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Riflessioni Teosofiche

Riflessioni Teosofiche

di Patrizia Moschin Calvi  - indice articoli

 

I catari e la reincarnazione

Di Edoardo Bratina

Aprile 2014

 

Una delle documentazioni recenti più singolari sulla reincarnazione si trova in un’opera dello psichiatra inglese Dr. Arthur Guirdham, nella quale l’autore descrive il suo coinvolgimento nelle reminiscenze dell’esistenza vissuta da una sua paziente presso la setta religiosa dei Catari della Provenza, nella Francia meridionale, negli anni 1242-1244, quando le crociate dell’Inquisizione sterminarono i seguaci di questa setta, che lottava contro la corruzione del clero predicando l’austerità, e dalla quale trassero l’ispirazione i Valdesi (1176), come pure Francesco d’Assisi (1182-1226).
Sui costumi dei Catari san Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), personalità eminente nel campo religioso dell’alto medioevo, scrisse: “Nonviè nulla di più cristiano di questi eretici”. Malgrado ciò furono sterminati.
I Catari (dal greco “katharvi”= i puri) costituivano una setta neo-manichea derivata dalla Persia attraverso varie filiazioni dei Pauliciani dell’Armenia, dei Bogomoli della Bulgaria e Dalmazia e dei Manichei della Spagna.
Il fondatore del Manicheismo, Mani (215 273), ritenuto un prete cristiano, dopo un viaggio in India e in Cina scoprì la sua vocazione proclamandosi l’atteso Paracleto, promesso da Gesù, ma per istigazione dei sacerdoti di Zoroastro fu condannato a morte e crocefisso.
Secondo lo storico tedesco Schrader, Mani non fu un profeta, ma un teosofo il quale formulò un sincretismo delle religioni cristiana, zoroastriana e buddhista.
Dopo la morte del fondatore, il Manicheismo si diffuse in breve tempo dalla Persia fino alla Cina, Egitto e Spagna, tanto che nella Mongolia, per qualche tempo, divenne la religione di stato e sant’Agostino stesso fu manicheo, prima di convertirsi al Cristianesimo.
La sede della diffusione del Manicheismo fu dapprima Babilonia, e poi Samarcanda, sulla via della seta che nel Medioevo collegava l’Oriente con l’Occidente.
Il sistema religioso di Mani, come quello di molte sette gnostiche, è alquanto complesso, essenzialmente consisteva nella credenza nei due Principi eterni ed opposti, del Bene e del Male, della Materia e dello Spirito, in lotta perpetua tra di loro.
Per conseguire la salvezza è necessario liberarsi dal Male con l’astinenza dalla sensualità, carne, alcool, ecc. secondo la traduzione Buddhista; quelli che seguono questa disciplina sono detti i “puri” (katharvi), mentre per i laici vi è la speranza nella reincarnazione per conseguire la perfezione nelle vite future.
Degli insegnamenti di Mani si conosceva ben poco fino a quando non si scoprirono a Turfan nel Turkestan, e a Fayyum in Egitto, numerosi documenti manichei, buddhisti e nestoriani dai quali risulta l’esposizione della fondamentale dottrina del dualismo e anche la credenza nella Reincarnazione.
La singolare storia della Reincarnazione dei Manichei descritta dal Dr. Guirdham trasse origine dall’occasionale visita, nel suo ambulatorio di neuropsichiatria, della paziente Mrs Smith, la quale da anni soffriva di gravi incubi in qualche modo connessi con i Catari della Provenza.
Il Dr. Guirdham allora ricordò pure che egli stesso soffriva da molti anni di incubi analoghi a quelli descritti da Mrs Smith.
Invitò allora la sua paziente ad annotare tutti i particolari di tali incubi, ed egli stesso fece altrettanto, riscontrando molte analogie nei particolari, ivi compresi nomi di luoghi e di persone, oltre alla sincronizzazione di molti eventi, i quali si riferivano tutti alle vicende dei Catari durante la persecuzione dell’Inquisizione.
Dalle descrizioni risultarono molte circostanze del tutto inedite della vita dei Catari, le quali furono accertate successivamente dalle ricerche storiche.
Il Dr. Guirdham decise di recarsi più volte nei luoghi descritti, e in particolare nel chiostro della cattedrale di S. Stefano a Tolosa, dove fu colto da un’indescrivibile angoscia, come pure negli altri luoghi dove furono giudicati gli eretici e condannati al rogo.
Per maggiore evidenza consultò le opere specialistiche e i registri dell’Inquisizione ancora esistenti, come pure prese contatto con alcuni dei maggiori specialisti francesi esperti sui fatti riguardanti i Catari, trovando una totale conferma che gli incubi suoi, di Mrs Smith e di altre persone incontrare successivamente, corrispondevano alla realtà, rivivendo i tragici eventi della storia dei Catari.
L’avversione innata dei Catari reincarnati per la Chiesa forse spiega l’analogo comportamento dei presunti indemoniati, i quali reagiscono con violenza all’intento del prete esorcista, riaffiorando in essi il terrore subito nei processi dell’inquisizione contro le streghe e gli eretici.
Lo stesso fatto forse spiega l’irrazionale miscredenza e le persecuzioni del clero nei vari Paesi.
