Salve,
io ho studiato krishnaji per molti anni ma,alla fine,un piccolo aneddoto su di lui,mi ha fatto capire tutto:

Krishnaji stava scendendo da un aereo quando un giornalista,credendo di fare il furbo,gli chiese:
"E' vero che lei è Gesù Cristo?"
"Certo-rispose Krishnaji-ma non nel senso che intende lei."

Questa risposta mi ha fatto capire chi era veramente Gesù e qual'era il vero messaggio di krishnaji.

Saluti.

Kantaishi Gurudeva.

Verissimo. Questo succede perchè si crede che il Cammino lo dobbiamo trovare noi, che dipende dalla nostra volontà e discernimento, cioè non seguiamo le leggi della Natura, ma leggi create da noi. Il fiume non ha bisogno di nessun architetto o ingegnere per trovare il suo percorso, lo fa seguendo la linea di minor resistenza. Ogni fiume è diverso, ma tutti si dirigono a valle, verso il mare.

Fluire è semplicissimo, difficile è giungere alla comprensione di qualcosa di così semplice. Ci arrampichiamo per le montagne, imbocchiamo vicoli ciechi, vediamo splendidi cammini di Luce frutto soltanto dell'orgoglio e la presunzione. Crediamo che possiamo dirigerci verso una nuova dimensione dell'essere trascinandoci dietro tutto ciò che è vecchio e fatiscente. Tutto questo ci rende il Cammino difficile e doloroso, infestato di pericoli e trappole, fatto di lotte strazianti, finchè arriva il momento che, stremati, ci accasciamo, senza più forze ne voglia di continuare e ci abbandoniamo, privi ormai di qualsiasi volontà di resistenza. E' solo in quel momento che incominciamo a fluire. Ci affidiamo finalmente a quella Mano che ci condurrà per quel sentiero di Luce che era sempre stato lì, ma che non vedevamo, impegnati come eravamo nel costruire il nostro proprio cammino fatto di illusioni, popolato di convinzioni, credenze, attaccamenti, maestri che ci dicevano di annullare l'ego, silenziare la mente, eliminare i desideri, controllare le emozioni e sentimenti e noi ci illudevamo di poterlo fare dalla mente e dall'ego, oppure ci indicavano la Luna, ma noi vedevamo solo il dito.

Ora, fluire non significa diventare una specie di santi, tutt'altro. Il sè continuerà a vivere in questo mondo, con tutte le sue paure, desideri, il suo ego, etc., perchè tutto ciò non si può reprimere, è il risultato dell'identificazione con il corpo fisico, e quindi l'illusione della separazione e dualità delle cose. Ma non saremo più immersi in esso, dentro i suoi limiti, ma lo vedremo come un aspetto o una forma temporale assunta da un essere ben più vasto, tanto vasto da non avere più alcun limite, dove lo spazio è determinato dalla coscienza e non la coscienza delimitata dallo spazio, dove si è Uno con tutte le cose, Uno con Dio.

Il sè quindi non evoluzionerà per iniziativa propria, ma dal riflesso che riceve da una consapevolezza capace di osservarlo, di esserne testimone, di amarlo per quello che è, con tutti i suoi pregi e difetti. Un mezzo utilizzato dal "Sè" per immergersi nella profondità della materia e sollevarla dal suo stato di incoscienza e di non essere.

Siamo proprio in questa fase di trasformazione, di esplorazione dell'Essere attraverso una nuova consapevolezza. Questo non ci libera dal dolore ne dal vivere quotidiano, non è una fuga dal sè ne da questo mondo convulso e caotico, ma incominciamo a vedere le cose con occhi diversi, da una prospettiva dove molte cose che credevamo importanti non lo sono più, e molte cose che ci sfuggivano, aquistano una importanza che non immaginavamo nemmeno.

Questo è ciò che vedo dal mio cammino, altri potranno vedere altre cose dal loro. Per alcuni sarà più facile affidarsi alla Volontà del Padre, se hanno sufficiente Fede, per altri come me, dalla Fede debole e incerta, tutto si complica e diventa più difficile. E' lo stesso cammino, ma ognuno lo percorre a modo suo.

Concludo con questo passo del Vangelo che mi sembra venga proprio al caso:

"Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
(dal Vangelo di Luca, cap.12, vv. 13-32)

Saluti
brucus

Per favore puoi essere così gentile da rendermi partecipe della tua comprensione?

