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Etere, Dio e Diavolo

di Wilhelm Reich

Testo inviato da Bruno Franchi

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Ogni vera religione corrisponde all'esperienza cosmica, "oceanica" dell'uomo. Ogni vera religione contiene l'esperienza di un'unità dotata di un'onnipresente potenza, e simultaneamente di una temporanea e penosa separazione da questa potenza. L'eterno desiderio del ritorno alla propria origine ("ritorno al grembo materno"; "ritorno alle braccia di Dio"; ecc.), di essere di nuovo abbracciati dall' "eterno", pervade ogni desiderio umano. Sta alle radici delle grandi creazioni intellettuali e artistiche dell'uomo; é il nucleo e l'anima dei suoi desideri durante l'adolescenza; pervade tutti i principali scopi dell'organizzazione sociale. E' come se l'uomo desiderasse comprendere il perché della sua separazione dall'immenso spazio cosmico; idee come quella del " peccato " hanno origine da un tentativo di spiegare tale separazione. Deve pur esserci una ragione del fatto che non siamo uniti a " DIO " ; deve pur esserci una strada per riunirci ad esso, per ritornare, per tornare a casa. Nella lotta tra l'origine cosmica e l'esistenza individuale dell'uomo nacque in un modo o nell'altro, l'idea del " diavolo ". E' perfettamente la stessa cosa se lo si chiama " inferno ", o " hell ", o " ade ". La stirpe umana non sapeva nulla dell' "etere " come entità fisica. Percepiva l'etere come " Dio ", " prana ", entelechia ", ecc. L'idea di un un " futuro migliore", ovvero del " paradiso ", era incentrata sull'idea della "unità con Dio ". Ma Dio, simbolo del processo vitale della mente umana, non poteva essere raggiunto, e rimaneva eternamente inaccessibile. Essendo solo una minuscola frazione dell'immenso spazio orgonico cosmico, l'animale, l'uomo, non poteva sperare di raggiungere l'onnicomprensibile creatore. Ciò che poteva fare, tuttavia, era di sperare nella salvezza attraverso la resurrezione del Messia, che lo avrebbe liberato dai suoi peccati e avrebbe riunito la sua anima con lo spazio orgonico cosmico (" nirvana ", " ritorno a Dio "). Perché, ci si potrebbe chiedere, l'uomo non si sentiva unito immediatamente col suo Dio? Perché si sentiva corrotto? Perché era necessario la redenzione, come nella religione cristiana, o punizioni severe come nella religione giudaica? Che tipo di realtà sta alla base dell'idea del" diavolo " e di simili produzioni fantastiche della mente umana? La maggior parte delle filosofie religiose e delle indagini scientifiche sulla religione non sono riuscite a fornire una spiegazione plausibile del diavolo, perché si muovevano all'interno del dominio del pensiero umano dominante, e mai al di fuori di esso. Non descrivevano né indagavano il carattere umano dal punto di vista del suo ambiente cosmico, ma, al contrario, spiegavano il cosmico in termini di natura umana. Di conseguenza esisteva un'entità come il diavolo, o qualche altro tipo di essere maligno, intesi come la controparte di Dio. Dio era il bene e il diavolo era il male. Dio era irraggiungibile, inconoscibile, al di là della capacità di comprensione della mente umana; ma l'anima dell'uomo era presa e stretta tra gli artigli del diavolo. Dio e diavolo erano assolutamente opposti. Ambedue le idee scaturivano da gravi errori. Ambedue avevano la loro origine nella struttura del carette umano. Ambedue erano degli ostacoli molto potenti sul cammino dell'uomo che porta alla comprensione della sua vera natura, e alla realizzazione di se stesso. Restavano inaccessibili le seguenti semplici funzioni della vita: i rapporti naturali di lavoro tra gli uomini. Essi erano in realtà il fondamento dell'esistenza umana, ma l'uomo non lo sapeva. Inoltre egli non capiva e pensava fossero qualcosa di peculiare quando gliene si parlava. D'altro canto, proprio chi non aveva nessun fondamento nell'esistenza umana, il politico, il cavaliere, il re, il rappresentante di Dio di contro al diavolo, ecc, ha posseduto la mente dell'uomo attraverso i secoli. L'uomo attivo aveva una grande responsabilità quando costruiva ponti o guidava treni o educava bambini. In realtà egli aveva questa responsabilità in ogni movimento del suo corpo, ma non lo sapeva. Pensava di non essere nessuno, pensava che solo il suo padrone, il suo giudice o il capo della polizia fossero gravati dalla responsabilità sociale. L'uomo attivo vedeva la natura funzionare e crescere nei suoi figli attraverso i millenni. Vedeva che i suoi figli nascevano come animaletti forniti di organi genitali e desideri culturali. Ma non capiva il senso di questa realtà, e puniva i suoi bambini perché erano animali. In verità Dio aveva creato ogni cosa, compresi i genitali. Ovviamente era proprio perché i genitali funzionavano che erano nati i bambini. Ma d'altronde avere degli organi genitali era una cosa vergognosa, dovuta in certo qual modo ad una istituzione demoniaca; toccarli era peccato grave. Per millenni un'organizzazione terribile potente predicò che il piacere dell'unione genitale era peccaminoso. E l'uomo vi credette; non sentiva il proprio corpo, non aveva fiducia nei propri sensi, trascurò la sua vera origine e smarrì la chiave della sua fecondità. L'uomo attivo aveva nelle sue mani tutto il potere di cui aveva bisogno per essere veramente libero, ma non lo sapeva e finì con consegnare tale potere ad un padrone. Avrebbe potuto evitare tutte le guerre della storia dell'umanità, ma non sapeva che avrebbe potuto farlo. La sua vita reale era qui, e le sue idee sulla vita erano là. Ciò che faceva percorrere alla vita il suo corso veniva disprezzato: il lavoro manuale, l'amore adolescente, i giochi genitali dei bambini, la gioia della vita. Ciò che era istituito per uccidere la vita veniva invece sommamente onorato: l'imperatore, il gesuita, l'assassinio professionista del popolo. Quando si era acquisita una certa maturità nelle questioni politiche, si votava per un ministro, ma non si votava pro o contro la guerra.


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