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Vecchio 08-09-2005, 13.24.03   #91
Mistico
Utente bannato
 
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
La Fune Nel Tempo

Immaginate cosa sono le nostre decisioni. Nel passato ci sono le cause che le comportano, nel futuro c’è il nuovo corso delle cose e nel “presente”, inteso come periodo di tempo più o meno lungo e sofferto, c’è il nostro tedio di valutazione qualitativa e quantitativa dell’ancora ignoto ed irrealizzato cambiamento.

In tale “presente”, siamo convinti d’esser noi gli artefici della decisione, in realtà siamo soltanto gli interessati al cambiamento.

La nostra storia è come la fibra di una fune. Essa va dal passato al futuro attraverso infinite “sezioni” di presente che non hanno periodo di tempo. Ve lo dimostro: Tagliata una corda, si hanno due facce di sezione dove è avvenuto il taglio, una in un tratto ed un’altra nell’altro della corda divisa: la prima faccia di sezione è nel “passato” e la seconda è nel “futuro” e nel presente non c’è corda. Il presente, dunque, non ha tempo per esistere e perciò non c’è.

Quello che noi crediamo la nostra attività volta a decidere cosa fare, è, in realtà, soltanto un provvisorio aspetto del cambiamento che è già in atto evolutivo.

Se non esistesse il tempo, allora nulla esisterebbe, così come qualunque ipotetica cosa non dispiegata in un periodo di tempo non ha possibilità di esistere. Per questa ragione, il presente, per il quale abbiamo già osservato la mancanza di periodo di tempo d’esistenza… non esiste.

Se non c’è un “adesso” di attuazione delle nostre “decisioni”, non esiste la nostra paternità dell’azione.

Se non c’è tempo per il presente, dato che la nostra percezione dell’”Io” è sempre nell’attimo presente, il nostro “Io” non esiste e nulla che sia inesistente può essere artefice dei destini di alcunché.

Siamo fibre, scie... dispiegate lungo il tempo, fibre affiancate ad infinite altre della nostra medesima natura che si intrecciano tra di loro componendo quella che potrebbe idealmente apparire come una fune immensa nelle cui sezioni di presente si osserva qualunque attimo di “presente” delle “cose” (singole fibre) dell’universo nel luogo e nella configurazione che esse hanno in tale attimo. Questa “corda immensa” composta da ogni fibra che sia esistita nell’attuale passato e che esisterà nell’attuale futuro è Dio. Tutto è Dio. Tutte le cose hanno per storia i percorsi della propria fibra in Dio secondo lo spazio che il proprio percorso può trovare a causa del Resto e tutti i percorsi sono tutta la storia.

Il Tutto è tutta la storia, così come è tutte le cose.

NON ESISTONO DECISIONI, ESISTE LA CONFIGURAZIONE DI DIO!


P.S.

...Ma questo è un pensiero H3S, ...non mi aspetto che molti lo comprendano, per quanto logorroici...

Ciao!

Ultima modifica di Mistico : 08-09-2005 alle ore 13.41.56.
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Vecchio 08-09-2005, 13.41.45   #92
paperapersa
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Re: Perfetta imperfezione

Citazione:
Messaggio originale inviato da Mirror
Come vedi é l’ imperfezione che da armonia all’universo.
Pensa un pò: se io non fossi stolto, tu non saresti saggio...
se non ci fosse il duro, non sentiresti il tenero...
vera fortuna i difetti: fanno lodare i pregi... tutto é così polare...

I magici opposti dell’esistere danno terrore e meraviglia,
calma regale e agitazione in luminoso fascino infinito
per suo eterno mistero.

Tutto cambia, trasformandosi in immenso gioco spettacoloso
che solo così può essere ... nudo, ardente e vivo...
necessario di complementi.

Soltanto osservando questo nostro vivere,
da un centro di fuoco sempre presente,
si può amare e godere l’ incarnazione dovuta
e che ci é dato avere, liberamente trascendendoci,
pur immersi nel mondo, con piena e umana dignità.

Solo la Coscienza intangibile, Una e onnipervadente é Perfetta.
Ogni forma esposta all’essere è una temporale pennellata
di vibrante e diverso colore che, come un passo di danza,
trova valore, ludico senso, nella relazione interdipendente
della sacra e intera scena di cosmica rappresentazione.

Questa, per qualcuno, é Perfetta imperfezione.


