischia con gli elementi e la coscienza che è soggetta ai tre guna, ne diventa libera. La consapevolezza è lo stato originale primordiale, prima del concetto spazio-tempo, senza bisogno di causa, né sostegno. Semplicemente è. Comunque, nel momento in cui il concetto della coscienza sorge su questo originale stato di unicità, sorge il senso "Io sono", causando una condizione di dualità. La coscienza è accompagnata da una forma. È un riflesso della consapevolezza contro la superficie della materia. Uno non può pensare alla coscienza come separata dalla consapevolezza; non ci può essere un riflesso del sole senza sole. Ma ci può essere la consapevolezza senza coscienza."

(Nessuno nasce, nessuno muore - Insegnamenti di Nisargadatta Maharaj, a cura di Ramesh Balsekar, Ed. Il Punto d'Incontro, pp. 27-28).
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Vecchio 30-06-2007, 19.23.27   #23
atisha
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Originalmente inviato da Yam
Se ci fosse qualcosa da correggere o riequilibrare la vita non avrebbe senso alcuno e sarebbe un semplice errore della totalita'. L'ego e' un cucciolo di dio e pascola liberamente nelle praterie della Vita sin dalle sue forme piu' primitive. Dove c'e' cibo, c'e' Vita...senza cibo non ci sarebbe vita alcuna....senza desiderio non ci sarebbe niente di niente.

La coscienza di esistere si sviluppa attraverso le esperienze egoiche...salvo poi trascenderle quando il frutto e' maturo.
Per questo non c'e' via, non c'e' maestro, non c'e' sentiero....
Lo Spirito e' sempre presente...ma non interviene mai.....se non dopo ogni morte fisica.
Perche'?
Perche' ci si deve incarnare....o sognare?
Boh..e chi lo sa...

uff yam.. quando vuoi essere puntiglioso (per non dirtene un'altra ) ci riesci alla perfezione..
attraversa il mio discorso in toto!!..
e non fermarti (come spesso succede) alla sola apparenza ed alla lettera! che priva del senso del discorso si distorce..


tu chiamale esperienze egoiche (la coscienza di esistere)
io le chiamo riequilibri..

poi.. fai ciò che vuoi..
anzi.. sii ciò che sei

Notte...
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Vecchio 30-06-2007, 19.54.12   #24
Noor
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Yam:Non separerei l'ego da nulla che non sia Vita....pensiero e quindi dualita' e quindi desiderio.....se osservi la manifestazione e' tutto un mangia, mangia

D'accordo ,la coscienza individuale è il "principio individuationis" (mi sembro Visechi )nel duale ,e come dici tu,ove c'è ego c'è desiderio.Ma la coscienza egoica non è più una pulsione primaria,istintuale.
L'ego è un'immagine di sè costruita e proiettata nel mondo di cui la personalità (cioè la falsa immagine di sè costruita dall'ego per rappresentarsi nel mondo )ne è strumento, comunque sia distorto in quanto compensativo di tutte le "mancanze" e repressioni instaurate nel tempo,per rapportarsi al mondo.Bastaaa Yam Yam Yam,mangiami pure! Mi sono annoiato pure io a scrivere ,figuriamoci tu a leggere!
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Vecchio 30-06-2007, 20.59.42   #25
katerpillar
Ogni tanto siate gentili.
 
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ozner
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ma come tutti lo hanno fatto per sete di denaro e questo nessun esperto può negarlo, e, per convincersi, basta leggere buoni libri sull'aspetto finanziaro di Roma repubblicana e imperiale.
katerpillar

Condivido il tuo invito: e prima di leggere buoni libri dovresti leggere attentamente il post, allora si perderebbe meno tempo con più risultati.

Citazione:
I Romani si sono trovati così potenti perchè erano nel posto giusto al momento giusto e, visto che la storia la fa chi vince, i Romani sono stati considerati super eroi per secoli, talmente bravi da influenzare addirittura scrittori di vangeli; in un apocrifo Pilato è stato fatto persino santo. Si, è vero, erano più bravi degli altri nel mantenere le sane tradizioni e anche più furbi nelle alleanze
Katerpillar

Quando si parla di confini da allargare per paura, ci si riferisce ad un piccolo popolo che sta all'inizio della sua espansione, e non a una Roma imperiale con il vallo di Adriano impiantato, o la divisione con l'impero d'oriente, per meglio gestirlo.

Per quanto riguarda l'avidità credo che i romani abbiano dato più di quanto hanno preso dai territori conquistati, e i reperti archeologici sparsi nell'impero ne fanno una sana testimonianza. Per concludere e rispondere anche a atisha, secondo il mio modo di vedere, è la paura che genera l'egoismo o come da lei definita: "avidità", che secondo me è una alterazione in peggio dell'egoismo.
katerpillar is offline  
Vecchio 30-06-2007, 21.21.12   #26
Yam
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Citazione:
Originalmente inviato da Noor
Bastaaa Yam Yam Yam,mangiami pure! Mi sono annoiato pure io a scrivere ,figuriamoci tu a leggere!

Vedi? Te lo dici da solo.

Tutti gli ideali sono pericolosi, perché avviliscono e condannano il reale.

