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Sufismo

Riflessioni sul Sufismo

di Aldo Strisciullo    indice articoli


 

Khalwatiyya

Di Gabriele Mandel Khan

Con particolare riguardo alla Jerrahiyya-Khalwatiyya (turco Jerrahi Halveti).

Maggio 2010

 

La dimora del cuore è purificata:
il sufi è trasformato in fenice.
Conduce nel Regno del Divino.
Questo è il Dhikr [il rito della “rammemorazione”] del Signore.

Maulana Sultan Muhammad Nûr âlDîn âlJerrahi



Jerrahiyya-KhalwatiyyaLa Taryqa Khalwatiyya fu probabilmente – ma non sicuramente - fondata nel XIV° secolo da Muhammad bn Nûr âlBâlisî (detto âlKhalwatî per i suoi frequenti ritiri) e coordinata dal suo allievo cUmar âlKhalwatî (Lâhij,  Gilân, ? – Tabriz 1393), cui seguì il secondo grande pîr (Gran Maestro, termine iraniano), Yahyâ âlShîrwanî (?- Baku 1464), autore del: Wird âlSattâr, testo base ed elemento rituale precipuo di tutti i rami della Confraternita. Questo testo consiste di tre capitoli che glorificano l’unicità di Dio, il Profeta e la sua Profezia, e i compagni. Un lettore lo recita ad alta voce all’assemblea nel corso del dhikr.
Secondo Spencer Trimingham - uno dei maggiori esperti della Storia delle Confraternite sufi - «la Khalwatiyya fu uno degli Ordini più popolari, più diffusi, più complessi e completi. Ebbe uno sviluppo considerevole e con vari stili nelle diverse regioni del Mondo islamico ma pur sempre mantenendo fortemente il suo carattere turco. Ciò sin dai primi tempi, poiché fu politica della Khalwatiyya responsabilizzare il khalifa (vicario operante in una Nazione), libero di come intende condurre  il corso delle funzioni e delle istruzioni, purché sempre nello spirito e nelle tecniche della Casa Madre stessa. Questa taryqa (Confraternita) non ha dunque mai avuto un fondatore, un unico capo o centro, ma alcuni sufi o logge della regione di Ardabil, noti per le loro discipline ascetiche, furono associati a questo nome.
Nacque così una scuola mistica che poneva l’enfasi sull’ascetismo individuale (zuhd) e sul ritiro spirituale (khalwa).»

 

