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Vecchio 24-08-2005, 17.40.23   #1
gyta
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La Potenza dell' Illusione

(Universo olografico)
La coscienza crea illusione

Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano. Immaginarsi malati, immaginarsi sani. Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia, Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che un'illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum).

Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoria sensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come fisico. Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche ha spinto i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tutto ciò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente struttura fisica del corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile della propria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina.

Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienza che provochi dei cambiamenti nell'ologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative come la visualizzazione risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la realtà. Il mondo concreto è una tela bianca che attende di essere dipinta.


(per un maggior approfondimento vi invito a leggere l'articolo completo, è molto chiaro, scorrevole ed assolutamente esplicativo!:ne val la pena!!!
www.buddism.it
quindi su> buddhismo&scienza > Nell'universo olografico la realtà è una illusione )



Gyta

Ultima modifica di gyta : 24-08-2005 alle ore 17.44.16.
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Vecchio 24-08-2005, 18.14.19   #2
sisrahtac
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Ci sono illusioni talmente potenti che cambiano la vita, su questo non ci piove. Immagini così forti come l'ombra , la luce e quelle che tu sai, che possono addirittura possedere gli uomini; ma si tratta solo di proiezioni, di forse, un sovraccarico di significato che la nostra mente primitiva da a certe parole. La realtà non è illusione. La realtà può essere riempita dall'illusione, ma non è illusione. Poi non so, non sono la verità, però la penso così.
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Vecchio 24-08-2005, 18.54.26   #3
fallible
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periodo

Il paradigma olografico ha delle implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo del Virginia, Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che un'illusione olografica, non potremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum).
che tipo di periodo ipotetico è? comunque il tutto molto interessante siceramente da approfondire claudio
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Vecchio 24-08-2005, 19.00.51   #4
fallible
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proporzione

La realtà non è illusione. La realtà può essere riempita dall'illusione,

realta':illusione=realta':illu sione è una proporzione nulla
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Vecchio 24-08-2005, 19.21.55   #5
sisrahtac
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Vecchio 24-08-2005, 20.00.52   #6
webmaster
Ivo Nardi
 
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Paradigma Olografico
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Vecchio 24-08-2005, 20.04.23   #7
SebastianoTV83
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Se la coscienza crea l'illusione del nostro corpo, perché non siamo capaci di esercitarvi pieno controllo? E siamo sicuri di essere solo noi responsabili di ciò che ci accade o anche la coscienza altrui influenza le nostre proiezioni?
SebastianoTV83 is offline  
Vecchio 24-08-2005, 23.21.28   #8
fallible
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??????

Rispondendo con delle domande e come se non rispondessi, dalle stesse si evince, comunque, che lo giuduchi periodo ipotetico della realtà, mi sembra strano accostarel'illusione alla realtà. claudio
fallible is offline  
Vecchio 25-08-2005, 10.14.55   #9
gyta
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Sì, ha ragione Ivo l'articolo è il medesimo! (questo essendo diviso in capitoletti mi sembrava di più "chiara" lettura : comunque il link è www.buddhism.it avevo dimenticato "h")

Grazie Cat per l'indicazione riportata del medesimo articolo -al completo- discusso!!

Mia principale intenzione era fermare l'attenzione sulla coscienza come punto centrale:
l'interdipendenza tra i nostri pensieri che crea la realtà;
Il potere quindi che viene ad assumere la consapevolezza nel comune "accordo" di vedere
e vivere la realtà, il mondo, la vita..!
Con tutto ciò che questo comporta!!

Noi.. che creiamo la nostra stessa realtà...!

Quindi da "illusorio" a "potere della visualizzazione" o meglio ancora "della coscienza"..
Non quindi togliendo "importanza" al "reale" ma cogliendo la potenza attiva
che noi tutti abbiamo in questo, nel creare la comune realtà.. che chiamiamo "oggettiva"!

Poiché se è vero che i nostri pensieri creano la nostra realtà mentale
e quindi la nostra realtà personale, il nostro mondo al singolare,

è altrettanto vero che la nostra stessa coscienza,
la nostra capacità di percepire crea i nostri pensieri, il nostro mondo soggettivo
e nell'unione di questa coscienza, di questo "percepire" infine.. la realtà stessa "oggettiva" !

Allora soffermarsi su ciò significa divenire coscienti del nostro individuale potere
non più noi a "modellarci" secondo la realtà
ma noi che "modelliamo" la realtà secondo il nostro modo di percepirla!!

