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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 14-10-2003, 04.17.52   #1
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Citazione:
Nota del webmaster:
La seguente discussione è stata iniziata su:
Forum > Spiritualità > ricerca interiore ed importanza personale...

Scusa elfo, la mia reazione sembra sempre forte, ma non ha mai nulla si personale. Semplicemente è una reazione naturale come se tu mettessi un dito nella presa. Aurobindo come gli altri si sbagliano credendo di ravvisare un centro psichico, non c'è centro semplicemente, è un'invenzione. Incarnativo poi, mi suona parecchio astratto ora come ora. Quest'illuminato, se vogliamo passare il termine, non ha nessun connotato mistico da presentare al mondo, anzi, ne screditerà ogni contenuto in quello che fa, e il fatto semmai è che non ha 'emozioni', proprio perché una volta rientratogli nel ritmo funzionale il processo del pensare non può averle, non ha 'strascichi' di rancori o roba del genere, la sua attenzione è ora su una cosa, quando gira gli occhi tutto quello che c'era prima sparisce senza lasciare traccia come in noi invece avviene a causa del processo associativo-separativo che ormai è divenuto il nostro pensare. Un individuo in un tale 'stato naturale' ha solo sensazioni che sono scollegate tra loro e rispondono agli stimoli dell'ambiente, attivando le ghiandole principali (i chakra) che allora si prendono cura di guidare il corpo.
Questa concretezza estrema che fa di un organismo un qualcosa di genuinamente naturale (che è un esempio sotto forma umana di come agisce la natura) alcuni la chiamarono 'illuminazione' in virtù di un momento di questa trasformazione in cui la pelle emana essenze 'fosforee' o 'dorate'. Ma poi altri ci specularono sopra e ora siamo dove siamo, persi nelle trappole del mercato sacro. Poi citi 'esperienza diretta'; ecco, solo un essere del genere suddetto può avere questo, in quanto fra l'azione che fa e le conseguenze non può metterci il pensare come facciamo noi, è per lui un tutt'uno, e non a parole, lo è davvero. Cosa che noi non possiamo assolutamente comprendere, perché finché siamo persi nel nostro circuito psichico snaturato, avremo sempre l'interpretazione del passato a filtrare la conoscenza su una cosa. E non possiamo agire altrimenti, se ci diciamo che siamo riusciti ad avere un momento di 'esperienza diretta', è sempre la mente che ce lo dice e ha già tradotto e quindi distorto l'esperienza: non ha avuto perciò un bel nulla di diretto. Si sono tutti ingannati, Jiddu come Aurobindo come gli altri che dicono ciò. Loro hanno 'qualcosa', ma citando l'espressione che usa una persona che ho conosciuto e che davvero è nello 'stato naturale' suddetto: "Loro hanno intravisto lo zucchero,ma non lo hanno mai assaggiato". Parole di chi li ha conosciuti tutti questi altri 'maestri' o 'anti-maestri' che dir si voglia, e ha costatato l'inganno in cui sono inevitabilmente caduti.
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Vecchio 14-10-2003, 09.37.35   #2
basil
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...è curioso che "L'inganno dell'illuminazione" di U.G. (che Stè ama tanto) sia stato tradotto e commentato da un 'aurobindiano' come Tommaso Iorco... curiosa, la vita...

un abbraccio
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Vecchio 14-10-2003, 17.01.08   #3
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Ok. eccoci al punto dei punti. 1) Non amo tanto quel piccolo librino, infatti ho visto benissimo il filtro di iorco, e non solo io. Fatto sta che per la precisione lo stesso UG fece cambiare il titolo, anche se non si è intromesso sul contenuto, visto che 'il libro non ha copyright', e ogni tentativo di divulgazione di ciò che dice UG è sempre lasciato alla piena responsabilità di chi se ne occupa. 2) Anche in virtù di questo sono voluto andare di persona a Gstaad. Curioso che ciò trovato proprio, fra altri, anche tommaso. E ho visto com'è: affari suoi. Come di tutti gli altri che continuano a voler fare confronti. Per quanto mi riguarda per esempio, gli altri libri che altri hanno fatto su UG li ho trovati molto più chiari e coerenti con la persona. Ho spesso qui messo il riferimento per scaricarli dal sito in spagnolo (sono solo li). Difatti quello di iorco può esser preso più come un 'crono' che altro. Ok, basil, 'nessun dogma' quindi, ma anche 'nessun dorma', ok?
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Vecchio 14-10-2003, 17.18.51   #4
basil
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condivido le tue osservazioni, Stè.

E dormo sempre di meno.

ti abbraccio
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Vecchio 14-10-2003, 21.59.09   #5
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Tèncs.

