Alla non più tenera età di 86 anni e mezzo, Berlusconi è ricoverato in ospedale per l'ennesima volta. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Invece, la giostrina della politica e i giornalisti che la seguono, paiono impazziti. Capisco che gli altri esponenti politici facciano gli auguri di pronta guarigione a Silvio nazionale; un po' meno comprendo i problemi di successione alla guida del partito che paiono occupare le menti dei forzisti. Da anni mi chiedo, da comune mortale fuori dalla politica, cosa accadrebbe se Berlusconi, ritenuto il capo indiscusso di Forza Italia, dovesse passare a "miglior vita". Però che i suoi collaboratori si avventino sul leone ritenuto morente, come farebbero i cagnolini affamati, mi suona assai brutto. Inoltre, quando i giornalisti parlano di Berlusconi, anziché descriverlo come Presidente di Forza Italia o Presidente del Monza Calcio, puntualizzano: l'ex cavaliere, l'ex premier (che poi non è corretto parlare di premier, in quanto la nostra Costituzione prevede la figura del Presidente del Consiglio e non quella del Premier, tecnicamente diverse). Non sono un fan di Berlusconi e del centrodestra, ma trovo comunque disgustoso che i giornalisti si esprimano nei confronti di un politico come ex di qualcosa! Cosa ne pensate?
Penso che Forza Italia , dopo la morte di Berlusconi, si scioglierà. Magari non subito, ci vorrà qualche mese, ma quello è il destino di quella formazione politica che esiste, ed è esistita per trent'anni, ruotando attorno alla figura del magnate di Arcore e solo su quello. I forzisti si accaseranno progressivamente in altre formazioni, penso all'interno del gruppo di governo.
Citazione di: Pio il 07 Aprile 2023, 08:09:30 AMPenso che Forza Italia , dopo la morte di Berlusconi, si scioglierà. Magari non subito, ci vorrà qualche mese, ma quello è il destino di quella formazione politica che esiste, ed è esistita per trent'anni, ruotando attorno alla figura del magnate di Arcore e solo su quello. I forzisti si accaseranno progressivamente in altre formazioni, penso all'interno del gruppo di governo.
Mi sembra abbastanza improbabile che i forzisti rimasti per anni in forza Italia vadano sotto l'ombrello della meloni o di salvini, assai più probabile che rimangano dentro quel partito, quella tradizione e quella memoria che bene o male già c'é, finché c'é. Il problema, semmai, é capire chi paga, finora le spese le sosteneva Berlusconi, e ora?
Comunque si assiste alla solita sagra dell'ipocrisia. Tutti ad augurargli pronta guarigione, come fosse possibile realmente guarire a 86 anni di leucemia, ufficialmente, mentre dietro tantissimi, anche tra miei parenti e conoscenti, si augurano che finalmente tiri le cuoia, meglio se soffrendo. È una persona che è stata o molto amata o molto odiata.
A me di solito censurano gli interventi, quando scrivo cosa ne penso dei pidduisti in generale, sia vivi che morti...
Quindi stavolta immagginatevelo O:-) O:-) O:-)
Ha grosse responsabilità nel degrado morale e materiale dell'Italia, ma i danni più grossi li ha fatti la sinistra postcomunista allineata alla Nato, che ha sostenuto i liquidatori Carli, Treu, Ciampi, Prodi, Napolitano, Monti, Draghi.
Berlusconi, prescindendo dal lercio in politica equamente ripartito, ha perso il treno della storia, mostrandosi un quaquaraqua indegno del suo benefattore ineccepibile a Sigonella, in occasione della distruzione della Libia ad opera Nato patrocinata da quel Napolitano che un anno dopo lo avrebbe liquidato con il primo golpe di palazzo riuscito nell'Italia repubblicana. Decorso ben più orrido di tutti gli ad personam del regime berlusconiano che quantomeno, con Russia e Libia, qualcosa aveva portato a casa per le nostre casse e imprese.
Morirà con tanta infamia e senza lode. Come la gran parte dei politicanti. Chi resterà, visto il trend, non potrà che fare peggio.
Berlusconi è stato l'espressione di una parte della società italiana, ampiamente berlusconiana. Augurare la morte a lui o a Mussolini non cambia la struttura storica di quella società. Dentro ognuno di noi convive un piccolo Silvio, un piccolo Gramsci, un piccolo Benito, un piccolo Einaudi e così via. È la dinamica culturale di quella società a far prevalere politicamente l'uno o l'altro. Con la necessaria precisazione che le classi dominanti faranno il possibile per continuare a dominare e pertanto tenderanno a manipolare a loro vantaggio i processi di identificazione culturale di ognuno.