Vediamone in un rapido scorcio alcune delle sue molte espansioni: una serie notevole di abbazie~ramificazioni~derivazioni, a volte anche apparentemente del tutto indipendenti, che ci fa chiaramente intendere il valore e l’espansione della Khalwatiyya.
Tra i khalyfa (vicari) di Yahyâ Shirwânî che apportarono un notevole contributo dando all’Ordine la sua forma e assicurandone la diffusione, abbiamo cUmar Rûshânî (?-Tabriz 1486) e Yusuf âlShirwânî. Il primo, protetto dal sultano  aqQuyûnlu Hasan, iniziò il pir Demirdâhs (?-1524) e il famosissimo Ibrähîm Gulshan (?-1534), che rispettivamente fondarono al Cairo le due filiazioni Demirdâshiyya e Gulshaniyya. A sua volta la Gulshaniyya fondò più tardi due celebri ramificazioni: alSezâ’iyya, ad opera di Hasan Sezâ’î (?-Edirne, 1738), e la Hâletiyya ad opera di Asan Hâletî (?-Edirne 1911).
Tra i khalyfa successori di Shirwânî, Ahmad Sîvâsî (?-Sivas 1597) fondò la Shamsiyya, e Nûrî Sîvâsî (?- Istanbul 1650) fondò la Sîvâsiyya.
Agli inizi la Khalwatiyya si diffuse in Anatolia, soprattutto nella regione di Amasia ai tempi di Bayazîd II°. In quel periodo il pir più noto fu âlAqsarâ’î, chiamato anche Çelebi Efendi (?-Damasco 1497), che fondò la Jamâliyya, detta poi Sünbüliyya dopo la morte del successore di âlAqsarâ’î, Sünbul Sinân  (?-Istanbul 1529). In pari tempo la Casa Madre si trasferì a Istanbul, dove ebbe l’appoggio del sultano Solimano il Magnifico e poi del sultano Selîm II°, ed accolse fra le sue fila eminenti personalità del Governo.
Una delle più importanti ramificazioni del periodo fu la Shacbâniyya, fondata da Shacbân âlQastamuni (?-1568) di cui fece parte anche il sultano Murâd III° (r. 1574-1595). Essa fu indubbiamente una delle più importanti in Anatolia e nei Balcani, soprattutto per il numero delle sue Abbazie (più di venticinque), ed è ancor oggi il ramo più attivo della Khalwatiyya. A Kastamonu e ad Ankara fu creatala diramazione pincipale, la Qarâbâshiya, ad opera di cAlî Qarâbâsh (?-1685). Il suo allievo Nasûhî fondò la Sasûhiyya, da cui derivò poi la Çerkeshiyya ad opera di Mustafâ Çekeshî (?-1813). Da questa derivarono i due rami Khalîliyya (di Khalîl Gerdeli, ?-1813) e la Ibrâhîmiyya (da Qushadalî Ibrahîm; ?-1867).
Dalla vecchia Qarâbâshiyya derivò la Bakriyya (inizi del XVIII° secolo) ad opera di Mustafa âlBakri. Il suo khalyfa, Karîm Kamâl âlDîn (?-Gâza 1784) fondò la Kamâliyya. Nell’estensione della Khalwatiyya ebbe considerevole importanza la Sammâniyya, fondata da un altro khalyfa della Kamâliyya, Karim âlSammân (?-La Mecca 1775): egli raggiunse il Sudan e l’Etiopia, e dalla Mecca emigrò verso l’Asia di Sud-Est. Un altro khalyfa della Sammâniyya, Husayn Ghunaym (?-Istanbul 1891), fondò a Istanbul la Faydiyya.
Altri rami furono istituiti a partire dalla Qarâbâshiyya: la Bakriyya ad opera di Kamâl; la Bakriyya; la Sammâniyya ad opera di Karâm âlSammân (?-La Mecca 1775), ordine che giunse sino al Sudan e all’Etiopia e, dalla Mecca, all’Asia di Sud-Est. Un ramo di questa, la Faydiyya (da Fayd Ghunaym, Istanbul 1891) fu attiva a Istanbul.
I discepoli del khalyfa Kamâl Bakrî Sâlim âlHifni (?-Cairo 1767) e i loro stessi discepoli diedero un grande impulso alla Khalwatiyya nell’Egitto del XIX° e XX° secolo, e si ebbero allora anche più di duemila aderenti. In Siria invece dalla Jamâliyya  derivarono la cAssâliyya (da cAssâlî, ?-Aleppo 1638) e la Bakhshiyya (da Baqfalûnî, ?-La Mecca 1686).
Nella sola Istanbul, invece, si ebbero nel 1921 dieci tekké Jerrahi; venticinque della Shacbâniyya; diciotto della Sünbüliyya; tre della Sinâniyya; cinque  della cUshâqiyya e quattro di gruppi minori.
Per tutte le diramazioni il wird fu senz’altro il Wird âlSattâr di Yahyâ âlShîrwânî, come detto all’inizio, e il pensiero base fu quello di Ibn âlcArabî. Qua e là si intravvidero anche concetti sciciti, con cui fu poi interrotto comunque ogni rapporto. I ritiri possono andare dai tre ai  quaranta giorni. Il dhikr può differire nei Nomi e nei rituali, ma di poco.
Comunque, il proliferare di molti rami, alcuni derivati solo indirettamente dalla Casa Madre, aveva posto la Khalwatiyya, agli inizi del XVIII° secolo, in una situazione particolare. I personalismi tendevano a sottrarre alcuni rami dalla diretta derivazione della Khalwatiyya d’origine, e si era quindi creata anche una certa confusione. Si avvertiva la necessità di un ritorno ad una linea di condotta coerente e coesa, quella che divenne “la Via di Mezzo della Khalwatiyya”. Vi provvide il Maestro turco Nurettin (Muhammad Nûr âlDîn âlJerrahi) che nel 1074 fondò a Istanbul  questa taryqa “della Via di mezzo”, che da lui prese nome di Jerrahiyya Khalwatiyya (turco Jerrahi Halveti).
E’ ubicata nel quartiere di Karagümrük, in alcuni stabili donati dal sultano,  che comprendono due moschee, l’ampia sala delle tombe dei vari pir, l’aula per il dhikr, quella per le lezioni, i refettori, i vari servizi (che sono tutti assolutamente gratuiti). Ha come insegna «Türk Tasavvuf Musikiçi ve Folklorum Araştırma ve Yaşatma Vakifi.»
Sul finire del Novecento ne fu Gran Maestro l’eminente scrittore Muzzafer Ozak, e oggi lo è Toğrul Inancer Efendi, che è anche uno degli eminenti qutb della Mevleviyya, talché a volte, in Istanbul, durante il Dhikr al centro della sala danzano eccellenti semazen (detti in Europa “dervisci roteanti”).
Prerogativa della Jerrahiyya è anche quella di essersi diffusa in Occidente e in America (soprattutto sotto la conduzione dell’eminente pittore e pir Tosun Bayrak) Ha aperto sue proprie Abbazie: una a New York, a Philadelfia, Illinois, Canada (Toronto), San Francisco, California, Seattle, Messico, Argentina, Brasile (San Paolo), Cile (Santiago), Tennesee (Nashville), Australia, Spagna (Granada), Germania, Bosnia, Grecia, Francia, Italia. Ecco dunque perché la Jerrahiyya Khalwatiayya (turco: Jerrahi Halveti) rappresenta ancora degnamente, oggi, la Confraternita Khalwatiyya con tutto il suo percorso lungo secoli di attività complessa e considerevole.

 

Rami “principali” della Khlawatiyya:
(i numeri indicano le date di morte dei fondatori)
Ahmadiyya (<1529); Bairâmiyya-Shattâriyya (<1746); Dardîriyya (<XVIII s.); Eshrefiyya (<1493); Ighit Bâshiyya (<1544); Jamâliyya (<1750); Jerrahiyya (<1722); Jilwatiyya (<1628); Malâmiyya-Bairâmiyya (<1553); Misriyya o Niyâziyya (<1694); Rahmâniyya (<1783); Sâwiyya (<1825); Sha’bâniyya (<1569); Shamsiyya (<1601); Sinâniyya (<1577); Sűnbűliyya (<1529); Tayybiyya (<1824); CUshshâqiyya (<1592).

 

Gabriele Mandel Khan
Vicario generale per Italia della Confraternita Sufi Jerrahy Halveti

 

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