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Vecchio 09-06-2003, 09.11.21   #1
deirdre
tra sogno ed estasi...
 
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ricerca interiore ed importanza personale...

Non sono la persona più adatta a trattare l'argomento, ma, dopo alcuni giorni di riflessione sul mio modo d'interpretare la ricerca interiore..ho dedotto che, il primo fattore da eliminare è la famosa "Importanza personale"...quella sensazione strana che irrita il nostro ego quando ci sentiamo provocati....

In teoria, per l'uomo di conoscenza, l'importanza personale dovrebbe essere un fattore che esula dalla vita di ogni giorno... insomma, detto in parole povere e senza troppi fronzoli... "nulla e nessuno può far arrabbiare o semplicemente...irritare"...
invece, così..non è!

Ora, la mia domanda è questa...
quanto pesa questo fattore sulla ricerca interiore....quanto è giusto "combattere" le reazioni del nostro ego?
deirdre is offline  
Vecchio 09-06-2003, 09.45.28   #2
ancient
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Re: ricerca interiore ed importanza personale...

Citazione:
Messaggio originale inviato da deirdre
Non sono la persona più adatta a trattare l'argomento, ma, dopo alcuni giorni di riflessione sul mio modo d'interpretare la ricerca interiore..ho dedotto che, il primo fattore da eliminare è la famosa "Importanza personale"...quella sensazione strana che irrita il nostro ego quando ci sentiamo provocati....

In teoria, per l'uomo di conoscenza, l'importanza personale dovrebbe essere un fattore che esula dalla vita di ogni giorno... insomma, detto in parole povere e senza troppi fronzoli... "nulla e nessuno può far arrabbiare o semplicemente...irritare"...
invece, così..non è!

Ora, la mia domanda è questa...
quanto pesa questo fattore sulla ricerca interiore....quanto è giusto "combattere" le reazioni del nostro ego?

Ogni individuo deve farci i conti, temo sia inevitabile; se penso alla mia esperienza personale, posso dirti questo: formulare dei bei proponimenti non ha mai avuto grande efficacia; era invece quando scendevo più in profondità in me stesso, quando ero più "centrato" interiormente (grazie in genere ad un buon periodo di meditazione), che riuscivo a passare indenne quelle "provocazioni all'ego" di cui parlavi. In quel caso il problema del "combattere" non sorgeva nemmeno: magari fosse sempre così! Ci vuole molta pazienza (con se stessi prima di tutto) e applicazione...

ti abbraccio
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Vecchio 09-06-2003, 09.54.21   #3
rodi
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Non credo proprio sia giusto 'combattere' contro nulla.

Prendi l'esempio di una pentola a pressione: più tieni chiusa la valvola, più aumenta la pressione interna.
Non c'è altro modo che lasciar defluire, provarci, quel che abbiamo dentro che ci causa conflitto e ci spinge a reagire.

Anche perchè questa tua 'reazione' non mi pare che arrivi a colpire fisicamente gli altri!

Se sono reazioni dovute al fatto che qualcuno tocca un tuo punto dolente, che fa male, non te ne puoi fare pure una colpa.
Magari prova a vedere con te stessa perchè fa male.

Ma non 'combattere' queste sensazioni: butti solo tante energie per arginare qualcosa che è più salutare imparare a far defluire.

Consapevolezza e perfezione non sono proprio la stessa cosa.
Consapevolezza è vedere, vedersi, anche se non sempre lo spettacolo ci piace!

Se e quando ti va fammi sapere se ci hai trovato qualcosa di utile per te in quel che ti ho espresso.
rodi is offline  
Vecchio 09-06-2003, 11.16.03   #4
visir
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Om, om, zzzzzz, zzzzz

Personalmente mi sembra un pò uno stereotipo quello della persona "illuminata" intoccabile agli umani umori.

Gesù spacco tutti i banchetti fuori dal tempio e secondo me con i suoi propri disciepoli era altrettanto "incazzoso".
Milarepa si dice avesse un caratteraccio...
Gurdjeff poi....

Il problema cara DD non è reprimere le proprie energie (anche quelle violente), ma il punto è utilizzarle.
Bisogna agire non reagire.
Tutto qui... se nella tua ira sei consapevole (cioè il tuo centro è quieto) esternamente poi anche prendere a calci nel sedere una persona, che problema c'è.
L'importante è lo spirito con cui fai cosa.

Se il mio desiderio è sincero nell'aiutare un altro non devo avere incertezze.

Se dovessi tirarti fuori dall'acqua perchè stai annegando e annaspi disperatamente non esiterei un secondo a tirati un cazzottone sulla testa! Poi ti prenderei per i capelli e ti porteri a riva. Sta certa che torneremmo a casa tutti e due.
Così è fa tra persone di cuore.

Nella vita ordinaria non siamo abituati ad agiere con energia, con sincerità, con vero spirito di compassione.
Tutto è mediocre stereotipato, di plastica, lucido, pulito inalterabile, ma freddo.

Ama la tua rabbia, ma usala non farti usare, c'è una bella differenza! Questo è per me inidrizzare il proprio spirito.

