Sulla scia di altri, ho deciso di aprire un mio topic personale dove rilasciare qualche flatulenza creativa a titolo personale, la maggior parte non sarebbero degne di un topic, e neanche di esistere, perciò tantovale raccoglierle qui ad uso e vantaggio della mia futura damnatio memoriae.
Il titolo è abbastanza casuale, ma mi ispira la figura della grotta perchè è il primo luogo che homo sapiens ha chiamato "casa", è altresì il luogo dove accendendo un fuoco si proiettano sulle pareti bislacche figure deformate, è anche la caverna di Platone, è anche il luogo di origine del "grottesco", un genere che personalmente mi affascina in quanto capace di mescolare il riso e il pianto in maniera "umana troppo umana". Perciò l'ho chiamato così.
Spero che il moderatore di questa sezione sarà clemente nei mie confronti, perchè è probabile che vi vengano inclusi contenuti borderline, ma cercherò di guadagnarmi la sua fiducia (e salvare il topic dalla chiusura) mettendoci qualcosa di serio ogni tanto. Ma che cosa è davvero serio e cosa non lo è? Ci dovrò riflettere se voglio raggiungere l'obbiettivo..
Ovviamente chiunque è libero di rispondere e intervenire, ma soprattutto di ignorare, questo esercizio parapsichiatrico ad uso ed esercizio del mio narcisismo e della mia instabilità mentale. E' davvero importante avere dei lettori? Non siamo forse noi i migliori lettori di noi stessi, perchè pretenderne altri? Beh se uno volesse dei lettori perlomeno aprirebbe un blog indipendente, non lo farebbe su un forum.. Purtroppo sono particolarmente apatico a riguardo.. allo stesso tempo tenere un diario è una noia mortale, nessuno ti insulta, nessuno ti legge pensando "questo è proprio scemo", nessuno ti vorrebbe moderare..
Apprezzo i pensatori che non hanno mai lasciato tracce o pochissime, come Salinger, li stimo dal profondo, ho la profonda convizione che i veri geni su questa terra non abbiano mai intinto la penna nell'inchiostro, ne provato a fondare nulla, e noi siamo rimasti a ricordarci di quelli di secondo ordine. Proprio per questo scrivo qualcosa pubblicamente e di personale, per non confodermi con questi grandi anonimi e innominati, per non aspirare a niente di più che alla seconda classe, che già sarebbe un lusso, mi accomoderò in quinta o in sesta insieme a tutti gli altri. In fondo, il silenzio forzato arriverà anche per me prima o poi, siamo tutti nati con una diagnosi terminale, tantovale godersi la vita nel frattempo, con una risata, possibilmente mista al pianto.. nella grotta.
Bentrovato Inverno nel tuo spazio. Vedo che hai ben arredato la tua grotta. Falsi idoli ovunque, una raccolta di vini e di tè speciali, libri. Un pozzo al centro per l'acqua. Legna vicino al camino per riscaldarsi e cucinare, un letto a baldacchino, graffiti in stile Lascaux. Direi che non manca nulla per iniziare.
Citazione di: Jacopus il 08 Ottobre 2019, 19:10:07 PMDirei che non manca nulla per iniziare.
In realtà prima ho il bisogno di fare un esperimento a proposito di moderazione (non la tua).
Vale la pena fare un test, ovvero se vi sia qualche "moderatore occulto" che guarda dall'esterno. Si moltiplicano a vista d'occhio le notizie di censura cinese fuori dai confini cinesi, molto fuori, molto vicine. (ma che ci frega? il nostro problema sono i negri)
Lo schema è semplice, si acquisiscono abbastanza quote di una società finchè non la si può ricattare a seguire la censura a favore del grande WINNIE THE POOH.
E' successo nell'NBA, un presidente di una società ha fatto un tweet a favore di Hong Kong, i cinesi hanno ritrattato gli sponsor, e il presidente ha prontamente cancellato il tweet con tanto di scuse. Apple ha tolto dal suo store le canzoni a favore della resistenza di Hong Kong, giocatori di "esports" vengono bannati per anni e gli vengono ritirati i premi... tutto a posto nella terra della libertà di parola a pagamento.
https://edition.cnn.com/2019/10/08/media/nba-china-hong-kong-morey/index.html
https://www.theverge.com/2019/4/12/18305087/congress-apple-criticism-china-communist-tiananmen-pro-democracy
https://www.bloomberg.com/news/articles/2019-10-08/blizzard-bans-gamer-rescinds-money-on-hong-kong-protest-support
Comprando i porti Greci si sono guadagnati un veto permanente nel consiglio europeo per non avere sanzioni..
https://www.reuters.com/article/us-eu-un-rights/greece-blocks-eu-statement-on-china-human-rights-at-u-n-idUSKBN1990FP
Ma che bravi, ma che intelligenti.
Ora io so per certo le due cose che fanno adirare profondamente WINNIE THE POOH
A) Chiamarlo WINNIE THE POOH, usare immagini di WINNIE THE POOH e diffondere la notizia che lui è molto suscettibile ad essere chiamato WINNIE THE POOH
B) Scrivere "HONG KONG LIBERA - QUESTA E' LA NOSTRA RIVOLUZIONE" che è il motto della resistenza anticinese.
A questo punto, per testare la nostra integrità come moderazione e come sito, mancano solo le immagini, e vedremo se qualcuno ci vede come un vasetto di miele.
(http://www.againstchina.com/wp-content/uploads/2019/03/xi-pooh-360x240.png)
(https://ichef.bbci.co.uk/news/660/cpsprodpb/5074/production/_96969502_78b75efc-37fe-449f-944e-0fa30805a597.jpg)
(https://ichef.bbci.co.uk/news/624/cpsprodpb/17577/production/_96970659_abexi.jpg)
Mai così suscettibile come gli USA quando dici che non compri più gli F35 (infatti Conte si è ben guardato dal contrariare Pompeo). Se l'argomento è 90 gradi, anche l'Italia è ben servita. E di rivoluzione non se ne parla nemmeno dopo 70 anni di cattività.
Ipazia ormai il dado è tratto. Mesi fa, ho inviato una copia del film "Ritorno al bosco dei 100acri" a una mia amica di Bejing, su un server incognito. Lei l'ha guardato.. e ha pianto. Come si può privare un miliardo di cinesi di Winnie The Pooh, solo perchè il tuo leader ha il senso dell'ironia di un sasso? Persino ad Hitler piacevano i cartoni della Disney..
Comunque direi che il test è superato, Ivo non ha venduto quote del forum ai cinesi :) Tornando invece a qualcosa di più attinenente all'incipit.. Ricordo un racconto breve di Mark Twain che lessi tanti anni fa, purtroppo ingenuamente ho regalato il libro insieme a tanti altri ad una biblioteca, e non sono più riuscito a trovarlo edito. Twain aveva creato una sorta di prototipo letterario (misconosciuto, ma geniale) che trasformava le nazioni in dei carri di carnevale, e ne scriveva la scenografia in maniera molto asciutta, cercando attraverso la composizione di mettere alla berlina le contraddizioni e le ipocrisie del tempo. L'ho chiamato prototipo perchè penso lo stesso schema si possa adattare, con un pò di fantasia, cento altre volte, perciò se qualcuno si vuol divertire è il benvenuto. Sono sicuro che Twain avrebbe adorato i tempi di oggi, con tutti questi incontri tra leader, che anche noi Italiani a volte spregiativamente chiamiamo "carnevalate". Lo immagino in Messico, nel suo harem con le sue "angelfish", tentare di trovare la giusta verve grottesca per sorprendere il lettore della sostanza insulsa di cui è costituito il potere.
Vediamo se riesco ad adattarlo al recente summit sul clima..
CARRO 1
TITOLO : FILBUMVETR
PRIMA FILA: Greta Thumberg, inginocchiata, velo "scarlatto riscaldamento" sul capo le copre i capelli, ha un bimbo in grembo, cianidrico. A destra, orso polare, a sinistra, panda, soffiano aria fresca sul bambino, visibilmente tra la vita e la morte.
SOPRA LA SCENA: Cometa, meteora di carta pesta, prosegue a levante. Scritta sopra: "sesta estizione di massa" sottotitolo: "peggio che ai dinosauri"
CENTRO DEL CARRO: Venti bambini guardano verso il cielo, si coprono il volto per proteggersi dalla caduta della meteora, indifesi.
LATO DESTRO: GuyMcPherson indica un cartellone "Non resta che amarci".
LATO SINISTRO: Roger Hallam, legge a voce alta il manifesto di Unabomber
RETRO: Schwarzenegger, maglietta con scritto "Hasta la vista, holocene". Sottitolo "compra una Tesla"
ARALDO : Bandiera del Bhutan.
SEGUE IL CARRO: Papa Francesco, un piede già sopra al carro, anziani porporati tentano di fermarlo tirandolo per la tonaca.
MUSICHE : Dies Irae, Libera me. Verdi.
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CARRO2
TITOLO : I CORNUCOPISTI
PRIMAFILA : I cartonati dei leader del G8 in riga, stampati a partire da una foto di gruppo, nascondono la scena centrale.
CENTRO DEL CARRO: Una gigantesca cornucopia dorata, piena di monete d'oro. Vi fanno il bagno uomini in giacca e cravatta che lanciano monete al pubblico come fosse una fontana. Ballano intorno ad essa donne vestite di leggiadre vestaglie e bambini.
LATO SINISTRO: Jack Ma presenta in anteprima un modellino della "via della plastica" - Titolo : "tutto a 99cent"
LATO DESTRO: Bolsonaro offre tofu e bistecche agli astanti. Prezzo: "foresta amazzonica"
DIETRO ALLA CORNUCOPIA: I veri leader del G8 amanettati, quattro economisti gli fanno il solletico sotto le ascelle con dei contanti.
ARALDO : Un dollaro.
SEGUE IL CARRO: Putin, da solo, a petto nudo, cavalca una tigre siberiana impagliata. Ripete imperituro: "L'artico è nostro".
MUSICHE: Inno alla Gioia. Beethoven.
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CARRO3
TITOLO: TECNOPUNK
PRIMA FILA: Elon Musk, accende alcuni fuochi d'artificio a forma di razzo. Scritto sopra "Marte".
CENTRO DEL CARRO: Una centrale solare. Scritto sopra "CARRO GREEN - GUIDA AUTONOMA - ELETTRICO"
LATO SINISTRO: Una lavatrice verde, all'interno pezzi di carbone girano vorticosamente fino a diventare smeraldi magici.
LATO DESTRO: Una piramide di bottiglie di bioplastica, scritto sotto "energia verde, da non confondere con l'altra sulla rete"
SOTTO IL CARRO: Caldaia a carbone, provvede l'energia per muoversi.
SEGUONO IL CARRO (e spingono): Pescatori polinesiani e inuit malnutriti, disoccupati di ogni nazione, sulle loro spalle avvoltoi di discariche africane.
ARALDO: Elpis
MUSICHE: Saint-Saens, Carnevale degli animali (finale)
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Ecco, fatto male, ma assomigliava a qualcosa così. Se mi ricordo.
Perdere un libro è una tragedia, ma io l'ho regalato, perciò è una commedia.
Citazione di: InVerno il 09 Ottobre 2019, 12:04:50 PM
Ipazia ormai il dado è tratto. Mesi fa, ho inviato una copia del film "Ritorno al bosco dei 100acri" a una mia amica di Bejing, su un server incognito. Lei l'ha guardato.. e ha pianto. Come si può privare un miliardo di cinesi di Winnie The Pooh, solo perchè il tuo leader ha il senso dell'ironia di un sasso? Persino ad Hitler piacevano i cartoni della Disney..
I cinesi se ne faranno una ragione. Più grave mi pare fomentare guerre in tutto il mondo, alleandosi col peggiore pattume del pianeta, e lasciare i curdi al loro destino.
Gli Usa sono una terra di uomini di frontiera, la loro identità nazionale si fonda sull'essere uomini al confine, alla continua ricerca di espansione. Nell'anno 1900 la frontiera finisce (E Turner scrive il libro che la identifica) http://2oqz471sa19h3vbwa53m33yj-wpengine.netdna-ssl.com/wp-content/uploads/2019/02/u-s-population-density-animation.gif.
Roosvelt aveva capito che le frontiere interne erano finite e le cercava fuori, Wilson pensava addirittura di esportare una sorta di "Gerusalemme" (oggi chiamata "democrazia"). Il presidente americano serve a dire ai sudditi dove sta la frontiera.
E' una contromisura contro la stagnazione. Quando i grandi conglomerati si isolano decadono nella stagnazione. Se hanno confinanti forti, gli strappano pezzetti di carne e li corroborano, li rigenerano. L'impero romano d'occidente non aveva rivali fino al mare, l'impero romano d'oriente era schiacciato in una morsa, chi è durato di più? Gli inca hanno patito un declino millneario in assenza di "predatori" vicini. La ricerca del confine, assicura migliore commercio, stabilità demografica attraverso le migrazioni, egemonia sui rivali. Se gli USA smettessero di rompere le palle agli altri si avvierebbero verso una stagnazione secolare, visto che i confinanti ci metterebbero secoli prima di poterli conquistare. Sono sicuro che a te, da antiamericanista, farebbe piacere. Ma loro hanno il loro spirito di autoconservazione.
Anche i cinesi. Non vedo la differenza. E certo non ci saranno rischi di stagnazione: hanno rivoltato i rapporti economici in un quarto di secolo. Se ne faranno una ragione tibetani, yuguri e Hong Kong. E pure il resto del mondo. Senza guerre - dopo il Tibet - per mantenere la supremazia, a differenza dell'impero guerrafondaio NATO (sospeso tra Isis e chi si fida di lui: inaffidabile in ogni caso). E non è poco.
Ipazia, parliamoci chiaro.. sono convinto che vedere un giocattolo con scritto sopra "comunista" e funzionante, è un miracolo tale da appassionare chiunque abbia flirtato con la causa, ma dietro a quella definizione cosa rimane? Conoscendo accuratamente Marx sai benissimo che il caso Cinese si inquadra in quello che lui definiva "despotismo orientale" e che poi Wittfogel amplierà nella teoria degli stati idraulici, e in seguito altri marxisti inquadreranno in tale categoria anche l'USSR.
Lo sapeva Lenin con il suo piano di elettrificazione di massa, lo sapeva Platonov, lo sapeva Stalin nella redazione dei suoi piani quinquennali. Niente vieta di essere a favore dei despostismi orientali ( a parte io penso, la nostra tradizione\costituzione basata sulla resistenza) , salvo poi non andare a parlare di eredità classiche ed illuministe. Pericle e Galileo con i despotismi orientali non c'entrano assolutamente niente.
Tu ovviamente glisserai dicendo che l'industrializazzione è un balzo tale da necessitare necessariamente lo sfruttamento di forze lavoro paraschiavistiche e che l'occidente ha semplicemente appaltato i gulag in altri continenti. Ma la monumentalità infrastrutturale interna(che va oltre alle opere idrauliche) per la maggior parte l'ha pagata in termini di libera impresa variamente protetta. Fatto salvo gli USA, l'Europa ha abolito la schavitù quattrocento anni orsono, ben prima della rivoluzione industriale. L'uovo di colombo cinese sarebbe quello che portando i diritti dei lavoratori al livello dei sumeri, si ha una forte crescita infrastrutturale
e di produzione lorda. Meraviglia! Mancano solo le piramidi.. O per meglio, la cosidetta "via della plastica" (detta da me, gli altri la chiamano ancora "seta" non avendo visto l'etichetta) è la moderna piramide sumera.
In secundis. Se ben conosco le tue posizioni tu vorresti 1) Uscire dall'EU 2) Uscire dalla NATO 3) Non comprare i cacciabombardieri. Fatto salvo che la prima è ininfluente se non dal punto di vista diplomatico, visto che l'EU non ha un esercito. La due e la tre come stanno insieme? Puoi controllare le forze militari cinesi se vuoi darti un idea di come è armato uno stato non dipendendente dalla NATO (pure comunista!), se ti vendono aerei moderni dovresti essere stappare bottiglie ed ordinargliene altri venti. Gli USA peraltro sono stufi di pagare per la NATO dopo la crisi del 2008, il moderato Obama dava occhiattacce, Trump invece essendo più "diretto" sta dicendo proprio in questi giorni alla Germania che fare il bello e il cattivo tempo con surplus commerciali alle stelle, mantenendo quattro soldati
con baionetta, mentre gli USA pagano per tutta la difesa continentale, gli ha seriamente rotto i cosidetti. Chiunque volesse uscire dalla NATO, Trump è pronto a venderti tutto l'equipaggiamento necessario a prezzi scontati, non vede l'ora, tanto sa che nel momento del bisogno sempre alle tredici portaerei bisogna telefonare.
In ultimo, purtroppo io so che nel mio accedere alle cose dell'internet ho premuto "Accetto" su contratti che se avessi letto non avrei firmato nemmeno sotto tortura. L'ho fatto sperando che in fin dei conti ci fosse un "giudice a Berlino", e se vessato potessi rivalermi in uno stato di diritto. Questo potrebbe cambiare se le quote delle società di cui ho accettato il contratto finissero in mani cinesi. Il mio post su Winnie the pooh potrebbe in futuro costarmi tanto quanto a lei:
https://www.youtube.com/watch?v=n-4aFfXuquo
E se tu credi che io stia a questo gioco solo perchè quelli che entrano in casa hanno la "casacca comunista" ti sbagli di grosso...
Cinesi a parte, sarebbe il caso di fare un post serio in questo topic, perciò vorrei parlare di quella che ho chiamato: La teoria del freno a mano.
L'altro giorno parlando con una persona al bar, sulla scia dell'exploit di Greta, ho avuto la sensazione di aver capito la differenza tra gli allarmisti e i lassisti )menefreghisti?), riguardo al tema climatico. Il ragionamento più o meno era questo "Si probabilmente stiamo andando a tutta velocità contro un muro, ma abbiamo sempre un freno di emergenza se ci avvicineremo troppo al pericolo". E' un ragionamento comprensibile, nelle cose che interessano la nostra vita di mammiferi spesso e volentieri abbiamo un freno di emergenza da tirare nel caso in cui ci accorgessimo di sbagliare. Ma è questo il caso? La CO2 sta all'ecologia come lo spread sta all'economia, sono due indicatori su cui alcuni si sono fissati troppo, e ora aleggia un fraintendimento, ovvero che risolvendo l'indicatore scelto salveremo la baracca. Le cose non stanno proprio così, sia l'economia che l'ecologia hanno relazioni estremamente complesse.
Negli ultimi anni ci siamo accorti che le attività umane non solo riscaldano il pianeta, ma lo raffreddano anche, attraverso quello che viene chiamato "global dimming". Il fenomeno è in realtà conosciuto da cinquanta anni, ma nessuno ci aveva prestato grande attenzione finchè nei tre giorni di chiusura dello spazio aereo americano dovuto al crollo delle torri gemelle, qualcuno si è accorto che la tempertura era aumentata di un grado centigrado. Le emissioni industriali provocano si la produzione di CO2, ma anche di una serie di gas che riflettono\assorbono le radiazioni solari, diminuendo la temperatura nelle zone esposte. Quello che succede in pratica, è che questo fenomeno ha mascherato il nostro reale impatto sulla temperatura del pianeta mitigandola.
https://science.sciencemag.org/content/363/6427/eaav0566
Il fenomeno è studiato solo recentemente, e le stime sul suo impatto sono estremamente volatili. L'efficacia di questi gas nel riflettere le radiazioni solari dipende dalla grandezza delle particelle, la loro altitudine, i venti etcetc. Da una parte i pessimisti dicono che una riduzione delle emissioni globali di un terzo, provocherebbe l'aumento della temperatura di 2 gradi centigradi, altri tendono a stare in un ordine che va dallo 0.2c all'1c. Nel primo caso ci troveremmo effettivamente in un paradosso ecologico, per ogni grado di temperatura perso diminuendo la CO2 aumenteremmo la temperatura diminuendo la schermatura solare, in questo caso non esisterebbe alcun freno antropico al riscaldamento globale. Nel secondo caso la nostra capacità di ridurre la temperatura attraverso la riduzione delle emissioni sarebbe comunque drasticamente ridotta, rendendolo un processo molto più lento e graduale di quanto è stato attualmente stimato dall'IPCC. https://www.youtube.com/watch?v=oadRn0BrzLU La differenza è che mentre per riassorbire la CO2 serviranno secoli, attendendo il buon lavoro dei vegetali, l'effetto della mancata schermatura solare come dimostrato dal caso dell'11 settembre accade in termini di giorni.
Alcuni stanno provando a sperimentare l'immissione di gas schermanti per ridurre la temperatura del pianeta
Ma i problemi di questa soluzione sono tanti..
- Non sappiamo quali sono le conseguenze sui vegetali marini e terrestri, che sono l'unica vera tecnologia in grado di catturare la co2. Fenomeni come pioggie acide, e acidificazione degli oceani aumenterebbero esponenzialmente, e questo sarebbe molto grave per la sopravvivenza del plancton e delle foreste primarie.
- Le particelle starebbero in aria per massimo cinque giorni, e questo significherebbe dover irrorare i cieli del globo settimanalmente di solfati e altre sostanze cancerogene (per la felicità tralaltro degli amanti delle scie chimiche) ed un eventuale interruzione sarebbe catastrofica.
- Schermare le radiazioni solari vuol dire ridurre la resa già ridicola dei pannelli solari e renderli praticamente degli scaldaletto (per chi ancora sperasse in questa tecnologia).
https://www.nature.com/articles/d41586-01807533-4+
Va anche detto che il global dimming è un argomento spesso utilizzato da due categorie di mistificatori ecologici, gli inazionisti, cioè quella branca di catastrofisti
che pensa che la situazione sia così grave da rendere inutile l'azione, e i .. venduti, che paradossalmente ora vorrebbero dare a bere che bruciare carbone potrebbe essere l'unico modo per salvarsi(e per ottenere "carote più belle"). Perciò bisogna prestare attenzione, anche ai cofondatori di greepeace con l'hobby
di bere glifosato per cena. https://www.youtube.com/watch?v=WDWEjSDYfxc
Il secondo problema di chi pensa di avere un freno, è di pensare di conoscere dove sia il ciglio della strada. Spesso si sente ripetere che il limite di non ritorno oltre il quale si innescherebbero feedback-loop irreversibili sta intorno ai 2c (1 grado in meno degli obbiettivi IPCC). Non esiste consenso scientifico a riguardo, e vale la pena menzionare alcuni dettagli. La differenza di cui stiamo parlando ha una temperatura di riferimento, alcuni prendono come temperatura di riferimento il 1750 (inizio rivoluzione industriale) altri il 1950, altri addirittura il 1980 (!). Essendo che già diversi studi hanno messo in luce che i parametri presi a riferimento dall'IPCC sono conservativi, vale la pena ricordare che il consenso scientifico è un processo estremamente lento. Ad esempio di ciò si può menzionare che i primi studi sul riscaldamento globale risalgono al 1839, ma dovrà passare un secolo prima che essi vengano pubblicati su una rivista specializzata, e nel 2019 ancora qualcuno ne dubita, persino Rubbia che pur è così vecchio da ricordarsi di Annibale ma non delle temperature del tempo
(https://climatefeedback.org/wp-content/uploads/2019/07/2k_no_global_warm_cool-3.png)
Il limite oltre il quale il pianeta entrerà in una fase di autoriscaldamento è un limite sottoposto a ricerca scentifica estremamente recente, e senza un chiaro consenso, può variare dal 2c ai 5c. Praticamente ci troviamo in una situazione di miopia conclamata, o di ebrezza, dove il ciglio della strada potrebbe essere a pochi millimetri (1.5 è già raggiunto) o di alcuni metri. Perciò la precisione di "frenata" non è garantita.
Di sicuro, chi pensa che "spegnendo tutto" possa tirare una sorta di "freno di emergenza" (come i radicali che chiedono net-zero nel 2025) sbaglia, perchè l'aumento di temperatura in questo caso sarebbe immediato, esponendoci ad una situazione molto simile a quella della caduta di un meteorite. Prendendo in considerazione un solo fattore molto vicino alle nostre necessità, i cereali, un aumento di solo 1.5c media globale dovuta alla mancata schermatura solare (riferita a oggi) sarebbe disastroso, perchè la maggior parte di essi è coltivata in zone di entroterra che non hanno accesso alle mitigazioni marine e che sarebbero esposte alle temperature massime della media globale (+2\3c) con una perdita di produzione netta intorno al 15% per ogni grado centigrado causando carestie inenarrabili. Molti non si preoccupano di 1 solo grado, perchè non hanno capito che l'effetto domino è esponenziale, non lineare, cioè l'acceleratore è molto più sensibile del freno. https://www.youtube.com/watch?v=5JCm5FY-dEY
Altri invece pensano sulla macchina ci siano solo gli uomini, ovvero che il rischio sarebbe quello di avere una temperatura letale per gli esseri umani. Ho seriamente sentito dire da persone istruite che essendo che l'essere umano potrebbe sopravvivere a temperature anche di +10c, il limite sarebbe lontanissimo. Il problema è che noi siamo probabilmente una specie molto adattiva, tutte le altre non lo sono. Non siamo noi a decomporre le sostanze organiche nel terreno, non siamo a impollinare i frutti, non siamo noi a regolare il ciclo del plancton, non siamo noi a tenere il metano nel permafrost etc etc.
Perciò la metafora è questa : stiamo andando a 200 all'ora, e abbiamo solo il freno a mano e l'acceleratore. L'idea di accelerare per vedere se troviamo una salita è un azzardo, perchè è altrettanto probabile trovare una discesa, essendo che NON conosciamo la strada, e tutto questo senza sapere se questo dannato freno funziona o no, ma sapendo che se lo tiriamo troppo in fretta sbanderemo e finiremo fuori strada, non sapendo tralaltro dove si trovi il ciglio.
A questo si aggiunge che non c'è un solo autista, ma ce ne sono almeno una ventina (G20) con le mani sul volante e che provano a girare verso casa loro.
Grazie per l'attenzione. https://www.youtube.com/watch?v=bBllpRUxAlQ
https://www.youtube.com/watch?v=AZKcl4-tcuo
Qualche settimana fa la NASA aveva annunciato che avrebbe fatto un annuncio riguardo alla presenza di vita su Marte
Aggiundo informalmente anche che probabilmente l'umanità forse "non è pronta per sapere".. (?)
E' qualche tempo che la NASA fa clickbait preannunciando scoperte copernicane, e poi partorisce un topolino..
sono i tempi di facebook (e di scarsi finanziamenti). Lontani i tempi di Sagan e della divulgazione seria e futuribile allo stesso tempo..
Nessuno mette in dubbio che scoprire vita microbiotica su Marte sarebbe molto interessante..
E' vita basata sul DNA? Basata sul carbonio? Si "nutre" di rocce come alcuni batteri qui si nutrono di nylon?
Il punto è che quando Bowie si chiedeva se esistesse vita su Marte, non intendeva vita microbiotica ma una forma di vita che si tingesse i capelli di rosso e gli occhi di blu, cantasse dei propri problemi di identità sessuale, insomma, qualcuno come lui! Qualcuno "intelligente" a cui chiedere delle risposte.. Da quando abbiamo sterminato i cugini qui sulla terra ci sentiamo terribilmente soli.. non c'è nessuno con cui parlare decentemente (anche se il mio cane capisce quasi tutto)
Da quando Fermi ha enunciato la sua famosa formula riguardo alla vita extraterrestre, praticamente tutti sono convinti del fatto che "da qualche parte, forse molto lontano, vita intelligente DEVE esserci" forse non li incontreremo mai, ma da qualche parte essi sono.
La teoria di Fermi è arrivata proprio mentre la nostra comprensione dell'universo si è espansa terribilmente, e abbiamo compreso quanto l'universo sia in realtà grande, infinito. E non ci ha lasciato tempo per pensare ad una domanda: E se invece fossimo soli?
Per migliaia di anni abbiamo immaginato un universo tremendamente piccolo, formato da una manciata di pianeti del nostro sistema solare con noi al centro. In una tale cosmologia, l'idea di essere soli non era così terribile, anzi, ci sentivamo particolarmente speciali. Ma da quando sappiamo dell'infinita vastità dell'universo, sappiamo anche che da qualche parte "essi sono".
E se invece essi "non fossero"? E se i nostri segnali radio vagassero nell'universo per migliaia di anni luce, trovando solo rocce, sabbia, e vuoto? Qualcuno dice che se scoprissimo vita extraterrestre la nostra identità cambierebbe radicalmente, avremmo finalmente la motivazione per identificarci come umanità, come "terrestri", avremmo finalmente un nemico esterno per catalizzare la nostra unione come esseri umani, sentirci un unica grande tribù in competizione non su scala biologica terrestre, ma su scala universale.
Io sono d'accordo con questo qualcuno, ma allo stesso tempo mi chiedo, e se invece non trovassimo assolutamente niente che assomigliasse a vita intelligente? Gas, metalli, vuoto, luce, qualche microbo, e NOI per miliardi di anni luce.. Non dovremmo forse rivalutare chi siamo NOI?
Citazione di: InVerno il 17 Ottobre 2019, 09:29:29 AM
https://www.youtube.com/watch?v=AZKcl4-tcuo
Qualche settimana fa la NASA aveva annunciato che avrebbe fatto un annuncio riguardo alla presenza di vita su Marte
Aggiundo informalmente anche che probabilmente l'umanità forse "non è pronta per sapere".. (?)
E' qualche tempo che la NASA fa clickbait preannunciando scoperte copernicane, e poi partorisce un topolino..
sono i tempi di facebook (e di scarsi finanziamenti). Lontani i tempi di Sagan e della divulgazione seria e futuribile allo stesso tempo..
Nessuno mette in dubbio che scoprire vita microbiotica su Marte sarebbe molto interessante..
E' vita basata sul DNA? Basata sul carbonio? Si "nutre" di rocce come alcuni batteri qui si nutrono di nylon?
Il punto è che quando Bowie si chiedeva se esistesse vita su Marte, non intendeva vita microbiotica ma una forma di vita che si tingesse i capelli di rosso e gli occhi di blu, cantasse dei propri problemi di identità sessuale, insomma, qualcuno come lui! Qualcuno "intelligente" a cui chiedere delle risposte.. Da quando abbiamo sterminato i cugini qui sulla terra ci sentiamo terribilmente soli.. non c'è nessuno con cui parlare decentemente (anche se il mio cane capisce quasi tutto)
Da quando Fermi ha enunciato la sua famosa formula riguardo alla vita extraterrestre, praticamente tutti sono convinti del fatto che "da qualche parte, forse molto lontano, vita intelligente DEVE esserci" forse non li incontreremo mai, ma da qualche parte essi sono.
La teoria di Fermi è arrivata proprio mentre la nostra comprensione dell'universo si è espansa terribilmente, e abbiamo compreso quanto l'universo sia in realtà grande, infinito. E non ci ha lasciato tempo per pensare ad una domanda: E se invece fossimo soli?
Per migliaia di anni abbiamo immaginato un universo tremendamente piccolo, formato da una manciata di pianeti del nostro sistema solare con noi al centro. In una tale cosmologia, l'idea di essere soli non era così terribile, anzi, ci sentivamo particolarmente speciali. Ma da quando sappiamo dell'infinita vastità dell'universo, sappiamo anche che da qualche parte "essi sono".
E se invece essi "non fossero"? E se i nostri segnali radio vagassero nell'universo per migliaia di anni luce, trovando solo rocce, sabbia, e vuoto? Qualcuno dice che se scoprissimo vita extraterrestre la nostra identità cambierebbe radicalmente, avremmo finalmente la motivazione per identificarci come umanità, come "terrestri", avremmo finalmente un nemico esterno per catalizzare la nostra unione come esseri umani, sentirci un unica grande tribù in competizione non su scala biologica terrestre, ma su scala universale.
Io sono d'accordo con questo qualcuno, ma allo stesso tempo mi chiedo, e se invece non trovassimo assolutamente niente che assomigliasse a vita intelligente? Gas, metalli, vuoto, luce, qualche microbo, e NOI per miliardi di anni luce.. Non dovremmo forse rivalutare chi siamo NOI?
Chi siamo noi e dove andiamo noi
A mezzanotte in pieno inverno ad Alessandria?
Chi siamo noi col collo del paltò
Tirato su nel vento di Torino?
Era già così quando Bastian Caboto andava in pieno mare
Intorno a lui la curiosità spalancava allora in un sospiro
Il suo ventaglio di meraviglie americane
E si calmava in una rumba senza fine
Chi siamo noi e dove andiamo noi?
Chi siamo noi e dove andiamo noi
Nello sbadiglio immenso di Milano?
Chi siamo noi, che ci diciamo noi
Nel sonno spalancato sul silenzio?
Era già così - Vasco da Gama andava, andava in pieno mare
Intorno a lui la verginità del mondo gli parlava come un gatto
Il suo dialetto fresco di mattino zulu
Sì, proprio un dialetto fresco di mattino zulu
Chi siamo noi, e dove andiamo noi?https://youtu.be/_5BwufQQ7JQ buongiorno InVerno,hai fatto bene ad aprire un tuo topic personale, un po' come un giardino o una stanza, dove metterci piante oppure oggetti che ci corrispondono e dove tornar di tanto in tanto per nuove collocazioni... magari in compagnia di qualcuno per confrontare i diversi punti di vista.La qualità ed il contenuto dei tuoi post non sfigurerebbe (anzi...) in una collocazione editoriale giornalistica, davvero ben curati e sempre più accessibili... beata semplicità. Invero meriterebbero maggior considerazione e interazione col silenzioso popolo di Logos... e tal considerazione ci riporta al tema del presente post: le altre forme di vita (se esistono) forse gli somigliano (al Logos-popolo) e la causa del loro non-apparire è semplicemente poca voglia... chi me lo fa fare, insomma... c'ho tant'altre cose da pensare...Però ci son quelli che dicono d'esser entrati in contatto con essi, non pochi d'esser stati addotti (rapiti)... chissà se son davvero tutti matti, così che forse conviene ridimensionare le pretese, ricercare non astronavi interstellari ma umili batteri, forza lavoro della vita organica o silicea se possibile. Ma tali (microscopiche) avventure... reggono l'immaginario degli epici viaggi riportati nella canzone del Conte, quelli di Caboto o Vasco (non quello delle bollicine...)? CordialementJean
Lasciamo perdere i cinesi e occupiamoci di ecologia. Argomento decisamente meno ideologico. La tempesta Vaia ha lasciato in eredità ai miei monti milioni di alberi abbattuti, per lo più abeti. Con il legno di abete si fanno serramenti e violini, ma nessuno era particolarmente interessato e si rischiava di lasciar marcire tutto o regalarlo, finché una fatina non ha pensato bene di prenderseli tutti. Una fatina che fa tanti serramenti e grazie ai nostri defunti non dovrà disboscare le sue foreste. Una fatina ecologica. Cinese.
Citazione di: Jean il 17 Ottobre 2019, 10:40:29 AM
La qualità ed il contenuto dei tuoi post non sfigurerebbe (anzi...) in una collocazione editoriale giornalistica, davvero ben curati e sempre più accessibili... beata semplicità.
Ciao Jean,
la semplicità è d'obbligo quando si vuole parlare con gli alieni, che siano terrestri o extraterrestri.. Infatti il messaggio che abbiamo mandato nello spazio è estremamente semplice, cavernicolo, o ancor meglio "grottesco"
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/5/55/Arecibo_message.svg/320px-Arecibo_message.svg.png
Se non conosci il suo significato, non cercarlo, e dicci cosa ci leggi tu, alieno Jean.
Personalmente a volte leggo libri la cui domanda principale che mi assale è "ma davvero l'autore sperava di essere capito da qualcuno?"
Per conto mio, il punto 6.54 di Wittgeinstein, si applica a tutta la comunicazione umana.. e forse anche aliena.
Ma ci sono diverse semplicità. Ne stavo appunto leggendo settimana scorsa, in un bellissimo libro scritto da Frank Westerman "Engineers of the souls". Lo consiglio vivamente, purtroppo ho paura che sia di difficile reperibilità, io l'ho ricevuto in regalo dall'autore e mi sento molto fortunato. Westerman parla della semplicità imposta agli autori sovietici da Gorky, lontana dai prolissi e barocchi autori russi dell'ottocento, ma accessibile a qualsiasi proletario. Si parla di dighe, di costruzioni, di progresso materiale, si tagliano le parole come pezzi di legno in una grande falegnameria. E onestamente, per dirla sic et simpliciter, leggere quella letteratura, più che una falegnameria, è una grossa sega che ti cade sulle palle :D. Quindi spero non sia quella la semplicità di cui parli..Ma in ogni caso ho particolarmente apprezzato leggere questo libro perchè esso è diventato tridimensionale mentre lo leggevo.
Ero su un treno, un viaggio drammatico di sette ore e quattro cambi, e un tizio sconosciuto visibilmente in fuga dal controllore si siede vicino a me. Noto subito l'abbigliamento "gopnik" e la faccia slava, ma non ci faccio tanto caso, finchè non noto anche che sta sbirciando dentro al mio libro. Continua a sbirciare finchè mi sputa in faccia un lungo insulto, di cui riconosco solo la parola "Maxim Gorky"..io mi affretto nel mio russo maccheronico a tagliare la comunicazione "ia ne govoru paruski" ("io non parlo russo"- anche se dirlo in russo, è un pò spiazzante per i russi) e lui mi guarda ancora peggio come per dire "se non parli russo, che cazzo ti frega di Gorky?" .. Allora anche lui, riconoscendosi alieno, passa in modalità "cavernicolo" e sputa quello che sa in inglese: "Gorky is shit". Io gli sorrido, in un certo senso sono d'accordo, ma non so dove finirà la conversazione.. Nel frattempo in fondo al vagone apre la porta una donna anziana e malformata, chiede l'elemosina nel vagone. Tanti l'avrebbero data per "rumena" ma l'occhio vagamente a mandorla mi suggerisce l'area del Caspio che già ho visitato e di cui conosco i lineamenti. Mi stupisco!La pagina dopo parla proprio delle saline del Turkmenistan! E' li che arriva il controllore dalla porta opposta, e il gopnik se ne accorge subito e parte con passo deciso ma silenzioso lungo il corridoio, verso la mendicante, e quando la incontra ha così fretta di scappare che la spallona su un sedile del treno. E io guardo il libro, guardo il corridoio, e penso di aver visto la stessa cosa. Un esperienza rara..
Ps. non ti preoccupare della poca partecipazione nel topic, vivo solo su una montagna da quattro anni, se essere solo fosse una preoccupazione pressante, mi sarei già suicidato :)
@Ipazia, hai ragione, evitiamo le ideologie. Facciamo maieutica. Cerca da sola che cosa sta facendo la Cina in Siberia riguardo al commercio di legnami, cerca notizie riguardo ai recenti incendi nella zona...e connetti da sola i puntini.. sono sicuro che se trarrai le conclusioni da sola, non penserai che qualcuno vuole farti cambiare idea..cosa che io non ho mai pensato possibile!
Penso che Ipazia abbia avuto tutto il tempo di fare le sue ricerche, perciò sarebbe il caso di dare la "mia" versione dei fatti, perchè la questione del commercio di legnami cinese ha tutte le caratteristiche per capire quale sia leva economica cinese, e su quali asimmetrie si basi.
La Cina ha effettivamente proibito il taglio forestale massivo all'interno dei suoi confini, misura che teoricamente dovrebbe essere vista favorevolmente. Non è tanto questione di ambientalismo, quanto il fatto che la Cina ha un deserto dentro ai propri confini che si sta espandendo a vista d'occhio proprio per le politiche forestali devastanti degli ultimi cinquanta anni.
Ma facendolo non ha certo ridotto il suo fabbisogno di legname, ha semplicemente deciso di andare a cercare il suo legname all'estero, particolarmente in tutte quelle regioni del mondo dove la regolamentazione ambientale non è stringente a sufficienza dall'impedirglio, come la Siberia. I russi hanno una pessima normativa riguardo al taglio forestale, e così ce l'hanno lo Zambia, il Mozambico, il Congo.. e decini di altri paesi a cui fare "land grabbing" ovvero colonialismo in affitto. I russi hanno tentato di salvaguardare le foreste siberiane aumentando le tariffe sulle esportazioni, ma i Cinesi hanno semplicemente controbattuto aumentando il taglio illegale. Ora i rappresentanti di Greepeace in Siberia ci fanno sapere che a questo ritmo, la Siberia sarà totalmente deforestata nell'arco di 20-30 anni. Stiamo parlando di una foresta che è 3 volte più estesa di quella amazzonica.
I Russi nel frattempo hanno aperto più di un inchiesta perchè hanno subodorato il problema. Il taglio illegale della foresta, viene "mascherato" attraverso incendi che "puliscono" la zona che rimane terra bruciata, sia per le indagini della polizia russa che dovevano pescare i cinesi in flagrante, sia per l'ambiente. Se poi qualcuno di questi fuochi prende il sopravvento e continua verso nord "peccato, è andata così". Se ne è accorto persino quel vecchio comunista del "manifesto" quindi si suppone che gli altri possano dormire sogni tranquilli..
https://ilmanifesto.it/in-siberia-il-fuoco-si-allarga-mosca-si-defila-e-spuntano-i-cinesi/
Il modus operandi per il legno è lo stesso che per il resto. I cinesi sono bravi a tutelare se stessi, e fanno pagare le loro bollette agli altri, perchè ancora gli occidentali li trattano come un "arabia saudita qualsiasi" che non importa quante mani gli dai, non riuscirà mai a prendersi il braccio. E invece i cinesi il braccio se lo prendono eccome, perchè sono i capitalisti più voraci sul pianeta.
Ciao InVerno,
approfitto del tuo scritto per estrapolare quella che si potrebbe chiamare "la coincidenza della pagina dopo..." nel tuo caso riferita alle saline del Turkmenistan.
Il sottoscritto e molti altri (ma non troppi... una piccola nicchia) si appassionano a queste bizzarrie della narrazione divina (al limite superiore) o statistico-probabilistica (quello inferiore) e siam contenti al riceverne notizia, particolarmente da persone serie e affatto suggestionabili qual sei (o almeno appari... tra l'altro scritta deliziosamente).
En passant rilevo una microscopica coincidenza che accomuna i nostri due post: richiami il messaggio di Arecibo 1974 (ben conosciuto da quelli della mia generazione) e penso avrai letto del famoso crop circle di Chilbolton 2001 che ha destato l'interesse dell'opinione pubblica dei cui pareri, in un senso o nell'altro, non mi curo, mi interessa invece (per la coincidenza del post-dopo) che nel succitato pittogramma si faccia riferimento ad una chimica organica (aliena) basata sul silicio, analogamente al mio "... della vita organica o silicea se possibile."
Non mi preoccupo della partecipazione, anche la mia è sporadica... come si sta da soli in montagna?
Cordialement
Jean
Bene, anche se devo specificare che è la valle sottostante una montagna e che spesso la mia compagna mi viene a visitare, ma lei deve ogni tanto "riprendere fiato" nella città. In questo senso è una sorta di apnea, la si può risolvere solo facendosi crescere le branchie. Invero avrei da poco la possibilità di salire ancora più in alto, nell'ultimo rifugio prima della vetta, in compagnia di solo lupi volpi e cinghiali. Sarebbe interessante, ma bisogna stare attenti a non cadere nei pozzi come accadde a Cnemone, perchè nei pozzi le branchie non bastano, puoi respirare ma sei in assenza di luce.
Personalmente mi ci sono voluti due anni di intensa evoluzione. E sto raccontando tutto questo per fare un altro esempio letterario.. ma mi serve ancora un attimo di introduzione personale. Sono molto fortunato perchè è comunque la mia terra natia, ed è il modo di vivere che ho imparato sin dall'infanzia, anche se poi la scuola e il lavoro lo hanno interrotto per molti anni, e stavo quasi dimenticandomi come nuotare. La bellezza della natura, il tuo compasso etico, un progetto di vita, possono fungere da propellente per un periodo di tempo, finchè non li normalizzi, li acquisisci, e rimani nudo con te stesso. Bellezza, natura e progetti sono vestiti per tutte le stagioni, ma servono vestiti inVernali per resistere il freddo.. Dopo due anni ero quasi sul punto di crollare e tornare alla caotica vita cittadina, finchè non è accaduto quel momento di cui stavo anticipando: la Madeleine di Proust.
Tornavo dal fiume con due sacchi di sabbia, pesanti come solo la sabbia bagnata, e dovendo prendere lunghe pause per riposare le braccia, ne ho presa una più lunga del solito, ancora non lontano dalla riva del fiume. E' allora che un forte vento si è attorcigliato sul mio volto ed è salito nelle narici, odorava di .. fiume.. di foglie di ontano, di acqua melmosa, di colla di pesce, di erba impigliata dai rami dalla corrente..odore di fiume. Mi è salito fino al cervello, e tutta la vita a partire dall'infanzia si è riavvolta tra il mio naso e l'amigdala. In meno di venti secondi ho ritrovato il mio posto nel mondo, le branchie sono spuntate immediatamente e senza alcun dolore, grazie a quell'odore. Ora mi toccherebbe trovare un modo per replicarlo scientificamente, in modo tale da aiutare anche la mia compagna ad avere la stessa trasformazione, ma ho ovviamente desistito, non so dove sia la sua Madeleine, forse in un tubo di scarico, essendo che è nata in una delle più grandi metropoli al mondo, Mosca. Tu sai dove è la tua?
In questa immagine di Alexey Andreev, c'è un mondo popolato, caotico, meccanico.. e l'unica luce al suo interno, oltre a quella delle relazioni, uno spazio personale lontano da tutto ciò. https://qph.fs.quoracdn.net/main-qimg-d12581e7bfd284acef17c10d846cf792
Molti anni fa avevo una casa (ex stalla riattata) in montagna, in una zona aspra e poco frequentata, ci si arrivava con un sentiero che attraversava un torrente normalmente guadabile saltando sui massi. Chi voleva provare i vecchi sentieri (abbandonati) collezionava al minimo una decina di zecche... ma eran tempi che s'ignorava la malattia di Lyme. C'erano pure tutte le specie di vipere alpine, a decine (quelle che si facevano tranquillamente vedere... immaginarsi le altre) ed era saggio ad ogni arrivo ispezionare per bene le mura di sassi irregolari in debito di malta e credito di fessure d'ogni dimensione. Questo è stato uno dei primi problemi, come comportarsi? Non ho mai avuto l'idea di ucciderle tuttavia qualcosa andava fatta, per le altre persone impaurite (giustamente, non si scherza col veleno) che mi accompagnavano in quei viaggi quasi fuor della civiltà. Così munito di un tubo portadisegni lungo un metro per 8 cm di diametro e di un semplice bastone a cui avevo adattato un uncino... mi dedicavo alla raccolta e ricollocazione...Ho imparato da me come catturarle (mai col caldo, solo di mattina... salvo trovarne dentro casa, com'è accaduto...), ponendo il tubo aperto d'un lato per terra ed invitandole ad entrarci. Funzionava perché lo ritenevano un buon nascondiglio, poi si alzava con estrema cura e circospezione il tubo e si chiudeva... bene, molto bene, anche con un giro di adesivo. Quindi mi recavo nella sponda opposta del grande torrente ove era ubicata la maison, in una zona assolutamente inospitale e non frequentata dall'uomo... e deponevo, scusandomi per il trasferimento forzato. Ma gli animali non son come gli uomini, s'adattano subito alle nuove condizioni.Così si può dire imparai ad usare quel torrente... che nei periodi piovosi si trasformava in una creatura da metter paura... capace di portarsi dietro massi di qualche metro cubo di volume, producendo impressionanti rumori che non saprei descrivere... perché si sentiva quasi più di pancia che d'orecchio... e capisco benissimo a cosa ti riferisci parlando dell'odore del tuo fiume... assieme ai massi scorrevano sull'alveo decuplicato legnami d'ogni sorta e dimensioni che furon alberi ed arbusti e terra di rive azzannate e divorate... C'era qualcosa di particolare in quell'acqua ingovernabile color caffelatte, nei primi due metri sopra ad essa la vaporizzazione, unita a tutti i fenomeni in atto producevano un odore che invitava ad andarsene, attendere che il compito fosse terminato ed una nuova geografia (per quanto limitata) disegnata. Forse qualcosa di simile accade nei pressi dei vulcani... per altri fiumi (di lava). Per molti anni ho frequentato quel luogo, facendo amicizia con le poche persone che ci vivevano e imparando molto su erbe, animali e natura. Quando si è conclusa quella parentesi ho sentito d'averla vissuta appieno, abbastanza per esser certo che non sia la mia Madeleine.La mia è in un isola da una parte e in un fiore nell'altra (beh, sì, ne ho due). E succede che quando ci ritorno dopo poco mi par di non essermene mai andato.Di entrambe ne ho scritto... se ti va di legger qualcosa di mare vedi qui: https://www.lamacchinadiluce.com/p/lorigine-del-nome.html CordialementJean https://video.repubblica.it/socialnews/edifici-surreali-in-italia-la-casa-volante-che-si-alza-ruota-e-si-muove-per-inseguire-il-sole/346164/346747?ref=RHRD-BS-I0-C6-P7-S1.6-T1https://www.youtube.com/watch?v=J8BEM1-MpKM
I serpenti sono nella testa non nell'erba. Finchè ero un bambino, usavo camminare a piedi nudi su qualsiasi terreno, che fossero i sassi del fiume o il bosco. E mentre il primo tipo di terreno mi ha semplicemente aiutato a stabilire il record di "corsa a piedi nudi sulle rocce" tra i miei amici, il secondo è diverso, mettere i piedi scalzi sul fogliame e nell'erba richiede una certa fiducia verso la terra che ti è di fronte, che non ti spunti dall'ignoto del sottobosco un velenoso pericolo. Effettivamente, essendo un bambino, molto probabilmente si trattava di incoscienza più che una reale considerazione "karmika" ma sono ancora vivo. Quando poi sono tornato alla valle, essendomi fidato delle scarpe per tanto tempo in città, ho avuto reali difficoltà a ritrovare quella fiducia verso l'ignoto nascosto tra le foglie, e per molto tempo ho relegato la mia "scalzità" ai soli pavimenti e giardini.