Un altro fatto interessante riferito da Mrs Smith, documentato dagli scritti originali, consiste nei suoi tentativi di composizioni poetiche a tredici anni quando scrisse, senza conoscere prima la lingua francese, una serie di brani nello stile dei trovatori di quel tempo, usando metafore e allusioni caratteristiche della vita dei Catari, come è stato dimostrato dai critici della letteratura provenzale.
È noto che i poeti trovatori (“troubadours”) della Provenza peregrinavano per tutta l’Europa cantando le loro canzoni, ecc., accompagnandosi ai giullari, e ovunque venivano accolti con segni d’onore, celebrando l’amore ideale e cavalleresco.
Questa lirica fu frutto della civiltà dei secoli undicesimo e dodicesimo, stroncata dalla crociata contro i Catari e gli Albigesi; indubbiamente i trovatori diffusero in Europa le idee dei Catari.
I trovatori celebrati dal Carducci come il “gentil fiore della cultura occitanica” nelle loro canzoni nascondevano un doppio senso in cui ogni personaggio o situazione alludeva ad un messaggio segreto che non poteva essere divulgato, come troviamo descritto da Dante nel Convivio, il quale costituisce una chiave di lettura per comprendere La Divina Commedia ispirata ad analoghi criteri.
Così, dalla verifica storica dell’origine degli incubi del Dr. Guirdham, di Mrs Smith e di altre persone coinvolte, non solo abbiamo la prova indiretta della reincarnazione, in quanto ricordano le vicende vissute nell’esistenza precedente, ma anche la storia di questa setta religiosa, negli aspetti ancora inediti rivelati dai protagonisti delle vicende stesse.
Con i fatti raccolti il Dr. Guirdham ha compilato un romanzo storico ambientato nella Linguadoca, intitolato “Il Patibolo e la Croce”, in cui descrive il supplizio subito da lui e dalle persone coinvolte nella repressione effettuata dall’Inquisizione ai danni della setta dei Catari.
Da tutte queste reminiscenze emerge quanto mai evidente che la reincarnazione è un fatto indiscutibile, in quanto non vi è altra teoria per spiegare i fatti documentati, i quali non riguardano le reminiscenze di una sola persona, bensì di molti individui nello stesso tempo, relativamente ai medesimi eventi storicamente documentabili.
Dal Dr. Guirdham risulta che i traumi subiti nell’esistenza precedente si ripercuotono nelle reminiscenze spontanee, nelle sindromi psicopatiche, negli incubi e sogni, come pure nell’associazione dell’immaginazione, ma anche nelle tendenze innate, attrazioni e repulsioni.
Così lo stesso Dr. Guirdham afferma che sin da bambino aveva un’istintiva avversione per il Cattolicesimo e simpatia per il Buddhismo, avversione per l’alimentazione carnea, come era d’uso dei Catari, i quali seguivano certe osservanze buddhiste.
Soprattutto la visita dei luoghi che videro le gesta dell’Inquisizione risvegliò in lui il ricordo di quel tragico tempo.
Lo stesso autore, Dr. Guirdham, in un’altra opera intitolata Noisiamol’unl’altro, descrive altre sue reminiscenze della precedente incarnazione nella quale raccolse le testimonianze di un gruppo di persone che vissero e soffrirono insieme in Inghilterra, tutte variamente coinvolte negli eventi degli anni 1242-1244. Tra questi, un bambino di sette anni il quale chiaramente ricorda quei tragici giorni.
Nella sua autobiografia intitolata Unpiedeneidue mondi questo psichiatra descrive i fatti psichici intervenuti nella sua vita, dimostrando come le malattie avute furono dovute alla sua resistenza nei confronti dei messaggi che gli pervenivano dai secoli passati e come il graduale sviluppo della sua percezione lo portò a credere nella Reincarnazione, convincendosi delle sue precedenti esistenze.
Bisogna notare che il Dr. A. Guirdham non è un occultista, bensì soltanto un medico specialista in neuropsichiatria, il quale venne a trovarsi in situazioni singolari e, volendo andare a fondo, scoprì la legge della Reincarnazione, che cambiò la sua esistenza come quella delle altre persone coinvolte.
La documentazione sulla Reincarnazione è ormai tanto vasta che non si può mettere in dubbio la sua realtà, basti menzionare gli oltre tremila casi di ricordi spontanei documentati da Ian Stevenson, neuropsichiatra dell’Università della Virginia, come pure altre migliaia di casi di regressione della memoria applicati dagli psicanalisti in America e in Inghilterra, descritti dal Dr. Denys Kelsey di Londra, dalla Dr.ssa Barbara Ivanova di Mosca, da Helen Wambach, Edgar Cayce, ecc.
Resta da chiarire il problema di come avviene la disincarnazione, oltre a quanto descrive il Dr. Raymond Moody nei casi delle condizioni di pre-morte di pazienti dichiarati clinicamente deceduti e rianimati, i quali ricordano e descrivono le varie fasi dell’abbandono del corpo fisico.
Questi casi sono molto numerosi e la descrizione delle condizioni concorda con quanto documentato dal Dr. Moody.
La credenza nella vita postmortemdel resto è universale presso tutte le religioni del mondo, ma anche la metapsichica fornisce prove sperimentali tanto numerose che non possono essere spiegate con ipotesi diverse.
Dante descrisse mirabilmente la condizione postmortemnella sua intervista con Stazio nel Purgatorio (XXV, 79-88):

