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Vecchio 31-08-2007, 02.05.13   #11
Uno
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Citazione:
Originalmente inviato da VanLag
Non saprei se è inevitabile. So di casi nei quali è stato uno shock o un grande dolore a rivelare ad alcuni individui la loro “reale natura” con la conseguente caduta dell’ignoranza. Comunque ritengo un "perno esterno" oltremodo utile in questo percorso.


Non è stato lo shock (solo) a spogliarli del superfluo, come non è stato lo shock (solo) a far iniziare un percorso ad altri, eppure gli shock occorrono.

Lo shock, un dolore o una gioia (intesi non come emozione, ma come stato d'animo che prende da un dentro non definibile facilmente) sono l'occasione per prendere coscienza del presente: adesso nel momento in cui leggi percepisci lettere sullo schermo che hanno impressionato l'occhio qualche centesimo di secondo fa, spesso quando parliamo con le persone (o leggendo) crediamo di sapere già cosa dicono e quando le nostre orecchie non hanno ancora ascoltato (o solo l'inizio) il cervello sta già elaborando la risposta, insomma viviamo sempre nel passato o nel futuro... magari parlando di eterno presente
Ma uno shock spontaneo o costruito ti blocca per un'istante e ti fa vedere il movimento da dove vieni (cioè un centesimo di secondo prima) a dove vai (un centesimo di secondo dopo) come vedere un solo fotogramma di una pellicola che corre troppo veloce... (o meglio veloce rispetto alla nostra lentezza)
Questa è anche la spiegazione perchè in certe foto non ci si vede bene, o alcuni non si vedono mai bene in foto.
etc etc

Anche io ritengo utile (quasi sempre indispensabile) un esterno, di solito non lo dico perchè so che fa paura.
Comunque continuando a dare il mio contributo al tema lasciando da parte la soluzione esterno, tu/voi come ti/vi autocreeresti/e gli shock (o gioie... dolori magari se non sono proprio necessari per uno scopo particolare possiamo anche evitare) propiziatori all'autosservazione?

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Vecchio 31-08-2007, 07.41.55   #12
Horus_il_falco
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Citazione:
Originalmente inviato da paperapersa
ognuno ti risponderà con la "sua personale verità"!
Per me è stato utile e continua ad esserlo il percorso della Psicosintesi
personale e Transpersonale......ma credi che altri percorsi siano così diversi?
Si parte sempre dal bambino ferito, dalle maschere, dai ruoli, dalle emozioni,
per disidentificarsi e trovare......il vero e UNICO SE'
ognun o con le sue tecniche e con i suoi maestri.

prova la biodanza un metodo integrale di conoscenza di se atraverso esercizi di relazione con altri che comportano contatto fisico. esprimo la mio personale preferenza per la biodanza perchè amette la fisicità, che non dobbiamo mai dimenticare.
Horus_il_falco is offline  
Vecchio 31-08-2007, 13.39.59   #13
paperapersa
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

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Originalmente inviato da Horus_il_falco
prova la biodanza un metodo integrale di conoscenza di se atraverso esercizi di relazione con altri che comportano contatto fisico. esprimo la mio personale preferenza per la biodanza perchè amette la fisicità, che non dobbiamo mai dimenticare.
bellissima anche quella, non c'è quasi nessuna disciplina o tecnica nuova che non includa il corpo e la sua espressività.....
paperapersa is offline  
Vecchio 31-08-2007, 18.35.53   #14
VanLag
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

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Originalmente inviato da Uno
Comunque continuando a dare il mio contributo al tema lasciando da parte la soluzione esterno, tu/voi come ti/vi autocreeresti/e gli shock (o gioie... dolori magari se non sono proprio necessari per uno scopo particolare possiamo anche evitare) propiziatori all'autosservazione?
Personalmente preferisco la strada lunga che sale senza shock verso al cima. Lo shock, (forse tranne l’ultimo), non è madatario per conoscersi.

VanLag is offline  
Vecchio 31-08-2007, 21.26.09   #15
Flow
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Tutti gli insegnamenti sono pensiero,
e pensiero e' tutto quello che c'e'.

Dal rifiuto nasce una ricerca inutile e dolorosa.
Il non-rifiuto e' la via e la vita.
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Vecchio 31-08-2007, 21.29.55   #16
VanLag
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Ti ho risposto velocemente con l’altro 3d ma forse qualche cosa in più si può dire su quanto hai espresso. (Anche perché vedo il 3d diventare cianotico per mancanza dell’ossigeno dei contributi).