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Vecchio 15-10-2003, 11.29.24   #6
visir
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A proposito di U.G.

Di U.G. da voi citato ho letto solo il libro: Il pensiero è il tuo nemico.
L'ho trovato interessante, ma freddo, forse sconcentarte per la semplicità o naturalezza con cui affronta le domande per così dire esistenziali.
U.G. non lo conosco, ma una mia amica è andata a trovarlo il Svizzera dove vive o viveva (forse è morto?).
L'impressione che ne ha tratto è di una persona molto eterea quasi un'assenza più che una presenza.
Quello che lui scrive (o semplicemente dice e poi viene trascritto) è condivisibilie, ma non tocca il cuore, lascia un pò così...

Ho letto e so poco di quest'uomo, ma sono un pò curioso della tua esperienza (a ste-detonator) visto che, mi sembra, ne parli con una certa cognizione di causa.

Se hai piacere e tempo raccontami un poco...
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Vecchio 15-10-2003, 18.11.22   #7
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Ciao visir. Si, l'impatto con UG è sempre sconcertante, e a seconda di come si arriva a lui è anche devastante direi. é sempre vivo e vegeto, almeno in agosto del 2003 a Gstaad era così. Ognuno chiaramente ha le proprie impressioni, per esempio a me invece a dato un colpo di concretezza estrema, come fossi davanti a un essere che comprende in sé la qualità dei regni animale-vegetale-minerale. Lì la semplicità presente che sentii non toccò neanche a me il cuore, visto che il cuore come lo intendiamo è purtroppo legato ai sentimentalismi che proiiettiamo su una cosa, quindi al retaggio di speranza-sofferenza emozionale che abbiamo provato in passato e che ci hanno condotto 'in un certo senso più o meno disperati' fino all'ultima ricerca. Ma come UG stesso dice, lui non può far altro che non solo toglierci ogni minima speranza illusoria, ogni stampella-ancora di salvataggio a cui ci si aggrappa stremati credendo di affondare, non solo ci strappa via la sedia da sotto il culo, ma lo stesso piano,lo stesso terreno sotto i piedi. Non perché sia sadico, tutt'altro, perché di fronte alle risposte della natura c'è solo la nostra risposta come organismi vivi e senza pensieri sulla questione, quindi senza sentimentalismi 'di cuore' culturali. è infatti in qusto modo che ci ritroviamo sorpresi a vedere, costatare che in effetti possiamo camminare da soli. La mia impressione più vivida che ebbi (poi ti racconterò meglio tutta la vicenda) fu come se io fossi sempre andato a costruirmi imiei castellini di sabbia in riva al mare, ignaro come spesso i bimbi che inevitabilmente sarebbe arrivata l'onda a distruggerlo. Ma come un bimbo cresciuto con UG ho definitivamente imparato che non serve allora poi prendersela con l'onda, offenderla o deprimerci per il gioco rotto. 1) come mai l'abbiamo costruito proprio sulla riva? 2) forse sentiamo che se lo abbiamo fatto lì e non dove si affoga più sulle dune, è perché si sta bene, il sole è in connubio con l'aria e con l'acqua; ma perché allora non semplicemente vedere che l'impermanenza della natura è collegata alla sua bellezza che ci fa stare bene e allora non possiamo pensare che ce l'ha con noi, umanizzandola, peggio divinizzandola (l'estremo scimmiottamento della nostra presunzione di continuità), lei non vuole guastarci la festa, semmai ci dice di stare semplicemente in armonia con questo flusso che spontaneamente non può far altroche esser così proprio per creare sempre cose nuove e aiutarci a non aggrapparci a cose morte.
(al prossimo resoconto..
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Vecchio 16-10-2003, 09.54.14   #8
visir
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La realta ti fa male lo so...

La realtà più che la verità (sempre soggettiva) fa male lo so, cito parafrasando Caterina Caselli.

Di fatto noi umani siamo personaggi assai curiosi, viviamo di illusioni (che ci dannano e ci esaltano), ma non possiamo farne a meno.
Sembra una strada senza uscita un "cul de sac" come direbbero i francesi.
Come trovare nelle illusioni (con cui comunque dobbiamo fare i conti) un'occasione di illuminazione (parola abusata e un pò impropria) sembra una bella sfida alla quale aderire.

Il nostro amico U.G. (mi si passi il termine confidenziale) parla di se stesso come di una singolarità e non propone nessun metodo o tecnica per arrivare dove lui è.
In questo dimostra se non altro molta umiltà. Si sa però che il mondo è bello perche "avariato" come diceva il mio babbo...quindi seduce anche un atteggiamento schivo e assolutamente disinteressato, come certi adesivi sulle macchine che recitano: Non mi seguite mi sono perso anche io.
Per alcuni anche un motto del genere può essere un richiamo irresistibile.

