Buona sera!
Il 3d era iniziato con il quesito se l'anima avesse uno spazio e avevo dato una mia opinione.....durante la notte, al lavoro, ho assistito al trapasso di Luigia una paziente con la quale non ho avuto il tempo, se non minimo, per la durata della sua degenza, di instaurare un rapporto che mi potesse legare individualmente, è stata una meteora nella mia esistenza, quando le macchine che monitoravano i suoi parametri vitali hanno indicato la cessazione delle attività vitali, mentre accudivo le spoglie fisiche e invitavo Luigia, con molta umiltà e una sorta di riverente titubanza, ad accettare le visioni frutto della sua mente e a per-seguire la Chiara luce ho cercato di "vedere" in profondità la sorella mutata e ho "percepito" che il quis , pur presente, che mi veniva sancito solo dai dati che mi fornivano le macchine , si trasformava in quid come spoglie mortali e in omnium come esistenza....non so se abbia spazio o tempo ma presenza certamente

Delirio egomatico???

No! Molto forte e bella questa tua testimonianza!
(ed altrettanto la tua vicinanza!!!!!)

GRAZIE!



Gyta

L'anima è un archetipo..puo essere, bella , brutta, luminosa, oscura..ai voglia quante cose può essere...eterna, effimera, antica, moderna..azzurra, verde, gialla..più tutti gli intermedi.. ..individuale o del mondo, compressa o espansa.. e cambiare sempre ogni volta che la si "vede"...

Però Cat.. Impari alla svelta, eh?!

Scherzo.. non c'è nulla da "imparare".. (!)
ma da scoprir-si

(sempre.. secondo me! )



Gyta

Tante volte abbiamo sentito parlare della "Lunga Notte dell'Anima" e tante volte anche a noi e' capitato di vivere delle Lunghe Notti dell'Anima.
L'anima e' Sensibilita' e ogni contatto con gli oggetti dei sensi (con cio' che e' altro da se) le si imprime dentro. Quelle impressioni che condizionano il nostro vivere, essendo memorie di esperienze passate, pero'... sono anche la saggezza dell'esperienza. Ci basta bruciarci una sola volta per sapere che il fuoco brucia, ma senza quella bruciatura, quella profonda impressione ci mancherebbe quella saggezza. E' sbagliato svalutare le proprie esperienze anche perche' da tempi senza inizio ne abbiamo accumulate innumerevoli. C'e' in noi la memoria di essere stati altro da cio' che siamo. Volersi bene e' molto importante, avere rispetto di se significa anche avere compassione di se e vedere che ogni tempesta della Vita e' servita a qualcosa.
Coltivare il Silenzio ci permette di iniziare a Vedere dentro noi stessi, a Vedere il nostro Stato ossia le condizioni del Corpo-Anima. In quel momento, cioe' quando iniziamo a Vederci, qualcosa cambia.
Anima vola verso la felicita'.
C'e' una misteriosa e bellissima Gioia che inizia ad albergare nel nostro Cuore (Anima e' li accanto leggermente sulla destra ...)
Quella Gioia sorge quando Anima viene Ri-conosciuta...ed e' un Cuore fiducioso.
Dal punto di vista pratico il Silenzio e la Concentrazione ci svelano le nostre cattive abitudini e quelle pesanti zavorre al volo di Anima saranno lasciate cadere nel vuoto.....

diciamo sino a che prevale la visione "duale" e sino a che in te non è compreso e "trasceso" il significato di "oscuro".
ossia sino a che l'IO non ti fa andare "oltre" questa visione delle cose

Mah, nella condizione duale ci siamo e ci saremo sino alla fine, pensare che il solo riconoscimento dell'IO sia non dualita' non corrisponde a verita'....quel riconoscimento che avviene sempre e solo attraverso l'intelletto, perche' l'IO, o logos, e' l'intelletto...cosi come lo e' la dimensione dell'ego identificato, e' solamente il riconoscere che esiste in noi una determinata facolta' che "Vede". Ma cosa Vede? Il dispiegarsi dell'energia, della Vita tutta e li noi interagiamo con tutto cio' che si manifesta, entriamo cioe' in con-tatto con cio' che appare come fenomenico...quindi in perfetta dualita'.....ma e' li che avviene il passaggio evolutivo....che la coscienza si eleva mollando la presa sul fenomenico.... Cat scherzosamente e non so se consapevolmente, diceva il vero.

ma alla fine è quello il concetto di "trascendere" la dualità.
"abbandonarsi all'IO" mollare la presa sul fenomenico (come dici tu).
E quell'azione cosa la fa compiere?
possiamo disquisire sui termini ma alla fine il succo penso sia identico

Non e' questione di termini, e' una cosa seria invece sapere di essere nella dualita', perche' sino alla fine occorrera' "vegliare" (perche' nessuno puo' sapere quando..Egli...verra'...), anche se sarebbe meglio parlare di come vegliare gia' da ora.....ossia dato che si deve "agire" nel fenomenico...cosa significa per esempio agire senza attaccamento o come saggiamente si dice nel Buddismo...giusti mezzi di sussistenza.....ecc. ecc.

"agire" senza essere legato al "risultato".
semplicemente "agire" in funzione dell'amore incondizionato verso il magnifico "disegno" che è la creazione.
sapendo che tutto si realizza quindi incentrando l'attenzione sull'azione in se e non sul risultato di essa.

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