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Riflessioni sul Senso della Vita

Riflessioni sul Senso della Vita

di Ivo Nardi

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Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista a Nicla Vassallo

Febbraio 2011

Nicla Vassallo, specializzatasi al King’s College London, è Professore Ordinario di Filosofia Teoretica presso l’Università di Genova, dove appartiene al corpo docente del Dottorato di ricerca. I suoi contributi innovativi si danno in filoni di studio e ricerca analitica che riguardano, da una parte, la natura della conoscenza nelle sue tante declinazioni, dall’altra alcune forme specifiche di espressione epistemica in cui si presuppone l’esistenza di ingannevoli categorie ontologiche. Tra la sua autorevole e brillante produzione scientifica, in italiano e in inglese, ricordiamo le opere più recenti: Teoria della conoscenza (Laterza 2008) e Per sentito dire (Feltrinelli 2011) in qualità di autrice, Filosofia delle donne (Laterza 2007) e Piccolo trattato di epistemologia (Codice Edizioni 2010) in qualità di co-autrice, Donna m’apparve (Codice Edizioni 2009) in qualità di curatrice, Knowledge, Language, and Interpretation (Ontos Verlag 2008) e Reason and Rationality (Ontos Verlag 2011) in qualità di co-curatrice. Con Concita De Gregorio ha introdotto il volume Sul velo di Marnia Lazreg (Il Saggiatore 2011) e con Vittorio Lingiardi il volume Disgusto e umanità di Martha C. Nussbaum (Il Saggiatore 2011). Si dedica a prestigiose attività congressistiche, editoriali, organizzative. Scrive regolarmente di cultura e filosofia su giornali e riviste.   www.niclavassallo.net

 

1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?

Un istante dell’affetto, del sentire, del ragionare. Un eterno istante. Intensità, mari, montagne, deserti, sensualità, vicinanza.

 

2) Professoressa Vassallo cos’è per lei l’amore?

Amore e amare. Differenze. In ogni caso, confidenza, continuità, confronto, familiarità, temerarietà in carezze, intelligenze, passioni.

 

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?

La domanda troverebbe una risposta nella filosofa analitica della religione. Da parte mia, qualcosa ho studiato e scritto, ma nessuna spiegazione definitiva (per carità), generale o generalista, spirituale o teologica, esistenziale o strumentalista. Ogni particolare sofferenza merita una particolare spiegazione. Altro è la giustificazione.

 

4) Cos’è per lei la morte?

Morte di chi? Di qualche dio? Di un vegetale? Di un animale non umano, e così via? Ipotizziamo di riferirci a un essere animale umano. In tal caso, difficile definire il concetto di morte, nonostante i troppi farraginosi dibattiti, cosiddetti bioetici. Ancor più difficile confrontarsi con la morte personalmente. “Per me”, privatamente, cosa sia la morte, rimane un particolare di uno dei tanti individui al mondo. Cos’è la morte: la filosofia rappresenta uno dei migliori mezzi per capirlo. La buona filosofia, quella che cerca di definire i concetti, non varie filologie, ossessioni, protagonismi, retoriche, vaneggiamenti spacciati per filosofia.

 

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?

Impegni personali. Impegni professionali. Impegni sociali. Con ogni sincerità e onestà. Gli orizzonti. Consapevoli, per quanto mentalmente, fisicamente, psicologicamente possibile.

 

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?

Tutti? Mi sono imbattuta, mio malgrado, in individui che tradiscono i progetti su cui fingono di investire, di scommettere. Soprattutto, individui che ti investono, nel senso letterale del termine.  Mi accompagno ora ad altri individui.

 

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?

Come sostengo in “Per sentito dire. Conoscenza e testimonianza” (Feltrinelli 2011), egoismo e individualismo rimangono deprecabili. Involuzione culturale? Involuzione primitiva e paranoica.

 

8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli?

Grazie alla buona filosofia. Senza sapere cosa sono, o cosa non sono, ci risulta impossibile individuarli.

 

9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei?

L’entusiasmo per l’ignoto. Non farei altrimenti la filosofia in cui confido. Non vedrei il mare di fronte a me. Né navigherei (teoricamente e praticamente) verso irraggiungibili orizzonti.

 

10) Qual è per lei il senso della vita?

Sperimentare, vivere con chi amo. Con loro capirò meglio. Capirò il senso, o il non senso. Grazie a loro. Rarissimi.


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