Chissà come stanno le cose, secondo me bisogna avere pazienza, pazienza nella vita naturalmente che, come uno scultore, sappia a furia di far cadere pezzi le nostre meschine vanità, trarre l'opera d'arte che è in noi.
Che come diceva Michelangelo: "la fiamma brilla più dal vento è contesa".

Attendo con piacere il seguito...
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Vecchio 16-10-2003, 23.43.07   #9
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Red face -comunque non 'parla di se stesso', dice: non c'è nessun entità qui.-

Preambolo >> Quando ‘per caso’ trovai que librino che qui vien citato, che non amo ma che è importante, ero nel momento in cui dovevo scegliere se affrontare il secondo stadio dello sciamanesimo Andino. Voleva dire questo una cerimonia ancora con la ‘Nonnina’ Ayahuaska, con tutta la paura (che mi sentivo che per insegnamenti che stavano assumendo le sembianze di dogmi non me la stavano mettendo davanti come esempio, me la stavano incutendo) conseguente al fatto che non aveva funzionato finora la promessa che avrebbe aiutato a sconfiggere l’Ego (per me di Ira e Lussuria). Anzi, mi era peggiorato, ma già lo sentivo come un monito dell’organismo: ‘guarda che io funziono così, accettalo, sennò fai peggio che meglio’. Immaginatevi quando mi trovo con la storia di UG fra le mani. Come…, c’è un omino che ha vissuto in sé in modo concreto, fisiologico e continuato, quello che per alcune ore solamente io vissi in modo ridotto e distorto, soprattutto percettivamente indotto da una sostanza estranea, sebbene (tranello sottilissimo e condizionante) tutte le sensazioni erano inequivocabilmente fisiche…?. Lui afferma che mutazioni del genere sono solo un colpo di fulmine, una questione della natura, che mai si possono ottenere con sforzo volitivo, pena anzi il rischio di aberrazioni del sistema nervoso, fino alla morte clinica…, boia! Avreste dovuto vedermi alla Feltrinelli quel giorno. Decisi. Poi avvenne appunto che stava andando tutto male una volta che affrontavo il quotidiano, uscito dal’oasi-percorso (sembrava che solo nel percorso e vivendo per quello uno potesse salvarsi). Le domande e le paure si incistivano, il rapporto di coppia era tanto incasinato per motivi di questo genere (STRAMALEDETTI PERCORSI DI COSIDDETTI MAESTRI DEL CAZZO, MERDA! Permettetemela…), era estate e stava cominciando il periodo di vacanza, metà luglio-agosto. Non ressi. Salutai tutti e feci vacanza da solo, col Coraggio di Star Solo.
>>>
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Vecchio 16-10-2003, 23.46.25   #10
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Wink - si riferisce e dice, 'qui' come solo al corpo che natura ha dato,NB:senza 'gli ha'

