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Vecchio 06-11-2007, 12.50.31   #1
Giorgiosan
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

Ho virgolettato Adamo ed Eva perché, come tutti sanno, i due nomi sono traslitterazione di vocaboli ebraici e quindi non rendono il carattere universale che quei due nomi hanno originariamente. (Non è molto importante comunque).

L'interpretazione della colpa dei "progenitori" nella storia esegetica è sempre interessante e la moderna esegesi vede nuove o complementari interpretazioni che vale la pena di conoscere.

Se la materia vi interessa aspetto il vostro contributo.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 06-11-2007, 16.01.29   #2
spirito!libero
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Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

Ciao Giorgiosan,

si, la materia mi interessa decisamente, anche perchè l'ho trattata più volte in dialogo con teologi, cattolici e non, fedeli "biblici" cattolici e non.

Il "problema" del peccato originale, questo credo sia il punto nodale di tutta la faccenda, è divenuto abbastanza imbarazzante per la teologia contemporanea, alla luce della moderna concezione di responsabilità personale e, soprattutto, alla luce delle teorie evolutive (che sono alla base di tutta la moderna biologia) le quali prevedono principalmente una poligenia e non una monogenesi di tipo biblico. Se anche ammettessimo che, come insegna la teologia cattolica più recente, Genesi è un'eziologia metastorica sapienziale, vorrei capire come questa lettura del primo libro biblico possa conciliarsi con l'articolo n. 397 del catechismo della chiesa cattolica:

397. L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore 516 e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo. 517 In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà. (fonte www.vatican.va)

Ora quando avrebbe l'uomo "disubbidito" a Dio ? Satana ha tentato tutti gli ominidi appena essi si sono geneticamente distinti dai primati ?

Inoltre per disubbidire a Dio occorrono due elementi essenziali:

conoscere Dio e conoscere il suo volere. Ora gli ominidi conoscevano quindi Dio ? Ma come è possibile se essi derivavano dai primati ?

Saluti
Andrea
spirito!libero is offline  
Vecchio 06-11-2007, 17.16.56   #3
fallible
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Messaggi: 1,774
Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

Salve!
ho letto qualche tempo fa un libro che trattava di fondamentalismo religioso ,di cui non ricordo nè il titolo nè l'autore, che vedeva il peccato originale dell'uomo nell'assunzione del concetto di "morte"...potrebbe essere interessante caudio
fallible is offline  
Vecchio 06-11-2007, 17.31.54   #4
Noor
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Messaggi: 2,064
Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

A mio parere ,questa allegoria,mostra la nascita della coscienza egoica nell'uomo e la credenza in una sua presunta volontà indipendente di agire al di fuori della volontà divina.
La colpa è questa scissione che l'uomo avverte dalla sua innocenza primaria indivisa.
Noor is offline  
Vecchio 06-11-2007, 18.57.53   #5
Mirror
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Messaggi: 1,733
Il coraggio di rifiutare la mela... adesso!

Citazione:
Originalmente inviato da Noor
A mio parere ,questa allegoria,mostra la nascita della coscienza egoica nell'uomo e la credenza in una sua presunta volontà indipendente di agire al di fuori della volontà divina.
La colpa è questa scissione che l'uomo avverte dalla sua innocenza primaria indivisa.



Quella di Noor è la lettura, l'interpretazione, che m'interessa.


Ancora giriamo con la mela in mano, credendo di aver colto il frutto della conoscenza, mentre abbiamo colto solo il frutto avvelenato che ha fatto nascere in noi il senso dell'ego, della separazione, del potere personale. Stiamo perdendo ogni istante di celebrazione, l’Eden proprio su questa Terra, fantasticando sull’irreale mondo dei nostri capricci individuali, sulle vane ambizioni del nostro piccolo monumento di storia personale.
Il momento per esserci è solo questo.
Qui può esserci il paradiso. Dipende da noi...
Questo è l’istante che conta: viviamolo essendoci davvero!

Il prossimo, il sogno del futuro, è come una carota davanti all’occhio dell’asino che rincorriamo senza mai prenderla. Questo è quello che siamo ora: viviamoci essendo davvero così come siamo, come ci è stato dato di essere, senza rincorrere le proiezioni della mente che, irrequieta, salta da un pensiero all’altro, come una scimmia sui rami.
Non possiamo essere altro da quel che siamo ora; altro lo siamo ma solo nella fatua immaginazione: e ciò crea fra noi e in noi solo inferni di divisione, di violenza, di dolore…
Ci facciamo ammaliare da un dio minore, padrone dai poteri seducenti che sventola bandiere di separazione, ci smarriamo come derelitti dolenti nel deliri della brama dell'avere, del prendere, posseduti da una forza che non ci appartiene, che presuntuosamente però ci attribuiamo.
Qualsiasi cosa noi siamo in grado di fare egoicamente, invece, non è che il riflesso di un Amore che ci trascende e che possiamo cogliere nella sua maestà e dolcezza soltanto se rinunciamo alla nostra vanità, al nostro orgoglio.
In realtà, resteremo figli di Adamo e di Eva fin quando non restituiremo quella mela, dell'albero della falsa conoscenza.
Si tratta di comprendere con il cuore che non abbiamo bisogno di nulla, e che tutto ciò che ci serve ci è dato nella misura nell'abbandono che abbiamo alla Grazia dell'esserci, proprio così come siamo qui e adesso, in totale e arrendevole Fiducia a quella Forza e Coscienza che ci fa sentire e mantiene vivi.
Onoriamola essendoci al meglio, dando dignità ad ogni attimo che ci è dato generosamente in dono.

