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Vecchio 26-11-2007, 20.51.36   #1
Alessandro D'Angelo
dnamercurio
 
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Natale senza Re Magi

Il Natale rovinato dagli storici:
«I Re Magi e la cometa non sono esistiti»

di Luca Schirru
ROMA (26 novembre) - Non bastavano i soliti nostri problemi alla soglia del Santo Natale: da che regali fare alla mancanza dei soldi per comprarli, dai panettoni anti-dieta ai sorrisi forzati per tutto e per tutti. Ci mancavano i problemi degli storici.

Sarà infatti, questo in arrivo, un Natale difficile anche per il trio più famoso del presepe e la loro stella guida. Quelli abituati ad arrivare pacifici e silenziosi, con un occhio rivolto al cielo e la tranquillità di chi già sa che regalo portarsi dietro perché tutti si aspettano quello e nessuno può rimanerne deluso. E sarà dunque forse il caso di aggiungere un asino, una pecorella e un bue in più per non sentir troppo la mancanza dei Re Magi, che se, guidati dalle stelle, non sono mai mancati all'appuntamento con Betlemme e con tutte le case dove il 25 di Dicembre nasce il Bambin Gesù, prostrandosi in adorazione e offrendogli in dono oro, incenso e mirra, quest'anno avranno dei problemi inaspettati.

Un'inchiesta del settimanale Focus Storia riporta che un gruppo di esperti li ha accusati niente di meno che di non essere mai esistiti, e con loro anche la stella cometa. Avete capito bene: I Re Magi e la loro stella non esistono. Facciano marcia indietro dunque, se già in viaggio i Re co-protagonisti del Vangelo di Matteo che secondo le ultime indagini storiche potrebbero essere frutto della fantasia di quest'ultimo.

«Tutto lascia pensare - osserva Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo a Bologna - che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano gentili, cioè pagani eppure, secondo Matteo, seppero dell'arrivo del Messia prima del clero a Gerusalemme».

A rincarare la dose ci pensa Francesco Sforza, docente di Storia del cristianesimo all'università di Roma-Tor Vergata: «Nel racconto evangelico ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio la profezia in cui al Messia sarebbe stato donato oro d'Arabia e tributi. Ecco l'adorazione dei Magi, che con il loro oro legittimano Gesù in base ai parametri biblici».

E se questo non dovesse bastare sembra ci sia un dato certo che smentisce anche uno dei simboli fondamentali della storia dei maghi d'oriente: l'assenza di stelle con la coda. Pronti a riciclare la punta dell'albero allora e trasformarla in cerchietto per i capelli da regalare a qualche vecchia zia visto che secondo calcoli moderni la cometa di Halley, la più brillante che apparve negli anni 87 e 12 a.C. e che tornò visibile solo nel 66 d.C., sarebbe l'unica possibile a cui far riferimento ma fuori tempo utile. Tra le altre cose non si trova nessun tipo di citazione dell'astro anche nei testi laici. Avranno avuto il cammello dotato di Tom Tom? Ma soprattutto, da dove derivano tutti i dettagli della tradizione?

Arrivano dai vangeli apocrifi, ovvero tutti quelli esclusi dalla Chiesa dal libro della Bibbia, che sono pieni di elementi particolari e abbastanza fantasiosi, senza ovviamente avere alcuna concordanza fondamento storica. Il vangelo armeno fa riferimento a tre fratelli, re di arabi, indi e persiani, ad un viaggio durato nove mesi e ad un inventario sterminato del carico della loro carovana. Sempre in questo testo si dice che i Magi avevano un seguito di dodicimila cavalieri preceduti da Eva, risorta per l'occasione, e che Erode per la rabbia della nascita del Messia causò un terremoto. Il vangelo arabo-siriaco, invece, parla del pannolino di Gesù, rubato dai Magi che tentarono di bruciarlo ritualmente sul fuoco ma le fiamme si spegnevano ed esso restava intatto.

Con il terrore che presto qualcuno venga a scoprire ed annunciarci che, prima della resurrezione, il Cristo fù visto leggere in segreto un manuale di Copperfield, non ci resta che aspettare Natale e vedere se sotto la guida di una stella luminosa, anche quest'anno come gli altri, riusciremo con i nostri bimbi a vederli arrivare..

