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Vecchio 03-11-2005, 20.43.18   #131
JSM
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Una questione che non ho ancora trattato è quella del sapone che i nazisti avrebbero costituito con il grasso umano degli ebrei uccisi. Al palazzo di pace dell’AIA è esposto il presunto sapone umano, ma, ovviamente, come per gli archivi di Arolsen, i responsabili non vogliono sottoporre a verifica questo materiale.
Si crede, quindi, alla storia del sapone umano soltanto in base a delle testimonianze, che potrebbero essere confermate o smentite, se solo si dasse la possibilità a degli scienziati di analizzare il materiale. Viene da chiedersi come mai non si facciano delle verifiche…
La storiografia ufficiale crede, quindi, che i nazisti fabbricassero sapone con il grasso umano (procedimento possibile dal punto di vista chimico) soltanto in base a delle testimonianze, senza curarsi della loro verifica.
Da queste testimonianze non verificate sono nate storie che raccontavano di autentiche fabbriche di sapone umano, ovviamente, senza nessun documento che confermasse tale realtà.

Tratto da “Olocausto: dilettanti allo sbaraglio” di Carlo Mattogno

Per rendere ancor più orribile la storia, ben presto fu aggiunto un particolare raccapricciante: i cadaveri delle vittime venivano usati per fare il sapone!
Nel già citato rapporto del 1 novembre 1943 si legge:

"Ein Junge, dem es gelang, aus einem solchen Etablissement zu entfliehen, hat mir erzaehlt, was sich nach der elektrischen Hinrichtung ereignete: man liess das Fett der Leichname aus, um daraus -- Seife herzustellen [Un giovane che riusci a fuggire da tale stabilimento mi ha raccontato che cosa succedeva dopo l'esecuzione con l'elettricità: si scioglieva il grasso dei cadaveri per farne sapone]". (78)

Anche qui dunque la fonte della notizia era un testimone oculare.
La storia del sapone umano ebbe grande successo nel 1945. I compilatori del Libro nero sovietico, una eccellente collezione di fantasie propagandistiche, non si lasciarono sfuggire questa leccornia:

"In a different area of the Belzec camp was a soap works. The German selected the plumpest individuals, killed them, and boiled them down for soap". (79)

Ma a questa tentazione non rinunciarono neppure persone reputate più serie, come Simon Wiesenthal, il futuro "cacciatore di nazisti", (80) che scrisse un articolo intitolato La fabbrica di sapone di Belsetz. (81)
La storia dell'impianto di folgorazione di Belzec, al pari di quella delle camere a vapore di Treblinka, non rimase una semplice Greuelpropaganda, ma fu elevata anch'essa a verità ufficiale sia nel rapporto ufficiale polacco preparato per il processo di Norimberga, (82) sia nel dibattimento di questo stesso processo. (83)


(78) A.Silberschein, Die Judenausrottung in Polen. Genf 1944, Fuenfte Serie, pp. 21-22.
(79) Ilya Ehrenburg, Vasily Grossman, The Black Book. Holocaust Library, New York 1981, p.117.
(80) La credibilità di Wiesenthal è stata recentemente demolita in Germania nel corso di una inchiesta della serie televisiva Panorama trasmessa dalla Norddeutsche Rundfunk (Sonntagszeitung, Zuerich, 11.2.1996; fotocopia dell'articolo in: VHO Nieuwsbrief, n.2, 1996, p. 37)
(81) S.Wiesenthal, Seifenfabrik Belsetz. In: "Der neue Weg", Wien, n.19/20, 1946, p.14.
(82) URSS-93, p.65 della traduzione russa; pp.41-42 della traduzione tedesca; p.83 della traduzione inglese.
(83) IMG, vol.VII, pp.633-634, dove il nome del campo è deformato in Beldjitze per una traslitterazione molto approssimativa dal russo.
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Vecchio 03-11-2005, 21.15.53   #132
JSM
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Altre questioni non precedentemente trattate. Sempre tratte dal sopraindicato libro di Carlo Mattogno.

