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Cultura e Società - Problematiche sociali, culture diverse. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Culturali e Sociali |
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#3 | |
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Una prima precisazione necessaria: non ho menzionato, nella discussione che ha dato indirettamente origine a questa, la totale assenza di diritti paterni nel solo caso di interruzione di gravidanza, ma una più totale assenza di diritti riconosciuti alla parte maschile in materia di natalità, nella sua interezza e globalità, con queste parole
Citazione:
Rimanendo, comunque, al tema proposto, kore espone, effettivamente, una problematica delicata che, le vorrei ricordare, non coinvolge solo le donne ed il loro corpo, ma anche la sfera morale, psicologica e materiale maschile; cosa di cui troppo spesso ci si dimentica o che si preferisce non prendere minimamente in considerazione. Ci si limita ad osservare che in effetti non è giusto inchiodare un uomo ad una paternità non desiderata, senza ricordare che questa eventualità deriva ed è legittimata da precise scelte politico - legislative in materia e non dalle buone o dalle cattive intenzioni individuali che, nella circostanza, non sono affatto rilevanti. Per cui, se kore osserva, poi, che non vi sarebbe "giustizia" nell'imporre ad una donna una gravidanza che non desidera, delinea una situazione di "ingiustizia" nella quale il mondo maschile vive stabilmente (molti, senza neanche saperlo). Come uscire da questa dinamica sociale perversa, sempre ammesso (eventualità, allo stato, estremamente remota) che qualcuno - nell'ambito politico, sociale e culturale - se ne faccia carico, riconoscendo lo squilibrio etico della situazione? A mio modo di vedere non ci sono alternative: riconoscere un livello minimo di diritti agli uomini, in questa sfera, significa mettere la volontà maschile in condizione di esercitare una scelta. Come questo possa essere fattivamente realizzato è materia degna di approfondimenti giuridici assai complessi, sui quali si potrebbe tentare di riflettere "anche" in questa sede, sempre che le visioni ideologiche non prevalgano su ogni altra considerazione di merito; eventualità che reputo assai improbabile ma che varrebbe la pena ipotizzare. Al momento mi limito a queste considerazioni, rinviando al seguito della discussione, se ce ne sarà, ogni altro contenuto personale. |
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#4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Oggi credo si possa affrontare il problema concretamente. Decenni fa era impossibile visto che le gravidanze indesiderate erano inevitabili.
Oggi ritengo dovrebbe essere cambiata la legge in modo davvero paritario. La responsabilità della gravidanza deve rimanere alla donna, nel senso che deve dipendere da lei rimanere incinta o meno. Deve prendersi la responsabilità che la contraccezione le offre. La donna deve mantere il diritto di abortire o meno, ma se vuole che il maschio si occupi del figlio deve chiederne prima il consenso, almeno al di fuori della convivenza e del matrimonio. Non mi sembra giusto che un uomo si ritrovi il carico di un figlio che non vuole e quando invece lo vorrebbe la donna gli da smacco. Trovo molto ingiusto anche se per millenni gli uomini hanno inflitto infinite ingiustizie alle donne. Ma noi non siamo cattive ![]() Se ci fossero più figli desiderati, amati, voluti, accettati la popolazione mondiale non sarebbe da autodistruzione, e le nuove creature si presuppone possano crescere nell'amore e in un sano sviluppo. Con tutti i mezzi che ci sono oggi sono troppe quelle donne che abortiscono o si tengono il figlio non voluto per motivi religiosi o etici. |
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#5 | |
Ospite
Data registrazione: 23-12-2007
Messaggi: 24
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Citazione:
Da questo capisco (se non capisco male) che convivenza/matrimonio perduranti non sarebbe, non dovrebbe essere necessario chiedere il consenso al padre. Il figlio gli potrebbe venir sottratto o imposto ad arbitrio. Quindi con la convivenza/matrimonio il maschio perderebbe la possibilità di determinare il proprio destino e ciò anche nella visione di Mary che all'apparenza sembra tanto paritaria (oltreché buona...). La femmina però non lo perderebbe, quel diritto. Si capisce. E' un bel sistema di parità, non c'è dubbio. Si rivendica il diritto all'autodeterminazione. Lo si nega all'altro. Ne ragioneremo a lungo, ma su un unico 3D. Oberon |
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#6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-10-2007
Messaggi: 98
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Riprendo e modifico una frase di donella.
