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Vecchio 22-04-2014, 01.36.13   #41
Duc in altum!
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Riferimento: La lotta tra bene e male

** scritto da donquixote:

Citazione:
Quindi a dispetto di tutti i predicatori di ogni chiesa (anche laica) il bene non si concretizza nel "fare" azioni buone o presunte tali, ma decisamente nel "non fare" e lasciare che un ordine ben superiore e sensato del nostro si occupi di gestire la dinamicitá del nostro mondo, come insegna fra l'altro la splendida dottrina taoista del wu wei.


Dire che il bene non si concretizza nel "fare" azioni buone è tanto surreale, anche perché non praticare il bene che si comprende di dover eseguire è già incrementare il male.
Mentre il "non fare" della dottrina wu wei (senza nulla voler togliere ad essa), non è altro che il lasciarsi andare, l'affidarsi completamente, la totale fiducia nella Provvidenza Divina, per quel che riguarda le nostre aspettative ed i nostri desideri, facendo agire essa che, meglio di noi, sa quello di cui abbiamo bisogno per lo sviluppo della nostra spititualità ed il discernimento maggiore del bene e del male, del giusto e dell'iniquo.
Ma quasi sempre, preferiamo "fare" da soli.
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Vecchio 22-04-2014, 10.23.49   #42
kri
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Riferimento: La lotta tra bene e male

Condivido praticamente tutto di quanto dici e ammiro la chiarezza in cui lo hai esposto.

Citazione:
Originalmente inviato da donquixote
È quindi molto più sensato affermare che Dio è semplicemente giusto, non buono o cattivo a seconda che gli accadimenti incontrino il favore o il rifiuto della nostra coscienza morale.
La Giustizia di Dio è quindi il parametro di riferimento, e i concetti di bene e male dovrebbero essere a mio avviso più sensatamente sostituiti con quelli di ordine e disordine: bene è ciò che è conforme all'ordine, male ciò che se ne discosta e costituisce quindi un disordine.

Possiamo dare sinonimi di ordine e disordine, unione e divisione, e tutto ciò che possa far intendere quali siano le forze che si muovono e distaccarle definitivamente dalla morale umana.

Citazione:
Una cosa che però si tende spesso a trascurare ma che è fondamentale per comprendere la Giustizia divina è che esistono due tipi di ordine: il primo è l'ordine divino, statico, immutabile, perfetto, che io solitamente chiamo apollineo utilizzando i concetti di Nietzsche. Il secondo è quello dionisiaco, dinamico, mutevole, imperfetto per definizione e incompiuto per costituzione, che è l'ordine terreno, o più in generale dell'universo fisico.
Nel nostro mondo non vi è niente che non muti costantemente e ininterrottamente, ma tali mutazioni sono governate dall'ordine apollineo che provvede a mantenere un equilibrio fra di esse, e i concetti di equilibrio e armonia sono i più adatti per evocare e descrivere il riflesso che nel nostro mondo possiamo cogliere di quell'ordine apollineo che lo trascende.
Bene sarà quindi tutto ciò che nei vari relativi ambiti sarà il più possibile equilibrato ed armonico, quindi ordinato, mentre male sarà ovviamente il suo opposto.


Hai ragione, è un fatto che si trascura o che si ignora. La nostra cultura religiosa non considera la cosa da questo punto di vista e pertanto è anche difficile affrontarlo usando termini di assoluto e relativo.
Il problema che rilevo è che si tende a pensare o in termini apollinei o dionisici ma le due visioni insieme per un quadro più grande e completo può sembrare un controsenso e che l'uno escluda automaticamente l'altro, ma non è così, l'uno è parte integrante e completa l'altro e non si possono trascurare per una comprensione vivace e realistica e non relativistica.

