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Vecchio 26-04-2002, 00.41.25   #61
visechi
Ospite abituale
 
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Seguito 2/2

Passiamo ora ad una filosofia, ad una visione, più definitiva: il dogmatismo.
Non vi sono dubbi che ricercare certezze trascendenti la ragione e le sue capacità d'analisi, sia un ottimo espediente per trovare le risposte adeguate alle fondamentali domande poste dal nostro cuore. Non vi è dubbio alcuno circa la convenienza, per l’equilibrio emotivo di ciascuno di noi, nel riporre la fiducia e basare la nostra sicurezza in principi che stanno al di fuori dell’uomo e del suo universo, piuttosto che confidare nella certosina e, spesso, vana ricerca delle motivazioni razionali per conseguire quella tranquillità e fiducia di cui sentiamo pressante necessità. E’ sicuramente meno complicato confidare in verità rivelate o accettate acriticamente, piuttosto che macerarsi l’anima inseguendo speculazioni e concezioni che fanno perno sul raziocinio. Questa verità risulterà tanto più genuina se solo si vorrà immaginare quanto sarebbe alleviante il poter credere acriticamente alla verginità morale e all'onestà dei nostri governanti, di Berlusconi, per esempio. Quante discussioni e motivi d’attrito verrebbero meno? D’altra parte non vi sarebbe nulla di nuovo in tale impostazione, è appena sufficiente accennare al dogma della verginità della madonna per comprendere quante laceranti discussioni sono state evitate ai ferventi cattolici. Un dogmatico non è portato ad esaminare il problema perché è già in possesso della risposta. Ci troviamo al cospetto di un’impostazione assolutamente fideistica, che relega la ragione e la capacità d’indagine della mente ad un ruolo assolutamente secondario. Un’impostazione che offre sicuramente un valido asilo a chi è in costante ricerca di stabili sicurezze indispensabili per lenire il sentimento di vulnerabilità che avvolge l’esistenza umana, ma che, d’altro canto, sminuisce fortemente, fin quasi all’annichilimento, la funzione dell’intelletto.

Siamo, quindi, giunti alla meta; abbiamo, in effetti,individuato una concezione “filosofica” che offre maggiori certezze e consegue una riduzione, forse addirittura la scomparsa, del senso di vulnerabilità; ma abbiamo anche messo a nudo quella che rappresenta una delle sue caratteristiche salienti. Abbiamo, forse, portato alla luce la filosofia “dell’ebete felice”; in effetti, l’esistenza che ne deriverebbe sarebbe sicuramente meno incerta ma certamente più piatta e meno umana. Una dimensione insipida della coscienza, buona per chi la vuole… io ne farei ben volentieri a meno… mi tengo le mie incertezze ma non rinuncio al sale.

La verità, se mi è consentito esprimermi così, è che l’incertezza è insita nell’esistenza umana e l’uomo non potrà mai prescindere da essa … d’altra parte, credo sia questo il vero significato della nostra limitatezza e non riesco ad immaginare un’esistenza, per quanto evoluta od espansa, priva delle emozioni figlie, appunto, dell’incertezza.

2. “…Non sapere e vivere vuol dire essere spettatori…”, anche questa, per certi versi, oscura affermazione, che segue e fa da chiosa alla dissertazione sull’agnosticismo, è un semplice paradosso che si commenta da sé. L’agnosticismo è la negazione della conoscenza, o meglio è l’affermazione della consapevolezza della limitazione della conoscenza e, quindi, è anche l’apologia e la testimonianza della limitatezza del sapere, pertanto, stando alla tua affermazione fra virgolette, sarebbe la celebrazione dello spettatore e non del protagonista.

3. “…ma l'uomo non ha capito che la medicina non è dio ma l'uomo stesso…”, per la medicina-Dio, non posso far a meno di rinviarti al mio precedente intervento in materia di libero arbitrio.



Ad un’altra occasione il prosieguo della mia farneticazione

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 11-05-2002, 19.13.26   #62
POISON
 