Steffen Werner, il quale sostiene, con l'appoggio di parecchi documenti, che la soluzione finale della questione ebraica consisteva nel trasferimento degli Ebrei nella parte orientale della Rutenia Bianca. (176)
Da parte mia, menziono un altro documento il quale dimostra che Auschwitz non era la destinazione finale dei trasporti ebraici che vi furono inviati.
Nel suo resoconto del convegno sulle "questioni ebraiche" che si tenne il 28 agosto 1942 presso il Reichssicherheitshauptamt, l'SS Untersturmfuehrer Ahnert, rappresentante di Eichmann a Parigi, dopo aver riferito i problemi discussi, tra cui l'intensificazione delle deportazioni ebraiche nel mese di ottobre (già dalla metà di settembre la Reichsbahn avrebbe messo a disposizione un trasporto al giorno) e la richiesta del comandante di Auschwitz che i deportati portassero con sé coperte, scarpe e gavette, riferisce:
"L' SS-Obersturmbannfuehrer Eichmann chiese di effettuare subito l'acquisto delle baracche ordinate dal comandante della Polizia di Sicurezza a L'Aia. Il campo deve essere costruito in Russia. Il trasporto delle baracche puo essere attuato in modo che da ogni treno da trasporto vengano trasportate 3-5 baracche". (177)
Se i deportati abili al lavoro venivano immatricolati ad Auschwitz e gli inabili vi venivano gasati, a chi era destinato questo campo in Russia?

(176) Steffen Werner, Die zweite babylonische Gefangenschaft. Zum Schicksal der Juden im Osten seit 1941. Selbstverlag Steffen Werner, Pfullingen 1990.
(177) NG-1965.


Secondo il preventivo di costo della Topf del 4 novembre 1941 relativo all'impianto di ventilazione per il futuro crematorio II, per il Leichenkeller 1 era prevista una disaerazione (Entlueftung) di 4.800 m3/h di aria, per il Leichenkeller 2 una disaerazione di 10.000 m3/h. (185) Le fatture della Topf relative agli impianti di ventilazione che furono installati nei crematori II e III -- la fattura n.171 del 22 febbraio 1943 (186) (crematorio II) e n.729 (crematorio III) del 27 maggio 1943 (187) indicano, per i due locali summenzionati, ventilatori esattamente della stessa portata, che equivale rispettivamente a circa 9,5 e 11 ricambi di aria all'ora. Da cio risulta che la presunta camera a gas omicida (Leichenkeller 1) era meno ventilata del presunto spogliatoio (Leichenkeller 2)!
Nell'opera classica sulla cremazione dell'ing. Wilhelm Heepke si legge che per le camere mortuarie si dovevano prevedere, in caso di intenso utilizzo, fino a 10 ricambi d'aria all'ora (188) : percio l'impianto di ventilazione del Leichenkeller 1 dei crematori II e III fu progettato e costruito per una normale camera mortuaria.

(185) TCIDK, 502-1-327, pp.152-153 e 156.
(186) TCIDK, 502-1-327, p.25 e 25a.
(187) TCIDK, 502-1--27, p.16 e 16a.
(188) Wilhelm Heepke, Die Leichenverbrennungs-Anstalten (die Krematorien). Verlag von Carl Marhold, Halle a.S., 1905, p.104.

5. Lo sterminio degli inabili al lavoro.
Pierre Vidal-Naquet riferisce la tesi ufficiale secondo la quale ad Auschwitz venivano immatricolati soltanto i deportati abili al lavoro, mentre gli inabili, soprattutto i vecchi e i bambini, venivano gasati immediatamente senza essere registrati (p.41). Serge Klarsfeld considera abili al lavoro i deportati ad Auschwitz che avevano un'età compresa tra i 17 e 47 anni. (208)
Tuttavia negli Sterbebuecher (registri dei decessi) di Auschwitz figurano i certificati di morte di un gran numero di deportati inabili al lavoro:
2.586 bambini fino a 10 anni,
8.648 bambini e ragazzi da 11 a 20 anni,
9.428 vecchi da 50 anni in su, inclusi 372 da 71 a 80 anni e 54 da 81 a 90 anni, (209)
in pratica i detenuti inabili al lavoro regolarmente registrati sono quasi un terzo del totale dei detenuti che figurano negli Sterbebuecher (68.751).