Citazione:

Quindi a dispetto di tutti i predicatori di ogni chiesa (anche laica) il bene non si concretizza nel "fare" azioni buone o presunte tali, ma decisamente nel "non fare" e lasciare che un ordine ben superiore e sensato del nostro si occupi di gestire la dinamicitá del nostro mondo, come insegna fra l'altro la splendida dottrina taoista del wu wei.
Il non fare però non significa affatto rimanere immobili, che sarebbe anche impossibile poichè non si può fermare il divenire del mondo e di noi stessi, ma adeguarci naturalmente ai tempi, ai ritmi e alle variazioni del mondo in cui viviamo, cercando di comprenderli e farli nostri [...] La Giustizia di Dio si esprime nella sua Volontà, e questa la possiamo cogliere quotidianamente nella manifestazione della vita in tutte le sue forme, che dal punto di vista umano potranno apparire a volte tragiche e a volte meravigliose, ma se si riuscirà ad elevarsi con lo sguardo dal nostro miope punto di vista si riuscirà a cogliere la perfetta armonia che le trascende.

Come giustamente dici la Wu Wei è la via del non fare ma non è immobilità ma è proprio la capacità di fare la Volontà di chi è più in alto. Questo è ordine, o unione o bene. Si è passivi, in ricezione, di quel movimento divino che penetra e per cui agiamo. Si lancia la freccia, e si segue la Via.
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Vecchio 22-04-2014, 10.44.03   #43
kri
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Riferimento: La lotta tra bene e male

Citazione:
Originalmente inviato da Davide M.
@ kri

Se non riconoscessimo, non potremmo mettere in relazione alcunché, perché non avremmo termini di paragone. In effetti un terzo elemento, come lo chiami tu, ci sarebbe, ed è la natura, dove bene e male non esistono.

Ma se non hai da metterlo a parogone con nulla come fai a dire è bianco o è nero?
Se esiste solo il nero... è nero e non ha nessuna relazione con altro. Una cosa è bianca perchè è relativa al nero. E io riconosco il bianco perchè vedo il nero e la metto in relazione al nero. Ma se non conosco il nero e non ho mai visto il bianco, il nero non ha paragone con nulla che si contrapponga a lui e che io conosca, è un valore assoluto che non ha paragone.

La natura è piena zeppa di valore male e valore bene. Frane, terremoti, vulcani, carnivori, piante infestanti rispetto ad altre più deboli. Distruzione e ricostruzione continua e anche violenta.

Avete presente la parabola della gramigna? E avete mai provato a verificarla mentre tentate di estirparla, io si. Non si può estirpare il male perchè se tiri fuori le radici della gramigna ecco che verranno fuori anche le radici buone, delle piante sane e belle. Allora bisogna aspettare e aspettare che il bene fiorisca, ma intanto devono coesistere insieme e si può strappare ogni tanto qua e là per mantenere l'ordine nel terreno, per creare una armonia e per non far si ceh la gramigna prenda il sopravvento, ma non si può estirpare se si vuole creare l'ordine, altrimenti resterà aridità, nessuna vita di piante se si estirpa tutto, morte, distruzione, desolazione.

Citazione:
Originalmente inviato da Davide M.
Anche la metafora della tensione elettrica che fa accendere la luce, è molto aleatoria, perché la polarità opposta permette solo il passaggio della corrente, ma in natura esistono solo la luce o il buio.
Le tenebre sono il completo assoluto nero senza luce, ma gli opposti non è luce e tenebre ma luce e buio. Nel buio ci sono particelle di luce. Le tenebre sulla terra non esistono nemmeno nel profondo della terra dove ci sono animali fluorescenti per adattamento o fuoco del magma.

La corrente elettrica che passa, accende e spegne, muove, è vita, è movimento e senza non ci sarebbe.
Citazione:
Io penso ad esempio ad Auschwitz, dove Dio ha spento la luce. Niente aurora, né crepuscolo. Solo buio.
La gramigna.
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Vecchio 22-04-2014, 11.12.03   #44
kri
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Riferimento: La lotta tra bene e male

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
“Ciò che fa apparire ora lo yin ora lo yang è il Senso”.

