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Vecchio 25-02-2006, 10.38.42   #1
Lucio Musto
Rudello
 
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Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
Quella barba bianca nel triangolo oltre l'infinito

Che ne dite di parlare di Dio?
Non è una proposta troppo ampia se limitiamo il campo

A me piacerebbe fare una piccola collezione di riflessioni con tema:

«Il “mio” Dio. Com’è».

La metafora personale dell’ “Assoluto”, del “perché”, del “dunque”, del “ciò che conta”.

Immagini affatto originali, perché se l’ “Assoluto” è uno per definizione, ognuno lo percepisce attraverso sé stesso…. Ed ognuno di noi è diverso da ogni altro.

E se qualcuno vuole affermare: «Io, un Dio non ce l’ho», stia attento a quello che dice.
Perché un dio ce l’abbiamo tutti; magari sotto forma di bottiglia di Gin o di rigatoni al sugo… o nero, in un gatto nero, o nell’accordo irraggiungibile… ma ce l’abbiamo tutti.

Senza Dio infatti, non si può vivere.

Rudello 24 febbraio 2006 parole 136
Lucio Musto is offline  
Vecchio 25-02-2006, 11.51.56   #2
fallible
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Data registrazione: 27-10-2004
Messaggi: 1,774
Help!

Buon giorno! non capisco?? il mio è.......... Azzurro se poi per dio intendi l di bottiglia di Gin o di rigatoni al sugo… o nero, in un gatto nero, o nell’accordo irraggiungibile… ma ce l’abbiamo tutti.

sono d'accordo lo possone essere anche le "parole" claudio
fallible is offline  
Vecchio 25-02-2006, 12.59.57   #3
paperapersa
Ospite abituale
 
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Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
Re: Quella barba bianca nel triangolo oltre l'infinito

Citazione:
Messaggio originale inviato da Rudello
Che ne dite di parlare di Dio?
Non è una proposta troppo ampia se limitiamo il campo

A me piacerebbe fare una piccola collezione di riflessioni con tema:

«Il “mio” Dio. Com’è».

La metafora personale dell’ “Assoluto”, del “perché”, del “dunque”, del “ciò che conta”.

Immagini affatto originali, perché se l’ “Assoluto” è uno per definizione, ognuno lo percepisce attraverso sé stesso…. Ed ognuno di noi è diverso da ogni altro.

E se qualcuno vuole affermare: «Io, un Dio non ce l’ho», stia attento a quello che dice.
Perché un dio ce l’abbiamo tutti; magari sotto forma di bottiglia di Gin o di rigatoni al sugo… o nero, in un gatto nero, o nell’accordo irraggiungibile… ma ce l’abbiamo tutti.

Senza Dio infatti, non si può vivere.

Rudello 24 febbraio 2006 parole 136

Credo di averlo detto altrove ma ribadisco volentieri:
il mio Dio è AMORE INCONDIZIONATO e cioè assolutamente
al di là di ogni giudizio. E' accettazione totale di ogni parte di me,
è riflesso in ogni creatura, è ogni creatura e allo stesso tempo è talmente aldi sopra di ogni creatura da non potere essere
nè descritto nè immaginato.E' bellezza, armonia, luce, colori, saggezza, conoscenza, musica, canto, espressione della sua magnificenza in ogni atomo di vita.
paperapersa is offline  
Vecchio 26-02-2006, 19.05.47   #4
Lucio Musto
Rudello
 
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Data registrazione: 08-01-2006
Messaggi: 943
Il Dio fuori di me

Il “mio” Dio è naturalmente quello che indico nel titolo “quella barba bianca oltre l’infinito” ma penso di dovere aggiungere qualcosa a spiegazione della parafrasi; eccomi.

Per infinito intendo tutto il mio universo, sia percettivo che cognitivo, tutto quanto io riesca ad afferrare con i sensi, col ragionamento, con le emozioni, con le intuizioni. Tutto ciò che per me ha una comprensione, come ad esempio il tempo fra la mia nascita e la mia presumibile morte.

Ebbene tutta la mia vita, il mio esistere, tutto questo mio “infinito” trova logica e perché nell’esistenza di un qualcosa che sia “oltre”, che sia “al di fuori” di esso cui confrontarsi ed a cui rapportarsi. Cioè a dire, nella mia escatologia io sarei affatto diverso se non mi giustificassi, se non partecipassi attivamente in un progetto ampio, assoluto. Un processo divino o se preferite, sovrannaturale.

Se per assurdo io, e tutti gli altri viventi, non fossimo altro che bizzarre aggregazioni di atomi e di nulla, di scariche elettriche e forze fisiche, come affermano taluni positivisti, sarebbe perfettamente identico che essere ciottoli di fiume, che pure dividono la loro esistenza in una nascita una storia, un logoramento e successiva trasformazione in altro, ma nulla a che vedere con quella che intendiamo per vita; e non avrebbe quindi nemmeno senso parlarne.

Questo è dunque tutto quanto io ho da dire sul “mio Dio”. Io mi definisco un cristiano cattolico mediocre e mediocremente praticante, ma questo viene dopo. L’essere discepolo di Cristo è cosa che è “all’interno” della mia esistenza, ed è un altro discorso. Il pensiero di Dio invece è “prima”, ed “oltre” la mia esistenza. Potrei non essere cristiano, e sarei ancora io.

Senza Dio, sarei nulla.

Rudello 26 febbraio 2006 parole 288
Lucio Musto is offline  

 



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