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Vecchio 13-10-2005, 23.08.50   #1
JSM
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Olocausto: storia o leggenda?

Prima di inserire un documento di 33 domande e risposte sull’olocausto, faccio una breve introduzione sul revisionismo, ovviamente a proposito della Shoà.
Premetto che non sono ne fascista, ne nazista, ne tanto meno razzista.

Il revisionismo:
-NEGA l'esistenza di un piano premeditato e sistematico per lo sterminio degli ebrei;
-NEGA che sia mai stato impartito alcun ordine di sterminio, ne da Hitler, ne a Himmler, ne da qualsiasi altro gerarca nazista;
-NEGA l'esistenza delle camere a gas;
-NEGA che gli ebrei morti nei campi di concentramento siano quasi 6 milioni, ma ritiene che siano meno di 400 mila;

-NON NEGA le deportazioni (1);
-NON NEGA il razzismo di Hitler e del nazismo;
-NON NEGA che molte persone siano morte nei campi di concentramento nazisti;
-NON NEGA l'esistenza dei forni crematori (2);
-NON NEGA l'esistenza di fosse comuni (3);
-NON NEGA le condizioni aberranti a cui i detenuti erano costretti a sottostare, patendo la fame, il freddo, e dovendo fare i conti con condizioni igenico-sanirie pessime;
-NON NEGA alcune fucilazioni avvenute nei campi di concentramento sulla pubblica piazza, nei campi di sterminio;

-NON VUOLE riabilitare il nazismo (4);
-VUOLE riabilitare solo e soltanto la verità.

(1) Le deportazioni ci furono e avvennero in circostanze ai limiti della legge (se per legge si può parlare).
L'articolo 5 della convenzione di Ginevra (trattato internazionale), riteneva nemiche, tutte le persone appartenenti alla nazione contro la quale si era in guerra, che fossero presenti sul proprio territorio.
Per questo, gli americani quando rinchiusero in una sorta di campi di concentramento tutte le persone di origine giapponese, non commisero alcun reato (almeno dal punto di vista legislativo, poi sul piano morale, e sui trattamenti riservati ai prigionieri, è un altro discorsi).
La situazione in Germania, era più complicata, perchè non esisteva ancora lo stato di Israele, quindi, in linea teorica non si sarebbe potuto imprigionare nessuno. In ogni caso, l'agenzia internazionale ebraica, a quel tempo massima espressione dell'ebraismo mondiale, aveva esortato (già prima delle deportazioni) gli ebrei alla lotta contro il nazismo.
Detto questo, non giustifico le deportazioni che attuarono i nazisti, perchè se è vero che gli ebrei, tramite l'agenzia internazionale ebraica, avevano dichiarato guerra alla Germania, è anche vero che una nazione ebraica non esisteva ancora e quindi leggendo alla lettera quello che diceva il trattato di Ginevra i tedeschi avevano torto.

(2) I forni crematori esistevano anche in campi in cui non c'erano le camere a gas, e ad Auschwitz erano presenti anche prima, che venissero installate le camere a gas (ovviamente secondo la storiografia ufficiale).
I forni crematori servivano per eliminare il rischio che si scatenasse il tifo. Era una pratica igenico-preventiva, che però non bastò ad arginare (assieme ad altre misure preventive praticate dai nazisti) il tifo che sul finire della guerra divampò in maniera esorbitante.

(3) Le fosse comuni furono presenti solo sul finire della guerra, quando l'epidemia di tifo, il tifo elevò i decessi ad un numero tale da non poter più cremare tutti i cadaveri.
Le fosse comuni fino alla fine di agosto del 1944 non erano sicuramente presenti ad Auschwitz, come documentano le foto scattate dalla RAF (Royal Air Force). Questo a sottolineare come quelle fosse fossero soltanto la conseguenza di una grande epidemia di tifo e non rappresentavano la normale amministrazione nazista del campo.
A Bergen-Belsen, anche secondo la storiografia ufficiale non erano presenti camere a gas, quindi non si può certo ritenere, che nelle fosse comuni, i cadaveri fossero siano stati gassati.
In definitiva, le fosse comuni non sono prove dell'olocausto, cioè dello sterminio sistematico e premeditato degli ebrei.

(4) Robert Faurisson, Paul Rassinier, Arthur Butz, Carlo Mattogno, e molti altri revisionisti hanno più volte preso le distanze dall'ideologia nazista.
Paul Rassinier fu un combattente della resistenza francese e fu internato nel campo di concentramento di Dora. Questo per togliere ogni dubbio sulla malafede dei revisionisti.
Se molti storici revisionisti scrivono per case editrici di estrema destra è perché sono le uniche che danno la possibilità ai revisionisti di esprimere le loro idee.