Io vedo questo passo anche come lo yin e lo yang che sono concetti relativi in questo mondo. Lo Yang è tale rispetto allo Yin e viceversa. Non può esserci in essi un valore assoluto di manifestazione ma si rapportano a loro stessi di continuo. In un continuo movimento.
Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Yin e yang non stanno per femminile e maschile
ma per determinate caratteristiche complementari degli aspetti della forza che origina il reale. Alla base
è la parte evidenziata in luce e la parte evidenziata all’ombra; sempre immagine qualitativa è la recettività
e l’effetto penetrativo, la duttilità e la rigidità, l’avanzare e il cedere, aspetti apparentemente polari ma che designano il senso stesso non scindibile solo all’apparenza duale. Il movimento è la stasi e la stasi è in realtà movimento.

Esattamente, questi sono i concetti di femminile e maschile. Scusa se banalizzo dicendo che parliamo di Principi non di caratteristiche maschili e femminili umane, ma in quanto Principi e in termini occidentali. Forse si differenziano per delle sfumature che per forza ci debbono essere in un sistema culturale e genetico (cosa fondamentale) differente. I Principi sono alla base della relatà e della sua manifestazione, attivo e passivo, montagna e valle, ecc ecc

Citazione:
Originalmente inviato da gyta
Non c’è menzione di una forza femminile e di una maschile
perchè è la cultura occidentale che ne parla in termini di maschile e femminile, certamente loro ne parlano in termini che gli sono propri e relativi al loro compito evolutivo, chiamiamolo così.
Citazione:
ma di una unità inscindibile che si presenta ora mostrando un lato in luce, yang, ora il medesimo lato in ombra, lo yin.

Unità inscindibile che si alterna continuamente nella sua manifestazione, sono profondamente d'accordo, non si possono separare, non si possono considerare in maniera assoluta o l'uno o l'altro essi esistono insieme sempre uniti e si manifestano alternativamente l'uno grazie all'altro ma allo stesso tempo essi sono diferenti, manifestano l'uno l'ombra l'altro la luce, l'uno il freddo l'altro il caldo, l'uno l'acqua l'altro il fuoco relativamente a loro stessi. Infatti l'uno senza l'altro non potrebbero esistere e non potrebbero manifestarsi. Siamo d'accordo.
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Vecchio 22-04-2014, 13.37.00   #45
Sancho
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Riferimento: La lotta tra bene e male

Kri
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Non può esserci in essi un valore assoluto di manifestazione ma si rapportano a loro stessi di continuo. In un continuo movimento.
Questo concetto lo sento e lo condivido,nelle spirali del tao c'è un punto nero dentro la spirale bianca e uno bianco dentro la spirale nera,l'ho sempre inteso come per indicare che l'ombra non è ombra assoluta e la luce non è luce assoluta,se non vi fosse "il seme" del suo opposto,non ci sarebbe secondo me la premessa del mutare e penso che se non c'è un valore assoluto di manifestazione, non c'è neanche in potenziale,credo che nella ricerca dell'equilibrio delle energie, o per una naturale legge di compensazione, senza la quale verrebbero meno la mutevolezza,la dinamicità,questa ciclicità sia "la legge fondamentale della vita"e la vita stessa.Non riesco a guardare ai due aspetti ,come qualcosa di separato .
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Vecchio 22-04-2014, 13.47.43   #46
Davide M.
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Riferimento: La lotta tra bene e male

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Originalmente inviato da kri
Ma se non hai da metterlo a parogone con nulla come fai a dire è bianco o è nero?
Se esiste solo il nero... è nero e non ha nessuna relazione con altro. Una cosa è bianca perchè è relativa al nero. E io riconosco il bianco perchè vedo il nero e la metto in relazione al nero. Ma se non conosco il nero e non ho mai visto il bianco, il nero non ha paragone con nulla che si contrapponga a lui e che io conosca, è un valore assoluto che non ha paragone.

