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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 15-11-2007, 19.52.47   #21
Giorgiosan
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

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Originalmente inviato da veraluce
Ciao a tutti!
Riporto qualcosa che ho trovato sulla figura di Melchisedek (a me è piaciuto leggerlo, ma non avendo avuto mai modo di poter approfondire questo specifico personaggio, mi piacerebbe sapere se secondo voi quanto viene riportato qui "rende" bene l'idea circa chi egli fosse):

Un mitico re, Melchisedek, offre sul monte pane e vino, non animali. Abramo dovrà sacrificare, al posto del figlio, un ariete, un animale. Qui, invece, Melchisedek non sacrifica nulla: offre pane e vino, che sono i frutti della cultura umana. Il pane e il vino, a differenza dell’animale, sono un prodotto essenziale della cultura dell’uomo, comportano – come diciamo nel rito – la fatica e il lavoro dell’uomo. Il vino e il pane sono anche il simbolo dello scambio del banchetto fraterno. Da dove è uscito fuori Melchisedec? È come una interpolazione strana nel racconto biblico, che invece, dal punto di vista culturale, risente normalmente della civiltà sacrificale di cui vi ho detto. Abramo riceve la benedizione di Melchisedec che non è un sacerdote di una religione, è il sacerdote dell’Altissimo, è il sacerdote cosmico, è il sacerdote dell’umanità che ha abolito i sacrifici cruenti e compie il suo gesto di adorazione a Dio, e di fraternità con Abramo, con l’offerta del pane e del vino. Questo è – a mio giudizio – un punto fermo della memoria cristiana che si riallaccia e si confonde con la semplice memoria umana. Quando vogliamo ritornare (è un meccanismo che naturalmente deve fare i conti con la scienza ma al livello del linguaggio simbolico è sempre bello e importante) ad una età dell’oro, per dirci come vorremmo che fosse il mondo domani, noi dobbiamo ritornare non ad Abramo ma a Merchisedek, cioè ad un tempo in cui l’umanità non versava il sangue ma manifestava la sua piena intima essenza e il suo modo più profondo di rapportarsi a Dio con l’offerta del pane e del vino, cioè del banchetto. C’è un archetipo di fondo nella nostra storia, il banchetto fraterno, che è insieme il vero culto di Dio al di fuori degli schemi rituali e sacrificali e il vero culto dell’uomo per l’uomo, senza il «capro espiatorio», senza il meccanismo dell’aggressività. Simbolo fortissimo, anche perché noi sentiamo, per una necessità storica, il bisogno di rifarci a dei simboli che non appartengano a questa o a quella religione, a questa o a quella cultura ma abbiano su di sé la luce dell’universalità. Siamo gli uni vicini agli altri. Non possiamo più combattere – anche per l’evidenza storica che ce lo impone – le altre religioni ma dobbiamo risalire alle sorgenti che non sono Abramo e non sono Budda, e non sono Melchisedek, sono l’uomo. L’uomo primordiale. Finché non risaliamo lungo il torrente che è il nostro fino alla vetta da cui i torrenti sono discesi, noi saremo sempre interni alla religione sacrificale. Non ci dimentichiamo che i fedeli di Gesù Cristo andarono a scannare gli infedeli convinti di andare in Paradiso se morivano in battaglia. La sopraffazione della cultura di guerra è stata spaventosa. Per liberarcene non bastano gli accomodamenti superficiali, c’è da fare – come la chiamavo – l’inversione di rotta. Per una simile inversione questo archetipo è veramente essenziale. Dinanzi a quest’uomo mitico, all’Uomo, Abramo ha pagato la decima, come dire si è riconosciuto inferiore. La religione ebraico/cristiana, e così ogni religione, deve riconoscersi inferiore all’uomo. Non è l’uomo che deve pagare la decima alla religione, è la religione che deve pagare la decima all’uomo. Cambiano le cose! Se la religione è davvero secondo Dio io la capisco non da quanto sono affollati i templi, da quanti quattrini si fanno nei santuari, ma, all’inverso, da come questa religione serve l’uomo, i suoi bisogni fondamentali di fraternità e di pace, come serve ad eliminare dall’uomo la spinta aggressiva verso il sangue…

Ernesto Balducci – da: «Il Vangelo della pace» vol. 3 – anno C

Cosa ne pensate?

Una interpretazione di Melchisedec fra lo spirituale ed il politico (con un poco di demagogia.) . Non mi convince molto...
Ciao veraLuce.
Giorgiosan is offline  
Vecchio 17-11-2007, 17.25.00   #22
andre2
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

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Originalmente inviato da Giorgiosan
Veramente ti ho chiesto solo quale sia ragione per cui dialoghi?
per il naturale relazionare. per confronto, approfondimento, su argomenti di comune interesse.
andre2 is offline  
Vecchio 17-11-2007, 17.49.08   #23
Giorgiosan
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Originalmente inviato da andre2
per il naturale relazionare. per confronto, approfondimento, su argomenti di comune interesse.

Ed altrettanto allora devi supporre degli altri.

