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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 23-03-2004, 00.45.19   #61
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Gold...centro di gravità permanente sa di 4° via..., vero? Ahimé...
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Vecchio 23-03-2004, 08.06.24   #62
Golden
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Tanto per "ripassare" il concetto...

Sté...che problemi hai? ti fai incantare dalle paroline pure tu?
se vuoi lo chiameremo "centro di salute mentale" oppure "punto immobile esistenziale" o "Campo interpersonale" o ancora "lago tranquillo" o "presa di coscienza"...
Ma tutto ciò non è un semplice vivere una vita in equilibrio (che è già moltissimo)..perchè l'equilibrio generato nella maggior parte dei casi è precario... basta una grande scossa emotiva (una morte, separazione o malattia) ed il sistema dell'uomo "equilibrato" crolla e prima di ristabilirsi ce ne vuole... è l'Esperienza superiore che libera dalla paura sostituendola con l'Amore, fiducia..questa è la suprema realizzazione della vera "felicità"...
questo può avvenire solo liberandosi dai "vincoli" della mente che ancora ci tengono legati ed agitati..ed ognuno guardando all'interno di sè "sa" cosa ancora dovrà sconfiggere per far si che questo "processo evolutivo stabile" possa accadere....
Questo è tutto
Per oggi basta (come diceva il tuo amico Osho...)

Ultima modifica di Golden : 23-03-2004 alle ore 08.08.59.
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Vecchio 23-03-2004, 17.17.06   #63
visechi
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Re: x Visechi..

Citazione:
Messaggio originale inviato da Golden
Bravo visechi! hai fatto la tua bella figurona linguistico culturale...
ed hai dato forza alle mie "convinzioni" circa il tuo personaggio.
Vedi, forse la differenza sostanziale è che "io" so di essere tale personaggio e gioco, mentre tu ne sei talmente identificato da sprecare Kili di materia grigia e battute sulla tastiera distogliendoci come sempre dalla sintesi di ogni concetto..
Ora ti chiedo se sarai così paziente di rispondere con sincerità a questo egoico personaggio (golden)..magari fra due settimane, va pure bene!
Hai trovato i tuo centro di gravità permanente? l'hai mai cercato??
..dunque inutile continuare a riportare capitoli e punti di partenza senza distinguere l'Esperienza dal gioco del sapere dissetante per la mente!
I miei rispetti


p.s. sono comunque gratificato ed onorato per la Passione ed il Tempo che mi hai messo a disposizione..Grazie.