La natura è piena zeppa di valore male e valore bene. Frane, terremoti, vulcani, carnivori, piante infestanti rispetto ad altre più deboli. Distruzione e ricostruzione continua e anche violenta.

Avete presente la parabola della gramigna? E avete mai provato a verificarla mentre tentate di estirparla, io si. Non si può estirpare il male perchè se tiri fuori le radici della gramigna ecco che verranno fuori anche le radici buone, delle piante sane e belle. Allora bisogna aspettare e aspettare che il bene fiorisca, ma intanto devono coesistere insieme e si può strappare ogni tanto qua e là per mantenere l'ordine nel terreno, per creare una armonia e per non far si ceh la gramigna prenda il sopravvento, ma non si può estirpare se si vuole creare l'ordine, altrimenti resterà aridità, nessuna vita di piante se si estirpa tutto, morte, distruzione, desolazione.

Le tenebre sono il completo assoluto nero senza luce, ma gli opposti non è luce e tenebre ma luce e buio. Nel buio ci sono particelle di luce. Le tenebre sulla terra non esistono nemmeno nel profondo della terra dove ci sono animali fluorescenti per adattamento o fuoco del magma.

La corrente elettrica che passa, accende e spegne, muove, è vita, è movimento e senza non ci sarebbe.

La gramigna.

Ma proprio perché sai riconoscerli sai cos'è il bianco e sai cos'è il nero, sai cos'è il bene e sai cos'è il male, e sai che l'uno non è l'altro. Il grigio non è né bianco né nero. In natura non esistono cose buone o cose cattive, bene e male sono due parole che ha inventato l'uomo, che servono a giudicare le conseguenze di eventi naturali che in sé non sono morali. I valori bene e male sono consequienziali a degli eventi naturali che in sé non hanno valore morale. Non si può dire che in eventi (catastrofici) dettati invece dalla follia umana possano esserci piante belle che debbano coesistere con la gramigna. La natura fa il suo corso, l'uomo la sua volontà. Ed è solo ad un atto volontario che si può dare un valore morale, non si può dire che un comportamento è così così, o si condanna o si prende da esempio.
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Vecchio 22-04-2014, 13.55.55   #47
kri
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Riferimento: La lotta tra bene e male

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Originalmente inviato da Davide M.
M In natura non esistono cose buone o cose cattive, bene e male sono due parole che ha inventato l'uomo, che servono a giudicare le conseguenze di eventi naturali che in sé non sono morali. I valori bene e male sono consequienziali a degli eventi naturali che in sé non hanno valore morale. Non si può dire che in eventi (catastrofici) dettati invece dalla follia umana possano esserci piante belle che debbano coesistere con la gramigna. La natura fa il suo corso, l'uomo la sua volontà. Ed è solo ad un atto volontario che si può dare un valore morale, non si può dire che un comportamento è così così, o si condanna o si prende da esempio.

Ecco alla fine riusciamo a trovare i punti comuni. Su questo siamo d'accordo, non esite male e bene inteso come buoni e cattivi, questa è morale, come abbiamo già esposto. Esiste però un equilibrio che tiene insieme le cose e che tende (usiamo il consiglio di Don) uno all'ordine e uno al disordine sia dentro che fuori l'uomo.
Per farti un esempio: quando tu scegli di fare il bene per tua volontà per poterlo fare devi necessariamente trattenere in te il male che quindi c'è, lo conosci lo identifichi e lo scegli. E viceversa.
Un uomo che non sa discernere non sa cosa fa. Lo fa e non si pone il problema della scelta perchè non sa cosa sia l'uno e l'altro.
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Vecchio 22-04-2014, 15.47.15   #48
donquixote
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Originalmente inviato da kri
Il problema che rilevo è che si tende a pensare o in termini apollinei o dionisici ma le due visioni insieme per un quadro più grande e completo può sembrare un controsenso e che l'uno escluda automaticamente l'altro, ma non è così, l'uno è parte integrante e completa l'altro e non si possono trascurare per una comprensione vivace e realistica e non relativistica.