P.S. scusa per il bernoccolo!
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Vecchio 09-06-2003, 11.25.01   #5
ancient
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Re: Om, om, zzzzzz, zzzzz

Citazione:
Messaggio originale inviato da visir
Personalmente mi sembra un pò uno stereotipo quello della persona "illuminata" intoccabile agli umani umori.

Gesù spacco tutti i banchetti fuori dal tempio e secondo me con i suoi propri disciepoli era altrettanto "incazzoso".
Milarepa si dice avesse un caratteraccio...
Gurdjeff poi....

Il problema cara DD non è reprimere le proprie energie (anche quelle violente), ma il punto è utilizzarle.
Bisogna agire non reagire.
Tutto qui... se nella tua ira sei consapevole (cioè il tuo centro è quieto) esternamente poi anche prendere a calci nel sedere una persona, che problema c'è.
L'importante è lo spirito con cui fai cosa.

Se il mio desiderio è sincero nell'aiutare un altro non devo avere incertezze.

Se dovessi tirarti fuori dall'acqua perchè stai annegando e annaspi disperatamente non esiterei un secondo a tirati un cazzottone sulla testa! Poi ti prenderei per i capelli e ti porteri a riva. Sta certa che torneremmo a casa tutti e due.
Così è fa tra persone di cuore.

Nella vita ordinaria non siamo abituati ad agiere con energia, con sincerità, con vero spirito di compassione.
Tutto è mediocre stereotipato, di plastica, lucido, pulito inalterabile, ma freddo.

Ama la tua rabbia, ma usala non farti usare, c'è una bella differenza! Questo è per me inidrizzare il proprio spirito.

P.S. scusa per il bernoccolo!

Condivido il tuo punto di vista, Visir; il problema è che spesso diventa un'alibi per non cambiare i propri atteggiamenti, illudendosi, appunto, di "usarla senza farci usare".
Ci vuole molta autoconsapevolezza e onestà con se stessi, come sempre...

ciao
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Vecchio 09-06-2003, 13.52.36   #6
Attilio
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Data registrazione: 07-08-2002
Messaggi: 375
Anche io concordo con te Visir, se parliamo dell'esteriorizzare le proprie idee.
Vorrei però focalizzare su quello che diceva Deridre, e che si tratta di cose interiori (credo...):
la ricerca interiore disturbata da quel senso di importanza personale, detto anche orgoglio.

Quindi:
Mi stò analizzando, stò ragionando su ciò che sono, su come reagisco agli stimoli esterni. Ovvio che se nel corso della mia introspezione trovo dei punti di me da rivedere (cioé una vocina dentro di me mi dice "in certe situazioni non ribattere sempre ma fermati e pensa a ciò di cui si discute sotto un'altra luce... al posto di litigare etc. etc.) ed io, dando ragione al mio orgoglio non le dò retta e concludo dicendo "chi sono io, l'ultimo scemo? Non sia mai che capitoli di fronte a questo o quello" perdo lo scopo della mia ricerca. Blocco un processo di crescita interiore.
Invece sorvolando su questi impeti di orgolio si potrebbe proseguire nella ricerca, magari si giunge allo stesso risultato, ma quello che conta é che si é seguita la via del ragionamento e non quella dell'impeto di rabbia.

Si tratta solo di un'esempio stupido, visto che sono una frana a spiegarmi. Spero di avere espresso quanto volevo.

Ciao gemellina!
Attilio is offline  
Vecchio 09-06-2003, 14.09.08   #7
visir
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I giorni dell'ira

Ho un buon cosiglio!
Ma mi raccomando non seguitelo, potrebbe migliorare la vostra vita!

Allora eccolo qui:-"fare sempre la cosa più difficile".

Se è più facile incazzarti sii paziente.
Se è più facile tacere, per quieto vivere: incazzati!
Se una cosa ti viene male persevera.
Se preferisci riposare lavora.
Se ti viene voglia di parlare, taci.

Magari non sarà un consiglio illuminato, ma getta già un bel chiarore!

P.S. non si accettano reponsabilità per i terremoti, esondazioni, amicizie perse, licenziamenti in tronco per giusta causa, scopate mancate ecc. ecc. conseguenti all'applicazione del consiglio in argomento.
visir is offline  
Vecchio 09-06-2003, 15.01.31   #8
deirdre
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Vi ringrazio per quanto mi avete suggerito...

Una volta mi è stato detto di osservarmi, limitarmi a quello in ogni circostanza...anche quando, l'orgoglio, l'ira, la rabbia..prendono il sopravvento sulla razionalità... li esce tutta la bestialità umana...che travolge, sconvolge e lascia senza forze.

Analizzare i motivi, rimanere in silenzio...ad ascoltare ciò che avviene dentro di me cercando di capire da dove giunge la voglia di riscatto...

è dura, accidenti... poi, come dice il mio caro gemellino, cominci a chiederti.." ma chi sono io? L'ultimo cretino?".
Non so....credo che la sola "arma"..sia la serenità interiore..ma anche questa, non è semplice da trovare....

certo che a parole è semplice.... nella realtà... un disastro...prima o poi ci si ricasca... e cosi, si ricomincia...con i buoni (inutili) propositi citati da ancient....una sorta di autoconvinzione...

bha..che confusione..ho l'impressione che io non la troverò mai la famosa consapevolezza.

