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Il coraggio di essere liberi dal passato

Di U.G. Krishnamurti - Jubal 2004
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Se raggiungete tutti gli obiettivi che vi siete posti, il successo, il denaro, la fama, una buona posizione, il potere, allora siete felici. Nel ricercare queste cose, lottate duramente. Ci mettete una grande quantità di volontà e di sforzo. Se avete successo, non avete problemi. Ma non è possibile avere sempre successo, lo sapete, no?!
Ma, in qualche modo, c’è sempre in voi la speranza di un possibile successo futuro. Quando capite che non potete riuscire sempre in tutto, cadete nella frustrazione. Ma, nonostante ciò, vi rimane la speranza. Sia in ambito materiale, sia in quello spirituale, rimane sempre il desiderio di riuscire a raggiungere l’obiettivo che vi siete preposti.
Dovete darmi una mano. Non sono qui per tenere un discorso. Io chiedo sempre alle persone che vengono a trovarmi di essere molto chiare riguardo ciò che vogliono. “Voglio questo”, “Non voglio quello”. Va bene. Una volta che sapete esattamente ciò che volete, sarete in grado di trovare i modi e i mezzi per soddisfare i vostri desideri. Sfortunatamente la gente vuole un mucchio di cose nello stesso tempo.
Cristallizzate tutti i vostri desideri in un unico desiderio basilare, dato che tutti i vostri desideri sono una variante dello stesso desiderio. Voi rifiutate il mio avvertimento che l’uomo vuole essere sempre felice, senza neanche un raro momento di infelicità, o vuole un piacere permanente senza il dolore, ma questo come dicevo poc’anzi è fisicamente impossibile.
Il corpo non può trattenere troppo a lungo nessuna sensazione, sia piacevole sia dolorosa. Se lo fa, distrugge la sensibilità degli organi di percezione e del sistema nervoso.
Nell’attimo in cui riconoscete una particolare sensazione come piacevole, subentra subito la richiesta che questa possa durare a lungo. Ma tutte le sensazioni, la cui intensità dipende dall’importanza che vi date, hanno una durata limitata.
Quando separate voi stessi dalle sensazioni piacevoli, nasce la richiesta di estendere il limite di quelle sensazioni, o dei vostri momenti di felicità, e iniziate a pensare a come poterlo fare. Questo pensiero ha mutato in un problema quella particolare richiesta di far durare questa sensazione piacevole più a lungo. L’ha trasformata in un problema per il funzionamento del corpo e di conseguenza diventa una nevrosi. Il corpo fa l’impossibile per gestire questi problemi, ma il pensiero gli rende difficile trattare la cosa in modo naturale, perché tenta di risolverla a livello psicologico o religioso.
In realtà, questi problemi sono di tipo neurologico, e se lasciate fare al corpo farà un lavoro migliore di quanto state facendo voi cercando soluzioni a livello psicologico o religioso. Tutte le soluzioni che ci sono state offerte e le soluzioni che abbiamo adottato per secoli non hanno portato niente di buono tranne un po’ di sollievo. Sono state un palliativo per aiutarci a sopportare il dolore. Ma non ci siamo liberati affatto da questo dolore, perché speriamo ancora di risolvere il problema con lo stesso strumento che lo ha creato. Però l’unica cosa che questo strumento può fare è creare problemi. Ma non può mai, dico mai, risolverli.
Se il pensiero non è lo strumento per risolvere i problemi, c’è qualche altro strumento? Io dico di no! Esso può solo creare problemi, non può risolverli. Quando questa comprensione sorgerà in voi, allora capirete che l’energia che c’è nel corpo, che è una manifestazione di vita, un’espressione di vita, tratta ogni difficoltà in modo estremamente più semplice dell’attrito che generate con le idee per risolvere questi problemi.
[...]
D: Qual è allora il tuo consiglio quando abbiamo un problema?

U.G.: Voi non potete fare altro che creare i problemi. Prima di tutto create il problema e poi non siete per nulla interessati a guardare i problemi. Non affrontate i problemi. Siete molto più interessati alle soluzioni che ai problemi. Questo vi rende difficile osservare il problema.
Io vi suggerisco “Guardate bene, voi non avete alcun problema”. Voi asserite con tutta l’enfasi che potete, e con grande animosità “Guarda, io ho un problema”.
Va bene, avete un problema. Qualcosa vi assilla e dite “Ecco questo è il problema”. I dolori fisici sono reali. In quel caso andate dal medico, lui vi dà una medicina, che può essere più o meno buona, più o meno tossica, e questa produce qualche sollievo, anche se di breve durata. Ma le terapie che questa gente vi sta fornendo intensificano solo un problema che non esiste. State solo cercando le soluzioni. Se ci fosse qualche cosa di vero in queste soluzioni che vi vengono offerte, il problema dovrebbe essersene andato, dovrebbe scomparire. In realtà, il problema è ancora presente, ma voi non mettete mai in discussione le soluzioni che questa gente vi sta offrendo come sollievo o come qualcosa che può liberarvi dai problemi.
Se voi metteste in discussione le soluzioni che vi sono offerte da quelli che vendono queste cose nel nome della santità, dell’illuminazione, della trasformazione, trovereste che in effetti non sono le soluzioni. Se lo fossero, avrebbero dovuto produrre i risultati voluti ed avrebbero dovuto liberarvi dal problema. Ma non lo fanno.

 

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