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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Massimo Marinelli

Marzo 2011

Massimo Marinelli, 62 anni, psicoterapeuta di ispirazione junghiana e rogersiana. Ha svolto le attività di chimico e biologo, partecipando a numerosi progetti di ricerca. Membro ordinario dell'Accademia Tiberina (Accademia creata da Gioacchino Belli per lo sviluppo delle Scienze e delle Arti, che ha avuto tra i suoi membri ordinari diciotto premi Nobel e cinque pontefici), è stato responsabile di un servizio per le tossicodipendenze in provincia di Viterbo, fondando due comunità di recupero per tossicodipendenti ed alcolisti. Ha pubblicato i testi La Scienza dello Spirito, Alimentazione e Coscienza, L'Io sono è dentro di noi, Il miracolo siamo noi, nonchè quattro CD di meditazione. Il suo percorso spirituale inizia nel mondo cattolico, per proseguire nel sentiero di Carl Gustav Jung e Rudolf Steiner, di cui è portatore nel percorso iniziatico. Conoscitore dell'l'India e delle religioni, manifesta la sua attitudine filosofica come conferenziere e conduttore di corsi e seminari, prevalentemente a Roma. Rosacroce in spirito e messaggio, diffonde l'obiettivo della fratellanza universale, nell'atto della condivisione tra uomini e popoli. Nel simbolo della Rosa, annuncia il ritorno del Cristo per i tempi che stanno per venire. Scrive periodicamente sulle riviste Lux Terrae e Corus, nonchè sulla rivista on line Larchetipo, di ispirazione antroposofica. Collabora a diversi progetti finalizzati a realizzare opere concrete, sopratutto nel mondo dell'istruzione e della psicoterapia, favorendo approcci innovativi sia sul piano culturale che applicativo.


1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

Dolore e morte sono condizioni inevitabili dell'esistenza umana, mentre la felicità è la meta da raggiungere. Tutto avviene secondo un preciso progetto di purificazione in cui dobbiamo staccarci dall'elemento inferiore della personalità per abbracciare quello più ambizioso dell'individuazione. L'uomo deve riconoscere la sua natura divina, espressa nel concetto dell'" Io Sono ciò che sono" ma fino a che non avrà compreso questa grande verità rimane assoggettato alla legge del karma e della causa ed effetto, attraverso un duro apprendimento che si manifesta nel dolore e nella malattia. La consapevolezza riduce la sofferenza e rende le azioni della vita sotto il controllo del pensiero. La felicità è il riconoscimento della propria divinità, in sintonia ed unione con la Mente Universale, di cui siamo parte.

 

2) Cos’è per lei l’amore?

L'Amore è l'energia che muove l'intero universo e l'essere umano. Se non ci fosse l'amore nel creato, l'uomo non esisterebbe. Il problema è essere consapevoli che noi siamo luce ed amore e che le realtà che noi percepiamo attraverso i sensi sono pure illusioni. L'amore sessuale è un aspetto dell'amore universale ed è indirizzato all'altro sesso come compendio della natura androgina dello spirito umano, sempre alla ricerca del suo completamento. Il sesso è l'espressione fisica delle energie dell'amore e nella sua essenza è sacro. Tutte le forme degradate sono manifestazioni istintive non controllate dalla consapevolezza. L'amore puro è virginio e incondizionato, indirizzato nella stessa misura verso tutti gli esseri del creato, siano essi uomini, animali, vegetali o minerali. Amare è il corrispettivo di essere ed è nel contempo il raggiungimento della felicità.

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

Tutto è Uno e tutto è molteplice. Tutto è essere e tutto è apparire, che è la manifestazione dell'essere. L'universo nelle sue infinite forme è la manifestazione dell'essere. Nell'essenza delle cose tutto è statico ma nella sua manifestazione tutto è movimento, dove la legge universale si manifesta nella trasmutazione delle forme ovvero nell'alchimia. La forma che muta, soffre e può avere o non avere la percezione della sofferenza. Respirare è vivere ma nell'atto dell'inspirazione si percepisce la fatica di vivere che termina quando ci liberiamo del movimento dinamico della espirazione. Così è in un infinito processo di creazione e discreazione, che vale per tutto il creato. L'Universo è un respiro di Dio e, allorché Dio smette di respirare, Esso torna nella sua manifestazione originaria della non creazione, in cui sono racchiuse tutte le potenzialità delle forme non manifeste. Così è per sempre. La sofferenza, dal punto di vista metafisico, è l'espressione del progetto della creazione.

