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- Raccolta di lettere inviate dai visitatori
Un modo innovativo di vedere l’universo
di Franco
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Perché l’umiltà?
Il concetto di “umiltà” necessario per accedere alla “conoscenza”, rispecchia ancora una volta l’aspetto dualistico su cui è montato tutto il sistema, in quanto umiltà significa predisposizione ad un continuo confronto necessario per capire e quindi crescere; per cui l’uomo ed ogni altro sistema in natura che non rispetta questa regola praticamente non potrà procedere alla sua evoluzione.
La natura da sempre ci insegna l’umiltà, in quanto si dona a “Tutti” equamente; infatti se osserviamo il sole sorge per tutti, buoni e cattivi, belli e brutti, egoisti ed altruisti, siamo noi uomini che a causa del nostro enorme “ego” non riusciamo a mettere a frutto l’esperienza che maturiamo anche attraverso i nostri errori, ritardando quindi enormemente il processo della nostra evoluzione.
Perché la nostra forma cosciente di vita sente il richiamo verso l’amore?
L’amore per “l’eterna ghirlanda brillante” rispecchia la perfezione armonica assoluta del suo esistere, per cui in realtà il nostro bisogno di “amore” da dare e ricevere, che noi percepiamo nella nostra vita in questa zona di universo instabile, è il lontano eco che ci giunge dalla nostra madre primordiale, la quale ci attende con il nostro bagaglio di esperienza unico ed irripetibile.
L’amore, non va letto come una forma “sdolcinata” di esprimere i nostri sentimenti verso qualcosa e/o qualcuno, ma va visto invece come un alto traguardo di filosofia di vita difficile da raggiungere in quanto risulta essere molto più facile vivere da grande egoisti, che da grandi altruisti…...
Saper amare in modo assoluto e perfetto, significa “dimenticare” noi stessi per gli altri, senza perdere la nostra identità.
Perché la nostra forma cosciente di vita sente il richiamo verso l’infinito?
Come per l’amore, l’infinito fa parte della natura della nostra madre che ci attende.
Perché c’è bisogno della diversità e della imperfezione per esistere?
La Coscienza dell’eterna ghirlanda brillante non aveva alternative per generare nuove esperienze al suo interno, in quanto dentro un sistema perfettamente in equilibrio armonico su se stesso non vi è possibilità di creare nuova e/o diversa informazione al suo interno, nel senso che qualsiasi nuova informazione che si aggiunge al suo interno non può essere che una copia perfetta della madre generatrice, per cui non può assumere mai ed in nessun modo una nuova e particolare identità.
Questa esigenza di dover passare attraverso l’esperienza guadagnata attraverso anche l’errore per “crescere”, nella realtà è il prezzo che è necessario pagare onde poter esistere, l’importante è saper fruire dei propri errori con umiltà onde poter crescere consapevolmente.
La meccanica classica, la meccanica quantistica e la relatività come vengono viste?
In tale visione di universo la meccanica classica continua a soddisfare l’esigenza di rappresentare la dinamica degli effetti tra le cose che ci circondano più da vicino.
La meccanica quantistica è soddisfatta nel senso che basta sostituire il concetto di “quanti energetici” a “quanti informatici” e tutto funziona bene.
Ciò che potrebbe cambiare non nella sostanza ma nel significato invece è il concetto di relatività di Einstein, poiché in questa ipotesi scientifica Il tempo come dimensione fisica non ha più senso di esistere, in quanto che quello che spostiamo sono dei pacchetti di informazione all’interno di un enorme computer olografico avente circa il 94% di etere informatico in forma stabile, ed il 6% di etere informatico in forma densa ed instabile; pertanto la famosa equazione:
E = m x c2, dove:
E = quantità di Energia
m = massa
c = velocità della luce
Potrebbe venire interpretata come:
E = quantità di informazione in forma “naturale” e/o senza tensioni.
m = quantità di informazione in forma “densa” e/o in tensione.
c = coefficiente di trasformazione da etere in tensione a etere senza tensione.
Per cui la costante “c” che rappresenta la velocità della luce, invece di essere vista come costante di riferimento per definire la quantità di Energia contenuta in una determinata massa, potrebbe essere interpretata come costante di trasformazione da “volume etere informatico denso in tensione”, a “volume etere informatico senza tensione”.
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