Mamma mia quanto sei noioso! Non fare l’offeso, cerca di essere superiore, non farti intaccare dall’istintività, cerca di essere, se ci riesci, più spirituale e meno mondano, vedi di far brillare il tuo essere intriso di luminescenza divina. Non hai ancora espresso neanche la parvenza di un concetto, ne sinteticamente, ne diffusamente. Fai un piccolo sforzo ed illumina queste pagine del forum con la tua iridescente Sapienza. Non ti curare del punto d’equilibrio altrui, occupati invece del fatto che appari alquanto squilibrato.
Parli d’esperienza e non ti curi di valutare l’ipotesi che questa possa anche essere fuorviata da fattori endogeni o esogeni che poco potrebbero avere a che fare con la realtà dei fatti (fattualità). Ti presenti più che altro come uno spocchioso personaggio estratto a sorte da un romanzo di fantascienza, ed esalti la tua improbabile realtà, che tanto pomposamente spargi a destra e a manca, al ruolo di tuo personalissimo cavallo di battaglia (solo tuo), un purosangue, quando invece emerge chiaramente una genetica simile a quella di un ronzino. Cavolo! Cerca di esprimere qualche concetto vero. Cerca di essere consapevole di quanto risulta inutile e snervante proseguire con questi stupidi intermezzi che denotano la tua insipienza tanto relazionale quanto concettuale… che ci stai a fare qui dentro se non sei neanche in condizione di discutere seriamente? Ti esorto, diventa un vero Osservatore e non solo un fumetto che si sbatte per essere ritenuto tale.
Parli anche di ‘gioco del sapere’; che vorrai mai dire? La tua illuminazione coscienzioso/divina/spirituale/empirica/mistica dovrebbe averti infuso una profondissima Conoscenza: conoscere è sapere! Ritengo, dunque, che tu sia un Sapiente ricco di Sapere, fra l’altro di ben altro livello e qualità rispetto a quello che stizzosamente accrediti a me. Questo sapere, di derivazione semimetafisica, dovrebbe consentirti d’intuire che non è con interventi spot, affatto propositivi e alquanto scostanti, che riuscirai mai a far intendere ciò che non hai mai inteso e che non ti è mai appartenuto. Cosa è il sapere di cui vagheggi? Stavolta cerca d’inserire un intervento denso di significato, almeno su questo tema che, son certo, tu padroneggi con estrema maestria, vedi di risultare espressivo e non solo turbato spettatore che si affanna a cavar il capo dal pozzo nero in cui pare ti sia voluto interrare… cerca di vedere la Luna, una volta tanto…. Quello spicchio giallo che impreziosisce il cielo non è la tua stella tutelare, è semplicemente la luna: un satellite della nostra amata terra. Osserva con sguardo concreto! Se sarai così cortese da voler mettere la tua Sapienza al servizio di questo mio accorato invito, ti prometto che rinuncerò a ridicolizzarti ulteriormente…
Persone, o personaggi (sono certo che non sei in condizione di comprendere il distinguo), come te sono utili perché mostrano con tangibile chiarezza di quanta evanescenza sono infarcite certe pseudo-spiritualità, ma alla lunga risultano noiosi.
Ti saluto con affetto
Ciao

P.S.: hai ragione, ti ho dedicato molto tempo; sono un animale animalista e ai miei simili dedico sempre molto tempo con estremo piacere.
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Vecchio 23-03-2004, 17.19.25   #64
visechi
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Re: Un piccolo ponte x il chiarimento...tentativo.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Mirror
Per chiarire meglio alcune mie, e di altri, posizioni e per non continuamente ripetermi, visto che ho li abbiamo sottomano, proprio qui, in questo sito, inviterei, chi ne ha la voglia ed il tempo, a leggere questi due testi, a mio parere interessanti e utili per esprimere meglio il concetto di "Osservatore". Forse, potranno definire meglio certe visioni, rifiutate o malcomprese, un pò diverse e anomale, rispetto a quelle abituali della nostra cultura, in merito
all'argomento "Anima" e mente.

https://www.riflessioni.it/testi/chi_pensa.htm



Ciao Mirror, ho dato un’occhiata ai testi da te indicati:
1^ parte
Tutti i nostri problemi personali, i nostri dispiaceri, i vari stati di nevrosi, di sofferenza psicologica che sembrano dominare la nostra vita, hanno la loro origine nei nostri pensieri.

Possiamo biasimare le circostanze esterne per i nostri problemi - cosa che facciamo di solito - ma se esaminiamo quello che è realmente il problema troviamo - immancabilmente - che è il nostro pensiero a proposito di quelle circostanze che crea il problema. E' la nostra interpretazione intellettuale degli eventi e la reazione emozionale che deriva da quest'interpretazione. Il problema non sussiste al di là della sfera del pensiero.


