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Riflessioni sull'Esoterismo

di Daniele Mansuino   indice articoli

 

René Guénon e Bo Yin Ra

Aprile 2024


Per buona parte della sua vita, René Guénon intrattenne rapporti di amicizia con l’esoterista tedesco Joseph Anton Schneider, o Schneiderfranken (1876-1943), noto con lo pseudonimo di Bo Yin Ra.

Bo Yin Ra viene generalmente collegato alla new age, della quale è considerato un precursore, soprattutto per l’importanza da lui conferita alla componente psichica del lavoro esoterico; e questa distanza tra le sue posizioni ed il pensiero tradizionale ha fatto in modo che il suo apporto alla formazione del grande esoterista francese venga minimizzato, sebbene Bo Yin Ra fosse stato l’artefice di almeno una svolta fondamentale nella vita di Guénon: il suo ingresso nella Teshu Maru.

Non sarà fuori luogo ricordare brevemente la natura di questa associazione. Secondo Narad Mani (noto anche come Hiran, o Hiram, Singh - il solo dei maestri orientali di Guénon il cui nome sia noto), il vero centro indù, spiritualista per eccellenza, con il quale nessuno dei leader del blavatskismo è mai stato in contatto, è Agarttha … e si trova in certe regioni dell’Himalaya, tra 22 templi che rappresentano i 22 arcani di Ermete e le 22 lettere di certi alfabeti sacri, dove forma lo zero mistico.

Un altro centro lo nasconde: è la Massoneria dei Teshu Maru, sconosciuta ai blavatskisti, le cui diramazioni si estendono segretamente in Asia e in molti paesi cristianiquesta Massoneria, la cui principali sede è nel tempio di J ... è composta da 33 loggeognuna formata da un maestro e 33 operai, e ogni operaio ha 33 allievi

La Teshu Maru veniva dunque presentata come un sottocentro dell’Agarttha, ed era anche la soluzione che Narad Mani e Guénon proponevano agli esoteristi latini per arginare l’avanzata della Società Teosofica in Europa.

Per quanto le idee generali di Guénon e Bo Yin Ra fossero lontane tra loro, in questo campo i due amici si ritrovavano fianco a fianco, in quanto entrambi apparentemente animati da forti sentimenti antiteosofici.  Sui rapporti di Guénon con la teosofia mi sono già soffermato in vari articoli; e quanto a Bo Yin Ra, nel libello Licht! Ein Buch der Stunde imputa alla signora Blavatsky l’eterogeneità e la presunta inattendibilità delle sue fonti, identifica gli istruttori di lei nei Figli di Dio decaduti, ed afferma che ella fosse lo strumento di una società segreta avente la mira di annientare la civiltà occidentale:

 

questi esseri caduti si procurarono dei complici tra gli uomini che vivevano su questa Terra, familiarizzando i loro discepoli con tutti i trucchi del fachiro che essi stessi un tempo avevano solennemente abiurato. Li mantengono nell’illusione di non essere “caduti”, ma di essersi innalzati al di sopra dei loro ex-fratelli, ed ora sanno che, quando questi ultimi si sottomettono volontariamente alle leggi eterne, è una pia illusione. Tutto ciò che sulla terra è considerato diabolico, malvagio e basso, lo presentano ai loro seguaci come lecito. Ancora oggi, in Asia centrale, formano una comunità che è la caricatura satanica della comunità spirituale della Luce. È un pantano di orrori abominevoli, il cui miasma velenoso infetta tutte le razze umane inferiori e miete anche un numero di vittime incoscienti nell'emisfero occidentale. Legate a tutto ciò sono anche le numerose società segrete, confraternite e sette occulte

 

Niente di più logico, dunque, del prestare fede a Paul Chacornac (1884-1964) - considerato il biografo ufficiale di Guénon (ufficiale non perché avesse ricevuto da lui un qualche mandato, ma perché narrò la sua vita dal punto di vista tradizionale) - quando scrive che un giorno del 1913 o 1914, Hiram Singh  portò da Guénon un giovane pittore tedesco che gli presentò come il solo membro europeo della Teshu Maru: quel giovane tedesco, che non si chiamava allora che Joseph Schneider, doveva conoscere una certa celebrità sotto lo pseudonimo di Bo Yin Ra.