Più che completarsi a vicenda ed essere uno parte integrante dell'altro io ritengo che l'ordine apollineo sia il fondamento imprescindibile di quello dionisiaco, e mentre il primo può esistere di per sé, ove questo non esistesse il secondo non potrebbe più essere definito ordine ma solo caos, o caso come si tende a chiamarlo scientificamente (ed erroneamente).
Proviamo a considerare una autovettura: questa è formata da un numero considerevole di pezzi che presi singolarmente non dicono nulla, e ammucchiati casualmente in un capannone danno solo la sensazione di disordine. Se questi pezzi però verranno assemblati secondo un progetto ben preciso costituiranno ciò che nel suo ambito potrà essere chiamato autovettura.
Quando l'autovettura si muove (ovvero si adegua all'ordine dionisiaco) è necessario che tutti i suoi pezzi siano in equilibrio fra loro, perchè ad esempio un motore troppo potente montato su di una utilitaria la porterà a schiantarsi in breve tempo, mentre un piccolo motore montato su di una grande vettura non sarà in grado di farla muovere.
L'equilibrio fra i suoi componenti sarà dunque il fondamento sul quale dovrà essere sviluppato il progetto perchè questo abbia successo, e ad esempio in Formula 1 questo equilibrio riveste la parte più importante.
Col tempo tutti i pezzi della vettura potranno essere sostituiti, ma ciò che non cambierà mai è l'armonia e l'equilibrio iniziali, che dovranno essere mantenuti se si vorrà una vettura perfettamente funzionale.
Questo equilibrio ovviamente non si vede, non è esperibile dai sensi, nondimeno esiste ed è fondamentale perchè tutti i pezzi formino un assemblaggio sensato e funzionale (quindi nel suo ambito un ordine dinamico) e non diventino solo un ammasso di ferraglia.
Chi giudicherà bene o male ognuno di quei pezzi a seconda della sua cultura, della sua esperienza, della sua educazione, dei suoi gusti, sarà colui che considererà solo un pezzo alla volta, incapace di vedere la vettura nel suo insieme e rendersi conto che ogni pezzo è necessario al mantenimento dell'equilibrio complessivo.
Chi dunque sarà così miope da assolutizzare il bene e il male nelle cose terrene sarà colui che non avrà capito nulla né della giustizia né della volontà divine, che sono invisibili come l'equilibrio della vettura ma come quello fondamentali e indispensabili, anzi ovviamente di più in quanto applicabili all'intero universo.
Si cita spesso la celeberrima affermazione di Ivan Karamazov "Se Dio non esiste tutto è permesso"; io la traduco in questo modo: se l'ordine apollineo (o giustizia divina) non esiste, allora nell'ordine dionisiaco impera solo il caos poichè manca il concetto di equilibrio ed armonia, e in questa situazione qualunque ordine particolare imposto da chiunque sarà ad un tempo illegittimo e legittimo; illegittimo poiché si opporrà al naturale caos, e legittimo poiché nell’ambito del caos non v’è ragione alcuna per contestare e contrastare ogni ordine particolare che venga istituito da parte di chicchessia.
Per quanto generali i concetti di bene e male intesi in senso morale e normativo sono comunque concetti relativi, e ciò che è bene in una determinata parte del pianeta può essere male in un'altra, e il difetto maggiore dell'uomo dai tempi di Adamo è stato proprio quello di assolutizzare tali concetti e soprattutto di pensare che uno potesse prevalere sull'altro.
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Vecchio 22-04-2014, 22.41.37   #49
Davide M.
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Riferimento: La lotta tra bene e male

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Originalmente inviato da donquixote
Questo equilibrio ovviamente non si vede, non è esperibile dai sensi, nondimeno esiste ed è fondamentale perchè tutti i pezzi formino un assemblaggio sensato e funzionale (quindi nel suo ambito un ordine dinamico) e non diventino solo un ammasso di ferraglia.

