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Vecchio 23-02-2007, 09.52.03   #21
dany83
Ospite abituale
 
Data registrazione: 18-09-2006
Messaggi: 618
Riferimento: U.S.A.: potenza o debolezza?

Citazione:
Originalmente inviato da Nemo
Questo nn spiega perchè un prepotente deve essere debole...e soprattutto nn riesco a capire perchè citi il proverbio la calma è la virtù dei forti



perchè chi nella vita riesce a trovare l'equilibrio e vivere lentamente e serenamente secondo me è una persona forte.mentre chi non si accontenta mai e cerca sempre qualcosa che poi non troverà mai,vuol dire che dentro di se non è sicuro,quindi è debole...le persone prepotenti sono deboli interiormente...
dany83 is offline  
Vecchio 27-02-2007, 00.32.45   #22
Eschatos
voxpetrarum.splinder.com
 
L'avatar di Eschatos
 
Data registrazione: 21-08-2006
Messaggi: 27
Riferimento: U.S.A.: potenza o debolezza?

vedo che il discorso è uscito un po' dai binari. Scusate, ma cercherò di riprenderlo dalla domanda iniziale.
Credo che per debolezza dany intenda (puoi smentirmi) la capacità di creare una pax mondiale attraverso l'impianto del suo modello a livello internazionale, come potrebbe essere la fin troppo frequentata analogia con la pax augustea, o con la pax mongolica, o tutte le altre paci che si verificano quando si sostituisce ad una miriade di entità in lotta un centro di dominio superiore.
L'America smentisce, ma ha chiaramente assunto il ruolo di centro di dominio superiore (smentisce nell'ammettere di essere un impero...troppo politically scorrect) dalla fine della prima guerra mondiale a oggi.
Mi sembra che però la sua "missione" sia in fase di delineamento e non si possa facilmente trarre una conclusione. Tra paesi islamici riottosi, stati ex-comunisti (fanc Stalin , semmai viva Lenin), stati non allineati e...beh, il resto del mondo (che non è poco) gli USA hanno un bel lavoro da fare per controllare un tale impero. Impero chiaramente non territoriale, ma da controllare attraverso l'importazione del modello, dell'economia, del life style americano (che francamente detesto!!! ).
La guerra fredda è finita da poco e la conquista di nuovi mercati e nuove democrazie è un lavoro di cui si ha la percezione non da molto, quindi non è facile capire se stiano avendo ragione oppure no.

PERO'

Il Sud America, giardinetto degli USA negli anni 60-70, sembra che stia voltando le spalle al gigante nordamericano e più o meno si stia rivolgendo ad una forma di indipendentismo economico di tipo socialista, vedi Chavez e l'amico Fidel.
I paesi islamici stanno sempre più montando contro gli USA e l'occidente in generale, facendo troppo spesso un guazzabuglio di Israele-Cristianesimo-USA-Occidente e additandolo come nemico (e desidero affermare che con USA e Cristianesimo io non voglio avere nulla a che fare!!!). E' comunque vero che in Iraq gli americani si fanno odiare, che in Somalia bombardano senza dire nulla a nessuno, che in Afghanistan si osanna Massoud non certo Bush (ingrati ). Insomma per un motivo o un altro all'islam più conservatore non piacciono gli USA.
Inoltre la riconoscenza dell'Europa viene anch'essa sempre più messa in dubbio col passare del tempo (bell'esempio a Vicenza), come i casi di Francia e Germania o, comunque, il disprezzo e la frequenza con cui la parola yankee viene usata in generale dalla mia generazione. Alla partita di calcio USA-Italia dei mondiali ho sentito più insulti e parolacce rivolte agli avversari di quante ne abbia sentite con la Francia. Forse non significa nulla, però...
Quest' Europa è stanca e si è rotta di dover baciare i dertani a stelle e strisce che ci hanno salvato dal nazismo o dal comunismo (e intanto l'unica guerra combattuta SOLO dagli USA è stata un disastro, il Vietnam).
Credo che tutto questo sia un rigetto della globalizzazione economica, quella in cui gli usa hanno il ruolo di modello, di prima potenza da seguire ed imitare per poter essere competitivi sul mercato. Questo rigetto è logico per un mondo che non ha mai basato la propria storia sociale sul melting-pot e sullo yuppismo, ma su "nazionalismi", etnie, tradizioni artigianali, artistiche e culturali che ad un certo punto sembra vengano spazzate via da questa orda di idioti pompati e abbronzati. Perchè è proprio questo che viene in mente quando si "odiano" gli USA, i modelli materilistici ed edonistici che sembrano essere la loro unica identità e che sicuramente sono il loro biglietto da visita per affezionare i consumatori del mondo. Noi tutti ci vediamo più saggi e dignitosi di fronte ai cowboy d'oltreoceano.
Stanno cadendo? Per quel che mi riguarda lo spero. Spero in una via europea alla risoluzione dei problemi mondiali, pittosto che americana, ma non credo si possa con sicurezza affermare che la fine dell'impero USA sia vicina.
Il problema credo risieda proprio nello scarso lasso di tempo che passa dall'oggi al passato in cui gli USA erano una potenza su scala continentale, ma anche dai caratteri del dominio e della pax che si vorrebbe instaurare: esportare democrazia e libero mercato in tutte le parti del mondo...una cosa che prima di essere portata con le armi deve ricevere l'approvazione e l'interesse di chi ne dovrebbe usufruire, ma nel momento in cui questo avviene per via armata, si rivela subito la contraddizione del proponimento iniziale; si tratta di un tradimento del proposito stesso che non può sfuggire agli occhi del mondo e soprattutto di un mondo compatto o fortemente unito dalla repulsione della "decadenza" occidentale come un certo islam.
Inoltre non si tratta di sedare tribù o poleis in rivolta, ma in molti casi sono intere nazioni, piene di armi esplosive, da fuoco, devastanti, in cui non si fa distinzione tra nemici o semplici civili perchè spesso non esiste un confine netto tra i due casi, cosa che a Roma antica successe in Iberia ad esempio e durò parecchi anni, ma non vi fu mai il pericolo diretto in casa, il nazionalismo armato di bombe al plastico o (se stiamo alla versione governativa) di aerei civili pieni di benzina.
Forse non siamo ancora in grado di prevedere o capire i caratteri di questo imperialismo nuovo nei suoi tratti, per quel che concerne la storia passata. Una cosa certa è che questo imperialismo ha bisogno sia come base d'appoggio, ma anche come spinta dinamica, dell'approvazione delle persone, addirittura dei singoli (un impero ad personam) che ne sono coinvolti. Un'allontanamento dell'Europa dagli USA sarebbe come lasciare un bambino piccolo armato di bombe atomiche, mentre se a questo bambino uniamo tutti i suoi amici, ma a lui lasciamo le atomiche, sarà questo, da solo a dettare legge.
Credo che una svolta autoritaria per gli USA sia inevitabile per fare in modo che questo loro sistema funzioni; mascherare ancora con principi democratici delle operazioni totalmente antidemocratiche, tese solo ad aprire la pista alle multinazionali, sarà una scusa che non potrà reggere a lungo.
Scusate lo sproloquio, ma sono sotto effetto di farmaci e di 39 di febbre non sto benissimo.
Spero almeno di aver contribuito.
Eschatos is offline  

 



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