Quando Làchesis non ha più del lino,solvesi da la carne, e in virtute
ne porta seco e l’umano e ‘l divino: l’altre potenze tutte quante mute; memoria, intelligenza e volontade
in atto molto più che prima agute.Sanza restarsi per sé stessa cademirabilmente a l’una de le rive; quivi conosce prima le sue strade.
Tosto che loco lì la circunscrive…”.

 

Tutte le religioni del mondo postulano l’esistenza dei mondi ultraterreni spesso descritti in modo pittoresco di supplizi infernali e di gioie celesti, ma soltanto la Teosofia offre una teoria razionale mediante le ricerche extrasensoriali di numerosi studiosi di Teosofia.
La possibilità dell’investigazione dei mondi soprasensibili è stata dimostrata da poeti, sensitivi, veggenti e santi di ogni tempo: san Paolo, nella Seconda Epistola ai Corinti scrive: “Conosco un uomo in Cristo… il quale improvvisamente fu rapito nel terzo cielo dove ha udito cose indescrivibili che l’uomo non è in grado di riferire…”.
Il “terzo cielo” evidentemente è il piano mentale astratto, indescrivibile con parole.
Dante nel Convivio(secondo trattato) ne dà la spiegazione dove dice:

 

“Voi che 'ntendendo il terzo ciel movete, udite il ragionar ch'è nel mio core…”.

