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Vuoto e nulla.

Aperto da iano, 05 Novembre 2025, 10:56:17 AM

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iano

Vorrei parlare del vuoto e del nulla, provando a fare il vuoto mentale, come se non ne sapessi nulla, non essendo comunque lontano dal vero, e perciò facilitato nel compito.

Non sono sinonimi per me, ma neanche contrari.
A partire da ciò si apre un mare di possibilità per il pensiero, e come premesso neanch'io so dove  andrò a parare.
Inizio col dire che il nulla è pensabile, ma non inimmaginabile. Preciso questo perché, pensare e immaginare non mi sembrano sinonimi, anche se spesso usiamo un termine per l'altro.
Il nulla è il non essere, necessario all'essere per esistere, o meglio al suo essere molteplice, perchè un essere unico e infinito, se non è immaginale, lo si può comunque approssimare col pensiero.
Senza il nulla ( il non essere) l'essere non è.
Quindi, benché non è ciò che la nostra percezione ci suggerisce, delle due una, o il nulla è normale come l'essere, o l'essere è strano come il nulla.
Ora non resta che rendere conto del vuoto, che riguarda l'essere non in quanto tale, ma in quanto definito per esclusione del resto, per il quale compito  il geometra divino non è necessario, vuoto che rimane  comunque sempre disponibile per nuove definizioni.

Infine, non resta che confermarvi che non sapevo dove sarei andato a parare.
Certo voi potrete dirmi che non ho inventato nulla di nuovo, e io non posso che darvi ragione, e anzi nel caso me ne compiaccio, ma non chiedetemi la bibliografia, perché non la conosco, Sarò comunque lieto se la vorrete dare voi, e ancor più se vorrete dare il vostro, più o meno simulato. ignorante parere.

Di sicuro vuoto e nulla nel tempo si sono scambiati i ruoli, e anche voi vorrete assegnargli i vostri, che siano nuovi, o aderendo ai passati.
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Lo stesso uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume.

Adalberto


....




PS
Desideravo spedire un messaggio vuoto di compartecipazione, ma il sistema non lo accetta. Non lo permette.
Forse era troppo sovversivo in un forum di pensiero?
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Ci son dei giorni smègi e lombidiosi...
ma oggi è un giorno a zìmpani e zirlecchi.
(Fosco Maraini)

iano

#2
Citazione di: Adalberto il 05 Novembre 2025, 11:08:20 AM....




PS
Desideravo spedire un messaggio vuoto di compartecipazione, ma il sistema non lo accetta. Non lo permette.
Forse era troppo sovversivo in un forum di pensiero?
Si chiama horror vacui.
Si vede che anche il forum, o chi per lui, lo prova. :))
Certo, se lo avesse consentito, la tua sarebbe stata una rappresentazione del vuoto, che avrebbe testimoniato col suo essere, la sua distinzione dal nulla. E invece, nulla...
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anthonyi

Citazione di: iano il 05 Novembre 2025, 10:56:17 AMDi sicuro vuoto e nulla nel tempo si sono scambiati i ruoli, e anche voi vorrete assegnargli i vostri, che siano nuovi, o aderendo ai passati.

No che non si scambiano, il vuoto é spazio senza nulla, esso quindi é, al contrario del nulla che non é. 
Puoi spedire al forum un post vuoto, sarà sempre un post, ma non puoi spedire il nulla. 
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Meglio morire liberi che vivere da schiavi! 🤗

Alexander

Il vuoto è possibilità : una bottiglia posso riempirla perché è vuota. Il nulla è assenza di possibilità: nel nulla, nulla può accadere. 
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iano

#5
Citazione di: Alexander il 05 Novembre 2025, 12:46:14 PMIl vuoto è possibilità : una bottiglia posso riempirla perché è vuota. Il nulla è assenza di possibilità: nel nulla, nulla può accadere.
Quindi lo spazio non è il nulla, perché nello spazio accadono le cose. Ma se il nulla non è spazio, e non è cose, e se queste sembrano esaurire la realtà, quale ruolo possiamo ancora ritagliagli?
Perchè, voglio dire, se ne parliamo un motivo ci sarà.
Potremmo uscire dal problema considerando vuoto e nulla sinonimi, però non sembra essere  questo il ruolo del nulla, perchè i fisici oggi parlano di uno spazio pieno di possibilità, mentre del nulla, nulla sembrano dire.
Il nulla sembra quindi più avere un ruolo filosofico.
Esso mi sembra essere infatti il parente stretto delle filosofiche cose in se, e gioca il ruolo del non essere, e insieme descrivono una realtà discontinua.
Ma, se è così lo spazio/vuoto si pone in modo contraddittorio rispetto al nulla, essendo cosa che stabilisce una continuità fra le restanti cose un pò come l'etere che torna sotto altre spoglie, ma con funzioni simili.
La contraddizione appunto può risolversi assegnando allo spazio carattere fisico, e al vuoto carattere metafisico.
Questo ci suggerisce, o ci conferma dunque, che la cosa in se è un oggetto metafisico.
Eppure è in base ad essa che affermiamo la solidità della realtà, il suo carattere materiale.
Insomma noi possiamo mettere vuoto e nulla su diversi piani, per risolvere la contraddizione, ma poi questi due piani sembrano riproporla collidendo fra loro.
In tutto ciò sembra esserci una sensazione di solidità di troppo; a meno che questa sensazione non sia il perfetto equivalente della divisione arbitraria di una realtà continua, funzionale però alla descrizione della sua dinamica.
Immaginate infatti un continuo dinamico.
Come potreste descrivere il suo divenire?
Si può appunto provare a suddividerla in parti arbitrarie, verificando se esse mantengano una loro identità per un tempo sufficiente a descriverla, cioè se esse mostrano di essere funzionali ad una sua descrizione.
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iano