Un giorno però passavamo in quel di Viterbo, per visitare un villaggio medievale che negli anni 60 è stato occupato da una comune hippie, e dove questi hippies sono invecchiati ora. Volevamo farci un articolo per una rivista, e abbiamo incontrato i simpatici "villani" del posto. Per dire la verità alcuni di loro sono abbastanza grotteschi, nel senso buono, nel senso magari caricaturale, ma mi sembra che ne siano consci perciò non penso di offenderli, ne vorrei farlo. Una di loro in realtà mi ha colpito particolarmente perchè mi ha raccontato proprio una storia sui piedi. Quando avevano occupato il villaggio, in accordo con gli stilemi dei figli dei fiori, si era messa a camminare a piedi nudi ovunque e senza alcuna remore, e così a quanto pare andò avanti per anni. Finchè non ebbe una figlia, che ovviamente guardava alla madre come modello, e perciò anche lei tentava la via della scalzità, ma la madre venne immediatamente presa dall'imperativo di proteggerla, l'idea che un serpente potesse avvelenare la figlia la tormentava ogni volta che questa si avviava verso i prati. Perciò le impose le scarpe, e nel momento in cui prese la decisione, la stessa paura che ella provava per la figlia, si riflettè anche su di lei, che non riuscì più a camminare scalza. Ricordo ancora che mentre parlava di questa storia, quasi si commosse, perchè realizzò la perdita che la affliggeva da tanto tempo, la paura ora le aveva sibillinamente occupato la mente, e il dolce ricordo della libertà persa.
Tornai a casa decidendo che non avrei fatto "la stessa fine", e che dovevo guadagnare la libertà perduta. Mi ci volle un pò di sforzo psicologico effettivamente, ma a suon di insistere a camminare scalzo nei boschi, riuscii a deglutire l'amaro boccone. Oggi tuttavia mi limito, se non altro per una questione estetica e non trasformare i miei piedi in vere e proprie scarpe di pelle. Tenendo per me però la sicurezza che se voglio, posso togliere le scarpe ed essere libero di questo strano indumento che in alcune culture copre agli occhi del signore "la parte più orribile del corpo". Se perdessi questa sicurezza, non mi sentirei me stesso, sono le sicurezze invisibili, le città invisibili.. Così come è per me il mare. Il mare per me è il "nord" (anche se è a sud), ogniqualvolta mi avvenuturo su sentieri non tracciati e ho bisogno di trovare la mia posizione mi chiedo "dove è il mare?" e ritorno a posizionarmi sulla mia mappa mentale. Riesco a trovarlo sempre, come un magnete, e non mi perdo mai (spero). Ovviamente tale abilità più che con il presunto magnetismo del mare, ha a che fare con il fatto che ho lavorato in cartografia per anni, e ho un più che sufficiente senso dell'orientamento senza GPS e altri ninnoli.
Finalmente abbiamo una risposta scientifica alla bassa affluenza sul forum e a tante storture che si vedono in giro..
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4330241/
Nello studio si è chiesto ai partecipanti di passare un quarto d'ora da soli a pensare in una stanza vuota, ma gli si è anche dato la possibilità di autoinfliggersi delle scariche elettriche piuttosto fastidiose..
Il 70% dei partecipanti maschi, e il 25% dei partecipanti femmina, ha preferito darsi delle scosse elettriche piuttosto che affrontare 15 minuti di riflessione.
Ora scusatemi, vado a leccare qualche pila (se non le ho già scaricate tutte).
Ho visto qualche giorno fa
https://it.wikipedia.org/wiki/Il_professore_e_il_pazzo
Il soggetto era sicuramente molto interessante, e per quanto riguarda l'interpretazione di Penn e la sceneggiatura del suo personaggio mi pare che si sia fatto un ottimo lavoro. E' Gibson a rovinare il film, il suo personaggio oltre ad essere generalmente sottotono rispetto ad un contraltare drammatico così forte, spende e spande tempo della pellicola al voler dipingere un aura cristiana intorno al personaggio, salvato da un "miracolo", di famiglia numerosa, etico e saldo di fronte all'irrazionale maniaco, dispensa battutine sulla provvidenza.
Non era necessario fare questa ricerca, trattandosi di Gibson, ma per scrupolo ho consultato due biografie di Murray e non ho trovato la benchè minima indicazione che la fede fosse in qualche un fatto rilevante della sua vita, semplicemente non è mai menzionata in alcun modo. Nel Murray Gibsoniano abbiamo invece un personaggio diviso a metà tra la sua attività di studioso e il suo spirito di credente, ovvero un personaggio che diventa ancora più pallido nei confronti di quello di Penn. Poco o nessun spazio lasciato a questioni linguistiche di cruciale importanza che invece dovrebbero essere il fulcro del personaggio di Murray.. Gibson si conferma il solito mistificatore fondamentalista, capace di appiattire qualsiasi personaggio di fronte alla croce.
Ciò che è più fastidioso in realtà dei film hollywoodiani è la pulizia, la fobia del germe, la barba pulita, i colori nitidi, i costumi impeccabili, le motivazioni vitree.
E' uno stile che ben si adatta alla mitologia, anche moderna, come nei film dei supereroi,
ma cosa ha a che fare con i film "realistici" e "storici" ?
E sopratutto cosa ha a che fare con l'arte?
Per curarsi di cotanto asetticismo mentale, si può fare una cura con l'ultimo sforzo di Alexei German (2013) "Difficile essere un Dio" - Hard to be a God
https://www.youtube.com/watch?v=11sMDQIgggA
Non meraviglia sapere che le riprese del film sono durate sei anni, ogni singola inquadratura è un capolavoro di arte visiva, grottesca e surreale. E' come prendere un dipinto di Hyeronimus Bosch, togliergli i colori e metterlo in movimento. Senza cadere nel divertissment, sulle orme di Tarkovskji.
Un gruppo di scienziati approda su un altro pianeta, e trova un umanità parallela, ferma ad un epoca prerinascimentale. E' un film sporco, un letamaio da cui nascono fiori, che contrasta bene i diamanti hollywoodiani da cui non nasce niente.
Avendo un pò seguito le questioni dell'incendio australiano mi sono imbattuto in diverse foto accattivanti, alla fine scelgo questa
(https://preview.redd.it/0z50n8fbir841.jpg?width=960&crop=smart&auto=webp&s=f63accb92c326d0b20e26596f961876fa2d95c25)
I media italiani? Non potendo fare "daje al fascista!" come con Bolsonaro, non hanno niente da dire su un incendio 4 volte più grande di quello amazzonico!
La scuola del risentimento. Harold Bloom definiva con questo titolo una corrente di critica letteraria, identificata a grandi linee nelle figure di Lacan-Focault-Derrida, e sulla traccia comunque delle sensibilità post-marxiste, che intendeva estendere il canone letterario occidentale con opere scelte per motivi politici al di là dei meriti estetici delle opere, della loro importanza culturale e in generale del loro effettivo valore, oltre che ad escludere determinate altre opere politicamente invise attraverso la logica inversa. In questa ottica Bloom intendeva denunciare la politicizzazione della critica letteraria attraverso la strumentalizzazione delle minoranze e il loro ipotetico riscatto, attraverso una glorificazione indebita delle opere a loro collegate, senza un reale distinguo in base a meriti letterari ed estetici, al solo scopo di mascherare un intento pedagogico marxista. Da un lato Bloom considerava inevitabile tale deriva sostenendo che storicamente le teorie sociali fallite sono destinate a diventare letteratura, dall'altra avvertiva la gravità della manipolazione del canone per scopi politici, operazione tipica dello stalinismo.
Il discorso di Bloom in realtà si può estendere ben al di là dei confini della letteratura, fino ad arrivare a tutte le arti, ma anche alla politica, e al giornalismo. Il protagonista (o l'autore) di una storia contemporanea deve, se non vuole incorrere nel pubblico tumulto, oramai fregiarsi obbligatoriamente dell'appartenenza ad una minoranza di un qualche tipo. Il protagonista ideale della scuola del risentimento è una donna, nera, povera e lesbica. Mentre l'antagonista perfetto è un uomo, bianco, benestante ed eterosessuale. Il protagonista ha come unico scopo vitale il riscatto verso il potere che lo aveva soggiogato e suscitare la compassione del lettore\spettatore, l'opera d'arte intesa unicamente come espiazione di una colpa storica pregressa, mescolata in diverse misure e forme con il puritanesimo\calvinismo di matrice franco americana, intendendosi in forma politica come liberismo edonista. L'era della pietà.
Una parentesi in questo scenario è data dalla recente opera cinematografica "Parasite", partorita da quello che ormai è uno degli ameni luoghi ove la scuola del risentimento ancora non è lo standard, ovvero il cinema sudcoreano. Bon Joon-ho dopo aver esplorato la visione del treno classista e della rivoluzione in "Snowpiercer", avanza evolve e raffina il tema del risentimento nella sua nuova opera, dove i soggiogati infestano e abbindolano una famiglia di benestanti, sfruttando qualsiasi sotterfugio morale per giustificare le proprie azioni di rivalsa verso la classe dominante, trasformandosi da vittime in parassiti senza il benchè minimo dubbio che facendo ciò, hanno anche perso l'innocenza che prima forniva loro un comodo piedistallo morale. Invero il film abbisognerebbe di un analisi accurata di giusta lunghezza, ma non avendone il tempo ne la voglia ora, mi riprometto di farlo in futuro.
https://www.youtube.com/watch?v=koiB4unMLvo
Parassiti fino ad un certo punto ed in una prospettiva borghese. Ben più parassiti i ricchi, adulti e bambini, che comunque i parasite servivano. Ricchi che di fronte alla carneficina finale non trovano nulla di meglio che richiamare l'autista alla sua funzione di servo ottenendone giusta e risentita riconoscenza. Sono curiosa di leggere la recensione di InVerno... bel film che mi ha preso molto, tanto da ricercare tutti i precedenti di questo talentuoso enfant prodige coreano.
Che coincidenza. Ho sul comodino "il canone occidentale". Lo sto rileggendo. Sono arrivato a Cervantes. Pur reputandomi a pieno titolo, membro della scuola del risentimento, si tratta di uno dei libri che amo di più. Un antagonista che si rispetta insomma.
Una analisi completa richiederebbe un pò di screenshots e sarebbe anche un pò spoiler (il film è anche abbastanza recente), ma il commento senza troppo menzionare è:
Il film è centrato, nel senso che il punto di vista dell'autore è centrale al conflitto di classe, non schierato, senza amene pretese di oggettività, ma con semmai pretese di prospettiva. E' forse questo il merito più grande, nel senso che si interessa del conflitto, di costruirlo e svolgerlo alla ricerca della sua bellezza intrinseca, non di cullarsi ideologicamente in una o l'altra sponda del fiume. Entrambe le famiglie vengono rappresentate nelle loro doti, e nelle loro derive ogniqualvolta il conflitto venga a determinarsi e a sbilanciarsi, è un elogio all'equilibrio. Nella prima parte, le famiglie sono divise dal censo, nella seconda parte dalla violenza di classe. Il punto di equilibrio narrativo (quando le due famiglie convivono ) è incorniciato dalla scena centrale in slowmotion, il tempo rallenta per dare risalto all'unico momento dove il regista "compare", a conferma che lui sempre nel centro era rimasto, come un prisma. Altra perla è la sottotrama del fetore, che rimanda all'institualità del risentimento e della condanna di classe, in fin dei conti l'agnello non ha scelto di essere agnello e il rapace di essere uccello (per dirla con Nietzsche).
Se hai recuperato Snowpiercer noterai la stessa ricerca di equilibrio simmetrico, solo rappresentato in maniera più geometrica e lineare dalla lunghezza del treno. La casa, la simmetria intorno ad un punto focale (in questo caso una donna) era un tema anche di Ferro3 e sono anche evidenti le influenze di Oldboy e TheHandmaiden (Ah-ga-ssì). Il segreto di questi tre enfant prodige del cinema sudcoreano è di, invece che un agenda politica, avere ancora una sana o onesta passione per la bellezza - anche e soprattutto quando essa è violenza, conflitto: polemos. Non a caso si interessano così frequentemente del conflitto di classe, e tutte le volte fanno centro. Possibile che dobbiamo farci insegnare dai coreani a fare i film? Pare di si :)
Citazione di: Jacopus il 14 Gennaio 2020, 17:46:49 PM
Che coincidenza. Ho sul comodino "il canone occidentale". Lo sto rileggendo. Sono arrivato a Cervantes. Pur reputandomi a pieno titolo, membro della scuola del risentimento, si tratta di uno dei libri che amo di più. Un antagonista che si rispetta insomma.
Io invece sto leggendo "Il libro di J".. per conto mio storicamente non è molto credibile che l'autore del pentateuco sia una donna, ma come dici tu, un antagonista che si rispetta, e infatti il libro è foriero di provocatorie e interessanti tesi.
A Ipazia invece consiglio : https://www.ibs.it/libro-per-ricchi-anzi-ricchissimi-ebook-johnny-il-ricco/e/9788826002170?lgw_code=1122-E9788826002170&gclid=CjwKCAiA6vXwBRBKEiwAYE7iS1sI1nsz-hpoxixwfDqM4F6IBcfQe8zRgcMsfxyPyvKpYhyXaBz7GxoCQgkQAvD_BwE
In verità si potrebbe girare un remake di Parasite, tutto ambientato in Italia, senza aver bisogno di attori e sceneggiature, basterebbe mettere delle telecamere nascoste nei verminai più affollati, dove i parassiti di solito si riuniscono e affilano le proprie doti di termiti sociali. Studi di commercialisti, notai, geometri e avvocati, stanno ai parassiti come il cesso sta ai batteri, è li che il parassita italico sfoga il suo risentimento sociale che secondo i suoi non sequitur gli darebbero carta bianca per delinquere. Ah con queste leggi, Ah con questi politici, Ah l'Europa, Ah la crisi, e chi le rispetta le regole in un mondo così pronfondamente ingiusto? "Il pesce puzza dalla testa" ripete sempre la coda. Quanti capri espiatori ci sono per giustificare la propria delinquenza?
"Se gonfiamo la fattura prendiamo il doppio", spiega il commercialista al parassita alle prime armi che ancora non sapeva questo metodo di finanziamento "in fondo se non lo fa lei lo fà un altro, magari un politico, ah quanti soldi rubano quelli!"
"Facciamo firmare la testimonanzianza ad un vecchio invalido, mica va in galera" dice l'avvocato al ragazzo che ha appena investito un altro vecchio "ha visto Berlusconi come esce dai processi? Paga le mignotte, è cosi che va il mondo"
"Il box è interrato, quindi anche se lo facciamo il doppio, basta taroccare le foto della facciata" dice l'architetto alla coppietta che voleva solo un box ma ora si trova con un box in omaggio da affittare "è sopra il tombino, ma l'assessore ci ha fatto la villa non vede?"
E le piccole termiti si eccitano a sentire di poter entrare anche loro nel mondo dei parassiti professionali, prima si sentivano timide e indifese, ma ora hanno trovato il loro caronte per attraversare il guado dell'illegalità, non solo in maniera sicura ma anche morale, perchè in fondo c'è sempre qualcuno che ha fatto peggio di loro! E' un fatto di concorrenza sleale, se vuoi competere con dei ladri devi essere un ladro a tua volta. Fatto una volta, fatto due, ci prendono la mano, dispensano consigli alle nuove generazioni con fare apologetico e non riescono più a ragionare senza considerare una fetta di torta extra, quella più buona, quella che passa sotto il tavolo mentre nessuno guarda. E se incontrano uno che non ci stà, lo guardano come uno scolaretto, ma dove ha vissuto questo fino ad ora? Non sa che si fa così? Vuole raddrizzare il mondo da solo? Meglio evitarlo.
L'Italia è un termitaio e la collettività è la trave da rosicchiare. Con una distinzione, le generazioni più anziane, quelle che hanno vissuto la tracotanza della guerra e la nausea della farina di castagna. Sono più pochi, e sono i più odiati dai commercialisti, non ne vogliono sapere di fare quell'inghippo, ti rispondono "no no no no no, io pago, e la finiamo qua" .. ma come "io pago?" ma se lei paga ha meno soldi, non lo sa? Lasci che le spiego.. "no no no, pago e basta, non mi interessa". Quelli che preferiscono dormire sereni alla notte, quelli che non hanno gli strumenti linguistici per confabulare compromessi morali, con la pensione minima e una vita di stenti e sacrifici, quelli col telefono con i tasti grossi e la messa in piega, quelli che non giocano ai gratta e vinci.. quelli che conoscono ancora la dignità della povertà.
Bella recensione sul piano tecnico-estetico. Su quello ideologico ognuno tragga le sue conclusioni. L'artista ti racconta la realtà, caricandola e dilatandola, ma si ferma di fronta alla coerenza della storia, lasciando al fruitore la "morale della favola".
Così va pure col "termitaio" in cui la fenomenologia dice molte cose vere, ma non dice qual'è la testa da cui il marcio proviene. Quel marcio causale che è il tarlo costante del pensiero filosofico, ossessionato dal (pre)giudizio della verità.
Salve InVerno ed Ipazia. Il mio plauso al primo ed una osservazione ad entrambi circa il seguente inciso di Ipazia : "Così va pure col "termitaio" in cui la fenomenologia dice molte cose vere, ma non dice qual'è la testa da cui il marcio proviene".
La testa da cui il marcio proviene è quella della collettività. Di una mentalità ed un costume pervasivi il cui sussistere fa in modo che - nel nostro Paese ed in molti altri - il concetto di democrazia finisca per incarnare l'OPPOSTO di quello di giustizia.
Una mentalità ed un costume ben maggioritari (non importa se poi al suo interno divisibile tra coloro che si comportano in questo modo e coloro che non possono comportarsi così ma lo vorrebbero) i quali - nei fatti e nei numeri - rappresentano la base democratica (appunto perchè maggioritaria) del funzionamento antisociale, particolaristico, egoistico del Sistema Italia.
Di che ci lamentiamo, quindi ? Va tutto come deve andare. E così sarà finche allo sfacelo o finchè non apparirà un Castigamatti di quelli che temo non piacerebbero ad Ipazia. Saluti.
Il sistema "egoistico" da dove proviene ? Riguarda solo il "Sistema Italia" ?
P.S. Riguardo all'origine della puzza del pesce, anche il prefetto Mori si rese conto di quanto invereconda fosse la soluzione "Castigamatti".
In questi giorni di pioggia, in casa vicino alla stufa, mi sono chiesto:
Si può resistere all'esplosione di una bomba atomica? Qualcuno dice di si, basta pregare il rosario giusto!
Il miracolo del rosario di Hiroshima, riassunto qui
https://immaculate.one/il-santo-rosario-e-la-bomba-atomica-il-miracolo-di-hiroshima-e-di-nagasaki#.XiG3QiN7lPY
L'autore si chiede "Nessuno sa spiegare con logica umana, perché questi quattro padri gesuiti furono i soli sopravvissuti entro un raggio di 1.500 metri"
In realtà la logica umana, attraverso la statistica, spiega abbastanza bene il perchè di questo evento. Infatti a quella distanza, la percentuala dei decessi+infortuni è circa del 39%
(https://i.imgur.com/horbjge.png)
Ciò significa che insieme ai quattro preti, anche il 61% dei giapponesi si salvarono dall'esplosione. Certo 4\4 è un ottimo risultato anche per la statistica, e deve significare qualcosa di diverso ? Giusto? Infatti come si vede chiaramente dalla foto, la casa parrocchiale era tra le pochissime costruzioni in santo cemento armato, anzichè in legno come le tipiche abitazioni giapponesi.
Il resto del racconto andrebbe verificato, ma ovviamente non esiste nessun report medico da visionare e pare perlomeno assurdo che 200 dottori si siano occupati di 4 preti che condividevano la sorte del 61% dei giapponesi, e se così fosse vorrebbe solamente dire che questi preti hanno sottratto risorse preziose ai soccorritori e al sistema sanitario giapponese, oltre ad aver sottratto tempo a me che ho voluto verificare l'ennesima trappola per allocchi. :-\
E l'inVernino d'oro al migliore attore va a...
William Dafoe - The Lighthouse
https://www.youtube.com/watch?v=Hyag7lR8CPA
Pattinson anche da ottima prova di se, ma Dafoe davvero brilla di luce propria.
Decisamente l'interpretazione migliore che abbia visto nel 2019, nessuno riuscirà a dubitare che quello a schermo è un ex marinaio scozzese che barcamena la sua psiche tra canti marinareschi e alcool.
Il film si fà notare anche per la fotografia e l'estetica - un vero e proprio tripudio del grottesco - viene sponsorizzato come un horror ma dubito fortemente di questa etichetta, in quanto trattasi di thriller psicologico al limite con il psichiatrico.
Penso, credo e spero che non verrà doppiato in Italiano - in ogni caso un paio di sottotitoli saranno certamente disponibili e necessari, e in questo caso tutte le mie preghiere vanno al traduttore che dovrà tradurre dallo scozzese vernacolare marinaresco all'italiano, un impresa titanica di cui personalmente non mi sono fidato, optando per sottotitoli in inglese, pur avendo difficoltà a seguire talvolta.
La notizia è che secondo uno studio, in Svezia e in Danimarca l'introduzione del matrimonio gay ha ridotto del 50% i suicidi tra gli omosessuali.
Quello che manca, è una foto delle facce in Vaticano, indecise se esultare per i meno suicidi, o indignarsi per i matrimoni gay.
La Dans Macabre Chinoise
La peste nera terminò il medioevo, disintegrò le monarchie feudali aprendo la strada alla democrazia, abolì la schiavitù, diede spinta verso il lavoro aumatizzato e l'ingegneria, iniziò il rinascimento e l'umanesimo, il mecenatismo, triplicò gli stipendi dei poveri, ridistribuì le terre, risolse la sovrappopolazione il sovrasfruttamento delle risorse, marginalizzò il clericalismo e alimentò la riscoperta dei classici, liberò l'educazione dalle grinfie della chiesa, le autorità e lo status quo vennero rimesse in questione, spinse alla nascita della medicina moderna e scientifica, .. (la lista è troppo lunga ...)
OH CORONAVIRUS, OH CORONAVIRUS?
Sei tu la nostra peste nera?
[il virus muore in acqua a 55°
nel cappuccino e nel prelavaggio della lavatrice,
3% di mortalità,
uccide anziani e cagionevoli in salute.]
NO CORONAVIRUS, NO CORONAVIRUS
Non sei tu la nostra peste nera..
E' fantastico vedere le immagini di Wuhan deserta. La metropoli con il sedere per terra per un piccolissimo esserino, che cerca solo il calore di un corpo per sopravvivere. E il potente tecnouomo del ventunesimo secolo dov'è? Rintanato in casa a clikkare su "Coronavirus" o che corre in farmacia a cercare mascherine, anche se l'esserino non è ancora arrivato...3% forse di mortalità, forse... probabilmente anziani o gente già seriamente debilitata...eppure basta per il terrore. Accidenti come siamo attaccati alla vita!... ;D
Un morbo analogo, la spagnola, in epoche meno tecnoscientifiche, fece milioni di morti in Europa. E quando la scienza era demonizzata le epidemie la facevano da padrone. Vogliamo tornare a quelle epoche felici ?
Siamo attaccati alla vita perché è l'unico bene certo che possediamo.
La tecnoscienza antifecondativa é l'unica salvezza dai formicai umani, vodoo e provvidenze divine permettendo.
Non sembra molto felice neppure questa... ;D
I formicai si son fatti anche perché la scienza ha trovato molte cure per le malattie ed ha reso disponibile in maniera esponenziale i beni alimentari e altro. Dal punto di vista umano è un bene ma da quello del pianeta è un disastro. Ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Fortuna, sfortuna, chi lo sa?...
Ma i formicai hanno a che fare con l'industrializzazione e la fuga dalle campagne. La medicina ha certamente diminuito la mortalità umana, ma dove e come le persone decidono di abitare è un tema che riguarda la localizzazione del lavoro. Per essere onesti il tema dei formicai è tremendamente importante, non tanto per le questioni igieniche, ma per qualsiasi trasformazione della società che si voglia anche solo immaginare, il tema urbanistico rappresenta lo zoccolo duro con cui ci si scontra. Avete presente tutte quelle manfrine sul vivere sostenibile? E chi è che pensa che i formicai possono essere "sostenibili"? Le grandi densità di abitative sviluppate in verticale sono insostenibili per definizione. Poi gli architetti possono divertirsi ad aumentare l'isolamento delle pareti e mettere i gerani sui terrazzi, ma il punto è che queste zone antropiche sono in costante deficit di risorse. Dallo spazio, sembra di vedere dei bubboni della crosta terrestre, dei tumori. Forse aveva ragione l'agente smith di matrix, siamo noi il vero virus, la vera malattia da curare.
Nel mio paesino sopravvive la leggenda di "Gino", un contadino che viveva da solo in cima ad un cuccuzzolo. Tempo fà vi fù una tremenda nevicata, sia per le quantità sia per il fatto che non voleva sciogliersi, la strada per arrivare a casa di Gino fù inagibile per più di tre mesi. La protezione civile si era adoperata a passare con degli elicotteri sopra queste case isolate per fare lanci di pacchi-spesa, supponendo che quelli come Gino non potendo raggiungere il supermercato, avrebbero avuto problemi gravi. Sottovalutavano Gino. Quando la neve si sciolse Gino tornò in paese e si presentò alla porta del Comune con i pacchi che aveva collezionato dai lanci della protezione civile, bussò alla porta del sindaco ed esclamò "Io mi sono trovato questa roba davanti casa, non è mia, non l'ho aperta, non l'ho rubata, vi prego di riconsegnarla al proprietario che deve averla persa". Gino sapeva che cosa era la sostenibilità, ci aveva scommesso la sua vita.
Citazione di: Sariputra il 30 Gennaio 2020, 08:11:51 AM
Non sembra molto felice neppure questa... ;D
I formicai si son fatti anche perché la scienza ha trovato molte cure per le malattie ed ha reso disponibile in maniera esponenziale i beni alimentari e altro. Dal punto di vista umano è un bene ma da quello del pianeta è un disastro.
Anche dal punto di vista delle transumanze umane.
CitazioneOgni cosa ha i suoi pro e i suoi contro. Fortuna, sfortuna, chi lo sa?...
Fortuna se si utilizza responsabilmente ciò che la tecnoscienza ci mette a disposizione: nel caso specifico le tecnologie ecocompatibili e contraccettive. Sfortuna, se si ha una consapevolezza ecologica e procreativa da pitecantropi con la bomba atomica.
Citazione di: InVerno il 30 Gennaio 2020, 09:02:36 AM
Dallo spazio, sembra di vedere dei bubboni della crosta terrestre, dei tumori. Forse aveva ragione l'agente smith di matrix, siamo noi il vero virus, la vera malattia da curare.
Come Greta si lamenta delle eccessive emissioni di CO2 nell'atmosfera, così l'agente Smith si lamenta delle eccessive immissioni di uomini nella biosfera (fenomeno comunemente detto «nascita»); in entrambi i casi è una questione di misura ed in entrambi i casi è difficile dar torto alla Cassandra di turno.
Notoriamente gli animali (anche gli uomini, in qualche caso) seguono, nei loro spostamenti e nei loro stanziamenti, la reperibilità delle risorse primarie (oggi, volenti o nolenti, anche il denaro talvolta lo è); fenomeno che nella sua banale "naturalezza", è reso attualmente un po' più problematico, almeno burocraticamente, dalla questione della "frontiera" (pietra angolare della tutela della stanzialità umana) e soprattutto dal fatto che, avendo l'uomo colonizzato tutta la parte ospitale del globo, l'"altrove" verso cui spostarsi, per cercare fortuna e risorse, è rappresentato perlopiù da zone climatiche ostili o, per gli amanti della fantascienza, altri pianeti.
Parlando di formicai e sovraffollamento globale si rischia di parlare dell'uovo e della gallina: molti umani ammucchiati tenderanno a riprodursi molto (anche se l'attuale saturazione nei/dei paesi occidentali funge da deterrente), ed umani che si riproducono molto, con una medicina che tiene basso il tasso di mortalità, tenderanno a finire ammucchiati (salvo adattarsi a zone meno ospitali, senza wi-fi e in cui la natura è meno addomesticata). Un aiuto a ribilanciare la "dialettica" planetaria popolazione/risorse, non credo possa essere la sola contraccezione, almeno non se lasciata all'arbitrio dei singoli (come dimostrano i fatti), nondimeno capisco che se tutti i governi iniziassero a richiedere l'Isee e altri dati prima di
autorizzare i cittadini ad una riproduzione forzatamente "calmierata", sicuramente la nostra eredità
occidentale di ideali umanistici (sotto cui batte sempre il cuore dell'istinto irrazionale) riempirebbe le piazze del primo mondo, tacciando i governi di razionalizzare la gestione delle nascite (e il "senso", a breve come a lungo termine, della razionalità gestionale è da sempre poco compreso dalle masse). La tecnica potrebbe fornire aiuti confortanti: integratori (prodotti da cosa?) come gli astronauti, o attingendo ancora dalla fantascienza, mega serre in cui poter vivere (facendo della stanzialità una questione letteralmente di sopravvivenza); oppure la biologia umana si adatterà rapidamente al nuovo clima e a differenti diete ipocaloriche(?) o magari "ci penserà la natura" con una serie di "materne zampate" (cataclismi e virus vari) che faranno ritornare "provvidenzialmente" la quantità di abitanti umani più consona alle risorse del pianeta (eterno superstite).
Gli scenari possibili sono sicuramente molti, più o meno fantasiosi; nel frattempo, il buon Gino rappresenta un modello tanto armonioso e virtuoso quanto attualmente u-topico, proprio in senso topo-grafico: non ci sono abbastanza cucuzzoli (e grotte) per tutti i sette miliardi di abitanti, molti dei quali non sono comunque avvezzi all'autosostentamento tramite agricoltura ed allevamento. Inoltre, se tutti si dedicano principalmente alla terra, in modo perfettamente sostenibile, chi produce i macchinari, chi cura le infrastrutture, chi fa il medico, il poliziotto o il pompiere, chi tutela la cultura, chi si occupa dei server di internet, etc.? Insomma, se tornassimo indietro di tre caselle nel "gioco dell'Oca" della storia umana, sapremmo già che ritorneremmo, prima o poi (probabilmente), all'attuale situazione (o a qualcosa di simile). Gino è in fondo un esemplare fortunato dell'"insostenibile (globalmente parlando) leggerezza dell'essere", leggerezza come impronta ambientale e, suppongo, anche leggerezza come "carico esistenziale"; tuttavia, se i suoi eventuali figli hanno optato per il formicaio, non me la sento di biasimarli.
Citazione di: Phil il 30 Gennaio 2020, 17:42:22 PM
Un aiuto a ribilanciare la "dialettica" planetaria popolazione/risorse, non credo possa essere la sola contraccezione, almeno non se lasciata all'arbitrio dei singoli (come dimostrano i fatti), nondimeno capisco che se tutti i governi iniziassero a richiedere l'Isee e altri dati prima di autorizzare i cittadini ad una riproduzione forzatamente "calmierata", sicuramente la nostra eredità occidentale di ideali umanistici (sotto cui batte sempre il cuore dell'istinto irrazionale) riempirebbe le piazze del primo mondo, tacciando i governi di razionalizzare la gestione delle nascite (e il "senso", a breve come a lungo termine, della razionalità gestionale è da sempre poco compreso dalle masse)
Esclusi alcuni paesi più determinati e in gravi difficoltà demografiche, ci ha pensato il Mercato a ridurre la sovrapproduzione genetica del primo mondo, senza che le piazze si riempissero di "umanisti".
Ora il bubbone sta scoppiando perchè alcuni paesi "non allineati" sono convinti che il problema si risolva caricando la loro sovrapproduzione genetica su un gommone.
Sul resto concordo pienamente.
Citazione di: Phil il 30 Gennaio 2020, 17:42:22 PM
Gli scenari possibili sono sicuramente molti, più o meno fantasiosi;
Credimi che non ho alcuna velleità luddista, perlomeno non dal lato tecnologico\urbanistico, ma credo che il "luddismo dei valori" (conservatorismo?) abbia ancora qualcosa da offrire, nonostante generalmente mi ritenga un progressista. E' più che altro un caso che sia Gino un rappresentante di questi valori, come quel soldato nella foresta, perchè sui cucuzzoli le cose cambiano dopo, ma credo che fino a qualche secolo fà esistesse anche nelle città. Parlo del valore che si dà nella vita all'essere indipendenti dal sistema, all'autaurchia personale, al senso di umiliazione e sconfitta per sentirsi in debito con qualcuno o qualcosa, che ci è stato completamente cancellato dalla testa per asservirci all'agenda consumista, della produzione senza domanda. Se l'economia e la biologia ancora un nesso ce l'hanno e l'alchimia finanziaria non le ha ancora separate del tutto, questo è l'esatto contrario della sostenibilità, che dovrebbe invece basarsi sull'equilibrio. Come può un sistema di individui in debito perenne, risultare in equilibrio collettivamente? E' molto semplice, basta scegliere il collettivo giusto..per esempio sono anni che gli analisti dicono che vivere a Parigi è molto più sostenibile che vivere "alla Gino", i servizi sono più efficienti se vengono elargiti a gruppi di persone anzichè a individui sparsi, gli appartamenti si "scaldano uno con l'altro" dicevano.. poi però qualche anno fa qualcuno si è accorto che le grandi città occidentali hanno appaltato tutto l'industriale nei paesi in via di sviluppo, e facevano tornare i conti conteggiando solo le attività del terziario presenti in città, la raffinazione degli idrocarburi "mica è Parigi", quando poi il conteggio è stato allargato (ipoteticamente) all'intera piramide dell'ecosistema cittadino, i numeri sono triplicati, ma probabilmente sono ancora più alti. Nessuno mette in dubbio il valore dell'ambiente urbano nel creare servizi che necessitano organizzazioni più ampie, dall'altro lato della medaglia abbiamo centinaia migliaia di servizi\prodotti completamente inutili a meno che la domanda non venga instillata nel consumatore. E le nazioni occidentali che oggi si rinfrancano dei risultati ecologici, hanno fatto lo stesso gioco di Parigi a livello nazionale... Stiamo già imbarcando i diesel per portarli in africa. Vogliamo un mondo sostenibile?Allora lo dobbiamo essere come individui prima di tutto,prima di qualsiasi gruppo. Per questo Gino.
E' chiaro che la gravità del problema non è avverita propriamente, altrimenti non ci prenderemmo per il culo da soli con questi giochetti da evasori fiscali, questa è una realtà che non si può evadere. Far di conto ha un senso ma se non si risolve la questione al principio, i numeri saranno sempre troppo lenti per afferrare la realtà, come le famose mani con l'acqua. Tutto questo casino numerologico serve solo ad allontare ancora di più l'economia dalla biologia, quando l'unica soluzione sarebbe che fossero aderenti, non certo soluzioni statali come il controllo delle nascite, che se chiedi ai Cinesi ci spiegheranno bene che anche senza proteste ha molti limiti e dovrebbe essere considerata un estrema ratio. Non sono convinto altresì che mettersi in attesa speranzosa porti frutti, "qualcosa succederà" ma anche no. C'è una grande voglia di prendersi per il culo non solo con i numeri ma anche con la tecnologia, questa ad esempio è l'università (sic!) di Bristol che sponsorizza con un video per bambini, l'invenzione di una batteria ad efficienza 100% di durata 7000anni https://www.youtube.com/watch?v=b6ME88nMnYE .Basta una calcolatrice... Quel che succederà potrebbe assomigliare a questo, la cosidetta "crisi dei generi" già ci assomiglia molto. https://it.wikipedia.org/wiki/Fogna_del_comportamento
Nella storia umana non ci siamo mai scontrati con problemi di questa complessità e ampiezza, il che richiederebbe massima prudenza, ma di prudenza non se ne vede alcuna, si vede avventezza, ipocrisia, furbizia..cose con cui il mondo ha sempre più o meno convissuto, ma che ora sono decisamente di troppo.
@Ipazia, ti sorprenderà, ma se tiene in considerazione il continente africano (e ancora, bisogna vedere se è un raggruppamento che ha senso) i numeri dicono che rispetto al resto del mondo, è sottopopolata.
Citazione di: InVerno il 02 Febbraio 2020, 18:01:25 PM@Ipazia, ti sorprenderà, ma se tiene in considerazione il continente africano (e ancora, bisogna vedere se è un raggruppamento che ha senso) i numeri dicono che rispetto al resto del mondo, è sottopopolata.
Non mi sorprende per nulla ed é un motivo in più per sostenere le politiche di respingimento.
Citazione di: InVerno il 02 Febbraio 2020, 18:01:25 PM
se tiene in considerazione il continente africano (e ancora, bisogna vedere se è un raggruppamento che ha senso) i numeri dicono che rispetto al resto del mondo, è sottopopolata.
Ripartirei proprio dall'Africa: non solo ha una
densità non da formicaio saturo, ma ha anche una
impronta ecologica piuttosto sostenibile; due dimensioni che mi fanno sospettare che di "Gin
i" in Africa ce ne siano ancora tanti. Certamente non avranno l'aspettativa di vita del Gino nostrano, ma (sorvolando circa l'auspicabilità o meno di una lunga vecchiaia) almeno ciò potrebbe limitare i problemi di peso sociale ed economico delle pensioni (non scommetterei che abbiano un sistema pensionistico affine al nostro, ma in prospettiva della sua eventuale introduzione, risulterebbe, a suo modo, un punto a favore).
Suppongo inoltre che in Africa di Parigi non ce ne siano: la delocalizzazione della produzione energetica e dello smaltimento di scorie è abitudine tipicamente da primo mondo. Il problema è allora la sostenibilità a partire dalla consapevolezza di un'apparente irreversibilità di un'inerzia storica: chi si ispira a chi, chi cerca di raggiungere la condizione di chi? La risposta, oltre che dai flussi migratori, è data proprio dal numero di "Gin
i superstiti" (unità di misura poco accademica, ma credo comunque ben pertinente): il fatto che da noi i "Gin
i" siano quasi estinti e che da loro siano in calo (se l'urbanizzazione non è solo apparente), traccia la direzione della suddetta inerzia.
Così come l'Africa giovane, quella dei nipoti del Gino subsahariano
vuole essere l'Europa (smartphone, vestiti all'occidentale, auto "belle", etc.) proprio come alcuni coetanei del Gino nostrano
volevano "fare gli americani" (v. Carosone), parimenti l'uomo di oggi non
vuole essere semplicemente sostenibile, "sostenibile alla Gino" (neanche Greta, scommetto), ma si appella diplomaticamente ad una "sostenibilità tecnologizzata", indotta, controllata, non "naturale". Questione quindi di volontà e desideri.
L'economia può "aderire" alla biologia tanto più facilmente quanto più la suddetta
volontà aderisce alla biologia; l'uomo contemporaneo occidentale ha invece una volontà che eccede la semplice biologia, per radicarsi sempre più nella psicologia (delle masse, che orienta quella del singolo). Tutto l'attuale capitalismo "all'occidentale" si basa in fondo sulla deviazione dall'"aderenza biologica" sui bisogni/beni primari, deviata dalla forza attrattiva dei bisogni indotti-psicologici, etc. dettata dall'innata brama umana («
thana», direbbe uno ieratico "Gino buddista") e dalla differenza fra chi costruisce le fogne e chi le abita: linguaggio, tecnologia, "senso della storia" (che ai topi di Calhoun mancavano).
P.s.
Per gli interessati alla questione della "batteria di diamanti" ho trovato (ma non visto totalmente)
questo.
Inverno
strano, parecchio tempo fa, sostenevo questa tesi e tu non eri d'accordo.
Se fossimo tutti autarchici crollerebbero gli indicatori economici soprattutto quelli che misurano la ricchezza. Una tribù primitiva completamente autarchica per le nostre misure economiche è come se non esistessero o fossero dei morti di fame sotto il limite della sopravvivenza. Eppure campano, in qualche modo, ma campano.
La cultura americana, a differenza delle precedenti,ha capito benissimo il limite umano:indurre desideri,per dargli poi i beni e i modelli americanos,riempirli di debiti per poi ricattare i poteri locali, imponendo ditte americanos che impiantano tutte le infrastrutture.
L'ultima cosa che farebbe un americanos è aiutare un africano a diventare coltivatore e pescatore co nadeguate conoscenze. Hanno dovuto imparare copiando il know how.
Così fecero dell'Italia nel dopoguerra. Non si occupa più fisicamente il perdente, gli si impone un modello socio economico con la spada di Damocle del debito da adempiere. E' bastato un piano Marshall....
" ...e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori..." .
Il debito è una colpa da pagare affinché vi sia una giustizia. Il debito è un peccato.Affinchè la misura della giustizia si bilanci basterebbe il perdono, parola anch'essa persa spacciando la giustizia per vendetta e sottomissione. Azzerare il debito significherebbe graziare, perdonare e non è parte della nostra cultura di potenza ,semmai è un gesto nobile, individuale, sparuto da "oasi da salvaguardare".
La nostra economia ha indotto l'invidia, al posto della stima, i debiti per poter ricattare.
Un' economia seria non dovrebbe nemmeno permettere il debito, se non al massimo entro determinati limiti sulla ricchezza del debitore, e la nostra è un economia "gonfiata".
Un tempo si diceva che la temperanza aiutava il virtuoso a non cadere nel vizio.
Se si è schiavi di desideri e piaceri ,saranno loro a determinare la nostra vita, non noi a governarla.
Invece ci siamo (plurale maiestatis) caduti come "allocchi".
Se si smettesse di fare debiti salta l'intera finanza mondiale e il suo modello aberrante, da pallone gonfiato.
Citazione di: Phil il 02 Febbraio 2020, 22:41:17 PMRipartirei proprio dall'Africa: non solo ha una densità non da formicaio saturo, ma ha anche una impronta ecologica piuttosto sostenibile; due dimensioni che mi fanno sospettare che di "Gini" in Africa ce ne siano ancora tanti. Certamente non avranno l'aspettativa di vita del Gino nostrano, ma (sorvolando circa l'auspicabilità o meno di una lunga vecchiaia) almeno ciò potrebbe limitare i problemi di peso sociale ed economico delle pensioni (non scommetterei che abbiano un sistema pensionistico affine al nostro, ma in prospettiva della sua eventuale introduzione, risulterebbe, a suo modo, un punto a favore).
Mi sei simpatico, hai fatto tuoi alcuni punti del mio lessico claudicante e ci hai imbastito un discorso (
seriamente, devo smetterla di fruire cose in inglese, comincio a stentare goffamente sul lessico in italiano). Parte del tuo discorso sulle migrazioni si può riassumere con una battuta di M.Friedman, ovvero "le persone votano con i loro piedi", e i migranti usano i loro piedi per andare dove preferirebbero vivere. Ci sono quelli che puntano i piedi perchè non vogliono andare, come gli abitanti di HongKong che si rifiutano di essere estradati in Cina, e quelli che prendono la valigia e camminano, come gli abitanti delle ex colonie sovietiche che sono sempre la maggioranza dei migranti ma stanno evidentemente simpatici a tutti (
pure a me, visto che convivo con una di essi - anche se ora è partita per il Kenya due mesi, a vedere perchè altri vorrebbero votare lo stesso posto, ma con piedi diversi). Dovremmo abbandonare questa anticata nozione del voto con le mani, e affidarci a questa nuova prospettiva, ma come tutti i voti, una campagna elettorale menzognera, può riservare inaspettate sorprese.
Non c'è sorpresa del fatto che abbiano un impronta ecologica bassa, hanno "l'inerzia equatoriale" come la chiama Viator (https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/inerzia-equatoriale/msg40172/?boardseen#new) posseggono i due requisiti fondamentali per averla, ovvero una natura rigogliosa e allo stesso tempo di difficile sfruttamento, solo le zone tropicali posseggono questa combinazione (in Brasile la carta tematica è verde per la media del pollo con l'amazzonia). Altre zone ad impronta ecologica bassa sono vicino ai poli dove tuttavia esiste solo una obbiettiva difficoltà di insiediamento, perciò è necessaria sofisticazione tecnologica per sopravvenire le scarsezze naturali. Alcune zone subsahariane sono riuscite a vivere senza l'invenzione della ruota fino al 1900, come sempre Friedman ricordava (
devo stare molto male per citarlo due volte di fila). Ma Friedman lo ricordava per "incolparli" della loro stessa "arretratezza" perchè noi lo chiamiamo "progresso". Noi delle zone temperate abbiamo dovuto ricorrere all'agricoltura molto prima, e come un gatto che si morde la coda, siamo arrivati alle serre coi pannelli solari senza neanche accorgecene. La medicina e l'agricoltura nell'africa subsahariana hanno innescato il processo di "progresso",un frutto avvelenato che anche il più esperto fruttivoro non poteva riconoscere davanti alla promessa di una crescita. Crescere per andare dove? Negli altri paesi, da conquistatori o da migranti, in assenza di terre vergini non si può che superare un confine "illegalmente", e se il colonialismo di dominazione è ormai disuso, rimane la migrazione. Oh quale mondo vivremmo oggi, se solo la Luna, o l'intero sistema solare, fossero stati abitabili..! Il punto dirimente che ciò a cui diamo un valore assolutamente positivo (il "progresso") è in fin dei conti una escamotage per fuggire dalla nostra povertà individuale, un debito sul debito - lo insegnano le banche - è un credito! Nessuno avrebbe mai imbracciato la zappa prima di aver deprivato il territorio della fauna, nessuno si sarebbe rivolto ai pannelli solari prima delle sirene d'allarme sulla fine del petrolio. Terminiamo una risorsa e ci inventiamo un escamotage per soprassederla e la cosa divertente è che ci pare di far progressi..facendo debiti.
@Paul, penso che in realtà sulla pars destruens di non averti mai dato torto, è la pars costruens che mi lasciava parecchio perplesso, proprio perchè sapeva di luddismo, che non ritengo valido. Ammirare civiltà perdute è molto educativo, rimane il fatto che non saranno mai una destinazione per noi, perciò rimane un interesse speculativo. Ormai che siamo nel campo bisogna giocare la palla, l'idea di bucare il pallone a mio avviso non funzionerà.
Ps. Riguardo al "trucco Parigi" consiglio questa mappa https://coolclimate.org/maps dove le zone verdi sono "casualmente" i centri ad alta densità, modelli di sostenibilità (sic!) mondiale, ovviamente le periferie dove sono rimaste le attività produttive, sono rosse come il fuoco, ma quella "non è New York" che rimane un polmone verde del pianeta!