 

4) Cos’è per lei la morte?

La morte è la più grande delle illusioni, legata alla percezione sensoriale del corpo fisico. La morte è in verità una manifestazione di un processo di trasmutazione da uno stato di coscienza legato al mondo fisico ad un altro non più percepibile attraverso i sensi. Dopo la morte, permane l'elemento psichico, attraverso il quale attribuiamo valore alle cose ma anche questo va poi dissolto per sperimentare lo stato di pura luce e consapevolezza, laddove la percezione dell'"Io Sono ciò che sono" si esprime nella vera natura di ciò che siamo, cioè uno con Dio. Morire è passare la soglia, tornare a casa, abbandonare temporaneamente il mondo delle forma per essere non ciò che pensiamo di essere ma ciò che siamo. Questa è la Verità.

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

La vita è un sogno, la vita è una lotta, la vita è una sfida, la vita è un gioco. Diceva madre Teresa di Calcutta. E' un sogno che noi creiamo, è una lotta perché, come dice la Bibbia “Ad ogni giorno basta il suo affanno”, è una sfida perché dobbiamo superare le prove che essa ci impone, è un gioco perché tutta la creazione è un gioco divino, un Lila, come lo chiamano gli orientali. Io creo il mio sogno ogni giorno. Il mio dovere è vivere. La mia manifestazione è amare. La mia forma è il servizio, nella espressione del discorso sulle beatitudini, pronunciato da Gesù nel discorso della montagna. So di essere un creatore e dunque creo, nei limiti della mia consapevolezza e del corpo fisico. Il motore che mi spinge è l'unificazione delle coscienze umane nel progetto della fratellanza universale. Il mio simbolo è la "Rosa mistica". La mia aspettativa è la sua Rivelazione.

 

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

Il progetto è vivere ed amare ma anche contribuire alla creazione. Ciascuno conosce il proprio, che vive due momenti. Il primo è liberarsi dal karma o destino, che ci impone attraverso il proprio codice genetico un percorso ristretto e non modificabile. Il secondo è promuovere la via del dharma, che è legato alla nostra consapevolezza del retto agire. Questo è libero e consiste nel fare la cosa giusta al momento giusto. Non è facile perché siamo noi gli arbitri delle nostre scelte. Ognuno di noi risponde a tre tipi di legami, quello con la propria famiglia biologica, quello con i nostri antenati e quello con la nostra famiglia spirituale. Il primo dovere è relazionarsi correttamente con i legami di parentela, in un atteggiamento psichico di distacco. Il secondo è superare la memoria biologica degli antenati, che conforma le nostre scelte terrene. Il terzo è riconoscere la nostra famiglia spirituale di appartenenza e conformarsi alle direttive del suo progetto, che è dettato direttamente dal Padre celeste. Questo è il percorso. Nel "Conosci te stesso" espresso nel tempio di Apollo, è racchiuso tutto il senso dell'esistenza.

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

L'uomo non è un animale, se non nella sua parte fisica. Tuttavia è inserito in un contesto sociale dal quale non può liberarsi, a patto che non conduca una vita ascetica. In questi tempi è quanto mai opportuno vivere nel mondo ma mantenendo la propria individualità, che fa parte del processo di evoluzione. Anticamente gli uomini vivevano un'anima di gruppo, che li rendeva più uniti ma poco consapevoli. Oggi l'uomo sperimenta un'esasperazione dell'egoismo che lo porta alla separazione e all'individualismo. Non è un processo involutivo ma occorre prendere coscienza delle proprie responsabilità e liberamente imparare a donarsi reciprocamente. La cultura come manifestazione delle etnie sociali va sempre più degradandosi per far posto ad un libero processo di individuazione. Apparentemente il mondo è nel caos ed i valori universali, morali ed etici sembrano essere scomparsi. Il processo di cambiamento in atto sarà lungo e doloroso e molti non allineati al progetto divino potrebbero perire. Mai come oggi l'uomo prende coscienza del suo essere multidimensionale, presente in più dimensioni energetiche e spirituali, ma nel complesso l'umanità è fuori asse ed il riallineamento non sarà facile. Accadranno eventi imponderabili che riporteranno l'uomo alla rettitudine. E' bene affrontare il processo di cambiamento, adottando una buona forma di meditazione o di centratura sul respiro.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