Ciao
Giorgiosan is offline  
Vecchio 17-11-2007, 19.45.43   #24
andre2
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Riferimento: Il Testamento Cosmico

Citazione:
Originalmente inviato da Giorgiosan
Ed altrettanto allora devi supporre degli altri.

Ciao

ecco dove volevi parare.
la mia era una risposta alla domanda di yam:

"Mi interessa capire su che basi la chiesa affronta il dialogo interreligioso......"

non mi rivolgevo a te.
ho letto i tuoi post, in cui si evince una rilevante preparazione sulle religioni, ma nulla che somigli a una risposta alla domanda in oggetto.
come mai ti da fastidio che abbia detto quelle cose sul non interesse della chiesa al dialogo?
andre2 is offline  
Vecchio 18-11-2007, 14.27.14   #25
veraluce
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Da Elijah:
Un giorno, uscendo dal convento, san Francesco incontrò frate Ginepro. Era un frate semplice e buono e san Francesco gli voleva molto bene.
Incontrandolo gli disse: "Frate Ginepro, vieni, andiamo a predicare".
"Padre mio" rispose, "sai che ho poca istruzione. Come potrei parlare alla gente?".
Ma poiché san Francesco insisteva, frate Ginepro acconsentì. Girarono per tutta la città, pregando in silenzio per tutti coloro che lavoravano nelle botteghe e negli orti. Sorrisero ai bambini, specialmente a quelli più poveri. Scambiarono qualche parola con i più anziani. Accarezzarono i malati. Aiutarono una donna a portare un pesante recipiente pieno d'acqua.
Dopo aver attraversato più volte tutta la città, san Francesco disse: "Frate Ginepro, è ora di tornare al convento".
"E la nostra predica?".
"L'abbiamo fatta... L'abbiamo fatta" rispose sorridendo il santo.

Se hai in tasca il profumo del muschio non hai bisogno di raccontarlo a tutti. Il profumo parlerà in tua vece.
La predica migliore sei tu.
(Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)

Che bella (me la stampo!)!
Questo rientra anche nella mia concezione personale del rispetto verso il prossimo...
Quando andiamo verso l'altro lo facciamo perché vogliamo dargli qualcosa di noi... non lo facciamo per portarlo a pensare come la pensiamo noi...
Io amo quando gli altri esprimono rispetto per i mie pensieri...
per questo rispetto il pensiero degli altri affinché possano esser liberi di amarmi.
Cosa me ne faccio di un rispetto ottenuto attraverso il timore che l'altro avrebbe nei miei confronti se dovesse sentirsi condizionato a pensarla come la penso io? Io amo essere amata e amo amare... non so se piacerebbe poi tanto un mondo senza prospettive diverse da oltrepassare per poter andare in contro all'essenza dell'altro. Stiamo sampre a badare al capello soltanto perché non siamo capaci di dire: rispetto i tuoi pensieri e le tue idee, cose che fanno di te una creatura unica e irripetibile (come si suol dire)... e anche se non sono i miei pensieri e le mie idee, non importa, è solo un dettaglio, perché tu sei un uomo come me... e già solo per questo non posso non amarti.
Anche per me è l'amore l'unica speranza...

Citazione:
Da Giorgiosan:
Una interpretazione di Melchisedec fra lo spirituale ed il politico (con un poco di demagogia.) . Non mi convince molto...

Ciao Giorgiosan!
Che cosa diresti allora con parole tue (= attraveso la tua esperienza conoscitiva) su Melchisedec?

Citazione:
Da Andre2:
non mi rivolgevo a te.
ho letto i tuoi post, in cui si evince una rilevante preparazione sulle religioni, ma nulla che somigli a una risposta alla domanda in oggetto.
come mai ti da fastidio che abbia detto quelle cose sul non interesse della chiesa al dialogo?

Caro Andre2,
Secondo me, Giorgiosan non ha avuto fastidio, perché ha sempre dimostrato molta apertura al dialogo... e anche se ha una vasta cultura, non l'ostenta anche se potrebbe farlo... e sia chiaro che non lo sto difendendo ma sto dicendo quello che traspare secondo me dalla manifestazione scritta della sua persona.
Forse vi siete soltanto fraintesi... no?

Comunque volevo chiederti se per te e assolutamente impossibile che la Chiesa possa intessere un dialogo interreligioso, oppure contempli anche una probabilità che questo possa accadere?

Poi, per cortesia, vorrei anche avere una conferma da chi sta partecipando a questa discussione: qui stiamo parlando dell'Istituzione Chiesa e non della "popolazione" cristiano-cattolica", vero? (Ogni tanto sorgono dei dubbi dovuti alle diverse pieghe che prende una discussione)

Pace a voi!
veraluce is offline  
Vecchio 18-11-2007, 18.07.50   #26
andre2
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Citazione:
Originalmente inviato da veraluce
Comunque volevo chiederti se per te e assolutamente impossibile che la Chiesa possa intessere un dialogo interreligioso, oppure contempli anche una probabilità che questo possa accadere?