Ritengo questo concetto parzialmente vero e, di conseguenza, parzialmente falso. Se è infatti condivisibile il punto di vista che individua nel pensiero il luogo in cui risiedono tutti i nostri stati emozionali, è altrettanto vero ed indubitabile che questi siano quasi sempre strettamente collegati ad eventi e fatti della vita che coinvolgono direttamente o indirettamente l’individuo in quanto tale e soprattutto come essere immerso in un contesto ambientale. L’uomo non un’entità a sé stante disgiunto dalla ‘creazione’, né è elemento propulsore, fruitore e colui che in buona misura la plasma e modifica; non è, in definitiva, un oggetto amorfo, un orpello o un accidente. Vivendo entra continuamente in contatto con elementi costitutivi del mondo circostante, talvolta è lui stesso che li determina. Il rapporto dinamico che s’instaura fra individuo, anche in senso collettivo, e Natura determina un continuo feedback fra i due attori: se da una parte l’uomo contribuisce a plasmare la Natura, questa, di contro, forgia, in una certa misura, l’uomo stesso, per cui risulta alquanto naturale immaginare che determinati stati emozionali (rabbia, dolore, gioia, piacere etc…) siano strettamente connaturati a questo rapporto. Ma non è tutto, l’uomo non è un individuo isolato rispetto ai suoi simili, vive con essi e con questi instaura continue relazioni che, a loro volta, sono foriere di tante emozioni, sempre che non si voglia asserire che il rapporto fra umani e di questi con la Natura non sia scaturigine di emozioni, o non sia, in sé e per sé, emotivo. Ovvio che poi l’elaborazione delle emozioni originatesi per effetto di queste relazioni avvenga attraverso il pensiero, ma questo è solo un effetto non certo la causa di quanto avviene a livello emotivo. Teorizzare che il pensiero possa essere causa ed effetto delle emozioni è voler fornire una visione distorta della realtà delle cose e, ancor più, intendere l’uomo, e l’umanità con lui, come un elemento ben distinto, quasi estraneo alla ‘creazione’, è inammissibile: l’uomo ‘soffre la Natura’, nella stessa misura e con la stessa intensità in cui la Natura ‘soffra l’uomo’, con la particolarità che è accertato che l’uomo ha o può avere coscienza di questa sofferenza, la Natura ben difficilmente dovrebbe averla. Altrimenti si potrebbe anche postulare che l’amore, quello umano, quello rivolto ad un’altra persona, nasca in assenza di controparte, il che sarebbe quasi un fatto patologico… <affetto da indefinito senso d’amore nei confronti di un’illusione>.

visechi is offline  
Vecchio 23-03-2004, 17.23.04   #65
visechi
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Re: Un piccolo ponte x il chiarimento...tentativo.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Mirror
Per chiarire meglio alcune mie, e di altri, posizioni e per non continuamente ripetermi, visto che ho li abbiamo sottomano, proprio qui, in questo sito, inviterei, chi ne ha la voglia ed il tempo, a leggere questi due testi, a mio parere interessanti e utili per esprimere meglio il concetto di "Osservatore". Forse, potranno definire meglio certe visioni, rifiutate o malcomprese, un pò diverse e anomale, rispetto a quelle abituali della nostra cultura, in merito
all'argomento "Anima" e mente.

https://www.riflessioni.it/testi/luce_conoscenza.htm


2^ parte
MAHARAJ Se qualcuno ti chiama rispondi: ”Sono qui”. Ma tu ci sei ancora prima di rispondere: ”Sono qui”. La sensazione di essere non è presente, ma affiora spontaneamente non appena qualcuno ti chiama.

Questo concetto esprime molto bene un fenomeno assolutamente naturale: le scienze che si occupano dell’uomo, specificamente la psicologia, lo definiscono ‘attenzione’. La coscienza dell’uomo, l’essere presenti a sé stessi, vegeta per la maggior parte del tempo in una condizione silente o dormiente, ciò avviene per evitare un eccessivo dispendio energetico, perché l’attenzione assorbe e brucia energia; l’attenzione si attiva, e con essa il dispendio energetico, solo a seguito di qualche segnale esterno o anche interno che sia tale da richiamare l’essere a sé stesso.

MAHARAJ Le parole sono false, ma il significato che esse esprimono è vero...

Se ne deduce, quindi, che a differenza di quanto sostenuto a più riprese da qualche simpatico, variopinto avventore di questa piazza, esse siano comunque utili, sempre che siano connesse a fenomeni non solo immaginati e propinati come reali.

MAHARAJ La realtà è la realtà; è unica, sempre identica a se stessa.