E pertanto nessuna colpa!!! L'imputato è assolto da tutte le sue presunte colpe e don deve dimostrare nulla a nessuno, neanche la sua innocenza.

paperapersa is offline  
Vecchio 08-09-2005, 13.51.12   #93
Mirror
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Re: Re: Perfetta imperfezione

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Messaggio originale inviato da Estragone
La prima parte di quanto hai postato mi ricorda molto da vicino un concetto espresso a cavallo fra il III° e IV° secolo della nostra era da un pensatore cristiano che pretese di spiegare l’esistenza e la ragionevolezza del male facendo proprio perno sulla contrapposizione degli opposti, e sulla necessità che vi sia questa contrapposizione. Egli definì il male come una creazione di Dio, volontaria e logicamente necessaria. Anzi, si spinse ben oltre definendola addirittura auspicabile, perché solo così, nel contrasto col bene, si sarebbe esaltato il Valore di Dio e delle Sue incommensurabili virtù… ovviamente con buona pace per chi sulla terra patisce, piange e soffre… non c’è che dire, davvero un bel concetto: <…il bene non si può intendere senza il male, né il male senza il bene…Ti dico in breve che Dio vuole che sia così… Non potremmo percepire la virtù se non esistesse anche il vizio opposto, né potremmo operare la virtù se non fossimo tentati dal vizio opposto; Dio ha voluto questa distinzione e distanza tra bene e male perché possiamo afferrare la natura del bene contrapponendola alla natura del male […] Escludere il male significa eliminare la virtù>.
un saluto


P.S.: scordavo, la persona in questione è Lattanzio

Lattanzio non lo conosco e da quel poco che sono andato a leggermi, dopo averlo "scoperto" grazie a te, lo percepisco
ancora come un fautore di una visione dualistica.

Per me, invece, il male ed il bene, sono due aspetti relativi della medesima energia, che soltanto la mente separata dal senso dell'io divide, concettualizzandoli.

L'ispirazione di ciò che sento è più attinente, invece, alla visione Taoista, di Lao tze, di Chaung Tzu...
naturalmente filtrata dalla "mia" esperienza umana.

Da Qui, Ora, non vedo nessuna colpa,
tantomeno la colpa del Tutto che IO SONO...anche se nel relativo "io sono" della carne accetto la percezione della divisione, delle funzioni dinamiche delle apparenti polarità.

Ma dal punto di Vista dell'Essenza Vedo soltanto l'Armonia degli opposti continuamente in atto.


Ultima modifica di Mirror : 08-09-2005 alle ore 14.00.19.
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Vecchio 08-09-2005, 14.26.32   #94
Yam
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Re: Re: Re: Perfetta imperfezione

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Messaggio originale inviato da Mirror


Da Qui, Ora, non vedo nessuna colpa,
tantomeno la colpa del Tutto che IO SONO...anche se nel relativo "io sono" della carne accetto la percezione della divisione, delle funzioni dinamiche delle apparenti polarità.


Qui ricordi Eraclito di Efeso

Ultima modifica di Yam : 08-09-2005 alle ore 14.27.45.
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Vecchio 08-09-2005, 14.39.48   #95
Mirror
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Re: Re: Re: Re: Perfetta imperfezione

Citazione:
Messaggio originale inviato da Yam
Qui ricordi Eraclito di Efeso

Sinceramente per quel poco che ne so di lui, sento una certa affinità e risonanza con il pensiero di Eraclito, l'Oscuro.

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Vecchio 08-09-2005, 14.53.32   #96
Yam
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Ma in verita', per concludere, mi ricordi anche
Melisso di Samo,
il quale confermò
che noi siamo soltanto ciò che siamo.

p.s.: Auguri! Stai per compiere 1000 messaggi!

Ultima modifica di Yam : 08-09-2005 alle ore 14.55.37.
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Vecchio 08-09-2005, 15.02.50   #97
Estragone
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Messaggio originale inviato da Yam
Per me e' stato un cammino interiore, ma sei vuoi dei riferimenti filosofici li puoi trovare in Oriente nell'Advaita Vedanta, nello Dzogh Chen, nelle scuole Buddiste Yogacara o Vijñanavada, rappresentate da Asanga e da Vasubandhu, nel Prasangika Madhyamika, in particolare Nagarjuna, nel Taoismo ecc. ecc. .
Ma il filosofo occidentale che piu' mi apri gli orizzonti, in eta' giovanile, fu Plotino.



