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Fabulae

Aperto da doxa, 31 Agosto 2025, 07:07:35 AM

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doxa

Diversi animali ricevono la dignità letteraria, ma pochi hanno la notorietà come soggetti di romanzi. E' il caso della piovra, questo nome deriva da pieuvre, forma dialettale normanna che discende dal latino pōlypus (= polpo).

Piovra  è sinonimo di polpo, invece il polipo, è un animale marino diverso dal polpo.

La piovra viene immaginata come un polpo gigante, che lo scrittore francese Victor Hugo inserisce nel romanzo "Lavoratori del mare, del 1866.

La piovra ha ispirato anche un altro scrittore francese, Jules Verne, per il suo romanzo di fantascienza "Ventimila leghe sotto i mari". L'autore  immagina i protagonisti  a bordo del sottomarino "Nautilus", comandato dal capitano Nemo. Cercano il misterioso mostro marino, la piovra di grandi dimensioni, astuta e subdola,  che affonda le navi incontrate nel suo percorso.

Un altro fantastico mostro marino fu "Moby Dick, la balena bianca", in realtà un capodoglio.
Lo scrittore statunitense Herman Melville nel 1851 pubblicò il famoso romanzo d'avventura "Moby Dick".

A raccontarci la storia è Ismaele, alter ego dello scrittore e uno dei protagonisti a bordo di una baleniera, la  "Pequod",  comandata dal capitano Achab; la nave viene utilizzata per la caccia alle balene e ai capodogli, in particolare all'enorme "balena bianca".

Achab è ossessionato dalla vendetta contro Moby Dick, perché in una precedente caccia, gli aveva strappato una gamba.

C'è l'incontro e lo scontro fatale che fa inabissare la nave con l'equipaggio.

I ricordi  di Ismaele sono intervallati da  riflessioni scientifiche, religiose, filosofiche e artistiche, rendendo l'ultimo viaggio della nave un'allegoria e  un'epopea epica.


Bello anche  il film  "Moby Dick", del 1956, diretto dal regista John Huston e interpretato da Gregory Peck nel ruolo del capitano Achab, e Orson Welles nel ruolo di Padre Mapple.


L'attore Gregory Peck nel ruolo del capitano Achab





Due avvenimenti reali costituirono la genesi del racconto di Melville. Uno fu l'affondamento nel 1820 della baleniera Essex di Nantucket, dopo che venne urtata da un enorme capodoglio a 3200 km dalla costa orientale del Sud America.
Il primo ufficiale Owen Chase, uno degli otto sopravvissuti, scrisse l'avvenimento nel suo libro del 1821: "Narrazione del naufragio della baleniera Essex", di Nantucket,  che fu affondata da un grosso capodoglio al largo dell'Oceano Pacifico.

L'altro evento fu la presunta uccisione nel 1830  circa del capodoglio albino Mocha Dick al largo dell'isola cilena di Mocha. Si narra che Mocha Dick avesse  più di 20 ramponi nel dorso, conficcati da altri balenieri, perciò sembrava attaccare le navi con ferocia premeditata.

Una delle sue battaglie con una baleniera servì come soggetto per un articolo dell'esploratore Jeremiah N. Reynolds nel maggio del 1839 apparso sul The Knickerbocker.

doxa

#1
Ciao Jacopus, come "uomo di mare" ed esperto di enogastronomia preferisci pranzare con  il pōlypus "Octopus vulgaris" oppure  con il mollusco cefalopede  "Eledone moschata" ?  E quale vino è adatto ai due molluschi marini ?  ::)

Non mi mandare "a quel paese", sto scherzando.  ;D

L'Octopus vulgaris è il polpo, invece l'Eledone moschata è il moscardino,   della famiglia delle Octopodidae, la stessa di seppie e calamari.

Spesso vengono confusi dai consumatori. 

Morfologicamente  il moscardino è più piccolo ed ha la pelle più liscia rispetto al polpo.

Per non sbagliare gli esperti dicono di guardare gli otto tentacoli. 

il polpo ha due file di ventose lungo ogni tentacolo


 
Il moscardino, invece,   si distingue dal polpo  perché ha una sola fila di ventose sui tentacoli,  che sono più lunghi e sottili.


tentacoli del moscardino con una sola fila di ventose.

Polpi e moscardini hanno differente valore di mercato, dipendente dalla loro diversa qualità. Più pregiata quella del polpo,
ma le loro qualità nutrizionali sono simili.

Differenza tra polpo e polipo

Come suddetto, il polpo è un cefalopede, invece il polipo appartiene alla famiglia dei celenterati, come le meduse e gli anemoni e non è commestibile.

Jacopus

CitazioneCiao Jacopus, come "uomo di mare" ed esperto di enogastronomia preferisci pranzare con  il pōlypus "Octopus vulgaris" oppure  con il mollusco cefalopede  "Eledone moschata" ?  E quale vino è adatto ai due molluschi marini ?  ::)
 
ciao Doxa, figurati se ti mando a quel paese, sei una delle persone più educate del forum. Non te lo meriteresti. Pranzo bene con entrambi, direi. Ultimamente ho scoperto per accompagnarli il pinot nero con vinificazione in bianco. Prezzi mediamente  buoni e un gusto molto delicato pur in presenza di bollicine.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

doxa

Unicorno



Il leggendario animale è raffigurato come un cavallo col mantello bianco e un singolo corno a spirale  in mezzo alla fronte.

Il nome deriva dal latino "unicornis", parola formata dal prefisso "uni-" e dal sostantivo "cornu" (= un solo corno).

In Occidente le prime descrizioni dell'unicorno sono del V secolo a. C.. Lo storico e medico  greco Ctesia di Cnido durante la sua permanenza in Persia ebbe modo di apprendere  notizie dai mercanti che viaggiavano lungo la "Via della seta" provenienti dalla Cina e da quelli provenienti dall'India.  Notizie che poi descrisse nel suo libro titolato "Indikà", in particolare la flora e la fauna indiana, con incluse storie paradossali, come le  tribù di cinocefali, le tigri con volti umani (manticore), cavalli (forse rinoceronti) con un unico corno sulla testa.

L'unicorno viene menzionato anche nella Bibbia.

Nel "Libro dei Numeri" è descritto come un animale potente e fiero. Viene detto che ha la forza di Dio: "Dio li ha fatti uscire dall'Egitto; ha la forza come di un unicorno" (Numeri 23, 22).

Nel Libro di Giobbe, l'unicorno simboleggia la forza e indipendenza: "L'unicorno vorrà egli servirti? Rimarrà egli alla tua greppia?" (Giobbe 39, 9). Questo suggerisce che l'unicorno rappresenta l'indipendenza e la forza di carattere.

Nell'immaginario cristiano del passato l'unicorno simboleggiava la saggezza.  Questo cavallo poteva essere ammansito solo da una vergine, simbolo della purezza. Spesso era considerato la rappresentazione della natura divina di Cristo.

La leggenda dell'unicorno si diffuse nel Medioevo tramite i "Bestiari", per esempio il "Phisiologus", bestiario greco del II secolo d.C., con leggende sugli animali interpretate come allegorie cristiane.

Nei secoli cavalli unicorno furono raffigurati  nei capitelli, nelle vetrate,  negli affreschi e arredi sacri.

Col passare del tempo  l'iconografia dell'unicorno venne  diversificata, fino ad apparire  come un magnifico cavallo bianco con corno in un arazzo della fine del XV secolo, oppure  un mostruoso e deforme capro in una miniatura di Giorgio Martini.