Friedrich Nietzsche
Yam is offline  
Vecchio 30-06-2007, 23.44.28   #27
gyta
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Probabilmente le tue domande Yam sono esclusivamente formali immagino
eppure perché non soffermarcisi ugualmente, essendo comunque strettamente legate
alla discussione sul significato di possesso e di identità..?!
Ed ancora, pur seguendo ed abbracciando il tuo pensiero ogni ulteriore incontro
non può che arricchire la nostra soggettiva percezione del mondo (interiore)..


Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Perche' ci si deve incarnare....o sognare?

Perché questa è una delle infinite manifestazioni della Coscienza (Dio)
attraverso cui la medesima Coscienza esprime sé..
Abbondante e generoso ama danzare nelle sue innumerevoli Vesti..
Cosa ne pensi?

Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Lo Spirito e' sempre presente...ma non interviene mai.....se non dopo ogni morte fisica.
Perche'?

Io penso che lo Spirito non solo sia perennemente presente
ma anche che sia l'unico direttore d'orchestra.. poiché anche i piccoli attori (i pensieri/il sentire,
i sentimenti/ il contrasto che fa l'apparenza separativa) non sono che il filo sottile che tiene assieme (cuce) le sue Vesti! Qui, attraverso questa mente umana pensiamo a Dio, alla Coscienza, come a uno Spirito la cui identità (il cui aspetto) sia individuabile all'esterno [dimenticandoci, probabilmente, che l'esterno è l'interno -non esistendo entrambi i parametri, comunque relativi ed utili alle Vesti- ] mentre il Suo aspetto è proprio individuabile tramite l'identità delle sue infinite Vesti: le infinite forme di coscienza (o di manifestazione/di danza)! Il Suo vero aspetto nella sua grandezza sfugge al gioco dei contrasti (le Vesti/ l'identità) poiché ne è "Oltre"*; non che la goccia (identità-veste) non possa contenere l'oceano (Dio/Coscienza) ma il contrasto** indispensabile alla danza (scissione apparente per partecipazione ad identità) non può riconoscere altro da sé*** ma solo intuirlo tramite la logica dell'assurdo della ragione (la Luce umana)


Ribadisco..: secondo me il senso di separazione (di identità> separata) al nascere non sussiste
ma viene a formarsi gradualmente per necessità di visione (di sensi) tramite contrasto (la coscienza di sé in relazione ad "altro da sé") mentre il concetto di possesso con la conseguente possibile distorsione di avidità può solo in un secondo tempo svilupparsi traendo fondamenta/sostanza dai pensieri che ne forgeranno l'identità, ovvero tramite l'appartenenza (l'imbeversi) al costume sia questo filtro diretto (educazione) o deposito dell'inconscio (persistente costume sintetizzato in simboli strettamente unito agli istinti primari e da questi elaborati)



Un abbraccio..


Gyta


*** la conoscenza e la coscienza di sé avviene per separazione/contrasto;
e -suppongo- in altre forme per differenti stati di separazione/contrasti attraverso
comunque la legge unica del rapporto (cui per elaborazione e conseguente sintesi del concetto
si giunge infine alla comprensione del concetto sottostante vitale di interdipendenza attraverso cui
ogni forma/o veste si fonde lasciando intravedere il tessuto totale primario della Coscienza (Dio o Spirito che si voglia- non facendo personalmente in tale piano distinzione ulteriore)

** Ne è "Oltre" pur Comprendendolo (!)
* il contrasto (> la visione per contrasto)
gyta is offline  
Vecchio 02-07-2007, 10.26.05   #28
Yam
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Cara Gyta avevo solo spostato un po' l'analisi verso la visione pura del Kevaladvaita (giusto per dare un punto di riferimento e un nome a qualcosa di indefinibile).
Tuttavia credo sia meglio riprendere in senso del 3d ...molto bello e utile e soprattutto pratico.
Yam is offline  
Vecchio 02-07-2007, 16.03.31   #29
fallible
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Salve e buon pomeriggio!
a me non piace riportare pezzi presi da altri ma stavo leggendo.... "con la mente in tal modo calmata, purificata, pulita, incontaminata, non corrotta, malleabile, coltivabile, stabile e impassibile, io diressi la mente verso la conoscenza dell’estinzione degli inquinanti (asava). E così ebbi una conoscenza diretta, conforme a ciò che realmente è, che:

‘Questa è la sofferenza; questa è l’origine della sofferenza; questa è la cessazione della sofferenza; questo è il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza’. E così ebbi una conoscenza diretta, conforme a ciò che realmente è, che: "Questi sono gli inquinanti; questa è l’origine degli inquinanti; questa è la cessazione degli inquinanti; questo è il cammino per la cessazione degli inquinanti’. Così conoscendo e così vedendo, allora la mia mente fu liberata dall’inquinante del piacere sensuale, dall’inquinante del divenire e dall’inquinante dell’ignoranza. In questa condizione di libertà, sorse la conoscenza: ‘Esiste la libertà"; ed ebbi la diretta conoscenza che: ‘La nascita si è esaurita, la vita religiosa è stata realizzata, ciò che doveva essere fatto è stato fatto, non c’è più l’essere (il divenire)."
l'avidità può ricollegarsi all'inquinante del divenire ? claudio
fallible is offline  
Vecchio 02-07-2007, 19.53.28   #30
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Citazione:
Originalmente inviato da fallible
l'avidità può ricollegarsi all'inquinante del divenire ?

Io non vedo nessun inquinante...nel divenire, semmai nell'attaccamento a cio' che e' in divenire......
Yam is offline  

 



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