Aggiungo:

-le selezioni che avvenivano nei campi servivano per selezionare gli abili e gli inabili al lavoro.
Se gli inabili non tornavano più è perchè semplicemente continuavano la loro deportazione verso est. Esisteva per questo il ghetto degli anziani.

-i testimoni che giurano di aver visto con i loro occhi le camere a gas sono molto pochi e con racconti contradditori ed a volte fisicamente e chimicamente impossibili, la maggior parte dei superstiti ha dichiarato di aver sentito delle voci a proposito.

-oggi, secondo la storiografia ufficiale, i campi in cui furono presenti le camere a gas sono solo 5 campi dell’est Europa. Subito dopo la fine della seconda guerra mondiale la storia ufficiale riteneva che in ogni campo ci fossero camere a gas, ma dopo le confutazioni revisionisti, oggi si accontentano solo di 5 presunti campi dell’est.
I campi in cui si pensa esistirono camere a gas vengono definiti campi di sterminio, mentre gli altri, campi di concentramento.
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Vecchio 13-10-2005, 23.17.32   #2
JSM
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Olocausto e revisionismo: 33 domande e risposte.
Ciò che avreste (forse) sempre desiderato sapere, ma che i media concordemente tacciono.

www.vho.org/aaargh/ital/33domande.html
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Vecchio 14-10-2005, 11.18.58   #3
Mr. Bean
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cosa cambia?
Io invece guarderei più un'altra questione. Se è vero che inglesi e francesi sapevano dei campi di sterminio (e ciò lo si evince dai racconti e dai libri scritti dai deporati), perché non hanno mai bombardato le linee ferroviarie dove correvano i treni carichi di ebrei (naturalmente quando non passavano i treni). Se lo avessero fatto forse la storia sarebbe cambiata...
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Vecchio 14-10-2005, 21.37.07   #4
mariobasler
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Olocausto non esiste ed tutto inventato dagli ebrei .
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Vecchio 15-10-2005, 07.37.56   #5
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Messaggio originale inviato da mariobasler
Olocausto non esiste ed tutto inventato dagli ebrei .
Come battuta può andare ma non è la verità! E' esistito. Eccome!
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Vecchio 15-10-2005, 10.25.22   #6
April
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L'olocausto è esistito, purtroppo, ed è la più grande vergogna dell'umanità.
E non erano deportati, uccisi e seviziati solo gli ebrei,ma gli zingari, gli omosessuali, i disabili.
Per esempio io, con la mia carrozzina, sarei stata immediatamente mandata nelle camere a gas.
L'olocausto è documentato, ci sono miliardi di storie così atroci che nessuna mente umana, avrebbe potuto inventare.
Solo che mi domando...come, un'intera nazione possa essere così spietata, come nessun potente si sia opposto a questo omicidio di massa...come nessun medico, soldato tedesco si sia rifiutato...solo per paura?
Non so, non riesco davvero a capire...bambini torturati, mandati a morire con le madri, neonati lanciati in aria e usati come tiro al bersaglio, sotto gli occhi delle madri...questa è più che crudeltà, è più di follia!
L'olocausto purtroppo c'è stato...non dimentichiamo mai.
April is offline  
Vecchio 15-10-2005, 11.49.47   #7
mariobasler
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Vecchio 15-10-2005, 13.53.26   #8
odissea
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ciao, in effetti avevo sentito parlare di alcune teorie revisionistiche, ma non ne so gran che.
mi viene solo di fare un'osservazione circa la mancanza di ordini scritti e ufficiali di Himmler e Hitler.
in primo luogo è possibile ipotizzare che gran parte dei documenti ufficiali sia andata sistematicamente distrutta quando la Germania è caduta.
mi viene anche in mente un libro che si intitola "I carnefici della porta accanto" che purtroppo non ho qua e....non mi ricordo l'autore! è un documentario storico su un paese della polonia dove vivevano polacchi ed ebrei da sempre in buoni rapporti. quando sono arrivati i nazisti e le loro leggi razziali, in questo piccolo paese, i cittadini polacchi si sono adoperati con una violenza inaudita per sterminare i compagni ebrei e andare ad abitare nelle loro case, prendersi i loro negozi e campi. è un libro che si basa su racconti di sopravvissuti e su documenti ufficiali...ti apre davvero gli occhi.
io penso che il nazismo e l'olocausto ci siano stati, eccome!ma forse nemmeno gli artefici di tutto ciò (Hitler ecc.)immaginavano fin dove si sarebbe spinto e, ahimè, si è spinto così in là perchè ha trovato nei popoli una grande approvazione e connivenza. io temo (e la mia è una paura vera....è terrore puro) che forse non sono serviti nemmeno tanti ordini scritti e carte bollate, la gente li ha denunciati spontaneamente alle ss, li ha derubati e uccisi...per avere la loro roba per lo più.
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Vecchio 16-10-2005, 16.18.44   #9
odissea
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Jan. T. Gross, "I carnefici della porta accanto. 1941: il massacro della comunità ebraica di Jedwabne in Polonia", Mondadori 2002
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Vecchio 19-10-2005, 15.21.49   #10
JSM
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Dopo la mia introduzione, tento di mostrarvi come la politica ebraica nazista, non prevedeva alcun ordine di sterminio.