(dal Messaggero del 26 novembre 2007)
Alessandro D'Angelo is offline  
Vecchio 27-11-2007, 10.45.46   #2
berenger11
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Messaggi: 222
Riferimento: Natale senza Re Magi

L'ultima frase dell'articolo è abbastanza eloquente; ci vogliono gli occhi di un bambino per non capire che tutte queste storie sono state sapientemente inventate. Ora so che queta affermazione darà fastidio ai credenti, so che qualcuno mi dirà che è facile stroncare sempre tutto basandosi sulla storicità delle cose. Ma queste persone (meno male che esistono, senno di cosa parleremmo, senno quanto sarebbe noioso il mondo.) devono convenire che se questi studiosi, che dedicano la vita alla ricerca, stanno uno ad uno arrivando alle medesime conclusioni, un motivo ci sarà.
Ci sono due strade: continuare senza farsi domande ed evitarsi un sacco di fastidi mentali, oppure come faccio io, pur ammirando la grandezza di Gesù e la potenza del suo messaggio, cercare di capire chi era in realtà, di capire la sua vera storia.
Il problema, come saprai, è che non solo si mettono in dubbio i Magi, ma addirittura l'esistenza di Gesù.
I cechi vedevano, gli storpi guarivano, i morti resuscitavano e...nessuno ne sapeva niente.
Non una sola parola in nessuna delle opere degli storici di quel tempo.
Mia moglie é credente, in casa abbiamo un bellissimo crocifisso.
Fino a quattro anni per me era normale che ci fosse, anche se non mi sono mai fermato a guardarlo sul serio.
Ora lo faccio spesso, quando sono solo in casa coi miei libri su di lui.
Lo guardo e gli chiedo: che ne è stato di te, perche la tua storia è stata stravolta?
berenger11 is offline  
Vecchio 27-11-2007, 17.23.28   #3
paperapersa
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Messaggi: 2,012
Riferimento: Natale senza Re Magi

Citazione:
Originalmente inviato da Alessandro D'Angelo
Il Natale rovinato dagli storici:
«I Re Magi e la cometa non sono esistiti»

di Luca Schirru
ROMA (26 novembre) - Non bastavano i soliti nostri problemi alla soglia del Santo Natale: da che regali fare alla mancanza dei soldi per comprarli, dai panettoni anti-dieta ai sorrisi forzati per tutto e per tutti. Ci mancavano i problemi degli storici.

Sarà infatti, questo in arrivo, un Natale difficile anche per il trio più famoso del presepe e la loro stella guida. Quelli abituati ad arrivare pacifici e silenziosi, con un occhio rivolto al cielo e la tranquillità di chi già sa che regalo portarsi dietro perché tutti si aspettano quello e nessuno può rimanerne deluso. E sarà dunque forse il caso di aggiungere un asino, una pecorella e un bue in più per non sentir troppo la mancanza dei Re Magi, che se, guidati dalle stelle, non sono mai mancati all'appuntamento con Betlemme e con tutte le case dove il 25 di Dicembre nasce il Bambin Gesù, prostrandosi in adorazione e offrendogli in dono oro, incenso e mirra, quest'anno avranno dei problemi inaspettati.

Un'inchiesta del settimanale Focus Storia riporta che un gruppo di esperti li ha accusati niente di meno che di non essere mai esistiti, e con loro anche la stella cometa. Avete capito bene: I Re Magi e la loro stella non esistono. Facciano marcia indietro dunque, se già in viaggio i Re co-protagonisti del Vangelo di Matteo che secondo le ultime indagini storiche potrebbero essere frutto della fantasia di quest'ultimo.

«Tutto lascia pensare - osserva Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo a Bologna - che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all'anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano gentili, cioè pagani eppure, secondo Matteo, seppero dell'arrivo del Messia prima del clero a Gerusalemme».

A rincarare la dose ci pensa Francesco Sforza, docente di Storia del cristianesimo all'università di Roma-Tor Vergata: «Nel racconto evangelico ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio la profezia in cui al Messia sarebbe stato donato oro d'Arabia e tributi. Ecco l'adorazione dei Magi, che con il loro oro legittimano Gesù in base ai parametri biblici».

E se questo non dovesse bastare sembra ci sia un dato certo che smentisce anche uno dei simboli fondamentali della storia dei maghi d'oriente: l'assenza di stelle con la coda. Pronti a riciclare la punta dell'albero allora e trasformarla in cerchietto per i capelli da regalare a qualche vecchia zia visto che secondo calcoli moderni la cometa di Halley, la più brillante che apparve negli anni 87 e 12 a.C. e che tornò visibile solo nel 66 d.C., sarebbe l'unica possibile a cui far riferimento ma fuori tempo utile. Tra le altre cose non si trova nessun tipo di citazione dell'astro anche nei testi laici. Avranno avuto il cammello dotato di Tom Tom? Ma soprattutto, da dove derivano tutti i dettagli della tradizione?

