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Vecchio 15-01-2006, 22.24.38   #1
VanLag
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Il Tao Te Ching.....

Ho scritto nel post sulla Bibbia che il libro più tradotto è il Tao Te Ching, scherzavo....... ma non tanto, perché è certamente il secondo testo, appunto dopo la Bibbia, tradotto in più lingue, (secondo alcuni, supera addirittura la Bibbia).
La sua nascita viene attribuita a Lao Tsu, un maestro taoista che visse in Cina ai tempi di Confucio, cioè verso la meta del quinto secolo a.C.

C’è qualcuno che lo ha letto?
Se si che impressioni ne ha tratto?

Grazie per eventuali risposte.......
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Vecchio 16-01-2006, 13.53.02   #2
ancient
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Il problema del Tao Te Ching è che è sostanzialmente intraducibile - o, comunque, che ogni traduzione in una lingua occidentale coglie solo una minima parte della ricchezza di senso dell'originale.
Bisognerebbe avere una perfetta conoscenza del cinese, della cultura che l'ha prodotto, e, ancor di più, delle esperienze spirituali cui si riferisce l'Autore (o gli Autori) per poterlo comprendere appieno. Ma, in quest'ultimo caso, ne avremmo ancora bisogno?
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Vecchio 16-01-2006, 14.10.20   #3
Major Tom
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L'ho letto.E' un libro molto piacevole e saggio,anche se ripete sempre più o meno la stessa cosa:lasciati andare al flusso delle cose,non sforzare gli eventi.
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Vecchio 16-01-2006, 14.11.49   #4
VanLag
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Il problema del Tao Te Ching è che è sostanzialmente intraducibile - o, comunque, che ogni traduzione in una lingua occidentale coglie solo una minima parte della ricchezza di senso dell'originale.
Bisognerebbe avere una perfetta conoscenza del cinese, della cultura che l'ha prodotto, e, ancor di più, delle esperienze spirituali cui si riferisce l'Autore (o gli Autori) per poterlo comprendere appieno. Ma, in quest'ultimo caso, ne avremmo ancora bisogno?
Indipendentemente dalla tua osservazione, sulla traduzione, che è pertinente, non dici se l’hai letto o no e se ne hai ricavato qualche impressione particolare?

Sulle altre osservazioni direi..... "ni", nel senso che vista l’importanza del testo, penso comunque che siano state fatte, da eminenti sinologi, traduzioni (soprattutto in inglese), fedeli al massimo all’originale.
Sulla cultura che lo ha prodotto, da quello che ne so, credo che sia riconducibile alle culture sapienziali, (ad esempio quella indiana). Non a caso Lao Tse è collocato, come data, ai tempi del Budda..... data di grandi fermenti....

Ho il testo nel cassetto e stò aspettando un giorno che senta la dovuta calma, e soprattutto, nel quale non abbia vicino nessuno che mi possa interrompere nella lettura.

Grazie comunque per la tua risposta …… Grazie anche a Major Tom



Ultima modifica di VanLag : 16-01-2006 alle ore 14.13.02.
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Vecchio 16-01-2006, 16.51.43   #5
ancient
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Indipendentemente dalla tua osservazione, sulla traduzione, che è pertinente, non dici se l’hai letto o no e se ne hai ricavato qualche impressione particolare?

Sulle altre osservazioni direi..... "ni", nel senso che vista l’importanza del testo, penso comunque che siano state fatte, da eminenti sinologi, traduzioni (soprattutto in inglese), fedeli al massimo all’originale.
Sulla cultura che lo ha prodotto, da quello che ne so, credo che sia riconducibile alle culture sapienziali, (ad esempio quella indiana). Non a caso Lao Tse è collocato, come data, ai tempi del Budda..... data di grandi fermenti....

sì, chiaramente ne ho lette varie versioni. E' senz'altro un testo molto profondo, che merita di essere letto e meditato. Ma, ripeto, nessuna traduzione in lingua occidentale può coprire la gamma di potenziali significati espressa dagli ideogrammi: un medesimo ideogramma può assumere valore di sostantivo, avverbio, aggettivo o verbo. Ovvio che questo comporta sempre una scelta ben precisa da parte del traduttore rispetto a una gamma di interpretazioni possibili. Gli stessi commentatori cinesi divergono nelle loro interpretazioni del testo (il che è tutto dire). In più, il testo era originariamente scritto su piccoli supporti di legno legati tra loro: andando perso quel legame fisico, il loro ordine di successione è divenuto opinabile (esistono infatti versioni differenti). Riguardo alla cultura cinese, essa ha caratteristiche del tutto peculiari, e per comprenderla non basta un'infarinatura di dottrine sapienziali, seppur indiane: ma può aiutare senz'altro un' 'affinità interiore' con quanto viene espresso da Lao-Tzu. In effetti, se nonostante tutti i problemi e le vicissitudini esegetiche qualcosa del senso profondo del Taoismo è giunto fino a noi è forse proprio grazie a un'intima risonanza del nostro essere con quella saggezza senza tempo...
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Vecchio 16-01-2006, 21.19.59   #6
VanLag
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sì, chiaramente ne ho lette varie versioni. E' senz'altro un testo molto profondo, che merita di essere letto e meditato.
Come dicevo non ho letto il Tao Te Ching, ma mi sono fatto un’infarinatura sul taoismo e devo dire che trovo tante analogie con U.G. Krishnamurti, soprattutto laddove si parla della naturalezza e del wu wei. Infatti wu wei, viene tradotto come “non azione”, o al meglio come "non interferenza" (che è un'accezione già + nobile), ma, secondo me, wu wei è molto simile all’azione naturale di cui U.G. ha parlato spesso. Do un paio di riferimenti.

