Riforma della magistratura

Aperto da Jacopus, 17 Dicembre 2025, 19:34:55 PM

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Jacopus

A marzo andremo a votare un referendum a proposito della recente riforma delle carriere della magistratura. Trattandosi di riforma di rilevanza costituzionale il referendum è necessario poiché non è stata raggiunta, per approvare la riforma, la maggioranza qualificata dei due terzi ma quella semplice (50 per cento + 1).

Ma cosa dice la riforma? Il primo punto, quello più noto, stabilisce la separazione netta delle carriere. Chi sceglierà di fare il Pubblico Ministero non potrà poi cambiare e diventare giudice e viceversa. Questo primo punto, il più sbandierato, è, in realtà, un falso problema. Già con la legge Cartabia del 2023 é stato stabilito che nel corso della carriera di qualunque giudice é possibile un solo cambio,  nei primi dieci anni di ruolo, con la clausola di dover comunque cambiare regione per acquisire il cambio di ruolo. Attualmente su 9000 giudici operativi in Italia, appena 35-40 all'anno fanno questa opzione. Si tratta pertanto di una false flag sia in pratica (35 cambi di ruolo all'anno!) sia in teoria. Infatti in teoria, la divisione delle carriere viene invocata come una equiparazione fra accusa e difesa, messe finalmente allo stesso livello, contro quella descrizione che vedrebbe giudice e pubblico ministero dalla stessa parte della barricata. Ma anche teoricamente questa visione non è possibile. Per un semplice motivo. Se un Pm scopre qualsiasi prova che discolpa un indagato deve subito esibirla o commette lui stesso un reato. Se un avvocato scopre qualsiasi prova che incolpa il suo cliente non solo può non presentarla ma deve non presentarla, perché altrimenti rischierebbe la censura dell'ordine forense di appartenenza per violazione degli obblighi deontologici. Quindi ritenere pubblico ministero e avvocato in una condizione di parità é incongruo con i ruoli da essi ricoperti.

Ma cosa prescrive la riforma oltre questo aspetto (appena smontato) della separazione delle carriere. Stabilisce la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura, ovvero l'organo di controllo della magistratura, che oggi è eletto dai magistrati (20 componenti) e nominato dal parlamento (10 componenti). Nella nuova veste i 20 componenti saranno invece estratti a sorte fra tutti i magistrati, azzerando ogni legame fra la funzione giudicante e la società, visto che i componenti eletti fanno riferimento ad associazioni che rispecchiano il dibattito politico (come magistratura democratica). Inoltre si istituirà un nuovo organo "l'Alta Corte" che sarà deputata a istruire i provvedimenti disciplinari contro i giudici. Alta Corte che sarà formata da 9 giudici estratti a sorte tra i giudici del Csm e 6 giudici che saranno scelti direttamente dal governo. La cosa ancora più preoccupante è che contro le decisioni di questa Alta Corte si potrà ricorrere ma sarà sempre la stessa Alta Corte ad avere la competenza sui ricorsi, come se l'appello potesse essere fatto dal giudice di primo grado. Ricordo che ora il ricorso avverso le decisioni del CSM si presenta alla Corte di Cassazione a sezioni unite.
Inoltre, essendoci due carriere separate si dovranno istituire due CSM separati, oltre alla citata Alta Corte, con elevato dispendio di risorse.
É stato previsto un costo della riforma in 100 milioni di euro all'anno in più rispetto alla spesa attuale.
La logica di questa riforma non è quindi migliorare il funzionamento della giustizia (che non funziona non per via dei giudici ma perché mancano tutti i ruoli subordinati, dagli uscieri ai cancellieri, agli informatici - essenziali -), ma semplicemente mettere sotto controllo la magistratura rispetto al potere politico. La conferma l'ha data Nordio, quando si è mostrato sorpreso rispetto all'opposizione del Pd alla riforma: "ma come? In fondo anche il Pd e tutti i partiti possono godere di questa riforma, in termini di perdita di potere dei giudici e possibilità del potere politico di perseguire meglio i propri obiettivi". Obiettivi che sono in questa fase storica fortemente autoritari.
Più chiaro di così.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

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