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Segni esistenziali

La nostra vita abbonda di “segni”.

 

“In semiotica, il segno è un elemento che rinvia ad un contenuto. La semiotica studia proprio la capacità del segno di dare la possibilità a chi interpreta di comprenderne il contenuto” il segno è in generale "qualcosa che rinvia a qualcos'altro".
Qui mi riferisco ad una speciale tipologia di segni che non rientrano nella semantica, nella semiotica o nella semiologia.
In questo contesto li considero in modo prioritario nell’ambito esistenziale personale e non universale.
I segni, in questo caso, sono tali per chi li sa cogliere ed interpretare, quindi hanno una forte caratteristica di soggettività.
Nell’ambito esistenziale non può essere considerata “scienza” nel vero senso della parola la loro interpretazione.
Potrei, allora, azzardare una prima definizione del segno che vado considerando e che denominerò “segno esistenziale”.
Faccio un piccolo esempio riportando due fatti che collego intenzionalmente e che sono contigui nel tempo.
Comincio a pensare alla provvisorietà della vita e la mia tendenza all’introspezione insiste su varie considerazioni relative a quell’argomento.
Poi, improvvisamente, apro a caso la Bibbia e leggo: “State attenti, perché non conoscete né il giorno, né l’ora della venuta del Signore”.
Oggettivamente il nesso tra i due fatti potrebbe essere casuale. Nessuno studioso di scienze esatte si sognerebbe di prendere sul serio la loro relazione.
Anche se si ammette che difficilmente potrebbe ripetersi una situazione simile, non c’è una certezza dimostrativa: è successa una combinazione, come tante.
L’attenzione, quindi, si sposta sul referente, su colui che si accinge ad interpretare la relazione o il nesso tra i due fatti di cui è protagonista.
Questi ha una sua capacità interpretativa relativa al suo modo di vedere il mondo che è stato condizionato da infiniti fattori quali l’ereditarietà, l’educazione, la cultura, l’indole ed il temperamento, gli interessi personali, la società che sta frequentando ecc.
Per questo denomino “segno esistenziale” un evento oggettivo interpretabile in modo unico dalla persona che lo vive ed a cui intende dare un significato specifico.
C’è effettivamente una oggettività nei fatti percepiti, nel senso che sono constatabili universalmente, ma non interpretati allo stesso modo.
Un segno oggettivo, se viene ignorato o sottovalutato dal percepiente passivo, è come non fosse mai rivelato od ha un valore minimo.
D’altronde se solo uno di noi non esistesse, non avrebbe la possibilità di percepire l’Universo e nemmeno se stesso, quindi in relazione a lui nulla esisterebbe perché il nulla non percepisce “qualcosa” e anche se ciò che è esiste in sè, esso è nulla rispetto al “nulla”.
Nell’ambito dei segni esistenziali essi hanno il senso che noi diamo loro.
L’oggettività dei fatti rimane fondamentale mentre la loro interpretazione dipende dal tipo di evoluzione mentale ed interiore del percepiente.
Ogni uomo, quindi, naviga su un oceano di segni esistenziali: la coscienza li interpreta in base al suo grado evolutivo, li ignora o li interiorizza associandoli anche a elementi trascendentali a cui aderisce spiritualmente.
Chi li interiorizza intravede in essi un’azione diretta del Trascendente nella propria esistenza e questo rinforza in Lui la fede in un disegno provvidenziale che sorregge la sua evoluzione.
Il segno esistenziale, quindi, ha infinite sfaccettature ed è strettamente connesso con la coscienza che lo interpreta.
Un amico capitato al momento opportuno, una frase percepita in un particolare contesto, un evento significativo, coincidenze particolari ecc. sono le modalità di rivelazione del segno esistenziale. Ma anche ciò che noi generalmente non riteniamo straordinario può essere interpretato come tale. L’Universo e la sua evoluzione, ad esempio.
La formazione della persona dal concepimento sino alla morte. L’alternarsi delle stagioni, dei giorni e delle notti. Il dinamismo della natura. Il progresso e la tecnologia. Il fluire del tempo e l’attimo del presente. La ricerca dell’Unità degli esseri molteplici.
Siamo davvero immersi in infiniti segni esistenziali che dovrebbero rendere straordinario ogni nostro momento vitale.
Sta a noi cogliere l’attimo per vivere nella pienezza a cui siamo stati chiamati.

Pier Angelo Piai
Cividale del Friuli (UD) - maggio 2009

Report sul 21° secolo. John Ethan Titor 2 dal futuro Pier Angelo PiaiReport sul 21° secolo. John Ethan Titor 2 dal futuro di Pier Angelo Piai - Mjm Editore - 2009
"Attraverso un fantascientifico viaggio nel tempo, l’autore del libro, Pier Angelo Piai, desidera sensibilizzare il lettore a prendere coscienza del nostro comune modo di pensare ed agire, noi del 21° secolo che ci vantiamo di essere progrediti.
In che cosa consiste, allora, la vera evoluzione della specie umana?
Quando l’uomo potrà diventare davvero integrale?
Report cerca di dare alcune risposte ai moltissimi interrogativi che emergono in queste pagine scritte attraverso riflessioni e considerazioni sociologiche, antropologiche e filosofiche".

 

In sintesi il messaggio fondamentale che l'autore vorrebbe trasmettere attraverso questo libro:

 

Progresso ed etica sono in continua evoluzione, ma se non diventano complementari portano all'implosione strutturale della società privata di tutti i valori umani che in migliaia di anni di storia, tra sofferenze e gioie, sono stati tramandati alle generazioni successive.
Emerge così il profilo dell'uomo integrale del 24° secolo, molto comune ed apprezzato .
Un uomo che utilizza le tecnologie più sofisticate per la promozione umana, per la scoperta della pura Verità, per la salvaguardia del Pianeta, per la riscoperta dell'attività più inconscia della mente, per la contemplazione dell'esistenza stessa, per la solidarietà e la creatività finalizzata al miglioramento della qualità della vita di ogni essere umano presente e futuro.


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