Chi giudicherà bene o male ognuno di quei pezzi a seconda della sua cultura, della sua esperienza, della sua educazione, dei suoi gusti, sarà colui che considererà solo un pezzo alla volta, incapace di vedere la vettura nel suo insieme e rendersi conto che ogni pezzo è necessario al mantenimento dell'equilibrio complessivo.

Chi dunque sarà così miope da assolutizzare il bene e il male nelle cose terrene sarà colui che non avrà capito nulla né della giustizia né della volontà divine, che sono invisibili come l'equilibrio della vettura ma come quello fondamentali e indispensabili, anzi ovviamente di più in quanto applicabili all'intero universo.

Non è esperibile dai sensi, ma può essere intuito dall'intelletto, altrimenti non potremmo parlarne.
Cosa si fa quando non si può uscire da una situazione?
Quando non si può uscire da una situazione, si entra ancora di più.
Se non devo assolutizzare il concetto di bene, e conseguentemente quello di male, devo saperne il perché. L'equilibrio di una vettura è invisibile, ma sottinteso dal progettista della stessa. Nessuno progetterebbe qualcosa che non sia funzionale ad uno scopo. Anche se a tal fine dovesse avere bisogno di progettare parti che solo apparentemente non sono in relazione tra di loro.
L'applicabilità sia pur di una giustizia divina è sempre soggetta ad una volontà personale, e questo non può togliermelo dalla testa nessuno; che si tratti di una volontà divina non cambia la natura morale della stessa, ma solo quella metodologica. Ed è proprio in ragione della sua inevitabile interpretazione a posteriori, che anche una giustizia divina ha le stesse possibilità di applicazione nelle cose terrene. Si fanno delle scelte nelle cose terrene, così come in quelle divine, inevitabilmente, necessariamente. Ecco perché una giustizia divina che prescinda dai concetti di bene e male è un'illusione; perché sia necessaria, così come l'equilibrio che permetta il funzionamento di una vettura, essa deve essere presupposta. Ma perché ciò accada, occorre necessariamente una presupposizione a priori, e quindi aleatoria, volubile, relativa. Un Dio giusto, dovrebbe essere amorale, e quindi in termini di bene e male, invisibile. Ma poiché l'applicabilità di una giustizia, di qualunque origine essa sia, non può essere per sua natura fine a se stessa, e quindi invisibile, le sue conseguenze sono soggette agli stessi giudizi delle cose terrene in quanto pratiche, e pertanto un Dio amorale è impossibile perché sarebbe un essere insignificante.

Ultima modifica di Davide M. : 22-04-2014 alle ore 23.10.53.
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Vecchio 23-04-2014, 01.42.08   #50
donquixote
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Riferimento: La lotta tra bene e male

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Originalmente inviato da Davide M.
Se non devo assolutizzare il concetto di bene, e conseguentemente quello di male, devo saperne il perché.

Il perché è molto semplice: ogni ente di questo mondo è sottoposto al divenire e quindi cambia costantemente. Se si definisce un concetto come quello di bene o male questo potrà essere valido, parlando rigorosamente, al massimo nel momento in cui lo si definisce, ma un attimo dopo il mondo è già qualcosa di diverso da un attimo prima e quindi anche i concetti di cui ci serviamo per descriverlo andranno adeguati e non potranno quindi essere immutabili ma saranno sempre relativi, approssimativi e variabili. Inoltre non esiste in questo mondo un ente che non sia dipendente da tutto ciò che gli sta intorno, e anche la pura definizione dei concetti dipende da una innumerevole serie di fattori in relazione fra loro. In un mondo come il nostro, in cui tutto è in relazione, non vi può quindi essere niente che sia ab-solutus, ovvero slegato, completamente indipendente e fine a se stesso. Tutto ciò che è assoluto deve necessariamente trascendere il mondo del divenire ed essere situato in quello dell'essere.