La realta è una, e ciò equivale a dire che è continua, e le sue dinamiche interne non cambiano questo suo stato.
Siamo noi che, dovendo galleggiare in esso distinguiamo onde tempestose, dalla bonaccia.
Cioè è il modo in cui agiamo in esso a determinarlo come fatto di cose.
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Melisso

ogni discorso che si svolga intorno al nulla inevitabilmente lo ontologizza, prendendolo quindi come essere NON COME NULLA: e solo in quest' ultima battuta, per un attimo, di scorcio, il non essere mostra il suo autentico volto di non essere. (Sasso)
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iano

#8
Citazione di: Melisso il 07 Novembre 2025, 12:42:31 PMogni discorso che si svolga intorno al nulla inevitabilmente lo ontologizza, prendendolo quindi come essere NON COME NULLA: e solo in quest' ultima battuta, per un attimo, di scorcio, il non essere mostra il suo autentico volto di non essere. (Sasso)
Melisso di Samo? Non perchè ne sappia qualcosa, se non per la coincidenza che ne scrive Guido Tonelli a pag.22 del suo nuovo libro, ''L'eleganza del vuoto'' che io sto leggendo. però prima di completare la lettura ho voluto aprire questa discussione, per vedere se i miei pregiudizi coincidano con le sue conclusioni.
Già dalle prime pagine comunque trovo conferma che nessuno spiega meglio la filosofia di come può fare uno scienziato. Quindi lettura consigliatissima, soprattutto agli ignoranti come me. Leggendolo, la prima impressione che ne ricavo, è che filosofia e scienza tornino a far pace.
Quindi , procedendo coi miei pregiudizi:

.quando è il logos a generare direttamente l'essere (l'essere ''quanto'' ad esempio), esso mostra la sua inconsistenza, il suo essere descrizione della realtà la cui esistenza si può perciò indirettamente indurre, in quanto oggetto di descrizione.
Nessun discorso è nichilistico, ma in quanto tale si può annichilire, trascinando con se quella realtà con la quale lo si è fatto coincidere.
Il discorso dei sofisti è ancora incredibilmente attuale, ma bisogna ancora emendarlo dai timori che ha generato.
Col senno di poi dovremmo chiederci, ma ancora ciò è da fare, come ha potuto l'innocente logos generare in noi tanto terrore.
L'essere è e il non essere non è, ma bisogna aggiungere che ciò che fanno lo fanno sempre insieme, e insieme realizzando un possibile modo di fare le veci della realtà, diverso da altri, caratterizzandosi in quanto privi di consistenza i suoi oggetti, ma non perciò impossibili soggetti della realtà.
Se siamo perchè pensiamo, però è possibile andare oltre questa sensazione, perchè magari ciò che pensiamo non è.
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EticaQuotidiana

Per me "vuoto" è una configurazione dell'essere (spazio senza contenuti), mentre "nulla" è negazione dell'essere. Nel vuoto qualcosa può accadere; nel nulla no-non perché "non accade", ma perché non c'è alcun luogo logico in cui possa accadere.
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iano

#10
Citazione di: EticaQuotidiana il 10 Novembre 2025, 18:09:44 PMPer me "vuoto" è una configurazione dell'essere (spazio senza contenuti), mentre "nulla" è negazione dell'essere. Nel vuoto qualcosa può accadere; nel nulla no-non perché "non accade", ma perché non c'è alcun luogo logico in cui possa accadere.
Benvenuto.
Per Guido Tonelli il vuoto è uno stato della materia.
In questo modo però secondo me la fisica sconfina nella metafisica, il che a me comunque non dispiace,
e  inoltre così si supera definitivamente l'horror vacui, sempre che qualcuno ancora lo provasse.
In ogni caso questa descrizione della realtà, dove il vuoto è uno stato zero della materia, mi piace, e se  poi è anche funzionale, come sicuramente  lo sarà, ancor meglio.
Può essere una descrizione sorprendente, ma solo se la facciamo coincidere con la realtà.
Se però è solo una descrizione della realtà, e se comunque le sue descrizioni sono per noi l'unico modo di accedervi indirettamente, dopo l'horror vacui viene a cadere anche l'effetto sorpresa, che però a noi, a differenza del primo, tanto piacere dava.
Rimarebbe allora solo da derubricare  la realtà come ci appare, nella sua evidenza, a ''descrizione sensibile'', per cui toccare con mano la realtà è solo uno ''stato interattivo'', quindi non l'unico possibile.
Per quanto riguarda la sorpresa non dubito in effetti che continueremo a provarla, considerando le conseguenze teoriche inattese, eventualmente verificabili, della teoria assunta come descrizione.
La sorpresa, nel suo stato zero, sta appunto nel fatto di essere esse del tutto inattese, e uno stato superiore lo si proverà  quando venissero verificate.
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iano