Arrivano dai vangeli apocrifi, ovvero tutti quelli esclusi dalla Chiesa dal libro della Bibbia, che sono pieni di elementi particolari e abbastanza fantasiosi, senza ovviamente avere alcuna concordanza fondamento storica. Il vangelo armeno fa riferimento a tre fratelli, re di arabi, indi e persiani, ad un viaggio durato nove mesi e ad un inventario sterminato del carico della loro carovana. Sempre in questo testo si dice che i Magi avevano un seguito di dodicimila cavalieri preceduti da Eva, risorta per l'occasione, e che Erode per la rabbia della nascita del Messia causò un terremoto. Il vangelo arabo-siriaco, invece, parla del pannolino di Gesù, rubato dai Magi che tentarono di bruciarlo ritualmente sul fuoco ma le fiamme si spegnevano ed esso restava intatto.

Con il terrore che presto qualcuno venga a scoprire ed annunciarci che, prima della resurrezione, il Cristo fù visto leggere in segreto un manuale di Copperfield, non ci resta che aspettare Natale e vedere se sotto la guida di una stella luminosa, anche quest'anno come gli altri, riusciremo con i nostri bimbi a vederli arrivare..

(dal Messaggero del 26 novembre 2007)

Un altro che si cimenta nello sport più attuale di "denigrare e negare"
la veridicità dei vangeli e di quanto in essi raccontato.
La cosa non mi stupisce, poichè sembra che questi argomenti siano molto di moda.....
Ritorno al significato simbolico del presepe, dei personaggi e della
storia in esso rappresentata!
Tre è un numero fondamentale dal punto di vista del Sacro! Nella Bibbia
e nella Teologia è presentissimo e pregno di simbologia sacra!
Figuriamoci quindi se i Magi non dovevano essere proprio tre!
Mago è il singolare di Magi ed infatti è anche simbolico il significato
della Magia che si inchina alla Divinità!
Infatti Gesù viene a dire all'uomo quanto prezioso egli sia nel progetto
divino. Viene a dare fiducia, forza, coraggio ad una umanità confusa
che si crede sola e sperduta e limitata.
Gesù viene a dire che siamo tutti Figli di Dio, che questa è la nostra vera eredità e che "ci attendono prodigi ben più grandi di quelli che Lui
faceva"!
Quindi è naturale che la magia, l'illusione, non possa che inchinarsi di fronte
ad una promessa di divinità.
Quanto alla cometa, cribbio, ma perchè non interrogare gli astronomi?
Perchè non lasciare dire a loro se 2000 anni fa circa vi fu un passaggio,
di una cometa luminosa nei cieli della Palestina?
Le stelle non muoiono certo lentamente!

E cosa vuol dire la cometa che in questi giorni sta appaiando per grandezza
il sole? e che ha un colore blu "shoccante"? E' un segno oppure è una illusione
ottica?
Quanto alla domanda che fa Berenger riguardo agli insegnamenti di Gesù Cristo
e la loro realizzazione, lo invito a esplorare il suo mondo interiore, la sua
personale rivoluzione e trasmutazione, senza guardare troppo in giro
e senza dare troppo ascolto ai mass. media.
Essi non riportano certo le buone notizie, o se lo fanno non danno loro il rilievo dovuto.
Il pubblico si nutre di "sangue, cronaca nera, omicidi, malattie etc...."
e questo ci danno in pasto.
Io invece vivo in mezzo a "bambini" che ogni giorno mi "illuminano"
con la loro saggezza! che mi danno risposte da "lasciare a bocca aperta"
il più incallito cronista e il più ostinato "pessimista"
E allora, a parte il mio personale stato interiore, mi ritrovo
nutrita dalle loro considerazioni, dalla loro generosità e spontaneità,
dal loro "sapere" perchè sono qui.
paperapersa is offline  
Vecchio 27-11-2007, 21.30.50   #4
Alessandro D'Angelo
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Riferimento: Natale senza Re Magi

Giù le mani dai Re magi!


