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Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

Riflessioni sulla Psicologia Transpersonale

di Diego Pignatelli Spinazzola     indice articoli

 

Allucinazioni o stati alterati di coscienza.
Un viaggio nei NOSC (non-ordinary states of consciousness).

 

Le allucinazioni a spettro olotropico (Grof 2000), sono tutto ciò che non rientra nell'esame convenzionale della realtà.

Le "allucinazioni" hanno una loro particolare genesi e sviluppo spontaneo negli Stati Non Ordinari di Coscienza (non-ordinary states of consciousness - NOSCs).

Per la psichiatria accademica convenzionale sei in uno stato di allucinazione sei hai uno stato alterato di coscienza (d'ASC = altered states of consciousness).

Per una visione più ampia la psicologia transpersonale invece ritiene che gli stati alterati o non ordinari di coscienza abbiano un valore euristico e potenzialmente terapeutico e trasformativo (Grof 1989, 2000, 2010).

Fare un viaggio temporaneo in uno stato alterato di coscienza è ciò a cui si prefigge la psicologia transpersonale, la ricerca sciamanica e la ricerca sull'LSD oltre alle terapie esperienziali che sembrano avere tutt'altre vedute per quanto riguarda i NOSC, questi regni "altri" della coscienza che sono "immaginali" ma ontologicamente veri.

Mentre la psichiatria convenzionale tende a invalidare e ad abortire uno stato alterato di coscienza con tutti i mezzi di intervento a disposizione: eliminazione del sintomo e riduzione dello stesso attraverso accanicamento sistematico farmacologico, per individui la cui natura olotropica riflette uno stato nonordinario di coscienza, uscire da un NOSC potrebbe essere pericoloso ed addirittura rischioso.

In qualche modo la gestalt in atto non viene incoraggiata ad emergere spontaneamente ed il processo rimane irrisolto ed incompleto. Il non portare a compimento il viaggio potrebbe avere esiti stagnanti all'innesto di energie psico-somatiche intrappolate a livello fisico emotivo e spirituale.

La psicologia transpersonale ritiene che il NOSC (non-ordinary states of consciousness) sia altamente benefico per il potenziale trasformativo del soggetto, che esplorerebbe così altri livelli oltre all'ego/corpo, oltre alla realtà oggettiva spazio-temporale disponibile nel normale stato ordinario di coscienza. Lo spostamento di una tale comprensione della realtà richiederebbe una revisione radicale dell'attuale paradigma scientifico che non ritiene di esplorare altri frameworks alternativi ad esso quali le anomalous experiences, le esperienze pre-morte (Near Death Experiences), le esperienze fuori dal proprio corpo (Out of the body experiences) e quindi ritenute allucinatorie come le esperienze di out of the body indotte da ketamina, le veridical OBE nei soggetti non vedenti (Ring, Valarino 1989, Ring, Cooper 1989) e tutte quelle esperienze definite "olotropiche" in cui i NOSC ed i viaggi visionari in altre realtà trovano la massima interpretazione fenomenologica (Grof, 2000).

Entrare in un d'AsC od in un NOSC (non-ordinary states of consciousness) significa sganciarsi dai criteri convenzionalistici della società che teme di confrontarsi con un esperienza alquanto numinosa per usare un termine di Rudolf Otto riproposto da C. G. Jung. (Jung 1934/1954).

A questa dimensione numinosa appartengono regni celestiali ed altri domini della psiche governati da una sacra esperienza mistica e religiosa (Jung 1934, Grof 2000).

E' a seconda della variazione culturale e del contesto sociale in cui ci troviamo che potremmo definire ed individuare l'esperienza del NOSC. Entrati nell'esperienza di stato non ordinario quello che per me può essere alterato per un altra persona potrebbe essere usuale. Potrebbe essere quindi uno stato normale di coscienza. Faccio un esempio: in alcune tribù aborigene è più che normale mangiare escrementi dell'altro o praticare la poligamia o come nei riti degli Yoghi, è più che normale mantenere un certo stato di coscienza alterato ed in espansione. Per questo potremmo mai dare a questi riti la denominazione di stati alterati di coscienza? Solo il contesto culturale, l'istituzione e la forma particolare religiosa lo stabiliscono.

Sono così lontane le pratiche sciamaniche, riti di passaggio che favorivano l'aprirsi di un NOSC, che oggi si verrebbe indotti a riguardare i manuali di criterio clinico diagnostico DS-M IV, per non temere di ricadere in questi tribalismi primitivi. Ma verrebbe da chiedere perchè l'attuale scienziato di turno cerchi la chiave sotto il lampione più sicuro, in una zona fuori rischio e sotto controllo? Non ritenendo di vederla nella zona buia dove realmente è? Eppure questo è l'attuale status cofusionale in cui si trova la scienza. E' il solito dilemma epistemologico e divario tra materia e coscienza entrambi appartenenti alla dimensione liminale come fenomeno psicoide.

L'antropologia è andata ancora più avanti e con essa la ricerca sciamanica. Michael Harner, un illustre antropologo americano definisce il paradigma e l'attuale visione della medicina: visione cognicentrica, cioè superiore la natura. Lo stato cognicentrico si ritiene razzialmente superiore.

Oltre a questi c'è un altro stato che domina la comprensione scientifica della realtà: la malattia pragmacentrica. Per la medicina e la psichiatria non c'è alcun rispetto per gli stati non ordinari di coscienza. Ecco perchè questa visione si definisce pragmacentrica. Perchè non tiene conto di questi stati. Questi due difetti, queste due malattie che ci propina la società occidentale, rilevano tutta l'insensibilità per gli stati alterati di coscienza che vengono relegati a visioni allucinatorie anzicchè essere supportati ed incoraggiati nonchè canalizzati, i NOSC non si potranno mai proporre quali sono, cioè stati spontanei di coscienza ricollegabili ad un principio creativo della psiche che in essi produce nuove energie transpersonali e spirituali. Da questa nuova comprensione della realtà psichica ne conviene che i NOSC debbano essere importanti canalizzatori di esperienze collettive, transpersonali, karmiche e filogenetiche ancestrali dell'intera razza umana e riconducibili all'esperienza ultima visionaria del singolo.

 

      Diego Pignatelli Spinazzola

 

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