(208) Serge Klarsfeld, Le mémorial de la déportation des Juifs de France. Edité et publié par Beate et Serge Klarsfeld, Paris 1978, p. 12 (numerazione mia).
(209) Sterbebuecher von Auschwitz, op. cit., vol.1, p.248.
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Vecchio 03-11-2005, 23.54.29   #133
VanLag
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Re: Re: Per JSM

Citazione:
Messaggio originale inviato da JSM
Mi avevi riportato un articolo di Vincenzo Sciacca, ora, se sei obiettivo, devi ammettere che con successiva replica di Mattogno, sono balzate all'occhio molte inesattezze.
Il fatto che Mattogno, spesso, scriva in lingua originale, e soltanto per riportare alla lettera, le fonti . Ammetto, che si potrebbe riportare anche la traduzione in italiano, ma il fatto che non lo faccia, non significa che le sue tesi siano infondate.
Devi essere proprio giovane :-)
Io non ho detto che le tesi di Mattogno sono infondate, ho detto che non so il tedesco e, poco l’inglese, quindi non riesco a leggerle.
Per lo stesso motivo non posso dire tra Mattogno e Sciacca chi dica inesattezze. (Se ti dicessi qualche cosa, senza essermi ben documentato, sarei inattendibile).

Sull’olocausto, senti a mè.
Il popolo tedesco o i gerarchi nazisti sono stati condannati dalla storia ok?
Quindi non sta ai colpevolisti dimostrare la colpa, perché la storia ha già emesso la sua sentenza. Quello che si vuole celebrare, (da parte di chi non crede nell’olocausto), è un processo di appello nel quale la difesa deve dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, l’innocenza del condannato.

Oltre ogni ragionevole dubbio, significa portare prove consistenti ed inequivocabili che il reato non c’è stato e non colpire eventuali lacune della tesi accusatoria pensando che se invalidiamo un particolare, invalidiamo tutto. Non funziona così.

Non voglio attaccare il tuo mito ma da quello che ho letto, Mattogno che cita Mattogno, è ben diverso da uno storico che cita il libro tal dei tali, alla pagina xxx e che magari ti dice anche dove è depositato quel libro.


Quanto sopra in risposta la tuo testo quotato, invece proseguendo faccio delle considerazioni di carattere generale.

L’uomo nella sua storia ci ha abituato ad una serie di nefandezze senza fine. Ha massacrato e sterminato etnie per sete di conquista e di potere, ma un genocidio pianificato a tavolino per non si sa quale ideale, (o forse si sa), è la prima volta che lo vediamo e quell’isteria collettiva che ha ottenebrato la ragione di un intero popolo è un peso immane, non solo per il popolo tedesco ma per la coscienza collettiva dell’intera umanità.
Tu pensi realmente che io non sarei sollevato e confortato nell’apprendere che quelle cose non sono realmente successe? Credi che non sarei felice di scoprire che è stato solo un brutto sogno?

Sarei tra i primi a tirare un sospiro di sollievo, ma non voglio dimenticare un incubo sognando che quell’incubo non c’è mai stato. Ora che è nella storia, ora che lo stesso popolo tedesco ha accettato che venisse scritto nella storia o lo si rimuove con prove inequivocabili che dimostrino, ripeto - oltre ogni ragionevole dubbio - che non c’è stato, oppure preferisco dedicarmi a cercare i perché.

Perché l’uomo arriva a dimenticare che quello che ha di fronte è una persona come lui?

Per desiderio di conquista?
Per avidità?
Per brama di possesso?

Queste sono spiegazioni che non si applicano alla questione ebrea ed allora perché PERCHE’?


Ultima modifica di VanLag : 03-11-2005 alle ore 23.58.23.
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Vecchio 04-11-2005, 09.40.59   #134
rodi
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Olocausto: storia o leggenda?

chissà se questa domanda semplice otterrà mai risposta oppure sarà l'ennesimo caso in cui un pezzo di discussione diventa tabù?


riferimento:
--------------------------------------------------------------------------------
Messaggio originale inviato da rodi
...
in ogni caso non pretendevo certo che tu mi indicassi tutte le tesimonianze ma solo un testo a cui far riferimento per quello che riguardava il tuo dire...'la maggior parte...'
niente più di questo...



ma se è una tua sintesi personale per me va pure bene così, la prendo come tale e come tale la accetto...
[/b]
--------------------------------------------------------------------------------



non smetto di aver fiducia ...
rodi is offline  
Vecchio 04-11-2005, 19.20.43   #135
JSM
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Re: Re: Re: Per JSM

Citazione:
Messaggio originale inviato da VanLag
Devi essere proprio giovane :-)
Io non ho detto che le tesi di Mattogno sono infondate, ho detto che non so il tedesco e, poco l’inglese, quindi non riesco a leggerle.
Per lo stesso motivo non posso dire tra Mattogno e Sciacca chi dica inesattezze. (Se ti dicessi qualche cosa, senza essermi ben documentato, sarei inattendibile).