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Non è stato lo shock (solo) a spogliarli del superfluo, come non è stato lo shock (solo) a far iniziare un percorso ad altri, eppure gli shock occorrono.
Questo è abbastanza vero, nel senso che una persona che non è pronta ad accettare “ciò che essa stessa è”, non avrebbe nessun beneficio da uno shock. Lo shock opera laddove una persona sia pronta.
Quello che non concordo è che gli shock “occorrano”, come dici all’inizio, mentre sono abbastanza d’accordo sul fatto che “possano essere l’occasione” (non sono), per prendere coscienza di certi nostri aspetti come dici in questo punto:

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Originalmente inviato da Uno
Lo shock, un dolore o una gioia (intesi non come emozione, ma come stato d'animo che prende da un dentro non definibile facilmente) sono l'occasione per prendere coscienza del presente:

Il limite maggiore che vedo io è che servendosi di shock auto-creati si accede ad “esperienze” mentre la scoperta di ciò che siamo è una “realizzazione” e non sono così certo che le esperienze prodotte da quegli shock auto-creati siano sulla strada della conoscenza di se stessi.

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Vecchio 01-09-2007, 01.58.05   #17
Uno
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Provo ad utilizzare concetti più vicini a quelli che conosci Van, o meglio a cercare di tradurre, i miei fare, cercare, disporre etc sono più vicini di quel che si creda agli orientali non fare, accade da se etc se questi non si estremizzano senza cognizione di causa snaturandoli.

La relativamente moderna parola shock ha due sensi/significati convergenti, anche se non sembra, di cui di solito ne utilizziamo uno solo: colpo, lampo, sussulto etc.
L'altro senso/significato è cumulo, mucchio, gruppo etc etc...

Sta di fatto che non possiamo autocrearci uno shock, le domande volevano stimolare la riflessione ma come hai detto sta diventando un discorso tra noi, va bene comunque, forse più tranquillo.

Non possiamo autocrearceli ma possiamo entro certi limiti soffocarli o sfruttarli il più possibile. Come detto sopra definendo solo le due componenti più forti (gioia e dolore), gli shock derivano da accumuli di emozioni... emozioni che non si possono cercare come le nuvole non scelgono di caricarsi elettrostaticamente per generare il fulmine.
Con quest'ultimo esempio ho metaforicamente detto cosa possiamo fare noi per agevolare le cose, come le nuvole incontrando altre etc etc, lo stesso vale per noi, la differenza è che i nostri fulmini non devono per forza scaricarsi a terra, abbiamo un certo margine di manovra.

Non so se capisci quello che sto cercando di dire... anche se dici che tu preferisci la via lunga senza shock, questi fanno parte della vita di tutti, siamo come brocche che incontrandosi con altre brocche hanno gocce d'acqua che passano da una all'altra, che evaporano o che piovono....... quando la brocca è piena sborda e avviene lo shock... quell'acqua che sborda lava tutta la polvere depositata sulla superficie della brocca... per un momento possiamo vederla com'è, i suoi colori, i suoi rilievi etc quello è il momento da sfruttare il più possibile.
Il fatto che abbia parlato di superficie nella metafora non deve ingannarci lo "squarcio" al velo dell'ignoranza è totale seppur temporalmente limitato perchè è l'occasione in cui anche l'acqua interna che imputridiva fuoriesce... inoltre uno shock di una certa intensità non è più affare solo di colui che lo catalizza, lava anche le brocche vicine.... rischiara l'ambiente e come una polaroid ferma in un istante noi ma anche tutto quello che ci circonda, autoconoscenza significa anche conoscenza dell'altro.
Rimanendo nella metafora delle brocche, porsi nella condizione in cui l'acqua non evapora o cercare di stare alla larga da tutte quelle situazioni in cui si consuma è già un grandissimo fare non fare.
Si potrebbe discutere su come e quando le emozioni alimentano e quando come no... altre poi altre concause minori ma pur sempre importanti

Certo non è ancora la realizzazione Van, infatti non stavamo parlando di questa ora ma del percorso di autoconoscenza, comunque comprendere queste cose è pur sempre un gradino.