 

L’“intendimento” o comprensione consiste nel “muovere” il terzo cielo del pensiero astratto dello schema tradizionale e teosofico.
Del resto LaDivinaCommediadi Dante si basa su un’esplorazione interiore, sebbene descritta in termini pittoreschi polisensi, come egli stesso precisa, ma i fatti descritti si trovano pure in molti autori apocrifi e particolarmente nei Vangeli gnostici come l’Ascensione di Isaia ai sette cieli o l’Apocalisse di Pietro, ecc.
Il poeta sufi persiano Omar Khayyam in una celebre quartina dice:

 

L’anima mia nell’ignoto ho spedita per conoscere qualcosa della seconda vita, paradiso e inferno è in noi stessi era la risposta che mi è stata fornita”.


Dalle ricerche teosofiche risulta che l’uomo è un’entità composta non solo di un corpo fisico materiale, ma anche di sentimento e pensiero, i quali costituiscono altrettanti “corpi” sui livelli soprasensibili o piani, livelli su dimensioni superiori.
Per i materialisti i sentimenti e i pensieri sono funzioni cerebrali, ma nessuno lo ha ancora dimostrato, mentre la Teosofia e la Metapsichica hanno fornito le prove razionali e sperimentali che sono proprietà inerenti alla struttura extra corporea o animica, la quale sopravvive al disfacimento del corpo materiale.
Questa struttura consiste dei cosiddetti “corpi”o sistemi astrale e mentale, i quali sono lo strumento rispettivamente dei sentimenti e dei pensieri che esercitiamo nella vita di ogni giorno come stati di coscienza, nell’infinita varietà di espressioni, dai più grossolani ai più raffinati.
La Teosofia distingue nella struttura dell’essere umano una parte animica peritura (fisica, astrale, mentale inferiore = Sé inferiore o Personalità) e una parte spirituale imperitura (mentale superiore, buddhico, nirvanico = Sé Superiore o Individualità), sebbene non siamo coscienti di questa struttura come non siamo coscienti degli organi che costituiscono il nostro corpo fisico. Possiamo però rendercene conto sviluppando la percezione extrasensoriale.
Tutti i piani della Natura si distinguono in sette sottopiani di crescente densità e il piano mentale, nella sua componente più densa, consiste nel pensiero concreto, analitico, derivato dalle impressioni sensoriali sempre mutevoli; perciò si dice che la mente inferiore è mutevole, peritura.
Al contrario, la mente superiore consiste invece del pensiero astratto, delle idee nel nucleo del quale esiste il cosiddetto “corpo causale”, tipicamente umano, il quale come un “computer” estrae ed elabora i significati delle esperienze dell’essere umano nel corso delle sue innumerevoli incarnazioni.
Il corpo causale, o l’Ego dell’individuo, è programmato per l’evoluzione dell’individuo stesso, il quale, in base alle esperienze elaborate in virtù della legge di causa/effetto, plasma il destino dell’individuo nelle successive incarnazioni, inducendo esperienze necessarie per l’ulteriore progresso evolutivo.
Da questa premessa si può comprendere come la parte spirituale, imperitura dell’essere umano (Ātma-Buddhi-Manas) con il suo nucleo del corpo causale, pur restando sempre al livello spirituale, forgia ad ogni nuova incarnazione i “corpi”e l’ambiente corrispondenti per affinità complementare riportando, come facoltà innate, quanto ha maturato nel suo lungo passato.
Il ricordo delle vite passate perciò può essere richiamato risvegliando la consapevolezza al livello del “corpo causa” che registra ogni evento trascorso, cioè al livello del pensiero astratto, oppure, come nel caso di persone decedute per morte prematura, come i bambini o morti violente, quando i “corpi” astrale e mentale inferiore non si sono ancora disgregati, conservando temporaneamente ricordi della vita recente, come pure sembianze fisiche o segni particolari sul corpo fisico.
I ricercatori teosofici conoscono anche altri modi per rintracciare le memorie passate, anche attraverso sogni, presagi, immaginazioni, ecc. L’Ego-computer in noi ci manda messaggi che, una volta decifrati, possono aprire una visione più ampia.
La Reincarnazione viene accettata per le seguenti prove empiriche:

  1. Reminiscenze spontanee di migliaia di casi documentati da qualificati ricercatori come, tra gli altri, il Prof. Jan Stevenson dell’Università della Virginia, il Prof. N.H. Banerjee dell’Università di Jaipur, dal Prof. Hiroshi Motoyama dell’Università di Tokyo, ecc.