Sull’olocausto, senti a mè.
Il popolo tedesco o i gerarchi nazisti sono stati condannati dalla storia ok?
Quindi non sta ai colpevolisti dimostrare la colpa, perché la storia ha già emesso la sua sentenza. Quello che si vuole celebrare, (da parte di chi non crede nell’olocausto), è un processo di appello nel quale la difesa deve dimostrare, oltre ogni ragionevole dubbio, l’innocenza del condannato.

Oltre ogni ragionevole dubbio, significa portare prove consistenti ed inequivocabili che il reato non c’è stato e non colpire eventuali lacune della tesi accusatoria pensando che se invalidiamo un particolare, invalidiamo tutto. Non funziona così.

Non voglio attaccare il tuo mito ma da quello che ho letto, Mattogno che cita Mattogno, è ben diverso da uno storico che cita il libro tal dei tali, alla pagina xxx e che magari ti dice anche dove è depositato quel libro.


Quanto sopra in risposta la tuo testo quotato, invece proseguendo faccio delle considerazioni di carattere generale.

L’uomo nella sua storia ci ha abituato ad una serie di nefandezze senza fine. Ha massacrato e sterminato etnie per sete di conquista e di potere, ma un genocidio pianificato a tavolino per non si sa quale ideale, (o forse si sa), è la prima volta che lo vediamo e quell’isteria collettiva che ha ottenebrato la ragione di un intero popolo è un peso immane, non solo per il popolo tedesco ma per la coscienza collettiva dell’intera umanità.
Tu pensi realmente che io non sarei sollevato e confortato nell’apprendere che quelle cose non sono realmente successe? Credi che non sarei felice di scoprire che è stato solo un brutto sogno?

Sarei tra i primi a tirare un sospiro di sollievo, ma non voglio dimenticare un incubo sognando che quell’incubo non c’è mai stato. Ora che è nella storia, ora che lo stesso popolo tedesco ha accettato che venisse scritto nella storia o lo si rimuove con prove inequivocabili che dimostrino, ripeto - oltre ogni ragionevole dubbio - che non c’è stato, oppure preferisco dedicarmi a cercare i perché.

Perché l’uomo arriva a dimenticare che quello che ha di fronte è una persona come lui?

Per desiderio di conquista?
Per avidità?
Per brama di possesso?

Queste sono spiegazioni che non si applicano alla questione ebrea ed allora perché PERCHE’?


Le questioni trattate dalla discussione tra Mattogno e Sciacca sono molteplici e non si limitano solamente alla questione dei gasprufer, quindi sugli argomenti in cui non si citano fonti scritte in tedesco o in inglese potresti farti un opinione.

Dire che non abbiamo nessuna prova di un ordine di sterminio degli ebrei e portare a riprova di questo ordini scritti (anche successivi alla conferenza di Wannsee) in cui si deduce che la pretesa "soluzione finale" non era un piano di eliminazione sistematico; analizzare le fotografie aeree ( che sono documenti oggettivi) di Auschwitz e scoprire che la realtà del campo era molto diversa da quella raccontata dai superstiti; procedere a perizie sulle presunte camere a gas e scoprire che la concentrazione di ferrocianuro ferrico della camera di disisfestazione (13.500 mg/kg) era notevolmente superiore alla concentrazione alla presunta camera a gas omicida di Auschwitz (7,2 mg/kg); chiedere l'apertura di archivi che potrebbero azzittire il revisionismo e ricevere puntualmente un "no"; verificare la verificità delle testimonianze scartando quelle non realistiche, cioè smentite da documenti ufficiali; studiare l'apparato di ventilazione delle presunte camere agas, e scoprire che uno spogliatoio era più ventilato.

Ebbene, tutto questo e molto altro, significa colpire le lacune della storiografia ufficiale? Decisamente no, perchè i revisionisti oparano anche grazie a prove oggettive che quindi vannoa colpire decisamente il cuore dell'argomentazione olocaustica, non solamente le lacune.

L'uomo nella storia ci ha abituato a delle nefandezze senza fine, come del resto, ci ha abituato alla propaganda di guerra, ma essa quando si tocca l'olocasto non sembra esistere.
Qua non si tratta di dimenticare incubi sognando, ma di scrivere la storia senza pregiudi di qualsiasi tipo.