>>> La storiella >> Quindi Con un rapporto troncato e dopo la caduta nella credenza in tutti i percorsi ‘spirituali’, solo, me ne andai in Spagna (a ritrovare almeno la mia semplice poesia che era stata anch’essa coperta da deliri cosmici) avendo deciso di passare, prima o dopo, dalla Svizzera. Come suddetto avevo letto già l’’inganno dellìilluminazione’, e mi era servito come campana di preallarme verso tutti i maestri e anti-maestri, visto che era riuscito a ridimensionarmi anche quello che per me restava comunque l’intoccabile: Jiddu. (non aveva toccato Carlos Diaz, visto che probabilmente non lo conosce. Ma come però risulterà – curioso- dopo tutti questi movimenti, anch’esso resta ora solo un fotografo che ha speculato) Decisi di indagare su internet e contattandio il dott. Raj Meta. Per emeil subito ottenni il num. Tel. Di UG a Gstaad. Il materiale su internet già fu iperconvincente, ma volevo andare e vedere di persona. Insomma arrivo a Gstaad al ritorno dalla Spagna, visto che a Nimes, lasciando andare la macchina, si diresse verso Grenoble. Ero in condizioni stanchissime, soldi quasi finiti, un giorno intero per strada, sudicio, con una carie che era già al nervo e le lenti che non potevo mettermi perché per troppo uso mi stavano infiammando gli occhi. Sfiduciato in tutto perché in Spagna non avevo conosciuto nessuno, anzi nessuna, CVD non ero cambiato di una virgola, ero il solito perdente che non gli restava che rifugiarsi nella malinconia artistica. Ero ora solo e sperso per i monti svizzeri di notte, ma avevo fatto 31, dovevo fare 32. Chiedendo una volta arrivato al paesino di Gstaad al primo ristorante che si trova giungendo da Saanen sulla dx, subito mi dissero che UG stava allo chalet accanto al 2° piano. Non riuscivo a crederci, ma mi portarono alla porta. Non volevo crederci e passai un’ora, fino alla mezzanotte, a chiedere nel paese, che pareva quasi abbandonato. Non volli appunto telefonare, o andava o la spaccava, e di brutto. Insomma nessuno, neanche il taxista di turno alla stazione seppe più dirmi nulla. Mi ero fissato sul fatto che sul sito si parlava di incontri in chalet in montagna, non mi tornava. Ero proprio intenzionato anche solo a vederlo, stringergli la mano, dirgli GRAZIE, e tornare a casa: lo avrei fatto davvero. Insomma torno al solito ristorante e il gestore mi porta davanti al portone un’altra volta, ma ci si accorge che è tardi e mi dice di tornare domani presto che di solto a quell’ora c’è già gente. Stavolta noto la cassetta della posta in legno esterna all’edificio (ah, si notano quelle, non i campanelli, in Svizzera…), c’è scritto: Uppaluri Gopala Krishnamurti. Eccoci. Dormo in macchina e alle sette sono in piedi, ma aspetto fino le nove, mi muovo in centro e vedo viavai di macchine italiane. Contatto poi un gruppetto che dice di tornare ogni tanto lì e chiedo se posso accodarmi. Si incontra anche una anziana, ci fa strada, proprio giusto fino al 2° piano. Apre e nel corridoino ci sono già una ventina di paia di scarpe e sandali. Quella fu l’ultima mandata di visitatori. Erano già lì dalle otto. Si entra nella stanza ed eccoci a sedere, io proprio accanto a tommaso – guarda te la vita…- , questo omino imbiancato ma sprizante di vita rimane al nostro lato. UG stava infatti parlando e continuò facendoci solo un cenno breve di saluto. Io all’inizio non capivo se stava finendo di rispondere a una domanda. Quando vidi che tutti quelli che stavano intorno erano coinvolti come in una discussione tipo bar, trovai il coraggio di inserirmi anchio. Tutto era in inglese e ogni tanto mi facevo tradurre, da tommaso (che non sapevo che era lui, e che vedevo troppo preso tanto che a volte non mi cacava neppure) e da una signora all’altro lato. Tanto i temi erano i soliti e i discorsi pure. Non possono cambiare, sempre a quelli si torna. L’impatto nel vedere UG dal vivo in effetti non dava niente, in rapporto a tutti i contatti che avevo avuto con simili ‘personaggi’; eppure c’erano come delle ondate, a tratti, a impulsi, che ci si acorgeva dopo passate che avevano agito naturalmente, spontaneamente, senza premeditazione alcuna, senza sensazionalismi. Dove avessero agito, lì per lì, è impossibile dirlo. Di sicuro qualcosa è toccato senza violenza, a prescindere dal fatto che UG con la sua impetuosità ‘crudele’ (che non risparmia nulla) sembra aggressivo e scurrile, ma non glielo puoi attribuire, è come se non fosse personalizzabile, non hai quella sensazione che avresti verso altri, se questi agissero nello stesso modo. Sembra davvero naturale lì, a tal punto, che per una persona che va con aspetative, appare freddo o insopportabilmente bollente, e si è, inevitabilmente sulle difensive. Quando perdevo il filo del discorso scoprivo senmpre più minuscoli ma fondamentali particolari. UG è sempre stato coi piedi attaccati al basso tavolino e i movimenti delle mani e le braccia facevano dei veri Mudra: è tutto vero! Ma a vederlo dal vivo fa impressione se ci si sofferma interessati; io che sono insegnante di Wing-Tsun e so cosa vuol dire e quanti anni (50 minimo) ci vogliono per far raggiungere alle articolazioni del polso quella scioltezza ho dovuto costatare questo. Io ci lavoro con queste cose e roba del genere; fatto in modo così noncurante, non l’ho visto fare neanche a Leung Ting, attuale caposcuola, solo lui con 40 anni di esp. nel WT. E poi…, poi davvero non sbatte le palpebre! La sua testa è come una videocamera dinamica che sta riprendendo ogni cosa, ogni cosa, e solo quando serve, automaticamente si sofferma sul particolare da evidenziare. Il corpo, le parole, tutto fa così in lui. Ma ti arriva sta botta solo dopo. Lì scorre tutto come fosse naturale, non ho altri esempi per spiegarlo. Di questo me ne sono accorto per forza quando gli ho rivolto la domanda e lui si è rivolto verso di me, fissandomi per un secondo solo, forse, ma che avresti detto non aveva senso attribuirgli un lasso temporale. >>>
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