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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 26-05-2006, 09.51.33   #1
Leonardo Monopoli
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
Il Bene e Il Male

Conosco molti che considerano il Bene e il Male come due forze necessarie ed eterne, in lotta perenne tra loro, ma col risultato di una mirabile armonia nell'universo. Mi è parso spesso che questa "teoria" stia a fondamento di una prassi che giustifica il proprio operato individuale, quale che sia, cioè anche quando danneggia il prossimo ingiustamente.

Ne risulta un effetto disastroso socialmente, perché un individuo vuole per suo conto anche "fare il male", ma non è così masochista da voler subìre il male fatto da altri su di lui. La conseguenza ovvia è che tutti continuano a fare ciò che vogliono, ma non lo fanno troppo apertamente, usano invece l'inganno per fare il male impunemente. Ed è una lotta a chi è più bravo ad ingannare.

Mi è parso pure che la Realtà, che in sé non è né buona né cattiva, ma è tutte due le cose insieme, "tenda" però al Bene per raggiungere uno stato di quiete e soddisfazione. (Ma di questa teoria - voglio precisare a onor di verità - non sono ancora sicuro). Ipotizziamo però ora che tenda al Bene, vorrà dire che Essa stessa impedisce o in qualche modo ostacola (e forse anche punisce, magari a fini espiatori) coloro che fanno il male; oppure psicoanaliticamente, si può ipotizzare che chi fa il male, ne ha un - almeno inconscio - senso di colpa per cui egli stesso cerca la punizione e quindi la redenzione. Ciò si evince proprio quando capita una disgrazia, e si cerca di domandarsi che male si è fatto perché sia capitata quella disgrazia (su ciò cfr. dottrina del karma).
Leonardo Monopoli is offline  
Vecchio 28-05-2006, 10.56.38   #2
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Splendidi interrogativi.

Per quel che mi riguarda ad oggi penso che il bene ed il male siano necessari in questa dimensione.
Se ipotizzassimo un mondo in cui tutti sono "buoni" un bene assoluto si creederebbero naturalmente un più buono e un meno buono. Essendo impossibile l'appiattimento totale, che è solo nel nulla nella morte. Diciamo nello zero assoluto termico.

Ed anche in un mondo di male si verificherebbe un più male e meno male.
Il gioco consiste nell'equilibrio e nel corretto uso dei poli opposti.

Esempio: per fare il pane occorre farina e acqua in dosi diverse.

Se stai passeggiando tra la folla inevitabilmente andrai a urtare o sfiorare qualcuno e malaguratamente potresti anche farlo cadere. Questo non vuol dire che tu l'abbia fatto volontariamente. Fai di tutto per evitarlo ma può capitare. Chiedi scusa, e vai avanti.
E quando qualcuno urterà te, accetterai di buon grado le sue scuse. Questo secondo me, è l'equilibrio, l'apprendimento che ci serve in questa vita.

Ma tra la folla ci può essere qualcuno che usa in modo errato il proprio cammino e di proposito o per indifferenza va a sbattere contro gli altri, li fa cadere, li urta violentemente. E magari senza chiedere scusa o se lo fa poi gongola in cuor suo per la sua scaltrezza. Questo è non equilibrio, e vi è comunque un apprendimento anche se più lungo e difficile.

Nel primo caso ci si rende conto di essere insieme ad altri e di essere parte di un grande gioco in cui tutti sono chiamati a partecipare e fare la loro parte. E l'apprendimento, l'esperienza, la crescita potrebbero essere più veloci e meno faticosi.

Nel secondo caso il comportamento fuori equilibrio andrà non solo a danneggiare gli altri ma principalmente se stessi.
Quando lanciamo una palla contro un muro è inevitabile che ritorni indietro.
Il male fatto ritorna, se siamo fortunati avviene nella stessa vita e si ha una maggiore opportunità di comprendere e cambiare atteggiamento. In un'altra è più difficile.

Non esistono, secondo me, regole categoriche uguali per tutti.
Il grado evolutivo, la società in cui si vive, le esperienze fatte, l'uso delle proprie capacità sono uniche per ogni individuo e cambiano continuamente nella vita di ciascuno.

