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Vecchio 13-09-2005, 13.34.34   #1
sergio
yoga non si fa, yoga si è
 
Data registrazione: 05-04-2005
Messaggi: 149
Il non attaccamento

Vi "incollo" sotto una cosa su cui sto riflettendo in questo periodo...

Qualcuno ha dei suggerimenti per mettere in pratica quanto viene detto?

Grazie e ciao a tutti,


s


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“Aforismi Yoga di Patanjali – Alla ricerca di Dio” –
A cura di Swami Prabhavana e Christopher Isherwood –
Edizioni Mediterranee,.

Capitolo 1, Aforisma 15:
Il non attaccamento è la padronanza di se stessi; è la libertà dal desiderio di ciò che si è visto o udito.

Commento dei curatori:
(…)
Il non attaccamento è l’esercizio della discriminazione. Otteniamo gradualmente il controllo sulle onde pensiero “dolorose” o impure chiedendo a noi stessi: “Perché in realtà desidero quell’oggetto? Quale vantaggio permanente mi viene dal possederlo? In che modo il possederlo mi aiuterà ad acquisire maggiore conoscenza e libertà?”. Le risposte a queste domande sono sempre sconcertanti. Ci fanno vedere che l’oggetto desiderato non soltanto è inutile come mezzo per la liberazione, ma potenzialmente dannoso perché porta all’ignoranza e alla schiavitù, ed anche che il nostro desiderio non è realmente desiderio dell’oggetto in se stesso, ma soltanto un desiderio per desiderare qualcosa, semplice irrequietezza della mente.
(…)
Il non attaccamento può essere acquisito molto lentamente. Ma anche nei suoi stadi preliminari è ricompensato da un nuovo senso di libertà e di pace. Non deve mai essere inteso come austerità, un tipo di autotortura , qualcosa di orribile e penoso. La pratica del non attaccamento dà valore e significato anche agli avvenimenti più insignificanti del giorno più noioso. E, progredendo e acquisendo maggior padronanza di noi stessi, dovremmo accorgerci che non rinunciamo a nulla che ci è realmente utile e necessario, ma che ci rendiamo semplicemente liberi da desideri e bisogni immaginari.
Con questo spirito, l’animo cresce in grandezza finchè, calmo e immobile, può accettare il peggior disastro della vita. Cristo disse: “Il mio giogo è agevole e il mio fardello leggero”, intendendo che la vita normale di attaccamento dei sensi dove manca la discriminazione, è in realtà molto più penosa, più dura da sostenere, delle discipline che portano alla liberazione.
(…)


^^^
sergio is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.39.32   #2
ancient
Ospite abituale
 
L'avatar di ancient
 
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
Citazione:
Qualcuno ha dei suggerimenti per mettere in pratica quanto viene detto?

se c'è bisogno di suggerimenti, forse non è giunto ancora il momento di metterlo in pratica.
ancient is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.43.47   #3
sergio
yoga non si fa, yoga si è
 
Data registrazione: 05-04-2005
Messaggi: 149
Wink ah ah ah !

la mia richiesta era un invito al confronto, ovvio...

penso di sapere scegliere cosa fare o meno, indipendentemente dalle opinioni altrui...
sergio is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.46.38   #4
ancient
Ospite abituale
 
L'avatar di ancient
 
Data registrazione: 10-01-2003
Messaggi: 758
un altro punto di vista sull'argomento:

La mia esperienza con i praticanti occidentali è che siano troppo distaccati: abbiamo bisogno di imparare come diventare attaccati, in modo salutare.
Quando le persone parlano di distacco e rinuncia, spesso significa che c'è qualcosa che si vuole evitare in modo fobico. Il vero distacco, o il vero non attaccamento, è un immergersi profondamente e ha a che fare con il cuore nella sua interezza. Significa darsi completamente a ciò che si sta facendo, alla persona o alla situazione che si hanno davanti, senza riserve; è fare qualsiasi cosa si stia facendo completamente e poi lasciare andare.


[da un articolo di Jack Engler]
ancient is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.49.12   #5
sergio
yoga non si fa, yoga si è
 
Data registrazione: 05-04-2005
Messaggi: 149
grazie !

ecco i contributi mi aspettavo!

grazie !
sergio is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.49.14   #6
La_viandante
stella danzante
 
L'avatar di La_viandante
 
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
ciao Sergio

penso che dando una lettura qui

http://www.pinessi.it/antony_de_mello_2.htm

tu possa aggiungere qualche tassello alla tua ricerca



La_viandante is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.50.45   #7
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
L'avatar di Mirror
 
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
Senza sostegni...di qualsiasi genere

Ciao Sergio...

Cercare o desiderare "il non attaccamento" è creare le basi di un nuovo attaccamento.

Il "non attaccamento" accade quando avviene la Comprensione, improvvisa, lampante, che spazza tutti i concetti sull'attaccamento e il "non attaccamento"...accettando la Grazia del Ciò che E', qui ed ora.

Allora non rimane neanche il concetto di un "qualcuno" che deve distaccarsi.


Ultima modifica di Mirror : 13-09-2005 alle ore 13.56.08.
Mirror is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.54.18   #8
sisrahtac
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
Ciò che penso l'ho già detto qui

Non attaccamento. Bisogna essere un Cristo Senza la sua Croce. Morto sulla croce della Compassione Umana, e poi risorto, mezzo uomo e mezzo Dio.
Distacco. Bisogna essere un Riflesso che si stacca dallo Specchio.
Praticamente impossibile. Forse.
sisrahtac is offline  
Vecchio 13-09-2005, 13.56.45   #9
Nemo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-08-2005
Messaggi: 297
[Il non attaccamento è la padronanza di se stessi; è la libertà dal desiderio di ciò che si è visto o udito. ]
Secondo me dice tutto quello che +- dicono i filosofi greci
Possedere sensa essere posseduti...
Posso appagare un desiderio e essere libero da esso sensa scadere nel vizio ed essere posseduto dal desiderio...
Se voglio un bicchiere di vino posso berlo o posso convincermi di non volerlo bere...
Se lo bevo lo devo fare assaporando il gusto in ogni minimo dettaglio sensa per questo berne un altro bicchiere...
Nemo is offline  
Vecchio 13-09-2005, 18.35.56   #10
SebastianoTV83
Utente bannato
 
Data registrazione: 11-05-2005
Messaggi: 639
Secondo me il ricercare l'assenza del desiderio è una cosa puerile (senza offesa) e contradditoria. Il desiderio di distaccarsi dalle cose (dall'amore, dal lavoro, dalla famiglia etc.) deriva inevitabilmente da una delusione del confronto dell'oggetto in questione e del DESIDERIO di allontanarsi, distaccarsi da esso, cessare il dolore (ovvero scaricarlo nel cesso). Ebbene, per il semplice fatto di ricercare (e quindi desiderare) il distacco si desidera tale condizione e si entra quindi in un circolo vizioso che porta al punto di partenza. Non è forse meglio l'accettazione del dolore come parte integrante del divenire?
SebastianoTV83 is offline  

 



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