Mirror is offline  
Vecchio 06-11-2007, 19.45.15   #6
Giorgiosan
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Messaggi: 2,009
Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

L’interpretazione classica.

Per interpretare correttamente qualsiasi scritto è indispensabile individuare il genere letterario al quale appartiene. E’ evidente che non posso avere la medesima disposizione intellettuale se affronto un romanzo di fantascienza, una favola di Esopo, un libro di storia , una poesia, ecc. ecc.
Nel romanzo di fantascienza, per esempio, non cercherò notizie di ordine storico , né verità scientifiche.

Il genere del racconto di Genesi che racconta la disobbedienza dei “progenitori” e la loro cacciata dal giardini dell’Eden non è certamente del genere storico…e questo salta subito agli occhi…
In esso simboli ed allegorie guidano il lettore, facilmente, all’individuazione del genere letterario cui questo racconto appartiene. E’ una creazione del sacro autore…ed essendo al centro del racconto un precetto e la inosservanza di questo precetto è evidente che si tratta di un racconto con fini morali e più precisamente un’ eziologia ( studio delle origini) del peccato.

L’autore sacro intende dire che il peccato entra nel mondo per responsabilità dell’uomo e della donna. Risponde al quesito che si pone il saggio: perché c’è il peccato…se a Dio non può essere imputato?
Per responsabilità dell’uomo col concorso determinante di una entità negativa rappresentata dal serpente…
Giorgiosan is offline  
Vecchio 06-11-2007, 21.46.04   #7
Noor
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Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
perché c’è il peccato…se a Dio non può essere imputato?
Per responsabilità dell’uomo col concorso determinante di una entità negativa rappresentata dal serpente…

Non c'è nessuna identità negativa,nessun concorso esterno che influenzi l'uomo.
Il serpente simboleggia la mente stessa proiettata al di fuori di sè nell'oggetto desiderato.
Ecco: è la perfetta rappresentazione sintetica della tentazione umana.
Noor is offline  
Vecchio 06-11-2007, 21.55.28   #8
Mary
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Riferimento: Il coraggio di rifiutare la mela... adesso!

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Originalmente inviato da Mirror


Ancora giriamo con la mela in mano, credendo di aver colto il frutto della conoscenza, mentre abbiamo colto solo il frutto avvelenato che ha fatto nascere in noi il senso dell'ego, della separazione, del potere personale. Stiamo perdendo ogni istante di celebrazione, l’Eden proprio su questa Terra, fantasticando sull’irreale mondo dei nostri capricci individuali, sulle vane ambizioni del nostro piccolo monumento di storia personale.
Il momento per esserci è solo questo.
Qui può esserci il paradiso. Dipende da noi...
Questo è l’istante che conta: viviamolo essendoci davvero!

Il prossimo, il sogno del futuro, è come una carota davanti all’occhio dell’asino che rincorriamo senza mai prenderla. Questo è quello che siamo ora: viviamoci essendo davvero così come siamo, come ci è stato dato di essere, senza rincorrere le proiezioni della mente che, irrequieta, salta da un pensiero all’altro, come una scimmia sui rami.
Non possiamo essere altro da quel che siamo ora; altro lo siamo ma solo nella fatua immaginazione: e ciò crea fra noi e in noi solo inferni di divisione, di violenza, di dolore…
Ci facciamo ammaliare da un dio minore, padrone dai poteri seducenti che sventola bandiere di separazione, ci smarriamo come derelitti dolenti nel deliri della brama dell'avere, del prendere, posseduti da una forza che non ci appartiene, che presuntuosamente però ci attribuiamo.
Qualsiasi cosa noi siamo in grado di fare egoicamente, invece, non è che il riflesso di un Amore che ci trascende e che possiamo cogliere nella sua maestà e dolcezza soltanto se rinunciamo alla nostra vanità, al nostro orgoglio.
In realtà, resteremo figli di Adamo e di Eva fin quando non restituiremo quella mela, dell'albero della falsa conoscenza.
Si tratta di comprendere con il cuore che non abbiamo bisogno di nulla, e che tutto ciò che ci serve ci è dato nella misura nell'abbandono che abbiamo alla Grazia dell'esserci, proprio così come siamo qui e adesso, in totale e arrendevole Fiducia a quella Forza e Coscienza che ci fa sentire e mantiene vivi.
Onoriamola essendoci al meglio, dando dignità ad ogni attimo che ci è dato generosamente in dono.


la poesia non è solo in versi ma anche l'armonia che racchiudono le parole.