Nella parte costruttiva c'è una mia apparenza che è errata e non solo da te.
I fondativi mi ha insegnato la filosofia e sono ovunque anche nelle scienze sociali e umane.
O pensiamo che mutino al configurarsi del mutamento dei tempi e sono davvero opinione?
Se dico bene, bello, giusto, non possono riconfigurarsi ad ogni giornata .
Le complessità delle modernità portano con sé le medesime contraddizioni di sempre e le ripetono conflittualmente proprio perché dimenticano il passato ,ritenendo il presente e il futuro come nuovi
orizzonti. Eppure è lo stesso Sole, la stessa Terra, lo stesso genere umano.
Non è quindi un ritorno al passato, ma la constatazione che le essenze dei conflitti, dei problemi, sono sempre gli stessi.
L'uomo ha necessità, come bere ,mangiare, respirare, di una identità, comunità, affetti, comunicazioni . E ha indoli. Noi occidentali siamo figli di antiche civiltà per lo più con indole guerriere e inquiete, di sogni di conquiste, di orizzonti sempre nuovi. Altre popolazioni si sono accontentate. Loro vivono il thauma, la meraviglia, l'angoscia, la morte, in altro modo dal nostro. Noi dovevamo creare filosofie e scienze come antidoto al thauma, altri vi hanno lasciato il tabù.
E non so chi ci abbia davvero guadagnato.
La felicità, se fosse scopo, non è quantitativa, è una qualità.
E una qualità non è di un tempo, è senza tempo.
Allora il fraintendimento è doppio, perchè nel binomio natura-nurtura mi pare, leggendo il tuo post, che la tua lancetta propenda decisamente sulla natura.
(Pessima notizia per i ratti di Calhoun, il senso della storia invocato da Phil, a poco servirà) Ma allora è anche abbastanza triviale santificare culture e tradizioni, perchè in fin dei conti sono anche esse risultati determinati dalla natura dei nostri bisogni.. E il topic di cui stai parlando, se ben ricordo, era fortemente incentrato sul valore salvifico della tradizione giudaico-cristiana, e ne vennero tirate fuori altre, aborigine e\o paleolitiche. Indubbiamente esistono culture diverse con valori diversi, e alcune possono essere considerate migliori delle altre, ma alla fine della favola tutte cercano di offrire qualcosa ad un set determinato di bisogni determinato dalla natura endogena umana ed esogena del contesto biologico.. perciò se una di esse non risponde più a questi bisogni, non può essere una risposta valida alle nostre domande.
Salve InVerno. Infatti, alla faccia del "libero arbitrio" e dei "valori umani", i quali faremo comunque bene a continuare a coccolarceli visto che sono l'unica cosa cui possiamo attaccarci. Saluti.
Citazione di: InVerno il 03 Febbraio 2020, 13:10:02 PM
Noi delle zone temperate abbiamo dovuto ricorrere all'agricoltura molto prima, e come un gatto che si morde la coda, siamo arrivati alle serre coi pannelli solari senza neanche accorgecene. La medicina e l'agricoltura nell'africa subsahariana hanno innescato il processo di "progresso",un frutto avvelenato che anche il più esperto fruttivoro non poteva riconoscere davanti alla promessa di una crescita. Crescere per andare dove? Negli altri paesi, da conquistatori o da migranti, in assenza di terre vergini non si può che superare un confine "illegalmente", e se il colonialismo di dominazione è ormai disuso, rimane la migrazione. Oh quale mondo vivremmo oggi, se solo la Luna, o l'intero sistema solare, fossero stati abitabili..! Il punto dirimente che ciò a cui diamo un valore assolutamente positivo (il "progresso") è in fin dei conti una escamotage per fuggire dalla nostra povertà individuale, un debito sul debito - lo insegnano le banche - è un credito! Nessuno avrebbe mai imbracciato la zappa prima di aver deprivato il territorio della fauna, nessuno si sarebbe rivolto ai pannelli solari prima delle sirene d'allarme sulla fine del petrolio. Terminiamo una risorsa e ci inventiamo un escamotage per soprassederla e la cosa divertente è che ci pare di far progressi..facendo debiti.
Non sono affatto d'accordo con questa tesi negativa dell'innovazione tecnologica, come una soluzione regressiva, costretta, indotta dall'esaurimento di una risorsa.
La limitatezza, scarsità delle risorse è una costante economica di qualunque tempo e l
e innovazioni sono indipendenti dalle fasi di sviluppo economico di una cultura o civiltà. L'invenzione della zappa non è una conseguenza della scomparsa della fauna, semmai la conseguenza prevedibile è la diminuzione della popolazione per fame. Fame che comunque era l'assillo quotidiano del
le culture basate sulla caccia e raccolta.
Puoi non essere d'accordo ma è quello che gli studi antropologici ci propongo da almeno una ventina d'anni, e questa risposta risolve centinaia di interrogativi che l'interpretazione positivista non riusciva nemmeno a tangere, perciò si integra molto meglio in ciò che conosciamo. Vale la pena di ricordare, nel caso del passaggio all'agricoltura, che la nostra concezione di questo tipo di sfruttamento del territorio è vastamente inflazionata dall'idea moderna di essa, con sementi altamente selezionate, tecniche colturali rodate, terreni adibiti da secoli, mezzi di lavoro specializzati. La realtà, per un un nomade raccoglitore che volesse darsi all'agricoltura, è che dovrebbe sfruttare terreni paludosi\forestali, piantando sementi praticamente selvagge, utilizzando strumenti primitivi, e senza alcuna tradizione che lo aiuti nelle pratiche di coltura, conservazione e prevenzione delle avversità. L'idea che qualcuno di propria sponte lo preferisca a tirare un giavellotto nello stomaco di una zebra è paradossale, o per meglio dire, si inserisce perfettamente nel "bias" positivista. Anche perchè, sapiens gironzola sul pianeta da almeno centomila anni, senza che vi siano state alterazioni significative nel proprio corredo genetico, che cosa abbia fatto per i restanti novantamila e perchè non abbia sviluppato le meraviglie agricole (quando conosceva la riproduzione da seme almeno da 30mila anni ) per il positivista "non è dato sapere".
In termini di pannelli solari, sarebbe come meravigliarsi che davanti alla scoperta di miliardi di galloni di petrolio facilmente accessibile con una trivella e sfruttabili per combustione, l'uomo avrebbe potuto preferire raccogliere l'energia attraverso inefficienti, costosissimi, altamente sofisticati, amenicoli translucenti, in grado di produrre nemmeno un decimo del fabbisogno globale e al decuplo dei costi. Questo è Jimmy Carter che nel 1977 fa la pubblicità ai pannelli solari dalla casa bianca (installandoli pure!) https://www.youtube.com/watch?v=-tPePpMxJaA ed erano disponibili anche prima, ma per quarant'anni non li ha usati nessuno finchè non sono arrivate le previsioni emergenziali sulla fine del petrolio.
Citazione di: InVerno il 04 Febbraio 2020, 12:56:49 PM
Vale la pena di ricordare, nel caso del passaggio all'agricoltura, che la nostra concezione di questo tipo di sfruttamento del territorio è vastamente inflazionata dall'idea moderna di essa, con sementi altamente selezionate, tecniche colturali rodate, terreni adibiti da secoli, mezzi di lavoro specializzati. La realtà, per un un nomade raccoglitore che volesse darsi all'agricoltura, è che dovrebbe sfruttare terreni paludosi\forestali, piantando sementi praticamente selvagge, utilizzando strumenti primitivi, e senza alcuna tradizione che lo aiuti nelle pratiche di coltura, conservazione e prevenzione delle avversità. L'idea che qualcuno di propria sponte lo preferisca a tirare un giavellotto nello stomaco di una zebra è paradossale, o per meglio dire, si inserisce perfettamente nel "bias" positivista. Anche perchè, sapiens gironzola sul pianeta da almeno centomila anni, senza che vi siano state alterazioni significative nel proprio corredo genetico, che cosa abbia fatto per i restanti novantamila e perchè non abbia sviluppato le meraviglie agricole (quando conosceva la riproduzione da seme almeno da 30mila anni ) per il positivista "non è dato sapere".
Certo che non è comprensibile come uno possa passare dal tiro al giavellotto allo zappare la terra. Infatti non è certamente accaduto così, non è questa la mia concezione del processo di innovazione, che è invece simile al processo di evoluzione delle specie: piccole e lente trasformazioni tecnologiche.
Le zebre ci sono ancora mentre a tirare i giavellotti sono rimasti in pochi.
Citazione di: InVerno il 04 Febbraio 2020, 09:55:47 AM
Allora il fraintendimento è doppio, perchè nel binomio natura-nurtura mi pare, leggendo il tuo post, che la tua lancetta propenda decisamente sulla natura.
(Pessima notizia per i ratti di Calhoun, il senso della storia invocato da Phil, a poco servirà) Ma allora è anche abbastanza triviale santificare culture e tradizioni, perchè in fin dei conti sono anche esse risultati determinati dalla natura dei nostri bisogni.. E il topic di cui stai parlando, se ben ricordo, era fortemente incentrato sul valore salvifico della tradizione giudaico-cristiana, e ne vennero tirate fuori altre, aborigine e\o paleolitiche. Indubbiamente esistono culture diverse con valori diversi, e alcune possono essere considerate migliori delle altre, ma alla fine della favola tutte cercano di offrire qualcosa ad un set determinato di bisogni determinato dalla natura endogena umana ed esogena del contesto biologico.. perciò se una di esse non risponde più a questi bisogni, non può essere una risposta valida alle nostre domande.
L'uomo è natura e cultura. LA propensione per una delle due è comunque cultura.
Una indole guerriera va educata e le virtù sono cultura.Il senso della storia è come una cultura interpreta il suo passato e vede il suo futuro.
Ogni cultura ha una sua dignità intrinseca,quindi da rispettare.
Sui bisogni umanai l'occidentale ha costruito una fantomatica cultura chiamata economia che incide anche sulla natura.
La scelta di un uomo che nel suo piccolo decide di essere il più possible autarchico, il più delle volte mal sopporta il sistema socio culturale in cui vive
Citazione di: baylham il 04 Febbraio 2020, 15:43:14 PMCerto che non è comprensibile come uno possa passare dal tiro al giavellotto allo zappare la terra. Infatti non è certamente accaduto così, non è questa la mia concezione del processo di innovazione, che è invece simile al processo di evoluzione delle specie: piccole e lente trasformazioni tecnologiche.
Le zebre ci sono ancora mentre a tirare i giavellotti sono rimasti in pochi.
L'estinzione delle megafauna dell'antropocene è un fenomeno ben conosciuto, dire che le "zebre ci sono ancora" mentre si estingue il rinoceronte bianco è di cattivo gusto https://en.wikipedia.org/wiki/Holocene_extinction
Estratto significativo
Megafauna outside of the African continent, which did not evolve alongside humans, proved highly sensitive to the introduction of new predation, and many
died out shortly after early humans began spreading and hunting across the Earth (many African species have also gone extinct in the Holocene, but —with few exceptions—
megafauna of the mainland was largely unaffected until a few hundred years ago). The most popular theory is that
human overhunting of species added to existing stress conditions as the extinction
coincides with human emergence. Nessuno sano di mente sostiene sia accaduto in una notte (e nemmeno avendo unica causa la mancanza di cibo data dall'eccesso di caccia), stiamo parlandonde in via informale, e mi permetto di semplificare, se vuoi una visione d'insieme e multifattoriale ci sono studi scientifici ad hoc. Il motivo per cui i giavellottisti sono rimasti pochi dipende da una semplice equazione malthusiana di capacità riproduttiva
"Environmental changes at the end of the Pleistocene, had led to the extinction of many big mammals and to the expansion of wetlands. People therefore settled down in permanent villages by the shores of lakes and rivers to catch abundant fish and fowl. These settlements soon created a population density beyond the critical level and some groups had to emigrate into the hinterland where more primitive hunters-gatherers roamed. This unexpected influx of people from the fishing villages created a disequilibrium in the interior region and a strong pressure (Bindford 1968)
"
During most of history, hunter-gatherers could simply migrate into virgin territory when population pressure created resource shortage. No preventive checks were necessary. However, by around 10,000 B.C. such migrations were no longer possible since all major continents had been populated. The transition to agriculture was therefore made out of necessity due to a prehistorical food crisis" (Cohen 1977)
"
an "informed calculation" of the ratio of effort to return would never have induced the switch to the kind of early agriculture practiced in the river valleys of the Old World. " (Fernandez-Armesto 2000)
Per quanto ne sò, la diatriba è puramente linguistica, ovvero se considerarlo "
opportunismo" (come fa Diamond) o "
necessità" (come fanno altri).
Non condivido affatto le ricostruzioni presentate. La pressione della fame è la norma quotidiana, non l'eccezione, non spiega il passaggio all'agricoltura. Se la popolazione dei cacciatori cresce è perché ci sono più prede, se le prede diminuiscono l'effetto immediato è ancora sulla popolazione che diminuisce, non ne deriva una transizione tecnologica lunga millenni.
Il rinoceronte bianco si estingue adesso con oltre sette miliardi di uomini, di cui una parte rilevante ancora denutriti o malnutriti.
Salve baylham ed InVerno. Noto che manca qualcosa tra la caccia, la raccolta e l'agricoltura. Anche se non conosco la sequenza esatta delle "pratiche di sopravvivenza" (ora "pratiche di produzione") di cui ci stiamo occupando.
Raccolta poi caccia poi allevamento poi agricoltura ? Caccia-raccolta indistinguibile da allevamento-agricoltura ? Credo che una chiara sequenza non solo non possa venir ricostruita,ma che nemmeno sia mai esistita. Saluti.
C'è anche la pesca, ma appartiene allo stesso stadio della caccia-raccolta. E vi sono situazioni di integrazione tra caccia, pesca, allevamento e agricoltura. Dipende dalle risorse presenti e dalla facilità di domesticazione di animali e vegetali. Diamond spiega bene le fasi e la distribuzione geografica nel libro più volte citato, che vale la pena di leggere.
Citazione di: baylham il 04 Febbraio 2020, 18:45:03 PM
Non condivido affatto le ricostruzioni presentate. La pressione della fame è la norma quotidiana, non l'eccezione, non spiega il passaggio all'agricoltura. Se la popolazione dei cacciatori cresce è perché ci sono più prede, se le prede diminuiscono l'effetto immediato è ancora sulla popolazione che diminuisce, non ne deriva una transizione tecnologica lunga millenni.
Il rinoceronte bianco si estingue adesso con oltre sette miliardi di uomini, di cui una parte rilevante ancora denutriti o malnutriti.
L'effetto immediato è un impoverimento della dieta, che si può rintracciare in un marker che si accumula nei denti delle persone malnutrite, che passa dal 20% di incidenza per i cacciatori paleolitici ad un 70% per i protoagricoltori, e da un intensificazione dello sfruttamento di zone circoscritte, che porterà eventualmente all'agricolutura nel caso in cui le condizioni lo permettano.. la popolazione non è diminuita, secondo le demografie disponibili, ma è rimasta stagnante fino almeno al 5000ac (primi centri urbani) che perlomeno sta a significare che per almeno 7mila anni l'agricoltura ha significato mediamente sopravvivenza, non crescita. Per la cronaca, esistono altre trappole maltusiane con fattori simili, una dei quali è il cannibalismo, che si verifica prevalentemente in popolazioni che sono incrementate di numero sfruttando diete poverissime di proteine ("vegetariane") e non avendo sufficienti fonti naturali di esse, le cercano nella carne umana. La tua idea è che dovrebbero semplicemente "diminuire di numero" anzichè darsi al cannibalismo, in modo tale da avere proteine sufficienti per rimanere in equilibrio ed evitare una pratica scoraggiata evoluzionisticamente in qualsiasi mammifero, ma loro a quanto pare loro non ti ascoltano.
Pensi che i raccoglitori cacciatori non praticassero il cannibalismo? Il cannibalismo aumenta la popolazione umana?
Quale fattori determinano l'equilibrio della popolazione se non la pressione della fame oltre le malattie, la guerra o l'essere preda di altri carnivori? Pressione della fame che è quindi una costante dell'uomo e di qualunque essere vivente.
I cacciatori- raccoglitori che iniziano le prime rudimentali attività agricole non hanno maggiori vantaggi rispetto a quelli che non le praticano? Non hanno una dieta più ricca, migliori possibilità di sopravvivenza? Opportunità è ben diverso da necessità o costrizione.
Tante domande di cui non capisco il senso generale. I cacciatori, a parte rari casi non praticano cannibalismo, che è un fenomeno che si sviluppa nelle zone insulari\peninsulari dove la fauna viene eradicata (es. isole pacifico\mesoamerica etc).Il cannibalismo può aumentare\sostenere la popolazione umana sopratutto nel caso in cui oltre alla necrofagia una tribù muova guerra per procacciarsi corpi, gli aztechi sono l'esempio più famoso, ed erano discretamente popolosi. La fame è una costante in senso esistenziale, ma non è costante la sua quantificazione, diversi scheletri sono diversamente malnutriti a seconda delle epoche. Non è nemmeno questione di dare interamente la colpa alla scriteriatezza, fenomeni climatici come lo Younger Dryas hanno certamente influito. Intendiamoci, anche per rispondere a Viator, generalmente si considerano quattro stadi tra la caccia\raccolta e l'agricoltura (Harris 1989), i primi due considerano attività a gricole saltuarie e compatibili con la vita nomade, il terzo, necessita di una vita sedentaria o magari a variabilità stagionale tra due località e il quarto è l'agricoltura sedentaria. La pressione demografica vera e propria comincia al terzo stadio, perchè la vita sedentaria provoca un gigantesco salto nelle capacità riproduttive e le malattie non sono ancora un problema perchè la densità dei centri abitati è scarsa, l'infanticidio di selezione e la guerra possono giocare un ruolo tampone a livello di singola tribù che le pratica, ma la popolazione globale continua a crescere e satura i terreni di caccia\pesca\raccolta. Sono apertissimo a consirarla una opportunità anzichè una necessità, principalmente perchè penso sia possibile si sia sviluppata per motivi diversi in zone diverse, ciò che invece sto affermando è non vedo il motivo per chiamarlo "progresso" se non per validare col senno di poi quello che è accaduto dopo, per loro credo non lo fu, per te magari.
Il motivo per cui è così difficile diminuire la popolazione una volta che è nata e cresciuta è che morire è fondamentalmente
brutto. E' rischioso, a volte costoso, associato a emozioni estremamente negative, è cliché, è noioso. Un ricercatore ha cercato di ovviare a tutti questi problemi con una singola invenzione, e dal mio punto di vista mi pare ci sia riuscito:
progresso! Il progetto in realtà è pensato per gli individui che dovessero praticare l'eutanasia, ma sono sicuro che attirerebbe anche parecchi individui perfettamente sani, ed è una montagna russa.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/b/bf/Euthanasia_coaster_profile.svg/375px-Euthanasia_coaster_profile.svg.png)
Il prezzo del biglietto (il treno ospita 24 passeggeri) comprende la prima salita sulla torre alta 500metri, dove sarà possibile parlare un ultima volta coi familiari ed assicurarsi di aver preso la decisione giusta, altrimenti è ancora possibile scendere. Quando tutti sono d'accordo, il treno viene spinto di sotto ad una velocità di quasi 330 km\h e subito dopo incontra la prima inversione a spirale, che dovrebbe offrire ai viaggiatori sensazioni tipiche della ipossia, senso di svenimento, perdita della vista etc, la seconda dovrebbe trasmettere il tipico effetto "tunnel" delle esperienze premorte, dove si incontra Gesù, la mamma e il cane, la terza inversione è la perdita di coscienza definitiva. Le inversioni successive sono semplicemente un assicurazione sul fatto che sul treno saranno tutti stecchiti col cervello spappolato.
Elegante nelle forme, efficiente, originale, divertente, graduale, e indolore. Progresso!
Quando ero un bambino mio padre, provando a spiegarmi la politica, mi diceva che la sinistra americana, in Italia, sarebbe stata considerata "destra", e che la destra italiana, in america, era chiamata "sinistra", perchè la destra americana era così fuori dallo spettro politico da non essere nemmeno presente in Italia. Ho provato nel tempo a spiegargli che ormai non c'è più questa differenza, e che anzi ormai la situazione è la stessa, ma come un soldato nella giungla si è sempre rifiutato di credermi. Forse questo sito potrebbe dare credito ?
https://www.politicalcompass.org/uselection2020
https://www.politicalcompass.org/italy2018
(non sono particolarmente convinto del posizionamento di alcuni partiti minori italiani, ma i protagonisti mi sembrano azzeccati)
Ho provato a fare il test https://www.politicalcompass.org/test
ma il mio pallino usciva dal disegno (non dirò da quale lato ;D )
Ricordo che mio padre invece, anche lui per spiegarmi la politica yankee, diceva che i democratici erano simili ai nostri socialdemocratici; mentre i repubblicani erano una via di mezzo tra il Partito Repubblicano Italiano di Spadolini e il Partito Liberale Italiano...Stiamo parlando di Prima Repubblica ovviamente..
Ho fatto anch'io il test e il risultato non mi ha sorpreso affatto. Un banale left-libertarian, proprio al centro del quadratino.
Salve. A me esce un punteggio di 227, anche se come qualifica-localizzazione risultante non la trovo - dal punto di vista ideologico - corrispondente alla realtà complessiva delle mie convinzioni.
Quale punteggio, direte voi ? Siamo di fronte ad una scacchiera, ad un reticolo !
Il reticolo conta 400 caselline ripartite su 4 aree (localizzazioni ideologiche) ciascuna da 100 caselle. Senza stare a contare partendo dall'alto a sinistra (casellina nr.1) e procedendo verso destra e poi verso il basso, basta trascurare le due localizzazioni superiori (100+100 caselline), poi ignorare anche la prima fila in alto delle due localizzazioni inferiori (10+10 caselline), infine fissare il mio pallino sulla 7.a casella della riga ancora inferiore (quindi 100+100+10+10+7) Saluti.
Bong Joon-Ho, giustamente trionfante ad Hollywood, lascia agli spettatori decidere chi sono i parassiti. O quantomeno: chi lo è di più.
Invero i film sul risentimento e i parassiti sono ben tre. Anche il film di Tarantino, se si conosce il caso storico su cui è basato, ne è parzialmente intinto, in questo caso l'attrito è tra i ricchi partecipanti all'indotto holliwoodiano e la comune hippie che poi commetterà il delitto, il tutto è però su schermo evidentemente solo nel dialogo precedente l'effrazione in villa, dove gli hippie cercano di rinnovare le proprie motivazioni.
"Uccidiamo le persone che ci hanno insegnato ad uccidere"
[spoiler] https://www.youtube.com/watch?v=_w-jAriwdqo
E molto più chiaramente identificabile Joker, è un altro film sul risentimento sociale. Purtuttavia anzichè esaminarlo da questa prospettiva banalotta, sarebbe più interessante notare l'evoluzione della maschera che lo rappresenta: dal giustiziere dell'ordine di V per Vendetta, alla particella del caos amorale di Joker, ci sono circa quindici anni, il film è la testimonianza che gli eroi del risentimento si sono decisamente "incattiviti", tanto da non avere più bisogno di nessuna gratifazione morale per brandire il tizzone del caos e demolire la società corrotta.
Citazione di: InVerno il 10 Febbraio 2020, 10:11:39 AM
Joker, è un altro film sul risentimento sociale. Purtuttavia anzichè esaminarlo da questa prospettiva banalotta, sarebbe più interessante notare l'evoluzione della maschera che lo rappresenta: dal giustiziere dell'ordine di V per Vendetta, alla particella del caos amorale di Joker, ci sono circa quindici anni, il film è la testimonianza che gli eroi del risentimento si sono decisamente "incattiviti", tanto da non avere più bisogno di nessuna gratifazione morale per brandire il tizzone del caos e demolire la società corrotta.
[il post seguente contiene
spoiler per chi non ha visto «V for Vendetta» e «Joker»]
Fra i due noto più le differenze che le affinità, al punto che non li accosterei nella categoria "risentimento sociale" o comunque non nello stesso "percorso" di «evoluzione della maschera»: V
ha una maschera (iterabile, generica), Joker
è una maschera (autobiografica e personale come la "sindrome della risata"); V si oppone in un futuro distopico ad una dittatura (quasi come un "supereroe socialdemocratico"), Joker nel presente non si oppone o lotta per un principio, piuttosto cerca di difendersi nel cavalcare la sua nevrosi (ha sempre meno empatia e nessun ideale politico); V si muove in un orizzonte di senso ben chiaro, Joker è invece alla continua ricerca individuale di un senso (vedi battuta basata sul gioco fonetico di «
cents»); V è mosso da vendetta sociale, Joker da vendetta personale; V si propone come cura del disagio sociale, Joker ne è il risultato estremizzato; V vuole scuotere le coscienze e riempire le piazze, per Joker (secondo me) questo è stato un effetto tanto imprevisto quanto "divertente": dalla nevrosi del ballare da solo sulle scale al narcisismo di ballare su un auto sfasciata nel caos urbano, non c'è finalità programmata (va ricordato che non è il Joker di Batman, quello folle ma comunque avido di potere, quello
leader di una sua banda, etc.).
La differenza fra la "responsabilità sociale" di V e l'individualismo (ai limiti del solipsismo) di Joker sta tutta nei due "discorsi emblematici" (reperibili su youtube) e non solo nei contenuti: V "si prende" la televisione, Joker ci si trova per un colpo di fortuna; V dà appuntamento ai suoi "destinatari" all'anno successivo per la rivoluzione, Joker non si rivolge mai come "guida" al "suo" popolo.
Anche i "fuochi" con cui terminano i due film sono molto differenti: i fuochi d'artificio "catartici" osservati da una disciplinata platea popolare contro i fuochi dei roghi "anarchici" degli indisciplinati rivoltosi in una sommossa civile, molto più povera di speranza rispetto all'altra (in una c'è il successo del popolo, nell'altra il successo
momentaneo dello "
showman" che, a differenza dell'eroe classicamente tragico, non morirà, ma come uomo comune verrà riassorbito dal "sistema", pur continuando la sua "commedia"...).
Entrambi i film sono chiaramente mossi da un malcontento, ma la declinazione mi pare piuttosto divergente.
[spoiler anche qui]
Non sono per nulla in disaccordo con la tua disamina fenomenologica, il punto è che quella parolina che ho messo ("amorale") a cascata genera queste differenze tipologiche, particolarmente riguardo alla deviazione individualista\sociale, anche nelle cause dell'eroe. V è perseguitato dalla società e vive la sua libertà in un bunker, Joker si chiude da solo nel frigo (scena che da sola vale l'intero film) proprio perchè Joker ha perso le sue pretese morali nel momento in cui scopre la verità su sua madre (cioè la sua genesi), ma le avrebbe certamente avute nel caso in cui quelle teorie fossero state confermate. Immagina quindi la narrazione partendo dal presupposto del figlio illegittimo, l'intera società sarebbe finita in scacco. Il punto è che Joker sbatte la testa contro la realtà ogni qualvolta prova ad andarvi oltre, Joker ha torto narrativamente parlando, ma riesce comunque a suscitare empatia nel pubblico proprio perchè il valore del risentimento è andato oltre ogni possibile morale. E la prospettiva dello spettatore cambia, mentre in V la verità è sepolta e lo spettatore la ritrova gradualmente fino al finale, in Joker la verità sepolta ha spazio fino al primo tempo, poi inizia un atto un creativo, non è più la tela intessuta dal fato a genere la narrativa, ma il libero arbitrio della maschera.
Come si suol dire "bisogna avere il caos dentro di sé, per partorire una stella danzante!"
Non vado quasi mai al cinema, se non occasionalmente per accompagnare qualcuna della mie donne, qualche volta momentaneamente prive d'amiche. Purtroppo l'addensamento vitreale nei miei occhi non mi permette di vedere bene con poca luce nell'ambiente (come nei cinema. Infatti vedo molto meglio sul piccolo schermo con la luce accesa nella stanza). Qualche giorno fa ho visto in tv "Io, Daniel Blake". L'ho trovato molto bello, poetico e interessante. Mi sono immedesimato nel personaggio, in parte. Anch'io,come lui, faccio parte di quell'umanità troppo 'vecchia' per trovare un impiego ragionevole (per l'età e per il mercato del lavoro attuale che richede giovinezza, dedizione totale ed "entusiasmo"...), ma troppo giovane per andare in pensione. Il film ci dà un quadro preciso del sistema inglese di welfare, con tutte le storture e le negligenze. Quello italiano probabilmente, almeno dal punto di vista burocratico, è pure peggio...E' un film che consiglio. E' molto bello lo sforzo di rappresentare il tentativo di mantenere la propria dignità anche nella povertà, nella mancanza di lavoro, nel vuoto di speranze.
Film come "Joker" non mi interessano più ormai. Troppa esagerazione irrealistica. Troppo hollywood, al di là della grande interpretazione degli attori, come ho letto...
Citazione di: Sariputra il 11 Febbraio 2020, 16:32:50 PMAnch'io,come lui, faccio parte di quell'umanità troppo 'vecchia' per trovare un impiego ragionevole (per l'età e per il mercato del lavoro attuale che richede giovinezza, dedizione totale ed "entusiasmo"...), ma troppo giovane per andare in pensione. Il film ci dà un quadro preciso del sistema inglese di welfare, con tutte le storture e le negligenze. Quello italiano probabilmente, almeno dal punto di vista burocratico, è pure peggio...
Sei (siamo) fortunato a non vivere nel sistema sudcoreano, altamente più competitivo >:( . Un dettaglio che potrebbe sfuggire nella visione di Parasite è infatti
[spoiler] che il parassita che vive nello scantinato della casa, ha una libreria piena di libri di diritto [1:22:49]. In sudcorea (ma anche in Cina che io sappia) uno dei modi più gettonati per uscire dalla povertà è quello di dare l'esame di stato come magistrato, il problema è che si tratta di una corsia parecchio affollata e competitiva, e perciò molti ne rimangono esclusi, nonostante anni di impegno per preparare il suddetto esame, e finiscono nel limbo occupazionale che descrivi tu, continuando la propria vita come reietti o mendicanti. Purtroppo questo dettaglio è precluso agli occidentali non potendo leggere il titolo dei libri, ma fornisce l'intera origine del parassita dello scantinato in una ripresa di 2 secondi. In realtà ci sono molti altri dettagli che valgono la seconda visione, non solo per le sfumature "
lost in translation" (per cui uno si deve per forza "attrezzare") ma anche per temi che si evidenziano solamente retrospettivamente. E' per esempio solo nella seconda parte del film che viene calcata la mano sul tema di "
oltrepassare la linea" (ripetuto ossessivamente dal capofamiglia ricco) anche cogliendo immediatamente il suggerimento, si sono già perse tutte le volte in cui è accaduto visualmente nella prima parte del film. Il tema di
oltrepassare la linea è ossessivamente riprodotto visualmente (io l'ho contato per almeno una ventina di volte) e una seconda visione con la ricerca delle linee fornisce una comprensione più completa della narrativa. Esempio facile
(http://blob:https://imgur.com/61d084a6-e8db-4f71-9034-673d0fc097fa)(https://i.imgur.com/AShnhXw.png)
Da una accurata recensione del film fatta
qui è risultata anche l'attenzione certosina del regista per l'oggetto "scala". Simbolico al calor bianco nel contesto sociale narrato. Si dice abbia coinvolto i suoi aiutoscenografi in un intenso braistorming per rendere al meglio il messaggio simbolico racchiuso nelle varie tipologie, fisiche ma altrettanto sociali, di scale presenti nel film.
Citazione di: Ipazia il 12 Febbraio 2020, 16:23:26 PM
Da una accurata recensione del film fatta qui è risultata anche l'attenzione certosina del regista per l'oggetto "scala". Simbolico al calor bianco nel contesto sociale narrato. Si dice abbia coinvolto i suoi aiutoscenografi in un intenso braistorming per rendere al meglio il messaggio simbolico racchiuso nelle varie tipologie, fisiche ma altrettanto sociali, di scale presenti nel film.
Esatto, e c'è anche l'esempio composto, la scala dal piano terra al piano primo viene sempre inquadrata di lato in modo tale da mettere in risalto il pilastro che fa da linea di separazione verticale https://i.imgur.com/warFS1M.png. Anche se in realtà il primo piano non ha realmente nulla a che fare con la lotta di classe, le uniche scene lì girate sono quelle dove si consuma la liaison tra i due ragazzi. L'amore sopra a tutto? uuuh frasi da cioccolatino!
Due ragazzi dormivano (e vivevano, amavano,...) al piano di sopra e due nel sottosuolo, trasparente pur'esso verso un mondo assai diverso.
Mi sono imbattuto in un interessante spunto nella risposta di Anthonyi nel topic riguardante il paradosso di Fermi, non ho risposto lì perchè non si tratta di una risposta diretta ad Anthonyi e perchè il topic in se mi sembrava già abbastanza deragliato fuori tema. Lo spunto è questo:
CitazioneSai che i gatti in casa tendono ad umanizzare e ad assumere comportamenti imitativi del padrone.L'imitazione, poi, non spiega l'archetipo, cioè la prima volta in cui un certo comportamento si è manifestato e siamo sempre lì, a quel punto di partenza della civiltà/coscienza umana sulla quale le spiegazioni sono molto difficili.
A parte che per quanto ne so in psicologia cognitiva la continuità con il mondo animale è considerata una norma, non un eccezione (motivo per il quale molti trattamenti neurologici vengono testati sugli animali) la domanda interessante che mi pongo è :
I gatti credono in Dio?Ebbene è parecchio tempo che lo chiedo ai miei gatti, e sono giunto alla conclusione che i miei sono atei, ma ce ne sono tantissimi credenti, e questo ovviamente ha a che fare (come per gli esseri umani) con i loro vissuti personali. Da parecchio tempo circolano su youtube video che testimoniano la reazione dei gatti al cetriolo a sorpresa : https://www.youtube.com/watch?v=_7vML9C3PZk
Ora non ho trovato una risposta etologicamente univoca a questo comportamento, ma mi pare che la maggior parte propendano per "umanizzare il gatto" e considerarlo come un caso di iperidentifcazione, ovvero il gatto confonde il cetriolo per un serpente e attiva i suoi istinti primordiali di difesa.
Ora, volete che io avendo dei gatti (la popolazione è variabile dai 3 ai 5), dei cetrioli in giardino (che quando sono troppo grandi diventano immangiabili), tempo libero, e una sana dose di sadismo, non voglia provare a spaventare i miei gatti con dei cetrioli? Certo che ci ho provato.. il problema è che mi sono quasi immediatamente stufato, perchè i miei gatti non hanno mai mostrato la benchè minima reazione al cetriolo, neanche di curiosità o di vago interesse.
Il motivo secondo me è molto semplice, i gatti che si vedono si youtube sono unanimamente gatti d'appartamento, mentre i miei l'appartamento non sanno nemmeno come è fatto (davanti alla porta vive un cane) e passano molto tempo a caccia di serpenti veri. Perciò suppongo che i miei gatti siano molto meno suscettibili ad iperidentificare un cetriolo con un serpente, perchè per identificare un serpente non vanno a pescare nelle loro "memorie archetipiche" ma nelle memorie recenti, per cui è assolutamente impossibile confondere un cetriolo per un serpente.
Perciò ne deduco che i miei gatti non credono nel dio serpente, non iperidentificano aerei cargo con divinità volanti, e si catalogano nell'infamante categoria dei "gatti materialisti". D'altro canto è un fenomeno umano-troppo-umano, passare dal Dio dell'AT che chiede in bottino di guerra delle profumatissime vergini (molto materiale nei suoi interessi) ad un Dio nascosto in qualche iperdimensione dell'iperuranio intangibile e immateriale ai comuni mortali se non attraverso guizzi e effrazioni delle leggi della fisica (tipo una candela che si accende senza un fiammifero) il passo è breve, duemila anni circa, senza averne visto uno in carne ed ossa, e persino un cetriolo potrebbe passare per una divinità.
Ebbene, si chiedeva Phil qualche post fa, quale sarebbe l'ipotetica reazione all'idea di un controllo delle nascite?
La risposta è arrivata la settimana scorsa a Cremona : https://www.ilsussidiario.net/news/meno-figli-per-salvare-clima-volantino-choc-cremona-intervenga-ministro-famiglia/1982640/
Apriti cielo ! Opposizione e non, all'unisono urlano al sacrilegio! Il sacro diritto è stato calpestato, tutti prendono le distanze, banche, partiti, governanti! Manco avessero visto l'anticristo in chiesa! Eppure era solo un volantino.. e che fine ha fatto la libertà di parola e di stampa? Davanti a contanta offesa alle vagine ovulanti e al sacro seme anche la libertà di parola si piega e si spezza! E chi le paga poi le pensioni??
"Spero di aver capito male!" tuona il Forzaitaliota Federico Fasani, ispirato dalle gesta virili e poligamiche del suo presidente
"Segno tangibile di totale assenza di cultura e di decadimento della nostra civiltà". inveisce il Fratello d'italia Luca Grignani, che già nel nome del partito si capisce non è figlio unico.
"Un figlio ti costringe ad essere ambientalista perché ti da una prospettiva di senso nel futuro e del futuro. Se hai un figlio anche fare la differenziata diventa un atto di amore e non un obbligo comunale". Dice Gigi DePalo del forum nazionale delle famiglie, che prima di avere figli manco la metteva nel bidone, proprio la lanciava dal finestrino, un barbaro.
"la pubblicazione dell'opuscolo con questo tipo di contenuti mostra una grande superficialità nel trattare l'argomento demografico e chiediamo di ritirare la pubblicazione" Dice la fondanzione Cariplo..
Ok.. affrontiamo il tema senza superficialità
1) Wynes and Nicholas (2017). "Having one fewer child (an average for developed countries of 58.6 tonnes CO2-equivalent (tCO2e) emission reductions per year), living car-free (2.4 tCO2e saved per year), avoiding airplane travel (1.6 tCO2e saved per roundtrip transatlantic flight) and eating a plant-based diet (0.8 tCO2e saved per year)".
Quindi è vero! Il volantino è incorretto, a quanto pare, perchè non quantifica l'impatto delle scelte proposte sottintendendo che si tratta di scelte equivalenti. Se si va a vedere la quantificazione, un figlio in meno equivale a 25 persone che vivono senza auto, o 30 che non prendono l'aereo, e 50 che mangiano erba!
"We are jeopardizing our future by not reining in our intense but geographically and demographically uneven material consumption and by not perceiving continued rapid population growth as a primary driver behind many ecological and even societal threats" It calls for "further reducing fertility rates by ensuring that women and men have access to education and voluntary family-planning services, especially where such resources are still lacking" and for "estimating a scientifically defensible, sustainable human population size for the long term while rallying nations and leaders to support that vital goal." The paper was originally signed by 15,000 scientists and now stands at more than 20,000 .[BioScience, Volume 67]
Ventimila scienziati che firmano che bisorrebbe ridure le nascite? Nemici del popolo! Chi le paga le pensioni? Alle forche!
Project Drawdown, an international collaborative project, involving 70 research fellows from 22 countries and six continents. It ranked the top 80 practical, available mechanisms for cutting carbon emissions, by tonnage of CO2 saved. Educating girls was ranked no 6 (59.6 gigatonnes CO2-equivalent reduction) and family planning at no 7 (also 59.6 GT) – both featured because of their effect in reducing population growth. Combined, they save more carbon than onshore and offshore wind combined, and more an any other action. https://www.drawdown.org/solutions-summary-by-rank
Pianificazione familiare ed educazione delle donne salvano più co2 di tutte le turbine eoliche al mondo!?
MA NOI ABBIAMO I PANNELLI SOLARI ! Giù le mani dai nostri piselli!
Maledetto Onan! Tu che spargesti il tuo seme sulla sabbia!
Salve InVerno. Ti vedo (leggo) in buonissima forma. Tragica la soglia alla quale è giunta la faziosità nel nostro Paese. Una volta almeno c'era la scusante delle grandi ideologie. Oggi i pretesti sono i meschini tornaconto delle ultime ventiquattrore. Saluti.
Sono andato ieri da un mio amico, che mi voleva presentare una sua nuova creazione enologica, è un chimico quindi sa quello che fa anche se io non ci capisco niente, per me il vino è uva schiacciata, ma sono sempre curioso di vedere anche se sono sicuro che non replicherò nulla di quello che vedrò. Nella zona qualcuno lo chiama "u Cristu" perchè il servizio che fa per alcuni amici più fidati è quello di prendere una damigiana di vino e darne indietro tre, tralaltro con un gusto secondo molti migliorato. Tutte le volte che lo vedo esordisco con lo stesso scherzo, così invece di parlare del tempo e per aprire la conversazione, che più o meno fa:
"Ma lo sai che nel medioevo se ti beccavano a tagliare il vino la legge ordinava ti venissero tagliate le mani?"
"Eddaje con sto scherzo! Te la immagini mezza toscana coi moncherini? Ma poi anche tu mica fai monocoltura, che parli a fare?"
"Si ma i miei fanno la fermentazione tutti insieme, soffrono e sudano per una settimana nella botte, mica li mescolo quando son già fatti!"
"E che ti credi che cambia? Suvvia, vieni che ti faccio vedere cosa voglio provare"
E incomincia ad avviarsi verso la cantina, io lo seguo in silenzio ben conoscendo la strada. Una volta entrato va dalla rastrelliera delle bottiglie, ne prende una senza etichetta, e me ne versa un bicchiere.
"E' un rosso!" esclamo io, un pò giulivo.
"Si, ma questo è solo il primo ingrediente.. assaggia, assaggia, e dimmi di cosa sa" e mi porge il bicchiere.
"Beh.." dico col vino sulla lingua "colore rosso chiaro, gusto deciso ma senza particolari note o sapori dissonanti..un vino di classe, di lotta di classe, un vino da cantina sociale, povero e abbordabile.. se questo potesse votare avrebbe la tessera del PCI" dico scherzando, ma senza la più pallida idea della correttezza della mia elucubrazione.
"Ah vedi! tu che non credi ai sommelier, mi pare che ci assomigli sempre più! E' proprio così, è Tavernello" ridacchia.
"E che ci fai col Tavernello?" chiedo sollevando un sopracciglio.
"Ora ti faccio vedere" e torna verso la rastrelliera a prendere un'altra bottiglia "Questo non te lo faccio indovinare, sarebbe tempo perso, non lo conosci, non lo puoi conoscere"
"E che cos'è?" Chiedo stupito fino ad un certo punto, visto che raramente bevo vino che non sia il mio, e conosco solo i più famosi.
"E' vino nero" dice lui
"Ma come nero? nero intendi rosso, mio nonno diceva "nero" ora si dice rosso"
"No no questo è proprio nero" dice lui, e comincia a versare "nero come l'inchiostro"
Ed effettivamente è proprio nero, nero come la notte.
"Non ci credo! Fammelo assaggiare!"
"E no!" mi ferma subito " questo te lo descrivo io" e si porta il bicchiere già pieno verso la bocca.
"Sapore intenso.. sapore di orgoglio nazionale, di difesa della razza, di complotti giudaico massonici.. note di barche che affondano, di incenso di chiesa.. aroma di dopobarba di uomo forte"
"Ma che fai mi prendi per il culo?" dico io
E nel frattempo è già li che versa le due bottiglie in un singolo bicchiere e lo ampoleggia nel cielo con fare da alchimista, guarda la sua opera con sincero stupore. L'inchiostro si tinge di riflessi porpora, che attraversano il bicchiere trafitti dalla luce come da una vetrata di una chiesa gotica.
"No vedi" mi dice lui "se li mescoli ottieni un vino che si vende subito, l'ho chiamato "vino rossobruno" ".
"E a chi lo vendi? il tavernello tagliato con sta roba nera?"
Lui mi guarda con fare di sufficienza e dopo una breve pausa mi risponde "Li hai visti al bar?"
"Chi?" dico io
"I vecchi comunisti, quelli come dici te che in tasca ancora hanno la tessera del PCI, quelli che Stalin tutto sommato se non avesse sbagliato li e qui"
"Eh?" seriamente non capisco dove vuol arrivare
"Secondo te so così polli da credere che il Tavernello sia una cantina sociale? Lo sanno che è una multinazionale, bevono Tavernello con lo stesso disgusto con cui per anni hanno votato il PD, turandosi il naso. Ora se tu ci aggiungi un pò di vino nero li confondi, gli torna in mente la lotta di classe, la difesa dei poveri, possono di nuovo tornare a parlare di elité dominanti che gli tartassano i coglioni, risentono il gusto acetato dell'essere controcorrente, hanno di nuovo un nemico da combattere, poco danno se il nazionalsocialismo porta male. Questo vino rossobruno è per loro!"
Io per un attimo rimango allibito, non capisco che cosa dire, poi chiedo
"Ma tutto questo giro di parole - anzi di vino nel bicchiere - era per farmi una metafora politica?"
"Eh si" mi dice sghignazzando.
"Ma vaffanculo vah! te lo do io il vino rossobruno, sulla camicia!"
Ciao InVerno,
piacevolissimo racconto... lo dicevo ad Arjuna56 che sei un'ottima penna.
Delle proprie creazioni uno fa l'uso che ritiene migliori ma considerata l'apertura della nuova sezione "Racconti" questo tuo oltre a darle pregio potrebbe invogliare altri aspiranti narratori.
Quali migliori riflessioni di quelle supportate da un corpus narrativo?
Comunque decidi, complimenti.
Cordialement
Jean
(PS – da chimico conosco l'argomento... tutto vero, confermo)
Ciao Jean, grazie per i complimenti, e anche Viator ovviamente..
Si ho notato l'apertura della nuova sezione, anzi mi sono espresso favorevolmente alla sua apertura dicendo che vi avrei partecipato..
Diciamo che la mia idea era quella di parteciparvi nel caso avessi in mente soggetti leggermente più corposi (2-3-4 post) o articolati e di tenere queste sciocchezze serali nella grotta, visto che è un pò di tempo che non affronto idee più articolate, pensavo mi sarebbe servito per motivarmi. Purtroppo è un periodo dove ho la testa in cento cose e penso che posticiperò la mia partecipazione quando ne avrò scremate alcune più gravose. Tu comunque non ti sentire solo, metti già qualche bandierina sulla superficie lunare della nuova sezione, io poi arrivo (non è un "armiamoci e partite!", poi arrivo davvero)
(P.s. si chimicamente può essere lo stesso, ma ho il sospetto che spesso sia una pratica per mescolare uve che non sono state "omogeneamente coltivate" - leggasi : vini "sani" con vini "maltrattati" - mentre se la provenienza è la stessa, ci si assicura anche una certa omogeneità di pratiche culturali)
La lezione del cinipide galligeno
https://it.wikipedia.org/wiki/Dryocosmus_kuriphilus
Nel 2011 è sbarcato in provincia di Cuneo un agente estreaneo, proveniente dalla Cina, un imenottero totalmente sconosciuto al panorama europeo, con il brutto vizio di ovulare nelle galle del castagno, provocare ingrossamenti capaci di sabotare la fruttificazione e la vegetazione normale. Normalmente non è sufficiente a deperire totalmente la pianta, ma la pone sotto fortissimo stress, e la rende facilmente vittima di altre malattie che in piante sane e vigorose non dovrebbero aver luogo. Che risulti a me, non credo siano state fatte indagini importanti sul come questo imenottero sia arrivato in Italia e si sia poi diffuso anche nel resto di Europa. La teoria "accidentale", ovvero che sia arrivato in Italia attraverso scambi commerciali di marze di castagno, facilitate da alcuni regolamenti "globalisti" europei, è quella che va per la maggiore. Ma bisogna sempre tenere in conto che l'Italia era il primo esportatore al mondo per valore di produzione, e il secondo per quanitità, dopo la Cina. Ad oggi la situazione è radicalmente diversa, e la produzione castanicola Italiana è stata azzoppata. Il castagno rappresenta quasi il 10% della superficie boschiva Italiana, e si vede. Interi versanti montuosi somigliano oggi a cimiteri di elefanti, dove gli scheletri sono le carcasse dei castagni. I lanci del predatore naturale rappresentano un palliativo, io stesso ho acquistato un pacco di questi predatori, ma la verità è che non eradicheranno mai le proprie risorse di cibo (il cinipede), cioè si attesteranno su un equilibrio biologico dove poter convivere. Da parte mia mi sono preso inizialmente l'impegno di risanare un ettaro e mezzo di castagneto, finanziato parzialmente dall'unione europea, ma onestamente trovo assai dubbio il modo in cui questi fondi vengono gestiti dalle autorità italiane, e penso che diminuirò ulteriormente l'area fino a circa mezzo ettaro, e mi limiterò a conservare una zona dove è presente un castagneto storico, con alberi di oltre cinquatametri e centinaia di anni sulle spalle, perchè soldi o non soldi, perderli sarebbe davvero un peccato. C'è un uomo molto coraggioso che mi aiuta, salendo fino alla cima di queste piante gigantesche rischiando la vita. Se mi ricordo posterò qualche foto per il tempo delle prime foglie..