Ultima modifica di JSM : 04-11-2005 alle ore 19.24.04.
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Vecchio 05-11-2005, 09.25.08   #136
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Messaggio originale inviato da rodi
Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Olocausto: storia o leggenda?

chissà se questa domanda semplice otterrà mai risposta oppure sarà l'ennesimo caso in cui un pezzo di discussione diventa tabù?

riferimento:
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Messaggio originale inviato da rodi
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in ogni caso non pretendevo certo che tu mi indicassi tutte le tesimonianze ma solo un testo a cui far riferimento per quello che riguardava il tuo dire...'la maggior parte...'
niente più di questo...

ma se è una tua sintesi personale per me va pure bene così, la prendo come tale e come tale la accetto...

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non smetto di aver fiducia ... [/b]

possibile che questo messaggio sia così invisibile?

o va contro qualche regola che non conosco chiedere il riferimento di qualcosa che si asserisce con tanta certezza e convinzione?
rodi is offline  
Vecchio 05-11-2005, 18.47.54   #137
JSM
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Tanto per restare in tema, circa 15 giorni fa è stato arrestato Germar Rudolf, per non esserersi presentato davanti ad una corte.
Secondo quanto ci viene riferito, ne lui, ne il suo avvocato hanno mai ricevuto alcuna convocazione.

http://www.globalnews.it/cgi-bin/dne...ia&item=105175
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Vecchio 05-11-2005, 19.56.20   #138
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"Messaggio in it.cultura.storia
Subject: l'editore Germar Rudolf è in detenzione
Date: Sat, 22 Oct 2005 22:53:56 +0200
From: "Artamano" <artamano@tin.it> <-rispondi via e-mail
Newsgroups: it.cultura.storia,it-alt.politica.lega-nord
.............................. ......................

From: CHP
Sent: 19 Ottobre 2005 mercoledì
Subject: Germar Rudolf in pericolo


*** Questo messaggio è estremamente urgente! una replica di ciò che è
accaduto a Ernst Zundel!

*** Salve, sono la moglie di Germar.
Siamo andati oggi ad un appuntamento con l'INS (ufficio immigrazione) per
rispondere ad un questionario sulla legittimità del nostro matrimonio. Questa
è una procedura tipica di questo ufficio per controllare una volta l'anno se
una coppia è in grado di dimostrare che vive realmente insieme come marito e
moglie. Abbiamo fatto il questionario senza rilievi. Ma, quando eravamo
pronti per andarcene due uomini del dipartimento per la deportazione sono
apparsi e ci hanno scortato al piano superiore. Poi hanno detto a Germar che
non si era presentato davanti ad una corte e che perciò sarebbe stato
detenuto.
Germar ed il suo avvocato hanno detto di non aver mai ricevuto una
convocazione di una corte (viene richiesto l'invio sia al legale sia all'assistito).
Hanno chiesto di vedere una copia della lettera di convocazione e a questa
domanda non c'è stata alcuna risposta.
...
Germar Rudolf, chimico, cittadino tedesco, editore di The Revisionist, è espatriato
negli Stati uniti perché condannato in Germania per reati d'opinione
(la pubblicazione del Rudolf Report perizia chimica sulle gasazioni ad Auschwitz
ed altri testi revisionisti). E' sposato con una cittadina USA.
"

da: http://www.globalnews.it/cgi-bin/dne...ia&item=105175

.............................. .............................. .......
Esprimo solidarieta' a Rudolf ed a sua moglie
e contrarietà alla facilità con cui negli Usa si può finire in prigione, senza nemmeno un preciso capo d'imputazione.

Queste assurdità non ci distolgono affatto dal rilevare le ben maggiori "difficoltà" che ogni essere umano di razza ebraica, zingaro o dissidente politico dovette patire nella Germania del Terzo Reich!

Dopo aver ringraziato JSM per la notizia dell'incarcerazione di Rudolf,
lo esorto a fornirmi l'ultimo rapporto Rudolf, anche in inglese o nell'originale tedesco: delle amiche si sono già offerte per la traduzione.

Vorrei infine ricordare l'interrogativo di Green su che fine abbia fatto l'intonaco non più esistente su cui Rudolf fece le sue rilevazioni e su cui poggia gran parte delle conclusioni del revisionismo storico.

Un abbraccio a tutti ed ancora solidarietà a Rudolf,
... ricordando a tutti la frase di Voltaire "Non condivido quanto affermi, ma darei la vita affinchè tu possa dirlo liberamente!"

