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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 03-02-2006, 10.00.47   #1
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
A N I M A

Non ricordo chi, ma qualcuno una volta disse, ciò che ci parla dall’interno, con voce flebile, come un eco appena percettibile, è una legione, non è un demone. Noi siamo mille essenze miscelate e aggrumate in un agglutine indistricabile. E’ la nostra anima un caleidoscopio dai mille colori e dai mille significati. Per questo è oltremodo indelicato fornire voce a chi voce non ha, se non quel poco e tanto che urla dal profondo come Vox calmanti, di cui noi odiamo solo un eco. Il Cantico dei Cantici, meraviglioso libro ispirato, ci canta appunto questa meraviglia che ammalia… ci canta la vita come essenza forgiatasi nel profondo di ciascuno di noi. Il Cantico dei Cantici è Eros, ma scorda di trasportare con sé la legione che abita il nostro intimo. Dà voce, monocorde, ad una sola parte della vita: la meraviglia, scordando l’abnorme, il terrifico che è in noi. L’anima non ha una sola voce, non canta, non si esprime in poesia, quel che leggiamo composto in versi è solo quel vapore sulfureo che percepiamo come richiamo dagli inferi. Potremo, forse, dire che

L’anima sia il substrato personale entro cui unitariamente sprofonda l’essere in tutta la sua molteplicità di forme, prima che si avvertisse la scissione dovuta ed operata dall’insorgere della coscienza. Potremo inferire che sia un substrato magmatico, ribollente che permane nel profondo di ciascuno di noi in un punto che anticipa e previene la scissione fra ragione ordinativa e follia disgiuntiva e scompaginante. La L’anima è così il punto dell’equilibrio fra i due suoi costituenti, ma oggi si assiste alla sua disfatta al cospetto del trionfo della razionalità scientista che promana della coscienza, la quale ha relegato nel campo della patologia la follia dionisiaca del ditirambo, tramutato e costretto in insipiente danza regolata, che preclude così lo sguardo a più sensi e più voci. La coscienza è una scissione operata fra le due forze: propende verso la ratio ordinativa e rifugge il folle kaos della vita. L’anima è personale e si coniuga con l’anima collettiva rappresentata dall’ambiente e dalla cultura coeva. Anima collettiva intrisa di reminiscenze del passato che la colorano con i colori attinti e trasfusi nel corso del tempo. L’Anima rappresenta il contrappunto e il complemento della coscienza: là dove l’una unisce e scompagina, l’altra scinde e ordina. Sono due attitudini che si completano per tenere il suo abitatore (abitato), l’uomo, in costante tensione verso la vita. L’anima è l’occulto che ci abita, l’inconscio che ci agisce, l’irrazionale che si appropria di noi e delle nostre azioni e scelte, mai pienamente nostre. Non vi è una scienza per l’Anima, non vi può mai essere una scienza che dia voce all’anima. L’occhio non può osservare se stesso nell’atto di osservare se stesso: la psicologia, logos dell’anima, è la presunzione di dar voce a chi urla nel silenzio. Compie il misfatto di fornire regole universali che la decodifichino. Ma è un assunto dogmatico, è un’aporia, una contraddizione, una violenza ed una violazione della sua intima essenza. Così la psicoanalisi (scomposizione in elementi semplici dei tratti caratteristici della psiche-anima), è un’altra ingiuria perpetrata nei confronti di ciò che non è visitabile ed osservabile per parti da ricomporre. Non è possibile rendere oggettivo ciò che è soggettivo. La scienza imporrebbe un’osservazione del fenomeno priva d’interferenze, la più asettica possibile. Ma nella ‘scienza’ dell’anima, del profondo, l’osservatore e l’osservato coincidono, e la razionalità necessaria alla sua decodifica e anamnesi è comunque interferita dall’anima stessa; rappresentando, infatti, il nostro conscio (coscienza) circa il 10% del fenomeno denominato nel suo complesso Uomo, qualsiasi azione, atto razionale, ivi compreso anche l’atto di osservare, leggere e ridurre in asettiche e fredde formule di comportamento, sono sempre interferite in buona misura da elementi e fattori occulti, esoterici, che sgorgano e scaturiscono dal profondo occulto. La religione (religare), che coniuga, che lega è un’altra assiomatica impostura. Non inferisce circa l’Anima, ma inferisce in ordine al suo promanare e al suo dispiegarsi nell’esistenza, fino a spingere il proprio campo d’indagine verso l’epilogo escatologico e la sua riunificazione con ciò da cui si è in origine scissa. Fino ad argomentare e dedurre la sua intima attitudine a coniugarsi con qualcosa da cui in origine si sarebbe disgiunta. Fino a conclamare ed enunciare la sua perenne e costante correlazione con la fonte primordiale… che assurda pretesa! La religione, argomentando in tal senso, conchiude il senso e la significatività dell’esse in anima entro uno spazio escatologico, rinviando la sua forza agente ad un futuro da compiersi, vanificando e negando il suo carattere ctonio, che attiene più agli inferi che al sublime e celestiale. L’anima è un flusso che sgretola le regole, imponendosi come forza luciferina insondabile. Per cui non vi può essere logica che la trattenga, che la conchiuda entro leggi ferree e regole irredimibili. L’Anima è al tempo stesso Meme e Lethe, ricordo e oblio. Parla un linguaggio simbolico, esoterico, non decifrabile. E’ un paradosso che si esprime unitariamente nella sua molteplicità. Dar voce all’anima, farla parlare con il linguaggio dei verbi, degli avverbi, dei sostantivi comuni è una forzatura improponibile: l’inconscio non parla la nostra lingua, urla nel silenzio che udiamo e vediamo in sentimento ed emozioni. Non vi è una sola anima in noi, vi sono tante anime quante sono le percezioni e le risposte che ad esse per buona misura inconsciamente forniamo, con nostre scelte ed atti che ci scelgono e ci agiscono. Noi non abbiamo un’anima, noi siamo dell’anima.
Ciao
visechi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 10.01.58   #2
visechi
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cosa sia l’anima è un quesito che ha attraversato i tempi, una domanda che tutti, prima o poi, ci siamo posti, le cui risposte hanno riempito e riempiono le biblioteche di tutto il mondo, senza però mai giungere a fornire una risposta ultimativa o esaustiva. Cosa sia l’anima, conoscerla non tanto nella sua spiegazione terminologica, affascina, perché è entrare in contatto e conoscere quel qualcosa d’ultraterreno che parrebbe c’informi. Ma se l’anima è davvero l’occulto che ci abita noi veramente “non possiamo sapere a che cosa esattamente ci riferiamo, perché la sua natura è nebulosa e si rivela più che altro per allusioni, per sprazzi di intuizione, in sussurri e nelle improvvise passioni e bizzarrie che interferiscono nella nostra vita e che noi ci ostiniamo a chiamare sintomi” (J.Hillman) . Ma la sentiamo, sentiamo la sua flebile voce che sussurra. Leggevo un tempo che l’anima si esprime in emozioni e sentimenti, che si esprime in gemiti e gioia, in sofferenza e felicità. L’anima ci parla e noi avvertiamo il suono della sua voce ogniqualvolta ci troviamo al cospetto di noi stessi, del nostro intimo, del nostro profondo; l’anima è visibile nelle sue manifestazioni esteriori: quando amiamo, quando piangiamo – le lacrime sono forse l’essudazione dell’anima, e il sorriso il suo brillio, il suo rilucere -; noi possiamo sentirla, ascoltarla. Quando un’anima è ferita, soffre tutta la persona. Il dolore non porta maschere, si mostra nudo, rendendo palese così l’anima e portando alla superficie la sua voce in forma di gemiti. Il dolore è ciò che maggiormente ci avvicina a questo profondo, perché il dolore induce colui che soffre a guardarsi dentro, la sofferenza è un’introflessione, per cui si scandaglia l’intimo andando a sfiorare quell’essenza occulta che è in ciascuno di noi. La gioia porta all’esterno, è un’estroflessione, per quello quando si gioisce, quando si è felice – sempre solo un attimo che svapora in fretta – si è meno portati ed inclini a scandagliare il proprio intimo e sentire l’anima.
Ciao