DI FRANCO CARDINI
R ieccoci al tormentone natalizio. Sia ricerca dello scoop sensazionalistico, sia nuovo sussulto del diavoletto agnostico-laicista, tutti gli anni la buona vecchia tradizione cristiana viene insidiata da 'sensazionali' scoperte che la minerebbero alle radici: e che poi si rivelano, sistematicamente, o scoperte dell’acqua calda o vere e proprie bufale. È quest’anno di scena un articolo della rivista Focus-Storia,
che chiama in causa due illustri studiosi, Mauro Pesce (studioso di storia del cristianesimo che dovrebb’essere noto anche al grande pubblico per ben altri meriti che non quello di aver cofirmato un libro con Corrado Augias) e Francesco Scorza Barcellona, raffinatissimo conoscitore della problematica degli apocrifi evangelici. Sostiene quindi la rivista divulgativa diretta da Sandro Boeri che i 're' magi, noti dal racconto evangelico di Matteo, 2, 1-2, non sarebbero forse mai esistiti: l’evangelista Matteo è l’unico dei quattro testi 'canonici' a parlarne; il contesto del racconto di Matteo sembrerebbe indicare piuttosto un «artificio letterario*propagandistico », un messaggio lanciato ai non-ebrei (i quali potevano essere attratti dal fatto che il tanto atteso Messia si fosse rivelato a degli astrologi-sacerdoti pagani prima e piuttosto che non agli ebrei stessi) e al tempo stesso sforzarsi di far quadrare la notizia dell’avvenuta nascita del Messia con le profezie dei tributi che gli sarebbero stati recati 'dall’Arabia' (e si vedano Salmi, 72/71, 10-11, 15 e Isaia, 60, 6). Da dove derivano quindi, conclude lo scoop, tutti i dettagli e le cianfrusaglie della tradizione: che i magi fossero 're', che fossero tre, che avessero dei nomi precisi, che viaggiassero in carovana eccetera? La risposta – e qui gli studi di Scorza Barcellona sono fondamentali – è evidente: dai tardivi, fantasiosi vangeli apocrifi (cioè di dubbia tradizione e, per la Chiesa, di non accertata ispirazione divina), che la tradizione cristiana, tanto latina quanto greca e orientale, ha sempre tenuto a debita distanza e che sono sovente frutto di elaborazione ereticale (soprattutto monofisita e nestoriana). Anche la povera cara stella cometa riceve la sua porzione di mazzate: non se ne parla nemmeno; il corpo celeste che per brillantezza ha la maggior probabilità di sostenere quella parte è la cometa di Halley, che però apparve nell’87 e poi nel 12 a.C.
per tornar visibile solo nel 66 d.C.
Insomma, se
Focus-Storia
avesse ragione, sarebbe una bella batosta per noialtri cristianucci che ci apprestiamo a fare il presepio. Ma allegri: niente paura. Siamo solo a metà strada tra la scoperta dell’acqua calda e la bufala assoluta. Anzitutto, che i magi di Matteo non fossero re, che non fossero tre, che non avessero nomi precisi eccetera, lo sapevamo da tempo. Si tratta di tradizioni stratificatesi grosso modo tra VIII e XII secolo d.C. Il fatto è che i vangeli apocrifi, emarginati dalla tradizione ecclesiale, erano noti e molto diffusi, anche a livello di racconto orale. La maggior parte delle nostre conoscenze tradizionali sui Magi deriva da due fonti: la
translatio delle loro supposte reliquie da Milano a Colonia, voluta da Federico Barbarossa nel 1164, e il testo del domenicano Giacomo da Varazze, vescovo di Genova alla fine del Duecento e autore di quel meraviglioso zibaldone agiografico ch’è la Leggenda aurea. Da queste due fonti primarie dipende la tradizione popolare occidentale, radicatasi dal Cinquecento per il tramite iberico anche in America latina, e alla quale è auspicabile si resti tutti affettuosamente fedeli: salvo poi la doverosa distinzione, all’interno di essa, di quel ch’è storicamente e filologicamente verificabile da quel ch’è invece leggenda. E veniamo alla cometa.
Nessuno scrive che fosse tale: né Matteo, né gli apocrifi. I magi di Matteo vengono ap’anatoloù, nel testo greco: ed è lì che hanno visto la 'stella', un corpo che almeno apparentemente si muove ma che non ha code di sorta. Fu poi Giotto, impressionato dalla cometa di Halley da lui vista nel 1301, che se ne ricordò allorché, fra 1305 e 1310, l’affrescò nella Cappella degli Scrovegni a Padova.