  2. Regressione della memoria di migliaia di casi mediante l’ipnosi per rilevare le cause traumatiche subite nelle esistenze precedenti e collegarle, come accertato dalla Dott.ssa Barbara Ivanova di Mosca, dal Dott. Karl Muller di Zurigo, dal Dott. Denys Kelsey di Londra, dal Dott. Alexander Cannon di Chicago, dalla Dr.ssa Ellen Wambach di Londra, ecc.

  3. Comunicazioni medianiche di persone defunte, le quali annunciano la loro reincarnazione dando precise indicazioni per la loro identificazione, come nel caso di Alessandrina Samonà di Palermo ed altri casi.

  4. Credenza universale di tutte le religioni del mondo sin dall’estrema antichità e tuttora credute dalle religioni più diffuse del mondo come il Buddhismo e l’Induismo, come pure dagli uomini più illustri di ogni tempo, come dimostra la vasta letteratura esistente.

  5. Spiegazione del fenomeno dei bambini-prodigio i quali, sin dalla più tenera età, dimostrano capacità eccezionali e superiori agli uomini di genio.

  6. Giustificazione della disuguaglianza tra la gente e il loro livello morale e intellettuale come pure le vicende della vita stessa.

  7. Dimostrazione dell’esistenza della legge universale dell’equilibrio che il Premio Nobel Maurizio Maeterlinck definisce come: “… la più bella, giusta, pura, morale, feconda, consolante e verosimile dottrina che rende ragione di tutte le rimembranze e apparenti ingiustizie…” e questa dottrina costituisce l’insegnamento fondamentale della Teosofia, diffuso nell’Occidente dalla Società Teosofica.

Edoardo Bratina

Articolo tratto dalla Rivista Italiana di Teosofia, marzo 1998.

 


Bibliografia:
A. Guirdham, The Cathars and Reincarnation, Ediz. Neville, London; Aut. cit., A Theory of Disease;
Aut. cit., Obsession;
Aut. cit., The Gibbet and the Cross;Aut. cit., A foot in both Worlds; Aut. cit., We are one another;
I. Cooper–Oakley, Tradition Mistiques, Ars Regia, Milano;
D. Kelsey Grant, Catena delle Esistenze, Astrolabio, Roma;
H. Wambach, Reliving Past Lives: The evidence under Hypnosis, Ediz. Hutchinson, London;
J. Stevenson, The Cases of Reincarnation, vol. 1° 2° 3°, University Press, Virginia;
H.P. Blavatsky, La Chiave della Teosofia,Ediz. Sirio, Trieste;
B. Ivanova, Relazione al Congresso di Psicotronica a Praga, 1973;
H.N. Banerjee: Extra cerebral memory, da “Parapsychology”, official organ University of Rajasthan;
H. Motoyama, ESP: Approaches for its control, ibid., vol. 7°;
J. Head S.L. Cranston, Reincarnation, Julian Press, New York;
J. Algeo: Reincanation Explored, T.P.H., Wheaton;
J. Stevenson, Bambini ricordano altre vite, Ediz. Mediterranee;
E. Bratina, La Reincarnazione documentata, Ediz. Accademia Studi Teosofici, Trieste;
E. Bratina, in “Rivista Italiana di Teosofia”, Sett. Ott. 1969, Apr. 1974, Giug. 1979, Dic. 1981, Nov. 1982, Mar. Giug. Ott. Dic. 1985, Genn. 1988, ecc.


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