Per una gravidanza occorrono UN nascituro + UN corpo di donna per ALMENO nove mesi Ora, in questo "gioco" il nascituro mette in ballo la sua vita, mentre la donna generalmente mette in ballo il suo fisico e la sua psiche. L'uomo si limita per lo più alla sua psiche. Vi sono comunque anche casi in cui la donna mette in ballo la sua vita. Detto questo, qualunque discussione deve tener conto, secondo il mio punto di vista, in un ordine dettato da cosa ciascun attore mette in ballo, dei diritti del nascituro, della madre, ed infine del padre. |
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#7 | |
...il rumore del mare...
Data registrazione: 15-01-2007
Messaggi: 279
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Citazione:
Dovremmo ricordarci che c'è stato un tempo in cui, se durante un parto si presentavano complicazioni tali da dover scegliere se salvare la madre o il bambino, era il padre a fare la scelta. Questo fatto capitò anche nella famiglia di mia nonna - lei stessa lo ricordava - e quell'uomo decise di tenere in vita il figlio. Un tempo in cui - e qui mi viene da pensare (ma senza nessun sarcasmo) a tutti i bei discorsi sul maschilismo, a tutti i discorsi su i diritti della madre, del padre e del bambino - le donne non erano nemmeno padrone della loro vita..... |
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#8 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Citazione:
Il diriitto primario di avere o non avere un figlio spetta alla donna, questo lo ha stabilito madre natura e non certo io. Il diritto secondario (qui sta il mio esatto pensiero) sta all'uomo nell'accettare o meno il figlio. Ho parlato di matrimonio e convivenza solo perchè con il matrimonio vi è un "contratto" da rispettare. Per contratto intendo proprio contratto, una roba legale insomma, niente a che vedere con il sacro, che per me è altro. Ma se vogliamo basarci solo sul rapporto uomo donna allora ribadisco che sono dell'avviso che il futuro padre deve accettare di esserlo o non esserlo. Anche per il maschio trovo giusto una parternità responsabile, voluta, desiderata, accettata. Una donna non può imporre in alcun modo e per nessuna ragione (questa è la mia opinione personale) un figlio a nessuno. Può farlo nascere ma deve crescerselo da sola se l'uomo non lo vuole. Assumendosi anche la responsabilità di mettere al mondo un figlio a cui mancherà il supporto paterno. Oggi non trovo giustificazione alcuna per mettere al mondo un figlio in modo irresponsabile, e anche l'aborto dovrebbe essere praticato solo in caso di stupro. I mezzi contraccettivi sono così tanti, la conoscenza così ampia che una gravidanza indesiderata è cagionata solo da irresponsabilità o superficialità. C'è persino la pillola del giorno dopo, per chi ha avuto un "incidente" di percorso. ![]() Non me la sento (anche se potrebbe essere giusto) di dare al padre il diritto di pretendere che la donna non abortisca perchè sono molto forti le componenti fisico emotive che accompagnano ogni gravidanza. Resto sempre piacevolmente sorpresa quando sento un uomo che vuole far vivere il proprio figlio. Altre volte ho espresso la mia opinione sull'aborto che non condanno ma neppure approvo. Perchè uccidere un essere quando si può evitare di concepirlo? Un figlio è qualcosa di unico e meraviglioso che non ha eguali nella vita di un essere. Non si dovrebbe ucciderlo alla leggera, ma neppure far nascere quando non gli si può offire amore e pane. |
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#9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-07-2007
Messaggi: 343
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Riferimento: Interruzione di gravidanza, i diritti del padre
Io non ho ancora saputo cosa intendeva Iul con:
- l’assoluta negazione di qualsivoglia diritto agli uomini in materia di natalità; Ho tentato qualche ricerchina su Internet, ma senza frutto. Capisco il disconoscimento della paternità. Io per prima mi guarderei dall'imporre una paternità a chicchessia, e sinceramente penso anche che se un domani un ipotetico figlio nato contro la volontà di suo padre mi chiedesse: "Chi è mio padre?", non saprei cosa rispondergli. O la verità: tuo padre, che non ti voleva, si chiama Tizio e vive a... O la classica bugia: tuo padre è morto (in guerra, in un incidente, ecc. ecc.). Non mi viene in mente una via di mezzo che metta il bambino al riparo da danni affettivi difficili da riparare... Quindi sono propensa a mettere al mondo un bambino senza padre. Ma non capisco il diritto in materia di natalità, perché l'unica cosa che mi viene in mente è una donna che resta incinta e non vuole il figlio, mentre il suo compagno lo vuole, o viceversa. In entrambi i casi uno squilibrio etico c'è e si fonda, haimé, su base biologica, per cui, a mio parere, è insanabile. Ma magari la penso così per un mio limite, dal momento che secondo Iul questa è materia degna di approfondimenti giuridici assai complessi. Speriamo non così complessi quanto la conciliazione tra aristotelismo e platonismo tentata da un San Tommaso... ![]() |
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