P.s. ogni tanto qualcuno parla di una risata che da un insight o come preferisco dire io se uso termini orientali un piccolo satori, su questa cosa ne ho sentite di tutti i (fantasiosi) colori, comunque seppur non necessaria è una sorta di forma, acquisita nel tempo in alcune tradizioni, collegata a quello che ho scritto sopra. Qualora esca veramente in maniera spontanea, pur avvalendosi di uno schema impresso dal contesto (tipico di ambienti zen e simili, non sempre però), sancisce uno shock di una certa intensità.
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Vecchio 01-09-2007, 14.53.22   #18
samarcanda
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

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Originalmente inviato da VanLag
Ti ho risposto velocemente con l’altro 3d ma forse qualche cosa in più si può dire su quanto hai espresso. (Anche perché vedo il 3d diventare cianotico per mancanza dell’ossigeno dei contributi).


Questo è abbastanza vero, nel senso che una persona che non è pronta ad accettare “ciò che essa stessa è”, non avrebbe nessun beneficio da uno shock. Lo shock opera laddove una persona sia pronta.
Quello che non concordo è che gli shock “occorrano”, come dici all’inizio, mentre sono abbastanza d’accordo sul fatto che “possano essere l’occasione” (non sono), per prendere coscienza di certi nostri aspetti come dici in questo punto:



Il limite maggiore che vedo io è che servendosi di shock auto-creati si accede ad “esperienze” mentre la scoperta di ciò che siamo è una “realizzazione” e non sono così certo che le esperienze prodotte da quegli shock auto-creati siano sulla strada della conoscenza di se stessi.



sono d'accordo con te Van, vorrei dire... che si sente se le parole scritte nei 3d giungono dal cuore alla mente, o dalla mente e basta........cioè.....se 1 persona ha VISSUTO 1 esperienza esprime il SIGNIFICATO di tale esperienza in un certo modo e con certe parole, chi non l'ha vissuta esprime soltanto PAROLE senza SIGNIFICATO......non è 1 giudizio, è 1 constatazione.
Bisogna metterci il cuore, il cuore , il cuore.......la testa sola NON arriva da nessuna parte.........guardare la SEMPLICITA' e coincidere con la semplicità......, entrare nelle cose, nelle persone, con UMILTA' e gioia, nello STUPORE che solo 1 bimbo può avere di fronte al NUOVO , ogni attimo, ogni istante, ogni giorno, anche nel dolore, nella rabbia, nell'abbandono, nella sofferenza nostra e degli altri......è difficile ma non impossibile ,e solo così, , il MINOTAURO viene sconfitto......e il labirinto diventa una strada aperta alla luce, per essere luce, ....per essere luce.......nient'altro che luce..
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Vecchio 01-09-2007, 19.48.11   #19
Flow
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Riferimento: Un affondo sulla “conoscenza di se stessi”

Ho avuto quello shock, il significato di cumulo non lo sapevo ma e' esatto.
Praticamente ero un cumulo di schifezza che si trascinava senza nessuna possibilita e il suicidio era sempre a torturarmi. parlavo continuamento con questo suicidio come per contrattare e guadagnare tempo, a volte mi ricattavo da solo tipo "ma se mi faccio fuori i miei genitori sofriranno moltissimo" ecc.
Poi non funzionarono piu' nemmeno i ricatti.

lasciai il lavoro, amici non ne avevo da almeno 10 anni, i miei genitori erano preoccupatissimi il che alimentava il terrore in me che nessuno mi poteva aiutare.

Da tempo avevo finito anche col dare la colpa ad alcune cose tragiche che mi erono capitate da adolescente, me ne andai nel bosco e me la rifeci con Dio.

La mia vita era praticamente finita, senza nessuna speranza, quel giorno non pensavo di fare ritorno a casa. Scoppiai a piangere e iniziai a urlare.

Bastardo !! Bastardo !! Perche !! la cosa tragica non era che la mia vita era finita ma che non avevo mai vissuto. A un certo punto gridai "voglio un'altra vita !!" mi sentivo davvero in diritto di questo e le parole mi uscirono da sole senza che io sapessi cosa volevano dire.

Sentii una specie di voce che pero' non era una voce nel petto che disse
"puoi avere un altra vita in questa vita, dipende tutto da te"
Questa voce era fatta di amore e mi chiesi subito da dove dove provenisse.
Veniva dal petto e allo stesso da tempo da Dio, Era molto familiare e in qualche modo intuii che quella voce ero io.

Tempo dopo ho avuto anche quello straripamento accecante, dove mi e toccato spalancare gli occhi.