Però Guénon smentisce l’esattezza di questa informazione, in una lettera a Julius Evola del luglio 1949:

 

mi sorprende che voi sembriate avere una certa stima per Meyrink, malgrado che egli avesse aderito al movimento di Bo Yin Ra, per il quale non avete manifestamente nessuna considerazione. A questo proposito, devo d’altronde fare una rettifica: ci fu di sicuro presso Bo Yin Ra una parte di ciarlataneria e di mistificazione, ma c’erano senza dubbio anche altre cose, perché era stato ricollegato ad una organizzazione piuttosto singolare, avente sede in qualche parte del Turkestan e rappresentante di una sorta di tantrismo più o meno deviato. Posso affermarlo con sicurezza (e sono forse l’unico a poterlo fare) perché, all’epoca in cui il futuro Bo Yin Ra non si chiamava che Joseph Schneider e conduceva studi di pittura a Parigi, dei membri dell’organizzazione in questione me lo presentarono come l’unico europeo che ne faceva parte. Più tardi, vidi il ritratto che Bo Yin Ra aveva fatto del suo maestro, e che era per me perfettamente riconoscibile; in quell’occasione, potei constatare d’altronde che i suoi stessi discepoli più prossimi non ne sapevano assolutamente niente, e mi guardai bene dal fargli conoscere ciò che sapevo ...

 

Il problema è che Schneider condusse studi di pittura a Parigi nel 1902, quando Guénon aveva 16 anni e viveva ancora a Blois; il che richiama uno dei pochi dati noti sulla linea iniziatica della Teshu Maru, ovvero l’uso di trasmetterla a persone di età giovanissima.

Per esempio, a Bo Yin Ra, il maestro (quello che per Guénon era perfettamente riconoscibile) si sarebbe presentato, nella veste di un mendicante, quando era ancora bambino (R. Schott, Bo Yin Ra Leben und Werk, cit. da L. De Maistre, L’énigme René Guénon et les Superieurs Inconnus).

Ora, se Bo Yin Ra si fosse posto come maestro della Teshu Maru nei confronti di un giovanissimo Guénon - che aveva, non dimentichiamolo, dieci anni meno di lui - l’apparente anacronismo del loro incontro nel 1902 avrebbe un senso; e si potrebbe anche spiegare la precocità con cui l’esoterista francese aveva ricevuto le prime nozioni sull’Induismo, mistero riguardo al quale mai niente di definitivo è stato detto.

In alternativa, è possibile che Guénon nella lettera a Evola si fosse sbagliato di qualche anno; ma di una dozzina d’anni sembra difficile, quindi possiamo ipotizzare che il suo incontro con Bo Yin Ra fosse avvenuto nei primi anni del periodo parigino, dal 1904 al 1909 - anni in cui egli frequentava la Ècole Hermétique al numero 13 di rue Séguier, dove insegnavano Papus e Sédir, che di Bo Yin Ra erano amici.

Per quanto i rapporti tra Guénon e Bo Yin Ra non si fossero mai veramente interrotti, abbiamo già visto che, con il tempo, si andarono deteriorando. Lo testimonia anche il fatto che, nelle sue opere, Guénon evita sempre di citare l’esoterista tedesco, ed in certi casi l’omissione suona davvero sorprendente - per esempio, ne Il Re del Mondo, egli enumera tra le fonti gli scritti di Ossendowski e di Saint-Yves, ma non le allusioni all’Imperatore del Mondo ne La Notte di Valpurga, che notoriamente erano state suggerite a Meyrink proprio da Bo Yin Ra.

Sulla presa di distanza da lui, e dalla Teshu Maru, Guénon ritornò nel 1934, in una lettera a Romain Geticus (Vasile Lovinescu, 1905-1984), notevole tra l’altro anche perché sfiora il principale argomento guenoniano contro il neospiritualismo, ovvero l’eccessivo spazio concesso alla dimensione psichica dell’uomo:

 

dici che ciò che ti ha attratto di Bo Yin Ra non è la dottrina; eppure questa è l’unica cosa che conta davvero, e tutto il resto è soggetto all’illusione. Ammetto benissimo, inoltre, che non si tratta di impressioni estetiche; è qualcosa di un ordine diverso, ma che tuttavia è ancora “psichico” molto più che “spirituale”. Ora, devo dire che quello che penso di Bo Yin Ra non si basa principalmente sui suoi libri; ma conosco l’organizzazione alla quale era legato e che, pur avendo in realtà la sua sede da qualche parte sul lato dell’Asia centrale, è di un livello iniziatico molto basso

 

Sempre nell’ambito del carteggio con Geticus, di eccezionale interesse è la giustificazione che Guénon diede, pochi mesi dopo, della sua posizione antiteosofica - forse l’unica volta, al di fuori degli scritti destinati alla pubblicazione, in cui si apre su questo tema così denso di quesiti irrisolti:

 

è ora necessario affrontare diversi aspetti della critica del teosofismo e di Madame Blavatsky. Secondo “La Lumière d’Égypte” è la soggezione della Società Teosofica ai dogmi teologici del cosiddetto Buddismo “esoterico” (vale a dire karma e reincarnazione, come insegna il sacerdozio d’oriente degenerato) che rende necessaria la formazione di una cerchia esterna destinata ad impedire l’avvelenamento dell’intellettualità nascente dallo spirito occidentale

 

È riscontrabile qui un’ideologia leggermente diversa rispetto a quella espressa nei libri: qui, infatti, Guénon subordina l’idea della costituzione dell’élite non tanto ad una generica esigenza del raddrizzamento del ciclo, quanto al contrasto delle forze che al raddrizzamento farebbero opposizione - ci mette, insomma, un … pizzico di Evola in più, forse per andare incontro ai gusti politici del suo interlocutore.

In quella stessa lettera, egli parla a Geticus della Fratellanza Ermetica di Luxor (ovvero la Hermetic Brotherhood of Luxor - HBL): un’associazione ermetica di cui Guénon faceva parte, che coniugava Ermetismo e magia sessuale.

È poco noto che, secondo la signora Blavatsky, il suo nome non deriverebbe dalla Luxor d’Egitto, bensì dall’antica città del Beluchistan Loukhsur, situata tra Bela e Kedje, che ha anche dato il nome alla città egiziana.

Il più importante teorico della magia sessuale in versione HBL era stato il medico americano Paschal Beverly Randolph (1825-1875), ed ho sempre trovato singolare che il teorico del razzismo Miguel Serrano (1917-2009) ne lodi l’opera, probabilmente senza sapere che Randolph era stato uno dei primi uomini di colore a laurearsi negli USA.

Conferendo alle dottrine trasmutatorie egizie una veste e un linguaggio moderni, Randolph insegnava che la concentrazione della volontà su qualcuno o su una trinità di poteri e attributi da parte dell’uomo e della donna insieme, nel momento supremo dell’emissione seminale, fa scendereil divino seme dei poteri e attributi spirituali; in altre parole, il seme dei poteri magici.

Questi germi si impiantano nell’amore di chi li raccoglie, e lì crescono e maturano, donando a loro stagione i poteri e i doni grandiosi che si trovano così raramente nell’organismo umano al suo stato naturale! (In realtà, noi esseri umani di oggi) intendiamo per “stato di natura” l’effettivo stato innaturale dell’umanità incarnata; poiché, nel suo vero “stato naturale”, l’uomo è perfetto, altrimenti detto “l’Adepto”.

Fin dai primi anni della Società Teosofica, i rapporti tra le due associazioni erano stati pessimi, e senza dubbio la HBL aveva potuto far leva sulla gelosia destata negli esoteristi francesi dall’espansione dei teosofi per sbarcare a Parigi nei primi anni del ventesimo secolo, dove Sédir ne aveva aperto le porte a Guénon.

L’appartenenza di Guénon alla HBL fu negata per molti anni da quanti trovavano incompatibile la magia sessuale con il cattolicesimo molto rétro ostentato da lui a quel tempo; ma era una posizione che fraintendeva non poco la sua idea di esoterismo tradizionale, sempre ben lontana da ogni forma di ipocrisia baciapile - come quando, nell’Introduzione generale allo studio delle dottrine indù, egli scrisse: all’epoca attuale, il moralismo diventa invadente a causa del processo degenerativo del pensiero religioso.

Soltanto nel 1990 le confutazioni della sua appartenenza alla HBL giunsero al capolinea, in seguito alla pubblicazione - sulla Rivista di Studi Tradizionali - di due lettere in cui egli stesso ne parla.

Posso sbagliare, ma non credo che sia nota la posizione di Guénon sullo specifico delle teorie di Randolph; come nemmeno sulle tradizioni trasmutatorie che fioriscono - con lievi differenze tra loro - all’interno di varie linee di successione ermetica (le più note sono gli Arcana Arcanorum napoletani, dei quali ho già avuto occasione di trattare parecchie volte).

Certo l’origine egizia di queste pratiche, ed il loro legame con il tantrismo, farebbero supporre che egli fosse contrario; non però fino al punto di non aderire alla HBL, e come è noto - tantrismo o no - la sua simpatia verso questa associazione non venne mai meno.