Poi, per cortesia, vorrei anche avere una conferma da chi sta partecipando a questa discussione: qui stiamo parlando dell'Istituzione Chiesa e non della "popolazione" cristiano-cattolica", vero? (Ogni tanto sorgono dei dubbi dovuti alle diverse pieghe che prende una discussione)

Pace a voi!

ma perchè la chiesa è un istituzione di potere. e lo mantiene se è qualcosa di esclusivo, al di sopra delle altre, l'unica che salva. temono, che i loro fedeli possano pensare che la salvezza non è esclusiva della religione e chiesa cattolica.
parere personale.
e sono graditi esempi, attuali e non di 3000 anni fa come la storia di melchisedek e abramo... ovviamente esempi in cui si mettono veramente alla pari delle altre, non giri di parole per concludere che il cattolicesimo però.....
andre2 is offline  
Vecchio 18-11-2007, 18.56.33   #27
Giorgiosan
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Citazione:
Originalmente inviato da andre2
ecco dove volevi parare.
la mia era una risposta alla domanda di yam:

"Mi interessa capire su che basi la chiesa affronta il dialogo interreligioso......"

non mi rivolgevo a te.
ho letto i tuoi post, in cui si evince una rilevante preparazione sulle religioni, ma nulla che somigli a una risposta alla domanda in oggetto.
come mai ti da fastidio che abbia detto quelle cose sul non interesse della chiesa al dialogo?

So che non ti rivolgevi a me...ho risposto a:

Citazione:
Originalmente inviato da andre2
...quindi il dialogo è solo una finta, per farsi belli, per essere "in", perchè oggi è di moda così. ...
Se non si ritiene mai in buona fede chi dialoga...allora il dubbio si può estendere a me, a te ed a tutti quelli che dialogano in questo forum ed in altri forum.
So che non lo pensi.
Si dovrebbe pensare del dialogo che fanno gli altri lo stesso che si pensa del proprio dialogare e cioè, come hai detto:
Citazione:
Originalmente inviato da andre2
per il naturale relazionare. per confronto, approfondimento, su argomenti di comune interesse.


Ho postato anch'io nonostante tu parlassi con yam perché ritengo che la discussione quando si pubblica un post sia aperta a tutti...se mi sbaglio o se non vuoi che questo avvenga più, dimmelo.

Forse c'è stato qualche fraintendimento.

Pace e bene andre2
Giorgiosan is offline  
Vecchio 18-11-2007, 19.13.19   #28
Noor
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Originalmente inviato da andre2
ma perchè la chiesa è un istituzione di potere. e lo mantiene se è qualcosa di esclusivo, al di sopra delle altre, l'unica che salva. temono, che i loro fedeli possano pensare che la salvezza non è esclusiva della religione e chiesa cattolica.
parere personale.
e sono graditi esempi, attuali e non di 3000 anni fa come la storia di melchisedek e abramo... ovviamente esempi in cui si mettono veramente alla pari delle altre, non giri di parole per concludere che il cattolicesimo però.....

Concordo pienamente.
Noor is offline  
Vecchio 18-11-2007, 20.06.11   #29
Giorgiosan
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Originalmente inviato da veraluce
Ciao Giorgiosan!
Che cosa diresti allora con parole tue (= attraveso la tua esperienza conoscitiva) su Melchisedec?

Ben poche cose, quelle stesse che forse ho già detto altrove, …alcune notazioni in ordine sparso.

La figura di Melchisedec è una figura di primaria importanza per quello che insegna indirettamente.
Lo Spirito di Cristo, la Cristità è sempre presente nella storia e non è necessariamente legata ad un popolo o ad una religione, come ho già scritto. Che l'ebraismo con le sue Scritture lo abbia testimoniato e con un episodio che nel lavoro redazionale lungo i secoli poteva benissimo essere omesso, accresce la mia stima per la Scrittura e per gli autori sacri.

Insegna che un Cristo è sempre presente nella storia umana, prima di Gesù e quindi anche dopo di lui...d'altra parte chi crede nei santi, quelli veri, lo sa o l'intuisce.
C'è sempre un Cristo per ogni tempo che le generazioni vivono.... da Francesco di Paola a Francesco d'Assisi a padre Pio da Pietralcina. Dico Cristo non in senso figurato. Un Cristo per ogni stagione della storia.

Melchisedec è il tipo del sacerdozio di Cristo, che non apparteneva alla tribù di Levi...era un laico...e quindi rappresenta anche il sacerdozio regale quello, che hanno tutti i credenti e li fa testimoni e dispensatori della grazia senza che siano ordinati ministri del culto....se corrispondono.

La brevissima narrazione porta una brezza d'aria fresca nel clima talvolta soffocante dell'AT ...
"… fece portare pane e vino.. " .

Gesù conosceva bene le Scritture d'Israele, (ovviamente ) , e conosceva le risonanze di ogni sua parola e gesto. Nella cena d'addio ai suoi amici c'è anche il ricordo di Melchisedec...io credo.

Ciao veraluce
Giorgiosan is offline  

 



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