Caro Brucus,
non posso che concordare su quel che dici.
Con "me" oggi dicendo queste cose sfondi una porta aperta.

Ma dimmi, questo Abbandono, questa Fiducia, questo Fluire, secondo te, perchè ad alcuni accade, e a molti no?
Questa è la domanda sottesa in molti interventi che ho avuto modo di seguire.
Tu cosa rispondi?

In tutti questi posts non riesco a trovare un nesso con il pensiero del titolare del topic.
Se lui li leggesse direbbe che sono i bla bla di sempre che non sono utili a liberare il mondo da tutte le “porcherie” nelle quali è sommerso da tempo immemorabile.

Anch'io come qualcun'altro che già ti conosce non trovo utile e costruttivo disquisire con te sul pensiero di J.K., perchè ti percepisco "maniacale" rispetto a questo argomento.
Sembra che tu ti ritenga depositario del suo vedere...invece non è così. Sono solo tue interpretazioni, molto, ma molto riduttive.
Che non siano invece i tuoi interventi solo dei bla bla bla
Tu credi di aver compreso Krishnamurti, ma a mio modesto avviso
non lo hai veramente capito. Solo di testa, forse, ma non integralmente.

Meditalo meglio e non "pensarlo" soltanto.
Ciao, pensiero fisso...

E tu, caro Basil, lanci sasso e poi come sempre ti defili?
Esprimiti dai, mi piace sentire la tua opinione.

Anch'io come qualcun'altro che già ti conosce non trovo utile e costruttivo disquisire con te sul pensiero di J.K., perchè ti percepisco "maniacale" rispetto a questo argomento.
...allora potresti cambiare topic.

Sembra che tu ti ritenga depositario del suo vedere...invece non è così. Sono solo tue interpretazioni, molto, ma molto riduttive.
Se ci pensi bene, quella qui sopra, e SOLO UNA TUA interpretazione maniacale, molto, ma molto riduttiva.

Che non siano invece i tuoi interventi solo dei bla bla bla
Se ci pensi bene, quella qui sopra, e SOLO UNA TUA interpretazione maniacale, molto, ma molto riduttiva +
mi sembra che il più coerente (in tema) bablatore, finora, sia il pensiero.

Tu credi di aver compreso Krishnamurti, ma a mio modesto avviso
non lo hai veramente capito. Solo di testa, forse, ma non integralmente.
Se ci pensi bene, quella qui sopra, e SOLO UNA TUA interpretazione maniacale, molto, ma molto riduttiva. +
se tu lo avessi capito, allora saresti intervenuto in maniera specifica invece che generalizzando fuori tema....

Meditalo meglio e non "pensarlo" soltanto.
Sai, Mirror, lui non dava molta importanza alla meditazione, anzi penso che gli farei un torto se meditassi...

Ciao, mirror, arrivederci e....
speriamo che la prossima volta tu sia meno appannato...

E quindi, tutti i maestri che ci sono stati nel passato, a che cosa servivano, a niente?

Kannon

Ciao Kannon

Certo che sono serviti, eccome. Era l'unico modo che aveva l'uomo per mantenere un certo contatto con l'Origine di Tutto, quindi con il suo origine, il cui ricordo era rimasto sepolto nei meandri più oscuri della sua coscienza. E non potevano che essere Maestri "esterni", perchè si poteva arrivare all'uomo solo dalla "separazione", che era l'unica "realtà" che poteva concepire.

Tutto è cambiato, è in atto una profonda trasformazione interiore, sia in bene (graduale risveglio), sia purtroppo in male (persistere nel proprio sogno fino a farlo diventare un sogno di morte e distruzione).

Una delle conseguenze di questa "rivoluzione" interiore è che i "Maestri" possono incominciare a parlarci direttamente dal cuore, dall'unità. E' la seconda venuta del Cristo, come ci aveva promesso 2000 anni fa, e non poteva avvenire che nell'interno di noi stessi, l'unico luogo dove potremo costruire quel ponte che ci porterà all'unione con Dio, con il Tutto.

Ciao
brucus

P.S.: quindi quando parlavo di Maestri, mi riferivo a Maestri "esterni", così come li abbiamo sempre concepiti.

Però questo non significa che non servano i "maestri" esterni. Ci sono sempre stati, ci sono, e ci saranno.

Cioa, Kannon