Avevi proprio ragione quando dicesti che ognuno ha i propri guru... l'autoreferenzialità parla a se stessa di se stessa, senza mai aprirsi ad altre visioni…



“Un po' come altri qui che hanno messo un qualche guru sull'altarino…”
(Yam 07-09-2005 h.15.53)
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Vecchio 08-09-2005, 15.35.16   #98
Yam
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Estragone
Avevi proprio ragione quando dicesti che ognuno ha i propri guru... l'autoreferenzialità parla a se stessa di se stessa, senza mai aprirsi ad altre visioni…



“Un po' come altri qui che hanno messo un qualche guru sull'altarino…”
(Yam 07-09-2005 h.15.53)

Gia', ma nei miei altarini non c'e' piu' niente, nessun maestro, nessuna filosofia, ma un unico sentire la vita......con tutti i miei limiti.....ho fiducia e sono sereno.

Credo in un mondo migliore possibile, la non-dualita' e' pero' una base necessaria per arrivare ad un maggior rispetto di noi stessi, degli altri, della natura. E' una via, un sentiero, un modo di procedere.

Scusami, quella citata era solo una provocazione....non volevo ferirti in nessun modo e ammiro sinceramente le tue qualita' che secondo me giungeranno alla loro matura espressione quando troverai in te un cuore fiducioso e libero da qualsiasi condizionamento (questo vale anche per me).

"Meglio giocare a dadi con i ragazzini", rispondeva Eraclito a chi lo andava a cercare per confutare la sua visione del mondo.



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Vecchio 08-09-2005, 17.46.36   #99
sunday01
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Estragone
Penso così che la libertà sia unidirezionata dalla conoscenza di Dio.
[…]
In questo ambito non vi sarebbe alcuna libertà se non quella di trasgredire: trasgressione demoniaca. Quindi la libertà è, in questa ottica, solo trasgressione, diversamente non vi sarebbe libertà.
Mi darai atto che in questa tediosa evenienza non vi sarebbe alcuna ragione che possa giustificare l’esistenza del variegato mondo che conosciamo oggi, così come non vi sarebbe alcunissima necessità dell’umanità, saremmo già tutti in Dio e tutti Dio, tutti in un’unica direttrice. Ma così non è!

Dunque, in ultima analisi, non ci sarebbe libertà se non nella trasgressione.
La trasgressione presuppone che ci siano delle regole da trasgredire, oppure che la libertà consista nell’assenza di regole, per cui ognuno fa quello che gli pare.
Ma la libertà di cui parla Gesù, è quella a cui si arriva attraverso la Verità, rappresentata da lui, e che presuppone che questo mondo non sia nella verità, ma prigioniero della menzogna.
Ora, seguendo il tuo ragionamento, la libertà dovrebbe essere undirezionata dalla conoscenza di Dio che si è rivelato attraverso Gesù. E se tutta l’umanità sarebbe tutta in Dio e Dio in tutti, non parrebbe giustificata l’esistenza di questo mondo così come lo conosciamo…
Ma tralasci un particolare: noi non siamo Dio, siamo delle creature di Dio, chi con più talenti chi con meno, questo potrebbe essere determinato dal caso…
Non è possibile in questa ottica che due persone, entrambe orientate verso il bene, compiano le medesime azioni e i medesimi pensieri… questo non avviene nemmeno nei gemelli …
Questo, a mio parere, significa che ognuno di noi, unico e irripetibile, è una piccola parte della creazione e per portarla a perfetto compimento c’è bisogno del contributo di tutti.

