se inizi un percorso spirituale al solo scopo di ottenere la vita eterna
non sei comunque mosso dall'interesse personale??? e ciò cosa ha a che fare con il dono disinteressato e totale di sè?

Niente, ma dall'altra parte anche il dono disinteressato di se' e' una meta romantica basata su una aspirazione dell'ego.
Senza meta, senza scopo....e' l'agire disinteressato a seconda delle circostanze, sempre presente, attento.
La naturale disponibilita' del nostro vero Se', verso gli altri, non puo' essere una meta, perche' c'e' gia', essendo il Se' connaturato con una dimensione di apertura.
Cio' che si puo' fare, senza aspirare a nulla, e' svelare il nostro vero Se' da tutto cio' che ne offusca lo splendore.

Eventualmente non ottieni l'immortalità della persona... se si cerca quella si rimarrà delusi.... se invece si ottiene l'immortalità dell'individuo prima si impara che per arrivare a quella si passa attraverso la donazione di se stessi agli altri, negli altri... non credo di riuscire a spiegarlo in maniera chiara in poche righe... comunque al livello più basso quand'è che qualcuno diviene immortale entro certi termini? Quando compie delle azioni che rimangono impresse in tutte le memorie per secoli... sopravvive nelle memorie... e già a questo livello basso anche se noi identifichiamo un nome ed una persona (per esempio nel bene o nel male un Gesù, un Napoleone, Un Carlo Magno, etc etc) in realtà ciò che rimane sono i gesti e soprattutto le conseguenze di ciò che hanno mosso.
Adesso bisognerebbe trasportare il tutto ad un livello più alto per comprendere come si diventa immortali Spiritualmente (sempre entro i limiti del sistema ospitante), cercando di comprendere come un azione che io svolgo verso un altro essere crea un collegamento tra noi, se l'azione è costruttiva il collegamento si autonutre e nutre sia la destinazione che la partenza, se il collegamento è distruttivo crea una distruzione provvisoria dove attacca ed una più grande dove parte.....
Il discorso è lungo e non sono neance convinto che interessi....

Io penso che tutte le storie sull'immortalità siano delle balle.

Io penso che l'immortalità non esista.

Io penso che niente di ciò di cui posso avere coscienza mi sopravviverà, non un ricordo, non un'idea di me, una sensazione, una qualche percezione.

Io penso che tutto ciò che posso comprendere/imparare/esperire vada inevitabilmente perso con la mia morte.

Io penso che cercare di capire cosa si diverrà dopo morti, ambire ad essere immortali (materialmente o spiritualmente che sia) siano ovvie e comprensibili reazioni della mente all'istinto di sopravvivenza.

Io penso che tu abbia ragione..

che ogni pensiero resti relegato al ristretto ambito fisico [delle menti (le 'piccole menti') e la 'materia' (qualunque 'realtà' s'intenda con essa)] come trasformazione impercettibile (nel 'bene' e nel 'male') ma inevitabile della totalità del mondo-universo al quale siamo (da sempre) interconnessi.

L'immortalità e la mortalità appartengono entrambi alla linea dei pensieri: erronee interpretazioni entrambe.
Ma una forse un po' più 'corretta' dell'altra. Bisognerebbe chiedersi ciò che è nato, poiché questo e null'altro 'muore'.

Il discorso è talmente delicato e importante
che presuppone e chiede un silenzio introspettivo
qualitativamente fortemente 'amplio'.
Ampiezza che ci appartiene indistruttibilmente.

un saluto..!



Gyta

E l'Universo non è un pensiero?
All'interno della suo senza inizio e senza fine vi sono delle cose che iniziano o finiscono... o se preferite si trasformano (ma ci sono modi e modi) e questo può dipendere da molte cose... si possono studiare... sperimentare o "negare" (nel senso di fregarsene), va sempre bene
ciaciao

Stupendo..!
[E quello che intendevo far anch'io risaltare..]




Gyta

Parlando da Buddhista:
nessuno può ottenere l'immortalità perchè è già immortale,come nessuno può ottenere una testa dal momento che ce l'ha già sulle spalle.
Il Buddhismo non è "invenzione" della realtà ma "scoperta" della realtà.
Ma la cosa esiste anche nel Cristianesimo:
S.Teresa d'Avila non si è"inventata" Dio e neppure ha accettato un Dio inventato e preconfezionato.Lei ha"scoperto" Dio".

Vedi:"Il castello interiore" di S.Teresa d'Avila.

Pacebbene.

Kant von Alpenliebe.

Ave oh Gita,
cerchiamo di capire secondo il metodo Zen:

Maestro Achaan Chah :" Se ho ben capito,dopo che tu sarai morto,il tuo corpo andrà sotto terra e la tua anima in paradiso,giusto?"

Missionario Cristiano:" Giusto!"

Achaan : "Sì ma io non ho ancora capito dov'è che andrai TU."

Infatti,se tu dici il MIO corpo e la MIA anima,vuol dire che c'è un possessore e la cosa posseduta.Pertanto non si capisce dov'è che andrà il possessore se i due possessi vanno reciprocamente in paradiso e al cimitero.

Pacebbene.

Kant von Rosenheim.

E' vero quello che dici, paperapersa, ma per poter arrivare alla destinazione dobbiamo cominciare la strada.
Se in me non c'è desiderio di scoprire l'immortalità, come potrò arrivare a scoprirla?
Posso cominciare il cammino solo se c'è il desiderio di sapere, ma strada facendo avrò compreso che dovrò far cadere quel desiderio, se voglio arrivare a destinazione.
Si comincia col desiderio, per terminare con la caduta del desiderio