La prima parte di quanto hai postato mi ricorda molto da vicino un concetto espresso a cavallo fra il III° e IV° secolo della nostra era da un pensatore cristiano che pretese di spiegare l’esistenza e la ragionevolezza del male facendo proprio perno sulla contrapposizione degli opposti, e sulla necessità che vi sia questa contrapposizione. Egli definì il male come una creazione di Dio, volontaria e logicamente necessaria. Anzi, si spinse ben oltre definendola addirittura auspicabile, perché solo così, nel contrasto col bene, si sarebbe esaltato il Valore di Dio e delle Sue incommensurabili virtù… ovviamente con buona pace per chi sulla terra patisce, piange e soffre… non c’è che dire, davvero un bel concetto: <…il bene non si può intendere senza il male, né il male senza il bene…Ti dico in breve che Dio vuole che sia così… Non potremmo percepire la virtù se non esistesse anche il vizio opposto, né potremmo operare la virtù se non fossimo tentati dal vizio opposto; Dio ha voluto questa distinzione e distanza tra bene e male perché possiamo afferrare la natura del bene contrapponendola alla natura del male […] Escludere il male significa eliminare la virtù>.
un saluto


P.S.: scordavo, la persona in questione è Lattanzio

Davvero noi fieri naufraghi crediamo d’avere libero arbitrio?
Non vediamo i limiti dell' agire, in ogni nostra banale volontà
che inesorabilmente si sgretola di fronte ai segni e colpi del fato?

Incredibile sarebbe realizzare che non abbiamo mai fatto niente
da liberi con libera mente, che abbiamo soltanto reagito
ad infiniti e potenti impulsi, sedotti da nascosti influssi
di ammalianti e calde energie.

Ebbri di pesanti e indotti dogmi, d’ illuso pensante proprio volere,
da sempre continuiamo il sogno in un coltivato ansioso delirio
brancolanti nell’ oscuro orgoglio.

Ma se Risveglio ci accadrà, come donata e toccante Grazia,
vedremo con evidenza estrema che il Vero libero arbitrio,
non é nostro, ma del Cosmos.

Allora bevendo fino in fondo in quel sacro trasparente calice
il nettare assassino d’illusioni, svaniranno le identificazioni
ripresentandoci all’istante come punto unico di Totalità.

Esprimeremo una Volontà che non é atto pretenzioso
d’ essere libero e separato, ma beato e nell’arresa liberato,
danzante fra tutto ciò che E’.

Assorbiti da visionaria Fiducia, aldilà di qualsiasi concetto,
oltre la libertà, oltre servitù...saltando ogni duale credenza
trasvoleremo il cielo, potremo Essere...adesso,
straordinariamente e davvero liberi creatori nel Tutto.




P.S. Grazie Estragone...anche per l' informazione...su Lattanzio.

Che dirti, o Mirror dai molteplici volti,
non solo sei un Mistico Saggio
non solo sei nel medesimo tempo un impersonale Osservatore ed un abile Demiurgo
ma sei anche un Poeta, creatore di Immagini.

Ma Vi chiedo:
Se la mia Volontà è una pia Illusione
Se ciò che io chiamo "Volontà" è solo una interferenza alla Vera Volontà Impersonale del Kosmos
Chi o cosa comanda in me quando scelgo di rompere le catene che mi legano a questa fasulla realtà materiale?
E' sempre il Sè che labilmente s'affaccia alla mia percezione?

Lattanzio sta a Mirror come Platone stava a Lattanzio.....

Ed io che faccio fino quando accadrà?
E se tutti fossimo risvegliati come si “divertirebbe” mai il Tutto? Come farebbe le varie esperienze?

Solo domande senza pretesa di essere retoriche (perché so un bel nulla)

Messaggio originale inviato da edali

Ed io che faccio fino quando accadrà?


Quello che stai facendo adesso...stà gia accadendo... ma non ne sei Consapevole, finchè credi di essere un "io agente".


E' per questo che non ci risveglia "Tutti insieme"...e il "Gioco" è Eterno.

E' il Sè, proprio il Sè ...il Tutt'Uno includente anche l'illusione relativa delle catene "materiali" che esistono proprio ed in virtù
dell' identificazione con il senso dell'io (corpo-mente).

"Non vi e' nulla di diverso dal cio' che e', perche' mai vi e' stata separazione alcuna."

Relativo ed Assoluto non possono essere separati, altrimenti cadiamo nell'errore di un dualismo irriducibile.

In questo preciso istante, prima che la dimensione spazio-temporale si manifesti, ossia prima che sorga un qualsiasi pensiero di spazio e tempo, la verita' fondamentale che ho espresso sopra ha ragione di essere.

E' la freccia che colpisce il bersaglio nel centro. In quell'istante accade la fusione degli opposti. La Consapevolezza puo' testimoniare tale evento in cui l'Assoluto (Padre o Parabrahman o Buddha Primordiale o Sunyata) non e' piu' separato dal Figlio (Consapevolezza, Cit) e l'Universo intero appare come Sua manifestazione (Energia, Spirito Santo, Ananda). Sat Cit Ananda o Vuoto - Consapevolezza - Energia.

Questo (apofatico koan) e' l'inizio del sentiero.

Il tuo, più che un koan, appare come una teodicea made by self (eventualmente scusa l'inglese): il mondo che abbiamo di fronte è il migliore mondo possibile. Tale concetto giustifica se stesso, giustificando così anche l’eterna imperfezione (relativo ed assoluto aggrovigliati in una matassa indistricabile) presente nel mondo. Ma ciò di cui parli può essere tanto il Tutto metafisico, quanto la vita immanente che prescinde dalla trascendenza. Cerchi l’unione simbolica e paradossale affermando che assoluto e relativo siano uniti in origine, mai separati, assumendo come fondamento il fatto che il relativismo sia in sé un errore. Questa è una concezione dogmatica, autoreferenziata, quindi non aperta ad altri orizzonti che non siano quelli insiti nell’enunciato stesso. Si tratta di un’atoreferenzialità improponibile che racchiude in sé un dogma che, in quanto tale, non è stato da te sondato compiutamente.
Un saluto

Per me e' stato un cammino interiore, ma sei vuoi dei riferimenti filosofici li puoi trovare in Oriente nell'Advaita Vedanta, nello Dzogh Chen, nelle scuole Buddiste Yogacara o Vijñanavada, rappresentate da Asanga e da Vasubandhu, nel Prasangika Madhyamika, in particolare Nagarjuna, nel Taoismo ecc. ecc. .
Ma il filosofo occidentale che piu' mi apri gli orizzonti, in eta' giovanile, fu Plotino.


p.s.: Non ho detto che il mondo che abbiamo di fronte e' il mondo migliore possibile, ho detto semmai che il mondo che abbiamo di fronte e' cosi come e'.