Aggiungo solo che il nostro catalogo di buoni e cattivi può anche essere soggettivo. Un'onda di molti metri è cattiva per uno che non sa nuotare ma stupenda per un serfista (spero si scriva così)

E il famoso coltello è buono o cattivo? dipende in quale mani si trova! nell'assassino è mortale nel salumiere è fenomenale.

Siamo sempre noi a fare la differenza, a trasformare quel che è a nostra disposizione.
Un capo di governo, per esempio, può fare cose straordinarie per il proprio paese, ma può anche portarlo alla rovina.

Penso anche che chi ha più responsabilità corre più rischi.
Gesù disse: a chi più sarà dato più sarà chiesto.

Vi ricordate la parabola dei talenti? quello che ne aveva ricevuti cinque aveva una responsabilità più grande di quello che ne aveva ricevuto uno.
Ma anche quello che ne riceve uno corre il grande rischio di rinunciare a compiere il proprio dovere. Il talento sepolto ha tolto ricchezza agli altri, per questo il pauroso viene punito.
Rischio di uscire fuori tema.

Ciao
Mary
Mary is offline  
Vecchio 28-05-2006, 15.32.01   #3
Leonardo Monopoli
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
Cara Mary, il male involontario può al limite comportare una qualche negligenza, ma non certo la premeditata volontà di danneggiare ingiustamente il prossimo.

Se io per esempio corro in mezzo alla folla perché devo arrivare al capazzale di un moribondo, e poi urto un passante facendolo cadere involontariamente, ho la mia giustificazione, però c'è una maggiore diligenza che avrebbe richiesto più calma da parte mia per evitare lo stesso rischio di urtare il prossimo: ma questo male è molto inferiore rispetto a quello premeditato (ad es. io corro come un pazzo tra la folla, senza motivo se non quello deliberato di fare cadere i passanti).

C'è pure una gradazione della colpa, è chiaro; ci sono le attenuanti, le giustificazioni che uno ha per seguire un certo comportamento sulla base del grado di maturità (cioè saggezza) raggiunto.

Perciò è venuto Cristo, perché sapeva che da soli non ce l'avremmo fatta ad amare il prossimo come noi stessi. Insomma, anche fare il bene non è tanto semplice, possiamo però farlo sulla base di una devozione verso un personaggio (Cristo ma anche Che Guevara, fa lo stesso: la cristicità è diversa per ogni epoca) che riteniamo un modello cui ispirarci: questa in fondo è la vera religione, non certo quella di partecipare a un culto per abitudinarietà o peggio connivenza con il potere clericale (qui esco fuori argomento, ma non tanto perché poi il male peggiore lo fanno proprio questi potenti che hanno le mani in pasta dappertutto).

Leonardo Monopoli is offline  
Vecchio 28-05-2006, 20.15.01   #4
salvatoreR
Ospite abituale
 
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
Non esistono il Bene e il Male.
Esiste “ciò che è” bene e “ciò che è” male. Il male è un ombra che non ha consistenza propria.
Dai peggiori mali viene sempre il bene. È questo il prodigio della vita, il miracolo di ogni giorno....

Nella manifestazione duale della vita, propria dello stato umano, c'è chi compie la parte negativa per distruggere e chi quella positiva del creare. A queste funzioni vengono dati i nomi di bene e di male. Ciascuno viene a trovarsi nell'una o nell'altra parte, secondo il proprio momento evolutivo.

Ogni ostacolo, pericolo, errore, ingiuria, calamità, è un'opportunità che ci è data per estrarre da noi le qualità che sono dentro di noi, e che rimarrebbero nascoste e inerti senza l'occasione di metterle in luce e affinarle.
Tutto ciò che ci capita di contrario e di avverso è un mezzo indispensabile per progredire. Senza quelle contrarietà non potremo migliorare.
Che cosa verrebbe a fare sulla terra un uomo che fosse già perfetto?
L'esistenza umana è scuola di apprendimento attraverso l'esperienza.