C’è un passo, bello e famoso, da The Light of Egypt di Thomas Burgoyne - uno dei testi fondamentali della HBL - che alcuni citano tra le fonti del pensiero guenoniano:

 

L’asceta, ignorante o ipocrita, che si propone di conquistare poteri magici per sé stesso, e che fa un uso freddo e rigido della volontà per schiacciare e annientare le sue passioni animali, può riuscirci; ma riconoscerà troppo tardi che i suoi poteri sugli elementi sono stati acquistati al terribile prezzo della distruzione della parte femminile della propria anima, mediante il graduale assorbimento in sé dell’essere il cui sviluppo, in armonia con il suo, produce la sua immortalità.

Per questo non potrà mai realizzare questa unione con l’anima gemella, che costituisce il Sé divino. Può solo conoscere sé stesso. Il che gli fa negare che ci sia qualcosa nell’Universo al di sopra di questo stato tranne il Nirvana verso cui si sta dirigendo, che in pratica è uno stato di annichilimento, ma che viene rappresentato con amore e con termini il più vaghi e piacevoli possibili, come “assorbimento all’infinito”. Nega gli stati angelico e celeste (poiché non esistono più per lui), e si dedica alla propagazione sistematica dei dogmi di Karma e Reincarnazione; che, nella loro essenza, sono le forme più sottili e le fatalità più snervanti che la mente umana possa concepire, poiché minano ogni vera aspirazione dell’anima verso il Sé superiore e verso la vita perfetta.

Non solo queste dottrine istigano l’uomo a lasciare il lavoro interiore alla prossima incarnazione, ma generalmente lasciano l’umanità in quello stato apatico e senza speranza, che è perfettamente adatto a renderla facile preda dei maghi invertiti, che si nutrono della loro vitalità

 

È in questo testo che viene accennata, per chi voglia farci caso, la prima descrizione ideologica del binomio iniziazione-controiniziazione: è infatti evidente che gli strali di Burgoyne non sono rivolti soltanto contro i Teosofi, ma anche contro quel connubio tra esoterismo e moralismo che - non a torto - i tradizionali considerano un frutto della modernità.

Di fatto, era da più parti che l’esoterismo fondato sullo psichismo aveva preso a diffondersi nell’ultimo trentennio del diciannovesimo secolo. Tra le ragioni principali vanno senza dubbio citate la pubblica istruzione ed il diffondersi del medium stampa, entrambi possenti fautori dello sviluppo della dimensione psichica nel mondo profano; ed in questo senso, l’insegnamento di Bo Yin Ra era forse quanto di più tipico ci si potesse attendere da quel momento storico, con il suo porre al centro la possibilità di manipolare la mente dell’uomo.

Era questa un’arte di cui Guénon, pur facendone oggetto di scomunica, era molto esperto: solo gli addetti ai lavori sono in grado di valutare quanta PNL ante litteram ci sia nei suoi libri (il che suggerisce, tra l’altro, una lettura double face della massima populus vult decipi, ergo decipiatur) - e non pochi sono gli indizi che il suo maestro in questo campo fosse stato proprio l’amico tedesco.

Parecchia attenzione veniva riservata da Bo Yin Ra all’ipnosi, in quanto complesso di tecniche in grado di rendere l’individuo permeabile ad una o più influenze esterne; e rientra nei poteri delle influenze di questo genere l’apportare modifiche alla costituzione interiore dell’essere umano, fino a renderlo comandabile a distanza.

Per quanto semplici tecniche ipnotiche possano essere apprese da chiunque, esiste tuttavia un vero e proprio abisso qualitativo tra chi pratica l’ipnosi macchinalmente e chi è consapevole del meccanismo che sta applicando.

Si pensa che l’ipnosi agisca sui sette centri energetici del corpo, e questa costituisce, in effetti, la convenzione più semplice e pratica; però si tratta, in realtà, di sette conglomerati di centri, o meglio di super-centri, a ciascuno dei quali fa capo un numero di centri indefinito.

Infatti, il concetto di centro energetico è legato all’energia primordiale, della quale ogni particella ne costituisce, potenzialmente, uno; e tutti questi potenziali centri riempiono lo spazio come una massa omogenea, tanto che sarebbe possibile trovarne milioni in ogni punto.

Quello di cui un centro-punto ha bisogno per attivarsi è di accogliere un impulso volitivo mirato alla diffusione di un dato pensiero, o di un dato complesso di pensieri e/o azioni. Diventa allora il suo agente di esecuzione, infondendo in questo compito una volontà intelligente paragonabile a quella di un piccolissimo essere cosciente.