Citazione:
Originalmente inviato da Davide M.

L'applicabilità sia pur di una giustizia divina è sempre soggetta ad una volontà personale, e questo non può togliermelo dalla testa nessuno; che si tratti di una volontà divina non cambia la natura morale della stessa, ma solo quella metodologica. Ed è proprio in ragione della sua inevitabile interpretazione a posteriori, che anche una giustizia divina ha le stesse possibilità di applicazione nelle cose terrene. Si fanno delle scelte nelle cose terrene, così come in quelle divine, inevitabilmente, necessariamente. Ecco perché una giustizia divina che prescinda dai concetti di bene e male è un'illusione; perché sia necessaria, così come l'equilibrio che permetta il funzionamento di una vettura, essa deve essere presupposta. Ma perché ciò accada, occorre necessariamente una presupposizione a priori, e quindi aleatoria, volubile, relativa. Un Dio giusto, dovrebbe essere amorale, e quindi in termini di bene e male, invisibile. Ma poiché l'applicabilità di una giustizia, di qualunque origine essa sia, non può essere per sua natura fine a se stessa, e quindi invisibile, le sue conseguenze sono soggette agli stessi giudizi delle cose terrene in quanto pratiche, e pertanto un Dio amorale è impossibile perché sarebbe un essere insignificante.

La morale o l'etica sono le discipline che regolano il comportamento umano e si esprimono nella costruzione di schemi di comportamento che semplicisticamente si sintetizzano nei giudizi di bene o male che si danno ai fenomeni. Ma la giustizia e la volontà divina prescindono totalmente da questa visione antropocentrica, quindi limitata e particolare, e sono le stesse sulla terra come su alpha centauri e riguardano tutti gli enti presenti nell'universo. L'uomo deve solo comprendere tale giustizia nel suo esprimersi, ed adeguarsi, nel suo proprio ambito, ad essa. È ovvio che bisogna prima comprendere che tale giustizia esiste, ma questo si può fare in innumerevoli modi e quotidianamente abbiamo l'occasione di poterlo fare anche solo osservando come il nostro corpo, indipendentemente dalla nostra volontà cosciente, si occupa di mantenere gli equilibri, di sintetizzare gli alimenti, di difendersi dagli attacchi esterni attraverso il sistema immunitario e così via. Ogni microcosmo ha un suo proprio equilibrio che si inserisce in uno maggiore e più ampio, fino ad arrivare agli equilibri galattici e sublimare poi nell'ordine assoluto e immutabile, apollineo, che è l'ordine divino. Non si tratta quindi di presupporre, o di inventare, un equilibrio, ma solo di saper osservare quelli che sono intorno a noi e comprendere qual è il nostro.
Se in un messaggio precedente si è detto che per gli altri esseri come le piante e gli animali non si può parlare di moralità, nondimeno anch'essi sono sottoposti alla giustizia divina, e la loro amoralità consiste nel fatto che sanno istintivamente come comportarsi e non hanno alcuna necessità di porsi il problema.
Se dunque solo per l'uomo è lecito parlare di morale e questa si sostanzia nei giudizi di bene e di male non bisogna per forza tirare in ballo Dio per giustificare una decisione in un senso o nell'altro che è solo umana, e qualora l'uomo riesca ad adeguare i propri pensieri e le proprie azioni alla giustizia o alla volontà divina riuscirà contestualmente ad affrancarsi dai concetti di bene e di male, e ogni suo comportamento diverrà automaticamente amorale, che lungi dall'essere sinonimo di insignificante è invece quello che più di ogni altro fornirà senso alla vita di ognuno, come fornisce senso e scopo a tutti gli enti dell'universo.
donquixote is offline  

 



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