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LOGOS - Argomenti => Tematiche Spirituali => Discussione aperta da: PhyroSphera il 31 Dicembre 2025, 16:07:01 PM

Titolo: RAGGIRARE LA FILOSOFIA CRISTIANA A NATALE E PROPRIO NEL MOMENTO DEL BISOGNO?
Inserito da: PhyroSphera il 31 Dicembre 2025, 16:07:01 PM
Il disastro, non solo culturale, in cui sta cadendo parte del cristianesimo occidentale è evidente anche nelle grandi occasioni. Al link seguente un sermone evangelico di Natale, trasmesso in eurovisione:

https://www.raiplay.it/video/2025/12/Speciale-Protestantesimo---Culto-Evangelico-di-Natale---25122025-40410838-42e1-418c-8989-c749e9a6c4b4.html

Il messaggio fondamentale è ineccepibile, anche qualcosa di filosofico comunicato: non importa che data sia, neppure se l'origine della celebrazione sia dai gentili non dagli ebrei... Ma prima di ciò, che avveniva con tanto di citazione del pensiero di Rudolf Bultmann, ecco una seduzione ad adorare il bambino di Betlemme... invece l'atto dei Magi era dall'occasione al simbolo, essi non rievocavano nulla. Il Natale viene definito evento, ma prima ridotto a fatto e purtroppo a fatto particolare: Betlemme e Yeshua, l'individuo storicamente determinato, non il semplice personaggio storico Gesù di Nazareth; e se il Natale non viene accettato come festa è perché tale "gesulatria" lo impedisce (nel video dal min. 47:50 al min. 52:17 circa). Come si possono esibire contraddizioni così senza marciare verso la rovina? Come si è arrivati a questo punto, di contaminare messaggi teologici del tutto necessari con l'ossequio al semplice accaduto mondano?
L'albero addobbato secondo usanza europea, ma la Scrittura invece che spiritualizzata fatta regredire ad ambienti per noi non vitali, quelli della Palestina, così appare anche un dromedario accanto alla predicatrice (28:21 - 29:23) e altre esotiche amenità assieme a oggetti familiari. A che pro? La Riforma impartiva comando opposto: reperire il Messaggio e attualizzarlo, non infilare i contesti storici della Palestina dentro la vicenda europea. Niente di universale in una confusione geografica, etnica, culturale, non si può recepire il Vangelo senza porre in causa la propria identità anzi scambiarla per un'altra è una catastrofe sociale! Ugualmente – la funzione religiosa sempre in una piccola chiesetta nei paraggi di Ginevra, non in Medio Oriente - tra musiche e canti ben scelti ed eseguiti una commistione assurda e anche un po' isterica con la musica sacra degli afroamericani (37:05 - 39:22), poi anche un pezzo di musica pop, francamente osceno (non bisogna restare al suo inizio per certificarsene: 56:50 - 1:00:49), a testimoniare una desensibilizzazione, niente comprensione per il Villaggio Globale ma confusione tra cosmopolitismo e cittadinanza mondiale, anzi proprio lo sradicamento, poi con tremendo imbarazzo denunciato (1:01:04 - 1:01:37). Forse più terribile di tutto il canto in falsetto, non perché fosse sbagliato, ma per come eseguito (esempio: 9:47 - 10:37): quanto consolante a confronto era, durante il triste ascolto, il ricordo del messaggio del Patriarca russo-ortodosso Kyrill sull'aberrante commistione di omosessualità e romanticismo diffusa per le terre occidentali!

Secondo uno studio storico-critico Gesù di Nazareth seguiva di tanto in tanto un orientamento filosofico cinico per la sua attività missionaria. Certo non si tratta di imitare il Gesù storico, però va riconosciuto che in caso di necessità di apporto filosofico (quale che sia purché sia opportuno) bisogna prenderne atto anziché offendere la ragione e intromettere in un sermone importante elementi idolatrici. Giustamente ci vogliono anche segni, ma senza far regredire la lettura biblica ai fatti fingendo che valgano al posto di Dio stesso e che siano in contemporanea. Proprio R. Bultmann a riguardo aveva giustamente detto di modalità schizofrenica e in tal caso non serve porre in causa psicologi, assistenti sociali e psichiatri, basta trovare una buona disposizione di fede. Citare il padre della demitologizzazione per tradirlo non è una inezia, è un disastro logico. Di questo sèguito il Testamento va perso e rimarrà solamente una pessima pagliacciata.
Se si fa riferimento alla figura storica di Gesù per ricostruirne la persona che la rappresentava e per proporla come eterna compagnia si fa il contrario del dovere del cristiano e si volge al trionfo della paranoia anziché al Regno di Dio.
La teologia col proporre con forza la demitologizzazione aveva anche fatto valere una scelta filosofica; mettersi contro di essa, per giunta fingendo intenzioni opposte, non significa riconoscere la piccolezza del filosofo rispetto alla grandezza di Dio.
 

MAURO PASTORE
Titolo: Re: RAGGIRARE LA FILOSOFIA CRISTIANA A NATALE E PROPRIO NEL MOMENTO DEL BISOGNO?
Inserito da: PhyroSphera il 31 Dicembre 2025, 16:27:13 PM
Ho emendato e migliorato più volte il mio testo. Ora ho finito. Buona lettura e spero in una proficua discussione.

MAURO PASTORE