Citazione di: InVerno il 23 Febbraio 2020, 08:39:11 AM
Se mi ricordo posterò qualche foto per il tempo delle prime foglie..
https://i.imgur.com/1BIOrhl.jpgBeh le prime foglie sono arrivate, ma le chiome sono comunque spoglie e tristi, le galle gonfiate dal parassita non danno tregua alla pianta.Si intravede nella foto dei tre alberi secolari, a destra, un ramo di una chioma sana, come un segno di speranza.
Il piccolo insetto sulla foglia è il famoso Torymus che dovrebbe parassitare le uova del Dryocosmus, un amico tanto piccolo per alberi tanto grandi, ma molto simpatico, quando uscivano dalla provetta metà stavano già facendo sesso, quindi suppongo abbiano una gran voglia di mettersi all'opera. Speriamo che anche questa "toppa scientifica" non sia peggio del buco.
Con questa fotografia si concludono tre mesi davvero pesanti, il mio fisico è stato messo a dura prova e anche la mia motivazione e pazienza. A questo punto, se ho misurato bene dovrebbero essere 7mila metri quadri di castagneto risanato, con un ulteriore pezzo uguale da fare in autunno. La superficie potrebbe non sembrare eccessivamente ampia, ma le asperità del terreno e la posizione del castagneto hanno reso tutto molto complesso, basti pensare che raggiungerlo voleva dire fare mezz'ora a piedi con l'attrezzatura, risalendo un versante estremamente ripido.. Perciò mi ritengo soddisfatto, spero solo di vedere i risultati nei prossimi anni (e i finanziamenti).
ciao Inverno,
Ho fatto un rapido giro del web sui siti di entomologia agraria ed in effetti consigliano la lotta biologica e non quella chimica. Adatto che so quanto sei bravo a muoverti per cercare informazioni via web, penso che tu sappia benissimo il "fatto tuo". L'imenottero è arrivato attraverso cultivar importate, e può benissimo essere avvenuto con marze da innestare come dici.
Ti auguro un sincero e affettuoso "in bocca al lupo" visto il "mazzo" che ti stai facendo
Grazie Paul,
l'aver passato il lockdown in mezzo alla natura senza il senso di colpa di non essere in ufficio mi ha ripagato a sufficienza, anche se mi farebbero comodo quei seicento euro che il governo aveva promesso e io non ho ancora visto ;D (?).
Per un imenottero contro cui si può lottare c'è n'è un altro contro il quale si deve alzare bandiera bianca, ed è il caso della vespa velutina, anch'essa proveniente dalla Cina, probabilmente in un carico di bonsai. (Poi mi dicono che sono sinofobo, avrei materiale per aprire un topic chiamato "le sette piaghe cinesi").
https://it.wikipedia.org/wiki/Vespa_velutinaLa notizia non è certo nuova, se ne parla da un pò e il "contagio" stava già estendosi dalla provincia di Imperia verso levante, le ultime notizie ne danno una forte presenza nella toscana settentrionale, e le mappe più dettagliate ormai mi vedono chiuso in una tenaglia da est e da ovest. E' solo questione di tempo prima che ne troverò qualche esemplare nelle trappole che ho piazzato in giro. Qui ci troviamo in una situazione decisamente più complessa, infatti non mi risulta esistano soluzioni con predatori naturali, ma l'unica soluzione che sento adottare in giro è quella di seguire una vespa nel cielo per centinaia di metri, trovare il suo alveare e bruciarlo. Non so se è chiaro quanto è complesso inseguire le vespe, sopratutto in un territoio non pianeggiante e semi boschivo, ma non sorprende affatto che essa si sia tranquillamente espansa ormai in tutta l'europa centrale. La suddetta si piazza davanti al predellino di uscita dell'alveare e comincia a pungere tutte le api che escono a colpi di pungiglione, riuscendo a sterminare un alveare nel giro di giorni.
https://www.youtube.com/watch?v=MYzBNcX2ctEInutile dire che le api mellifere se la passavano già molto male e la presenza di questo predatore aggiunge danno al disastro. Come si vede nel video, le api non riconoscono questo insetto, non sanno che farci, e non trovano di meglio che ammucchiarsi sul predellino terrorizzate, non provano nemmeno a combattere. In famiglia abbiamo sempre avuto qualche nucleo di api, quando ero piccolo ricordo che le visite all'alveare annuali erano una manciata, e avere delle api era un attività abbastanza rilassante. Negli ultimi anni avere delle api si è trasformato in una guerra senza tregua. Non solo il precedente parassita asiatico, la Varroa Destructor (
https://it.wikipedia.org/wiki/Varroa_destructor) ha aumentato la sua aggressività per colpa dei trattamenti fatti, che hanno selezionato gli individui più aggressivi e letali e ucciso i più deboli, facendo si che il parassita si "incattivisse" esponenenzialmente; mentre alla fine degli anni 80 un nucleo poteva sopravvivere con circa un parassita per ape, oggi raggiunto quel livello il nucleo è semplicemente spacciato.
Ora si aggiunge anche questo meraviglioso import asiatico di cui avevamo veramente bisogno. Dopo aver perso metà dei nuclei quest'anno, e con la vellutina alle porte, ho deciso che tenere api, soprattutto in maniera hobbystica e senza i mezzi di chi lo fà professionalmente,
è accanimento terapeutico. Perciò che i miei ultimi nuclei vivano quanto possono , mi diano l'ultimo miele, e poi farò come tutti, compreremo del buonissimo miele cinese . Chi era quello che diceva che senza api ci estingueremo in quattro anni? Buona fortuna!
Ho dato un'occhiata sul web, in effetti è un grosso problema.
Le api si difendono ammucchiandosi sulla vespa, perché alzando la temperatura del corpo della vespa morirebbe. Il problema è che alle api italiane non riesce questa strategia su un nemico di un altro habitat, sembra che non riescano ad aggrapparsi bene al suo corpo.
Ho visto un progetto europeo che dovrebbe terminare, studi di dipartimenti universitari, ho letto quello di Torino per trovare il ferormone della femmina della vespa. Mi sembra che per ora il sito internet stopvelutina.it e vi è un progetto europeo ad hoc, non trovino soluzioni se non:
1) trappole faidate con la classica bottiglia di plastica tagliata dove il collo della bottiglia si riversa sulla parte inferiore che ha sul fondo della birra chiara come attrazione zuccherina
2) denunciare ad enti preposti.
Anche perché è parecchio aggressiva e ho visto i favi......impressionanti.
Il suo antagonista naturale in Asia è il Bareogonalos jezoensis. Temo che abbiano paura a immetterlo in habitat come il nostro perché non si sa quale impatto potrebbe avere sull'ecosistema.
Vedo che sta dilagando, espandendosi nei territorio ,come dici tu.
Se hai alveari di api si dice di inserire queste trappole in giro, ma consigliano in determinati periodi dell'anno ,seguendo i classici momenti topici nel ciclo di vita di questa vespa, perché sembra che la strategia difensiva delle api sia non uscire dall'alveare, e alla fine ovviamente muore per denutrizione, si auto esaurisce.
E' vero, le api oltre al miele e derivati preziosi per la salute, sono primari impollinatori, se diminuiscono a sua volta la vegetazione subisce danni.....è tutto una catena naturale.
Non demordere....spero che i vari progetti, visto che il problema c'è già da qualche anno e ha toccato la Francia ed è in sede anche europea oltre che nell'entomologia agraria delle università , trovino qualcosa.
Dalla Cina arrivano tante brutte cose, ma per quattro secoli abbondanti che cosa abbiamo portato in giro per il mondo noi europei ? Siamo riusciti perfino a fare guerra ai cinesi per potere continuare ad avvelenare il mondo con l'oppio. Ora il mondo si è globalizzato anche epidemicamente, per ogni forma vivente, e quindi, se vogliamo essere razionali, non può esservi che una risposta globalmente condivisa. Se non ne saremo capaci ci estingueremo e il pianeta dubito che ci rimpiangerà visto che dovrà passare milioni di anni a bonificarsi dalle nostre sozzure accumulate ovunque.
Ciao Paul. Le trappole le ho, ma hanno una valenza diagnostica, capire se c'è o non c'è, non la combattono effettivamente (a meno di non essere così sculati di intrappolare una regina che fa il suo volo di fecondazione, ma se si è dotati di tale fortuna conviene puntare sul superenalotto). Anche io penso che il predatore naturale non venga introdotto per non mettere toppe peggio del buco, non è la prima volta che succede che queste introduzioni di predatori finiscono per fare disastri ancora peggiori. Le università escono ogni tanto con idee interessanti, per esempio un mio amico sta testando alcune arnie riscaldate attraverso resistenze elettriche, se portate ad una temperatura precisa dovrebbero sterminare la varroa destructor ma lasciare viva l'ape. Quindi ci troviamo di fronte ad api che vivono con l'aria condizionata, trattamenti farmacologici continui (bio o non bio), alimentazione assistita, e uomini-guardiani che combattono i predatori. Comincio a credere a quella teoria che a domesticarci sono stati gli animali "domestici" non il contrario. Di sicuro l'ape vive attaccata ad un ventilatore-uomo, respira forzatamente. Ovviamente tutta questo per qualche magia non ha impattata sul prezzo del miele, strano vero? Se costa di più produrlo, dovrebbe aumentare il prezzo di vendita, invece nonostante l'annus horribilis 2019 dove gli apicoltori raccoglievano il miele coi bicchieri, il prezzo è uguale. Magia? Una magia che si chiama distruggere i pollini nel miele e rendere impossibile il tracciamento di provenienza, con tanti saluti al made in Italy. La propoli è già monopolio cinese, il miele lo sarà presto. Poi i grandi produttori potranno continuare a permettersi attrezzature avanzate come l'aria condizionata (!) nelle arnie, e i piccoli resteranno con il cerino della globalizzazione in mano. L'altro giorno ho visto passare sopra la testa uno sciame selvatico, la mia prima idea è stata di inseguirlo e catturarlo, poi ho pensato che era meglio lasciarlo dove era. Le api selvatiche fanno favi più piccoli, sciamano e si dividono in famiglie molto più spesso, muore un nucleo e ne hanno prodotto tre, evolveranno forse per combattere questi nuovi pericoli, nei prossimi secoli. L'idea umana di tenere le razze in purezza ed evitare che si moltiplichino cercando di tenere in vita gli stessi nuclei per anni, serve solo ad assicurare una produzione per l'uomo, non al bene delle api. D'ora in poi se vedrò passare uno sciame di api gli augurerò buona fortuna.
@Ipazia. Guarda che solo i nazionalisti cinesi più astiosi "ci" rinfacciano ancora la guerra dell'oppio, il prossimo passo cosa sarà, la giusta vendetta di Cartagine? Comunque mi preoccupo di più capire se la natura sia pronta alla globalizzazione, la Cina è solo un problema. Immagino che anche l'amazzonia sia una specie di vaso di pandora biologico, ma sono convinto che questo non fermerà la smania delle scimmie glabre per intensificare ogni tipo di scambio.
Con tutto sto parlare di Svezia per i motivi sbagliati, mi sento l'obbligo di parlarne per i motivi giusti.
Uno di questi sono i canti Kulnig, usati dalle donne svedesi per richiamare le mandrie e tramandati in famiglia, cosìcchè possano essere unici e riconosciuti dalla propria mandria. Questo tipo di impostazione vocale permette alla voce di attraversare le valli con una minore alterazione sonora.
https://www.youtube.com/watch?v=KvtT3UyhibQ
Recentemente è uscito questo articolo sul NewYork times che parla di una realtà "green" Italiana, produttore di pasta all'idrogeno, consiglio la lettura completa perchè c'è da sbellicarsi, io faccio solo tre commenti alle parti più succose.
https://www.nytimes.com/2020/05/27/business/hydrogen-fuel-climate-change.html
Inside, regional specialties like orecchiette and thick, rich paccheri kept rolling out as employees in white coats and head coverings supervised. But because hydrogen fuel is free of emissions, the operation was sending less carbon dioxide into the atmosphere than one using just natural gas, an emitter.
La buona penna che mescola orecchiette e idrogeno "free emissions" in una sorta di quadro surrealista. Per essere corretti con l'articolista, egli cita il fatto che per produrre idrogeno è necessario produrre CO2, ma evita di dare le quantità perchè i numeri mal si addicono a queste pennellate così romantiche. Il numero è questo : per ogni tonnellata di idrogeno, 9 tonnellate di co2 emesse, solo come risultato del processo chimico, senza contare tutto l'indotto di produzione. Perchè, allora si chiede, purtroppo solo retoricamente, (dovrebbe essere una domanda seria), non usare direttamente il carbone anzichè l'idrogeno? Risposta semplice:
The answer is storage. Excess renewable energy from wind and sun is often wasted. Using it to create hydrogen, which can be saved for later, is like having a large, relatively cheap battery, advocates say.E' questa è una riga meravigliosa,
"gli eccessi di energia solare\eolica.." implicando che questo idrogeno sarebbe stato prodotto attraverso quelle energie, addirittura salvando eccessi che altrimenti sarebbero stati persi... ma è davvero così?
E' ovvio che non è così, perchè non esistono impianti di elettrolisi, è tutto prodotto bruciando carburanti fossili,
e lo ammette pure, ma alla fine, come "nota generale" mentre per la descrizione dell'impianto Italiano lascia aleggiare questa frottola tra una leccata e l'altra. L'articolista continua con una sorta di agiografia di "Mr.Alverà", prima in GoldmanSachs, Enel, Eni, il battesimo nel Giordano da parte di Scaroni, l'illuminazione sull'uso dell'idrogeno, la nascita di un nuovo santo Green è una fusione magica tra il petrolio e il potere finanziario.
Even though a group of companies, including Royal Dutch Shell, are installing hundreds of hydrogen filling stations in Germany, California and elsewhere, there are still only a tiny number of hydrogen cars. ."I remain disappointed with the number of vehicles that are in the market," said Oliver Bishop, Shell's general manager for hydrogen.Caro Oliver, è vero siamo titubanti nel comprare macchine all'idrogeno, un pò perchè conosciamo le leggi della termodinamica e come viene prodotto, un pò perchè non ci va di portare in autostrada dietro al sedile una delle sostanze più esplosive del pianeta solo perchè tu debba considerarti un "green", ma vedrai che le cose cambieranno presto, basta continuare a pagare pubblicità come questa.
Oggi mi sono imbattuto in questo "scontro radiofonico" dove la vincintrice del premio Campiello sarda mette in atto la sua pantomima radical chic contro il sessismo
https://www.youtube.com/watch?v=cmzmhnHEIi0 . La suddetta, già tristemente nota alle cronache per frasi e concetti sessisti e tossici (come "
essere maschi è come essere figli di un boss mafioso") continua imperitura le sue battaglie contro i mulini a vento, e allo scrivente viene il dubbio, ma se un uomo avesse detto che "
essere donna è come essere figlie di una puttana" quante trasmissioni radiofoniche lo vedrebbero invitato a partecipare? Nessuna, ma il doppio-standard è ormai la norma, nel patriarcato oppressivo e imperante, la tossicità femminista è sempre benvenuta.
Va bene, in fondo, certe storture sono antidoti di sé stesse, riguardo invece a quanto detto\non detto nella trasmissione, benchè la Murgia si abbeveri evidentemente alla fonte della "scienza dei sentimenti" (quella dove non è necessario studiare, e si può dire qualsiasi cosa i propri sentimenti suggeriscano) vale la pena ricordare che esiste anche una "scienza dei fatti". In suddetto ambito già dai primi anni 2000, è noto che persino nei primati, e prima di qualsiasi costrutto sociale possa intervenire ed esclusi scompensi ormonali o comunque biologici, le scimmie-femmine preferiscono le bambole e le scimmie-maschio le auto della polizia, e che la questione è stata riconfermata ogni volta che è stata studiata, anche negli uomini.
https://www.livescience.com/22677-girls-dolls-boys-toy-trucks.htmlPerciò non rimane che immaginare la Murgia, coperta di foglie e fango, cercare di intrufolarsi in un gruppo di primati per cercare di demolire il "patriarcato" dei giocattoli.. l'amazzonia è grande, l'africa pure, perchè non cominciare subito?
Salve InVerno. Nulla di preoccupante. L'Italia è sempre stato un Paese conservatore. Non appena si affaccia una novità sotto forma di moda, vezzo, tendenza, l'Italia la adotta subito.
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No caro mio.......non sto contraddicendomi. L'Italia afferra al volo tutte le novità superficiali non per innovare, bensì per poterle custodire, conservare..........per poter dar loro spazio e tempo illimitati all'interno della propria cultura e del proprio costume.
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Infatti ci siamo appropriati più profondamente ed estesamente di altri Paesi sia dei fenomeni globalizzativi (migranti) sia (vedi dati epidemiologici) della "novità" Covid19. Per quanto concerne il presente argomento (retorica sessista), siamo di fronte alla preziosa opera di custodia che la nostra società ha sempre fatto nei confronti della ex-"novità" sessantottesca.
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Se altrove certe "mode" duranto dieci anni, grazie anche al nostro provincialismo esse mode, una volta giunte a noi, dureranno almeno 80 o 90 anni. Ciò anche perchè la MODA - da noi - è una delle massime eccellenze e - soprattutto - dà da mangiare ad un sacco di gente, inclusi certi personaggi da te citati.
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Salutoni.
Ciao Viator. Pur assecondando in pieno la tua critica al provincialismo italico, d'altro canto in qualche modo dobbiam essere finiti da Calvino alla Murgia, io ritengo vi sia anche una sorta di inevitabilità. Perchè una volta che del marxismo non rimane che un retropensiero, un risentimento latente, e una volta che prendersela con il ricco capitalista diventa tabù perchè ci si è ormai convinti che se l'è meritato, con qualcuno bisogna pur prendersela, per continuare a dare sfogo al proprio risentimento e ad agire da vittime perenni. Il "maschio bianco eterosessuale" è il nuovo oggetto del risentimento dei post-marxisti, o dei "marxisti castrati", nel senso che non hanno più le palle di prendersela con chi ha il potere davvero. Purtroppo il risultato di queste teorie, che ironicamente iniziano con l'intersezionalità della Crenshaw, a tutto portano tranne che ad una "intersezionalità" ma al ritorno del tribalismo, cioè all'apogeo della sezionalità, un curioso (quanto a mio avviso prevedibile) gigantesco caso di eterogenesi dei fini.. Saluti anche a te.
Chi ha vinto la seconda guerra mondiale? - o meglio, chi ha contribuito di più alla vittoria?
Nel 1945 i francesi erano convinti, in maggioranza, che il più grande contributo fosse venuto dal'USSR, qualche decennio dopo le cose sono cambiate
(https://pbs.twimg.com/media/EN8WSe3WkAcu8e5.png)
L'esempio della Francia è particolarmente buono, perchè ovviamente USA e UK vedono se stesse al primo posto, ma che è successo in Francia? Forse hanno visto troppi film di PearlHarbor ? Effettivamente gli americani hanno rotto il cazzo con Pearl Harbor..abbiamo capito, vi hanno attaccato prima gli altri, è dal tempo dei sumeri che attaccano sempre prima gli altri.. 8)
Purtroppo non sono riuscito a trovare lo stesso sondaggio fatto in Italia, o qualcosa del genere, chi sapesse dove reperirlo avrebbe la mia gratitudine.
Salve InVerno. Non credo serva un sondaggio per conoscere cosa pensavano-pensano gli italiani circa l'esito della 2.aGM (detta anche WW2). Ovvio che a fine 1945 per il 40% la guerra risultasse vinta da noi grazie soprattutto all'intervento delle preghiere del Papa, per un altro 30% risultasse vinta sempre da noi grazie all'eroismo del Re e dei Partigiani, per ancora un restante 20% risultasse invece persa - nonostante la bravura dei nostri strateghi e la feroce combattività delle nostre truppe - per colpa dell'ex-alleato tedesco.
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Restavano un 10% di indecisi causa anafalbetismo. Saluti.
Citazione di: viator il 28 Giugno 2020, 21:18:21 PM
Salve InVerno. Non credo serva un sondaggio per conoscere cosa pensavano-pensano gli italiani circa l'esito della 2.aGM (detta anche WW2). Ovvio che a fine 1945 per il 40% la guerra risultasse vinta da noi grazie soprattutto all'intervento delle preghiere del Papa, per un altro 30% risultasse vinta sempre da noi grazie all'eroismo del Re e dei Partigiani, per ancora un restante 20% risultasse invece persa - nonostante la bravura dei nostri strateghi e la feroce combattività delle nostre truppe - per colpa dell'ex-alleato tedesco.
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Restavano un 10% di indecisi causa anafalbetismo. Saluti.
Beh, a parte qualsiasi altra possibile considerazione critica, non credo proprio che allora ci fossero Italiani così mentecatti da accostare quella che passò giustamente alla storia come la "fuga ingloriosa" del re (e della corte, e dei capi dell' esercito) con i sanguinosi combattimenti sostenuti dai Partigiani (le colline sulle quali sono solita pedalare sono cosparse di lapidi con elenchi di caduti).
Grafico interessante, Inverno. Che la dice lunga sul potere della propaganda. In realtà calcolare chi fra le grandi potenze influì di più nella sconfitta dell'asse è difficile, perché il calcolo riguarda elementi molto diversi fra di loro. Semplificando, tre: caduti, produzione bellica, logistica e innovazione. Sul lato dei caduti la differenza è impressionante, l'Urss ebbe 20 milioni di morti, la Cina 19, la Germania 7, mentre gli USA appena 400.000, come l'Italia.
Dal punto di vista della produzione bellica i dati si rovesciano. Gli Usa riversarono nella guerra una capacità produttiva da capogiro. Basti pensare che fornì all'Urss aiuti per 10 miliardi di dollari, compensando così la metà dei danni inferti dalla Wehrmacht, calcolati in 20 miliardi. Solo all'Urss, gli Usa forní 38,000 aeroplani, per non parlare di altri tipi di armi e aiuti. Alla Gran Bretagna furono forniti addirittura 30 miliardi di dollari di aiuti. 30 miliardi di dollari di allora, una cifra gigantesca.
Anche sul fronte dell'innovazione gli Usa furono l'unico paese a restare sulla scia della Germania, il paese più innovativo in fatto di invenzione e miglioramento di armi. Basti pensare al sonar, al bazooka, alle fortezze volanti ed ovviamente alla bomba atomica.
Ad essere sincero credo che l'apporto statunitense fu di gran lunga maggiore, al di là degli effetti propagandistici dal soldato Ryan in giù. Questo perché le guerre moderne, a partire proprio dalla seconda guerra mondiale, sono guerre tecnologiche e industriali.
Oltre a questi aridi argomenti ovviamente il mio pensiero onorerà sempre i caduti contro il nazifascismo siano essi partigiani, soldati sovietici o americani.
Due osservazioni critiche (filosovietiche; mi dispiace per i conformisti, ma la mia scorrettezza politica non transige) alle considerazioni di Jacopus.
Per quanto riguarda le tecniche moderne impiegate in guerra, oltre alla bontà di carri armati ed aerei sovietici, che erano certamente all' altezza di quelli americani, inglesi, francesi, oltre che soprattutto e naturalmente di quelli tedeschi, non si può dimenticare il notevole contributo, soprattutto nelle battaglie campali, come quella di Kursk, del lanciarazzi Katiuscia.
Per quanto riguarda il ruolo fondamentale delle risorse economiche decisivo fu a mio parere il carattere socialista di quelle sovietiche, che consentì di spostarle ad est della linea Leningrado-Mosca-Stalingrado, e in qualche caso addirittura oltre gli Urali, all' approssimarsi della guerra e in seguito alle iniziali inevitabili sconfitte e perdite territoriali.
Cosicché, mentre per esempio in Francia, dopo la debacle iniziale le industrie dei proprietari privati Renault e Citroen continuavano a fare profitti per i loro padroni come sempre, ma costruendo autocarri e carri armati o loro componenti per la causa del Terzo Reich Hitleriano, in URSS le industrie che si era riusciti a salvare e trasferire continuavano a produrre armi, attrezzature e vettovagliamenti utili alla guerra per il popolo come sempre, cioé per la causa della guerra e della resistenza antinazifascista.
Giopap. Le tue obiezioni non spostano molto le considerazioni su quale nazione contribuì di più ad affondare il terzo reich. Proviamo ad immaginare una guerra senza USA. Alla fine credo che Russia e Gran Bretagna l'avrebbero comunque spuntata, ma più per gli errori di Hitler che per una reale supremazia. Una grande risorsa sovietica, come hai notato anche tu, era l'estensione geografica, che permetteva di dislocare risorse in profondità, creando un pericoloso effetto "terra bruciata". Lo stesso copione adottato con Napoleone. Si può discutere poi dei singoli aspetti tecnici, l'adozione dei valenkij, oppure la grandezza del cingolo in grado di sopportare la rasputiza, ma l'arretramento in profondità senza farsi distruggere fu la strategia vincente. Inoltre Hitler aveva una sua personale filosofia geopolitica secondo la quale a lui spettava l'Europa mentre agli Inglesi il terzo mondo e il governo dei mari. Questa considerazione degli inglesi gli costò molti errori che pagò duramente.
Se pensiamo invece a una guerra senza la Gran Bretagna, non vedrei una grande differenza in termini di potenza militare, essendo l'Inghilterra il paese più debole fra i quattro di cui ci occupiamo. Di sicuro vi sarebbero state delle interessanti distopie politiche. La Germania avrebbe potuto sconfiggere inizialmente l'Urss, non dovendosi coprire le spalle, magari arrivando anche oltre gli Urali, ma l'intervento degli Usa sarebbe stato comunque letale. La guerra in questo caso sarebbe potuta durare molto di più ma con un destino comunque segnato.
Una guerra senza Urss avrebbe anch'essa avuto un finale scritto, in questo caso per la strozzatura economica di un embargo atlantico, contro la quale infatti Hitler ebbe un'unica opzione, l'aggressione all'Urss.
Credo che non si debba esagerare con i "se" ed i "ma".
Anche perché se alla guerra parteciparono tutti i paesi che vi parteciparono non é certamente stato per caso (le effettive possibilità di sottrarvisi, cercate in vari periodi da un po' tutti quelli che poi si trovarono a combattere insieme contro i fascismi, non erano molto facilmente praticabili quantomeno).
Rispetto alla vastità del territorio dell' URSS, per me di gran lunga più decisivo é stato il fatto che il socialismo ha consentito di conservare per i lavoratori e i popoli sovietici, sottraendole al nazismo, buona parte della capacità produttive dei vastissimi territori inizialmente persi: un conto é perdere territori e risorse produttive cadute nella disponibilità del nemico, un altro perdere territori conservando risorse produttive da impiegare contro l' invasore.
Nel primo caso non improbabile sarebbe stato il ricongiungimento di Germania e Giappone con la conquista dell' intera Eurasia; e allora l' esito dello scontro fra i due fronti imperialistici superstiti (o l' eventuale accomodamento più o meno provvisorio, assolutamente "distopicissimo", ma non improbabile date le simpatia per il nazismo che in USA erano state non poche e non poco potenti almeno fino all' entrata in guerra) non sarebbe stato scontato.
Continuate pure, anche se la questione più che sui tecnicismi bellici era incentrata sulla percezione, infatti anche se l'UK come dice Jacopus diede un contributo più modesto, si percepisce come il maggior contribuente !
https://cdn.yougov.com/cumulus_uploads/inlineimage/2015-05-01/WW2-2.png****
Ieri sera, annoiato, stavo guardando alcune cose su GoogleEarth, quando ad un certo punto mi è capitato l'occhio su alcuni fiumi del plateau tibetano, e non ho potuto fare a meno di notare che sono pieni zeppi di dighe. Ora, che i Cinesi posseggano molte dighe idroelettriche, sia a bacino che passanti, non è esattamente una novità, ma il punto interessante è un altro
(https://www.meltdownintibet.com/images/hydrochina_map_lg.jpg)
ovvero che i fiumi che sono sbarrati sono praticamente la gran parte della riserva di acqua dolce del sudest asiatico, l'intero subcontinente indiano è bagnato da questi fiumi, ma il "rubinetto" ce l'hanno i cinesi. Quando pensi che la teoria degli stati idraulici di Wittfogel sia troppo "arcaica" o si possa applicare solamente a stati antichi, essa ritorna con prepotenza a spiegarti le dinamiche geopolitiche del mondo moderno, dalla guerra in Siria (e del controllo del Tigri e dell'Eufrate) ai recenti conflitti sul confine sino-indiano, i fiumi rimangono i "dimenticati ma ingombranti" baricentri di conflitti importantissimi, al punto che mi chiedo quanto riconoscerli internazionalmente potrebbe aiutare ad evitare tali conflitti. La cosa curiosa è che i Cinesi rappresentavano proprio il "caso studio" per Wittfogel, che considerava il governo delle acque dello YanTze come l'opera per la quale i cinesi necessitarono di uno stato talmente potente e grande da diventare quasi immutabile, a differenza degli stati "senza fiumi" sempre erosi da lotte fratricide per il potere.La rivoluzione sovietica, era in quest'ottica niente altro che uno sguardo dello zarismo verso il dispotispo idraulico orientale (giudizio che costò a Wittfogel il riconoscimento accademico da parte dei marxisti, sempre molto aperti all'autocritica ), fatto ampiamente documentato dalle innumerevoli opere idrauliche in tutti gli stati satellici sovietici, ma il caso cinese è ben diverso, in quanto per loro si tratta di una politica di continuità, tutt'altro che una rivoluzione, il controllo del Tibet appare perciò come l'upgrade di una tecnica ben rodata nei millenni, upgrade sia in termini di espansione territoriale, sia della sostanza del controllo (oltre all'acqua, anche l'elettricità) , e perfettamente in linea con il tipico approccio "softpower" dell'imperialismo cinese.. Perchè sforzarsi di controllare con la forza, quando i controllati prima o poi verranno a chiederti aiuto e non potranno mai dire di no?
https://www.youtube.com/watch?v=oJg2bKqD1-0
Riguardo ad un eventuale ammodernamento del "diritto fluviale", la mia provincia (e penso anche l'Italia) è davvero all'avanguardia, un vero e proprio fiore all'occhiello. Qualche mese fa infatti, premendo sugli uffici preposti perchè finalizzino infine la mia richiesta di derivazione di acqua irrigua (che è in attesa che un baffuto pancione la guardi e la timbri da qualche lustro) sono stato rinfacciato del fatto che l'acquedotto che ho messo in opera e che irriga i miei terreni, attraversa un importante e strategico rigagnolo della sezione di 1 metro, asciutto nove mesi l'anno, introvabile se non seguendo le informazioni di una guida. A fronte di cotanto uso dei beni pubblici (un tubo che passa sopra ad un valletto) mi è stato chiesto di pagare la modestissima somma di 250€ annui (sic!!!).
Partendo dai presupposti che:
a) essendo che sono io ad occuparmi degli argini di tale rigagnolo essendo il proprietario di entrambe le sponde, tenendolo pulito ed evitando che "bombe d'acqua" provochino danni ai miei ed altrui terreni (che poi verrebbero magari pagati dalla provincia stessa attraverso sovvezioni per danni alluvionali) dovrei essere io quello pagato, non la provincia.
b) in particolare essendo che quello che sta in provincia sono anni che non trova il timbro per finire la mia pratica, tutto meriterebbe tranne che essere pagato ulteriormente.
c) si tratta di una tassa medievale che assomiglia alla tassa per attraversare il ponte che va al mulino e non ha alcun senso economico se non fare cassa.
d) con 250€ all'anno anzichè pagare la provincia posso comprare delle autobotti d'acqua irrigua anzichè fare un acquedotto, che tralaltro richiede manutenzione e ulteriori spese, per far crescere dei dannati pomodori, mi vergognerei solo di quanto sono stupido.
A parte questi presupposti, pare che se il tubo è a carattere temporaneo (ovvero tutte le notti prima di andare a dormire smonto la porzione che attraversa il canale e me la porto in letto) forse non devo pagare la tassa. Suppongo opterò per questa via, potete tranquillamente immaginarmi dormire abbracciato al mio tubo, piuttosto che pagare 250€ a questi...infimi.
Una decina di anni fa tralaltro, per ricollegarmi al discorso cinese precedente, avevo pensato di poter sfruttare questo acquedotto mettendo una turbina a fine corsa e producendo così un pò di elettricità. Avevo calcolato che pur essendo un tubo modesto, avrei potuto produrre elettricità sufficiente per me e i vicini, giorno e notte, 365 giorni l'anno. Ma dovevo considerare che cosa fare dell'energia in eccesso, e in tal caso avrei dovuto venderla alla rete elettrica nazionale, con il solo inghippo che l'energia da minidroelettrico era sovvenzionata talmente male che si sarebbe potuto dire "regalata" alla rete elettrica nazionale.
Allora pensai che anzichè fare questo impianto, sarebbe stato più economico fare un impianto fotovoltaico, perchè il prezzo di vendita era così ben sovvenzionato da renderlo più economico rispetto alla turbina, nonostante producesse energia solo per me, solo di giorno, e non so quanti giorni l'anno. Questo mi diede una chiara idea di quanto fosse drogata l'economia intorno al fotovoltaico, ma chi ero io per cambiare il mondo? E decisi di installare i dannati pannelli fotovoltaici. Mai scelta fù più stupida, e oggi, dopo dieci anni di esperienza con i suddetti amenicoli posso a) ridere bellamente di chi crede di illuminarci il mondo e b) ridere di me stesso per aver seguito le "indicazioni" di investimento statali. Spero solo che una volta che avranno smesso di funzionare non dovrò pagare troppo per smaltirli, e metterò finalmente la turbina.
Tutti i linguisti ammettono che esistono parole\locuzioni intraducibili, ma è praticamente impossibile trovare un testo che sia considerato intraducibile. Un pò come dire che alcuni mattoni sono insostituibili, ma nessun muro è unico nel suo genere, anche se è composto di questi mattoni. Io sono e colpito da un neologismo anglossassone che ho rintracciato nascere nel 2020, si potrà tradurre? La mia compagna lo ha scartato, dice che "commenta la realtà anzichè chiamarla", e non avrà successo, ma secondo me ha tratto questo discernimento da qualche libro di Steven Pinker, perciò scarterò a mia volta questa osservazione.
Il neologismo è: "Grill Pill"
la definzione sarebbe : to have experienced a blithe resignation to the failure of leftist/progressive movements to overcome neoliberalism, electoralism and fascist nationalism; couples with a semi-ironic desire to profess bourgeois attitudes of political apathy, jocular antagonism to politics, and idolize outward symbols of petty materialism, a.k.a. the grill
ovvero tradotto : aver fatto esperienza di una resa incondizionata davanti al fallimento dei movimenti di sinistra nel superamento del neoliberalismo, l'elettoralismo e il fascismo nazionalista. Accompagnata da un quasi-ironico desiderio di professare un attitudine borghese di apatia politica, un giocoso antagonismo verso la politica, e la feticizzazione di simboli superficiali di meschino materialismo (come la "bistecchiera")
Semplificato : essersi rotti le palle della politica e darsi ai barbecue come forma di autoironica consolazione.
Il primo problema è che in inglese è musicale per la ripetizione di -ill.
Il secondo problema è che "pill" in questo caso riferisce metaforicamente alla pillola di matrix, nel senso dell'atto di prendere una pillola, come metafora di una scelta esistenziale diametrale. Non mi risulta che "pillola" in italiano abbia assunto questo secondo significato.
Il terzo problema è che "grill", può essere tradotto solo parzialmente in bistecchiera, ma la "bistecchiera" può essere sia quella da cucina che da esterno mentre qui è chiaro l'intento di evocare i barbecue all'esterno, mentre "griglia" è troppo generico per essere lasciato da solo.E i problemi continuerebbero, ma già questi pochi sembra insormontabili.
Ho paura che dovrò arrendermi, prima di quanto avevo previsto, in questa traduzione. Anche se mi decidessi su come tradurre le due parole, nel 99% dei casi sono sicuro dovrei arrendermi nel perdere la musicalità della locuzione, che perciò perderebbe il suo fascino memetico.
In ogni caso, vi auguro di prendere tante "Grill Pill" quest'estate.
Ma non ti punge vaghezza che il governo cinese (per lo meno sedicente comunista; per parte mia, non avendo elementi certi di valutazione, sospenderei prudentemente il giudizio in proposito), per aver compiuto gli spettacolarissimi progressi per lo meno economici e tecnologici che ha realizzato negli ultimi quarant' anni (e i fatti e i numeri della pandemia in India -settant' anni fa sostanzialmente allo stesso livello della Cina- in Brasile, negli USA e nella Cina stessa parlano chiarissimo a chi abbia orecchie da intendere), probabilmente agisce un tantino differentemente del burocrate governativo italiano panciuto-baffuto?
E magari per il fatto che, contrariamente a quest' ultimo, non é al servizio delle multinazionali -fra le altre- agroalimentari nazionali e straniere cui conviene che i medio-piccoli produttori di pomodori vadano alla malora (cioé degli autentici detentori del potere politico, quali che siano i funzionari cui di volta in volta lo fanno gestire)?
A meno che pensi che le realizzazioni cinesi degli ultimi quarant' anni siano tutta una enorme fake new architettata dal perfido Xi, magari in combutta col perfidissimo Putin (per la cronaca, quest' ultimo anche di solo vagamente "comunistico" o "socialistico" non ha proprio nulla di nulla), per fottere i poveri ingenui, onesti, sinceri governanti USA ("democratici" o "repubblicani" che siano: ai veri critici come Assange riservano tutti il medesimo, identico trattamento non propriamente "democratico" e "tollerante" ma piuttosto "abugraibico" o "guantanemerico"), nel qual caso sarebbe del tutto inutile stare a cercare di ragionare.
SALVE giopap. Permettimi una domanda forse troppo personale : visto il taglio inesorabilmente, desolantamente ideologico che pervade la maggioranza aritmetica dei tuoi interventi........... quali e quante direzioni dello spazio esistono all'interno della tua "visione del mondo" ?.
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Secondo me esistono l'avanti, l'indietro, il sopra, il sotto, la sinistra e la destra. Per te mi sembra esista solo la sinistra. Saluti.
Per Giopap. Ti dirò, sarei quasi soddisfatto se il burocrate panciuto-baffuto fosse al soldo di qualche multinazionale. Sarebbe più razionale. In realtà è completamente avvolto in una mentalità neoborbonica di codici, normative, regolamenti e grida che si contraddicono, che dicono tutto e il contrario di tutto, aggravata da una raffinata arte dello scaricabarile e del "non è una mia competenza". Grazie a ciò a governare è lui stesso, grazie alla sua interpretazione-applicazione della legge-codice-regolamento-circolare-glossa e alla sua considerazione dei cittadini come degli eterni truffatori. Ovviamente è uno stereotipo, ma quanti ne ho visti così.
Citazione di: viator il 01 Luglio 2020, 20:54:41 PM
SALVE giopap. Permettimi una domanda forse troppo personale : visto il taglio inesorabilmente, desolantamente ideologico che pervade la maggioranza aritmetica dei tuoi interventi........... quali e quante direzioni dello spazio esistono all'interno della tua "visione del mondo" ?.
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Secondo me esistono l'avanti, l'indietro, il sopra, il sotto, la sinistra e la destra. Per te mi sembra esista solo la sinistra. Saluti.
Purtroppo (in politica) esiste anche la destra, e ultimamente molto, ma molto ma molto, ma molto più forte (e variegata, Manifesto e LEU compresi) della sinistra (nello spazio da noi umani esperibile concordo che le dimensioni sono tre, ciascuna con due versi).
Ma se per te chi non é pregiudizialmente anticinese ed é "apota" (termine coniato dal destrissimo Giovannino Guareschi, che come da etimologia greca intendeva indicare quelli che non se le bevono; ovviamente le colossali e mal raccontate bufale di regime) vede solo la sinistra (ammesso e non concesso!), cosa dovrei direi io di voi ripetitori
indefessi (a scanso di eventuali malevole interpretazioni sottolineo senza alcuna ironia le prime due sillabe del termine) di tutto quanto ci propinano i potenti?
Cara Giopap, vedi, io non ho alcun dubbio che .. il "modo di produzione asiatico" per usare un termine a te forse risonante, sia molto più efficiente in molti aspetti cari anche agli occidentali, o che sia molto più efficiente nel debellare un virus (seppur ultimamente uno studio pubblicato su Lancet, non pinco pallino, indichi in 2 milioni i possibili contagiati cinesi secondo gli ingressi nella non-più-indipendente HongKong da parte di abitanti di Hubei - non ho dubbio che le forze dell'ordine cinesi siano "più efficienti") il problema che ho io è "a quale prezzo" questi risultati sono resi possibili, e se davvero siamo disposti a pagarli, in nome della di crescita (verso dove?). Sono praticamente certo che per i prossimi anni dovrò sorbirmi i soloni dell'efficienza cinese, che dati alla mano mostreranno quanto bravi sono a produrre tante cose in poco tempo, il problema è che non me ne frega niente, con me l'argomento "efficienza" non attacca. Da una parte il baffuto-panciuto della provincia mi ha davvero esaurito, anche perchè due lustri per un timbro sono effettivamente troppi, dall'altra lo capisco. Vivendo in campagna ho assorbito tempi diversi, se chiamo l'idraulico e arriva dopo un mese mi faccio una risata, e quando l'idraulico chiamerà me, magari lo farò aspettare un altro mese, non per ripicca, ma perchè darò la priorità ad altre cose, se potrò permettermi il lusso di farlo, e sarò contento se l'idraulico anzichè venire da me immediatamente, si farà una grigliata coi suoi figli e gli insegnerà qualcosa di bello, il mio rubinetto può aspettare, il PIL pure. Dove vogliono andare i cinesi con tutta questa fretta? Su marte? Sono finite le risorse, lo spazio vitale, l'aria da respirare.. Io auguro ai cinesi di avere tempo di fare una grigliata con i bambini, di non farsi irretire da qualche bene di finto-lusso a forma di carota per asini, di pretendere magari il part-time (ahahahahahahaha) ma mi pare che ci stanno cascando con tutte e due le scarpe, nel "modo di suicidio occidentale".
Citazione di: Jacopus il 01 Luglio 2020, 21:57:07 PM
Per Giopap. Ti dirò, sarei quasi soddisfatto se il burocrate panciuto-baffuto fosse al soldo di qualche multinazionale. Sarebbe più razionale. In realtà è completamente avvolto in una mentalità neoborbonica di codici, normative, regolamenti e grida che si contraddicono, che dicono tutto e il contrario di tutto, aggravata da una raffinata arte dello scaricabarile e del "non è una mia competenza". Grazie a ciò a governare è lui stesso, grazie alla sua interpretazione-applicazione della legge-codice-regolamento-circolare-glossa e la sua considerazione dei cittadini come degli eterni truffatori. Ovviamente è uno stereotipo, ma quanti ne ho visti così.
Io credo invece che, anche senza arrivare alla pura e semplice corruzione letterale (che peraltro non di rado accade) riceva comunque dai veri, autentici potenti (pochissimi e ricchissimi) sostanziose gratificazioni materiali e (parlando per ossimori) "morali" ("rispettabilità", miserabili micropoteri -impunità per prepotenze e bullizzazioni locali- e microprivilegi "alla don Rodrigo", ecc.).
Citazione di: InVerno il 01 Luglio 2020, 22:13:45 PM
Cara Giopap, vedi, io non ho alcun dubbio che .. il "modo di produzione asiatico" per usare un termine a te forse risonante, sia molto più efficiente in molti aspetti cari anche agli occidentali, o che sia molto più efficiente nel debellare un virus (seppur ultimamente uno studio pubblicato su Lancet, non pinco pallino, indichi in 2 milioni i possibili contagiati cinesi secondo gli ingressi nella non-più-indipendente HongKong da parte di abitanti di Hubei - non ho dubbio che le forze dell'ordine cinesi siano "più efficienti") il problema che ho io è "a quale prezzo" questi risultati sono resi possibili, e se davvero siamo disposti a pagarli, in nome della di crescita (verso dove?). Sono praticamente certo che per i prossimi anni dovrò sorbirmi i soloni dell'efficienza cinese, che dati alla mano mostreranno quanto bravi sono a produrre tante cose in poco tempo, il problema è che non me ne frega niente, con me l'argomento "efficienza" non attacca. Da una parte il baffuto-panciuto della provincia mi ha davvero esaurito, anche perchè due lustri per un timbro sono effettivamente troppi, dall'altra lo capisco. Vivendo in campagna ho assorbito tempi diversi, se chiamo l'idraulico e arriva dopo un mese mi faccio una risata, e quando l'idraulico chiamerà me, magari lo farò aspettare un altro mese, non per ripicca, ma perchè darò la priorità ad altre cose, se potrò permettermi il lusso di farlo, e sarò contento se l'idraulico anzichè venire da me immediatamente, si farà una grigliata coi suoi figli e gli insegnerà qualcosa di bello, il mio rubinetto può aspettare, il PIL pure. Dove vogliono andare i cinesi con tutta questa fretta? Su marte? Sono finite le risorse, lo spazio vitale, l'aria da respirare.. Io auguro ai cinesi di avere tempo di fare una grigliata con i bambini, di non farsi irretire da qualche bene di finto-lusso a forma di carota per asini, di pretendere magari il part-time (ahahahahahahaha) ma mi pare che ci stanno cascando con tutte e due le scarpe, nel "modo di suicidio occidentale".
Ultimamente ...Pinco Pallino può ben rivendicare autorevolezza anche rispetto al Lancet.
ahahahahahahahaE comunque lo sviluppo cinese
per lo meno economico e tecnologico lo si può minimizzare solo per un acritico pregiudizio rispetto al quale, se la verità dei fatti lo smentisce platealmente su tutta la linea (ovviamente il pregiudizio anticinese) "peggio per la verità dei fatti".
Hong Kong non é più colonia britannica (conquistata con una guerra condotta con metodi particolarmente babarici più di cent' anni fa), ma invece indipendente unitamente alla madrepatria, dalla quale
in quanto indipendente non é mai stata separata, almeno da parecchi secoli (ovviamente salvo per le "verità" goebbelsiano-orwelliane).
Nel' ammazzare i negri (ma non solo loro!) mi sembrano molto più "efficienti" le "forze dell' ordine" USA (mi duole ammetterlo: in qualcosa gli Amerikani sono ancor oggi più efficienti dei Cinesi).
Risposta a una tua domanda: la crescita cinese é verso un superamento ormai quasi generalizzato (soprattutto fra i Cinesi Uiguri e Tibetani) di una povertà miserabile alla quale quel grande paese era stato ridotto da cent' anni di dominio imperialista (all pari dell' India; la quale, purtroppo, se ne é discostata molto meno). Ma vedi le considerazioni di cui sopra sulla "verità" goebbelsiana-orwelliana, in perfetta sintonia con la quale il clero buddista tibetano che ha perso i suoi miserabili e abominevoli privilegi sulla pelle del popolo sarebbe "impegnato in una lodevolissima lotta per i diritti umani e la democrazia" e i terroristi pseudoislamici dello Xinjiang al servizio dell' imperialismo amerikano, giustamente detestatissimi dal popolo uiguro, idem, secondo la solita solfa.
