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Riflessioni sulla Psicosintesi

Riflessioni sulla Psicosintesi

di Fabio Guidi     indice articoli

 

Sul narcisismo - 1

Settembre 2013

 

Sul narcisismoIn Introduzione al narcisismo, scritto del 1914, Freud delinea due modi specifici attraverso cui l'individuo instaura rapporti significativi, vale a dire, due modelli di scelta oggettuale. Freud si riferisce alle scelte amorose, ma non è difficile intuire che ciascuno di questi due modelli si estende ben oltre l'innamoramento e la vita sessuale, per comprendere la relazione complessiva del soggetto con il proprio mondo.

 

«Il bambino - afferma Freud - trae i propri oggetti sessuali dalle sue esperienze di soddisfacimento. I primi soddisfacimenti sessuali di tipo autoerotico sono esperiti in relazione a funzioni di importanza vitale che si pongono al servizio dell'autoconservazione. [...] Tale «appoggio» continua a essere testimoniato dal fatto che sono assunti come primi oggetti sessuali le persone che hanno a che fare con la nutrizione, la cura e la protezione del bambino, cioè in primo luogo la madre o chi ne fa le veci.»

 

Le osservazioni di Freud ci permettono una prima considerazione: questo tipo di scelta oggettuale «per appoggio», che segna il destino di molti individui, è caratterizzata da un atteggiamento infantile di dipendenza dalla madre nutrice e protettiva, che fornisce calore e cure materiali, indipendentemente dalla persona concreta che riveste questo ruolo. Tale persona, ad esempio, può essere un coetaneo, o un individuo di sesso maschile.

Accanto a questo modello, ne esiste un altro in cui gli individui cercano palesemente se stessi come oggetto d'amore e manifestano il tipo di scelta oggettuale da definirsi «narcisistico».

 

«Il narcisismo di una persona – afferma sempre Freud - suscita una grande attrazione su tutti coloro i quali, avendo rinunciato alla totalità del proprio narcisismo, sono alla ricerca di un amore oggettuale; l'attrattiva del bambino poggia in buona parte sul suo narcisismo, sulla sua autosufficienza e inaccessibilità, al pari del fascino di alcune bestie che sembrano non occuparsi di noi, come i gatti e i grandi animali da preda.»

 

Queste affermazioni di Freud hanno bisogno di una maggiore attenzione.

Innanzitutto, per «narcisismo» è qui da intendersi quel «narcisismo secondario» che designa un ripiegamento della libido, sottratta dagli investimenti oggettuali, sull'Io originario. Tale narcisismo sarebbe da distinguere da un «narcisismo primario», il precoce investimento del bambino su se stesso, prima che scelga degli oggetti esterni. Il narcisismo primario sarebbe antecedente alla costituzione dell'Io e corrisponderebbe alla fase autoerotica risalente alla vita intrauterina. Tuttavia, oggi, il concetto di narcisismo primario, cioè di una fase indifferenziata progettuale, è criticato su più fronti: da una parte, c'è chi fa notare che tale espressione perda il riferimento ad un'immagine di sé che è presupposto essenziale del concetto stesso di narcisismo; dall'altra c'è chi, come Melanie Klein, dubita che esista uno stadio progettuale, dal momento che le relazioni oggettuali sarebbero presenti fin dall'inizio della vita psichica. Ecco perché, quando oggi si parla di scelta oggettuale «narcisistica» ci si riferisce, in genere, a quel narcisismo secondario che segna una fissazione nell'evoluzione della libido, ed è caratterizzato da un investimento oggettuale in cui l'altro non è vissuto di per sé, ma come parte di sé stessi, e quindi come una presenza non effettivamente reale.

In secondo luogo, bisogna considerare più attentamente le caratteristiche di «autosufficienza e inaccessibilità», evidenziate da Freud, che rendono così fascinosa la personalità narcisistica. Si tratta, infatti, di vedere quale tipo di indipendenza e di autonomia può vantare questo modello di personalità. Ciò è possibile solo se penetriamo a fondo la genesi del narcisismo. Per quali motivi un bambino sviluppa un orientamento narcisistico?