E' questa la vera distanza tra democrazia reale e quella violenza nazionalsocialista che nessuno storico potrà mai "revisionare".


oiz
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Vecchio 06-11-2005, 00.20.28   #139
VanLag
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Messaggio originale inviato da JSM
Tanto per restare in tema, circa 15 giorni fa è stato arrestato Germar Rudolf, per non esserersi presentato davanti ad una corte.
Secondo quanto ci viene riferito, ne lui, ne il suo avvocato hanno mai ricevuto alcuna convocazione.

http://www.globalnews.it/cgi-bin/dne...ia&item=105175
Ho trovato più volte ripetuta nel web questa lettera che dovrebbe essere l’originale del caso di cui JSM ci parla. (http://germarrudolf.com/)

In particolare faccio notare che quelli che nel testo segnalato da JSM vengono indicati come: - due uomini del dipartimento per la deportazione – sono in realtà due ufficiali dell’ufficio di immigrazione e che Germar è stato trattenuto, non tanto per ciò che esprime, ma perché esiste una recente richiesta di estradizione da parte del governo tedesco e quindi, probabilmente, le corti competenti devono esaminare il caso.

Il 19 Ottobre Germar e sua moglie hanno avuto un’”intervista” all’ufficio di Chicago del Dipartimento per l’immigrazione. E’ andato bene ed è finito con la certificazione dell’istituto che il loro matrimonio era reale. Nel momento che stavano per lasciare l’ufficio, sono comparsi due ufficiali dell’ufficio di immigrazione dichiarando che era stata inviata una lettera a Germar che l’informava di andare al loro ufficio di Chicago fare le fotografie e per prendere le impronte digitali, (Nota Mia: - prassi comune dell’immigrazione negli USA -).
Ne Germar ne il suo legale avevano ricevuto tale lettera e neppure gli è stata mostrata una copia di tale lettera. La mancata comparizione non avrebbe comunque dovuto comportare nessuna azione drastica; infatti l’ufficio immigrazione ebbe la sua fotografia e le sue impronte molto tempo fa dall’ufficio del FBI in Huntsville.
Quello che ha esacerbato la situazione è che il governo tedesco recentemente ha fatto la seconda richiesta per la sua estradizione e qualche impiegato all’istituto di immigrazione ha ritenuto che questo comportasse un crimine reale, come indicato dai file. (NOTA MIA penso siano i files del computer dove sono elencati i crimini).


Chiedo a JSM di attenersi alle fonti storiche e non a fonti che distorcono, (fra l’altro in modo così infantile), la storia, perché chiamare due ufficiali dell’ufficio immigrazione “due uomini del dipartimento per la deportazione”, significa manipolare pesantemente la realtà, come significa manipolarla, non accennare alla richeista di estradizione, facendo così credere che Germar possa essere perseguitato, negli USA, per le sue idee. Tra l'altro, questo modo di fare, fa perdere credibilità ai revisionisti.


Ultima modifica di VanLag : 06-11-2005 alle ore 00.35.12.
VanLag is offline  
Vecchio 06-11-2005, 01.09.32   #140
oizirbaf
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caro VanLag,

spero che tu non desideri che il revisionismo sia affrontato per via giudiziaria anzichè storiografica: la frase di Voltaire vale per tutti.

Germar è stato trattenuto, con scuse discutibili, probabilmente proprio per quel reato d'opinione per cui la Germania chiede l'estradizione: il famoso rapporto Rudolf, di cui stiamo dibattendo.

Cambia forse in qualcosa la discussione sul rapporto Rudolf se l'autore viene arrestato? O non serve piuttosto a legittimare il sospetto revisionista che si voglia far tacere una voce scomoda?
Se si è tranquilli delle proprie tesi o si è aperti alla verità qualunque sia, si dovrebbe condannare in ogni caso l'arresto.

oiz


p.s.

Più che di JSM la frase è contenuta nel link che lui ci ha fornito e che io ho riportato testualmente ("... due uomini del dipartimento, per la deportazione sono apparsi ..."): penso sia una errata o forzata traduzione da intendersi con "...due uomini del dipartimento, sono apparsi per trattenerlo in detenzione ...". Non mi sembra questo un punto cruciale: al massimo si può ribaltare il rimprovero di JSM di ... controllare meglio le fonti!
oizirbaf is offline  

 



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