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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Luigi Pruneti

Settembre 2009

 

Luigi Pruneti nasce a Firenze dove studia e si laurea in materie letterarie per poi specializzarsi in discipline storiche.
Nel 1974 entra a far parte della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori Obbedienza di Piazza del Gesù Palazzo Vitelleschi, la più importante istituzione massonica mista d'Italia.
Nel 1977 scrive, in collaborazione con T. Panaro, “Opposizione religiosa nel Medioevo”; questo suo primo libro ottiene, due anni più tardi, il Premio “Portovenere – Montefinale” di saggistica e giornalismo”. Inizia così una lunga attività di scrittore che vede la pubblicazione di 28 opere. A questa occupazione affianca quella di docente e di giornalista pubblicista. Oltre a studiare la storia della massoneria, s’interessa di simbologia ed ermeneutica del simbolo, di esoterismo, di storia delle tradizioni popolari, di storia regionale, di geografia storica.
Negli ultimi anni si è dedicato alla narrativa scrivendo prima la novella "Una piccola magia" e quindi "Memorie di Atlantide", una raccolta di racconti fantastici dai significati simbolici.
All'interno della Gran Loggia d'Italia degli Alam ricopre tutte le più importanti cariche, giungendo nel dicembre 2007 ad essere eletto Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro.


1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

La felicità è sentirsi in armonia con gli altri e con la natura, è amare ed essere amati, è cogliere ogni giorno l’emozione della vita, è saper apprezzare ciò che ogni ora della nostra esistenza ci dona.

 

2) Cos’è per lei l’amore?

In una sua canzone D’André definiva l’amore “la voglia di dare, l’istinto d’avere”, per me è il sentimento per eccellenza e di conseguenza è per sua natura indefinibile, pur modulandosi su molteplici toni e condizionando le nostre scelte e le nostre rinunce. Sicuramente è un legame fortissimo e positivo; è l’apprezzare l’altro da sé desiderando per lui ogni bene, è la forza che “move il sole e le altre stelle”, “è la vita e il principio vivificante della natura” (Leopardi) o, come scriveva Confucio, “è la virtù dell’umanità”.

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

La sofferenza è parte integrante della vita, chi trova una risposta al perché dell’esistenza comprende anche le origini e le motivazioni del dolore, per questo ogni religione ed ogni concezione filosofica, affrontano “in primis” il problema del dolore collocandolo in una sistemica di natura ontologica. Il dolore è comunque una prova alla quale viene continuamente sottoposta la nostra capacità di amare.

 

4) Cos’è per lei la morte?

E’ l’enigma, l’arcano al quale cerco, forse non riuscendoci, di prepararmi da sempre. Ritengo comunque, scimmiottando il “Fedone”, che la morte sia il momento in cui “l’anima si avvia a ciò che le somiglia, a ciò che è invisibile pur esistendo, a ciò che è divino … a ciò che è immortale … secondo quanto dicono gli iniziati” (mi perdoni la citazione che essendo a memoria non è esatta).

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

Quando veniamo al mondo siamo posti in un labirinto di apparenza e di miraggi, popolato di minotauri e di illusioni e dove la luce spesso maschera le tenebre e le tenebre la luce. In questo dedalo si nascondono spezzoni di conoscenza. Scoprirli significa avvicinarsi alla verità celata e guadagnare il centro. Proseguire su questa via implica un processo di auto-liberazione dai pregiudizi e dall’ignoranza e il cogliere il linguaggio segreto del tutto. Io cerco di seguire questo sottile filo di Arianna e di essere coerente nei fatti al mio pensiero.

 

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

Sì.

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

La contemporaneità è stata l’omicida prima e poi il necroforo di una dimensione umana della società, trasformandoci in consumatori, “attori – marionette” posti su quel grande palcoscenico chiamato mercato. I valori si sono di conseguenza smarriti. Sono rimasti sì di fronte a tutti ma con la stessa concretezza di un apparato scenico. Anche l’aspirazione alla felicità è stata mercificata dall’aspettativa di possedere qualcosa di più, che ha creato un pneumatico vuoto interiore. Il cosiddetto benessere, quando è limitato ad una maggiore possibilità di consumi comporta quello che è sotto i nostri occhi: il branco che sostituisce il bisogno di appartenenza, l’esaltazione del futile, l’indifferenza, il darwinismo sociale, il sistema mondo governato dalla cupidigia, il crollo dell’eticità, la fragilità emotiva, l’entropia della partecipazione, la tendenza all’egotismo e naturalmente la morte del pensiero e della cultura che è il suo prodotto.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

A volte non è facile riconoscerli, perché il male ha un potere mimetico incredibile. Pensi a Lucius, dell’Asino d’oro, egli riesce a comprendere la vastità del problema quando la curiositas  lo danna alla metamorfosi nell’animale emblema di Tifone, il dio del male. Solo allora può cogliere il giuoco di riflessi che fa percepire il bianco per il nero e il nero per il bianco. Solo la riflessione, la cautela, il dubbio e il desiderio d’amore possono far distinguere il bene e il male.

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

Il chiedersi, il domandarsi, l’avere aperto le porte di molte stanze col fine di risistemare il puzzle dell’esistenza.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Trovare il fiume che riconduca la goccia d’acqua al mare dal quale ebbe origine.


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