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Dalla piramide alle reti: verso un nuovo assetto sociale

Di Antonio Saccoccio

- Gennaio 2011

 

Nell'anno 2010 il mondo occidentale è ancora sostanzialmente strutturato in base a rapporti gerarchici ed autoritari. Sotto questo punto di vista dall'antico Egitto ad oggi sembra non essere cambiato nulla. Gran parte delle relazioni tra individui sono ancora gestite dal meccanismo della piramide sociale, larga alla base e sempre più stretta man mano che ci si avvicina al vertice. C’è chi sta in alto e chi sta in basso, molto in basso. Chi sta sopra prova a restare in alto, chi sta in basso prova l’arrampicata. Ad ogni costo e con ogni mezzo. Il risultato è il costituirsi di rapporti basati sulla prevaricazione, l’interesse, l’utilitarismo, il servilismo. Esempi in merito se ne possono trovare nella vita di tutti i giorni. Cittadini che si sottopongono a politici, studenti a professori, ricercatori a professori universitari, scrittori e artisti a giornalisti (ma anche il contrario).
L’Occidente (ma non solo l’Occidente) ha magnificato i progressi intellettuali e scientifici per secoli, ma non è riuscito a strutturare in modo meno meschino i rapporti umani.
Oggi, nel nuovo millennio, siamo di fronte ad una nuova fase di cui pochi intuiscono le potenzialità. Eppure segnali forti ne abbiamo. Due in particolare: i cittadini iniziano a non stimare più i politici, gli studenti non sottostanno più ai professori. Questi due casi riguardano milioni di individui solo in Italia, centinaia di milioni in tutto il mondo. C’è qualcosa che inizia a scricchiolare nel vecchio paradigma gerarchico e autoritario. Ma cos’è che non funziona più? In pochi sanno rispondere lucidamente a questa domanda, perché pochi in Italia (e nel mondo) fanno avanguardia. Gli intellettuali, i pensatori, i filosofi hanno deciso quasi tutti di disinteressarsi di ciò che trasforma profondamente la nostra sensibilità, e quindi non riescono più ad interpretare alcuni fenomeni emergenti nel mondo. Probabilmente sono troppo avanti con gli anni per intuire ciò che sta accadendo, la loro sensibilità resta impermeabile alla trasformazione in atto. Solo il risveglio di una cultura d’avanguardia può permetterci di decifrare l’attuale istintiva ribellione di gran parte della popolazione al modello sociale gerarchico che ha dominato incontrastato per millenni. Solo l’avanguardia è in grado di comprendere che la nuova rivoluzione tecnologica ha dato l’input decisivo a questo tipo di ribellione. I nuovi media interattivi e partecipativi vanno a scardinare in profondità la comunicazione esclusivamente ad una direzione su cui si è da sempre retto il potere dei ceti dominanti. Le nuove generazioni, che crescono nella possibilità di questa comunicazione continua e priva di gerarchie, tendono così a non accettare tanto facilmente le gerarchie, soprattutto quando sembrano costruite artificialmente. Certo, siamo ben lontani da una consapevolezza generalizzata delle potenzialità rigeneratrici costituite dai nuovi media digitali, la maggioranza degli individui si ribella istintivamente, magari solo occasionalmente, tornando poi a subire l’autoritarismo dei potenti in modo automatico. È compito di chi ha compreso pienamente questa trasformazione epocale spiegare a tutti che un’epoca millenaria si è chiusa e un’altra si è aperta. La ribellione istintiva può trasformarsi in una rivoluzione consapevole senza precedenti. L’epoca dei media di massa (stampa, radio, cinema, televisione) sta lasciando il posto all’epoca dei media interattivi. E così la piramide sociale sta lasciando il posto alle reti sociali. La nostra sensibilità è radicalmente trasformata. Ogni tentativo di autoritario ritorno all’ordine è inevitabilmente destinato al fallimento.

Antonio Saccoccio
http://liberidallaforma.blogspot.com


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