Quella cosa mi ha davvero scuarciato la psiche (gia' schizzata peraltro), ma la cosa ancora peggiore fu che non si scuarcio' del tutto e la parte che rimase in vita si chiese come potesse sfruttare questa cosa.

Mi venne una gran voglia di scoprire come il mondo contemplava questa cosa e iniziai a comprare libri di ogni genere, di maestri purtoppo non ne ho mai avuti forse per la mia timidezza o per la mia profonda sfiducia negli esseri umani. Tempo dopo, ero in condizioni disperate, incontrai una ragazza e andai a stare da lei, i miei genitori erano sconvolti ed era impoossibile per me spiegare. La ragazza era buddhista, mi disse che quello che dicevo lo diceva anche il buddismo, allora provai a praticare, la cosa fu drammatica, allucinazioni e deliri, provai la meditazione, l'agopuntura, il rebirthing, mille cose ho provato e ho avuto soltanto deliri. Nel tempo che volevo suicidarmi avevo preso anche delle droghe come ultimo desiderio e mi avevano letteralmente schizzato la psiche, gia di suo parecchio deviata.

Mi innamorai di questa ragazza ma questa aveva un altro e li' definitivamente impazzi. La cosa infelice era che dovunque mi rivolgevo, anche se ero moribondo cercavo di comunicare o di trasmettere questa cosa senza riuscirci, anzi.... da poco ho capito delle leggi ferree della natura.

Dall'esplosione sono passati circa 6-7 anni e sono ancora moribondo, non ero affatto pronto per quella cosa, l'unico motivo per cui e' potuta accadere e' che non avevo piu' nessuna possibilita' di continuare, e poi non avevo niente da perdere. Non avrei MAI potuto immaginare ...

Oggi steso sono stato da un lama tibetano, non sapevo come presentarmi, mi sono avvicinato e gli ho chiesto, 'cos'e' questo ?' ('indice e il pollice) lui mi risponde, 'non lo so' , poi mi domanda 'da dove vieni' non mi usciva niente e gli rispondo 'non lo so', mi tocca il mento e se ne va. Non so bene cosa volesse dire...

il fatto e che non riesco a portare avanti un dialogo con nessuno, questa e' la prima volta che riesco a parlare un po' da normale... non so nemmeno quello che ho scritto, avevo bisogno di dirlo, e non so piu' a chi dirlo...
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Vecchio 02-09-2007, 00.30.51   #20
VanLag
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il fatto e che non riesco a portare avanti un dialogo con nessuno, questa e' la prima volta che riesco a parlare un po' da normale... non so nemmeno quello che ho scritto, avevo bisogno di dirlo, e non so piu' a chi dirlo...
Hai fatto bene a dirlo al forum…. Qualcuno che legge e che ascolta c’è e, magari, c’è anche qualcuno che ti sa aiutare per questa tua “esperienza”.
La mia impressione, ma qui potrei benissimo sbagliare, è che hai toccato il tuo centro ed hai visto ciò che sei. Il punto è che non ne puoi fare nulla di quella cosa, puoi solo dargli fiducia abbandonandoti alla sua forza e lei ti guiderà.

Nella tua esposizione hai usato delle espressioni che usava anche il mio maestro tipo: - esplosione – o - Non avrei MAI potuto immaginare…… – e, se fosse ancora vivo, e tu lo volessi cercherei di farvi incontrare. Lui avrebbe saputo certamente come aiutarti, ammesso che tu abbia bisogno di aiuto. Se hai voglia di leggere e se non la conosci già, ti lascio il link con la sua biografia, dove ci sono sommariamente le sue esperienze così vedi se riesci a trovare analogie con le tue. (ti metto il passo dove si parla di esplosione).

(Secondo U.G. la sparizione della sua domanda fondamentale con la scoperta che non c’erano risposte, fu un fenomeno fisiologico, lui dice: - un’improvvisa esplosione interiore che fece esplodere ogni cellula, ogni nervo, ogni ghiandola nel suo corpo. E con quell’esplosione l’illusione che vi fosse continuità nel pensiero e che ci fosse un centro che coordinava il tutto e collegava i pensieri, scomparve.) https://www.riflessioni.it/encicloped...ishnamurti.htm

Comunque il fatto che sei riuscito a parlare proprio oggi, dopo avere incontrato il lama, magari è collegato. Non misurare il tuo incontro con lui con termini comuni, tipo quello che vi siete detti o le impressioni che hai avuto. Ci sono "energie" che passano a livelli che neppure immaginiamo.

VanLag is offline  

 



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