L’esperienza dell’unità.

Yam · 03-03-2006, 12.33.56

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Messaggio originale inviato da gyta

Gyta

Grazie per l'intermezzo pubblicitario.
Le ideologie servono sempre a ricordarci che possiamo sempre indossare un buon paio di occhiali e farci scivolare tutto addosso.

Mirror · 03-03-2006, 12.49.26

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Messaggio originale inviato da gyta
L' "esperienza dell'Unità" è un punto molto, molto importante: dimorarne è (a mio avviso!) la "cartina al tornasole"!!
Non parlo naturalmente dell'esperienza passeggera, ma della "visione", comprensione profonda della realtà che non resta episodio separato ma centro costante, trasformazione reale e profonda: modo d'intendere, di sentire, di vedere.

Quando l'esperienza "dell' Unità" resta episodio a sé stante,
la reale trasformazione non è ancora avvenuta, resta in potenziale come possibilità.

Questo dimorare nell'esperienza dell'Unità come "centro" unico d'essere, di "modalità" d'essere
è ciò che distingue la "ricerca" dal "trovato" e non può certo rimanere come 'episodio' una tantum
o separato. Bisogna che la totalità dell'essere sia ancorata: una "modalità" pressoché "istintuale"
di un sentire unitario, che divenga un sentire diretto, e non abbisogni più del pensiero razionale per dimorare, per essere.

Il "Risveglio" non "Accade" se non siamo aperti ad accoglierlo;
diviene episodio sporadico, magari passato inosservato o confuso con un momento "estatico" di "rapimento"!

Ritengo perciò fondamentale, "cosa naturale", l'esperienza dell'Unità,
un modo di sentire, d'essere, che certo passa attraverso il "conosci te stesso"
ma non si ferma alla teorica conoscenza divenendo "input" scatenante di una radicale
e profonda trasformazione.

"Come un limpido cristallo di rocca assume l'uno o l'altro colore per effetto di ciò che vi si sovrappone, così la mente purificata è trasparente a qualunque cosa incontri: vedente, processo del vedere o cosa veduta."
(Patañjali -Yogasûtra)

Gyta

Ciao Gyta...
mi fa molto piacere risentirti.

Condivido il succo del tuo interessante e acuto intervento.

ancient · 03-03-2006, 12.58.13

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Messaggio originale inviato da Yam
Perbacco...certo che e' cosi, pero' c'e' l'elemento "fisico" corrispondente perche' credi che il cuore sia cosi vulnerabile alle forti emozioni al punto da infartare?

certo, questo è indiscutibile.

Yam · 03-03-2006, 12.59.13

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Messaggio originale inviato da gyta

La "perla" del "Segreto del fiore d'oro" è il "Centro" trovato,
è la dimora onnipresente, esperienza d'Unità che diviene Modalità (Unica) del sentire,centro d'Essere costante, non più "pensiero pensato", non approccio unicamente razionale/pensato.

La perla del Fiore d'Oro e' un qualcosa che e' nato, ma che abbisogna di "cure". Il testo e' molto chiaro.
(il mio precedente post era riferito a quel collage di citazioni)

ancient · 03-03-2006, 12.59.22

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Messaggio originale inviato da Yam
Grazie per l'intermezzo pubblicitario.
Le ideologie servono sempre a ricordarci che possiamo sempre indossare un buon paio di occhiali e farci scivolare tutto addosso.

sei sempre il solito...

gyta · 03-03-2006, 13.29.27

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Messaggio originale inviato da Yam
Le ideologie servono sempre a ricordarci che possiamo sempre indossare un buon paio di occhiali e farci scivolare tutto addosso..

Esattamente!!

Osservare i meccanismi della mente
non appartiene ad alcuna ideologia:
oltre questi è dimorare nel Silenzio che contiene persino la "realtà" delle parole,
suoni e chiacchericci vari, ma più non ci si perde, né ci si confonde con questi.
Nella comprensione profonda di tutto questo è la "Realizzazione";
quando il testimone ed il testimoniato si svelano inscindibili si è oltre al pensiero pensato, oltre la mente; meditare diviene un modo d'essere -oltre la coscienza del meccanismo mentale- non più un pensiero di ciò che dovrebbe o non dovrebbe, ma la profonda consapevolezza di ciò che avviene; nella psiche: "questo e/o quello"; oltre la mente/le parole: "né questo né non questo".

Un caro saluto, Mirror!

Gyta

Yam · 03-03-2006, 13.45.31

Citazione:

Messaggio originale inviato da gyta
[b]

Esattamente!!

Osservare i meccanismi della mente
non appartiene ad alcuna ideologia:
oltre questi è dimorare nel Silenzio che contiene persino la "realtà" delle parole,
suoni e chiacchericci vari, ma più non ci si perde, né ci si confonde con questi.
Nella comprensione profonda di tutto questo è la "Realizzazione";
quando il testimone ed il testimoniato si svelano inscindibili si è oltre al pensiero pensato, oltre la mente; meditare diviene un modo d'essere -oltre la coscienza del meccanismo mentale- non più un pensiero di ciò che dovrebbe o non dovrebbe, ma la profonda consapevolezza di ciò che avviene; nella psiche: "questo e/o quello"; oltre la mente/le parole: "né questo né non questo".

Ti sembrerebbe strano se ti dicessi che questa e' ideologia?
Ho meditato per circa vent'anni in quel modo, per fortuna ora sono salvo

Male non fa, non preoccuparti, sempre che mediti e non leggi soltanto.....ma dopo quando aprirai gli occhi dovrai lavorare per svegliarti da quella cadaverica condizione mentale.....

gyta · 03-03-2006, 13.52.47

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Messaggio originale inviato da Yam
.. da quella cadaverica condizione mentale.....

Quale?

Gyta

Yam · 03-03-2006, 13.55.09

Citazione:

Messaggio originale inviato da gyta
Quale?

Gyta

Quella nella quale ti vieni a ritrovare lavorando sulla sola "mente".

gyta · 03-03-2006, 14.11.11

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Messaggio originale inviato da Yam
Quella nella quale ti vieni a ritrovare lavorando sulla sola "mente".

Se ti rispondessi:
"Non sono il mio corpo e neppure non lo sono" (ahimè.. citando a memoria!

)
La non identificazione; il "né questo né quello" non è un lavoro mentale poiché sottintende il giungere all'unità di tale sentire.
Ma chi crede di sentire?
Chi crede di lavorare?
Non è forse il pensiero di ciò che pensiamo essere,
l'apparenza della mente individuale, il cosiddetto "ego"?
La stessa percezione del corpo è percezione filtrata da un "io" di "comodo", reale quanto la realtà relativa e quanto quella dei pensieri.
Come si potrebbe mai "lavorare" su ciò che è oltre la comprensione della piccola mente(pur contenendola), delle parole stesse, della stessa immaginazione, della stessa realtà relativa filtrata da questo "io" organizzatore, a misura di questa parziale "realtà",
di quella che ancora posso esprimere a parole, suoni, immagini, pensiero ?

Non si "lavora" sulla non-mente,
si "lavora" sulla coscienza, sull'osservazione di ciò che sentiamo,
sulla conoscenza di cosa accade, avviene in ciò che sintetizziamo con "noi stessi".

Gyta