Anche quanto a risparmio delle risorse naturali e protezione dell' ambiente, come in tutto ciò che tecnologico i Cinesi sono molto più avanti degli occidentali (ovviamente le direttive del minculpop goebbelsiano non ammettono ...che lo si ammetta).Fra i "
beni di finto-lusso a forma di carota per asini" immagino collochi anche il vaccino anticovid19 che i Cinesi stanno sperimentando nella "fase tre" (Lancet permettendo...) mentre quelli occidentali sono tanti, sono belli, come il cacio sui piselli.FINE DELLE MIE RISPOSTE A GRATUITI PREGIUDIZI ANTICINESI CHE SI SQUALIFICANO GIA' ABBONDANTEMENTE DA SOLI (inviterei comunque i moderatori a far rientrare la discussione "in topic", come dicono gli anglosassomani; manterrò peraltro comunque il mio proposito di non perdere ulteriormente tempo inutile per confutare insinuazioni autoconfutantisi: non é che a forza di ripeterle delle colossali bufale diventino meno colossali o meno bufale).
Giopap. Non è né corruzione né gratificazione da parte di potenti. Te lo garantisco, visto che io stesso sono, professionalmente, un burocrate di una amministrazione pubblica...da troppi anni.
E in tutti questi anni mi sono imbattuto pochissime volte in casi di corruzione/illegalità e mai in situazioni di gratifiche da parte di potenti globalizzati. Molto spesso mi imbatto invece in veri e propri "muri di gomma", tirati sú da persone trincerate dietro modi di pensare vetusti, dove le regole o il linguaggio astruso sono usati come strumenti di mini-poteri autoreferenziali, per fare cassa, per dimostrare di essere importanti o per giustificare il proprio "dolce far poco". A tutto ciò si aggiunge, in questi ultimi anni, una pavidità che si origina da dati oggettivi ed esterni all'homo burocraticus. La contraddittorietà delle norme spesso blocca le decisioni, si tende a tergiversare perché non si sa se quella decisione può causare una disputa legale, senza che vi siano uffici legali. I presidi delle scuole, ad esempio, magari impegnati su tre istituti, con complessivi 1500 studenti, ormai dovrebbero essere laureati in economia, medicina, ingegneria, statistica, pedagogia, giurisprudenza ed essere sempre aggiornati su tutte queste materie per uno stipendio che è un ventesimo di quello di un imprenditore con 1500 operai.
La caduta del prestigio degli impiegati pubblici inoltre fa ripiegare su sé stesse persone stanche che si dicono sempre di più "ma chi me lo fa fare?". Non dimentichiamo che, diversamente da quanto ci fanno credere, la percentuale di impiego pubblico in Italia è molto più bassa di diversi paesi europei fra cui Francia e Germania e che l'età media è più alta.
Citazione di: Jacopus il 01 Luglio 2020, 22:50:53 PM
Giopap. Non è né corruzione né gratificazione da parte di potenti. Te lo garantisco, visto che io stesso sono, professionalmente, un burocrate di una amministrazione pubblica...da troppi anni.
E in tutti questi anni mi sono imbattuto pochissime volte in casi di corruzione/illegalità e mai in situazioni di gratifiche da parte di potenti globalizzati. Molto spesso mi imbatto invece in veri e propri "muri di gomma", tirati sú da persone trincerate dietro modi di pensare vetusti, dove le regole o il linguaggio astruso sono usati come strumenti di mini-poteri autoreferenziali, per fare cassa, per dimostrare di essere importanti o per giustificare il proprio "dolce far poco". A tutto ciò si aggiunge, in questi ultimi anni, una pavidità che si origina da dati oggettivi ed esterni all'homo burocraticus. La contraddittorietà delle norme spesso blocca le decisioni, si tende a tergiversare perché non si sa se quella decisione può causare una disputa legale, senza che vi siano uffici legali. I presidi delle scuole, ad esempio, magari impegnati su tre istituti, con complessivi 1500 studenti, ormai dovrebbero essere laureati in economia, medicina, ingegneria, statistica, pedagogia, giurisprudenza ed essere sempre aggiornati su tutte queste materie per uno stipendio che è un ventesimo di quello di un imprenditore con 1500 operai.
La caduta del prestigio degli impiegati pubblici inoltre fa ripiegare su sé stesse persone stanche che si dicono sempre di più "ma chi me lo fa fare?". Non dimentichiamo che, diversamente da quanto ci fanno credere, la percentuale di impiego pubblico in Italia è molto più bassa di diversi paesi europei fra cui Francia e Germania e che l'età media è più alta.
E allora (anche ammesso e non concesso che la burocrazia italiana e non sia tutta come l' hai conosciuta tu e non come la ritengo io)?
Se lo stato cinese e il funzionariato cinese fossero in condizioni anche lontanamente simili a queste lo sviluppo spettacolare (ovviamente falso, secondo le imperanti direttive goebbelsiane-orwelliane; cui per parte mia non mi piego) gli straordinari risultati raggiunti negli ultimi decenni da quel paese sarebbero un miracolo in senso letterale (e io credo ai miracoli solo pochissimo di più che alla propaganda goebbelsiana-orwelliana; tutto é relativo! Ma a parte me, sembrerebbe che i sondaggi, pur pilotatissimi in senso anticinese, dimostrino che questa pandemia stia aprendo gli occhi a molti).
Citazione di: Jacopus il 01 Luglio 2020, 22:50:53 PM
A tutto ciò si aggiunge, in questi ultimi anni, una pavidità che si origina da dati oggettivi ed esterni all'homo burocraticus. La contraddittorietà delle norme spesso blocca le decisioni, si tende a tergiversare perché non si sa se quella decisione può causare una disputa legale, senza che vi siano uffici legali.
A riprova grottesca di ciò vi è la "autocertificazione", sono rimasto allibito quando mi è stato detto che l'agenzia delle entrate non accetta un certificato di morte da parte della anagrafe comunale, ma vuole un autocertificazione, riescono a fare scarica barile persino sulle date di morte, la dichiarazione della quale è diventata appannaggio degli eredi. Io vorrei capire quando mai un funzionario comunale si è inventato una data di morte, per quale motivo, e se non avrebbe più interesse (quale mi sfugge) a falsificare un documento di tal tipo un erede, anzichè un dipendente comunale. Ma vabbè...
Giopap, se non vuoi partecipare fai come vuoi, in ogni caso mi preme farti notare che questo topic non ha un tema a cui tornare, come puoi vedere spazio gli interventi tra geopolitica, linguistica, ecologia e chi ne ha più ne metta a seconda di come mi sveglio la mattina o vado a dormire alla sera, perciò lascia perdere la moderazione. Comunque ci sono dei segnali che potrebbero farmi abbandonare i "miei pregiudizi", per esempio se i cinesi cominciassero a sviluppare un mercato interno anzichè esportare tutto a noi, ma quello richiederebbe aumentare il potere di acquisto dei propri concittadini, che comincerebbero perciò a chiedere più diritti e benefit (magari persino dei sindacati!), e sarebbero quindi meno facilmente exploitabili, e diminuirebbe l'efficienza del modello cinese. Ma finchè siamo noi a comprare le loro merci (tralaltro universalmente sinonimi di "infima qualità") possono continuare a farci vedere i miracoli che vogliono. Tralaltro la questione non è tanto diversa dalla Russia, altra nazione dove è praticamente assente una "middle-class" perchè intanto i soldi li fanno vendendo petrolio\gas alle altre nazioni, mica producendo merci per se stessi. E non tanto diversa dall'Italia "della moda e del lusso", che mica si è illusa che tutti gli Italiani possono girare in Ferrari con una borsa di Gucci. E la lista di questi tipi di economie non ha fine, è un tema ampliamente discutibile nell'ambito della globalizzazione, ma non ha realmente a che fare con "pregiudizi anticinesi". Mi dispiaccio comunque di sapere che per te anche il Lancet è una pubblicazione goebellsiana, mi chiedo allora cosa non lo sia, forse dovrai imparare il cinese per accedere a fonti finalmente obbiettive (!), in attesa di ciò ti posso consigliare alcune riviste pagate direttamente dal PCC come il GlobalTimes (
https://www.globaltimes.cn/) io ogni tanto ci passo a leggere le battute del giorno, c'è sempre da ridere, anche nelle giornate più uggiose..
Visto che si è fatto "tanto" parlare di emissioni e lockdown, e che la mia compagna ha fatto una ricerca molto articolata a riguardo, voglio snocciolare qualche dato di risulta, senza andare troppo nei dettagli che sono ancora incerti e precoci.
* In media, le nazioni che hanno adottato un lockdown forte hanno ridotto per il periodo del lockdown le emissioni in un range che va dal 20 al 30% rispetto agli stessi mesi del 2019
* Il pronostico per l'anno 2020, si aggira intorno ad una riduzione globale che va dal 4 al 8%, dove il primo numero indica un secondo semestre senza nessun nuovo lockdown e il secondo dato indica altri lockdown tra i maggiori inquinatori.
*Va però detto che gli stimoli economici di cui si tanto si parla, dal recovery found eu ai billioni americani, probabilmente potrebbero negare in parte o totalmente questo dato. Come successe durante la crisi finanziaria del 2009 dove a scapito di una riduzione delle emissioni del 1.5%, gli stimoli alla crescita fecero si che nel periodo immediatamente successivo le emissioni crebbero del 6%. (nel mondo alla rovescia la chiamano "crescita")
*E' ancora incerto che cosa effettivamente la presenza del virus possa significare in termini di abitudini di consumo. Per esempio se è vero che il virus ha stimolato fortemente metodi di lavoro virtuali, è anche vero che ha scoraggiato fortemente l'utilizzo di mezzi pubblici (etc)
*Ironicamente (?) l'8% annuo è circa la cifra conservativa che l'IPCC "consiglia" per appiattire la curva delle emissioni e ritornare in traiettoria pre industriale. E' una stima al ribasso"anti allarmismo", tuttavia si potrebbe dire che se globalmente avvenisse un lockdown severo ogni anno, di almeno due ma meglio quattro\cinque mesi, in una decina di anni, la curva delle emissioni comincerebbe ad appiattirsi. (questo dovrebbe anche dare un idea di quanto siamo lontani da questi obbiettivi)
*E' interessante notare che quasi il 70% delle emissioni risulta come "fisso" e non alterabile attraverso decisioni politiche per quanto restrittive.
E questo è quanto.
Mi viene quasi provocatoriamente da pensare che il coronavirus sia un regalo della natura per aiutarci a ritrovare la strada corretta, non solo abbattendo le emissioni fisse (le persone che abitano sul pianeta) ma anche chiudendo fabbriche di amenicoli non essenziali, in fondo i virus in natura sono ottimi deterrenti alla sovraconcentrazioni di specie. Forse anzichè combatterlo dovremmo lasciarci aiutare, perchè se "vinciamo noi" probabilmente questo pianeta si trasformerà in un forno a micronde molto presto, se "vince lui" e rimane con noi ancora una decina di anni, forse i nostri nipoti avranno ancora un mondo da abitare.
Non è che uno apre Libero e pensa di trovarci del giornalismo, ma perlomeno anche nei casi dei fogliacci peggiori i direttori tentano di tenersi fuori dalla melma, a parte i giornali "per bergamaschi", dove la figura del direttore viene confusa con quella del maschio alfa, cinico, laborioso, tradizionalista, spiccio.. vediamo se Senaldi ha l'X-factor.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/vieni-avanti-gretino-ldquo-mi-sento-colpa-aver-alimentato-241675.htmFUORI DAL CORO Il ricercatore si è voluto scusare pubblicamente, a nome di tutti gli ambientalisti, per l'allarmismo climatico che lui e i suoi colleghi hanno alimentato negli ultimi trent'anni.Ricercatore di cosa? Di carciofi? Shellemberg è laureato in antropologia culturale e non ha mai pubblicato uno studio, questo è il primo tentativo per farlo passare per un climatologo (segue)Così si è sfogato Shellemberger in un articolo pubblicato sulla rivista della sua organizzazione: «Fino allo scorso anno, ho evitato di parlare contro l'allarmismo climatico perché mi sentivo in colpa per aver contribuito a fomentarlo, ma soprattutto perché avevo paura di perdere amici e finanziamenti.Dobbiamo dedurre che siccome ora ha deciso di parlare i finanziamenti li ha trovati? E da chi?Shellenberger non si limita a enunciare postulati, ma documenta quel che dice. Spiega che gli incendi nel mondo si sono ridotti del 25% in vent' anniGli incendi si sono ridotti del 25% solo se metti il grafico capovolto https://www.iii.org/sites/default/files/images/number_of_acres_burned_in_wildfires_1980-2019.gif . Lo avrà capovolto solo Shellemberg, o anche Senaldi quando "controllava" se quanto aveva letto era corretto prima di ripeterlo? che i cambiamenti climatici non stanno rendendo peggiori i disastri naturali, Senza qualificare cosa significa "peggiori" è impossibile verificare cosa stia dicendo Senaldi, i modelli indicano eventi calamitosi più rari ma più intensi, è meglio o peggio di più frequenti e meno intensi? Secondo Senaldi è "meglio"che le emissioni di anidride carbonica sono in calo in tutte le nazioni più ricche Esatto, in quelle più ricche, cioè quelle che hanno dislocato le industrie nelle nazioni più povere.che per prevenire future pandemie occorre più agricoltura industrialePandemie e agricoltura industriale? Autoreggenti e orbite dei satelliti? Lo scienziato si è deciso a parlare, consapevole di correre il rischio di passare per un negazionista, perché allarmato dai deliri ambientalisti,Ci riprova, non è uno scienziato, e neanche un climatologo. Effettivamente Shellemberg aveva di cui preoccuparsi, infatti c'è un certo giornalista "Senaldi" in Italia che sta proprio cercando di farlo passare per negazionista mettendolo nello stesso articolo insieme a panzane colossali, ad averlo saputo forse non avrebbe fatto outing.L'eroe dell'Ambiente del 2008 non è il solo pentito. Patrick Moore, uno dei fondatori di Greenpeace, ha lasciato l'associazione e scritto un libroIl titolo del libro è "Quella volta che mi hanno proposto di bere glifosato per dimostrare che era innocuo per gli esseri umani ho fatto una figura di m**** colossale" https://www.youtube.com/watch?v=43c89Z2hqxUIntervistammo il geologo Uberto Crescenti, il climatologo Nicola Scafetta e il chimico Francesco Battaglia i quali ci dissero che non sono provabili collegamenti tra l'aumento delle temperature e l'inquinamento e che in tempi anche recenti la terra era molto più calda di oggi.Il motivo per cui il climatologo che hanno intervistato è uno, è che è l'unico climatologo in Italia che sostiene certe teorie, e quindi hanno dovuto ripiegare su un geologo e un chimico, tantovaleva chiamare anche un epidemiologo, per capire cosa c'entrano le pandemie. l'Adriatico era più basso di cento metri e in Inghilterra vivevano scimmie e leoni.Hic sunt leones! et hic sunt dracones! (Senaldi ha dimenticato l'intervento alla camera di Rubbia, mischia frottole di fantasia con quelle che ricorda a braccio in un vero e proprio assolo virtuoso)Denunciarono il tentativo di sfruttare la paura del clima per imporre un nuovo modello economico e dissero chiaramente che gli studi sull'ambiente dell'Onu che prevedono un futuro catastrofico non hanno validità scientifica.Ah beh è risolta!
Quando ho avvicinato questa notizia, piuttosto nascosta, devo dire che ero scettico sulla sua plausibilità, ma a seguito di ricerche devo confermare che si tratta della sacrosanta verità. La notizia sarebbe che il premio cinematografico BAFTA avrebbe aggiornato i suoi criteri di eleggibilità (per ora riguardante solo i finanziamenti, e non le premiazioni) includendo delle clausole per la "tutela delle minoranze". Siete giovani cineasti in erba, o scenegiattori in cerca di quattrini? BAFTA vi può aiutare se seguite certi critieri.. (la lista completa:
https://www.bfi.org.uk/supporting-uk-film/diversity-inclusion/bfi-diversity-standards).
Ora io non ho tempo\voglia di mettermi a tradurre tutto, e spero che la maggior parte dei lettori saprà spulciare da solo questo vademecum divertentissimo (lo è davvero), mi basti citare che per accedere al finanzialmento almeno un paio di queste clausole dovrebbero essere rispettate:
- Rapporto personaggi uomini-donne 50\50 20% dei personaggi appartenente ad un gruppo etnico minoritario 10% personaggi Lgbqt 7% personaggi sordi o disabili 8% zucchero 12 grammi di lievito di birra (scherzo, sulle ultime due)
Gli stessi criteri sono poi in larga parte applicati anche a chi lavora al film, ai finanziatori, etc..è tutto nero su bianco e un riassunto è davvero impoverente del livello di grottesco raggiunto da questi signori, bisogna leggerlo tutto per capire che è stato scritto da persone che dietro alla facciata "buona" della tutela delle minoranze, vede agli esseri umani come prodotti industriali, e alla creatività artistica come alla manifattura degli stuzzicadenti. Si presentasse Dante domani alla porta del BAFTA gli respingerebbero la DivinaCommedia, perchè forse si è dimenticato il sordo, o non ha messo il 20% di watussi. Una traduzione però voglio farla, di uno dei passi più stucchevoli
"Please note that some of the under-represented groups above relate slightly differently to on-screen representation than to how they do to production workforce.
For example, someone being a parent is not, generally, under-represented on-screen, but a crew/team member being a primary carer for a child can be under-represented in the screen industries and interventions made to enable them to work on the project could meet the criteria.[Traduzione a braccio] "Per favore notare che alcuni gruppi minoritari menzionati si relazionano in maniera leggermente diversa a seconda si tratti della loro rappresentazione su schermo o se fanno parte della produzione. Per esempio, essere un genitore, generalmente non è una categoria sottorappresentata nel cinema, tuttavia intervenire affinchè un genitore entri a far parte della produzione del film potrebbe contare come criterio di ammissibilità.
C'è solo da immaginare il modesto cervello di quella persona che ha pensato che questa era l'unico possibile fraintendimento della questione, e immaginare che grazie a questa nota l'infinito numero di gruppi e sottogruppi (minoritari o meno) fantasticabili dall'essere umano e la loro ipotetica ratio di rappresentazione, sarebbero stati risolti.
Tralaltro spulciando il sito del BAFTA ho notato che questi criteri sono diventati quelli di eleggibilità alla premiazione della novella categoria "videogiochi", dove il BAFTA si affaccia solo ora e quindi non ha da spiegare queste assurdità ad amici e finanziatori. E' solo questione di tempo perchè anche le premiazioni cinematografiche si interessino solo dei film con il 20% di watussi, a me non fregava niente del BAFTA prima e me ne fregherà anche meno dopo, ma per una volta devo dirlo:
per fortuna che esiste il libero mercato a dare i "premi".
UK è tutto un programma. A forza di essere politicamente corretti son diventati il vivaio occidentale più fertile di tagliagole islamici.
Restanto sul "grottesco", anche l'americano USA morto di covid dopo aver partecipato ad un party di protesta "covid free" è mica male.
I latini saranno cialtroni ma gli anglosassoni sono ...ni.
Citazione di: Ipazia il 15 Luglio 2020, 13:55:31 PM
UK è tutto un programma. A forza di essere politicamente corretti son diventati il vivaio occidentale più fertile di tagliagole islamici.
Restanto sul "grottesco", anche l'americano USA morto di covid dopo aver partecipato ad un party di protesta "covid free" è mica male.
I latini saranno cialtroni ma gli anglosassoni sono ...ni.
La tipica visione anglosassone predilige l'identificazione individuale a quella di gruppo, a cui attribuisce diritti naturali autoevidenti. Questi sono "amici tuoi", post-marxisti che prediligono l'identificazione tribale a quella indidividuale, a cui attribuscono diritti frutto di "prove di forza" tra le classi subalterne e quelle dominanti, in una perenne guerra tra poveri..
L'americano morto di Covid in quel modo mi ricorda un altro pezzo di cultura anglossassone sul grottesco andante con ritmo: la morte sul palcoscenico del comico Tommy Cooper. Tutti erano convinti che fosse uno sketch e che stesse fingendo, ma in realtà stava morendo davvero. Morire tra le risate della gente normalmente dovrebbe essere un esperienza piuttosto umilante, ma per un comico probabilmente è il coronamento di una carriera.
https://www.youtube.com/watch?v=HpZq3ul1ld4
Il tribale attraversa il capitalismo quanto il comunismo. L'individualismo capitalista si limita all'individuo-padrone. Per lo schiavo vale anche nel capitalismo, ancor più che nel comunismo, l'etica tribale con le corvee obbligatorie annesse.
Il politicamente corretto é putrefazione postmarxista imbevuta di provvidenzialismo religioso del tutto estraneo alla dottrina dei padri fondatori. Putrefazione riformata in ossequio alla barca comune capitalistica e al multiculturalismo che alimenta il profitto globalizzato, limando le contraddizioni e il dissenso ed infine esorcizzando le alternative rivoluzionarie.
Nei primi anni dell'USSR uno slogan invadeva costantemente la vita dei cittadini-compagni, esso faceva leva sul fatto che "villaggio" e "città" fossero maschile e femminile per alludere ad un "matrimonio" tra di essi (il "genere" è invertito in lingua italiana) e per invogliare la gente dei villaggi a muoversi verso l'industrializzazione cittadina, lo slogan era così famoso che per alcuni compagni molto determinati divenne anche un nome proprio da affibbiare agli, sfortunati, nuovi nascituri in famiglia.
Nel postmarxismo la questione del "genere delle città" si fa "seria" e oggi vengo colpito da questo meraviglioso epitaffio del grottesco :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/19/coronavirus-ambiente-e-benessere-al-centro-dopo-la-pandemia-ecco-perche-il-femminismo-geografico-e-il-futuro-dei-centri-urbani/5867999/Ma come sempre per raggiungere le vette, bisogna muoversi nell'informale, ed ecco che accedendo al profilo twitter della "ricercatrice" (
https://twitter.com/lellyk) ci si imbatte in una sequela di sciocchezze tragicomiche. Nel suo stesso nickname compare per esempio tra parentesi il perentorio indirizzo del paradiso
"Una città femminista è una città senza polizia", perchè come tutti ben sappiamo, i ladri son tutti maschi. Poco più sotto la stessa si supera "A feminist city must be care-centered, not because women should remain largely responsible for care work, but because the city has the potential to spread care work more evenly" - " Una città femminista deve essere incentrata sulla cura,
non perchè le donne debbano rimanere largamente responsabili dei lavori di cura della persona, ma perchè la città ha il potenziale di dividere equamente il lavoro". Ci era quasi cascata, nel peggior "stereotipo di genere", ma quasi quasi ci è cascata lo stesso. Basta con la fisica, i grattacieli fallocentrici devono cadere, è l'ora della casa a forma di vagina: entrata sferica, sotterranea, calda e umida: è la casa degli hobbit di Tolkien. Get ready!
Citazione di: InVerno il 03 Luglio 2020, 21:51:04 PM
Visto che si è fatto "tanto" parlare di emissioni e lockdown, e che la mia compagna ha fatto una ricerca molto articolata a riguardo, voglio snocciolare qualche dato di risulta, senza andare troppo nei dettagli che sono ancora incerti e precoci.
* In media, le nazioni che hanno adottato un lockdown forte hanno ridotto per il periodo del lockdown le emissioni in un range che va dal 20 al 30% rispetto agli stessi mesi del 2019
* Il pronostico per l'anno 2020, si aggira intorno ad una riduzione globale che va dal 4 al 8%, dove il primo numero indica un secondo semestre senza nessun nuovo lockdown e il secondo dato indica altri lockdown tra i maggiori inquinatori.
*Va però detto che gli stimoli economici di cui si tanto si parla, dal recovery found eu ai billioni americani, probabilmente potrebbero negare in parte o totalmente questo dato. Come successe durante la crisi finanziaria del 2009 dove a scapito di una riduzione delle emissioni del 1.5%, gli stimoli alla crescita fecero si che nel periodo immediatamente successivo le emissioni crebbero del 6%. (nel mondo alla rovescia la chiamano "crescita")
*E' ancora incerto che cosa effettivamente la presenza del virus possa significare in termini di abitudini di consumo. Per esempio se è vero che il virus ha stimolato fortemente metodi di lavoro virtuali, è anche vero che ha scoraggiato fortemente l'utilizzo di mezzi pubblici (etc)
*Ironicamente (?) l'8% annuo è circa la cifra conservativa che l'IPCC "consiglia" per appiattire la curva delle emissioni e ritornare in traiettoria pre industriale. E' una stima al ribasso"anti allarmismo", tuttavia si potrebbe dire che se globalmente avvenisse un lockdown severo ogni anno, di almeno due ma meglio quattro\cinque mesi, in una decina di anni, la curva delle emissioni comincerebbe ad appiattirsi. (questo dovrebbe anche dare un idea di quanto siamo lontani da questi obbiettivi)
*E' interessante notare che quasi il 70% delle emissioni risulta come "fisso" e non alterabile attraverso decisioni politiche per quanto restrittive.
E questo è quanto.
Visto che l'articolo è stato pubblicato lo linko, in modo da integrare questo riassunto con i grafici
https://naked-science.ru/article/nakedscience/povliyala-li-pandemiya-covid-19-na-izmenenie-klimata
(https://preview.redd.it/p71zlmx0xoc51.jpg?width=960&crop=smart&auto=webp&s=24755c3ff7706f4bc4a4918533e6c371e5132248)
Una convergenza (dai possibili meandri grotteschi) fra l'arte politicamente "corretta" (in stile bar) sovvenzionata dal BAFTA, lo scanzonato rivisitatore di bandiere, il ruolo dei
media e dei
social, l'incombere (e l'incombenza, per alcuni) del pensiero unico nel dibattito culturale, il "sessimo tolemaico" della ricercatrice-attivista, etc. può essere rintracciata anche nella questione della «
cancel culture», balzata all'attenzione della cronaca ormai un mese fa, con
questa lettera firmata da 150 scrittori, giornalisti, docenti e professionisti vari (
qui una traduzione in italiano).
Citazione di: Phil il 10 Agosto 2020, 19:05:00 PM
Una convergenza (dai possibili meandri grotteschi) fra l'arte politicamente "corretta" (in stile bar) sovvenzionata dal BAFTA, lo scanzonato rivisitatore di bandiere, il ruolo dei media e dei social, l'incombere (e l'incombenza, per alcuni) del pensiero unico nel dibattito culturale, il "sessimo tolemaico" della ricercatrice-attivista, etc. può essere rintracciata anche nella questione della «cancel culture», balzata all'attenzione della cronaca ormai un mese fa, con questa lettera firmata da 150 scrittori, giornalisti, docenti e professionisti vari (qui una traduzione in italiano).
Non avendo molto tempo ed energie ho lasciato perdere, ma è circa due settimane che stavo pensando anche io di scrivere una lettera, ad una persona morta da una quarantina d'anni: Roland Barthes. Vorrei davvero fare buona necromanzia e che mi rispondesse, se ritiene ancora che l'autore sia morto e che il significato si generi tra testo e lettore in barba a qualsiasi biografia. A me pare che la sua teoria è invecchiata molto male e molto velocemente,nel 2020 ciò che interessa al lettore medio è principalmente la biografia dell'autore dalla quale ricava non solo sciocche tutele dall'ipocrisia, ma anche, è convinto, il significato dell'opera stessa in quanto "confessione" di un beniamino\modello. Nel frattempo che trovo il tempo di scrivere a Barthes, mi guarderò qualche un film di WoodyAllen, non più commedie come si pensava un tempo, ma riflessi cinematografici della tortuosa mente di un (presunto) pedofilo.
Citazione di: InVerno il 14 Luglio 2020, 22:24:17 PM
Quando ho avvicinato questa notizia, piuttosto nascosta, devo dire che ero scettico sulla sua plausibilità, ma a seguito di ricerche devo confermare che si tratta della sacrosanta verità. La notizia sarebbe che il premio cinematografico BAFTA avrebbe aggiornato i suoi criteri di eleggibilità (per ora riguardante solo i finanziamenti, e non le premiazioni) includendo delle clausole per la "tutela delle minoranze". Siete giovani cineasti in erba, o scenegiattori in cerca di quattrini? BAFTA vi può aiutare se seguite certi critieri.. (la lista completa: https://www.bfi.org.uk/supporting-uk-film/diversity-inclusion/bfi-diversity-standards).
Ora io non ho tempo\voglia di mettermi a tradurre tutto, e spero che la maggior parte dei lettori saprà spulciare da solo questo vademecum divertentissimo (lo è davvero), mi basti citare che per accedere al finanzialmento almeno un paio di queste clausole dovrebbero essere rispettate:
- Rapporto personaggi uomini-donne 50\50 20% dei personaggi appartenente ad un gruppo etnico minoritario 10% personaggi Lgbqt 7% personaggi sordi o disabili 8% zucchero 12 grammi di lievito di birra (scherzo, sulle ultime due)
Gli stessi criteri sono poi in larga parte applicati anche a chi lavora al film, ai finanziatori, etc..è tutto nero su bianco e un riassunto è davvero impoverente del livello di grottesco raggiunto da questi signori, bisogna leggerlo tutto per capire che è stato scritto da persone che dietro alla facciata "buona" della tutela delle minoranze, vede agli esseri umani come prodotti industriali, e alla creatività artistica come alla manifattura degli stuzzicadenti. Si presentasse Dante domani alla porta del BAFTA gli respingerebbero la DivinaCommedia, perchè forse si è dimenticato il sordo, o non ha messo il 20% di watussi. Una traduzione però voglio farla, di uno dei passi più stucchevoli
"Please note that some of the under-represented groups above relate slightly differently to on-screen representation than to how they do to production workforce.
For example, someone being a parent is not, generally, under-represented on-screen, but a crew/team member being a primary carer for a child can be under-represented in the screen industries and interventions made to enable them to work on the project could meet the criteria.
[Traduzione a braccio] "Per favore notare che alcuni gruppi minoritari menzionati si relazionano in maniera leggermente diversa a seconda si tratti della loro rappresentazione su schermo o se fanno parte della produzione. Per esempio, essere un genitore, generalmente non è una categoria sottorappresentata nel cinema, tuttavia intervenire affinchè un genitore entri a far parte della produzione del film potrebbe contare come criterio di ammissibilità.
C'è solo da immaginare il modesto cervello di quella persona che ha pensato che questa era l'unico possibile fraintendimento della questione, e immaginare che grazie a questa nota l'infinito numero di gruppi e sottogruppi (minoritari o meno) fantasticabili dall'essere umano e la loro ipotetica ratio di rappresentazione, sarebbero stati risolti.
Tralaltro spulciando il sito del BAFTA ho notato che questi criteri sono diventati quelli di eleggibilità alla premiazione della novella categoria "videogiochi", dove il BAFTA si affaccia solo ora e quindi non ha da spiegare queste assurdità ad amici e finanziatori. E' solo questione di tempo perchè anche le premiazioni cinematografiche si interessino solo dei film con il 20% di watussi, a me non fregava niente del BAFTA prima e me ne fregherà anche meno dopo, ma per una volta devo dirlo: per fortuna che esiste il libero mercato a dare i "premi".
Chiamatemi veggente o intelligente, ma alla fine ci ho azzeccato: Anche gli oscar hanno messo paletti, e non sui finanziamenti come - oggi appare - timidamente aveva fatto il BAFTA, ma sulla premiazione stessa per il miglior film.
https://www.theguardian.com/film/2020/sep/08/oscars-academy-awards-diversity-race-gender(mi spiace non poter riportare la notizia in Italiano, ma non la trovo riportata, i giornali Italiani purtroppo sono passati dalla numerologia migratoria a quella del covid, non riportano notizie dalla fine della seconda guerra mondiale, ma nei prossimi giorni forse qualche scaltro giornalista la vedrà su facebook e la passerà sul google translate..)Quindi, con un ragionamento retroattivo si potrebbe dire che "Parasite" il prossimo anno non potrebbe vincere l'oscar. O forse si? In korea ovviamente l'etnia koreana non è una minoranza, e in Parasite non sono presenti il 30% di nessuna minoranza etnica o di genere. Tuttavia in america i koreani sono una minoranza etnica. Perciò la prima domanda che viene in mente è, se la minoranza rappresentata deve essere raffrontata al paese di appartenza, o al paese di distribuzione\premiazione, o addirittura al contesto del film. Ma in realtà le domande sarebbero altre centocinquanta, perciò non mi addentrerò in questo ginepraio.
Ogni autobus che viaggia trasportando solo "visi pallidi" non è automaticamente e necessariamente un affronto alla memoria di Rosa Park, così come nei film d'azione qualcuno deve pur fare la parte del "cattivo" (senza che ciò implichi la cattiveria estensiva di tutta la sua nazione, status sociale, etnia o altro) e in un romanzo d'amore non è inevitabilmente indice di omofobia il fatto che i Giulietta e Romeo di turno siano banalmente etero e cisgender. Come sempre è una questione di categorie interpretative e, soprattutto nell'arte, l'eccessiva politicizzazione e la programmatica ricerca di creare consenso anche nelle minoranze (e/o nel vasto pubblico che si sente più buono sotto l'egida di un'apparente attenzione alle minoranze) rischia di perdere di vista o deformare il contesto di base e le sue categorie essenziali (salvo volerne proporre una rifondazione uniformata e uniformante a scopi di demagogica "pubblicità progresso").
Usando la "ricetta" del BAFTA si potrebbe comunque fare un film filo-nazista o un'apologia di tutti gli stereotipi razzisti e sessisti, o persino una irriverente parodia della necessità stessa di usare tali "dosaggi" dei cliché nei media. Proprio come nelle ricette, è l'uso degli ingredienti, compresa l'assenza di alcuni, che determina le caratteristiche del prodotto finale, non solo le mere quantità (la pasta scotta o l'aranciata con scaglie di parmigiano non sono prelibatezze per tutti i palati).
Va riconosciuto nondimeno che ciò che viene dato in pasto alla massa condiziona sicuramente la prospettiva di una parte della massa (per questo alcuni vedono nelle vecchie barzellette, del tipo "ci sono un italiano, un americano e un cinese..." un'attenta opera di propaganda e lavaggio del cervello piuttosto che un sintomo delle acerbe semplificazioni che da sempre abitano barzellette e battute popolari): film che spingono al patriottismo o che mostrano il fascino di popolazioni esotiche o che documentano la lotta per dei valori sociali, hanno di fatto ricadute tanto nell'immaginario collettivo quanto nell'educazione di una parte delle generazioni più ricettive e sarebbe ingenuo pensare che «alla fine sono soltanto dei film...».
Tuttavia, cambiando esempio, se si decidesse che il prossimo Papa deve essere di colore (qualunque tranne bianco) o il prossimo presidente deve essere una donna (o dichiaratamente omosessuale o altro) verrebbe meno il senso di tali elezioni: se bisogna votare la persona più adatta, basarsi su un criterio non preminente nel contesto, potrebbe portare presumibilmente ad una scelta falsata (come se mi rifiutassi di mangiare in una pizzeria in cui non lavorano almeno un cinese, un rifugiato politico e un transessuale, al di là della bontà della pizza in sé).
Tornando alla questione dei film: impostare un handicap (...) nella scelta dei personaggi e dei lavoratori coinvolti, mischia drasticamente le carte in tavola fra ciò che è arte e chi la produce, fra il piano del messaggio e quello del'impianto che lo confeziona, ad ulteriore conferma che per cercare di imporre una rappresentanza per tutti i gruppi, la carica espressiva della rappresentazione è ciò che viene sacrificato anziché essere liberata. Ciò che va in scena non è più la capacità poietica e creativa di una narrazione umana, ma la programmata messa in mostra delle possibili declinazioni fisico-etno-culturali dell'homo sapiens, in un preimpostato campionario al soldo di un mecenatismo che, a pensar bene, per buona fede fa un cattivo scherzo all'arte.
In sintesi, fra il test della monetina di Brass e il test di Bechdel, come sempre, in medio stat virtus.
Citazione di: Phil il 09 Settembre 2020, 13:51:38 PM
Tornando alla questione dei film: impostare un handicap (...) nella scelta dei personaggi e dei lavoratori coinvolti, mischia drasticamente le carte in tavola fra ciò che è arte e chi la produce, fra il piano del messaggio e quello del'impianto che lo confeziona, ad ulteriore conferma che per cercare di imporre una rappresentanza per tutti i gruppi, la carica espressiva della rappresentazione è ciò che viene sacrificato anziché essere liberata. Ciò che va in scena non è più la capacità poietica e creativa di una narrazione umana, ma la programmata messa in mostra delle possibili declinazioni fisico-etno-culturali dell'homo sapiens, in un preimpostato campionario al soldo di un mecenatismo che, a pensar bene, per buona fede fa un cattivo scherzo all'arte.
In sintesi, fra il test della monetina di Brass e il test di Bechdel, come sempre, in medio stat virtus.
C'è un aneddoto che ripete spesso (perchè, alla fine, tutti finiscono per ripetersi?) un certo filosofo molto pop (il cui nome lascio incognito come "indovinello") che racconta che un "nativo americano" un giorno gli confidò di odiare questo termine che i "bianchi" utilizzavano per "rispettarlo", e aggiunse che avrebbe preferito essere chiamato "indiano", perchè perlomeno quest'ultimo testimoniava lessicalmente la stupidità dei bianchi e delle loro azioni passate, mentre il termine tecnico "nativo americano" suonava completamente vuoto.
La creazione di gruppi "tecnici" senza un anima persegue l'obbiettivo di adornarli di quel fascino esotico che interessa particolarmente ai curatori degli zoo (e ai venditori di pelliccie, auto e altre patacche) è una riduzione dell'identità dell'essere umano alla sua identificazione (come ricordava invece spesso R.Pannikkar) è in fin dei conti, un "orientalismo pret a porter" in un mondo dove l'oriente non esiste più. Così come il fascino per l'oriente è stato una moda, anche l'interesse pernicioso che alcuni gruppi oggi magnetizzano potrebbe passare, e penso che molti sperino solamente di poterne trarre i vantaggi immediati più pragmatici sperando di rimanere sulla cresta dell'onda della cultura del risentimento il più a lungo possibile, sia che essi si presentino come parti attive o passive. Il pericolo è tuttavia non tanto lo svolgersi di questa o quell'altra moda, quanto il fatto che alcuni principi a cui si intende eccezionalmente eccepire vengano col tempo indeboliti a tal punto da renderli vuoti. In soldoni, se si accetta il fatto che la libertà di espressione possa essere mitigata o ristretta per un "buon motivo", sempre più gruppi (o sfruttatori di gruppi) vorranno presentare i propri motivi come "buoni motivi", in questo, il nuovo regolamento degli oscar non è altro che la logica conseguenza del già accettato ragionamento delle "quote rosa" .
Questa china ha secondo me storicamente due possibili svolgimenti, o un gruppo specifico ottiene il potere di regolare la libertà di espressione di tutti gli altri (es. stalinismo) o la società diventa impotente nel garantire una convivenza tra i diversi gruppi che non riconoscono più la validazione di un organismo centrale (tribalismo).La libertà di espressione è un principio a cui non si dovrebbe eccepire, neanche coi "reati d'opinione".
E' vero che dire "negro" è un reato? Cosa devo dire?Diversamente colorato?Ma negro non veniva da niger cioè abitante del Niger dove gli schiavisti andavano a catturare i poveri abitanti che non facevano del male a nessuno?
Citazione di: Dante il Pedante il 10 Settembre 2020, 21:34:30 PM
E' vero che dire "negro" è un reato? Cosa devo dire?Diversamente colorato?Ma negro non veniva da niger cioè abitante del Niger dove gli schiavisti andavano a catturare i poveri abitanti che non facevano del male a nessuno?
Ti posso solo linkare questo interessante articolo, con particolare enfasi sul paragrafo finale, che riassume particolarmente bene la mia opinione.
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/nero-negro-e-di-colore/734
Citazione di: InVerno il 10 Settembre 2020, 21:41:51 PM
Citazione di: Dante il Pedante il 10 Settembre 2020, 21:34:30 PM
E' vero che dire "negro" è un reato? Cosa devo dire?Diversamente colorato?Ma negro non veniva da niger cioè abitante del Niger dove gli schiavisti andavano a catturare i poveri abitanti che non facevano del male a nessuno?
Ti posso solo linkare questo interessante articolo, con particolare enfasi sul paragrafo finale, che riassume particolarmente bene la mia opinione.
https://accademiadellacrusca.it/it/consulenza/nero-negro-e-di-colore/734
Ho letto quasi tutto l'articolo.E' interessante.Sono d'accordo anch'io che,se non serve,non serve mettere se uno ha la pelle di un certo colore o no.Magari in ospedale può servire perché so che i diversamente colorati hanno magari un certo tipo di frequenza di certe malattie e meno di altre rispetto ai diversamente colorati.
Ieri sera stavo ascoltando una intervista a Chomsky, il suo tono monotono è il miglior sonnifero in circolazione, tanto che qualche tempo avevo fantasticato di fare qualche pezzo di musica con la sua voce in sottofondo, sono sicuro avrebbe spopolato nel reparto musica per dormire. Stava parlando di linguistica, ma non ha potuto esimersi dal fare la solita intemerata politica, e l'ha compressa in una provocazione che mi ha dato da riflettere:
il datore di lavoro medio ha un potere sui suoi dipendenti che nemmeno Stalin ha mai avuto nei confronti dei russi, può decidere a che ora devono pisciare, come, dove, o se devono farla in una bottiglia.
Principalmente sono d'accordo, in parte questo è dovuto al fatto che Stalin non è mai stato interessato nei cicli urinari dei russi, ma l'esempio è calzante, per otto al giorno c'è una sospensione della democrazia e si vive sotto l'egida di un autocrate che ha più potere nelle vite del dipendente di qualsiasi dittatore moderno.
Stamattina mi capita questa notizia e non posso che sorridere:
https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze-tech/24604881/water-anti-fannulloni-inclinato-13-gradi-come-ti-costringono-lavorare.html
Anch'io ho pensato spesso a questo potere dittatoriale di certi datori di lavoro e lo collego anche al successo di una certa mentalità autoritaria. Ma fortunatamente non sono tutti così. Questa estate ad esempio, mia figlia ha trovato lavoro in una gastronomia. Speravo che fosse bullizzata e schiavizzata così che potesse capire la necessità di riprendere gli studi. Ed invece questo rinnegato del capitalismo l'ha messa in regola, le ha pagato anche la parte di tredicesima che le spettava e la domenica le regalava dei manicaretti, al punto da aver classificato l'estate 2020 come l'estate del gourmet. Speriamo che al sud i capitalisti siano un po' più aderenti agli stereotipi.
Basta lavorare in Amazon o essere un rider controllato da un bot per tornare al sano stereoprototipo imprenditoriale da manuale: riveduto e corretto.
A proposito di Stalin, l'anno scorso avevo visto questo film
https://it.wikipedia.org/wiki/Morto_Stalin,_se_ne_fa_un_altro e devo dire che mi era molto piaciuto, ma non ero riuscito a capire il perchè, il film odorava di grottesco ma l'origine di questo sentore mi era sconosciuta. Qualche tempo fa l'ho rivisto, questa volta con la mia compagna, ed ella mi ha illuminato sull'ovvio motivo :
i protagonisti non sembrano per niente russi. Non so come mi fosse potuto sfuggire alla prima visione, ma lei essendo russa l'ha visto certamente più velocemente di me.
Le gesticolazioni, la cadenza, il portamento, l'ironia, non c'è nulla di questi personaggi che sprizzi "russità", e la cosa è totalmente voluta, tanto che in lingua inglese gli attori mantengono il loro accento anglossasone di provenienza, nemmeno provando per un secondo a sembrare "russi", Beria assomiglia più ad un mastino di ScotlandYard che ad un russo. Il governo russo si è subito apprestato a censurare il film in patria, ed è evidente che lo ha fatto non tanto per i contenuti che sono innocui, ma per una pretesa di "lesa maestà" : di Stalin possono parlare solo i Russi, anche in una commedia noir senza pretese storiche. I tipici strascichi di una religione in decadenza dove il nome di Dio è pronunciato propriamente solo dal clero, tutti gli altri bestemmiano a priori.
In occidente ci affrettiamo sempre ad autocondannarci di "orientalismo", di far macchietta di ogni serietà. Se uno guarda per esempio "L'ultimo samurai" e conosce un minimo la storia feudale giapponese non potrà che storcere il naso verso tutta una serie di assurdità che si susseguono nel film, e non può far altro che inveire contro la Hollywood che tutto devasta. Il problema è che quando vedi che fanno i giapponesi con i samurai, nella migliore delle ipotesi ti capita Kurosawa, nella peggiore un superuomo volante che con una spada laser trafigge grattacieli e salva poppute donzelle a cui si alza la gonna con il vento mosso dal colpo della sua spada. Allo stesso modo, la differenza tra un western di JohnWayne e uno di Leone sono che, il primo con una pretesa di storicità si appresta a bollirti le gonadi con una piattezza artistica e una retoricità talmente palese da essere al confine con la propaganda, Leone essendo italiano non si sente titolato a fare "testamenti nazionali" e guarda al west con gli occhi di un bambino meravigliato e terrorizzato, è spettatore del suo stesso film, e questo si traduce in un opera d'arte.
Se un film sulla morte di Stalin fosse stato fatto dai russi, essi avrebbero escluso certamente qualsiasi dettaglio che fosse stato contrario al loro ideale di "russità". Può l'uomo di ferro morire in una pozza del suo piscio? Storicamente è accaduto, ma è irrilevante : taglia. Può un arci-russo passare le serate a guardare film western con altri arci-russi? Storicamente è accaduto, ma è irrilevante: taglia. Può un liberatore dal nazismo aver epurato tutti i dottori nel paese: storicamente è accaduto, ma è irrilevante: taglia. A suon di tagli il film sarebbe diventato, volente o nolente, e per aderire ad un certo ideale di "russità" una noia mortale, con personaggi monodimensioali consegnati direttamente dalle fredde cronache della storia. Ma è proprio vero che nella vita privata, questi personaggi fossero "russi"? Questo film se lo chiede, e interroga lo spettatore della stessa domanda presentando dei russi-non-russi-in russia.
Su chi debba parlare di noi stessi vale il proverbio: Degli amici mi guardi iddio, che dei nemici mi guardo io.
Vista la notizia che gli USA bannerranno TikTok dal loro paese... mi chiedevo.. non possiamo fare lo stesso anche in Italia?
Per ragioni... di politica internazionale? Nah, il nostro ministro degli esteri attuale crede di poter trarre vantaggio da accordi filocinesi, quello precedente era un "placeholder" e prima ancora c'èra Alfano. Nah, non ce la caviamo con le ragioni internazionali.
Per ragioni... etiche? No, non siamo uno stato etico.. anzi dell'etica non ce ne frega niente, e si vede tralaltro, e comunque sarebbero discorsi troppo complicati da inserire tra un migrante e un malato di covid, lasciamo perdere.
Per ragioni... scientifiche? Beh ci sono una valanga di studi che dimostrano che i social network succhiano il cervello alle persone, e che usano gli stessi circuiti celebrali del gioco d'azzardo, della pornografia e delle droghe pesanti. Ma a noi frega qualcosa della scienza? Nah..
Per ragioni... del "si stava meglio una volta"? Ecco, forse ci ho azzeccato, questo è un discorso che può passare. Chiamiamo un ottuagenario a raccontarci di come si viveva sereni quando non c'era il telefono e ti portavi la contadina nel pagliaio.... Nah, non va manco così.
Per ragioni... del cazzo!Si ! Per ragioni del cazzo è la risposta giusta, anzi non diamo proprio alcuna ragione, facciamolo e basta, per il dispiacere di tutti i pedofili che ci girano a guardare minorenni, per il dispiacere dei cinesi che vogliono farsi anche il nostro numero di targa, per il dispiacere di ragazzini che sognano di partecipare al grande fratello e di adulti "evergreen" ma "quasi brown", per tutto questo e altro ancora, ma stiamo zitti, lo facciamo e stiamo zitti, da un giorno all'altro al posto dell'applicazione compare una schermata nera, i bambini non votano, i cinesi manco, e i pedofili non hanno il coraggio di uscire allo scoperto.
Fine della storia, è così difficile?
I social occidentali non succhiano i cervello ? Tolto Tiktok eliminiamo anche i pedofili
?
Citazione di: Ipazia il 23 Settembre 2020, 14:35:41 PM
I social occidentali non succhiano i cervello ? Tolto Tiktok eliminiamo anche i pedofili ?