Citazione:
Messaggio originale inviato da Estragone

Non è possibile negare la finitudine dell’uomo: mai sarà onnipotente, mai sarà immortale, mai sarà perfetto, mai sarà Dio.
Esistono due concetti assai affascinanti, spesso posti in antitesi: il caso e la necessità. Là dove vi è il caso non vi può essere la necessità. Sarebbero due fattori o forze confliggenti. Il caso sarebbe l’antitesi di Dio rappresentato dalla necessità.
[…]
Ora se tu volessi provare a sospendere per un solo attimo qualsiasi connotazione metafisica, e attenerti esclusivamente a ciò che è riscontrabile in Natura, potresti ravvisare delle consonanze fra quanto io scrissi in precedenza in ordine alla libertà umana e quanto pedestremente riportato or ora.
Le pareti dell’imbuto sarebbero rappresentate dal profondo di ciascuno di noi, dall’inconscio o anima, sarebbero quindi la necessità che coarta il caso; lo spazio entrostante e delimitato da dette pareti, sarebbe l’area d’azione nel cui ambito il caso, il nostro agire e le forze della Natura che interferiscono la nostra attività cosciente operano con indeterminatezza ed in assenza di regole interne determinate a priori, entro cui si dipana la grande matassa chiamata vita.
Noi agiamo mossi dalla nostra volontà cosciente.
[…]
Ma non solo. Sono fortemente interferite dalla casualità (un masso che cade all’improvviso determina una reazione), ed influenzate fortissimamente dall’azione della Natura. La nostra volontà cosciente è fortemente suggestionata ed ispirata anche da quanto staziona nel profondo di ciascuno di noi… dal nostro inconscio, dalla nostra anima. Il tutto, come un coagulo di cui non è nota la composizione e il corretto dosaggio, determina l’esperienza, determina la nostra vita. Per quello affermo che noi non viviamo la vita, ma è essa che vive noi, e la nostra libertà si concreta in quell’eterno oscillare o bordeggiare fra un limite e l’altro, fra un confine e l’altro, producendo questo nostro eterno vagolare fra forre e gore ove l’ombra sovrasta la luce. L’abnorme che è in ciascuno di noi è ciò che, in ultima analisi, determina il nostro moto oscillatorio. Che sia privo di senso o denso di significato, quindi necessario, non so, ma propenderei per la prima delle due ipotesi.

Molto bello il tuo esempio e serve a rendere l’idea: la necessità è la contingenza a cui aspiriamo,
diciamo il bene, il caso sono tutti quei fattori che non dipendono direttamente da noi, ma che stanno al nostro esterno (fatalità, azioni altrui) e al nostro interno (inconscio).
Dal miscuglio di questi fattori si determina la nostra vita e le nostre azioni.
Fin qui sono d’accordo.
Ma non puoi negare che, dall’impostazione di fondo che diamo alla nostra vita, dipendono in gran parte i nostri pensieri e le nostre azioni.
Stando al tuo ragionamento, non avremmo né meriti né colpe, ma è nostro dovere coltivare i talenti che ci sono in noi e non lasciarli marcire, se poi i casi della vita ci sono contrari, sapremo comunque di aver vissuto, poco o tanto non importa, ma di essere stati protagonisti e non comparse…

[L’abnorme che è in ciascuno di noi è ciò che, in ultima analisi, determina il nostro moto oscillatorio. Che sia privo di senso o denso di significato, quindi necessario, non so, ma propenderei per la prima delle due ipotesi.]

Che il nostro moto oscillatorio non sia privo di senso o di significato non sta a noi giudicare.

dal libro di Quolet o Siracide:

“Tutto è come un soffio di vento: vanità, vanità, tutto è vanità …"
[...]
L'uomo si affatica e tribola per tutta la vita
ma che cosa ci guadagna?
Passa una generazione e ne viene un'altra;
ma il mondo resta sempre lo stesso.
[...]
Tutto ciò che è avvenuto accadrà ancora;
tutto ciò che è successo in passato succederà anche in futuro.
Non c’è niente di nuovo sotto il sole…” (Cap. 1 - 1.9)
[...]
In fin dei conti, una sola cosa è importante:
"Credi in Dio e osserva i suoi comandamenti"
e questo solo vale per ogni uomo.
Dio giudicherà tutto quel che facciamo di bene e di male, anche le azioni fatte in segreto. (Cap. 12)

con queste conclusioni: la vita è contradditoria, solo Dio che è Signore del Creato ne conosce il senso segreto, ma per il fatto che siamo sue creature, solo di lui possiamo fidarci…

Un saluto

sunday01 is offline  
Vecchio 08-09-2005, 17.55.58   #100
sunday01
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Re: La Fune Nel Tempo

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Messaggio originale inviato da Mistico
Se non esistesse il tempo, allora nulla esisterebbe, così come qualunque ipotetica cosa non dispiegata in un periodo di tempo non ha possibilità di esistere. Per questa ragione, il presente, per il quale abbiamo già osservato la mancanza di periodo di tempo d’esistenza… non esiste.

Se non c’è un “adesso” di attuazione delle nostre “decisioni”, non esiste la nostra paternità dell’azione.

Se non c’è tempo per il presente, dato che la nostra percezione dell’”Io” è sempre nell’attimo presente, il nostro “Io” non esiste e nulla che sia inesistente può essere artefice dei destini di alcunché.


Io penso invece che noi viviamo in un eterno presente, perchè
il passato è passato e il futuro non è ancora...
Quello che conta è qui e adesso...
l'attimo successivo potrebbe non arrivare mai...
Ciao

sunday01 is offline  

 



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