#11
Il grande nulla e il bau bau continueranno ad abitare favole per soggetti più o meno impressionabili, e a noi resterà solo da spostare la meraviglia dal più o meno supposto creato alle sue descrizioni, compressive di incantevoli tramonti e cieli notturni stellati,  purtroppo sempre meno visibili , ma comunque sempre più descrivibili, con l'immaginazione ancora, ma solo fino a un certo punto, per proseguire poi con altri linguaggi, magari ancora tutti da inventare.
Che l'immaginazione sia un linguaggio in fondo è provato dal fatto che le immagini si possono descrivere, come le descrizioni possono suscitare immagini, pur con tutti i limiti che ogni traduzione comporta.
Nuovi linguaggi con nuovi alfabeti, ma derivati a partire da quello delle immagini, passando per gli ideogrammi, e arrivando a simboli  del tutto svincolati dai significati originari, capaci perciò di accoglierne di nuovi.
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iano

#12
Citazione di: Melisso il 07 Novembre 2025, 12:42:31 PMogni discorso che si svolga intorno al nulla inevitabilmente lo ontologizza, prendendolo quindi come essere NON COME NULLA: e solo in quest' ultima battuta, per un attimo, di scorcio, il non essere mostra il suo autentico volto di non essere. (Sasso)
L'essere è, e il non essere non è, e quella ''e'' di congiunzione potrebbe essere una catena di cui l'essere non possa liberarsi.
Posto che l'essere sia, può ben essere uno, ma se è molteplice si apre la questione se le molteplici cose siano separate oppure no.
La loro singola esistenza non è comunque legata all'essere necessariamente separate dalle altre. Nel caso a separale sarà un confine, o cose ad esse interposte, che le separino , delle quali una potrebbe essere il vuoto, o lo spazio, che si differenzia dalle altre dal poter separare allo stesso tempo e direttamente tutte le altre, mentre le altre possono separarne solo alcune.

Se la cosa invece è una, non è separata da altra, e in particolare non sta dentro ad altra, perchè questa sarebbe spazio, e quindi ancora un altra cosa.
In particolare non sta dentro al nulla, ma ''è'' grazie al nulla.

Le particelle che a coppie, ad esempio elettrone e positrone, appaiono nello spazio, nascono dal nulla, o meglio il nulla è la loro levatrice.
Possiamo anche dire che sia il nulla a crearle, come farebbe un Dio, ma con minori poteri di un Dio, il quale può creare anche una cosa sola, mentre il nulla crea dualità.


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Melisso

#13
Citazione di: iano il 11 Novembre 2025, 16:39:06 PMe quella ''e'' di congiunzione ...


il libro più bello e più importante di Sasso si intitola "La verità, l'opinione". Volutamente non ha messo la "e" ma la virgola proprio per rimarcare che tra regno dell'essere e quello dell'esperienza non può esserci alcun contatto
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iano

#14
Citazione di: Melisso il 11 Novembre 2025, 22:25:09 PMil libro più bello e più importante di Sasso si intitola "La verità, l'opinione". Volutamente non ha messo la "e" ma la virgola proprio per rimarcare che tra regno dell'essere e quello dell'esperienza non può esserci alcun contatto
Grazie per l'interessante suggerimento di lettura.
Sembra in effetti una virgola di ''sospensione'' di giudizio..
 Un giudizio potrebbe essere, la verità o l'opinione, in senso esclusivo.
La verità non è un opinione, e l'opinione non è una verità.

Ora mi avventuro in un sillogismo che mi scappa li per li, senza alcuna premeditazione, perchè stimolato dal tuo post.
Ciò che è vero non si discute. Se ne possiamo discutere allora non è vero. Della verità si può discutere. Dunque la verità non è vera.
Quando prendi coscienza di possedere una verità, solo allora ne puoi discutere, e smette perciò di esserlo.
La verità è salva finché rimane nascosta, e potrebbe essere un opinione che non sai di avere.
Abbiamo in effetti esempi di verità divenute opinioni, ma non viceversa.
Andando alla ricerca della verità, abbiamo finora scoperto solo ciò che non lo era.
Abbiamo in effetti esempi di opinione scambiate per verità, ma non viceversa, anche se questo non esclude che esista.
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