Poggiando i piedi nudi sul parquè di casa si può rangiungere la "non dscriminazione" l'albero ,il sole la terra la pioggia le foglie il parquè sono il proseguio di un'unica" manifestazione" di una cosa attuabile, io essendo faccio parte di questa e si ha la consapevolezza del tutt'uno; ci sono infinite "manifestazioni" non percepibili ma attuabili che sono, quindi ecco l'essere e la permanenza, ci sono poi "manifestazioni" che non sono al momento attuabili e questo è l'impermanenza e il non è..... ma anche il "non è" è in quanto "non-manifestazione" e POI.....
un piccolo aiuto grazie Claudio

Ti devi anche togliere i calzini, però.

Solo allora torni a riconoscere, ad essere, il vero te stesso.

Funziona meglio sulla nuda terra e nel fango poi... non ti dico...

Poi, però, quando torni a casa attento alle pedate sul parquet! Se no le donne di casa fanno in modo che poi, tu, non possa facilmente riconoscerti per un bel pezzo! eheheh!

Mi dispiace di non essere stato capito o meglio di essermi mal spiegato...... stavo leggendo il "segreto della pace " di Tich Nhat che nell'affrontare il quesito "dove eri prima di nascere" parla prosaicamente del gelato (che siamo soliti mangiare) e mediante la contemplazione di esso risalire (prosequire) nel'allargamento di essere gelato (ciò che lo fa essere tale in quel momento) e ci invitava a fare questa esperienza contemplativa.....a me è capitato di farlo con il parquè
Ps x Mistico: Ero a piedi nudi, con questo caldo chi resiste con le calze , comunque nella grande armonia della giostra dell'Esistenza non sono Io che cerco (posso predisporre il mio "spirito") è Lei che trova.....ogni momento è buono Claudio