E’ molto probabile che sia così, ma per effetto di limitazioni congenite, mai del tutto superabili se non ricorrendo in una certa misura a strumenti appropriati, questa non è facilmente intelligibile. Da questa considerazione sorge spontaneo il quesito se, ai fini di una corretta correlazione fra uomo e Natura (in senso estensivo), sia più utile il vano tentativo di dipanare la matassa conoscitiva nei confronti di una realtà oggettiva (posto che effettivamente esista), difficilmente conseguibile - saremmo divinità in terra perché conosceremmo tutto - o limitare la nostra indagine alla realtà umana, appunto limitata. Qualcuno affermava che mai l’uomo giungerà a conoscere Tutto, e questa condizione implica anche l’inesauribilità della ricerca… forse è anche un bene che sia così.

MAHARAJ Ma anche un saggio è una persona viva, non è un cadavere, quindi se tocca il fuoco, sente che brucia. Il saggio prova dolore, ma sa che questo riguarda il corpo.

Non ho mai dubitato che anche un Sapiente avverta il dolore fisico, così come sono fermamente convinto che, essendo un essere vivente, avverta pure quello morale e psichico, in caso contrario la sua ‘vita’ sarebbe assimilabile a quella vegetativa.

MAHARAJ Nessuno muore, te l’assicuro. I cinque elementi tornano ai cinque elementi. E’ scomparso qualcosa? Si, il nome! Soltanto il nome.

Con la morte scompare l’individuo in quanto tale, mentre permangono, confusi nella Natura (sempre in senso esteso), i cinque elementi che lo compongono. Non esiste più Tizio in quanto essere pensante, che agisce e che prova emozioni; Caio si è dissolto nella sua essenza più vera: la possibilità o potenzialità di poter ‘divenire’ diverso da quello che era prima della morte. Con la morte a venir meno è questo divenire dell’entità singola ed individuale. E’ la potenzialità umana del singolo che si conclude. Cosa resta dell’individuo? Non certo le fattezze corporali, quelle si dissolvono; neanche la potenzialità di sviluppare, in sé, nuove emozioni e pensieri inediti o innovativi; non certo, dunque, il divenire. Permane quel che ha prodotto prima che il suo divenire fosse interrotto per forza biologica: il pensiero già sviluppato ed espresso, non quello potenziale; permangono le emozioni che induce in chi, direttamente o meno, l’ha conosciuto, ammirato, amato o odiato prima che l’ineluttabile evento della morte avesse interrotto la sua capacità di divenire altro da ciò che era. Vivere è un continuo cambiamento, morire è l’impossibilità che questo cambiamento avvenga più… questo si realizzerà solo nel ricordo, per cui direi che l’immortalità o la reincarnazione siano solo rimembranza… null’altro. La morte è una sorta di fotografia e, come tale, rende statico l’essere; la vita, viceversa, è dinamismo e divenire ed esalta le potenzialità dell’individuo.

MAHARAJ Ma che cosa sono papà e mamma? Sono solo vostri pensieri.

Non è così! Fortunatamente non è così! Papà e mamma sono dei legami non solo affettivi ma connaturati e connessi alla possibilità di sopravvivenza dell’individuo: sopravvivenza fisica (per il nascituro le cure parentali si traducono in maggiori possibilità di vita); sopravvivenza psichica o emotiva (è accertato, gli studi in materia sono quantomai copiosi e dettagliati, che l’assenza di cure parentali sia origine di serie disfunzioni affettive ed emotive che si ripercuotono con gravissime conseguenze nell’adulto); sopravvivenza relazionale (l’isolamento fisico e l’assenza di entrambi i genitori è causa di mortificazione alquanto grave della capacità del nascituro di costruire proficue relazioni con i propri simili, e questo fin dalla primissima età). Va da sé che il concetto di papà e mamma non sia un concetto astruso o figlio dell’imaginaire collettivo o di qualche stolto… cacchio, meno stronzate, maggior attenzione all’essere umano; fortuna che chi parla è anche un Sapiente, o almeno così è considerato.