Dovremmo pensare tutti a quello che hai scritto e pensato, a quello che senti essere la verità, alla corretta gestione di questa vita.

Adamo ed Eva dove si trovavano quando nelle acque oceaniche si formò la prima cellula vivente?
Ci hanno preso in giro?! forse no, forse è solo il senso di una metafora che racchiude messaggi per chi riesce a decodificarli.

Le religioni hanno sempre fatto una grande confusione fra senso letterale e verità nascoste.

Adamo ed Eva per me non rappresentano i nostri corpi fisici, la materia avvolgente per i nostri spiriti. Possono essere il simbolo di esseri spiirtuali venuti in corpi materiali per fare una esperienza, per seguire una evoluzione.

La mela può benissimo rappresentare il desiderio di sperimentare l'ego, la scissione, la divisione. Esperienza assai pericolosa, che conduce al .....partorirai con dolore e lavorerai con il sudore della fronte...

L'ego richiede sofferenza, richiede l'estremo pericolo, l'allontanamento dal paradiso terrestre. Non è Dio che ci ha cacciato ma noi che ci siamo allontanati. E oggi lo stiamo distruggendo senza via di scampo.

Quando nasce un bambino è pronto per il paradiso, ma quella mela gli viene porta da chi l'ha già mangiata, come un novello vampiro che è stato a sua volta già morso e morde altri innocenti.

Esiste un antidoto ed è riuscire ad amare.
Mary is offline  
Vecchio 07-11-2007, 08.03.27   #9
Giorgiosan
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Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

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Originalmente inviato da Noor
Non c'è nessuna identità negativa,nessun concorso esterno che influenzi l'uomo.
Il serpente simboleggia la mente stessa proiettata al di fuori di sè nell'oggetto desiderato.
Ecco: è la perfetta rappresentazione sintetica della tentazione umana.

Alcuni interpreti moderni vedono nel serpente nient'altro che la natura stessa dell'uomo ...natura che può essere colta in chiave psicologica.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 07-11-2007, 08.51.03   #10
Giorgiosan
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Riferimento: Interpretazioni della disobeddienza di "Adamo ed Eva"

Citazione:
Originalmente inviato da spirito!libero
Ciao Giorgiosan,

si, la materia mi interessa decisamente, anche perchè l'ho trattata più volte in dialogo con teologi, cattolici e non, fedeli "biblici" cattolici e non.

Il "problema" del peccato originale, questo credo sia il punto nodale di tutta la faccenda, è divenuto abbastanza imbarazzante per la teologia contemporanea, alla luce della moderna concezione di responsabilità personale e, soprattutto, alla luce delle teorie evolutive (che sono alla base di tutta la moderna biologia) le quali prevedono principalmente una poligenia e non una monogenesi di tipo biblico. Se anche ammettessimo che, come insegna la teologia cattolica più recente, Genesi è un'eziologia metastorica sapienziale, vorrei capire come questa lettura del primo libro biblico possa conciliarsi con l'articolo n. 397 del catechismo della chiesa cattolica:

397. L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore 516 e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'uomo. 517 In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà. (fonte www.vatican.va)

Ora quando avrebbe l'uomo "disubbidito" a Dio ? Satana ha tentato tutti gli ominidi appena essi si sono geneticamente distinti dai primati ?

Inoltre per disubbidire a Dio occorrono due elementi essenziali:

conoscere Dio e conoscere il suo volere. Ora gli ominidi conoscevano quindi Dio ? Ma come è possibile se essi derivavano dai primati ?

Saluti
Andrea

Ciao Andrea.

Uno dei nodi è proprio quello di conciliare l'evoluzione con il peccato originale.
Non sono intellettualmente favorevole al concordismo (la teoria ermeneutica che sostiene che le affermazioni della Bibbia sulla realtà naturale devono corrispondere a quanto afferma la ricerca scientifica), tuttavia dal momento che la dottrina del peccato originale sostiene che questo si trasmette, in qualche modo, a tutte le generazioni si è costretti, per coerenza, a trovare una soluzione che raccordi quanto conosciamo scientificamente e la dottrina del p.o. ...tentativo piuttosto difficile.
Prima difficoltà: stabilire in quale punto della catena evolutiva si possa parlare di uomo.
Seconda difficoltà: come si trasmette il p.o.

Per quello che riguarda monogenesi e poligenesi lascerei il problema tra parentesi perché né l'una né l'altra sono ipotesi scientificamente certe...come invece lo è il processo evolutivo in quanto tale. Metterei fra parentesi anche i vari evoluzionismi perché nessuno di questi si è affermato con certezza.

Teilhard de Chardin che ha dato dell'evoluzione una lettura estremamente interessante...ha avuto delle difficoltà quando è stato richiamato dal santo uffizio con un monitum che lo richiamava a mettere in rilievo il p.o. .
Giorgiosan is offline  

 



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