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Riflessioni sulla Simbologia

di Sebastiano B. Brocchi
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Le Nozze Chimiche di Renzo e Lucia.
Cenni di esoterismo manzoniano

Luglio 2008

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Non è pionieristico da parte mia affermare che “I Promessi Sposi” sia un testo ovunque intriso di grande simbolismo: esso associa «la più forte densità realistica a un affacciarsi di schemi, motivi, effetti di tipo simbolico (...). Realismo e tensione simbolica sono (...) intimamente legati in tutto il romanzo» (Giulio Ferroni, “Storia della Letteratura Italiana”, volume X). Molti concordano, ad esempio, sul fatto che il libro racconti, prima ancora che una vicenda sentimentale, un percorso spirituale e formativo di Renzo.

Tuttavia credo che pochi autori abbiano intuito la vastità e lo spessore di questo simbolismo, attribuendolo più all’estro di uno scrittore geniale che alle conoscenze di un dotto Ermetista.

 

Rosarium PhilosophorumAvrete notato il curioso modo di intitolare questo articolo. Per farlo, ho parafrasato il titolo di uno dei maggiori testi alchemici di tutti i tempi, “Le Nozze Chimiche di Christian Rosenkreuz” (1459), il trattato scritto dal (probabilmente leggendario) fondatore della confraternita dei Rosa+Croce.

In quest’opera, veramente sottovalutata, a mio parere, dalla saggistica esoterica contemporanea, viene narrato in sette capitoli o “libri”, il viaggio di altrettanti giorni, compiuto da Christian Rosenkreuz per partecipare al matrimonio del Re e della Regina. Questo regale sposalizio è un tema molto caro agli Alchimisti, che da sempre ne fanno uno dei punti centrali della loro trattatistica, ad indicare l’unione di Mercurio e Zolfo. Come ho già detto si parla di Alchimia filosofica, quindi anche queste sostanze vanno comprese come termini metafisici (cfr. Sebastiano B. Brocchi, “Riflessioni sulla Grande Opera”).

Certo, in Manzoni non è di re e regine che si parla, ma di semplici popolani. In realtà questo non cambia nulla al significato della loro vicenda.

 

Iniziamo dunque dai due protagonisti.

Lucia MondellaLucia, è la versione femminile del latino Lucius, che significa “Luminoso”, da lux, luce. Manzoni ne descrive l’acconciatura fermata da radiosi spilli d’argento (il metallo della Luna) come raggi di un’aureola (cfr. “I Promessi Sposi”, capitolo II).

Renzo, Lorenzo, deriva invece dal latino "laurus", alloro, la pianta sacra ad Apollo, Dio ellenico del Sole.

Anche i cognomi dei due protagonisti sono rivelatori: Mondella, richiama sia la castagna, frutto rinvenuto all’interno di un riccio spinoso (con tutti i magnifici rimandi alla difficoltà di rinvenire la Regina dei Filosofi), sia il termine “monda”, ossia pulita, pura, limpida, tersa. A rafforzare questa visione concorre il carattere attribuito alla ragazza da Manzoni, che la descrive pura, ingenua e virtuosa, come la “donna angelo” degli stilnovisti e la dama dei trovatori.

Tramaglino, dal termine tramaglio (sorta di rete molto fitta composta di tre strati sovrapposti usata sia per la pesca che per catturare volatili come ad esempio quaglie), ricorda per questo sia l’alchemica sigla SSS (Stratum Super Stratum, Strato Su Strato), ossia la composizione della Materia Prima da più “strati” o livelli sovrapposti, sia la fissazione del volatile attribuita allo Zolfo. A questo proposito andrebbe precisato che Renzo, nella prima versione del romanzo (intitolata “Fermo e Lucia”), era chiamato Fermo, e come abbiamo ricordato lo Zolfo-Oro-Io-Re-Sole, “motore immobile” della nostra Coscienza, è l’elemento maschile e di fissità (dunque Fermo) nella triade alchemica Mercurio-Zolfo-Sale.

Tramaglino, inoltre, è vicino al termine “trama”, e se si conta che nel romanzo è il nome di un filatore, allude perciò anche alla sottile “trama” che il Filosofo va formando, tessendo, sul telaio della propria mente, o per estensione della propria vita e del proprio destino, trama di domande, riflessioni, esperienze, intuizioni, risposte, che si intrecciano nella sua Consapevolezza (cfr. https://sites.google.com/site/graziabrocchi/commentointerpretativodell'opera).

 

Lucia e Renzo recano quindi le caratteristiche che permettono all’ermeneuta di riconoscerli come la Luna e il Sole ermetici, il Mercurio e lo Zolfo, l’Acqua e il Fuoco, dunque la Regina e il Re di un regno che è l’essere umano stesso.

Il topos ermetico dello sposalizio del maschio e della femmina filosofici è ancestrale e archetipico. In ogni cultura troviamo esempi di racconti legati all’amore, al matrimonio e al coito con chiari riferimenti ad altro che non siano i rapporti sessuali “terreni” tra uomo e donna.

Tuttavia, le interpretazioni di questi “matrimoni mistici” non sono univoche, ma al contrario variegate e l’una capace di ribaltare la prospettiva dell’altra pur senza contraddirla. Anche in questo caso vale la sigla sopra citata, SSS. Ogni interpretazione sembra essere uno strato successivo dei veli che devono essere tolti al fine di contemplare la “Dea nuda” della conoscenza.

 

matrimonio mistico tantricoUn primo livello di lettura è quello, basilare, di conjunctio oppositorum, unione degli opposti, concetto sui cui si erige l’Opera alchemica. «Così la liberazione, nello Yoga tantrico, è concepita  come la riunificazione, le nozze dell’âtman (maschio) e della buddhi (femmina), artificialmente separati dalle condizioni inerenti alla “caduta” degli individui nel mondo fenomenico» (Jean Varenne, “L’Hindouisme des textes sacrés”, dall’“Encyclopédie des mystiques”, volume III, a cura di Marie-Madeleine Davy); laddove âtman e buddhi designano i già citati Zolfo e Mercurio, Nous-Spirito e Psiche-Anima, come anche, su scala cosmica oltre che interiore, i due poli complementari Yin e Yang. In altro luogo il simbolo delle nozze ermetiche è interpretabile come unione dell’Io-sposo a Sophia, la Conoscenza-sposa; cioè l’incontro e l’abbraccio eterno del Filosofo con l’oggetto del suo amore e delle sue speranze. Infine, possiamo leggere lo Hieros Gamos (Matrimonio Mistico o Sacro) come unione della Coscienza-sposa con il Dio-sposo. In questa prospettiva viene interpretato il libro biblico del “Cantico dei Cantici”, e viene compreso il misterioso rituale della prostituzione sacra, che prevedeva l’unione sessuale di prostitute-vestali con sacerdoti che per l’occasione impersonavano il Dio.

In realtà, tutte e tre queste interpretazioni non sono che una. Descrizioni di un unico evento, che ogni volta è analizzato sotto un differente e nuovo aspetto. Che siano i due opposti Yin-Yang a cercare il loro punto di incontro e di fusione, infatti, o che sia l’Io a cercare la divina Conoscenza e volersi unire a lei, o l’Anima matrice che si prepara ad accogliere il suo Sposo Celeste; il Matrimonio Mistico è uno soltanto. Esso segna il compimento degli “sforzi del lavoratore”, nel senso che l’Alchimista che sia giunto a questo punto non avrà più nulla da fare attivamente, limitandosi ad aspettare che questo Matrimonio dia i suoi abbondanti frutti.

 

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