Nello specifico Berlusconi è stato l'espressione di una borghesia caciottara e con oscure radici malavitose, assai più diffusa di quel che si pensi. Rappresenta come una barzelletta l'imprenditore medio italiano: rentier oppure da piccola azienda familiare fiscofobica, con un retroterra culturale ed etico da uovo oggi piuttosto che da gallina domani.
Basti paragonare il suo successo a quello di un partito che avrebbe dovuto rappresentare una borghesia di qualità, come il partito repubblicano, che nella prima repubblica raccoglieva il 3-4 per cento e predicava nel deserto il pareggio di bilancio e la lotta all'evasione fiscale. E dalla seconda repubblica in poi nessun partito ha più rappresentato una borghesia di qualità, perché anche i nostri politici hanno seguito il decadimento culturale generale dell'Italia.
E c'è di più. Invece di venire considerato il lavoro politico come la più alta espressione dell'etica, a causa della cristallizzazione della società, in assenza di ascensore sociale per meriti, la politica è diventato un spazio possibile per una propria carriera personale, del tutto slegata da uno spirito di servizio, implicito in ogni servitore dello Stato, ed a maggior ragione nel ceto politico.
Citazione di: Jacopus il 08 Aprile 2023, 17:56:47 PMBerlusconi è stato l'espressione di una parte della società italiana, ampiamente berlusconiana. Augurare la morte a lui o a Mussolini non cambia la struttura storica di quella società. Dentro ognuno di noi convive un piccolo Silvio, un piccolo Gramsci, un piccolo Benito, un piccolo Einaudi e così via. È la dinamica culturale di quella società a far prevalere politicamente l'uno o l'altro. Con la necessaria precisazione che le classi dominanti faranno il possibile per continuare a dominare e pertanto tenderanno a manipolare a loro vantaggio i processi di identificazione culturale di ognuno.
Nello specifico Berlusconi è stato l'espressione di una borghesia caciottara e con oscure radici malavitose, assai più diffusa di quel che si pensi. Rappresenta come una barzelletta l'imprenditore medio italiano: rentier oppure da piccola azienda familiare fiscofobica, con un retroterra culturale ed etico da uovo oggi piuttosto che da gallina domani.
Basti paragonare il suo successo a quello di un partito che avrebbe dovuto rappresentare una borghesia di qualità, come il partito repubblicano, che nella prima repubblica raccoglieva il 3-4 per cento e predicava nel deserto il pareggio di bilancio e la lotta all'evasione fiscale. E dalla seconda repubblica in poi nessun partito ha più rappresentato una borghesia di qualità, perché anche i nostri politici hanno seguito il decadimento culturale generale dell'Italia.
E c'è di più. Invece di venire considerato il lavoro politico come la più alta espressione dell'etica, a causa della cristallizzazione della società, in assenza di ascensore sociale per meriti, la politica è diventato un spazio possibile per una propria carriera personale, del tutto slegata da uno spirito di servizio, implicito in ogni servitore dello Stato, ed a maggior ragione nel ceto politico.
Mi sembra un'analisi puntuale e corretta. E distaccata come ogni buona analisi dovrebbe essere.
Aggiungo solo che io, che Berlusconi l'ho sempre disapprovato soprattutto da un punto di vista culturale e spirituale, provo un certo disagio a sentire certe persone che manifestano contentezza quando non euforia per il suo stato di salute così compromesso.
Non si tratta solo dell'onore che si rende all'avversario morto o morente ma proprio un aspetto umano, di imprescindibile umanità.
Che tuttavia, a quanto pare, è una delle tante prerogative che stanno sparendo (o sono già sparite) dal comune sentire. Ennesimo sintomo (non ne avevamo bisogno! :'( ) della decadenza così pronunciata di questo nostro tempo così ingeneroso.
Al quale, per ironia della sorte, anzi contrappasso vero e proprio, il nostro ha così significativamente contribuito a creare.
La massoneria deviata in questo paese ha fatto piu' danni della mafia...
Gia' concedere a lui e a quelli come lui lo stesso rispetto umano e la stessa empatia che si deve ai mafiosi, sarebbe tanto...
Citazione di: niko il 08 Aprile 2023, 20:59:37 PMLa massoneria deviata in questo paese ha fatto piu' danni della mafia...
Gia' concedere a lui e a quelli come lui lo stesso rispetto umano e la stessa empatia che si deve ai mafiosi, sarebbe tanto...
Ogni essere umano merita rispetto in quanto essere umano, a prescindere da tutto il resto. Poi si potranno giudicare negativamente le sue malefatte, lo si potrà condannare per i reati commessi, ma l'essere umano merita rispetto a prescindere.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Aprile 2023, 21:08:52 PMOgni essere umano merita rispetto in quanto essere umano, a prescindere da tutto il resto. Poi si potranno giudicare negativamente le sue malefatte, lo si potrà condannare per i reati commessi, ma l'essere umano merita rispetto a prescindere.