Iniziamo col dire che, secondo la storiografia ufficiale, l'ordine di sterminio venne impartito nel gennaio del 42' nella conferenza di Wannsee. Ovviamente esiste una relazione di questa conferenza, ma di traccie di ordini per l'eliminazione degli ebrei non ce ne sono, anzi, tutto il contenuto del documento avvolara le tesi revisioniste.

Ebbene, quali sono le tesi revisioniste in tal senso?
Da ordini scritti (che più avanti documenterò) si evince che la parole "soluzione finale" hanno ben altro significato.
Prima della guerra, il nazismo si mobilitò per la creazione di uno stato di Israele, cioè per cacciare furi dall'Europa gli ebrei. Questa politica venne pure messa in pratica, si contano che negli anni antecedenti alla guerra emigrarono (grazie allo stato nazista) circa 200 mila ebrei verso i territori palestinesi.
Poi, come detto, arrivò la guerra e gli spostamenti di grandi masse umane al di fuori dei territori del Reich divennero proibitivi. Perciò venne presa una "soluzione di ripiego", cioè quella di far immigrare (initule dire che l'immigrazione fu forzata, quindi si parla di deportazione) tutti gli ebrei in un territorio circoscritto (i territori dell'est) per poi una volta finita la guerra, passare alla "soluzione finale". La "soluzione finale" è l'emigrazione di tutti gli ebrei in Madagascar, una volta terminata la guerra.

Tratto da "Il mito dello sterminio ebraico" di Carlo Mattogno

Una nota del Ministero degli Esteri del 19 marzo 1938 auspicava la liquidazione dell'accordo perché, come si legge al punto 3, la Germania non era interessata a promuovere l'emigrazione degli ebrei ricchi coi loro capitali, ma esisteva piuttosto un interesse tedesco "ad una emigrazione in massa degli ebrei" (an einer jüdischen Massenauswanderung)

Il 24 gennaio 1939 Göring promulgò un decreto che sanciva l'istituzione di una "Reichszentrale für jüdische Auswanderung" (Centrale del Reich per l'emigrazione ebraica). Göring riassumeva anzitutto lapidariamente il principio ispiratore della politica nazionalsocialista:
"L'emigrazione degli ebrei dalla Germania deve essere promossa con ogni mezzo" (Die Auswanderung der Juden aus Deutschland ist mit allen Mitteln zu fördern).

Una relazione del Ministero degli Esteri del 25 genriaio 1939, intitolata Die Judenfrage als Faktor der Aussenpolitik im Jahre 1938 (La questione ebraica come fattore della politica estera nell'anno 1938) ribadiva inequivocabilmente il principio ispiratore della politica nazionalsocialista nei confronti degli ebrei:
"Lo scopo finale della politica ebraica tedesca è l'emigrazione di tutti gli ebrei che vivono nel territoriq del Reich" (Das letzte Ziel der deutschen Judenpolitik ist die Auswanderung aller im Reichsgebiet lebenden Juden) (17).
Tale relazione propugnava "una soluzione radicale della questione ebraica mediante emigrazione -- come già da anni qui viene perseguita" (eine radikale Lösung der Judenfrage durch die Auswanderung -- wie sie hier schon seit Jahren verfoIgt wird), secondo il commento dell'SS-Obersturmbannführer Ehrlinger dell'Ufficio Centrale di Sicurezza del Reich (18).

Anche Himmler era favorevole ad una emigrazione ebraica in massa, come risulta dalla nota "Einige Gedanken über die Behandlung der Fremdvölkischen im Osten" (Alcuni pensieri sul trattamento degli appartenenti a razze straniere in Oriente) del maggio 1940, nella quale scrisse:
"Io spero di veder scomparire completamente la parola ebrei mediante la possibilità di una grande emigrazione di tutti gli ebrei in Africa oppure in una colonia" (30).
Nella stessa nota egli respingeva "il metodo bolscevico dello sterminio fisico di un popolo per intima convinzione come non germanico e impossibile" (die bolschewistische Methode der physischen Ausrottung: eines Volkes aus innerer Überzeugung als ungermanisch und unmöglich) (31).