L’arte di caricare i centri-punto non è necessaria ai medium, perché la maggiore permeabilità alle correnti sottili da parte di questi ultimi rende il superfluo il distinguere (almeno a livello cosciente) quali centri entrino in gioco; essa rappresenta, invece, il vero e proprio livello universitario dell’arte dell’ipnosi.

Col tempo, si può imparare ad attivare un punto-entità trasmittente anche al di fuori del corpo del destinatario dell’azione ipnotica; anzi, addirittura, in qualsiasi luogo dell’Universo.

Valgono alla rovescia le leggi sulla distanza a cui siamo abituati: quanto più lontano sarà il punto che riusciremo a caricare, tanto più sarà in grado di influenzare grandi quantità di persone.

Costituirebbero numerosi capitoli a parte, troppo vasti per accennarne qui, i legami della scienza dei centri con l’astrologia, con la tecnica sciamanica del non-fare (vedi l’articolo Il Kula ring), con la ritualità egizia, con la dottrina del tempo capovolto; ma, in sintesi estrema, si può dire che i centri-punto vengano usati soprattutto per emanare comandi occulti destinati ad agire sulla storia.

Nell’astrologia delle stelle fisse, il collocare con successo un centro-punto su una stella equivale al potere associare al suo influsso i comandi da noi voluti; dopodiché esistono vari modi, soprattutto nella moderna età dei media, per attirare l’attenzione dell’umanità su quella data stella.

Questo processo non può invece essere applicato ai pianeti, la cui energia è molto più grezza e forte, e travolgerebbe il punto.

Comunque sia, le correnti in un modo o nell’altro impiantate si ritrovano a circolare nei diversi compartimenti della mente umana; e, laddove entrino in contatto con una sfera sensibile magneticamente affine al comando da esse apportato, gradualmente le impongono la loro forza, preparando la strada per la ricezione delle suggestioni ad esse retrostanti.

Infine, un’altra disciplina di cui Bo Yin Ra era esperto erano i mantra. Scrisse un libretto sul loro uso intitolato Mantra-Praxis, nel quale insegnava che essi funzionano meglio se, prima di cominciare, si fissa un obbiettivo: per esempio, se si vuole ottenere un effetto sull’anima, o agire soltanto sui centri fluidici dell’organismo fisico.

Qualora si scelga il primo caso, è necessario che il mantra sia pronunciato solo internamente; perché, se è udibile dall’orecchio fisico, ci si rende solo inconsapevolmente l’ausiliario più efficace di tutte le forze del mondo fisico invisibile ostili all’uomo, e che agiscono su di lui, in un certo senso, come un veleno. Per quanto sublimi possano sembrare le conoscenze che si sogna di aver così acquisito, non sono altro che fantasmagorie che ci si crea, molto lontane dalla realtà

I mantra hanno in comune, con l’ipnosi e la trance, la capacità di indurre torpore. Cala il livello di ossigenazione del sangue, ed il complesso di io che comanda il corpo abbassa fortemente i propri standard di funzionamento: poco per volta, perlopiù impercettibilmente, viene esautorato dalla sua posizione dominante, e cede proprio il potere ad un’altra autorità, lasciandole campo libero per agire sul cervello come meglio crede.

Notevole è che il temporaneo distacco tra la volontà e il cervello generi un indebolimento, destinato ad estendersi nel tempo anche al di là della ripetizione del mantra; e si verifica anche, soprattutto in certi individui, un effetto cumulativo, che li rende progressivamente sempre più accessibili alle influenze esterne.

Le catene ipnotiche messe in piedi sulla base di questi criteri sono prolungabili all’infinito, e tanto meno si spezzeranno, quanto più solidamente saranno rinforzate da numerose ripetizioni del legame tra i centri.

Sono poco note le frequentazioni di Bo Yin Ra con i fondatori del nazismo. Ne La notte di Valpurga, Meyrink aveva riportato gli esercizi per la trasmutazione interiore da lui appresi, simili a quelli che sono contenuti nella Scienza delle Chiavi di Rudolf Von Sebottendorff (e salta agli occhi che la Bektashiya, ovvero la tariqa fonte della Scienza delle Chiavi, fosse originaria - come la Teshu Maru - del Turkestan).

Von Sebottendorff, d’altra parte, citò Bo Yin Ra nella sua Storia dell’Astrologia, definendolo il rappresentante della pura religione ariana.


Daniele Mansuino


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