Capisco il vostro problema. Le azioni della vita sono fuori dal campo del pensiero. La vita è semplicemente una sequenza di stimoli e risposte; e quegli stimoli e risposte rappresentano un movimento unitario. Ma è il pensiero che crea una separazione e dice che uno è lo stimolo e l’altro la risposta. Ogni azione che nasce dal pensiero è distruttiva, perché il pensiero è un meccanismo di auto-perpetuazione. Ogni azione che è fuori dal campo del pensiero è un movimento continuato; è uno col movimento della vita. E’ quel flusso è ciò a cui mi riferisco. (“No Way Out “ capitolo 6 http://www.well.com/user/jct/nwo6.htm)

Questo è tutto ciò che c'è lì. Gli date un nome e la chiamate disperazione. Voi non siete disperati. Voi non agite come una persona disperata, parlate solo di queste cose: disperazione, vuoto, vacuità. Non è realmente vuoto. Se ci fosse il vuoto, quella, sarebbe l'azione della vita. (http://www.gianfrancobertagni.it/mat...onbramosia.htm)

Cioè un'azione in totale armonia con la vita. Ma mi fermerei qui, altrimenti mi entusiasmo e non parliamo più di Tao.

Conosco la difficoltà di traslitterare gli ideogrammi cinesi che non corrispondono ad un carattere specifico ma piuttosto ad un piccolo disegno.

Ti ringrazio per il tuo feed back sulla lettura del Tao Te Ching, e Grazie anche a Major Tom.... e mi metto in fiduciosa attesa di altre testimonianze.


Ultima modifica di VanLag : 16-01-2006 alle ore 21.24.18.
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Vecchio 24-01-2006, 10.09.44   #7
VanLag
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Anche se l’argomento Taoismo vedo che non è molto popolare, approfitto di questo 3d sul Tao Te Ching per fare una segnalazione.

Interessandomi ultimamente delle filosofie cinesi, sono incappato, troppo spesso, in una uguale frase che riguarda Laozi, (o Lao Tse), cioè l’autore del Tao Te Ching, che invariabilmente sosteneva: - “Ma l’esistenza di questo maestro è probabilmente leggendaria”.

Questa affermazione, piuttosto gratuita e mai spiegata, mi ha spinto ad una mia ricerca da cui è nato uno scritto che trasporta il lettore nel cuore dell’antica Cina, in un viaggio in biblico tra dati storici e speculazioni filosofiche, all’inseguimento del mito di Laozi

Chi, come me, ha curiosità e cuore aperto è dunque invitato a riscoprire se .... "Lao-Tse fu mito o realtà?”

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Vecchio 24-01-2006, 10.20.42   #8
Yam
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Come dicevo non ho letto il Tao Te Ching, ma mi sono fatto un’infarinatura sul taoismo e devo dire che trovo tante analogie con U.G. Krishnamurti, soprattutto laddove si parla della naturalezza e del wu wei. Infatti wu wei, viene tradotto come “non azione”, o al meglio come "non interferenza" (che è un'accezione già + nobile), ma, secondo me, wu wei è molto simile all’azione naturale di cui U.G. ha parlato spesso. Do un paio di riferimenti.

Questa e' la Chiave.
Tu gia' agisci "spontaneamente".



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Vecchio 24-01-2006, 10.22.50   #9
turaz
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momento di grazia collegandolo al 3d del figliol prodigo...
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Vecchio 24-01-2006, 16.49.39   #10
VanLag
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Come dicevo non ho letto il Tao Te Ching, ma mi sono fatto un’infarinatura sul taoismo e devo dire che trovo tante analogie con U.G. Krishnamurti, soprattutto laddove si parla della naturalezza e del wu wei.....
Lo ha detto lui stesso, rifiutando l’omologazione alla tradizione indiana, che “forse” ha analogie col Tao.
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Tu gia' agisci "spontaneamente".
Io agisco spontaneamente?
Forse mi proietti peculiarità tue, nel senso che sei tu che, sei o ti senti, spontaneo....….. ma comunque qui l’oggetto del contendere e Laozi più della nostra spontaneità......

P.S. che ne dici di un giro in Cina, invece che in India?

VanLag is offline  

 



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