Messaggi: n/a
buona sera e ben trovati.scusate l'assenza ma sono stato sotto esame.
vieschi sono onorato delle tue attenzioni.
In linea di massima condivido le definizioni di agnosticismo e di dogmatismo che hai dato.
devo fare pero' delle precisazioni:
per quanto riguarda l'agnosticismo si danno nella filosofia antica 2 accezioni,quella protagorea e quella scettica:soltanto in apparenza simili;protagora riconoscendo l'impossibilita' di trascendere il sensibile ed unificare il mondo secondo principi trascendenti identifica nell'uomo il principio di realta'(l'uomo misura delle cose che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono)e riconosce nell'utile l'unico criterio di incontro tra verita'(uomo)differenti ed equivalenti.
gli scettici non riconoscono nessun principio di conoscenza e arrivando ad ammettere il paradosso che neanche il loro affermare che niente ha valore conoscitivo abbia valore.
personalmente in tutto questo io non vedo un alibi per fuggire io non vedo la voglia di sottrarsi alla DOMANDA.ma significa avere il coraggio di vivere soltanto di quell'insicurezza che tu vieschi definisci come parte essenziale dell'esistenza dell'uomo.
penso che vivere da agnostico non significhi eludere la ricerca ma essere in continua ricerca.significa essere sempre e soltanto noi stessi.essere agnostici significa ammettere che come animale razionale devo vivere soltanto della mia razionalita'.significa accettare la propria condizione e farne virtu'.vuol dire riconoscere che la ricerca se condotta in termini metafisici non portera' a risultato.significa vivere da eroi:riconoscere la propria solitudine e fare di questa il proprio segno di distinzione.Significa rabbrividire davanti alla mostruosa lucidita' degli "ebeti felici".Significa condurre la RICERCA in termini esistenziali e non ontologici.



aspetto la tua risposta!!!!
ti saluto.

poison


ps. se hai un po' di tempo libero leggiti "il mito di sisifo di a. camus"
 
Vecchio 11-05-2002, 22.54.14   #63
visechi
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Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
BENTORNATO!

Per quanto riguarda il Mito di Sisifo, ti chiedo se mi stai prendendo per il Kulo? E', appunto, il libro che sto, con gran fatica, leggendo in questo momento.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 12-05-2002, 00.30.07   #64
Fragola
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Faccio una premessa: sono nuova del sito e non mi è ancora chiaro quali siano le regole. Temo che quello che sto per scrivere qui possa essere censurato. Me ne scuso in anticipo. Io non credo che si tratti di una cosa offensiva ma so che altri occhi potrebbero vederla così. Nel caso, avvertitemi. Almeno saprò come comportarmi in futuro. Ed ora posto una storia:



Padre Nostro. (la verità vi renderà liberi)


Padre Nostro che sei nei cieli,
santo è il tuo nome,
il tuo regno viene,
la tua volontà si compie nella Terra come nel Cielo,
tu doni a noi il pane di oggi e di domani,
tu perdoni i nostri debiti
nell’istante esatto in cui li perdoniamo ai nostri debitori,
tu non ci induci in tentazione
ma nella tentazione ci liberi dal male
(Il Padre Nostro nella traduzione di Padre Giovanni Vannucci)


C’era una volta una ragazza. Giovane e bella come solo una ragazzina può essere. Giovane e innamorata della vita.
Come era d’uso a quei tempi, la sua famiglia decise chi dovesse essere il suo sposo: un vecchio falegname del paese. Un uomo considerato da tutti saggio e colto. Un uomo che conosceva le scritture.
Il matrimonio era deciso e programmato. Accanto a lei, per tutta la vita, avrebbe dormito anziano e rugoso sconosciuto.
Lei lo vedeva passare, ogni giorno, dalla finestra della piccola casa bianca. Curvo. Serio.
Lo guardava e immaginava la tristezza di quella vita che l’attendeva. Senza gioia e senza amore. Senza passione e senza desiderio. E sentiva una stretta in fondo all’anima all’idea di offrire a lui il suo corpo adolescente.
Chissà se saprà farmi conoscere il piacere. Chissà se saprà farmi concepire un figlio.
Le sue mani ruvide sulla mia pelle. La sua bocca maleodorante dalle gengive malate sulle mie labbra fresche.
No! Era troppo innamorata della vita per accettare tutto questo per sempre. Senza assaggiare mai la vertigine del desiderio.

E un giorno vide passare Gabriele. Il bellissimo garzone del suo futuro marito. Iniziò a spiarlo di nascosto.
Guardava il suo viso bruno e immaginava l’ardore dei suoi occhi. Sentiva sotto le sue mani il suo torace asciutto e snello. Dorato. Sotto la tunica chiara immaginava la sua esuberanza di giovane uomo. Arcuata. Luminosa.