Menomale che sono fuori da tutte le ideologie (e religioni) in cui si suppone che l'essere umano meriti rispetto a prescindere.
Se questa e' la base della socialita', felice di essere antisociale.
Certo che l'essere umano merita rispetto a prescindere. È la differenza fra barbarie e civiltà, oltre ogni ideologia religiosa o laica. È il significato profondo dell'habeas corpus. Il diritto penale deve punire i comportamenti penalmente rilevanti. Si può moralmente condannare certi comportamenti, ma occorre comunque proteggere la dignità di ogni singolo uomo, da Hitler a Buddha. Questo è ciò che penso.
Citazione di: Jacopus il 08 Aprile 2023, 22:00:30 PMCerto che l'essere umano merita rispetto a prescindere. È la differenza fra barbarie e civiltà, oltre ogni ideologia religiosa o laica. È il significato profondo dell'habeas corpus. Il diritto penale deve punire i comportamenti penalmente rilevanti. Si può moralmente condannare certi comportamenti, ma occorre comunque proteggere la dignità di ogni singolo uomo, da Hitler a Buddha. Questo è ciò che penso.
Di solito, tra gli esseri umani che ho incontrato io, quelli che non meritavano alcun rispetto erano anche quelli che si proteggevano benissimo da soli.
Non vorrei essere frainteso. In certe situazioni, come ad esempio durante la Resistenza, la dignità di ogni uomo non significa non poter usare le armi. I partigiani avevano il diritto di uccidere i soldati tedeschi. Ma la dignità resta integra. La dignità si perde quando non si rispetta più il proprio avversario e ciò rende possibile le peggiori aberrazioni, come la tortura, le ritorsioni, il disprezzo del cadavere.
In situazioni non così estreme come la guerra, la dignità di ogni uomo per essere effettuale, deve essere collegata all'esercizio della giustizia. Fino al punto di poter dire che anche il condannato ha "diritto" ad essere condannato (Hegel). In una società dove il desiderio di giustizia è forte, anche la dignità per ogni uomo è altrettanto forte.
Nel caso di Berlusconi, la circostanza che non sia stato sufficientemente condannato, come si sarebbe meritato, ha lasciato un fondato sentimento di ingiustizia, ma non rispettare l'uomo Silvio Berlusconi diventa un atto barbarico oltre che inutile. Bisognerebbe invece interrogarsi sul significato storico del successo politico di Berlusconi e sulle cause delle sue mancate condanne. Ogni giudizio penale o morale resta legittimo, ma al di sotto o al di sopra, resta la necessità di riconoscere l'umanità di ognuno di noi. In questo senso molto educativa è la lettura del paradiso perduto di Milton.
Io penso che nessuno dentro di sé sia abbastanza "santo" da rispettare tutti, quindi non me ne faccio niente, del principio filosofico (perfezionistico) secondo cui, in teoria, bisognerebbe rispettare tutti.
Al limite lo Stato, deve rispettare tutti, ma questo perché lo Stato non è una persona, e, a differenza di una vera persona, non ha "diritto all'odio" (come parte del "diritto" ai propri sentimenti, che a una persona, invece, riconosceremmo).
Lo Stato deve rispettare tutti perché è un automatismo posto in essere per risolvere determinati problemi pratici, non è (e secondo me non deve essere) un modello etico di comportamento riproducibile dai singoli, insomma lo Stato non è ne' una persona, nè tantomeno un modello etico di come dovrebbe essere una persona (e qui prendo educatamente congedo da Hegel, e da Kant).
Rispettare è amare, e, tra gli uomini, chi ama tutto non ama niente.
Citazione di: niko il 09 Aprile 2023, 11:15:24 AMRispettare è amare,
Rispettare non è amare, non sono sinonimi.
"Non odio Berlusconi in sé, odio Berlusconi in me"
In questa considerazione vi è una profondità che può passare inosservata. Ma che secondo me è rivelatrice.
Perché l'altro, qualsiasi altro, è innocente.
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 08 Aprile 2023, 21:08:52 PMOgni essere umano merita rispetto in quanto essere umano, a prescindere da tutto il resto.
Credo che Niko non avesse affiancato casualmente "rispetto ed empatia", mentre penso che Berlusconi non sia stato davvero amato da nessuno ad eccezione dei suoi familiari o poco più.
E' stato e resta un uomo assediato da adulatori e profittatori di ogni rango, e non provo tenerezza per questo, giacchè mi risulta frutto di una scelta anche molto comune e come tale prevedibile : quella di chiunque voglia farsi sovrano e che vuole la propria corte, con tanto di inevitabili cortigiani in senso deteriore.
Torno al "rispetto".