MAHARAJ Anche l’amore non è vero. Stai dicendo che quando due cose si fondono, c’è amore. Se però non c’è nessuno, dove va a finire l’amore? Perché ci sia amore deve esserci qualcosa da amare: un uomo, una donna, un albero…dicono che bisogna amare tutti gli esseri, ma se io sono tutti gli esseri, resta qualcuno da amare?

L’amore è, fra le tante altre, una di quelle emozioni intensissime che, nonostante i reiterati tentativi di sminuirne o vanificarne il significato prodottisi nel tempo a cura di certa spiritualità spicciola, tenacemente persiste a informare la nostra misera esistenza, che sarebbe ancor più misera se privata di questa meravigliosa capacità umana (solo umana?). Non parlo di un supposto amore universale che chimericamente dovrebbe congiungere tutti gli esseri viventi ‘all’universo divino’, parlo dell’amore fra umani, la maggior fonte di emozioni che l’esperienza di vita possa donare ad un individuo. E’ talmente vitale che pare sia la forza propulsiva più potente che si conosca, molto più potente di qualsiasi altro carburante organico o meno che si possa escogitare o reperire in natura. L’amore è un coacervo di emozioni, mischiate fra loro; tutte insieme concorrono a determinare quel particolarissimo, confuso e gioioso stato dell’essere che chiunque ne abbia sperimentato personalmente la forza coercitiva può testimoniare. Ancora una volta poche balle! L’amore non è un’illusione, e tale sua realtà è facilmente riscontrabile nell’innumerevole copiosa letteratura ad esso dedicata.

Ciao
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Vecchio 23-03-2004, 18.15.48   #66
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x Visechi

Hai finito con la destra??
bene, ti porgo la sinistra (guancia), ti sorrido e Ti racconto una storiella..tutta per te..

In una notte senza luna, due uomini si incontrarono in una strada deserta.
"Sono alla ricerca di una bottega che deve trovarsi da queste parti e che si chiama la 'Bottega delle lampade'", disse il primo uomo. "Io abito qui vicino e posso indicarti la strada", disse il secondo uomo.
"Dovrei poterla trovare da solo. Mi sono state date tutte le indicazioni necessario e le ho annotate", riprese il primo.
"Ma allora, perché me ne parli?".
"Giusto per parlare".
"Quindi, ciò che cerchi è un po' di compagnia e non delle indicazioni!".
"Suppongo di sì".
"Ma per tè sarebbe più semplice seguire le indicazioni più precise di un abitante del luogo, ora che sei giunto fin qui, soprattutto perché d'ora in poi la strada diventa più difficile".
"Ho fiducia in ciò che mi è già stato detto e che mi ha permesso di arrivare fin qui. Non sono sicuro di potermi fidare di qualcosa o di qualcun altro".
"Così, benché una volta tu abbia già dato fiducia a qualcuno che ti ha dato le informazioni iniziali, non ti è stato insegnato un modo per sapere di chi fidarti".
"È proprio così".
"Hai qualche altro scopo?".
"No, solo quello di trovare la 'Bottega delle lampade'".
"Posso chiederti perché sei alla ricerca di una bottega di lampade?".
"Perché so, da fonte sicura, che vi si possono trovare certi apparecchi che permettono di leggere al buio".
"È esatto. Ma ci vuole una condizione preliminare e un'informazione indispensabile. Mi chiedo se tu ci abbia minimamente pensato".
"Quale condizione? Quale informazione?".
"La condizione per poter leggere con una lampada è di saper già leggere".
"Non puoi provarlo!".
"No di certo, in una notte buia come questa".
"E qual è 'l'informazione'?".
"Eccola: la 'Bottega delle lampade' è ancora dove è sempre stata, ma le lampade sono state trasferite altrove".
"Non so che cosa sia una 'lampada', ma mi sembra ovvio che la 'Bottega delle lampade' sia il luogo indicato per trovare un oggetto simile. È per questo motivo che, dopo tutto, viene chiamata 'Bottega delle lampade'!".
"'Bottega delle lampade si può procurare delle lampade', come pure 'un luogo in cui una volta ci si poteva procurare delle lampade, ma dove ora non ce ne sono più'".
"Non puoi provarlo!".
"Molta gente potrebbe prenderti per un idiota". "Ma c'è molta gente che potrebbe dire che tu sei un idiota, anche se forse non lo sei. Probabilmente hai un secondo fine, come per esempio mandarmi a comprare lampade in un altro negozio, gestito da uno dei tuoi amici. O forse, in fin dei conti, non vuoi che io possegga una lampada".
"Io sono peggiore di quanto tu creda. Anziché prometterà delle 'Botteghe di lampade', e di lasciarti quindi supporre che vi troveresti la risposta ai tuoi problemi, cercherei anzitutto di scoprire se sai leggere o no. Cercherei di scoprire se ti trovi in prossimità di una bottega simile, oppure se per tè c'è la possibilità di ottenere una lampada in qualche altro modo".
I due uomini si guardarono un attimo, con tristezza. Poi ognuno se ne andò per la sua strada.