Un mattino si sporse dalla porta e, mentre nessuno guardava, afferrò il suo braccio forte. “Vieni con me Gabriele”
Lo condusse dietro al pozzo, in un luogo appartato. Gabriele tratteneva il fiato. Provò a pensare di dire di no, di scappare via, ma le mani di lei avevano già acceso in lui l’ardore del sogno proibito.
“Salvami Gabriele, dammi un figlio che mi salvi dalla tristezza e dal vuoto della vita che mi aspetta”

Da quel giorno, ogni mattina, poco prima dell’alba, Gabriele le offrì la sua virilità tesa e setosa. Ogni giorno. Anche la mattina stessa delle nozze.
“Chiamerò nostro figlio Salvatore perché solo lui porterà luce nella mia vita. E lo educherò alla gioia. Lo educherò ad amare la luce del sole sui campi e la bellezza delle fanciulle. Lo educherò a non accettare le regole solo perché sono lì.. Lo educherò a cercare sempre, nella profondità del suo cuore, ciò per cui è nato. Lo educherò alla Vita. Io accetto il mio destino malinconico ma nostro figlio, Gabriele, dovrà conoscere la gioia e la fedeltà agli impulsi del suo cuore. Dovrà imparare il rispetto per la sua anima. Dovrà imparare la Gioia.”

E così fu. Il bambino crebbe alimentato dalle parole della madre. Crebbe amando, più di ogni altra cosa, la Vita che scorreva il lui. E di questa Vita si considerava il figlio. E la Vita si inchinava al suo cospetto perché mai, in quei luoghi, qualcuno l’aveva amata così.

Tutto il mondo conobbe questa buona novella. Ma non tutto il mondo la comprese.
Ci fu, e c’è ancora, chi usò il suo ricordo per distruggere la vita che lui aveva amato così tanto.
Per poterlo fare impunemente si decise di chiamarlo Dio.
Fragola is offline  
Vecchio 12-05-2002, 10.19.29   #65
Mary
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Cara Fragola
potrebbe anche essere andata così.
Di tutto quel che è stato scritto io non ho mai creduto molto.
Mi dicevano che si doveva credere per fede. Ma la fede cieca è solo mostruosità.
Gesù deve essere stato molto amato, almeno da sua madre.
Ha visto ingiustizia e ipocrisa della società in cui viveva e ha cercato di fare qualcosa. Che sia stato mandato da Dio, non contrasta con quel che è avvenuto.
Lo hanno strumentalizzato come più è stato possibile. Lo hanno usato come puro strumento di dominio. Pochi hanno capito il Suo vero messaggio.
Se venisse oggi, fra di noi, non sarebbe messo in croce solo perché non si usa più.
Chiunque viene a smuovere le certezze alienanti a cui gli uomini si aggrappano vengono definiti provocatori e pazzi.
Se c'è un buon dio che cosa può fare con figli così duri come gli esseri umani?!
A volte penso che siamo un esperimento mal riuscito e abbandonati a noi stessi.
Credo che Gesù sia tornato più volte in mezzo a noi ma nessuno lo ha mai riconosciuto.
Deve ogni volta farsi crocifiggere per avere un poco d'attenzione?!
Nessuno può salvarci se non siamo noi stessi a desiderare di
essere salvati.
Ciao
Mary is offline  
Vecchio 12-05-2002, 12.42.31   #66
Morfeo
 
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Fragola... e cosa ci sarebbe da censurare???

Potrebbe far storcere il naso a qualche cattolico, ma non so perché loro non si fanno vedere in giro qui...


Carina come storia... da dove viene?


C'è un continuazione che integri la sua voglia di vivere con il destino di martire che si è poi scelto?
 
Vecchio 12-05-2002, 22.09.30   #67
Fragola
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Non viene da nessuna parte. L'ho scritta io. Mi piace scrivere.
Fragola is offline  
Vecchio 12-05-2002, 22.14.08   #68
Morfeo
 
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Ahhhhhh...


Allora dimmi come si collega alla crocifissione...
 
Vecchio 12-05-2002, 22.35.01   #69
Fragola
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Perchè dovrebbe per forza collegarsi alla crocefissione?
E' solamente uno sguardo diverso su qualcosa che ci hanno insegnato a vedere in un certo modo, non un'analisi dettagliata sui vangeli.
Io ipotizzo che tu voglia sapere se credo alla verità storica della crocefissione di Gesù. Ma, penso di si. E' sulla resurrezione semmai che ho qualche dubbio. Secondo me la resurrezione va letta in chiave simbolica e non letterale.
Fragola is offline  
Vecchio 12-05-2002, 23.36.18   #70
visechi
Ospite abituale
 
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Per Fragola
l'ho detto subito che avevi dei numeri. La storia mi è piaciuta molto. hai uno spirito artistico....
A proposito della tua storia, hai mai letto il Vangelo secondo Gesù di Saramago?


Ciao
visechi is offline  

 



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