Visir... io ce provo con i tuoi consigli... ma se mi va male, come minimo...arrivo con un kalashnihov (si scrive cosi?) :-D

un bacio gemellino..azz... devo mandarti ancora quello che mi hai chiesto...prometto di farlo

Ultima modifica di deirdre : 09-06-2003 alle ore 15.03.45.
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Vecchio 09-06-2003, 17.42.50   #9
edali
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I consigli di Visir si potrebbero tradurre (per me) con non fare ciò che desideri. Grazie dei consigli!
Un uomo di conoscenza dovrebbe essere consapevole che non è bene neanche desiderare (“Non bramare e non desiderare!” uno dei pilastri di Budha). Questa si che è difficile! Non ci riesco.

I nostri desideri e le nostre aspettative sono i poteri degli altri su di noi. Se non ti aspetti a niente, se non desideri niente non hai nessun tallone scoperto.
edali is offline  
Vecchio 30-08-2003, 05.47.35   #10
Sté-detonator
SiamoUniciPezzi di N.. :D
 
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Red face

Sotto sotto, non importa con quanta cautela la veliamo, c'è sempre questa ricerca della consapevolezza che ci porta 'oltre ciò che siamo', c'è sempre questo presumere di attingere prima o poi da una 'superiore' conoscenza. Finché non gettiamo via tutto di tutto questo retaggio che è solo culturale e imposto a noi come modello di perfezione da raggiungere stiamo solo girando a vuoto. Qual'è questa conoscenza a cui si aspira? Esiste solo la conoscenza di cose morte e passate, e se ci leghiamo a questa, non importa se col proposito di lavoro interiore, rafforziamo solo l'invenzione del pensiero: "l'io" (che con un buon trucco molti chiamano sé superiore o centro divino etc etc.). é sempre ego. Qualunque cosa tentiamo di fare per 'migliorare' chissàcché è sempre una fuga dal nostro stato naturale in cui l'organismo si troverebbe già. In questo senso non c'è proprio da fare nulla. Anzi, tutta l'intera sfera in cui gravita l'energia delle cose pensate e sentite da ogni essere umano prima d'ora dovrebbe essere estromessa dal nostro sistema affinché davvero possiamo avere un incontro vivo con le cose. Il bello è che questa è una cosa che non può essere voluta, né cercata. Avviene, punto. Ogni cosa che facciamo per desiderarla viene (e venne) sfruttata da chi usa la sua cosiddetta conoscenza di queste cose per avere potere su di noi, allora solo si cade dipendenti e condizionati, dal maestro di turno e dal proprio lavorìo interiore, che appunto, viene mantenuto costante (altrimenti che bisogno di ammaestramento ci sarebbe?).
è perciò che l'unica cosa che rimane è semplicemente e naturalmente accettarci così come siamo. Solo dopo esser riusciti a non fuggire (con speranze o anche i più sottili appigli) a questa condizione, senza più desiderare quindi di voler continuare (è l'io che vuole auto-perpetuarsi perché sa che altrimenti finirebbe una volta per tutte), la straordinaria intelligenza dell'essere può operare in modo naturale e fluido. Non è che cambi chissàché, anzi, ci si accorge appunto che non c'era proprio nulla da toccare, quindi le infinite domande esistenziali che continuavano (se infatti qualcuno avesse avuto la Vera Risposta, le domande -TUTTE- avrebbero dovuto cessare per sempre) spariscono dal meccanismo del pensiero, e allora per il corpo c'è un rinnovato e concreto benessere che permette di viversi senza porle al vaglio della inventata ragione morale ogni sensazione che proviene dalle ghiandole principali. Un organimso così è di per sé funzionante in modo da non poter commettere che azioni 'corrette' (questo corpo sa che se danneggia altri corpi, poiché non c'è separazione, è come se danneggiasse se stesso, gli è proprio costituzionalmente impossibile agire diversamente). Una volta passati di là, non c'è più nessun cantastorie che ci inganni con favole o promesse di beatitudine eterna. La beatitudine o l'eterno silenzio che infatti questi professavano ci si rende conto che è fasullo e inesistente, il vero silenzio di natura è infatti pieno di vibrazioni dinamiche. La trasformazione che rende conto del principio di impermanenza è difatti sempre attiva, e non gliene frega niente dei nostri tentativi emozionali e romantici di fermare l'eterno e rinchiuderlo in un paradiso ozioso.
Tutto ciò posso dirlo dopo aver costatato sulla pellaccia un pizzico di queste cose, e avendo conosciuto personalmente esseri umani che si presumevano tali ma non lo erano, e per ora solo un essere umano che realmente si trova pienamente in questo 'stato naturale'. (sembrerò quasi ripetitivo, ma ogni volta mi tornano sempre questi discorsi come pietre angolari per ogni questione di questo tipo )
Sté-detonator is offline  

 



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