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Vecchio 23-03-2004, 18.37.56   #67
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Beh, Gold...citerò anch'io allora, vàh.., che non ho voglia di digitare: Da "La mente è un mito"
Interlocutore: Sia che lo attribuiamo alla società, ai geni, all’evoluzione o all’influenza delle stelle, tutto si rifà allo stesso: siamo profondamente condizionati e abbiamo bisogno di liberarci da questo condizionamento per poter funzionare naturalmente e liberamente. Questo è ovvio, non è così?
UG: Per me non è per niente ovvio. È semplicemente impossibile che siate senza condizionamento. Non importa quello che fate, siete condizionati.
Il “decondizionamento” di cui i guru spirituali stanno parlando, è una frode. La nozione del non essere condizionato, di ‘decondizionarsi’ è solo un latro articolo in vendita nel mercato della faccenda del sacro. Non ha validità. Lo scoprirete. Qualsiasi cosa che fate è condizionamento. Decondizionarsi non ha senso. Quello di cui dovete liberarvi è lo stesso desiderio di liberarvi dal condizionamento. Il condizionamento è intelligenza, l’abilità di rispondere adeguatamente all’ambiente.
I: Tutte le religioni e le filosofie importanti hanno messo di fronte a noi una figura più o meno superumana che ha in qualche modo trasceso il mondo relativo – il mondo del pensiero se si vuole – e ha raggiunto maggiori altezze.
UG: SE LEI È LIBERO DALLA META DEL SUPERUOMO ‘PERFETTO’, ‘DIVINIZZATO’, O ‘VERAMENTE RELIGIOSO’, ALLORA CIÒ CHE È NATURALE NELL’UOMO COMINCIA A ESPRIMERSI DA SOLO *. Le vostre culture religiose e secolari hanno messo di fronte a voi l’uomo o la donna ideale, l’essere umano perfetto, e allora cercate di rientrare tutti in questo modello. Questo è impossibile. La natura è occupata nel creare individui assolutamente unici, mentre la cultura ha inventato uno stesso modello al quale tutti devono adattarsi. È qualcosa di grottesco. … *e questa energia può fare del funzionare in questo mondo in modo sano e intelligente una cosa facile. Ora voi state sciupando questa energia cercando di essere qualcosa di distinto da quello che di fatto siete. Ma in caso contrario avreste una certezza che non può essere trasmessa da me né da nessuno. Io ho scoperto da e per me stesso, che quello che ci hanno raccontato sulla libertà, l’illuminazione e dio, è falso. Nessun potere al mondo può toccare questo. Questo non mi fa superiore. Niente a che vedere. Per sentirsi superiore o inferiore uno deve separarsi dal mondo. Io non vedo il mondo come qualcosa di separato nel modo in cui voi lo fate. La conoscenza che ho sul mondo entra in operazione quando c’è una richiesta. In altro modo semplicemente non so. Il vostro stato naturale è uno stato di non-sapere. I: Lei non reclama di avere niente di speciale. Tuttavia chi lo ascolta, me compreso, percepisce sicurezza e autorità in quel che dice. Non indica questo che di fatto è un uomo libero? UG: La conoscenza del fatto che uno è questo o quello, che uno è felice o infelice, che uno è un uomo realizzato o no, è completamente assente qui. Lei, o io, non abbiamo modo di sapere se siamo uomini liberi. Niente mi dice che sono un uomo libero. Nel suo caso il procedimento del nominare, del volere qualcosa, del mettere in discussione, continua ininterrottamente senza che importi cosa succeda. Qui il pensiero funziona solo per uno stimolo dall’esterno. Perfino allora la risposta della conoscenza è istantanea, e torno poi un’altra volta a essere come un gran punto interrogativo. La sua domanda costante di sperimentare la stessa cosa continuamente diventa un pensiero compulsivo e ripetitivo. Io non vedo nessuna necessità o ragione affinché il processo ripetitivo continui per sempre. Nel mio caso non c’è qualcuno separato da questo funzionamento, nessuno che possa fare un passo indietro e dire, «Questa è la realtà». Non esiste assolutamente niente come ‘la realtà’. La realtà è imposta su di noi dalla cultura, la società e l’educazione. Non mi fraintendete. Il pensiero ha un valore funzionale. Se non accettiamo il mondo così come ci viene imposto, finiremo al manicomio. Devo accettare questo come un fatto relativo. In altra maniera non ho modo di sperimentare la realtà di niente. È il pensiero che ha creato la realtà del suo corpo, della sua vita, del suo sogno, di tutte le sue percezioni. Lei sperimenta questa realtà mediante il pensare. In altro modo non ha modo di sapere per se stesso che ha un corpo, che è vivo, che è sveglio. Tutto ciò è la conoscenza.
La realtà di qualsiasi cosa è qualcosa che non può essere sperimentato da nessuno.