TikTok utilizza gli stessi sistemi degli altri social, semplicemente elevandoli alla decima potenza, diciamo che potremmo considerarla la stessa differenza tra le droghe leggere e le droghe pesanti, con l'aggravante che è studiato per adescare minorenni.
No, non eliminiamo i pedofili (argomento fantoccio), così come non li eliminiamo se chiudiamo i siti pedopornografici, ma guardacaso qualcuno trova sensato chiuderli lo stesso!
Non mi pare che i social occidentali adeschino meno. Concordo senz'altro sulla chiusura dei siti pedofili e non frequento neppure i trivial occidentali. Quindi la cosa mi tange poco.
Con tutto questo casino riguardo alle scuole in tempi di coronavirus, mi sarei aspettato che fosse la giusta occasione per pensare ad una riforma della scuola che includesse, almeno parzialmente, il cosidetto "insegnamento a distanza" e che lo mantenesse in pianta stabile anche quel giorno che la pandemia sarà superata.. invece no. Se non fa ancora ridere il fatto che dei bambini debbano muoversi a volte per chilometri per andare a fare "educazione fisica" non si è ancora capito che la funzione "parcheggio" della scuole è molto più importante di quanto lo sia l'insegnamento. Se non fa ancora ridere che ragazzi che hanno appena preso in mano un "diploma di maturità" vanno su internet a bersi le più assurde fregnaccie, non si è ancora capito quanto la scuola nella maggior parte dei casi non riesce a provocare pensiero critico, ma prepara ad ubbidire allo Stalin che prima o poi ti capiterà nella vita.
Il problema sta anche nel lessico: "insegnamento a distanza". Ma a distanza da dove? La scuola, dovrebbe essere "insegnamento a distanza", a distanza da casa, dalla propria famiglia, dal centro della propria vita. Ma a casa non c'è nessuno! E se c'è qualcuno, probabilmente ha completamente abdicato al ruolo di educatore, appaltato "a distanza" da casa, e si consola dell'esser buon genitore perchè ti ha detto di attraversare sulle strisce o di dire "prego" dopo un grazie.
A parte alcune "materie" che avevano bisogno "fisiologico" di essere impartite da un insegnante (parlo delle stanghette di prima elementare, della grammatica e qualcos'altro), qualsiasi nozione che ho imparato alle elementari\medie\superiori è completamente sparita. Quello di cui sono servito tutta la vita è la geometria, che mio padre utilizzò come "espediente" per insegnarmi la logica. Ancora oggi quando penso ad un problema utilizzo la geometria, e la uso per "averla capita" nel suo senso logico, anche se non ricordo più la formula dell'area del triangolo imparata a scuola, il senso di averla imparata era accedere ad un modo del pensiero. Quando tornavo a casa con un problema di matematica e gli chiedevo aiuto, lui mi faceva una domanda, e io giulivo rispondevo con la formula imparata a memoria in classe, e lui bloccava subito: lascia perdere la formula, mi devi dire "perchè!" A volte la risposta poteva attendere un pomeriggio, ma la risposta stava nella logica, non nella nozione. Quando tornavo a scuola, la lentezza con cui gli altri si interfacciavano ai problemi mi faceva letteralmente sbadigliare, mi sembrava che vivessero in un mondo parallelo dove capire non aveva alcun valore, e tutto era un esercizio mnemonico che poteva fallire o succedere. Mi disaffezionai alla svelta a questo mondo in cui l'unica cosa che era importante era l'apparenza del sapere. Tutto il resto che so e che oggi posso utilizzare, l'ho collezionato per passione, altra cosa a cui sono stato educato non certo dalla scuola, che al massimo può aver avuto l'effetto completamente opposto. Non sono mai stato un "fan" della descolarizzazione di Illich, ma a suon di pensarci intorno comincio a pensare che aveva ragione.
Salve InVerno. Perfettamente d'accordo con te. Io ebbi dei genitori con bassa-bassissima formazione cultural-scolastica, ma fortunatamente entrambi di mente ben vigile (ricordandomi della frizzante toscanità di mio padre comiugata (o meglio - contrapposta) al pratico buonsenso insubrico di mia madre).
A scuola mi sembrava di stare in un ambiente in cui non si faceva altro che "menare il can per l'aia". L'unico insegnante che sembrava spiegarti il perchè il mondo andasse in un certo modo, pareva essere quello di religione, ma quello che ci raccontava a me risultava talmente inverosimile che presi a vivacchiare del mio (prendendo voti buoni o sufficienti nelle materie che - senza venir da me studiate - riscuotevano il mio interesse extrascolastico..........e voti deprimenti nelle altre materie di programma).
In effetti la scuola italiana attuale non serve a nulla; niente ideologia, niente filosofia, niente pratica, niente nozioni. Circa l'insegnamento a distanza, purtroppo in mancanza di motivazioni individuali all'apprendimento (o di coercizione), esso si risolverebbe nell'ennesima buffonata parademagogica (noi i mezzi li abbiamo dati, sono gli utenti che non li utilizzano adeguatamente..............).
Il nostro futuro verrà completamente rifondato dal rimescolamento etnico-sociale che si profila all'orizzonte di una Italia sempre meno europea e sempre più levantin-mediterranea. Saluti.
Sono tornato a fare qualche ricerca su cosa è successo alla ultima ondata del black lives matter, che non stanno più spaccando tutto era chiaro dalla cronaca, ma perlomeno volevo capire che a che punto il dibattito politico si è fermato. La mia sensazione è che è accaduto ciò che è normale che accadesse, i media hanno avuto il tempo di "elaborare i dati" (leggere le statistiche invece che prendere per vero tutto ciò passava) e hanno visto che la situazione non era così "bianco e nero" (è il caso di dirlo?) come i protestanti facinorosi volevano far intendere, cosa che si poteva tranquillamente capire con una semplice calcolatrice (
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/il-problema-razziale-americano/msg44867/#msg44867) e hanno cominciato ad elaborare una sorta di "terra di mezzo" dove entrambi le parti in teoria dovrebbero trovare una soluzione mediata. La mia sensazione è che non accadrà, perchè per forza di cose i manifestanti del BLM saranno costretti a cedere punto per punto, molto prima della metà, perchè ormai hanno perso la faccia rispetto alla narrativa che avevano portato in strada.
Se l'obbiettivo iniziale dei protestanti fosse stata la riforma della polizia, a quest'ora avrebbero avuto i dati dalla loro parte e avrebbero potuto continuare a perseguire questo obbiettivo, per il bene di bianchi e neri. Ma siccome si sono fatti turlipinare da politiche identitarie dal profumo pseudomarxista, non solo non otterrano la riforma, ma getteranno anche un ombra di discredito sul tutta una serie di idee correlate che non è detto che fossero infondate.. Buttare problemi seri nel tritacarne delle politiche identitarie, che siano di genere o di razza o chessia, è la garanzia praticamente certa che un giorno, non troppo lontano, i dati verranno a bussare alla porta e smonteranno il tuo castello di carte, facendoti perdere sia il castello che le carte, e anche la faccia.
Il problema è assai intricato,
soprattutto vis(su)to da qui dove potremmo pensare che «
all lives matter» sia una affermazione che supera la discriminazione e ci rende tutti fratelli.
Non è solo una questione di razza o povertà, come dimostrano episodi forse ancor più clamorosi (
un esempio) e i dati sono quasi sempre troppo "monchi" per essere esaustivi, sia quando
confrontano le vittime della polizia per etnia e opposizione armata/disarmata (ma non considerano la composizione della popolazione, i tipi di reati commessi, ciò che avviene prima che si premano i grilletti, etc.), sia quando
confrontano Europa ed Usa tralasciando le mille differenze di contesto, legislative e culturali. Certo non aiuta a semplificare la faccenda considerare il
paradosso di Simpson o riflettere sul perché alcuni si aspettano che ogni etnia dovrebbe avere circa il medesimo tasso di criminali, vittime, etc. altrimenti si cade nella discriminazione (che è come aspettarsi che, ad esempio, il 5% di ogni etnia debba essere criminale, quasi fosse una legge divina, quindi se ne viene incarcerata il 10% c'è un 5% sicuramente vittima di discriminazione).
D'altro canto, se è innegabile che in molti luoghi d'America essere di colore non è affatto un fattore socialmente irrilevante, è anche vero che essere poliziotti in un paese dove le armi circolano quasi come le sigarette, rende difficile giudicare da fuori quello che succede
in the streets (
questo agguato a due poliziotti, a noi italiani potrebbe sembrare un film o una scena da "partigiani contro l'invasore", invece è una recente "cartolina da Compton").
Il punto è che per sostenere un affermazione così grave, come quella della presenza di razzismo sistemico nelle forze di polizia, servono prove molto più solide e autoevidenti di quanto il movimento BLM sia riuscito a fornire. Accusare un ramo dello stato su base aneddottica o di presunzione è un pò ingenuo. Nel caso delle teorie BLM si potrebbe dire "metaforicamente vero, fattualmente falso", come quando si credeva che la peste si trasmettesse attraverso il miasma e perciò si mettevano in quarantena le persone, i fatti clinici erano sbagliati, ma si preveniva comunque la diffusione della peste. Il problema è che la "metafora" delle politiche identitarie è un granata con la spoletta rimossa, va gestita con estrema cura, le proteste violente avvenute mesi orsono, sono solo un antipasto di cosa potrebbe accadere nel caso ci fosse un innesco.
Il confronto con l'Europa non siamo "noi" ad averlo fatto, sono i socialisti d'america per primi che guardando al socialismo europeo hanno creato un paradigma di confronto anche in materia fiscale, educativa, sanitaria etc. Così come parlavamo di esclusivismo religioso, possiamo parlare di eccezionalismo americano in termini di religione civile, in entrambi i casi la diffusione massiva di informazioni avvenuta tramite internet ha rotto l'isolamento informativo, e oggi un americano non è più così convinto quanto lo era anni fa di vivere nel "migliore dei mondi possibili" e i valori che fino ad oggi erano dogmatici (o "costituzionali", come il porto d'armi), cominciano a relativizzarsi, proprio nel confronto interreligioso.
A completamento di questi due post precedenti
https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/la-grotta/msg40954/#msg40954https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/la-grotta/msg43786/#msg43786Il risultato "finale", ovvero 400kg di castagne (solo la metà sono le mie). Ora non "resta" che farci fuoco per una ventina di giorni e seccarle, batterle, e ridurle in farina. Ma penso di volerci scrivere ancora un post o due a riguardo, tempo permettendo, ora è tempo di riposarsi.
(https://i.imgur.com/Me5Scev.jpg)
Inverno o il panettiere-filosofo, come da profezia ideale di Karl Marx.
L'uomo della foto... di buona statura, fisico asciutto, 35-42 d'età. Mani affusolate, d'artista. Posa rilassata. Bel cappello.
Dunque è questa la grotta... (in toscana è chiamato "metato")
Il titolo è abbastanza casuale, ma mi ispira la figura della grotta perché è il primo luogo che homo sapiens ha chiamato "casa", è altresì il luogo dove accendendo un fuoco si proiettano sulle pareti bislacche figure deformate, è anche la caverna di Platone, è anche il luogo di origine del "grottesco", un genere che personalmente mi affascina in quanto capace di mescolare il riso e il pianto in maniera "umana troppo umana". Perciò l'ho chiamato così.
Ad aver fame... le castagne valgon più dell'oro. Ci farai la farina?
Cordialement
Jean
Alle cinque passate mi stendo sulla panca, dicono che l'abbia squadrata il mio bisnonno con l'ascia, è piuttosto comoda nonostante gli spigoli, e poi a me piace riposare sul duro. Il fuoco è molto caldo, di quel calore che ti toglie le forze e che ti porta al sonno, ma se voglio sperare che le braci rimangano accese fino all'indomani non posso andare via prima delle sette. Osservo le assi di legno sopra la mia testa, periodicamente un verme cade senza paracadute e si schianta sul pavimento, si dimena con il ventre cercando di ritrovare la sua castagna, ma il calore l'ha ingannato, è uscito dalla castagna, è caduto tra le assi ed è finito sul pavimento, alcuni sui coperchi della stufa si dimenano per pochi secondi e poi carbonizzano, altri si incontrano sul pavimento, si toccano con il muso e vanno in opposte direzioni, a cercare di ritrovare la propria castagna. Il pavimento è un vermaio, un centinaio di questi lombrichi bianchi si dimenano e muoiono nella speranza di risentire il gusto dolce della loro grotta. Decido di mettermi il cappello sulla faccia come farebbe un cowboy, leggenda narra che se uno di questi vermi ti si infilasse nell'orecchio, scambierebbe il timpano per una castagna e comincerebbe a rosicchiarlo. Possibile? Meglio prevenire che curare.. E già poco qualche secondo dopo, ne sento uno atterrare sulle falde del cappello.. ma sono già troppo assonnato per preoccuparmene, troppo assorto, troppo caldo.
Ricordo l'anno scorso a settembre, ero proprio qui a parlare di progetti con te, zio, volevo che mi affittassi il bosco, l'avrei potato e ripulito. La strada non arriva alla casa, bisogna lasciare la macchina mezzo chilometro prima, e continuare a piedi per un aspra salita. E' un rispetto imposto, una passeggiata preparatoria che non si può evitare con i mezzi moderni, si ha tempo di pensare a che si deve dire prima di incontrarti. Ti cercai nel bosco, ti chiamai, sapevo che eri li, sentivo rumori. Ti nascondesti dentro un tronco cavo di questi grandi alberi, ma i tuoi vizi non ti abbandonavano, e vidi subito il comignolo di fumo di sigaretta che usciva dal tronco. "Guarda che ti vedo, esci fuori!" .. Eri come un bambino, anche se avevi quasi settantanni, uscisti fuori, e parlammo di che fare con il bosco, non ne volevi sapere dell'affitto, volevi andare dal notaio, "passarmi tutto".. A caval donato non si guarda in bocca, ma non capisco, facciamo un affitto, questa è roba tua, dissi io. "Non ce la faccio" rispondesti tu, e un progetto di vita come potevasse essere quello di ricostruire un bosco, si trasformò in un testamento. Perchè?
Ricordo quando andasti in pensione, tutta la città ti doveva qualcosa. Sono andato nella tua cantina, quattrocento bottiglie di vino, ma la data era sempre la stessa, "2006-2007" l'anno che andasti in pensione. Eri astemio, le collezionasti ma non le bevesti, chissà quanti vollero sdebitarsi. Grandi progetti, una grande tettoia doveva coprire la zona di connessione tra la casa e il seccatoio, un mulino, addirittura, per le castagne, chilometri di recinzioni, muri fatti di nuovo, un grande bagno. Ricordo quando venivo da piccolo, un vaso in terracotta interrato dietro la casa, questo era il posto dove si cagava. Un grande bagno, è il riscatto di un infazia passata a cagare al freddo. Ma tutto era interrotto, non c'era una cosa finita, era tutto a metà. Che era successo? Ora l'ho capito, zio, nessuno fà tutti questi lavori per se stesso, ci deve essere qualcos'altro, pensavi che la tua compagna ti avrebbe seguito, te l'ha promesso, ma quando è stato il momento, ti ha abbandonato. Donna di città, alta borghesia, abituata a grandi sfarzi, l'hai tenuta alla casa al mare, ma la pensione non l'ha convinta alla montagna. Tutto si è interrotto. Sai zio, la mia donna proviene da città molto, ma molto più grande, così mi fai preoccupare lo sai ?
Ricordo quando venni a trovarti all'ospedale, era novembre, ero in ritardo, pensavo ce l'avresti fatta. Non ce l'avresti fatta. Non respiravi, la ventilazione non funzionava, chiesi di entrare da solo. Entrai, ed eri uno scheletro attaccato ad un cuscino, quando mi vedesti, ti alzasti con tutte le tue forze, allungasti le mani verso di me, in un abbraccio che non si poteva chiudere. "Che fai zio? Non vuoi più uscire?" .. Mi facesti di no con la testa, un "no" che partiva da un orecchio all'altro, eri sicuro di dover morire. "Ci sono i castagni, zio, hai lasciato tutte le castagne a seccare.." E ancora un "no". E io sapevo, che se dicevi no alle castagne, voleva dire che era davvero un no. Non poteva parlare, sputava, ma non parlava, gli diedi un foglio, ma non scriveva..mi sedetti accanto, capii solo che voleva che gli si bagnassero le labbra con un fazzoletto bagnato, un tubo lungo la trachea e gli stenti, continui e perserveranti, come quelli dei vermi caduti sul pavimento, mi stringeva la mano, ma ciò che faceva soffrire entrambi, era non poter comunicare. Dopo quattordici giorni di agonia, la mattina dopo la mia prima visita, egli spirò.
Ricordo ancora le campane, la tesa del cappello sui miei occhi fuori dalla chiesa. Tutti che mi fanno complimenti.. Zio parlava di te tanto bene, lo zio diceva che eri come suo figlio, lo zio diceva tanto. Ma perchè non disse nulla a me? Uomini d'altri tempi..
Poco fuori la sua compagna... "Ci vediamo alla casa nel bosco?". Io giulivo, si, certo, forse è il momento di commemorare. Un gran casino, tutta la casa a soqquadro, lei, la sorella, il compagno della sorella, cassette di spumante, vecchi amenicoli, si instradavano verso la macchina.. Prendete quello che vi pare, so quel che cercate: il testamento.Mi spiace, ce l'ho io nella testa, scritto non c'è, aprite quel che vi pare..I cassetti all'aria, gli armadi aperti, le botole schiuse, i pertugi aperti. "non ti devi preoccupare, lui mi ha detto, la casa al mare è tua".. E io stupido, pensavo di commemorare. Viavai di cassetti e cassette, viavai di fogli e non fogli, le campane ancora suonavano forte. Cristoddio, ma è possibile? Sciacalli... pensavo. Zio, la casa al mare è sua, l'hai detto solo a me e a nessun altro, i castagni testimomi, farò giustizia. Scaldo io le castagne al fuoco, tengo io rastrellato. Quanti mila euro? Non ha importanza..Ce la arrangiamo, zio, non ti preoccupare... non sei contato come "morto di covid", ma è giusto così, sei morto per un amore rifiutato, e per questo non c'è cura che tenga. Al resto penso io..riposa in pace, zio.
Très bien, InVerno... le mani son dunque per la scrittura...
Cordialement
Jean
Che dire Inverno, che hai scritto con uno stile che sembra quasi meglio di Calvino, può essere consolatorio? Comunque complimenti.
Grazie, troppo buoni, per uno scritto di getto non merito di stare neanche sullo stesso pianeta di Calvino, il vantaggio dell'anonimato è che non mi sento obbligato a rileggere\riscrivere cento volte e posso pubblicare roba grezza, altrimenti sarebbe già passato nel tritatutto venti volte, e forse avrebbe perso la spontaneità!
Mi sveglio sentendo uno strano formicolio sulla mano, è uno di quei vermetti che sta cercando di scorrazzare tra le mie nocche, non mi faccio impressionare, ma mi fà anche un pò schifo, me lo scrollo di dosso, e subito il telefono comincia a suonare.. "Prende anche qui?" Penso.. e con un automatismo e gli occhi accora parzialmente schiusi, faccio partire la telefonata..
"Pronto?"
"ProntobuongiornosonoAnnaMariadallasedelegaledi.."
"Aspetti, aspetti, con più calma, chi è?"
"Anna Maria, dalla sede legale di "Peti in Controluce" società di fornirura di gas ed energia elettrica green.."
"Si fermi, si fermi, ho già fatto un contratto la settimana scorsa, guardi non ho voglia, non è il momento.."
"La chiamavo proprio in proposito di questo contratto, infatti qui mi risulta che lei ha aderito ad una promozione scaduta, e si trova perciò senza un contratto di fornitura, dalla sede di "Peti in Controluce" mi hanno incaricata di farle un nuovo contratto con la società che risponde alla holding, le presenterò qui infatti un offerta molto vantaggiosa.."
"Calma, Calma. La signora che mi ha chiamato la settimana scorsa mi aveva promesso che il contratto sarebbe stato valido per almeno un anno, senza variazioni di contratto, e che nessuno mi avrebbe richiamato per rompere.. come mai la promessa si è rotta dopo una settimana?"
"Eh guardi, siamo nel mercato libero.."
"Libero di prendermi per il culo?"
"No, signore, ma le vorrei offrire un offerta molto vantaggiosa.."
"Senta, capisco che lei fa il suo lavoro, e non vorrei prendermela con lei, già sono contrario ai contratti per telefono, ma se lei lavora sempre per la stessa holding, che caspio di contratto dovrei fare ?"
"Si ma guardi, la promozione è finita, noi dobbiamo rifare il contratto con lei in modo tale da assicurarle la fornitura, si tratta di energia 100% green.."
"Ah, energia green! E poteva dirmelo subito! Allora faccia così, prenda un pila stilo, la ricarichi con la sua energia green e me la mandi, io la faccio analizzare e se è Green le faccio il contratto va bene?"
"No signore non funzione così, non possiamo imbottigliare l'energia..."
"Ah si? E chi l'avrebbe mai detto..senta visto la faccenda che mi ha raccontato, posso richiamare l'operatore della volta scorsa per farmi confermare la sua storia? Mi è rimasto il numero.."
"Certo, certo, ci sentiamo dopo."
....... compone il numero.....
"Pronto signora Pina? sono stato contatattato da una certa AnnaMaria della "Peti in Controluce", mi ha detto questa storia della promozione finita, conferma?"
"Eh si purtroppo abbiamo stipulato un contratto a promozione terminata..."
"Cioè mi faccia capire, io ho fatto un contratto con lei sulla base di certe tariffe, poi il contratto risulta invalido, io rimango appeso senza fornitura, e come "rimedio" mi viene offerto un contratto al doppio della tariffa... conferma?"
"Si signore, purtroppo è stato un disguido tecnico..."
"Certo, ma non si preoccupi, con la signora di Peti in Controluce abbiamo già risolto e ha già accettato il nuovo contratto di fornitura, abbiamo fatto la registrazione con tutti gli accosento, lei però dice che devo spedire alla holding perchè la mia precedente promozione era invalida, le dispiace se le chiedo alcuni veloci dati? Si tratta di una cosa molto veloce"
"Eh? non ho capito.. lei ha fatto fornitura con la signora, ma perchè ha bisogno dei nostri dati?"
"Perchè sono io che fornisco voi! Ci siamo accordati per un quintale di castagne al mese, green, al prezzo vantaggioso di 10€\kilocastagnaora, ora mi serve solo sapere i dati della pezzatura e l'indirizzo di spedizione, posso partire con la registrazione?"
"Cosa? Non capisco.. la sento male"
"Allora partiamo. Stoparlandoconlasignora Pina rappresentantediPetiinContorluce, leiconfermadiaccettareuncontrattodifornituramensile per dellecastagnedimediapezzatura, allasedediPetiinControluceSPA, un quintalealmeseperuntotaledidodiciquintali? Dica di no per dire di si.
"No.. cioè si! cioè no!"
"Benissimo, lei confermachelespedizionidovrannoaverluogo allasedediPetiinControluce e lespesesarannoaddebitate allasignoraPina del callcenterdiLamezia, e che una eventuale rescissionedelcontrattorisulterà inunpagamento diunapenaledi200€almese per 12mesi? Dica di si per dire no, vale il silenzio assenso dopo 1 secondo"
"...Ma che cazz.."
"Benissimo signora Pina, le confermo che il contratto è ora valido, e la fornitura avrà luogo a partire dal 31 del mese. Congratulazioni signora, buone caldarroste, e non mi rompete più i maroni!"
Qualcuno ha risposto in questo modo:
https://youtu.be/OmQOpVHP2xsCordialement
Jean
Citazione di: Jean il 23 Ottobre 2020, 15:12:20 PM
Qualcuno ha risposto in questo modo:
https://youtu.be/OmQOpVHP2xs
Cordialement
Jean
Molto meglio questo, mi ha dato idea di una variazione sul tema. Però io generalmente non faccio questi scherzi agli operatori, poveracci, è che questi han provato a truffarmi.
Ultimamente sono un espertone finanziario (è una fase umorale depressiva, passerà) e gironzolo a vedere i titoli in borsa di "cose che conosco" e mi ha colpito una cosa che ritengo estremamente interessante, ovvero il titolo Tesla che ha praticamente decuplicato il suo valore nell'ultimo anno. Sono andato a vedere sulla pagina wikipedia di Tesla, perchè volevo capire cosa fosse successo di così incredibile nel loro 2020, e ho confermato ciò che già sapevo, ovvero che l'evento principale è stato il famoso "Battery day", ovvero la presentazione di
super efficienti meravigliose batterie che rivoluzioneranno il mercato 100%(tm). Si capisce, essendo le batterie il problema principale della funzionalità delle auto elettriche, presentarne di nuove e rivoluzionarie (addirittura secondo Reuters "
riscrivere la matematica delle batterie" sic!) dovrebbe in qualche modo rivalutare l'intero tuo settore. E' come inventare un nuovo tipo di acciaio facendo il produttore di coltelli, ovvio che tutti vorranno comprare le azioni della tua coltelleria.. Wao!
Quando trovo il video del battery day (
https://www.youtube.com/watch?v=l6T9xIeZTds) quasi immediatamente arriva la risposta che cercavo, nei commenti, molti scrivono che appena hanno sentito una certa notizia pronunciata dall'eco-profeta (Musk) sono subito andati a comprare nuove azioni. C'è chi è stato colpito dall'efficienza, chi dall'energia, chi dal costo, e tutti si prende e si va a comprare nuove azioni, ed effettivamente dal batteryday in poi le azioni salgono costantemente. Bene, mi piace questo libero mercato. Ora però andiamo a vedere come si "riscrive la matematica delle batterie".
Questa è la nuova batteria presentata da Tesla
(https://i1.wp.com/electrek.co/wp-content/uploads/sites/3/2020/09/Tesla-4680-battery-cell-1-e1600812925808.jpg?w=2000&quality=82&strip=all&ssl=1)
6x POTENZA! 5x ENERGIA ! +16% RANGE Wao ma come hanno fatto? hanno davvero riscritto la matematica delle batterie! ............................................................................... ........ Quindi facciamo due conti..
Il modello su cui si basa questo raffronto pare essere il precedente, cioè il 2170, cioè 21diam\70altezza..
E il nuovo è il 4680, cioè 46diam\80altezza...........................................................................
Cazzo, ma il volume della nuova batteria è 5.5 volte quello della vecchia!
ECCO COME SI RISCRIVE LA MATEMATICA DELLE BATTERIE... si fanno più grandi!E chi ci aveva mai pensato? Ci credo che il titolo in borsa è decuplicato, questa è una scoperta copernicana!
BYE BYE COMBUSTIBILI FOSSILI, ELON CI HA SALVATO!
Il valore di mercato e i test di gravidanza
Questo ragionamento potrebbe essere preso molto, molto, molto alla larga, con concetti altisonanti e termini economici, cosa che non intendo fare, lasciando il divertimento a chi vorrà, io la gioco bassa. Il mio incipit è semplicemente questo: sono anni che vedo presunte "invenzioni" esistere ed essere commercializzate, per il semplice fatto che vi è domanda di esse, in realtà si tratta del nulla assoluto che attraverso sapiente marketing viene spacciato per qualcosa di utile, di necessario, un progresso tecnologico, di cui non esiste alcuna domanda o necessità reale, se non quella creata attraverso il marketing. Le batterie di Elon sono un esempio non del tutto congruente, per quanto non ci sia nulla di rivoluzionario, si possono individuare delle qualità innovative.. io parlo proprio di spazzatura.
Pensando e ripensandoci, ho pensato che uno degli esempi più lampanti di ciò potrebbe essere rappresentato dai testi di gravidanza elettronici. Il fatto che vi sia uno schermo, può indurre a pensare che il meccanismo per cui operano sia qualche futuristico sistema di analisi delle deiezioni liquide integrato in chissà quale laboratorio portatile, e sicuramente chi li produce vuole dare esattamente questa sensazione. In realtà è un sensore ottico che "legge" il colore dello stesso identico tester analogico, e attraverso un controller e una batteria fornisce la lettura sullo schermo LCD. In pratica è un aggeggio che vede un colore su un tornasole e scrive il nome del colore sullo schermo.
(https://qph.fs.quoracdn.net/main-qimg-a539f8ed12e605f0b29242e4bb53801c)
Avendo fiducia che i daltonici possono essere aiutati da persone che riconoscono propriamente i colori, e che l'unica funzione reale di questo aggeggio sia quello di aiutare una coppia di daltonici che abitano isolati in Antartide, vorrei chiedere, è giusto che questa schifezza venga prodotta, solamente perchè c'è domanda di esso? Completare la valutazione, sapendo che ci sono zone in Cina, uno dei pochi paesi nei quali è ancora economico estrarre i minerali rari necessari a produrre quella paccottiglia, che sono rese inabitabili dalle suddette attività di estrazione, che l'estrazione di questi minerali è collegata con altissimi livelli di mortalità per via delle subumane condizioni di lavoro e la tossicità di queste sostanze, e che si tratta di un oggetto con una vita media bassissima, se non "usa e getta", nessuna possibilità economica di riciclo, e che anche il ciclo di assemblaggio di queste boiate e il costo risultante come "competitivo" con i test analogici, è dato solamente dalla possibilità di sfruttare lavoratori cinesi con reti anti-suicidio.
E' giusto che solamente perchè c'è domanda di questo amenicolo, esso venga prodotto?
Secondo me i cinesi stanno un po' esagerando col marketting, ma forse io e te ci sbagliamo perchè il Market (globale) queste marchette in suo nome le accoglie, altrimenti non sarebbero nemmeno prodotte ;D
P.S. Assai più redditizie le bombe usa mentre getti. Glielo diciamo ai cinesi ?
Salve InVerno. E' questione squisitamente filosofica. A base esistenziale. Il mercato c'entra solo di straforo...........diciamo per caso.
Se richiamassimo in vita un europeo morto centoventi anni fa, portandolo a fare un giro egli svenirebbe dalla meraviglia se fosse un sempliciotto, mentre scrollerebbe la testa se fosse un saggio. Oggi la popolazione primomondista (e non solo) è costituita da sempliciotti che non hanno nulla di che meravigliarsi.
L'antico saggio, invece, vedendo ciò che lo circonda e sentendo descritto cosa è ed a cosa "serve", capirebbe in breve che il "progresso umano" è quell'andamento delle cose che provvede a rendere più semplice ciò che è complesso......al prezzo della complicazione di ciò che è più semplice. Questa è la semplice universale spiegazione del progresso.
Dal punto di vista mercantile tale andamente viene realizzato in modo molto "semplice", creando cioè condizioni di vita sempre più complicate.......grazie allo sfruttamento scientifico dell'unica risorsa veramente inesauribile del pianeta : la stupidità dei sempliciotti voraci di novità.
Ovvero la strategia molto "semplice" cui accennavo sopra consiste nel creare ciò che è utile, produrlo in quantità sempre crescente onde abbassarne il prezzo, diffondere la convinzione che l'oggetto - oltre che utile - è anche necessario (sottile sfumatura filosofica della utilità)........ed infine, una volta che tale oggetto si sia diffuso abbastanza, che esso risulta pure indispensabile (altra sfumatura). A questo punto, resta solo da fare in modo che il mancato possesso/uso dell'oggetto risulti penalizzante per il singolo, utilizzando la pubblicità per far sentire costui un sorpassato, uno sfigato, un disadattato, un povero cristo da marginalizzare, un sabotatore della prosperità capitalistica..............
Scusate ma non è successo così (nel bene e nel male, nella utilità e nella superfluità, nel bisogno e nella vanità) per la radio, la TV, l'automobile, il rasoio elettrico, il telefono, i deodoranti, i telecomandi e via con migliaia e migliaia di indispensabili meraviglie possibilmente alimentabili non più con corrente elettrica di rete (solo i trogloditi usano i cavi elettrici), ma possibilmente con montagne di batterie e batteriole le quali sono dieci volte più inquinanti e cinque volte meno efficienti di qualsiasi centrale elettrica alimentata con i giustamente deprecati combustibili fossili...........??. Salutoni.
Per tentare di allacciare i vostri commenti rispondo: Viator, non tutto il progresso è fuffa per i consumatori turlupinati, la domanda di mercato non è il solo vettore, il progresso nella tecnologia militare per esempio, che poi viene riadattato ad usi civili, generalmente non ha niente a che fare con la paccottiglia perchè risponde a domande concrete: le guerre si vincono o si perdono, i soldati vivono o muoiono e i generali non vanno in visibilio per un led che gli dice se le scarpe sono allacciate o slacciate. E' quando le tecnlogie smettono di rispondere a domande concrete, ed entrano nel vortice utilitaristico-edonistico del mercato, che cominciano a trasformarsi in pattume.
Esempio semplice potrebbe essere, sempre picconando l'eco-mariuolo americano, la sua altra avventura ovvero quella di SpaceX. La compagnia si arroga e si bulla di aver "brevettato" l'atteraggio in verticale dei razzi, che permetterebbe il riutilizzo degli stessi, e l'apertura delle frontiere di un nuovo tipo di mezzo di trasporto per consumatori: il razzo. https://www.youtube.com/watch?v=zqE-ultsWt0
Peccato che esiste internet, anche se gli ammiratori di Munsk evidentemente non lo sanno usare (insieme alle più semplici calcolatrici, tra l'altro),e si può facilmente scoprire che suddetta tecnologia non solo stata pionerizzata negli anni '60 con alcuni prototipi dalla NASA, sottopressione e abbondantemente finanziata per vincere la corsa lunare, ma che era già stata perfezionata nel '93 (https://www.youtube.com/watch?v=wv9n9Casp1o)La NASA ovviamente aveva brevettato questa tecnologia per l'esplorazione spaziale e la comunicazione con le stazioni orbitali, non certo per trasportare dei deficienti che devono fare Londra-Taiwan in venti minuti perchè hanno il "business meeting" .
Stride, ma nemmeno tanto, che l'eco-profeta suggerisca di bruciare tonnellate su tonnellate su tonnellate di combustibili fossili, solamente perchè i businessman (che presumibilmente saranno gli unici a potersi permettere il biglietto) non riescono ad adattarsi alle teleconferenze, non conoscono le sveglie, la mail, e nemmeno il senso di autoconservazione, perchè ce ne vuole molto poco per mettere il proprio culo su un razzo perchè "ho fretta", come dimostra l'ultimo test di spaceX.
https://www.theguardian.com/science/2021/feb/02/spacex-starship-rocket-test-flight-explodes-elon-musk
Stride? Stride, stride.. come il fatto che il razzo (secondo il rendering di Elon) parta da un centinaio di metri da una città, e che per essere raggiunto richieda l'utilizzo di una barca, il mezzo di locomozione più lento disponibile, stride come il fatto che non vengano considederate nei tempi tutte le operazioni di imbarco e sicurezza necessarie ad un razzo..Questo è ciò che succede quando una tecnologia militare finisce in mano ad una persona con molti soldi, a cui piacciono i rendering in 3d, e fuma molte canne.Fortunatamente in questo caso, le possibilità che questa roba abbia successo commercialmente sono talmente poche, che l'unico sperpero è quello dei test.
Io capisco il furore di InVerno contro gli aspetti emergenti di una creatività consumistica che non conosce limiti. E lo condivido pure. Ogni nuova trovata non fa altro che confermare la mia sensazione di un delirio crescente nell'accumulazione capitalistica. Ma limitarsi al delirio edonistico e ignorare i ben più sostanziosi deliri della riduzione dell'umano a merce che si può mandare al macero attraverso altre merci "usa mentre getto", o immaginarie, sommamente predatorie, come la finanza, di consistenza economica ed etica infinitamente superiore, significa limitarsi al dito e non vedere la luna.
C'è una razionalità (capitalistica) pure nella merce più idiota: si chiama profitto ed è il motore di tutto l'ambaradan. Finchè non usciremo dall'universo bacato della merce e torneremo all'universo saggio dell'uso lo scandalo si perpetuerà e le novità non faranno altro che confermarlo. E c'è pure una razionalità più sottile, subliminale, nella merce più idiota: aumentare l'idiozia umana che a sua volta sarà garante della perpetuazione dell'idiozia del modello di civiltà capitalistico.
Salve Ipazia. Tu hai ragione come sempre. Purtroppo la tua e la mia ragione (perchè io condivido il tuo parere) hanno nel fatti torto poichè si pongono fuori del contesto del possibile.
Noi vorremme vedere le merci sostituite dall'uso (quindi dalla temporanea egualitaria condivisione dell'utilizzo del bene).
Purtroppo il problema, a tal punto, sarebbe il medesimo accennato da quell'idiota di Viator all'interno del suo topic "Deliri onirici" di tempo fa : la mancanza del garante dell'utopia. In assenza di mercato, di mercificazione, di prezzo, chi o cosa garantisce il valore dell'uso del bene ? La miracolosa sintonia dei singoli ? Babbo Natale ?. Saluti.
Il valore d'uso è l'utilità di un bene ed è garantito dal raziocinio umano mirato all'uso. Raziocinio non adulterato dai meccanismi perversi della mercificazione, quindi calibrato sul rapporto costo/beneficio sociale ed ambientale di una produzione. La scala di valori in gioco a fondamento dei paradigmi di utilità non può che essere condivisa comunitariamente.
Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2021, 09:48:37 AM
Io capisco il furore di InVerno contro gli aspetti emergenti di una creatività consumistica che non conosce limiti. E lo condivido pure. Ogni nuova trovata non fa altro che confermare la mia sensazione di un delirio crescente nell'accumulazione capitalistica. Ma limitarsi al delirio edonistico e ignorare i ben più sostanziosi deliri della riduzione dell'umano a merce che si può mandare al macero attraverso altre merci "usa mentre getto", o immaginarie, sommamente predatorie, come la finanza, di consistenza economica ed etica infinitamente superiore, significa limitarsi al dito e non vedere la luna.
C'è una razionalità (capitalistica) pure nella merce più idiota: si chiama profitto ed è il motore di tutto l'ambaradan. Finchè non usciremo dall'universo bacato della merce e torneremo all'universo saggio dell'uso lo scandalo si perpetuerà e le novità non faranno altro che confermarlo. E c'è pure una razionalità più sottile, subliminale, nella merce più idiota: aumentare l'idiozia umana che a sua volta sarà garante della perpetuazione dell'idiozia del modello di civiltà capitalistico.
Beh io avevo premesso che l'avrei "presa bassa", in fin dei conti che cosa c'è di meglio che addentrarsi nelle perversioni e vederne gli avvitamenti semantici?
Strano comunque, che declini in questa maniera la questione, conoscendo il tuo retroterra, avrei pensato che come me (perchè è un mio vecchio cavallo di battaglia) avresti suggerito di sondare la differenza tra proprietà e possesso. Si può pos-sedere una sedia sola, ma in proprietà se ne possono avere milioni.
Avendo tu posto la questione sull'utilità della carabattola mi sono limitata a declinare il concetto rispetto all'uso (idiozia) e allo scambio (merce finalizzata al profitto). Proprietà e possesso mi pare allontanino dalla questione chiamando in causa aspetti giuridici che travalicano il buonsenso produttivo. Ma nulla osta che si allarghi il discorso alle ricadute giuridiche della mercificazione capitalistica e al diritto di proprietà.
Citazione di: Ipazia il 10 Febbraio 2021, 14:43:54 PM
Il valore d'uso è l'utilità di un bene ed è garantito dal raziocinio umano mirato all'uso. Raziocinio non adulterato dai meccanismi perversi della mercificazione, quindi calibrato sul rapporto costo/beneficio sociale ed ambientale di una produzione. La scala di valori in gioco a fondamento dei paradigmi di utilità non può che essere condivisa comunitariamente.
Oh Santo Cielo ! Non dirmi che mi tocca dare anche a te della candida !! Ignori forse che il raziocinio impersonale è patrimonio di pochi (quindi di una minoranza non democratica di "eletti")...........mentre avidità, egoismo, ignoranza sono """""beni""""" immensamente più diffusi,maggioritari, democratici, scambiati ed usati a man salva ??. Ma dai ! Credo invece tu sia una bruna Regina del Sapere. Salutissimi.
Volevo smetterla con Elon, giuro, ma apparentemente è come la gramigna, più ne togli più ne ritrovi, e infatti ieri mi ritrovo questo articolo..
https://www.corriere.it/tecnologia/21_febbraio_10/milano-roma-30-minuti-promessa-hyperloop-arriva-italia-d188379e-6be0-11eb-8932-bc0ccdbe2303.shtml
La domanda a monte che uno si vorrebbe porre in questo caso, è deontologica, ovvero: possibile che il primo giornale italiano per vendite, invece che chiamare un fisico, o un esperto di trasporti, intervisti il signor Paolo Barletta, volto fotogienico del marchio "Chiara Ferragni"?
Non ho voglia di andare a criticare l'ennesima "Elonata", se la priorità è fare Puttemburgo-Cicago in due minuti e per farlo siamo disposti a fare il sottovuoto in un tubo di quel diametro e per quella distanza, facciamolo, in barba a qualsiasi spesa kw\m2. Se ne fossimo capaci, potremmo applicare la stessa tecnologia per creare energia infinita (non spiego come, presenterò il brevetto dopo l'ok della Ferragni) che sarebbe anche molto più utile, ma finchè si tratta di rendering, tutto è possibile. Il problema vero delle "Elonate" è quello che al dì là dell'assurdità totale delle sue idee, c'è una folta folla di tecno-allocchi (e il fatto che venga menzionato Leonardo, con gli obbligati rimandi al novello ministro della transizione ecologica) che davvero pensano di farla franca con queste assurde "belinate" si dice da me. La serietà sulla fattibilità e sui costi, viene davvero trascurata in favore di non si sa cosa. Perlomeno ogni tanto si trovano sprazzi di serietà, anche giornalistica :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/13/bosco-verticale-si-fa-presto-a-dire-sostenibile-le-mie-domande-sui-costi-ambientali-dei-grattacieli/6094643/
Magari non se ne farà nulla, ma intanto l'amo del magna-magna è stato gettato e qualcuno ci farà la sua pesca miracolosa analogamente ai soldi pubblici disintegrati per gli studi preliminari sul ponte di Messina. Il governo attuale mi pare ben tarato per questo genere di mangiatoie.
Ho finito, finalmente, la lettura dei Fratelli Karamazov che mi portavo dietro da natale. Mi pare chiaro quanto sia pleonastico farne una recensione nella sezione adibita qui sul sito, vorrei invece addentrarmi in qualcosa di più faceto, e che sicuramente si tingerà di tinte di grottesco, ovvero una stroncatura , e già si capisce dove sia l'origine di queste tinte, perchè è sempre ridicolo quanto patetico, quando un signor nessuno si mette a far le pulci ai giganti. Veramente non so da dove iniziare.. Da ciò che apprezzo forse? Le sinossi, dei lavori di Dostoevskij sono davvero geniali, preso lo scheletro narrativo epurato di tutta la carne, uno non può che ammirarne l'intensità filosofica e la capacità drammatica, tanto che ogni volta che ne leggo rimango colpito da una delusione cocente, perchè mi aspetterei che da soggetti del genere di venir travolto.. e invece. Sarò maligno, ma il fatto che a quel tempo gli scrittori venissero pagati a numero di pagine, che Fedor fosse pieno di debiti, e che a quanto so ci fosse sopratutto nel mondo russo l'equazione "libro lungo = libro profondo", devo aver giocato un ruolo fondamentale nella stesura di molti capitoli e di molti dialoghi. Non dovrebbe essere possibile, secondo me, elidere (o "saltare") un capitolo intero di un libro e poter continuare come nulla fosse, ma l'impressione è precipuamente quella, ovvero la presenza costante di diluizione. E mentre magari i capitoli "saltabili" sono pochi, i dialoghi a volte veramente si protraggono veramente in terre di nessuno. Quanto più godibili sono invece alcune storie brevi, alcune parentesi chiuse, all'interno dei lavori, per esempio il "Grande inquisitore", quello si era un soggetto che avrebbe goduto di un espansione (senza esagerare eh!) che a uno viene da chiedersi perchè siano chiuse e disperse in questi giganteschi contenitori, quando avrebbero brillato di luce propria altrove. L'impressione tralaltro che mi sono fatto, è che mentre per un occidentale "russofilo" criticare Dostoevskij è praticamente impossibile, i russi di loro sembrano essere molto meno propensi all'incenso, lo trattano come una "cosa di casa" senza troppo provincialismo, ed è opinione non tanto rara sentir dire che "scrive male", eccezione forse sarebbe quella di Hemingway che pare disse "Come può un uomo scrivere così male, così spaventosamente male, e comunicarti delle sensazioni così profonde?". Ne nasce un problema di traduzione, secondo alcuni Dostoevskij ne guadagna in traduzione, perchè il traduttore cuce e aggiusta gli spigoli, liscia il pelo e stira le asperità, ma ancora questo è problema nel senso che arriva poi la questione di tradurre "lo stile unico" dello scrittore. Mah, devo essermi imbattuto in una "buona traduzione", perchè mi è toccato più volte rileggere per capire il senso di ciò che era scritto. Mi ha lasciato altresì perplesso l'essermi finalmente imbatutto nell'origine del famoso meme "senza Dio tutto è permesso", e chiudere la lettura con un sonoro quanto italico "embè?". Embè sarebbe questa l'opera che lo imprime indelebile? Già mi sovviene la signora romana di un altro meme, che mi dice "annamo bene, propprio bbene". Tornando per un attimo a tessere lodi, perchè, se non lo si fosse capito, questo delirio non ha né capo, né coda, né struttura, la maniera in cui Dostoevskij costruisce la psiche dei personaggi ha seriamente dell'incredibile, le sfacettature psicologiche che trasudano dai dialoghi sono seriamente tra le più delicate quanto spietate che mi sia capitato di imbattermi.. tuttavia, appartengono a personaggi cartonati, così ideali da essere quasi infantili, spesso incapaci di evoluzione, ma solo di reiterare sé stessi ..Ho capito il "romanzo filosofico", ma la profondità che viene raggiunta dai personaggi, non è pareggiata da una loro capacità di esistere, e dall'essere tremendamente piccoli. Sono come dei bicchieri, nei quali perdersi, profondi chilometri, ma pur sempre bicchieri. Non che sia un problema unico dello scrittore russo, ma davanti a cotanto spessore psicologico, viene quasi l'acquolina, e poi si rimane profondamente delusi. Il peggior problema di Dostoevskij, è che non sopporto la sua presenza, la sua persona, che trasuda dalle pagine..il suo carattere, le sue idee, quello che io ho inteso leggendo, mi è estremamente repulsivo, non lo compatisco, non lo comprendo, non provo fratellanza alcuna. Dostoevskij è per me l'equivalente di quelle persone che non riescono a smettere di immaginare di torturare piccoli gattini, e allo stesso tempo non ne hanno mai ferito uno, o anzi, sono proprietari di una casa di cura per animali.. ma non smettono di immaginarli torturati. Il fatto che poi tutto questo venga elevato a livello filosofico, a visione del mondo, mi lascia semplicemente una cosa da dire a Fedor : "ma sei proprio sicuro, proprio proprio, che questi non erano tutti problemi tuoi, e gli altri invece se la passano un pò meglio? Ragionaci.." alla prossima.
*Appendice*Contrabbandare Dio.
E' una tattica retorica molto fastidiosa, e di cui Dostoevskij è chiaramente maestro (non saprei se pioniere o perfezionatore) che prevede un inizio del ragionamento molto razionale e condivisibile, che anche un materialista riuscirebbe a condividere, che evolve cercando di distogliere la tua attenzione, o meglio di raccimolare il tuo consenso attraverso affermazioni sempre perfettamente razionali, sperando che all'ultimo momento, quando il tuo livello di attenzione si è abbassato sufficienza perchè sembri concordare su ogni punto, arrivi finalmente il momento di "contrabbandare Dio".