Forse dovremmo intenderci sull'accezione del termine.
Personalmente ritengo di "rispettarlo" nei suoi diritti umani, e riesco persino a bypassare la consapevolezza di quanto al suo spettro visivo risultassero assenti quelli del suo prossimo (evidentemente mai considerato <prossimo> bensì solo potenziale complice o potenziale suddito). Riesco a bypassare questa consapevolezza e a sperare fortemente che abbia in ogni senso quel che sarebbe giusto per tutti (anche se lui non ha mai usato la stessa cortesia e lo stesso rispetto).
Di qui ad "amarlo" c'è di mezzo l'universo, e non trovo che <amare> sia sinonimo di <rispettare>.
Poi, anche limitandosi al rispetto...trovo che sia facile auspicarlo e promuoverlo in linea teorica (io ne sono proprio una fan, sia chiaro, perchè garantistia fino al midollo, e perchè sono pure la pazza per la quale "non esistono carnefici ma solo vittime"!), ma so che quando esondo teoricamente in tal senso...chi mi è vicino mi chiede (terapeuticamente e amorevolmente) : "e se fossi stata toccata TU dall'altrui infierimento del tutto irrispettoso...sei proprio sicura che non vivresti qualche coprosa e personale e giustificabilissima eccezione al principio così aureo?".
Embè (per vederla in macro) ...indubbiamente se fossi nei Coniugi Regeni...non credo proprio che sarei così garantista verso chi mi ha torturato e ucciso un figlio.
Ieri leggevo su La Stampa l'articoletto dedicato al tipetto, fino a ieri sconosciuto, circa trentenne, che dal Salento si è insediato (forse in tenda) nei pressi del S. Raffaele per attendere sine die la dimissione del suo <amato> Silvio. Parlava di Silvio come proprio <amico> e gli è stato chiesto dal giornalista come fosse nata questa <amicizia> e...il tipetto ha sfoderato il suo "trofeo" comprovante (secondo lui) la <amicizia> : un selfie come milioni di altri...ottenuto da uno che HA DETTO LUI di averlo assediato fin da quando era minorenne, pur di potergli manifestare la propria
adulazione (che non commento neanche).
E questo è il mondo che B. si è costruito intorno, nel suo sogno istrionico e per tanti versi anche ingenuo.
Nel soggetto salentino si vede in macro, causa <semplicità> del soggetto, ma tant'è anche laddove i paludamenti sono più mondani e strutturati.
E infatti : nel futuro di FI c'è soltanto che le oggettive condizioni di salute (augurandogli ancora lunga vita e le migliori cure, giiuro senza perfidia!*) siano già più che sufficienti - per la sua corte - a defenestrarlo per sempre, mentre sarà tutta da vedere e patire la guerriglia tra i tanti che si ritengono suoi <delfini> e che hanno visioni totalmente diverse tra loro.
*Augurare lunga vita ad un istrionico ridotto all'impotenza...può avere del perfido, indubbiamente.
E non la escludo come mia motivazione <inconscia> .
Sta di fatto che gli auguro le migliori cure e la più lunga vita possibile, nel segno del rispetto.
Non per questo lo amo (affatto).
Ma credo di averne più rispetto di molti suoi cortigiani che in cuor loro non vedrebbero affatto male la dipartita, giusto per chiudere la pratica e riavviarla "in pulito", senza questo <grande padre> che... ormai....comportava l'impegno periodico fisso di rettificare ogni propria esternazione estemporanea...
Citazione di: Freedom il 09 Aprile 2023, 12:18:12 PMRispettare non è amare, non sono sinonimi.
E non avevo avuto il piacere di leggerti, prima di postare io! :)
Citazione di: Freedom il 09 Aprile 2023, 12:18:12 PMRispettare non è amare, non sono sinonimi.
Rispettare rientra comunque nei sentimenti umani positivi, come anche amare.
Le differenze tra sentimenti simili sono spesso piu' quantitative, di intensita' del sentimento stesso, che qualitative.
Etimologicamente, rispettare significa "ricambiare lo sguardo", e quindi in questa parola c'e' tutta la dialettica tra attivita' e passivita' che c'e' anche nell'amore, e nella parola amore: lo sguardo testimonia della vita e della presenza, chi e' vivo ha, ed e', sguardo; ma lo sguardo puo' anche "uccidere", in quanto puo' oggettificare, rendere oggetto, tutto quello che guarda.
Il peggior dispetto, o segno di disripetto, che si possa fare a Berlusconi è ignorarlo, è anche socialmente accettabile, nessuno ti indica come un deviato sadista se lo fai, eppure è ciò che più gli nuoce. Dovevamo ignorarlo sin dall'inizio, ma c'è ancora tempo per redimersi e ignorarlo ora, e possibilmente in futuro.