Ultima modifica di visechi : 03-02-2006 alle ore 10.03.32.
visechi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 11.00.43   #3
fallible
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anima

Buon giorno! Ho letto quanto scritto dall’amico è devo , come dire, inchinarmi di fronte alla struggente bellezza del suo scrivere, sono rimasto appunto affascinato dalla Cultura e profondità di pensiero nella sua linearità espositiva,ma una questione mi sorge dopo la lettura; concordo pienamente con quanto affermato riguardo l’ “anima”, della sua intangibilità e indescrivibiltà e vivibilità soggettiva; poi ;mi sembra; venga asserito (punti di vista) che la sofferenza aiuti, perché portata all ‘’’introspezione” e quindi l’Anima più vicina………(ritengo che anche l’estroversione colleghi all’Anima), come però ci si può avvicinare a qualcosa che E’ ma non “vivibile” con percezioni legate al conscio? O non ho capito niente?
claudio
fallible is offline  
Vecchio 03-02-2006, 13.46.27   #4
paperapersa
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l'anima

c'è qualcuno a parte visechi che vuol cimentarsi a dare "ove possibile" una definizione di questo termine?
mi piacerebbe sentire qualcun altro.
paperapersa is offline  
Vecchio 03-02-2006, 14.07.03   #5
SonoGiorgio
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L'anima è un campo elettromagnetico
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Vecchio 03-02-2006, 14.19.04   #6
nonimportachi
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L'anima è una leggenda metropolitana.
nonimportachi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 14.21.04   #7
Sweet Cat
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l'anima è la nostra parte eterea..non materiale...
secondo me è la nostra forza vitale alla quale possiamo attingervi...sempre se si riesce a stabilire un contatto con questa forza ( cosa non certamente facile...). ..che porta alla trasformazione di noi stessi e degli altri.
Sweet Cat is offline  
Vecchio 03-02-2006, 14.24.26   #8
turaz
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l'anima è condensazione elettromagnetica di energia.
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Vecchio 03-02-2006, 14.54.12   #9
edali
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Messaggio originale inviato da turaz
l'anima è condensazione elettromagnetica di energia.

Che vibra a diverse frequenze. L’anima è come la musica.

Possiamo dire “cullarsi con l’anima” ?
edali is offline  
Vecchio 03-02-2006, 15.02.16   #10
Campanellino
l'isola che non c'è
 
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Messaggi: 48
<Noi non abbiamo un’anima, noi siamo dell’anima.>

Io mi sento anche anima, ossia non distinguo il mio essere corpo/anima, non finchè sono in questa vita.
Ci piace fare distinzioni: gioia/dolore, vita/morte, corpo/anima, ma
sono complementari tra loro.
La sede dell'anima, diceva Novalis, è dove il mondo interiore e quello esteriore si toccano. Quando essi si compenetrano, la sede è in ogni punto della compenetrazione.



Campanellino is offline  

 



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