Lo faceva, e lo fa ancora il mio miglior amico, persona molto devota. Ogni volta che gli raccontavo un mio problema personale, egli cominciava a rispondermi con analisi molto condivisibili, riguardo alla mia persona, le mie abitudini, le mie tendenze, sempre tenendo lontano qualsiasi inflessione trascendentale, incassava le mie conferme una dopo l'altra, e poi dopo una decina di colpi andati a segno, provava a contrabbandare Dio, sperando che siccome avevo già annuito dieci volte, l'avrei fatto anche l'undicesima; mentre la mia guardia si era abbassata perchè sentivo di parlare con una persona che mi comprendeva e di cui potevo fidarmi, usciva fuori un argomento completamente avulso. Lo trovo onestamente un giochetto basso, e anche un certo tradimento intellettuale, che una volta smascherato rende chiaro che le intenzioni originarie del contrabbandatore, non erano tanto quelle di aiutarti o di offrirti qualcosa, ma una subdola tecnica di manipolazione finita smascherata. Così nella lettura di Dostoevskij capita, di immedesimarsi, di sentirsi parte della narrazione, dei drammi, e delle angherie, e di essere d'accordo con il punto di vista dell'autore, seppur spesso trasparente, con i suoi aggettivi, con le sua angolazioni.. tutto fa pensare ad una comunione di intenti.. quando ad un certo punto arriva il Gesù di contrabbando.
Curiosamente, ho trovato che Nabokov scrisse pressochè la stessa cosa, citando "Non mi piace questo trucco che i suoi personaggi hanno di 'peccare per trovare la via verso Gesù' o, come ha detto più chiaramente l'autore russo Ivan Bunin, 'il suo infilare Gesù dappertutto'". Esattamente, i personaggi di Dostoevskij peccano non per rispettare sé stessi, ma precisamente per preparare il momento dove l'autore potrà contrabbandare Gesù al meglio. E' una brutta sensazione, per questo ho detto "annamo proprio bbene" se questo libro è il libro del senza Dio tutto è permesso. Con veramente poco orgoglio e anzi un pò di imbarazzo perciò concludo: i contrabbandieri Karamazov, sono stati bloccati alla dogana per controlli: dentro la valigia, bibbie, rosari e incensi vari.. Arrestati.
Dostoevskij si trova in una fase di passaggio cruciale per la storia russa in cui la religiosità secolare comincia a vacillare di fronte agli assalti della modernità. La sua retorica a sostegno dell' "anima russa" è magistrale e va letta nel suo valore letterario che procede, con grande finezza psicologica, per contraddizioni radicali. Egli è un esistenzialista mistico analogo a molti intellettuali del XIX e XX secolo che cercarono di salvare capra (Dio) e cavoli (modernità).
Impresa ardua, la cui tensione intellettuale non può che suscitare ammirazione. Se Dio esistesse, avrebbe un bel da fare per sdebitarsi con una simile intelligenza religiosa. Ma anche per chi sta sull'altra sponda come me, Dostoevskij è una palestra perfetta per esercitarsi contro le argomentazioni religiose e i loro più sofisticati congegni retorici.
Il debito di Dio non si limiterebbe all'aspetto teologico, ma forse ancor più a quello estetico della rappresentazione letteraria, equiparabile ai tesori di bellezza monumentale, pittorica e musicale dell'arte sacra antica.
Ecco allora che la frase che nell'"Idiota" scivola via in un apparente chiacchericcio salottiero: "la bellezza ci salverà" assume un aspetto più intimo e importante: salverà la religione dall'assalto della modernità. La bellezza della sua prosa è tutta impegnata in questa missione. Impossibile ? Non pare.
Sotto consiglio e controvoglia, ho guardato il film "I care a lot" (
https://it.wikipedia.org/wiki/I_Care_a_Lot) e devo dire che mi ha dato da pensare parecchio.
Senza fare spoiler, ne recensioni, il personaggio principale ha due caratteristiche principali che vengono reiterate e rinforzate per tutto il film..
- E' una donna in carriera, con un carattere forte e prevaricatorio, con un forte ascedentente femminista, che riempe tutto il film di battutine sul patriarcato (?) e di come lei invece sia diversa..
- E' una truffatrice, della peggio specie, fa la curatrice legale di anziani insufficienti, e li deruba dei loro averi ingannandoli, con un baricentro caratteriale sul possesso e il profitto.
Ora, io ho qualche rudimento di come si costruisce un antieroe, e c'è qualcosa che non mi torna. L'antieroe dovrebbe essere quello che stuzzica la tua empatia negativa, ovvero provare compassione per qualcuno che commette atti moralmente riprovevoli. Ci dev'essere un elemento del carattere dell'antieroe che possiamo compatire, condividere, in modo tale da creare quella tensione tra la nostra emotività e la nostra etica che è tipica dei migliori antieroi.. L'esempio stupido potrebbe essere qualcuno che fa una rapina in banca perchè ha bisogno dei soldi per pagare un rene al proprio figlio, o cose del genere.
Eppure finito il film, mi sono semplicemente reso conto di aver guardato le gesta di un personaggio assolutamente detestabile su ogni livello, e ho speso tutto il tempo prima di addormentarmi a capire che caspio fosse passato per la testa a chi ha scritto questo personaggio tremendo...
Poi quasi un ora dopo mi si accesa la lampadina! La parte caratteriale che dovrebbe essere quella "relazionabile" con lo spettatore,
è quella femminista! Mi scappava quasi da ridere da solo.. Perchè è quel tipo di "femminismo" che più correttamente andrebbe chiamato "misandria", passivo-aggressivo, tossico, preso da manie di persecuzione, sessista e terribilmente clichè. Non so chi davvero riesca ad empatizzare con questa presunta antieroina su questo lato, in modo tale da compatire quello che oggettivamente è irrecuperabile moralmente.. Se qualcuno riesce a perdonare QUESTO personaggio, per le azioni che compie che sono della peggio gravità, solamente perchè ogni tanto spara qualche battuta superficiale a tema patriarcato, io mi sorprenderei assai e consiglierei anche una visita dallo psicologo di fiducia. Di sicuro è un bel testamento sui tempi che corrono.
O più probabilmente è un ottimo esempio della misoginia galoppante che delinea un odioso stereotipo "femminista" da dare in pasto a orde di maschi psicologicamente celibi e orfani. Anche di questo vive il botteghino.
Magari se fosse un antagonista, ma è la protagonista, e il suo senso nella storia è questo. Non prendiamoci in giro, ci sono una decina di manuali di narratologia che uno deve seguire per scrivere un soggetto cinematografico, e questo non è né il film che tenta di infrangerne le regole, né quello che non è cosciente o le ignora: tutto il resto del film segue quelle regole, e quella è chiaramente una protagonista, antieroica, ma che pur sempre rappresenta il punto di vista dello spettatore e che tenta di catalizzare l'empatia del medesimo.. ma ehi, ora che ci penso, forse con te funzionerebbe 8) , dacci un occhiata poi sappimi dire!
Ho letto la trama su wp. Non è il mio genere. Noto invece che l'abbinamento femminismo, per giunta lesbico, e malvagità, ha conquistato la fiction. Che strano ! Per quanto riguarda gli eroi negativi non mi pare una gran novità. La storia del cinema ne è piena, vista la noia mortale del buonismo politicamente corretto. Hannibal-Anthony Hopkins ne ha dato un'interpretazione da manuale.
Premesso che Hannibal Lecter è chiaramente un antagonista (anche se ho verificato, e esistono alcune opere dove è un antieroe - la serie TV, e un libro senza trasposizione cinematografica - entrambe da me non conosciute e che non riferiscono al "Lecter di Hopkins") e perciò segue diverse strade narrative, è chiaro che un antagonista di questo tipo, può tranquillamente passare all'incasso (sia del botteghino, che narrativo) facendo l'antieroe, nessuna sorpresa perciò che l' "esperimento" sia stato fatto in una serie TV. Il motivo molto semplice è che sull'altro piatto della bilancia di un personaggio chiaramente moralmente negativo, c'è carisma, fascino, intelligenza, abilità, e una serie di altre doti che pungolano lo spettatore, in quella tensione che l'antieroe dovrebbe portare con se (anche se penso che la maggior parte di queste doti in realtà siano state donate dall'interpretazione di Hopkings e perciò non facilmente ereditabili, ma Mikkelsen è attore altrettanto bravo e adatto a questo ruolo, perciò magari la serie TV è pure carina). Purtroppo l'antieroe di "I care a lot", non porta in dote nessuno dei carismi "Lecteriani", a patto appunto di non prendere il suo orientamento sessuale e la sua tendenza misandrica come qualcosa di "affascinante e accattivante" , in realtà mi ero pure dimenticato del fatto che si trattasse di una lesbica, ma perchè non ha alcun rilievo, è solo un dato anagrafico per fare l'occhiolino agli oscar (si sono tuttavia dimenticati di darle una gamba di legno e dire che è originaria di una tribù Navajo).
Allora si ritorna alla mia prima osservazione: la femminista lesbica misandrica truffatrice è la quintessenza di un'antieroina senza alcun appeal fatta su misura per un pubblico patriarcale (anche femminile) in cerca di rivalsa. I social grondano di immaginari misogini analoghi e la fiction li monetizza.
Pare che in Kongo sia stata trovata una collinetta piena zeppa d'oro..
https://www.youtube.com/watch?v=B6hblI85y3MChi si fa avanti per
"aiutarli a casa loro"? Tralaltro guardate come sono disordinati e caotici, sicuramente avrebbero bisogno che qualcuno
esportasse un pò democrazia..
C'è un momento che sicuramente vogliamo tutti immaginare:
Un ragazzo che grattando in cerca di radici selvatiche trova una pepita, e dice al suo amico lì vicino:
-Guarda cosa ho trovato, mi raccomando non lo dire a nessuno!
-Certo, puoi fidarti di me, ci conosciamo da una vita! 8)
Salve InVerno. Citandoti: "Chi si fa avanti per "aiutarli a casa loro"? Tralaltro guardate come sono disordinati e caotici, sicuramente avrebbero bisogno che qualcuno esportasse un pò democrazia..".
Ma vogliamo capirla che l'unico modo per rispettare l'altrui diversità - finchè da essa non giungano esplicite richieste di aiuto - consiste nell'ignorarla, cioè nel rinunciare ad educarla, informarla, riformarla, convertirla, democratizzarla, uniformarla, sfruttarla.
Noi dobbiamo aiutarli stando a casa nostra (se andassimo a casa loro violenteremmo in qualche modo la loro autonomia, libertà, modo di vivere.......) e mandando loro ciò essi chiederanno, ovviamente barattandolo con ciò che essi possiedono e che magari da essi non è utilizzabile al meglio (oro, diamanti etc.).Il tutto in chiave puramente commerciale, senza che gli stranieri posino piede (tranne i "normali" canali diplomatici) sul territorio sovrano nel quale vive che scambia tali beni con noi.
La democrazia è concetto occidental-primomondista.....................chi l'ha mai detto che sia il sistema migliore ? Gli occidentali del primo mondo ?. Saluti.
Non penso
di dover fornire riferimenti riguardo a cosa è accaduto riguardo l'idea dei riccastri calcistici della "superlega", anche chi come me non segue il calcio da anni, deve essersi in qualche modo imbattuto in tale notizia..
Ciò che è venuto in mente a me, tuttavia, è invece uno studio etologico di qualche anno fa (1) riguardante lo studio dei ratti giovani, che osservava che nelle loro attività di gioco (che consistono nel classico gioco di immobilizzazione dell'avversario) il topo che possedeva la massa più grande, e ciò quello in una posizione di grande vantaggio in tale tipo di attività ludica, se cominciava a vincere più dei 2\3 delle volte, incontrava il rifiuto del ratto piccolo a giocare ulteriormente. Vincere troppo, termina il gioco, per questo il ratto di dimensioni maggiori se voleva continuare a giocare doveva per forza di cose concedere almeno 1\3 delle vincite al ratto piccolo, in modo da mantere il suo interesse nel gioco attivo, e poter continuare a giocare a sua volta. Questo studio è molto significativo da molti punti di vista, compresa l'insorgenza della morale negli animali e il concetto di "fair play" in una competizione, che sarebbero tuttavia solo tangenti.
Ciò che è successo invece tra noi umani, è che i ratti grandi hanno pensato fosse una buona idea azzerare le possibilità di vincita dei ratti piccoli e creare un club per soli ratti grandi. Quando al sentire della notizia, il saggio InVerno ha profetizzato che sarebbe fallita nel giro di 48 ore, i suoi amici meno saggi gli hanno subito ricordato che questi "coi soldi che hanno fanno quello che vogliono", ma la verità è che non esiste quantità di soldi capace di sciogliere i gangli etologici che ci legano assieme, e così è stato che i ratti piccoli sono insorti e hanno detto "io non gioco più", e il gioco è prevedibilmente finito. Sopratutto quando gli attori della vicenda sono dei super-capitalisti, ovvero l'anello mancante tra noi e i ratti, i cosidetti "animal spirits" (se lo dicono da soli) che così tanto ai ratti somigliano, interessati come sono alla sola accumulazione di risorse nella propria tana. Invero esisteva anche la possibilità che questa proposta andasse a buon fine, se perlomeno fosse stata avvertita una qualsivoglia parvenza di "fair play", perchè un conto è la realtà e un conto è ciò che avvertiamo, e il marketing avrebbe potuto tamponare questa discrasia.. come già fa nella tradizione! Perchè non è che dei campionati senza limite ai salari, dove una squadra può spendere X e l'altra 10X siano esattamente qualcosa che ha a che fare con il fair play in qualche modo, essendo evidente anche ad un demente che le possibilità di vincere della seconda squadra (se le quotazioni salariali sono "corrette") sono dieci volte tante, ma essendo tradizionalmente e culturalmente accettati si da per scontato che lo siano..
Leggo che tanti si sono prodigati in questi giorni in idee per "salvare il calcio", allora date retta ad uno scemo, e provate a creare la possibilità concreta che ai ratti piccoli sia concesso almeno 1\3 delle vincite, non per sovietica concessione statale, ma tramite delle regole che creino un ambiente di gioco in grado di supportare un principio simile. Altrimenti, auguri a salvare la baracca!
(1) https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0163104780910778
Può essere etologicamente interessante il confronto con "i topi d'oltreoceano": i loro principali quattro sport per seguito (e suppongo anche per affari), fra cui non c'è il calcio, sono organizzati in quattro leghe chiuse, con campionati senza promozione e retrocessione: una trentina di squadre localizzate in altrettante città giocano tutti gli anni fra loro senza che le ultime siano eliminate. Le possibilità di "riscatto" che danno un senso al "continuare a giocare" anche per i "topi deboli", stanno nei meccanismi di acquisizione dei migliori giocatori esordienti che dovrebbero favorire le squadre perdenti affinché possano diventare (almeno un po' più) vincenti; i dettagli sono complicati da sintetizzare e di fatto non sempre questa "dinamicità di classifica" accade. Un altro aspetto differenziante con l'Europa calciocentrica è che tali campionati mi pare stabiliscano un tetto di spesa e stipendi standard per le differenti squadre, in modo da livellare gli scenari economici (e chi supera tale tetto paga una tassa/multa).
Due tipi di "topo sportivo" che rappresentano due mo(n)di possibili di impostare lo sport; fermo restando che, parafrasando, "ogni topo è bello per sua madre" e il gioco di decidere quale approccio sia meglio o peggio, fuori dal rispettivo contesto, è per me uno sport poco avvincente.
Citazione di: Phil il 22 Aprile 2021, 15:20:06 PM
Due tipi di "topo sportivo" che rappresentano due mo(n)di possibili di impostare lo sport; fermo restando che, parafrasando, "ogni topo è bello per sua madre" e il gioco di decidere quale approccio sia meglio o peggio, fuori dal rispettivo contesto, è per me uno sport poco avvincente.
E' uno sport poco avvicente se si tratta di guardarlo nella sua dimensione specifica dell'organizzazione di uno sport, in realtà questa questa storia della superlega è apparsa, secondo me, terribilmente antipatica ai "topi piccoli", per come immediatamente si sia palesata il suo significato più generale, con tutti i paralleli del caso al grande schema capitalistico dove sempre più "piccoli topi" lamentano la propria insignificanza e impossibilità di vittoria (blocco dell'ascensore sociale) e della risposta, automatica tanto da apparire istintiva, dei "grandi topi" di trincerarsi dietro ad un cartello e nel corporativismo. Insomma, per scherzare, un pò come se alla vigilia della rivoluzione francese, qualcuno avesse proposto un "circolo della brioche" per soli abbienti, la capacità di essere così fuori tempo che solo un bambino, per ingenuità, riuscirebbe ad eguagliare, e i risvolti grotteschi nel vedere questi personaggi idolatrati per il loro "fiuto" prendere cantonate di questo ordine e misura, tanto per insinuare ulteriormente ai topi piccoli (come non ce ne fosse d'avanzo) che forse effettivamente non è per merito che vestono quella cravatta, ma semplicemente perchè sono nati più pesanti.
Citazione di: InVerno il 22 Aprile 2021, 16:45:07 PM
Citazione di: Phil il 22 Aprile 2021, 15:20:06 PM
Due tipi di "topo sportivo" che rappresentano due mo(n)di possibili di impostare lo sport; fermo restando che, parafrasando, "ogni topo è bello per sua madre" e il gioco di decidere quale approccio sia meglio o peggio, fuori dal rispettivo contesto, è per me uno sport poco avvincente.
E' uno sport poco avvicente se si tratta di guardarlo nella sua dimensione specifica dell'organizzazione di uno sport, in realtà questa questa storia della superlega è apparsa, secondo me, terribilmente antipatica ai "topi piccoli", per come immediatamente si sia palesata il suo significato più generale, con tutti i paralleli del caso al grande schema capitalistico dove sempre più "piccoli topi" lamentano la propria insignificanza e impossibilità di vittoria (blocco dell'ascensore sociale) e della risposta, automatica tanto da apparire istintiva, dei "grandi topi" di trincerarsi dietro ad un cartello e nel corporativismo. Insomma, per scherzare, un pò come se alla vigilia della rivoluzione francese, qualcuno avesse proposto un "circolo della brioche" per soli abbienti, la capacità di essere così fuori tempo che solo un bambino, per ingenuità, riuscirebbe ad eguagliare, e i risvolti grotteschi nel vedere questi personaggi idolatrati per il loro "fiuto" prendere cantonate di questo ordine e misura, tanto per insinuare ulteriormente ai topi piccoli (come non ce ne fosse d'avanzo) che forse effettivamente non è per merito che vestono quella cravatta, ma semplicemente perchè sono nati più pesanti.
Ciao Inverno, in realtà non mi è sembrato che, nella fresca vicenda "superlega", i topi piccoli abbiano guardato con antipatia la cosa, quanto con odio vero e proprio. Odio che si nutre di anni e anni di ingiustizie palesi sul campo e di aggiustamenti mafiosi sui bilanci. La superlega è naufragata perchè si sarebbe rivelata una fogna, nella quale far convergere prima di tutto dei debiti e dei bilanci fortemente dissestati e questo, se non era chiaro fin da subito, lo diventa adesso che, fallita l'iniziativa, lo ammettono anche gli stessi interessati. Le squadre piccole o di provincia hanno fatto spallucce, pur sottolineando che i piedi su tante staffe non erano ammissibili con le regole vigenti, ben sapendo che, a fronte di minori introiti per loro, senza i ratti grandi si poteva pensare di restitituire al calcio una dimensione normale, per la quale un piccolo club non avrebbe più dovuto temere la promozione nella massima serie, come un pericolo per la stabilità finanziaria della proprietà. Chiaramente, se la superlega fosse partita, il richiamo per i giocatori buoni che militano nelle squadre di provincia, sarebbe stato alto. Con 12 club di superlega, il rischio di perdere un giocatore di buon livello, che corre dove lo porta il portafogli, è reale, ma al calcio si gioca in 11 (una ventina in rotazione) e la mancanza di qualche buon giocatore non avrebbe rovinato i vari campionati nazionali ed europei. Io ho letto i pareri di varie tifoserie e sentito quelli di alcuni addetti ai lavori e presidenti, è stato un coro unanime di "Che vadano, basta che non pretendano di tornare indietro." Che è anche la mia opinione.
Infatti andava specificato (da me) che in questo caso "vincere" non è certo legato ai risultati sul campo o nei tornei, quanto ai risultati societari e monetari. L'idea in pratica retrocedeva tutte le serie maggiori nazionali (gli stipendi di Serie A sarebbero diventati presto "da B") e anche se la superlega avesse concesso dei posti di promozione, sarebbero stati 3-4 in tutta Europa, uno spiraglio molto piccolo in cui passare. Le squadre minuscole o di provincia non so che colpo avrebbero avvertito, ma quelle delle serie maggiori escluse dalla competizione lo avrebbero sentito eccome, e infatti sono loro ad essersi mobilitate. E personalmente guarderei con sospetto una lega di "soli ratti grandi", perchè tendenzialmente l'interesse ludico nasce nelle disparità, i soli ratti grandi avrebbero davvero avuto interesse a vincere tra di loro, oppure, in gergo calcistico avrebbero "fatto melina", per ottenere un risultato che accomodasse tutti, ancora, nel senso di bilancio economico, non certo di goals.. Quando avevo vent'anni gestivo una piccola squadretta amatoriale, e una squadra del torneo (la più ricca) provò a creare un torneo per sole "squadre con sponsor"..Andò esattamente nella stessa identica maniera, e le ragioni sono sempre e comunque le stesse, il loro interesse non era nel creare qualcosa di ludicamente migliore, ma di fare cartello sugli sponsors..che io sappia avevano anche già immaginato il meccanismo con cui "accomodare tutti" ad anni alterni, tutt'altro che mossi da spirito agonistico.
Stavo cercando una citazione in "Armi Acciaio e Malattie" di Jared Diamond, quando ad un certo punto mi sono accorto di una cosa che prima mi era sfuggita, ovvero di questa immagine:
(http://yanko.lib.ru/books/natural/diamond_jared=guns_germs_and_steel-en-a.files/image008.jpg)
Per chi non fosse familiare con il libro, e la teoria a cui questo disegno serve, l'autore indica il fatto che alcuni continenti si sviluppino in latitudine ed altri in longitudine come una delle ragioni per cui Africa e Americhe sono rimaste "meno sviluppate" rispetto al continente "Euroasiatico" (?), invero in uno dei capitoli finali del libro, precisamente riguardante l'"arretratezza" del continente nero, pare non riuscire a uscirsene con niente di meglio che reiterare questo concetto, come se non gli venisse altro da scrivere. Il punto sarebbe che gli animali e le piante domesticate in Eurasia avrebbero potuto essere più facilmente utilizzate lungo l'intero asse del continente con minori adattamenti genetici, mentre in America ed in Africa il loro sfruttamento avrebbe avuto necessità di grandi adattamenti genetici..
Al di là di quanto effettivamente possano essere prese seriamente queste teorie di determinismo geografico, e al dì la di quanto i continenti possano essere arbitrariamente definiti come entità olistiche che beneficiano di queste caratteristiche... il punto è un altro.. sbaglio o il professore di geografia, ha utilizzato per questo raffronto, la rappresentazione del globo di Mercatore, ovvero la rappresentazione che più che alla fedeltà mensoria, si appresta all'utilizzo nautico (e ai poster in camera) ?
Sono andato a tracciare gli stessi assi su Google Earth per curiosità e ho misurato..
A) Quello Euroasiatico (manica - nord Giappone) 9.500km
B) Quello Africano (Libia - Sud Africa) 7.500 km
Ora se io ne traccio un asse longitudinale all'africa, presumibilmente nel suo punto più ampio (Guinea-Somalia) scopro che nella realtà è lungo altri 7500km. Cioè, tecnicamente, il continente africano non ha un vero e proprio asse, e si sviluppa longitudinalmente quanto in latitudine.. peraltro, se aggiungessi al continente africano anche la penisola mediorientale, e tracciassi un asse (Guinea-Oman) avrei un asse di quasi 9.000km, e non si tratterebbe nemmeno di quale salto di fantasia (anche se convenzionalmente non è considerata "africa", sicuramente il medioriente ebbe più scambi commerciali con l'Africa che l'Europa con l'Asia). In ogni caso, non c'è nessun motivo, di considerare l'Africa come un continente sviluppato in latitudine, se non usando mappe geograficamente distorte, e\o voler applicare un concetto che intuitivamente sembrava corretto per le americhe e "boh, sarà lo stesso anche qui". Che poi ci sarebbe anche da scoprire quanti scambi commerciali ci furono tra i Celti e i Giapponesi per poter sostenere queste teorie, ma fermiamoci ai numeri che è meglio..
Nel libro si parla anche di grandi foreste, deserti, catene montuose, invalicabili. Nè Americhe, nè Africa hanno avuto una "via della seta" - incluse le versioni più arcaiche - a loro disposizione.
Salve. ciò che ha prodotto l'organizzazione umana è stata semplicemente la pressione degli stimoli ambientali geo-climatici e quindi poi biologici.Essendo la specie umana sorta in Africa, il suo moltiplicarsi ha prodotto una saturazione del territorio (di quello favorevole alla sopravvivenza, ovviamente) che ad un certo punto ha indotto l'eccesso di popolazione a spostarsi alla ricerca di ambienti vergini favorevoli.
Chi è rimasto senza volere o poter migrare, quindi, è rimasto anche all'interno della condizione di pura e semplice sopravvivenza e sussistenza (come ancora adesso si verifica in ampie zone dell'Africa), dovendosi accontentare appunto di sopravvivere senza poter progredire se non in modi del tutto marginali.
Chi invece è migrato, è stato costretto a lottare per adattarsi ad ambienti nuovi (ora favorevoli ora no) e quindi ha subito lo stimolo anche cerebrale imposto dalla novità, dall'imprevisto, dalla competizione con un ambiente ignoto.Ha dovuto "aguzzare l'ingegno" poichè non era più sufficiente allungare un braccio per afferrare la banana penzolante.
L'equilibrio ottimale tra disponibilità di risorse e difficoltà naturali, concorrenza biologica, regime climatico..........guarda caso lo si raggiunge alle medie latitudini (settentrionali, in quelle meridionali prevalgono comunque oceani e deserti), cioè nelle regioni in cui l'insediamento migratorio umano trovò un equilibrio al cui interno l'ambiente da una parte sollecitava.......e dall'altra consentiva........lo svolgersi dell'inventiva che proiettasse oltre la pura sopravvivenza, indirizzando verso quella che noi potremmo chiamare la "organizzazione cultural-produttiva della società".
Naturalmente simili tesi non sono assolutamente di moda.......ma non fa nulla. Mi siederò attendendo che la moda attuale passi. Saluti.
Citazione di: Ipazia il 30 Aprile 2021, 18:16:56 PM
Nel libro si parla anche di grandi foreste, deserti, catene montuose, invalicabili. Nè Americhe, nè Africa hanno avuto una "via della seta" - incluse le versioni più arcaiche - a loro disposizione.
Nel libro sono decisamente sparsi ottimi spunti (stavo cercando un passo, a tal proposito) ma la maggior parte in realtà sono "rimasticazioni" e "divulgazioni", questa degli assi invece doveva essere l'architrave originale della teoria, e vedere un geografo misurare su Mercatore, lascia perplessi, sebbene ci siano modi di riciclare la questione seguendo punti meno arbitrari. L'Africa ha avuto ciò che ha avuto non in maniera diversa dagli altri continenti, i romani attraversarono il sahara e stabilirono rotte commerciali abbastanza in fretta, l'impero del Mali fù fiorente al punto da scambiare sale e oro in proporzione 1:1 e il grande Zimbabwe collegava commecialmente i centri subsaharici con il sudafrica. All'anno 0, in una ideale corsa commerciale, avrei puntato su una conchiglia per attraversare l'africa, piuttosto che un sasso attraversare l'eurasia, ma il problema è più ampio ancora.
Non hanno avuto la scrittura e grandi civiltà come quella cinese, egizia, mesopotamica, persiana, indiana, greco-ellenistica. Sahara e foreste equatoriali non sono i luoghi ideali per sviluppare l'agricoltura che è alla base delle civiltà euroasiatiche. Il continente americano è stato colonizzato per ultimo ed è progredito più lentamente essendo sempre sottodimensionato come popolazione con grandi distanze e barriere naturali poco incentivanti i commerci.
Non sono uno che si compiace particolarmente nel dire "io l'avevo detto"
https://www.riflessioni.it/logos/percorsi-ed-esperienze/la-grotta/msg44737/#msg44737
Però sono uno che si compiace ancora particolarmente nel sapere che esistono giornalisti con la G maiuscola
https://tg.la7.it/cultura-e-societa/gabanelli-idrogeno-verde-come-saranno-spesi-gli-oltre-3-miliardi-previsti-dal-pnrr-03-05-2021-160551
C'è ancora tanto carbone, molto meno appetibile di idrocarburi e metano per la petrolchimica, per produrre idrogeno. Come ci hanno spacciato il diesel ecologico, funzionerà così anche con l'idrogeno. Concordo con te che è da folli mettersi bombole d'idrogeno in casa o in auto. Ma con la follia tecnologica ci conviviamo da sempre. Non so che senso abbia l'idrogeno da elettrolisi: per la pericolosità del gas, richiesta di energia del processo, e fonte energetica alternativa all'energia elettrica che serve per produrlo. Immagino sia per il feticistico amore per i motori a combustione interna. Altre motivazioni non so darmi.
Speriamo che me la cavo meglio come viticoltore che come fotografo. E anche questa è fatta, almeno per 300 piantine, se sopravviveranno l'estate.
(https://i.imgur.com/D8qn8WO.jpg)
Ah, sono stato redarguito, che non ho messo "barbatelle biologiche". Magari Sapa può illuminare su cosa sia il significato di questo binomio?
E' un pezzo di pianta innestato e messo a radice, come lo si fa "biologicamente" e come no? Poi presto mi si presenta la soluzione: "esci dal biologico per tre anni, poi rientri".. Che geni! Questi tre anni saranno fondamentali, perchè le piante produrranno solo foglie, quindi non avrò il permesso di produrre foglie biologiche? Mi sento già male..Sembra quasi che a usare roba non biologica sia come pestare una merda, o commettere peccato, servono poi tre anni per lavarsi, o per redimersi..Agronomia o religione? Il punto è che non potevo, anche avessi voluto pagare di più per un "bastoncino biologico", perchè ho voluto mettere una varietà autoctona.. per salvare una cultivar in estinzione, che ha però un posto speciale nella mia infanzia (e nella mia bocca), e non me ne frega niente.. non lo voglio il vostro "chardonnay biologico".
Oh, InVerno! Era un topic sul grottesco! Dove sono finite le grotte..? Presto, presto, cari lettori.. ho intenzione di esplorare un orrido (forra?) che dovrebbe portare alla "famosa" grotta delle streghe.. mi porterò il telefono? mi finirà in acqua? ci sarà poi una grotta? Perchè io mi son sempre fermato a una serie di cascate che non sono mai riuscito a risalire..sta volta avrò più fortuna? Non barerò, non esco dal letto del torrente e faccio il giro largo, se ci arrivo, ci arrivo passando per l'orrido.. son fatto così, ho la testa quadrata.
Ciao Inverno, dovevi semplicemente chiedere una deroga al SIAN per poter utilizzare barbatelle convenzionali, non di origine biologica. Una volta chiesta la deroga e verificata la indisponibilità di materiale biologico di quella cultivar sul mercato, procedi all'acquisto e alla messa a dimora. Le barbatelle biologiche di vite da vino sono praticamente introvabili, in pratica sono piante che provengono da vivai certificati bio. In ogni caso, se non l'hai fatto, non succede niente, si tratta di un' "inosservanza che non pregiudica il metodo, ti becchi una non conformità lieve e torni puro come un giglio! Comunque, non so dove abiti, il contesto ambientale mi sembra molto bello e vocato al biologico, apparentemente direi un'altitudine sui 400-500 metri ma vedi di innaffiarle quelle barbatelle, se vuoi che passino l'estate. Qui da noi, in Romagna, non piove da quasi 2 mesi e in collina si stanno seccando....Auguri per tutto, compresa la risalita dell'orrido!
La bagno, la bagno, sperando che il misto di limo e letame che ho messo nella buchetta trattengano un attimo l'umidità. Non ho fatto il gocciolatore perchè non ne trovo il senso, è vero andare con la manichetta è una rottura, però non ho intenzione di bagnarla in produzione perciò dovrei fare tutto l'impianto e smontarlo fra due anni. So che la bagnano anche in produzione, suppongo sia molto utile se la vendi a peso, ma se poi devo trovarmi il mosto annacquato comincia un ciclo di "lavoro per lavorare di più" che lascio volentieri ad altri. Più che altro ho una infezione di oidio abbastanza pesante sulla vite preesistente che l'anno scorso ha dato il "meglio di se", e mi ha già infettato alcune piantine. Il punto è comincio a non credere più allo zolfo bagnabile che vendono, non vedo alcuna differenza dopo che lo applico, e da quando lo uso l'oidio è andato solo peggio, quest'anno ho fatto due passaggi in polvere, e mi hanno consigliato l'antioidico biologico specifico della bayern, potrei anche sperimentare. Oppure potrei portarmi un giradischi e mettere Beethoven a cannone! La valle è fin troppo vocata, siamo tra i primi comuni a essere saliti sul carro del biologico, ma a parte una manciata di aziende la maggior parte non è mai uscita dal livello di sussistenza.. e forse è meglio così, la miglior certificazione non è che quella che la roba te la mangi te? In privato ti mando le coordinate se sei curioso. Ciao!
Citazione di: InVerno il 04 Luglio 2021, 07:55:14 AM
La bagno, la bagno, sperando che il misto di limo e letame che ho messo nella buchetta trattengano un attimo l'umidità. Non ho fatto il gocciolatore perchè non ne trovo il senso, è vero andare con la manichetta è una rottura, però non ho intenzione di bagnarla in produzione perciò dovrei fare tutto l'impianto e smontarlo fra due anni. So che la bagnano anche in produzione, suppongo sia molto utile se la vendi a peso, ma se poi devo trovarmi il mosto annacquato comincia un ciclo di "lavoro per lavorare di più" che lascio volentieri ad altri. Più che altro ho una infezione di oidio abbastanza pesante sulla vite preesistente che l'anno scorso ha dato il "meglio di se", e mi ha già infettato alcune piantine. Il punto è comincio a non credere più allo zolfo bagnabile che vendono, non vedo alcuna differenza dopo che lo applico, e da quando lo uso l'oidio è andato solo peggio, quest'anno ho fatto due passaggi in polvere, e mi hanno consigliato l'antioidico biologico specifico della bayern, potrei anche sperimentare. Oppure potrei portarmi un giradischi e mettere Beethoven a cannone! La valle è fin troppo vocata, siamo tra i primi comuni a essere saliti sul carro del biologico, ma a parte una manciata di aziende la maggior parte non è mai uscita dal livello di sussistenza.. e forse è meglio così, la miglior certificazione non è che quella che la roba te la mangi te? In privato ti mando le coordinate se sei curioso. Ciao!
Ciao Inverno, posto molto bello, complimenti! Non riesco a capire bene l'altitudine, a livello di paesaggio e manto boschivo da noi sarebbero 3-400 metri sul livello del mare, zone dove l'oidio è endemico e pericoloso. Mi permetterò di suggerirti, in privato (per non inquinare la Grotta), qualche strategia alternativa allo zolfo, anche se la lotta in biologico deve essere sempre preventiva, in quanto eradicare infezioni importanti di mal bianco è praticamente impossibile anche in convenzionale. A presto
Per quel poco che avevo sperimentato il range di temperatura (e poi umidità ecc.) influisce sul trattamento:
Le temperature minime, sotto le quali lo zolfo non ha efficacia, sono di 18-20 °C per i trattamenti con zolfi grossolani e 10-12 °C per quelli con zolfi fini. Oltre i 30 °C, inoltre, lo zolfo ha in genere effetti fitotossici.- WP
e come dice giustamente Sapa... non si tratta (...vaccina) a pandemia in corso, nè in biologico nè in convenzionale:
Lo zolfo agisce perciò per contatto come prodotto di copertura. Il trattamento deve coprire uniformemente e completamente la superficie da proteggere ed ha scopo esclusivamente preventivo. Infatti, con infestazioni in atto, lo zolfo non ha alcun effetto curativo e tanto meno eradicante. - WP
Cordialement
Jean
Citazione di: Jean il 04 Luglio 2021, 12:31:05 PM
e come dice giustamente Sapa... non si tratta (...vaccina) a pandemia in corso, nè in biologico nè in convenzionale:
Ma infatti non tratto per curare quanto c'è già, ma per prevenire il peggioramento ;) Io mi lamento al massimo che nonostante l'attività di prevenzione svolta (che è già in atto da mesi quest'anno, e da sempre in termini assoluti), anno dopo anno non vedo miglioramenti sensibili! La prevenzione che vorrei fare, ed è il motivo che ho fatto un nuovo impianto, è quella di avere piante più forti, arieggiate e soleggiate.. La gran parte dell'oidio si sviluppa sul vecchio impianto, che è ormai fuori controllo e che vorrei abbandonare, e poi immagino si sparge a macchia d'olio da li anche sul nuovo.. purtroppo non ho potuto eradicarlo per salvare i giovani, altrimenti non avevo niente da schiacciare per qualche anno! (i parallelismi con la pandemia, potrebbero risultare piuttosto macabri! :D )
Qualche giorno fa ho parlato di orchestre sul titanic in un altro topic, e non posso far a meno di collegare la cosa con questa notizia recente:
https://www.youtube.com/watch?v=rPNmx0XavUQ
Ora, in molti settori il greenwashing (che io chiamerei "greenpainting"?) ha salvato la baracca, abbiamo tecnologie eco/bio/organic che ci permetteranno di cambiare tutto, per cambiare niente. Ma non nell'aeronautica, come sostituisci il cherosene? Biocherosene? Estratto di lamponi? Che io sappia non esistono prospettive per il volo, e i voli commerciali sono una parte imprescindibile della globalizzazione, come funziona il mondo globale, se l'unico modo per volare è usare cherosene? Il problema era stato affrontato precedentemente anche da un altro grande direttore d'orchestra, l'inventore del secolo: Elon Munsk ; che aveva al tempo proposto, con visione innovativa, una specie di duracell gigante che trasportava una ventina di persone (l'avrà visto in "back to the future"?) come alternativa ai vecchi mezzi. Sembra che ora si stia concentrando su... jet privati elettrici, che non risolveranno alcun problema serio, ma saranno probabilmente adibiti ad uso "sportivo", cioè quella orchestra che dicevamo, suona nei cieli.
Branson quindi, conscio del suo aspetto vagamente somigliante a quello di un barboncino, decide di interpretare Laika nel volo di inaugurazione del "turismo spaziale", un altra invenzione che non risolverà nulla, ma permetterà ad un folto gruppo di ricconi benpensanti di andare a dare un occhiata alla volta celeste, portando in aria tre motori diversi: crepi l'avarizia!Il futuro che immagina Laika Branson è quello di riuscire a rendere disponibile questo servizio anche ai borghesucci invidiosi palesemente indignati di dover continuare a girare in crociera marittima come la merda nei tubi, basterà abbassare il prezzo grazie alle note tecniche capitalistiche per poter raggiungere più ampia audience,che indubitabilmente usufrirà degli stessi standard di sicurezza usati per Branson, ma per un decimo del prezzo! Un piccolo passo per l'umanità, un grande passo per Branson.
Citazione di: InVerno il 12 Luglio 2021, 17:57:47 PM
....Il futuro che immagina Laika Branson è quello di riuscire a rendere disponibile questo servizio anche ai borghesucci invidiosi palesemente indignati di dover continuare a girare in crociera marittima come la merda nei tubi, basterà abbassare il prezzo grazie alle note tecniche capitalistiche per poter raggiungere più ampia audience,che indubitabilmente usufrirà degli stessi standard di sicurezza usati per Branson, ma per un decimo del prezzo! Un piccolo passo per l'umanità, un grande passo per Branson.
E il circense si rinnova per la nuova società
E il circense si rinnova per salvar l'umanità
In questo topic ho ogni tanto raccontato storie di persone o eventi, che io trovo, un giorno che saranno passati "alla storia", verranno visti con un disgusto talmente viscerale.. che la passione e l'entusiasmo con cui li si vede ora, risulterà un contrasto talmente grottesco, da assomigliare alle pagine di un libro di Rabelais. Una di queste pagine del grottesco, deve essere sicuramente riservata alla citta di Dubai, e siccome quest'anno pare non ho tempo nè soldi per andare in vacanza, invito anche voi a prendere a visitare la città su googlemaps con me.
Ho sentito parlare di "parodia della modernità", ma io penso che questo appellattivo spetti invece a Las Vegas, dove effettivamente l'idiozia non è seria, le piramidi, la finta Venezia, il clima generale: Las Vegas è effettivamente una parodia. Dubai è una città serissima, sotto il controllo di una dittatura altrettanto "seria". Dubai è il sogno della modernità: Milionari di ogni razza e colore scorrazzano nel lusso più sfrenato, il restante 90% degli abitanti è un emigrato a cui è stato confiscato il passaporto e vive in schiavitù per cento euro al mese e con un tasso di mortalità e suicidi insano. E' un mondo ideale dove gli uomini "meritorei" non si mescolano mai con la feccia, dove i lavoratori passano in tunnel segreti per non rendere visibile la loro presenza, e lo champagne viene versato nelle piscine alla penthouse del casinò con le autobotti.
E' un mondo dove vengono costruite isole artificiali per significare il "progresso", quando dietro di se si hanno centinaia di chilometri di deserto ove poter liberamente costruire. Migliaia di tonnellate di sabbia di fondale e centiaia di chilometri di barriera corallina aspirati in un tanker, vengono riversati nella baia a forma di.. a forma di cazzate, di palme, di mappamondi, manca semplicemente una a forma di cazzo. Isole che stanno sprofondando da sole molto velocemente sotto il proprio peso, ed
in virtù delle previsioni dell'innalzamento dei mari globale, isole presto destinate ad essere sommerse. I grattacieli stessi, vista l'abboanza quasi infinita di terra orizzontale, sono uno sforzo quasi artistico perchè non hanno alcun valore urbanistico o sociale, anzi, dimostrabilmente degrano il territorio dal punto di vista logistico, sociale ed ecologico senza nessuna ragione. Colmo dei colmi, il grattacielo più alto del mondo non è connesso ad un impianto fognario, cosicchè ogni mattina 20 autobotti piene di merda e sapone attraversano l'autostrada per "svuotare" i cessi di questo tumore della crosta terrestre, il più alto del mondo! Ma poteva mancare a Dubai la monorotaia? Poteva davvero non esserci? E infatti c'è. Futuristica, veloce, elettrica, lussuosa e costosa, la monorotaria di Dubai trasporta picchi di quasi un milione di persone all'anno, che a prima vista potrebbe anche sembrare un grande numero, ma è l'equivalente di una ventina di trenini per bambini se messa in relazione alla distanza percorsa. C'è un motivo per cui le monoratoie sono tecnologie conosciute da un secolo e nessuno le costruisce, ovvero perchè sono dieci volte meno efficienti di un semplice bus e costano dieci volte tanto per essere costruite, ma a Dubai il futuro non può aspettare. E si potrebbe andare avanti per ore a elencare..se l'umanità ha avuto un idea di merda, e questa idea è dimostrabilmente un regresso da ogni punto di vista, a Dubai ne esiste una copia funzionante spacciata per progresso, connessa con altre idee tutte prese dal repertorio delle follie, tutte insieme nel più grande parcogiochi per persone inverosimilmente ricche senza alcun merito. Un miracolo dell'ingegneria, che utilizza temi, progetti e idee che sembravano fantascienza negli anni '20, e che in questi anni la maggior parte delle città ha relegato ai luna park e altri progetti per bambini, qui sono realtà.
In quest'ultima settimana ho avuto il piacere di discorrere per molto tempo con una coppia di ingegneri indiani ora stabiliti in Svizzera, ed è stato molto rinfrescante sapere che ancora qualcuno vede le cose per come sono, ma sopratutto mi hanno ricordato un fatto fondamentale riguardo ai "miracoli dell'ingegneria", ovvero che la natura stessa dell'ingegneria è quella di permettere a poca energia di controllarne quantità esponenzialmente più grandi, e che questo generalmente si traduce in poche persone che govenano la vita di tutti. A Dubai, i miracoli dell'ingegneria sono esorbitanti, infatti un manipolo di ricchi terrieri con l'asciugamano in testa, è riuscita a creare una città di schiavi nell'anno del signore 2020, prendendo ad esempio urbanistico il tumore, il cancro della crosta terrestre. Se questo è il progresso, progredite voi, che io poi vengo.
Casualmente ieri stavo discutendo con un mio parente alla lontana sugli effetti del riscaldamento globale. La sua tesi era, appunto, che il "progresso" avrebbe rimediato a questi temporanei intoppi, fino a sbracciarsi nella più solida certezza che i nostri nipoti e bisnipoti sarebbero vissuti in un mondo molto migliore del nostro. Ho provato a replicare che molti indici quantificabili mostrano che il progresso è terminato. Probabilmente, in occidente terminato con la generazione nata nei 70-80, che ancora galleggia grazie alla ricchezza ereditata dalle generazioni precedenti. Quindi, anche senza voler paventare il disastro ecologico prossimo venturo, anche ad assumere la stessa mentalità da PIL, il progresso, come fenomeno di massa, è terminato.
Ciò comporta però un problema ulteriore. Le trasformazioni del capitalismo dalla Tatcher in poi, hanno promosso Una concentrazione della ricchezza a favore di una élite transglobale, che non si riconosce in altro valore che in quello rappresentato dal conto in Banca. Questa élite deve comunque promuovere una ide-a-ologia di progresso, per fornire un significato al lavoro della neo-schiavitù al suo servizio, che ben si associa con la negazione di ogni evento critico, che sarà riparato dal progresso e dal suo apparato tecnologico, che sarebbe come voler spegnere un incendio con il fuoco. Fatto sta che quel colloquio postprandiale di ieri mi ha confermato la presenza di una solida maggioranza per la quale il "progresso" è ancora una solida realtà, mentre al più è il nome che si dovrebbe dare al nuovo transatlantico "Titanic" dove siamo tutti alloggiati.
Nella mente di molti penso che "progresso" riferisca più realmente ad un qualche passato "oscuro", tale funzione in Europa sarebbe occupata dal cosidetto medioevo, che nella leggenda positivista ricopriva il ruolo demoniaco. Io vedo sempre più persone messe all'angolo, quando si tratta di difendere il "progresso", e l'unica notizia positiva è che mi sembra che più educate sono, più facilmente rigettino l'idea stessa, per diversi motivi. Da un lato, come ha ricordato recentemente Massimo Fini, anche le cosidette "certezze oggettive" come l'incremento dell'aspettativa di vita, si giocano su giochi prospettici e statistici, e molti dei nostri supposti "successi" vengono ogni giorno ridimensionati da tutte le discipline che in un modo o nell'altro rivelano sempre più precisamente la nostra storia, un ridimensionamento dei benefici, ma anche una maggiore attenzione ai costi. Esiste, un moto di revisione dei nostri principi, ma è spesso nelle menti di educati e pacati dipendenti che si crucceranno alla sera ma ci dormiranno sopra, non nelle ardenti passioni della gente. Per questo tu apri un topic sul tema che dovrebbe essere sulla bocca di tutti, ma non riscuote minimamente il successo ottenuto da decine di topic sull'influenza cinese. Non c'è nemmeno un contradditorio, perlomeno in Europa, rimane l'apatica acccetazione di quello che appare sempre più chiaramente come un destino. Io credo che esista "vero progresso", ma che nella maggior parte dei casi si tratti di una sofisticazione per surrogare una risorsa depauperata, gli uomini non avrebbero inventato i pozzi, se non avessero prima fatto i deserti...Esiste il progresso, e magari non ha i led, non vola, non è elettrico, magari è solamente un buco su un manico di legno che ti permette di appenderlo, quello è un progresso, è un progresso pragmatico, razionale, logico, non è una merda di isola a forma di palma. Noi, che tanto ci bulliamo di esser figli del pensiero razionale e quindi così tanto acuti e svegli.. facciamo di questo mondo quanto di più irrazionale, illogico e idealistico, possibile..ma non eravamo quelli furbi, noi?