Intendiamoci, esiste tanto un narcisismo «sano», quanto uno «patologico». Affermare la presenza di un narcisismo sano equivale a riconoscere l'esistenza di determinati «bisogni narcisistici» (o bisogni dell'Io) che fanno parte del corredo naturale di un individuo e che devono essere incoraggiati dai genitori. Essi emergono insieme all'emergere dell'Io e comprendono i bisogni di considerazione, di risonanza, di comprensione, di partecipazione e di rispecchiamento. Un bambino ha bisogno di vedere che la sua persona è oggetto di attenzione e interesse da parte delle figure significative della sua vita, in primo luogo la madre e il padre, e di suscitare una risposta, una eco da parte loro. Solo in questo modo può fare l'esperienza di «esistere» realmente, con i propri pensieri, le proprie emozioni, vissuti che devono essere «contenuti», cioè compresi e accettati perché l'ancora fragile ego possa fortificarsi e svilupparsi. Attraverso questo processo di attento riconoscimento di questi bisogni, il bambino può finalmente riconoscersi, darsi un'identità.
Nei disturbi narcisistici, questi bisogni subiscono un'evoluzione del tutto particolare. Innanzitutto, vengono soppressi al fine di soddisfare le carenze narcisistiche della madre o del padre. La situazione si capovolge: i genitori sono come dei bambini in cerca di un oggetto disponibile e, per quanto ciò possa apparire paradossale, il bambino è disponibile. Il bambino non può sfuggire e si può educare in modo da farlo diventare come piace a noi.

 

«Dal bambino - afferma Alice Miller - si può ottenere rispetto, aspettarsi che condivida i nostri sentimenti; nell'amore e nell'ammirazione del bambino ci si può rispecchiare, dinanzi a lui sentirsi forti; quando se ne è stanchi lo si può affidare ad altri; grazie a lui è possibile, infine, sentirsi al centro dell'attenzione: gli occhi del bambino seguono ogni movimento della madre.»

 

Per quanto intelligente e sensibile possa essere, un genitore che ha dovuto vivere tutto questo con i propri genitori, di fronte al suo bambino sentirà inevitabilmente ridestarsi i propri bisogni narcisistici insoddisfatti, che «agirà» su di lui.

La conseguenza diretta è la negazione dei sentimenti, vale a dire l'impossibilità di vivere in modo cosciente la gelosia, l'invidia, la rabbia, l'abbandono, l'impotenza, la paura... Infatti, il bambino può vivere i propri sentimenti solo se c'è una persona capace di accettarli, comprenderli e permetter loro di esprimersi. Per dirla con Bion, se c'è un genitore «contenitore». Il bambino non può rischiare di perdere l'amore, e ciò equivale a dire che il bambino non può entrare in contatto con il proprio vero sé, né tanto meno esprimerlo e svilupparlo.

Fin qui, l'origine del narcisismo è analoga a quella di ogni altro orientamento del carattere. Cosa c'è di specifico, allora, nella personalità narcisista? La capacità del bambino di adattarsi e rispondere ai bisogni narcisistici dei genitori. Il bambino che svilupperà disturbi narcisistici è dotato di un particolare «sensorio» nel comprendere ciò che si vuole da lui, così come di un sufficiente «talento» nel realizzare tali aspettative. A questo punto, il legame è assicurato: il genitore trova nel falso sé del bambino la tanto desiderata gratificazione (illusoria) dei propri bisogni infantili e il bambino trova nella conferma del proprio falso sé da parte del genitore la gratificazione (illusoria) del proprio bisogno di amore. Al mantenimento di tale legame sono interessate entrambe le parti, a cui, naturalmente, sfugge l'illusorietà di un rapporto fondato non sui bisogni autentici del vero sé, ma sull'immagine mentale del falso sé.

L'esito è drammatico: il bambino non può soddisfare realmente i bisogni del genitore, perché la propria struttura infantile non è in grado di «contenere» i suoi profondi e dolorosi sentimenti; analogamente, il genitore non ama il bambino reale, ma il suo falso sé.

Anche se il bambino non può vivere il proprio mondo affettivo, può però sviluppare pienamente le sue capacità intellettuali. I genitori stessi incoraggeranno tali capacità, che compenseranno i loro bisogni narcisistici insoddisfatti. In questo caso, il bambino non vive nel proprio Sé, ma nell'Io ideale e svilupperà una personalità narcisistica.

Un tale tipo di personalità tenderà a instaurare rapporti dove riprodurrà l'investimento narcisistico di cui è stato vittima e dove ricercherà la conferma del partner, dei figli e del proprio mondo in genere. In altre parole, il suo interesse principale sarà di garantire la sopravvivenza della propria immagine gonfiata del falso sé.

Inutile dire che il narcisismo è uno dei principali ostacoli al lavoro psicosintetico. Il narcisista ha troppo da perdere - in quanto a immagine illusoria, s’intende – per abbandonarsi ad un Lavoro di reale evoluzione interiore. Deve morire molto, prima di rinascere


     Fabio Guidi

 

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