Bene e male in assoluto non esistono, poiché sono espressioni duali della stessa verità. Non può esistere la luce, se non esistesse l'ombra, così come ciò di cui siamo consapevoli è l'espressione della luce che rischiara le tenebre dell'ignoranza. L'universo vive in un costante rapporto luce-ombra e si potrebbe dire che il conosciuto è il cinque per cento del conoscibile. Nel vangelo di Giovanni sta scritto "In principio era il Logos, ed il Logos era presso Dio ed il Logos era Dio...e la luce risplende nelle tenebre ma le tenebre non l'hanno riconosciuta". Obiettivo dell'evoluzione è rischiarare le tenebre dell'ignoranza con la luce della conoscenza. E' bene ciò che è funzionale al processo evolutivo. E' male ciò che fa parte del passato e che non è più idoneo. L'egoismo è un male e l'unica arma che l'uomo possiede è riconoscerlo è trasformarlo in amore. Le carenze della personalità trasformate nel suo contrario diventano l'arma per vincere la battaglia della vita ed i punti di forza da sviluppare, mai da abolire. La superbia  può trasformarsi in consapevolezza, l'odio in amore, l'ira in energia, l'invidia in emulazione della verità, l'avarizia in giusta parsimonia, l'orgoglio in dignità, la lussuria in libera energia di amore, l'accidia nella calma interiore. Tutto può volgersi nel suo contrario. Occorre conoscere se stessi, disporre di volontà e del senso del sacrificio, applicare buone tecniche di meditazione ed essere tendenzialmente ottimisti per se stessi e per gli altri. Ma sopratutto occorre non disperare perché tutto è nel progetto di Dio.

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

Conoscere l'ignoto, riconoscendo la propria natura spirituale, è l'esperienza che accresce la consapevolezza e dona un grande senso di libertà interiore, non legata a paradigmi culturali, filosofici, scientifici e religiosi. L'uomo utilizza i paradigmi della storia ma non ne è imprigionato. L'angoscia deriva dal non sapere ciò che si è e l'uso della sola ragione non è sufficiente alla conoscenza. Essa è un atto interiore che nasce dall'equilibrio tra l'emisfero sinistro del cervello, in cui risiede il pensiero razionale di stampo maschile, e l'emisfero destro, dove risiede l'intuizione di stampo femminile. Ciò che separa i due emisferi è il corpo calloso, che si scioglie nella raggiunta natura androgina dell'essere umano. Occorre saper pensare ma non come Cartesio che asseriva "Io penso, dunque sono" relegando al pensiero logico il potere di stabilire la nostra identità. Occorre invertire la polarità e dire "Io sono, dunque penso", facendo leva all'intuizione spirituale in cui si attesta l'assoluta supremazia dell'essere, da cui deriva il pensiero puro, la cui conoscenza porta alla verità. Il pensiero puro risiede nel cuore e nell'amore. Bisogna imparare a dire "Io sono" a se stessi, come insegnava il Cristo ai discepoli più evoluti.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Il senso della vita è vivere nel presente, interpretando le pulsioni inferiori come stimolo per il suo superamento verso il raggiungimento dell'uomo che riconosce la propria divinità. Ogni azione quotidiana va santificata e resa sacra, in nome di quella Verità per la quale noi esistiamo. Occorre non avere aspettative e manifestare i propri talenti quando si pongono le condizioni. Mai forzare le cose, mai proporre una verità in sostituzione di un'altra, mai offendere l'altro nella sua dignità, mai anticipare i tempi. Occorre aver fede in se stessi ed in Dio, fiducia nel progetto divino, fervore nel sacro fuoco d'amore che si espande all'infinito e tanta tanta carità. Asciugare le lacrime a chi piange, incoraggiare chi ha paura, rendersi disponibile verso chi chiede aiuto, rendersi umile di fronte a Dio ed al prossimo. Non serve battersi il petto e fustigarsi ma guardare il mondo con gli occhi di un bambino, con stupore e meraviglia!


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