Allora.. abbiamo si o no tra le mani.. qualcosa di decisamente potente..
e non più solo meri "pensieri", mere "percezioni" che lasciano il tempo che trovano.. ???(!)

(un invito se vogliamo al cogliere quanto del nostro essere può
essere a capo d'ogni creazione di ciò che chiamiamo "reale")



Gyta
gyta is offline  
Vecchio 25-08-2005, 10.52.23   #10
Estragone
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No! Un attimo… non mi ci ritrovo più. Ok per il paradigma olografico – una suggestiva teoria, ben lontana dalla sua dimostrazione, più che altro una speculazione intellettualistica che si avvale, come supporto, di qualche non ancora del tutto compresa osservazione empirica circa il moto delle particelle sub-atomiche – ma la realtà e la coscienza? L’oggettività e la soggettività? Credo che siamo ben lungi dalla formulazione di un qualcosa di organico ed articolato.

Essendo la coscienza una frattura fra la nostra egoicità e ciò che qualche luminare della psicologia del profondo chiamava il nostro Sé, essa definisce la realtà così come la percepiamo soggettivamente. E’ proprio la coscienza che priva questa percezione e questa fattualità dell’osservazione oggettiva. In effetti mi pare te ne renda ben conto anche tu quando affermi, correttamente, che siamo noi <…che “modelliamo” la realtà secondo il nostro modo di percepirla!!>. Questa, a parer mio, è un’osservazione corretta, ma ciò non implica necessariamente che la realtà sia di fatto soggettiva, sono i nostri recettori, il nostro processo di elaborazione e, infine, la nostra coscienza a rendercela tale. Suppongo che in ciò che osserviamo vi sia un nocciolo, un nucleo di essenza indefettibile, che prescinde dall’osservazione e dalle distorsioni percettive, su questa essenza indefettibile s’innestano le nostre sensazioni, sia emotive, sia percettive. Noi non leggiamo il mondo in maniera asettica, affidandoci esclusivamente ai nostri sensi, ma anche facendo perno, in maniera inconsapevole, sulla nostra capacità emozionale: lo leggiamo e cogliamo sia emotivamente sia dal punto di vista sensoriale. Io con questo non intendo negare la possibilità che vi possa essere una comune esperienza fenomenologia, almeno come possibilità o in potenza, ma ritengo che ogni nostra esperienza, nella sua potenziale espressione possibile (quindi nella sua essenzialità), sia fortemente interferita dalla biografia emotiva personale. Ma non solo, credo che le interferenze siano arricchite e rese sempre più variegate, per effetto dell’interazione continua con il contesto socio-culturale in cui noi siamo immersi, sia in origine (nascita), che nel momento in cui viviamo quella data esperienza: una sorta di biografia emotiva collettiva, in parallelo all’inconscio collettivo di cui parlò qualche luminare non troppo tempo fa. Sotto questo cono di luce, è agevole ipotizzare che non vi sia un’esperienza oggettiva, me che vi possa, al più, essere una somma di esperienze soggettive che offre (detta somma) uno spaccato, sempre approssimativo, verosimile, di quel potrebbe essere l’oggettività fenomenologica da noi vissuta.
Sono abbastanza d’accordo con quanto affermi circa il fatto che siano i nostri pensieri a creare la nostra realtà mentale, così come pure essi, a loro volta, sono intergiti ed interferiti dalla nostra coscienza e dalla nostra capacità di percepire attentivamente. Ma è proprio questo strano processo simbiotico a determinare l’impossibilità che si determini un’unica realtà, oggettiva per tutti. Piuttosto, questo processo, questo meccanismo composito e complesso d’interazione, delinea in noi una realtà personale, irredimibile. Quanto è soggettivo rispetto alla collettività, è vero che sia anche oggettivo se riferito all’individuo, ma in questa frattura fra individuo e alterità personali non si compone mai un’unica oggettività. Dedurrei da ciò che noi abbiamo fra le mani un oggetto plasmabile volta per volta, che ciascun individuo può forgiare a ‘suo’ piacimento entro i limiti dei condizionamenti di cui è fatto oggetto. A sua volta, nell’ambito di questa attività modellante, egli stesso è sottoposto all’effetto boomerang che lo plasma a sua volta. E’ questa, in definitiva, la vera crescita evolutiva, sia biologica che psicologica (per me anche spirituale), cui siamo costantemente sottoposti.
Un saluto
Estragone is offline  

 



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