Bah..., ma non ci riesco a non digitare, ahahaah. Ecco, voglio anchio dire la mia come fa Visechi prendendo spunto dal citato Maharaji (che se indaghiamo, sappiamo bene proprio da UG cosa era e per cosa credeva di farsi passare).
-Ecco che quel’”IO sono” è ancora una volta, sebben nella misura migliore mascherato, Egoismo, non si è mosso di un millimetro neanche Maharaji. -Il significato non può mai toccare nulla di Vivo, anzi…La realtà è semmai un ‘movimento’ Unitario sempre in mutazione, noi non possiamo afferrarlo. -No, il dolore è doloroso solo per la mente, quel saggio non ha mai avuto niente di ‘Naturale’ nel suo corpo, anche se dice di essersi ‘trasformato’.
-Con le prossime due scrittine rosse si contraddice, per quanto ho detto fin’ora. -No comment sull'ultima






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Vecchio 23-03-2004, 19.31.05   #68
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UG...come sempre

gran belle parole ma è tutto da interpretare un po' come i vangeli.
Cambia autore ogni tanto, se ti riesce, così.. per aver altri confronti!


UG: SE LEI È LIBERO DALLA META DEL SUPERUOMO ‘PERFETTO’, ‘DIVINIZZATO’, O ‘VERAMENTE RELIGIOSO’, ALLORA CIÒ CHE È NATURALE NELL’UOMO COMINCIA A ESPRIMERSI DA SOLO

E' questa la tua Sacra Scrittura??

bene, mi fa piacere, almeno porgi esempi pratici e rispondi, non come visechi che "offendendo" con gran maestria e completando le paginate con pseudo-insulti elude così facendo le domande che gli vengono fatte...



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Vecchio 23-03-2004, 19.36.36   #69
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Wink

L'interpretazione scatta inevitabilmente, e non si tratta solo di esempi pratici, quelli sono anche fatti che sono provati. Non è 'la sacra scrittura', ma quello che è successo anche a me, inFatti.
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Vecchio 23-03-2004, 20.16.33   #70
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non ne avevo dubbi...
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