L'emigrazione legale era divenuta quasi impossibile: tuttavia, soprattutto dall'Austria, un esile filo di emigranti continuava a defluire, i quali, attraverso l'Italia, si dirigevano verso i paesi d'oltremare. Qualche convoglio clandestino, formato coll'aiuto di Eichmann, tentò di discendere il Danubio su barche, mirando alla Palestina: ma il governo britannico rifiutò di lasciar entrare nel Focolare nazionale ebraico questi viaggiatori sprovvisti di visto.

Il 12 luglio, di ritorno da Berlino dove era stato,ricevuto da Hitler, il governatore della Polonia Hans Frank pronunciò un discorso in cui dichiarò:
"Dal punto di vista della politica generale, vorrei aggiungere che si è deciso di trasportare il più presto possibile dopo la conclusione della pace tutta la genia ebraica del Reich tedesco, del Governatorato generale e del Protettorato in una colonia africana o americana. Si pensa al Madagascar, che a tal fine deve essere ceduto dalla Francia" (34).

Nell'ottobre 1940 Alfred Rosenberg scrisse un articolo intitolato "Juden auf Madagascar" (Gli ebrei nel Madagascar) in cui auspicava la creazione di una riserva ebraica nell'isola.

Ciò era dovuto al fatto che i tedeschi in quel periodo erano in con-tatto col governo di Vichy in relazione al progetto Madagascar. "Era dunque' naturale che Hitler rinviasse a più tardi l'informazione pubblica sul progetto in questione. Nel suo discorso del 30 gennaio 1941 (anniversario della presa del potere) egli si accontentò di proclamare che "il giudaismo avrà cessato di svolgere il suo ruolo in Europa", il che concorda parimenti col piano Madagascar" (38).

Il paragrafo "Finanziamento" della nota "Progetto Madagascar" si apre con le seguenti parole:
"L'attuazione della soluzicne finale (Endlösung) proposta richiede rilevanti mezzi" (45).

Come vedremo tra breve, alla "soluzione finale" mediante trasferimento degli ebrei europei nel Madagascar subentrò la "soluzione finale territoriale" mediante deportazione degli ebrei europei nei territori orientali occupati dai tedeschi.

In una nota datata 14 dicembre 1942 e intitolata "Finanzimento delle misure in vista della soluzione della questione ebraica", il consigliere ministeriale Maedel confermava:
"Già qualche tempo fa il Maresciallo del Reich ha incaricato il Reichsführer SS e Capo della Polizia tedesca di preparare le misure atte ad assicurare la soluzione finale della questione ebraica in Europa. Il Reichsführer SS ha incaricato il Capo della Polizia di Sicurezza e del S.D. dell'esecuzione di questo compito. Questi ha innanzitutto accelerato per mezzo di misure speciali l'emigrazione legale degli ebrei verso i paesi d'oltremare. Quando la guerra rese impossibile l'emigrazione oltremare, egli ha preparato lo sgombero progressivo del territorio del Reich dai suoi ebrei mediante la loro evacuzione verso l'Est" (55).

Alcuni mesi prima, il 7 marzo 1942, Goebbels aveva annotato sul suo diario:
"La questione ebraica dev'essere risolta su scala europea. In Europa ci sono ancora 11.000.000 di ebrei. Tanto, per cominciare, dovranno essere tutti confinati in Oriente; è possibile che dopo la guerra venga assegnata loro una isol a, per esempio Madagascar (Eventuell kann man ihnen nach dem Kriege eine Insel, etwa Madagaskar, zuweisen). Certo non vi sarà pace per l'Europa finché tutti gli ebrei, sino all'ultimo, non ne siano stati eliminati (ausgeschaItet)" (62).

Ancora nel marzo 1943 Goebbels poteva rilevare sarcasticamente:
"Quale sarà la soluzione del problema ebraico? Si creerà un giorno uno stato ebraico in qualche parte del mondo? Lo si saprà a suo tempo. Ma è interessante notare che i paesi la cui opinione pubblica si agita in favore degli Ebrei, rifiutano costantemente di accoglierli. Dicono che sono i pionieri della civiltà, che sono i geni della filosofia e della creazione artistica, ma quando si chiede loro di accettare questi geni, chiudono loro le frontiere -e dicono che non sanno che farsene. E' un caso unico nella storia questo rifiuto di accogliere in casa propria dei geni" (23).


Per ora mi fermo qua. Il documento completo lo potrete trovare qua di seguito http://www.vho.org/aaargh/ital/archi...terminio1.html

Faccio alcune brevi considerazioni:
-si parla di "Soluzione Finale" a proposito del "Piano Madagascar";
-si parla di "Soluzione di ripiego" a proposito dell'evaquazione degli ebrei nei territori dell'est;
-in alcuni passaggi "Soluzione Finale" è seguita dalla parola "territoriale": "Soluzione Finale Territoriale";

Ditemi voi da dove si può desumere che la "Soluzione Finale" era lo sterminio degli ebrei...
JSM is offline  

 



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