Non si può comprendere il motivo di tutto questo se si rimane a guardare soltanto dal punto di vista umano e materialista.

salvatoreR is offline  
Vecchio 29-05-2006, 05.08.37   #5
Leonardo Monopoli
Ospite abituale
 
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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Messaggio originale inviato da salvatoreR
Tutto ciò che ci capita di contrario e di avverso è un mezzo indispensabile per progredire. Senza quelle contrarietà non potremo migliorare.

Non sempre è così. Ci sono persone, vittime del male altrui, che diventano aggressive e rancorose, e persino vendicative verso chi non c'entra nulla col male fatto loro (vendetta di "spostamento").

Leonardo Monopoli is offline  
Vecchio 29-05-2006, 09.31.25   #6
Donatella
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Non sempre è così. Ci sono persone, vittime del male altrui, che diventano aggressive e rancorose, e persino vendicative verso chi non c'entra nulla col male fatto loro (vendetta di "spostamento").

Semplicemente queste persone non colgono l'opportunità di crescita che viene loro offerta. Anzi, in questo modo innescano una catena sempre più difficile da spezzare.
Donatella is offline  
Vecchio 29-05-2006, 09.49.50   #7
turaz
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Non sempre è così. Ci sono persone, vittime del male altrui, che diventano aggressive e rancorose, e persino vendicative verso chi non c'entra nulla col male fatto loro (vendetta di "spostamento").


perchè "re-agiscono" partendo da un evento "separatorio" continuando a separare (prima di tutto in loro stessi)
la causa?
l'ego distorto
turaz is offline  
Vecchio 29-05-2006, 10.25.59   #8
Leonardo Monopoli
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Messaggio originale inviato da Donatella
Semplicemente queste persone non colgono l'opportunità di crescita che viene loro offerta. Anzi, in questo modo innescano una catena sempre più difficile da spezzare.

Fammi capire Donatella: se uno mi dà un pugno, io dovrei pure cogliere l'opportunità di crescita che mi viene da lui offerta? Dovrei quindi ringraziarlo?

Lo so, sto esagerando, ma voglio così fare intendere a tutti che il male, secondo me, cioè il male volontario, degli uomini, è qualcosa di cui l'umanità potrebbe fare a meno, per una vita più ordinata e serena. E ne farà certamente a meno, quando raggiungerà l'adeguato livello di maturazione e saggezza. Ma non mi si dica che questo "male" che intanto stiamo vivendo oggi, è in qualche modo "necessario" per la nostra crescita! Cioè, intendiamoci ancora: è chiaro che qualcuno di noi (tra i quali mi metto) hanno avuto bisogno di vivere esperienze dolorose per maturare, ma in tal caso chi mi ha fatto vivere quelle esperienze io non lo definirei malvagio (magari così potrebbero pensare altri di quella persona, ma non io). Ma se oggi di punto in bianco venisse qualcuno a mollarmi un pugno... beh... io credo che reagirei e certamente non lo considererei un benefattore!
Leonardo Monopoli is offline  
Vecchio 29-05-2006, 12.48.27   #9
Donatella
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Reagiresti colpendolo a tua volta?
Donatella is offline  
Vecchio 29-05-2006, 15.50.25   #10
salvatoreR
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Messaggio originale inviato da Leonardo Monopoli
Non sempre è così. Ci sono persone, vittime del male altrui, che diventano aggressive e rancorose, e persino vendicative verso chi non c'entra nulla col male fatto loro (vendetta di "spostamento").


Perché si diventa aggressive e rancorose e persino vendicative?

Quando si è poco evoluti, si è naturalmente portati ad accusare gli altri dei propri mali, a ricercare all’esterno e fuori di sé l’origine dei propri infortuni.
L’uomo più progredito non attribuisce subito agli altri le proprie sventure, ma ne ricerca, anzitutto, in sé le cause, mentre considera “gli altri e le circostanze soltanto gli strumenti dei propri guai”.



“Lo scopo della vita è l’evoluzione attraverso numerose esperienze da tramutare in saggezza”.
salvatoreR is offline  

 



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