Da allora, quella che nella Bibbia vulgata era semplicemente « stella Eius in oriente » venne abitualmente raffigurata come una cometa. Prima, sarebbe stato impossibile: tra l’altro, secondo la tradizione astronomico*astrologica già ellenistica e poi medievale, la cometa annunziava sì mutamenti, ma in genere di segno negativo. Però, fenomeni celesti verificatisi esattamente negli anni della supposta nascita effettiva di Gesù, vale a dire tra il 7 e il 4 a.C. circa, ce ne furono parecchi. Lo stesso Keplero segnalò che nel 7 a.C i due pianeti Giove e Saturno si congiunsero per tre volte consecutive, causando un effetto ottico di straordinaria brillantezza; nel febbraio del 6 a.C.
si registrano le congiunzioni di Giove con la Luna e di Marte con Saturno nella costellazione dei Pesci. Gli astronomi cinesi segnalarono nel 5 a.C. un fenomeno astrale di grande lucentezza nelle costellazioni dell’aquila e del Capricorno: esso rimase visibile una settantina di giorni. Si trattava di una nova, una specie di esplosione nucleare causata dall’accumulo d’idrogeno che produce un 'lampo' di breve durata, poi visibile magari molti anni luce dopo l’esplosione effettiva. Oggi, gli astronomi parlano di nove o addirittura di supernove. Se i magi, assistendo da qualche parte della Persia al fenomeno registrato in Cina nel febbraio-marzo del 5 d.C., mossero più o meno allora verso occidente seguendone il corso apparente, dovettero arrivare in Giudea verso la fine della primavera. Ciò entra in conflitto con la data tradizionale della nascita del Cristo (il 6 gennaio per le Chiesa orientali, il 25 dicembre per quella romana).
Ma sappiamo bene che le due date tradizionali del natale sono state ricavate, rispettivamente, da un’antica festa isiaca delle acque (da qui la liturgia dell’Epifania) e da una festa solare dell’Urbe. In realtà, visto che all’atto della nascita c’erano attorno a Betlemme (quindi a circa ottocento metri sul livello del mare) dei pastori, i quali secondo le tradizioni della transumanza si trasferiscono in alto durante i mesi caldi, si direbbe più probabile che Gesù sia nato appunto tra la primavera e l’autunno piuttosto che non in inverno, quando nell’Alta Giudea fa freddo. Resta la tesi della citazione dei magi, in Matteo, per 'gettare' in qualche modo un ponte ai gentili. Un’idea audace, tanto che gli altri evangelisti canonici non l’hanno raccolta. Matteo è l’unico a parlarne: e lo fa, dobbiamo sottolinearlo, soprattutto in un contesto preciso, quello stesso che gli ha imposto di cominciare il suo testo con la declinazione genealogica di Gesù, quindi con la prova della sua discendenza dal re David e della Sua legittimità, pertanto, come Rex Iudaeorum
secondo il testo di Michea, 5, 1-3.
Infine, un appunto va pur fatto a tutto l’impianto del discorso sostenuto da Focus-Storia. I magi non sono personaggi di fantasia. È vero che in tutto l’Oriente, al tempo di Gesù, si chiamavano correntemente magoi gli astrologhi girovaghi, i ciarlatani, insomma i 'magi randagi' a dirla col film di Sergio Citti del 1996. Ma i magi veri c’erano, eccome: erano gli astrologi-sacerdoti d’origine meda, custodi dell’antica sapienza della religione mazdea riformata nel VI secolo a.C. da Zarathustra.
Una religione ancora viva tra l’Iran e l’India attuali, e che la rivoluzione islamica khomeinista ha rispettato, trattando i mazdei come ahl al-Kitab, 'popolo del Libro' detentore della Rivelazione divina affidata al testo dell’Avesta.
È nella loro tradizione che si parla del Saosihans,
del 'Soccorritore' nato da una Vergine, annunziato da una stella lucente e destinato a salvare il mondo. Matteo però, povero pubblicano galileo, dei magi mazdei non doveva saper un bel niente o quasi: com’è che con tanto sostanziale esattezza ha mostrato reminiscenze di tradizioni che noi conosciamo soltanto dall’Avesta, giuntoci peraltro attraverso redazioni tardive e non anteriori comunque al III secolo d.C.?
Il Vangelo di Matteo non inventa nulla.
La tradizione fu poi rielaborata in età medievale, dopo la «translatio» delle reliquie da Milano a Colonia e con la «Legenda aurea» Le figure dei «magi» sono davvero esistite: erano gli astrologhi sacerdoti del culto zoroastriano, religione ancor oggi viva tra l’Iran e l’India.
Anche la stella cometa finisce nel mirino


(dall'Avvenire d'Italia del 27 novembre 2007)
Alessandro D'Angelo is offline  

 



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