Noi non esiste. Esistono le classi, caste, poteri. Ereditari peggio del peccato originale. Coi loro pregiudizi, "memi" con termine alla moda, al seguito. Esistono le oligarchie dei furbi che di certo non manovrano i camion che trasportano la loro merda, e le pseudodemocrazie di quelli che non sono un cazzo anche se sono eletti nelle assemblee parlamentari e a capo degli stati. Riusciranno quelli che non sono un cazzo a cambiare questo stato di cose ? Ci provano da migliaia di anni ma finora è sempre andata buca. L'unica cosa che hanno ottenuto è sempre più tecnologica aria fritta: democrazia, progresso, ...
Attaccare la democrazia e il progresso è come darsi la zappa sui piedi.
Citazione di: baylham il 15 Agosto 2021, 10:07:06 AM
Attaccare la democrazia e il progresso è come darsi la zappa sui piedi.
Non è che con queste sentenze apodittiche e monche tu ti stia mettendo le scarpe con la punta di ferro..
Espressione laconica perché mi sembra evidente:
a) se non ho un significato di progresso, e quindi di regresso, non vedo su quali basi possa criticare e contestare la logica e la dinamica di Dubai oppure dei viaggi spaziali. Critica e contestazione che condivido, mi fanno pena.
b) se un individuo non conta nulla in democrazia, non comprendo che cosa conti nel regime alternativo, la dittatura.
A differenza di Ipazia e di Marx, non faccio affidamento sulle classi dominanti o dominate per il cambiamento politico e sociale. I proletari o i servi della gleba sono parte integrante del sistema capitalistico o feudale, sono loro che li sostengono, li manutengono. Un sistema non si mantiene a lungo col solo conflitto, ha bisogno soprattutto dell'integrazione.
Il senso di svuotamento etimologico di queste due parole è giustificato dal fatto che la moltitudine di intrepretazioni esistenti sono mutualmente incompatibili, una parola può anche perdere completamente di senso se abusata oltre una certa soglia.. e progresso e democrazia, sono due parole che effettivamente potremmo considerare "in via di estinzione" nell'ecologia del nostro lessico, non tanto per il fatto che non vengono usate, ma all'opposto, il fatto che vengano abusate troppo le abbia rese vuoti simulacri di ogni possibile interpretazione. E' estremamente interessante vedere come il progresso ad esempio venga differentemente interpretato nel pubblico e nel privato, e i sistemi di trasporto o logistico sono un campo dove stato ed imprese spesso si "sfidano" con diverse soluzioni. La monoratoia è progresso, se considerata in esclusivo ambito privato (sono sicuro che il gestore della monorotaia di Dubai stia facendo soldi a palate) ma è regresso dal punto di vista pubblico, perchè fornisce un servizio esclusivo ed estremamente inefficiente che non fornisce alcun vantaggio alla maggior parte delle persone, anzi le danneggia da ogni possibile angolazione. In uno scenario tale dove l'interesse privato ha sempre la meglio sull'interesse pubblico, pare anche a me sia estremamente ipocrita parlare di democrazia, ma d'altro canto gli emirati arabi sono tra i pochissimi stati al mondo che non ha ancora avuto la faccia tosta di autonominarsi "democrazia", perciò almeno della coerenza e onestà vanno elogiati.
Tra le tante discussioni che ho avuto con i miei neo conoscenti indiani, c'è stata proprio una discussione sulla disoluzione delle caste di cui Ipazia parla, ma quelle vere non quelle iperboliche, e si è discusso molto di come il fatto che il capitale generi altro capitale meglio di quanto gli uomini generano capitale (Piketty) sia alla base della dissoluzione del sistema delle caste indiano, rendere superflui gli uomini rende anche superflui controllarli oltre ad un certo limite ottimale alla convinvenza, ma li può anche rendere talmente superflui da portarli in una schiavitù egualitaria. Invero, mentre mi parlavano di "dissoluzione del sistema delle caste" non potevo far a meno di notare che entrambi provenivano dalla casta dei bramini, perciò quando hanno dovuto sciegliere un partener, le caste hanno continuato a mantenere un ruolo, delle caste implicite basate su più parametri anzichè l'ereditarietà, le caste moderne di cui parla probabilmente Ipazia.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/08/14/cambiamenti-climatici-dare-la-colpa-alla-cina-e-lesempio-piu-pietoso-di-falsita/6289603/Lungi da me voler far la critica della critica di un discorso di Gasparri, ma più che altro sarebbe interessante capire perchè è stato scelto proprio Gasparri per dare voce a questo criticismo..è forse un tentantivo mal celato per una fallacia dell'uomo di paglia?
In termini storici assoluti, si, la Cina non è certamente l'inquinatore responsabile della situazione attuale.. ma a che cosa servirebbero questi termini storici? Stiamo forse istituendo dei tribunali dove stabilire le colpe storiche, quando si dice che la Cina è il maggior inquinatore globale
attuale? Grazie al grafico postato dal professore, possiamo vedere che nell'ultimo decennio la Cina è l'unico paese che ha aumentato considerevolmente le proprie emissioni, perciò sta seguendo un trend opposto al resto del mondo. E certo, in gran parte questo deriva dal fatto che l'occidente ha fatto outsourcing delle proprie attività inquinanti, sai che novità, ma il problema è dove ci porta questa chiave di lettura.
Se non si fosse capito, l'idea "green" dell'occidente è quella di spostare le produzioni in giro per il mondo e presentarsi con le carte in regola, bullarsi di quanto si è bravi a risolvere il problema delle emissioni coi pannelli solari, mentre nel resto del mondo vengono prodotti i materiali per rendere possibile tutto ciò, rigorosamente attraverso fonti fossili. E con il ragionamento del professore che cosa resterebbe in mano a chi volesse "smascherare" questa finta soluzione che va per la maggiore? Niente..
I paesi nei quali è stato fatto outsourcing non possono essere criticati, vuoi perchè storicamente non hanno contribuito a sufficienza, o perchè hanno "diritto di svilupparsi", o perchè hanno semplicemente importato il nostro modello economico e le nostre produzioni, e quindi in definitiva non ci rimane che guardare alle nostre colpe e lasciarli fare perchè sono arrivati per ultimi e hanno il diritto di divertirsi un pò anche loro. Casualmente, sono esattamente gli argomenti di cinesi e indiani, ovvero vorrebbero anche loro la loro fetta di produzione di co2, ne avrebbero diritto per qualche sorta di compensazione storica, meno male che qualcuno in occidente gli da ragione! E' esattamente quello che sperano i signori del petrolio, ovvero che in qualche nazione, con qualche scusa, storica o sociale, si continuasse a fare come prima e usare questi paesi per "trasformare" la merda in oro, carbone in elettricità, prima di portarla sui libri contabili occidentali. E' un pò come se ad una tavola imbadita i commensali devastassero tutto il coperto, e questo impedisse al proprietario del ristorante di lamentarsi con i commensali arrivati dopo (anch'essi presi nella devastazione del locale) perchè ci sono delle "colpe storiche" e i nuovi arrivati non stanno facendo altro che reiterarle ..
E se invece, idea balzana lo ammetto,
tutti dovessero rispettare determinati parametri? E chi non lo fa venisse aspramente criticato, al di là delle colpe storiche e psicologiche nella testa di qualcuno? Ah... sarebbe sicuramente difficile per l'occidente trovare modi per salvaguardare lo status quo, l'occidente ha bisogno di stati/discarica per presentarsi "zero emissioni". La Cina, dovrebbe per prima denunciare il fatto che gli occidentali fanno i furbi producendo nelle loro industrie e costringendoli ad aumentare le emissioni.. ma possiamo dire che la Cina non è si particolarmente lamentata di questa situazione, anzi la cavalca con estremo piacere? La Cina potrebbe far pagare dei crediti ecologici agli stati occidentali, praticamente chiedendo di essere compensata ... ma questo aumenterebbe il prezzo delle proprie merci... e no, non lo faranno, e non lo faranno proprio perchè la sensibilità verso l'argomento ecologico, in Cina, è tra le più basse del mondo (ma anche questo, sarà sicuramente colpa degli occidentali) mentre risuona ancora il comunistissimo motto di Deng Xiao Ping (chiaramente tratto da pagine di Marx inedite, e perciò colpa implicita occidentale) ovvero il famoso "
Diventare ricchi è glorioso".
La Cina è il maggior produttore mondiale di manufatti e materie prime per cui va considerata alla stregua dei paesi a cui l'occidente ha trasferito il suo carico inquinante.
Si potrebbe vivere tutti ecologicamente di finanza e non ci sarebbero più problemi di inquinamento. Soprattutto dopo l'estinzione della specie umana che ne conseguirebbe.
Poco dopo ferragosto stavo preparando un post su questo topic (o forse un topic a parte?), abbastanza articolato, poi sono sopraggiunti problemi di famiglia e ho accantonato la creatività per un pò, anche al di fuori del forum. Mi sarebbe piaciuto farlo prima della notizia del rincaro energetico, perchè era proprio a riguardo dei rincari energetici, pur non avendo certezza che sarebbero arrivato in autunno. Lasciando l'ossatura di quel post, ma evitando fonti e grafici, quello che volevo dire è in realtà molto semplice ed è una riflessione sulla tecnologia Hyperloop di Elon Munsk
https://it.wikipedia.org/wiki/HyperloopHo già parlato del soggetto in passato, e chi mi ha letto sa cosa penso delle sue "invenzioni", ci sono persone che hanno fatto una carriera a criticarlo, per me non è poi così divertente, invece posso prendermi il lusso di chiosare senza spiegare niente: è una stronzata. Ma il punto non è il fatto che è tecnicamente assurdo, il punto è che espressione di un modo di intendere il futuro, che è esattamente quello che ci metterà di fronte a continui ed esorbitanti rincari energetici, e siccome lui è uno degli uomini più ricchi del pianeta, cioè uno che stabilisce trend economici, è importante anche capire quale sia la filosofia alla base di questa visione del futuro, che condivide con altri tecno ricconi, in quello che io mi azzarderei a chiamare "neofuturismo" (davvero qualcuno dovrebbe parodiare il manifesto di Marinetti).
L'hyperloop viene sponsorizzato come un mezzo di trasporto di massa, e viene costruito un prototipo dove? A Las Vegas, la città al mondo dove il 99% del traffico è su ruota e non ha alcun mezzo pubblico, una città devastata dal traffico, che ne avrebbe bisogno come ossigeno dentro una miniera. Immaginate che i dati forniti dalla Tesla stessa (i pochi, vaporosi, soggetti a cambiamento etc), sono più deludenti da praticamente qualsiasi aspetto, rispetto ad un treno normalissimo, e i motivi sono talmente lampanti che sembra il segreto di pulcinella..Sta volta se ne sono accorti anche i giornalisti, ma hanno tratto le conclusioni sbagliate.. Ma, innanzitutto se non avete mai sentito parlare di questa cosa e la scoprite su wikipedia, sappiate che quello che Elon da Vinci realmente consegnato al pubblico è questa roba qua, che non c'entra niente con la foto di wikipedia:
https://www.youtube.com/watch?v=NFWZWDqyV2I (la signora è completamente svalvolata)
Ora vi rendete conto che lui ha messo delle macchine elettriche dentro un tunnel sotteranneo, e l'unico motivo per cui non l'ha messe su dei binari e collegate ad unico motore (che ridurrebbe migliaia di voci di costo a zero) è perchè vuole soddisfare una visione talmente individualistica del futuro, che anche solo aspettare per tre minuti un orario di media, è una infrazione della libertà personale di questi individui, che hanno ognuno bisogno di avere un proprio veicolo per avere la libertà di......andare dritti in un tunnel, come una supposta nel culo? *1 E questo sarà il primo "rincaro", quello in termini di libertà personale, che le persone dovranno affrontare. Las Vegas non vuole accettare una metro normalissima per conservare la cultura dell'auto 2*? A quali libertà "tradizionali" ci verrà chiesto di fare sacrifici, qui, nella nostra cultura?
E poi i secondi rincari, quelli economici, anche qui l'Hyperloop ci viene in aiuto per capire, non solo per il fatto che è una roba che costa cinque volte di più di un treno, ma per il fatto che c'è un vero e proprio "misunderstanding". Io ho bassa stima di Tesla e di Munsk, ma so che sanno usare la calcolatrice, e sanno benissimo quali sono i dati di questa tecnologia, ma mentono. Mentono dicendo che è un sistema di massa, mentono dicendo che vogliono risolvere il traffico, mentono dicendo che è il futuro di tutti. Questa è una corsia preferenziale per ricchi, non un sistema di massa, non ha nessun tipo di caratteristica che possa renderlo un trasporto di pubblica utilità. I dati non sono deludenti, come si sono accorti anche i giornalisti, dovevano proprio essere questi, è che noi non lo sapevamo. La stessa identica cosa hanno fatto con il cosidetto "turismo spaziale", e i viaggi su Marte (a fare cosa??) E questa è la punta della piramide capitalistica, fatta perlopiù di utopie e ideali, più sotto cosa fanno?
Più sotto risolvono i problemi energetici con i pannelli fotovoltaici..Cioè strumenti altamente ingnerizzati rispetto al "naturale" (strano che nessuno lo ricordi mai) carbone e petrolio, che in confronto hanno, perlomeno finchè erano sovrabbondanti, un prezzo molto basso. E perciò viene il dubbio, non sarà che come l'hyperloop, ci sponsorizzavano che la rivoluzione green era per tutti.. e invece era una corsia preferenziale per alcuni? Cosa faranno quelli che non potranno pagare le spese di questatransizione? Si prospetta un mondo diviso a metà, tra "Greens" e "Browns", perchè non penso che gli esclusi si asteranno dall'identificarsi, i gilet gialli sono una inziale rivolta, e presto inizieranno le teorie del complotto sulle "lobby green" e tutte quelle cose che sono qui a divenire, e stavolta più fondate di prima.
La risposta che mi viene data è "economia di scala", che per ora sono prototipi ma che quando si comincia davvero i costi scendono e si risolve tutto. Ma signori, carrozze individuali senza binari, non c'è economia di scala che possa renderlo meglio di un mezzo collegato ad unico motore, ci sono problemi che non verranno risolti dall'economia di scala, la termodinamica tra questi problemi è uno dei più annosi. Si arriva quindi ad un discorso sul nucleare, la "metro" delle tecnologie green, se si rompe si fanno male in tanti... ma siete sicuri, che andando a piedi individualmente, non vi arrivi una tegola in testa?
*1 Ma non aveva inventato l'autopilota? Ah già... Vabbè, deve essere un esperienza incredibilmente eccitante guidare manualmente dentro un tunnel stretto.
*2 chiamasi la "tradizionale necessità di 2 tonnnelate di metallo e mezzo quintale di carburante per muovere un essere umano sviluppata negli anni 40
Inverno. Torniamo sempre a Marx. Ma servirebbe un Marx senza il mito dell'elettricità e delle dighe che hanno desertificato vaste aree della ex Unione Sovietica, ovvero senza i miti di Elon Musk, che finora sembra siano acclamati, anche se per ragioni differenti, sia dai radical-chic di Las Vegas che dalla classe media emergente di Canton.
In tutto il mondo le contraddizioni del modello capitalistico sono scaricate sulla natura e sul sogno "dei figli che staranno meglio dei padri". In realtà non c'è alcun futuro su un pianeta terra che raddoppia nell'arco di pochi decenni i giorni con temperature medie superiori ai 50 gradi.
Poi c'è una seconda soluzione più capital-friendly: provare a riprendersi quei 110 miliardi di evasione fiscale annuale. Questo però presuppone un capitalismo avanzato e non il cross- over Usa/Marocco che vige in Italia.
Conflitti generazionali ce ne sono sempre stati, ma per le generazioni che hanno volato più alto la caduta è più rovinosa: giacobini, bolscevichi, sessantottini, maotsetung pensanti (emblematica la biografia dell'attuale leader maximo cinese). E più profondo è il solco con le generazioni seguenti, che devono accontentarsi di terreni arati fino alla roccia sterile.
Ma tutto ciò è solo schiuma desiderante su fondamentali economici che seguono le loro traiettorie incuranti dell'umano e del suo Spirito, qualunque cosa esso sia (direi che Hegel ormai merita una decorosa quiescenza museale).
I fondamentali capitalistici ormai stramaturi non temono nessuna piazza, perché quelle fisiche le hanno saturate di fast food (per quanto poco e male, mangiavano meglio i babyboomers postbellici) e quelle virtuali le controllano così bene da potersi permettere pure il dissenso più incendiario in bit.
Capisco, di fronte a questo deserto chiamato fine della Storia, lo smarrimento delle giovani generazioni e la loro fuga da ogni responsabilità che appena ci provi fai la fine del gretino o della sardina, sponsorizzati e inscatolati dagli stessi che dovresti combattere.
Giovani generazioni che, rivendicando la più azzeccata delle mie previsioni, non ho partorito.
Avevo qualche tempo fa aperto un post (1*) dove mi divertivo a risalire alla fonte di determinate teorie. La domanda che mi sono posto è: si può fare lo stesso con il movimento no vax? La risposta è si, ed è stato un percorso particolarmente interessante, avevo un ipotesi su dove sarei andato a finire, e spero che questo bias non mi abbia sviato più di tanto, ma, in realtà è stata una ricerca piuttosto semplice. Non farò questa volta "dimostrazioni" o spiegazioni (al massimo se qualcuno fosse interessanto) ma darò immediatamente la risposta, la sorgente originaria del movimento novax ha un nome ed un cognome, e le fonti no vax per il covid, in alcuni casi possono essere collegate direttamente a questo nome o alla sua cerchia, altre volte ci si arriva soltanto vicino e si può presupporre una semplice correlazione. Quale è il nome, il lettore si starà chiedendo..
Il nome è quello di quel "scienziato" che per primo ha incrinato la fiducia verso questo strumento medico: Andrew Wakefield.
Ed è un vero peccato che non ho tempo né intenzione di affrontare la biografia di questo truffatore, la cui pagina wikipedia non è sufficientemente accurata per descrivere la perversione grottesca di questo personaggio. Non solo ha prodotto uno studio totalmente idiota (quando lo lessi stavo mangiando e mi toccò sputare sullo schermo) basato sulle opinioni dei genitori di dodici bambini, che venne dimostrato vennero persino falsificate dallo stesso perchè nemmeno quei dodici dicevano quello che voleva sentirsi dire lui (alcuni non erano nemmeno autistici), non solo aveva prima della pubblicazione dello "studio" depositato un brevetto per un vaccino alternativo che aveva intenzione di vendere al posto dei vaccini che egli accusava, non solo faceva coppia con un altro dottore radiato che proponeva di curare l'autismo con il proprio (il proprio ! sic!) midollo spinale in pastiglia, non solo fece sperimentazioni estremamente invasivi su bambini autistici senza consenso informato, cioè commettendo abusi su minori in alcuni casi persino danneggiandoli permanentetemente, non solo fece tutto questo a libro paga di un avvocato in cerca di risarcimenti, non solo falsificò le opinioni dei propri colleghi...Non solo! La storia di Wakefield e la sua "ricerca" meriterebbe effettivamente di essere sviscerata, ma vi assicuro che ad un certo punto comincia a subentrare la nausea, un senso di profondo turbamento, nel sapere di abitare lo stesso pianeta di questo degenerato, che ancora purtroppo consuma l'ossigeno di questo pianeta e viene anche pagato lautamente per i propri interventi ai convegni novax.. ed è tralaltro pieno di soldi, perlomeno in relazione alla fogna dove meriterebbe di stare. A proposito del famoso detto "segui i soldi".. strano sarà, ma medicazioni alternative sono sempre nella faretra degli "scettici"..
Ma siccome il punto di questo post è un altro, non voglio infierire su una questione sepolta ormai........La vicenda Wakefield ebbe, sopratutto in UK, una fortissima risonanza mediatica, almeno finchè un Giornalista (Brian Deer) riuscì a smascherarlo. La fiducia nel vaccino trivalente dopo le "rivelazioni" Wakefield ebbe un drastico calo, quasi al livello di cifra singola, per poi risalire ai periodi "pre Wakefield". La nota positiva di questa storia, è che sembra che Wakefield abbia praticamente vaccinato la Gran Bretagna contro i complotti sui vaccini. Infatti,in UK la fiducia nei vaccini covid è tra le più alte in Europa secondo alcuni sondaggi, la più alta in Europa di quasi venti punti percentuali, secondo altri. In ogni caso, sembra che l'esperienza "Wakefield" abbia insegnato molte cose agli inglesi, perchè per smascherarlo l'opinione pubblica ha dovuto addentrarsi nel tema della ricerca scientifica, e capire quale tipo di evidenza ha valore e quale no, e fare tutto un ragionamento "sociale" riguardo a questi fenomeni, e anche demolire questo aspetto "autoritativo" del dottore, che dovrebbe essere creduto per tutta una serie di motivi estrinsechi..senza che lo stesso sia in grado di produrre evidenze di ciò che dice, ma solo perchè.... ha fatto il giuramento di Ippocrate!
E' un ottima notizia, perchè non ci sono altre notizie. In questo post (2*) ho affermato qualcosa che è ben conosciuto dai comportamentalisti. Per esempio questo studio (3*) dove 1700 genitori sono stati approcciati praticamente con ogni tipo di argomento, sia esso informativo o visuale, e non uno solo di loro ha dimostrato l'intenzione di cambiare tendenza riguardo alla supposta pericolosità dei vaccini (in questo caso, essendo uno studio "vecchio", pericolosità collegata alla vecchia bufala Wakefield). Anzi, pare che l'unico effetto che sia stato possibile misurare, sia quello di polarizzare ulteriormente la loro opinione e renderli ulteriormente sfavorevoli alla vaccinazione. Il motivo, sebbene lo studio non lo specifichi, è presto detto: per cambiare idea questi genitori, avrebbero prima di tutto ammettere di aver fatto un disservizio ai propri figli, ovvero di essere i genitori.. "non troppo bravi". Quando le persone investono così tanto in un idea, che sia la propria vita o la vita dei propri figli, fargli cambiare idea è praticamente impossibile qualsiasi angolazione venga proposta, e anzi potrebbe avere anche l'effetto opposto. Da qui il mio commento: il dado è ormai tratto, gli indecisi a questo punto dovrebbero essere più pochi, e quelli che sono rimasti, non verranno mai convinti da nulla se non dalla forza.
Discutere con loro è tempo perso, e anzi rischia di polarizzarli ulteriormente. Essendo che questa è la situazione, ovvero che non esistono mezzi di persuasione efficaci in alcuni casi, l'unica cosa che ci rimane di positivo è quello che potremmo chiamare "effetto Wakefield", .. ovvero, alla prossima pandemia, se questo vaccino non porterà sorprese nel frattempo, le persone saranno più vaccinate verso l'infodemia. Perchè sarebbe un errore considerare Wakefield l'unico malfattore in questa vicenda.. Platee di giornalisti inglesi per quasi due anni, stettero lì a succhiare dalle sue tette, senza mai andare a leggere e verificare uno studio che persino un idiota potrebbe rendersi conto, non ha alcuna valenza scientifica.
Ah.. ma InVerno, ma tu non sai cosa succederà tra dieci anni ai vaccinati! E siamo di nuovo nella retorica Wakefieldiana. Infatti il suo studio, ironicamente, si conclude dicendo che egli non è in grado di produrre alcuna conclusione (e anche per questo che è stato pubblicato nonostante tutto, si tratta di un cosidetto "early report" o "studio pilota"). Ciò su cui però Wakefield poteva fare leva era un principio di prudenza indefinito..che non avrebbe mai avuto termine e falsificazione, almeno finchè non avessi comprato il suo vaccino! (prodotto in tandem con il pazzo che metteva il suo midollo nelle pastiglie,dopo che era stato radiato dall'albo per furto di droghe dall'ospedale). Quando dico che Wakefield ha fatto scuola, parlo anche di questo, la tecnica retorica è un calco di gesso, solamente applicata ad un problema diverso, poco male se le persone non gli riconoscono i dovuti "meriti" o non sanno di essere entrati direttamente nella echo chamber che questo individuo creò, ormai decenni orsono.
Concludo con una traduzione (mia, perchè sullo scaffale ho la versione in inglese) di un saggio di Leon Festinger..
Un uomo con una convizione è un uomo difficile da cambiare. Digli che non sei d'accordo con lui, e lui si volterà dall'altra parte. Fagli vedere i fatti o i numeri, e lui metterà in dubbio le tue fonti. Fai richiamo alla logica e lui fallirà nel vedere il tuo argomento.
Abbiamo tutti fatto esperienza della futilità del tentativo di cambiare una forte convinzione, specialmente se la persone convinta ha un qualche investimento personale nel suo credo. Siamo abituati alla varietà di ingegnose difese con cui le persone proteggono le loro convinzioni, riuscendo a rimanere illesi agli attacchi più devastanti. Ma le capacità di un uomo va oltre alla semplice protezione di un credo.
Ipotizziamo un individuo creda in qualcosa con tutto il suo cuore, supponiamo anche che ha investito in questo credo, che ha preso decisioni irrevocabili per quelle convizioni; ed infine, supponiamo gli vengano presentate inequivocabili prove che il suo credo è sbagliato. Cosa accadrà? L'individuo emergerà, non solo imperturbabile, ma anche più convinto della verità del suo credo, ancor più di prima. Potrebbe addirittura essere mosso da una rinnovata passione per convincere e convertire gli altri delle proprie convinzioni.
Festinger, un anno dopo quanto qui tradotto, conierà il concetto di "dissonanza cognitiva".
[1] https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-culturali-e-sociali/perche-e-importante-conoscere-il-piano-kalergi/msg33515/#msg33515
[2] https://www.riflessioni.it/logos/attualita/le-opinioni-dei-virologi/msg55572/#msg55572
[3] https://pediatrics.aappublications.org/content/133/4/e835
La dissonanza cognitiva è direttamente proporzionale alla cognizione dissonante. La cognizione consonante con la realtà, al contrario, è persuasiva. Chi ha coniato il concetto della dissonanza cognitiva si è posto dal lato della verità rivelata, di fronte alla cui falsificazione si comporta in maniera cognitivamente dissonante al pari dell'oggetto della sua critica. A tali manicheismi retroattivi di squadrato taglio scientista, preferisco l'approfondimento delle ragioni della resistenza di fronte alle verità rivelate da parte di preti o "competenti". Nessuna ragione pregiudiziale, non sorretta da interessi oggettivi, resiste di fronte ad argomenti fondati. Anche il "credo quia absurdum est" rispecchia una realtà immanente così insoddisfacente da potersi superare solo con la fede in qualcosa che non si conosce e non si sa definire, ma in cui, ultima dea a cadere, si spera.
Citazione di: Ipazia il 01 Ottobre 2021, 19:10:21 PM
La dissonanza cognitiva è direttamente proporzionale alla cognizione dissonante. La cognizione consonante con la realtà, al contrario, è persuasiva. Chi ha coniato il concetto della dissonanza cognitiva si è posto dal lato della verità rivelata, di fronte alla cui falsificazione si comporta in maniera cognitivamente dissonante al pari dell'oggetto della sua critica. A tali manicheismi retroattivi di squadrato taglio scientista, preferisco l'approfondimento delle ragioni della resistenza di fronte alle verità rivelate da parte di preti o "competenti". Nessuna ragione pregiudiziale, non sorretta da interessi oggettivi, resiste di fronte ad argomenti fondati. Anche il "credo quia absurdum est" rispecchia una realtà immanente così insoddisfacente da potersi superare solo con la fede in qualcosa che non si conosce e non si sa definire, ma in cui, ultima dea a cadere, si spera.
Posso capire e persino condividere il tuo scetticismo riguardo il concetto di dissonanza cognitiva e la sua relazione con una certa forma di scientismo... Quello che non posso capire e neanche condividere è la parte grassettata, non ho la più pallida idea da dove tu tragga questa certezza..forse potrei capirlo se messo in relazione a periodi di tempo molto lunghi, sicuramente più lunghi di una vita umana, dove eventualmente potrebbe rivelarsi vero.. ma siccome la ragione d'essere della cosidetta dissonanza cognitiva è prettamente personale e legata alla psiche individuale, una eventuale prospettiva di questo tipo sarebbe inadeguata. Se vuoi elabora!
Intendo dire che molto spesso la resistenza di fronte ad argomenti certificati è sintomo di inadeguatezza della certificazione. E con ciò rilancio la palla dalla parte dei certificatori e della loro consueta supponenza scientista. Le inadeguatezze della certificazione vaccinale sono tali e tante da escludere resistenze fideistiche alla sperimentazione non dichiarata e malamente certificata. Quello che succederà tra 10 anni è solo l'ultima delle questioni e scientificamente abbastanza irrilevante. Il problema è quello che succede subito dopo l'inoculazione covidemica e nei giorni, e talvolta mesi, a seguire. In assenza di qualsiasi farmacoprevenzione e farmacovigilanza garantite pure nella sperimentazione animale effettuata secondo i sacri canoni bioetici, in particolare per quanto riguarda la sperimentazione umana.
Mi sembra fosse A.Smith a dire che, uno non si fida del macellaio o del droghiere perchè sono "brave persone", ma perchè è nel loro massimo interesse che ciò che ti vendono non sia avariato. Ora, io qualche sospetto su qualche macellaio ce l'ho, ...e anche sulle case farmaceutiche. Ma in questo caso, dove una medicazione viene fornita all'intera popolazione umana, non c'è alcun modo che la verità riguardo alla possibile nocività di questi intrugli, venga in qualche modo occultata, e il rischio che corrono le case farmaceutiche che volessero pensare di farla franca sul breve periodo, non è quello di uno scandalo pubblicitario o di cambiare CEO, è quello dell'implosione dell'intero settore farmaceutico, non c'è cambio di cambio di poltrona o di brand che potrebbe salvarli davanti da una simile evenienza. Persino i governi che hanno deciso di appoggiare questa campagna vaccinale (cioè tutti), non rischiano semplicemente un crollo di consenso dei partiti, ma l'implosione dell'intero sistema paese che rappresentano. Immagino che sia anche quello il fascino, per chi accarezza continuamente una mentalità apocalittica. Piacerebbe vedere l'inferno sbucare dalle bocche magmatiche e portare il caos primordiale, in un mondo che si è deciso di non accettare. Piacerebbe anche a me(?). Dici che le "certificazioni" non sono abbastanza? Vedi te, il vaccino è da mesi e mesi in circolo nel corpo di milioni di persone, e statisticamente le reazioni avverse sono in un range predetto dagli studi preventivi.. Non è più questione di "studi" o "certificazioni", è questione che la realtà è lì fuori. E facciamo anche un plauso ai media? No.. non perchè sanno fare il loro lavoro, ma perchè perlomeno questa volta non sono caduti nella trappola dell'informazione "bipartisan". Il lavoro di un giornalista non è quello di offrire lo stesso spazio a chi sostiene che piove e chi sostiene che c'è il sole, ma di aprire la finestra e vedere che cazzo succede, e perlomeno questa volta, ci sono riusciti.
Finalmente è finita, l'agonia. Non oggi, ma ormai due settimane fa, ma fino ad oggi avevo deciso di non esprimermi a riguardo.
Nell'ultimo mese e mezzo ho badato ad un parente stretto, malato terminale, insieme ad altri membri della famiglia, sperando di alleviare le sue sofferenze.. Non ha aiutato, vi devo dire, la coincidenza che in questi ultimi tempi sia "risorto" il tema dell'eutanasia e siano ritornati all'arrembaggio una serie di predicatori.. fortunatamente ho cercato di tenermi a distanza, per evitare di diventare persino violento.
La persona che è morta era senza ombra di dubbio la persona più attaccata alla vita che io abbia mai conosciuto, con le unghie e con i denti avrebbe difeso la propria sopravvivenza, direi pure anche "accettando" che altri si sacrificassero per lui. Peraltro, come è noto, da anziani (93)si diventa particolarmente.. egocentrici, ma in realtà è sempre stata una sua caratteristica, che a volte tendeva persino in forme paranoiche.
Il punto è che entrare nella stanza da letto di una persona di questo tipo, e trovarlo mentre cerca con le ultime forze di arrampicarsi sulla finestra per buttarsi di sotto, provoca pensieri e realizzazioni. Non aiuta che nelle ultime due settimane, ha aperto bocca quasi ed esclusivamente per chiederci di ucciderlo, rassicurandoci pure che non avremmo avuto conseguenze legali (?) suggerendoci modalità persino atroci, come fare una pira e bruciarlo, o buttarlo nel fiume. Incessantemente, ogni singolo minuto di veglia era dedicato a ripetere variegate richieste di aiuto a morire, a cui evidentemente, abbiamo potuto rispondere solamente con l'occhio vitreo di chi è fondamentalmente impotente. E' una litania che ti perseguita quando vai a dormire.. "bruciatemi, bruciatemi, bruciatemi, bruciatemi". Non abbiamo saputo fare altro che fornire gli oppiacei prescritti dalla terapia, e forse nessuno di noi sarebbe, anche se protetto dalla legge, riuscito a fare altrimenti. Anche solo immaginare il dolore che possa essere in grado di provocare un tale cambiamento nell'orientamento alla vita di una persona talmente attaccata ad essa.. è semplicemente terribile.
In ogni caso, vorrei da questa esperienza che in realtà non voglio condividere più di tanto, fornire due riflessioni, una prettamente medica, e l'altra provocatoria.
Per quella medica: se un giorno vi venisse offerta la possibilità di mettere un peacemaker, fate le vostre considerazioni, ma considerate anche il fatto che quell'aggeggino è in grado si di darvi protezione contro improvvisi scompensi cardiachi, ma anche di tenervi in vita mentre ogni altro organo sta lentamente fallendo, esponendovi voi ed i vostri familiari ad una sofferenza che non si augurerebbe ai peggiori nemici. Non è detto che vada così, una serie di cose devono accadere per fare che accada, ma è sicuramente una possibilità, e scordatevi dell'accanimento terapeutico, nessuno può spegnere quel coso, ve lo dovete sorbire fino alla fine, finchè veramente tutto il resto fallisca e persino la morfina non abbia più effetto.
Per quella provocatoria: Io vorrei capire una cosa degli attivisti "pro vita", e no, non è che cosa significhi quel motto, ma invece... dove stessero tutti quanti quando, nello stesso periodo, un mio altro parente, appendeva una corda al trave e si toglieva la vita. Dove eravate tutti? Al capezzale degli immobilizzati, di quelli che a prendere una corda, o salire su una finestra, in autonomia non riescono.. Bravi! Clap, clap, clap. Avete mai sentito dire che la cifra del vero vigliacco, è essere forti coi deboli e deboli coi forti? Guardate un pò se vi si addice..
E questo è il massimo dell'educazione, che in questo momento, posso rivolgere ai predicatori, quelli che per dirla con il poeta "si sentono come Gesù nel tempio", o per dirla con un comico, fanno i "froci col culo degli altri".
L'eutanasia è sacrosanta. Ma pure la bioetica.
Citazione di: Ipazia il 01 Ottobre 2021, 19:10:21 PM
La dissonanza cognitiva è direttamente proporzionale alla cognizione dissonante. La cognizione consonante con la realtà, al contrario, è persuasiva. Chi ha coniato il concetto della dissonanza cognitiva si è posto dal lato della verità rivelata, di fronte alla cui falsificazione si comporta in maniera cognitivamente dissonante al pari dell'oggetto della sua critica. A tali manicheismi retroattivi di squadrato taglio scientista, preferisco l'approfondimento delle ragioni della resistenza di fronte alle verità rivelate da parte di preti o "competenti". Nessuna ragione pregiudiziale, non sorretta da interessi oggettivi, resiste di fronte ad argomenti fondati. Anche il "credo quia absurdum est" rispecchia una realtà immanente così insoddisfacente da potersi superare solo con la fede in qualcosa che non si conosce e non si sa definire, ma in cui, ultima dea a cadere, si spera.
Un esempio di
dissonanza cognitiva (a detta del conduttore) riguardo le morti causate dal vaccino (per restare in tema) lo riporta un tale Mazzucco dal minuto 12 al minuto 14.50.
https://odysee.com/@luogocomune:5/news-della-settimana-1-ott-2021:d
Confido nel sense of humor di InVerno che ho potuto apprezzare nell'intervento:
https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/covid-19-la-faccia-oscura-della-luna-(scienza)/msg55697/#msg55697 ;D
J4Y
Bellissimo esempio di "informazione bipartisan". Un pò di tempo a quelli che dicono che fuori c'è il sole, un pò di tempo a quelli che diconoche fuori piove, e il giornalismo è fatto, che altro serve per aumentare gli ascolti? Beh se la signora anzichè andarsene si fosse tolta il tacco e lo avesse lanciato.. ma non si può voler tutto dalla vita.
Ps. Io ho segnalato poco fa, che dopo aver fatto il vaccino ho trovato duemila euro in un libro, sicuramente questo dimostra un nesso causale, e sarà la mia baionetta logica contro i novax. ;) Li volete i duemila euro si o no? Giuro, sei ore dopo il vaccino li ho trovati.
Se capitasse la stessa cosa nello stesso identico modo ad una decina di persone bisognerebbe cominciare a studiarci sopra. Magari è bigpharma che sta preparando il prossimo spot. Escluderei a quel punto la supercalifragilisticespiralidosa "non correlazione" tanto cara al regime covidemico.
Questa settimana sono stato molto impegnato e anche molto entusiasmato dalla raccolta dei frutti del ripristino del castagneto di cui avevo parlato anzitempo, questa volta tuttavia anzichè essere le castagne sono stati i funghi, per cui si è palesata una situazione metereologica estremamente favorevole, interrotta anzitempo da tre giorni di vento fortissimo e freddo, che hanno praticamente congelato il sottobosco. Tuttavia in una settimana, in media due persone a raccogliere, siamo riusciti a collezionare una cinquantina di kili di funghi commercialibili immediatamente, e altrettanti (forse più, peso approssimativamente) da conservare secchi o in vetro. Era parecchio tempo, e precisamente da quando la malattia del castagno aveva imperversato come benzina nei nostri boschi, che non si riuscivano a fare settimane così, anche se ora tutto si è bruscamente interrotto. In ogni caso io sono anche un pò stanco, perchè per almeno due giorni è significato camminare per otto ore sotto il diluvio nel bosco, mentre "assorbivo" la seconda dose di vaccino. In media cambiavo pantaloni tre volte al giorno per mantenermi asciutto,e partivo con un cesto e una gerla per volta. Soddisfazione economica e personale (e culinaria)..ma per un pò basta.
L'unica notizia che sono riuscito a leggere, non è quella sulla Polonia o sul catasto, ma questa:
https://www.infooggi.it/articolo/dramma-paola-muoiono-mentre-fanno-il-vino-4-uccisi-da-esalazioni-ecco-tutti-i-dettagli/129572
Il motivo è che non ho idea di come sia potuto succedere, e di esperienza "sul campo" (o meglio dentro la botte) ne ho. Ricordo ancora le prime volte che i miei mi permisero di entrare dentro al tino a raccogliere le vinaccie, avrò avuto otto o nove anni, il tino sarà stato alto due metri, e quando vi mettevo i piedi dentro cominciavo a sprofondare nelle bucce, come le sabbie mobili, presto mi ritrovavo annegato fino alle coscie, la testa erà già molto più bassa della linea d'aria. Erano le prime esperienze anche con l'alcool, che evidentemente non mi lasciavano bere, ma che ero molto curioso di provare, perlomeno in questa forma gassosa che veniva sprigionata dai residui del mosto. Quando si arrivava a raschiare il fondo, l'ossigeno era davvero poco, e bisognava prendere respiro fuori e "immergersi" dentro ai gas.. Qualche volta ne uscivo leggermente brillo, mai ubriaco, nonostante fossi un bambino. Ma l'idea di svenire, o addirittura soffocare? Non ho la più pallida idea di come possa essere accaduto.. Il pm dice che il locale non era ben aereato.. Ma quale cantina sarebbe ben aereata? Dalle foto sembra una cantina tradizionale con botti di legno, il senso di quel tipo di cantina è proprio quello di mantenere l'umidità per preservare la qualità dei legni. La mia cantina ha un finestrino 40x40, che spesso è chiuso per non far entrare i gatti.. Se qualcuno di voi ha idee, io l'unica che mi sono fatto è che si tratti di una vasca gigantesca, ma non avrebbe neanche senso perchè ad un certo punto ha senso averne più vasche anzichè giganti, e le botti da invecchiamento nelle foto non presumono la necessità di "piscine". Potrebbero non aver follato le bucce, cioè aver creato una sorta di cappello di bucce che sotto ha creato una camera di gas pressurizzati, ma qui si parla di persona dentro la vasca, perciò per essere entrato il cappello doveva già essere bucato e i gas rilasciati.
In ogni caso, non so perchè e non so per come, dopo essermi preoccupato per me stesso, mi sono subito venute in mente le atmosfere del Nome della Rosa, e immaginare questa scena mi ha sicuramente colpito con una vena molto accentuata di grottesco.
Cercando rapidamente in rete, l'episodio pare essere molto raro ma non unico
https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/italia/226857/esalazioni-mosto-1-morto-e-2-intossicati.html
https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/09/08/muore-intossicato-da-esalazioni-mosto_2dc06f49-b4bf-4f89-8199-38ce649e7db1.html
https://notiziaoggi.it/cronaca/donna-muore-per-le-esalazioni-del-mosto-in-una-cantina/
https://www.pupia.tv/2011/10/trentola-ducenta/esalazioni-del-mosto-di-vino-un-morto-e-due-intossicati/108804
https://www.firenzetoday.it/cronaca/marco-bargellini-muore-azienda-pontassieve.html
https://urbanpost.it/san-paolo-civitate-foggia-cade-nella-cisterna-del-mosto-muore-uomo-di-73-anni/
https://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/395776_fa_il_vino_nella_cantina_di_casa_muore_colpito_dalle_esalazioni/
Grottescamente(?): "in vino veritas, in musto dolus".
È un classico esempio di atmosfera tossica/asfissiante da esalazioni gassose in ambienti confinati. Nel caso specifico il gas afissiante è CO2 che si sviluppa nella fermentazione alcolica degli zuccheri dell'uva. Subdolo perché inodore, incolore e insapore. È più pesante dell'aria e satura gli ambienti a partire dal basso. Il che significa che se dopo il giramento di testa, svieni, sei spacciato.
Un tempo, quando erano meno tecnologici e più sapienti, prima di entrare, mandavano animali di piccola taglia nelle cantine coi tini in fermentazione, come "misuratori" di anidride carbonica. Oggi esistono sonde di misura dell'ossigeno. Si tratta di situazioni pericolose da non sottovalutare e prima di stazionare è il caso di arieggiare per bene.
Grazie Phil, effettivamente non avevo pensato a fare quel tipo di ricerca, beh che dire... ancora più sorpreso.
Non tanto dalle dinamiche chimiche che giustamente Ipazia mette in chiaro, ma dalla proporzioni necessarie a rendere possibile queste tragedie. E' vero che la co2 è inodore, ma il corpo reagisce ad una minore quantità di ossigeno assunta fornendo dei sintomi lievi, che potrebbero anche essere confusi con affaticamento? Una stanza di 20 mq, assumendo sia stagna per qualche motivo, per essere colma di co2 anche solo al livello delle ginocchia ha bisogno di un quantitativo di gas non indifferente, non vorrei mettermi a fare calcoli, ma anche assumendo il contenitore 2x2 ad una pressione di un bar e colmo di gas per un terzo.. a occhio secondo me non ci arriva alle ginocchia. Comunque mi sembra anche abbastanza morboso voler giocare a fare Sherlock Holmes su tragedie reali di questo tipo, perciò mi fermo qui, ne terrò conto, pur non avendo alcuna esperienza in grado di illuminarmi riguardo a quale potrebbe essere il limite di queste reazioni. Canarini? Vabbè.. posso portarci una gallina...se non cagasse sarebbe anche divertente.
Ok si aggiunge un altro tassello, e scopro che quest'anno ho prodotto abbastanza co2 da saturare tre volte la mia cantina..e sono perfettamente vivo..(o almeno penso). Ok tengo conto del fatto che non è una camera stagna e che essendo il contenitore non chiuso ha rilasciato gradualmente questa co2 nell'arcodi dieci giorni di fermentazione. Qui secondo me il fattore da tenere in considerazione potrebbe essere la velocità con cui il gas si espande e satura i locali, cosa che avevo già tenuto in considerazione parlando del cappello che potrebbe aver rilasciato di colpo i gas, o addirittura una chiusura ermetica rilasciata di colpo, cosa che tuttavia non mi sembra pratica comune..Senza queste discriminanti, si tratta comunque di un processo che richiede giorni, giorni dove per forza di cose la porta di ingresso è aperta e chiusa e c'è un ricircolo d'aria necessario alle lavorazioni.. Mi viene in mente questo evento che avevo studiato qualche tempo fa: https://it.wikipedia.org/wiki/Eruzione_di_tipo_limnico
Evidentemente la cantina dei 4 malcapitati era molto più a tenuta della tua, e/o il quantitativo di mosto più abbondante in rapporto al volume saturato e/o il locale non arieggiato da giorni. Che le vinacce in un ambiente freddo trattengano molta CO2 è plausibile.
L'uscita di Squid Game, che tutti paiono idolatrare ultimamente, è solo l'ultima iterazione di un genere. Ognuno degli appartenenti a questo genere è stato accusato di plagio da un altro, e gli autori non sono neanche troppo bravi a difendersi. Peggio: ognuno di loro ha risposto che "neanche conosceva" l'opera di cui è accusato di plagio, nonostante fosse opera ormai di successo planetario (persino Battle Royal, dopo che fù citato da Tarantino per la sua "Go Go Yubari"). Hunger games ha plagiato Battle Royal? E Squid Game ha plagiato As the Gods will? Io la vedo un pò diversa, e chiedo, quanti hanno plagiato il Decamerone solamente ripetendone la formula narrativa e alludendovi? La cornice del battleroyale rimane invariata dalle origine, una serie di persone vengono compresse in un ambiente limitato e i conflitti estremi che nascono dalla lotta alla sopravvivenza fanno da metafora alla spietata società che vogliono rappresentare. E' assurdo che l'elemento di meraviglia venga destato dalla cornice del genere, anzichè dai suoi contenuti, perchè questo è ciò che rimane invariato ad ogni iterazione, è il genere stesso che per sua natura è una critica ad determinato sistema sociale, chiunque adottasse questo genere potrebbe ottenere questo minimo risultato, e Squid Game questo fa, ottiene il minimo di rappresentare un genere, senza aggiungervi nulla, anzi togliendovi quasi tutto.
Ho visto il trailer e non ho visto niente di buono, però siccome seguo la scena koreana da prima che fosse "cool" mi sono detto che era un sacrificio che dovevo fare, e purtroppo l'ho fatto. Tutta l'opera è tremendamente cosciente di sé stessa e del messaggio che vuole trasmettere, incessantemente attraverso anche flashback continui, rimarca il proprio messaggio finale sin dai primi dieci minuti. Non c'è nessun tipo di ambiguità, è una critica al capitalismo monolitica senza spazi di luce, che sono sempre ritagliati nell'emotività dei personaggi. Per la sua integrità nel perseguire un messaggio anticapitalistico, potrebbe essere tranquillamente etichettato come film marxista. Viene presentato come violento, ma è in realtà estremamente pacifico al di là degli schizzi di sangue, ogni elemento è al suo posto e misurato al suo aspetto narrativo, sembra un soggetto scritto da uno che in libreria ha centinaia di manuali di narratologia. E l'autore probabilmente non era tanto dotto in narratologia, ma la produzione di Netflix sì, e l'ha così standardadizzato alla metodologia narrativa corrente. Via tutte quelle asperità che avevano reso famoso in primis il manga, e poi il film da esso realizzato, Squid Game si propone di liofilizzare il genere in una pappina "V.M. 14 anni" ..
Per esempio, ed in maniera paradossale: Il punto originale del "battleroyale" è quello di non avere protagonisti, ognuno dei malcapitati è egualmente antieroe nel suo essere sventurato, questo non solo crea una struttura narrativa atipica, ma fa si sia molto difficile immaginare chi sarà l'ipotetico sopravvissuto finale. Squid Game decide di trovare un protagonista, e lo ammanta persino di un vago sentore cristiano, facendolo entrare per ultimo all'inferno ma facendolo uscire per primo in paradiso. Il senso stesso del battleroyale è completamente pervertito a logiche narratologiche spicciole. Il protagonista in SquidGame ha il valore narrativo della "lovestory" in Pearl Arbor, serve per andarsi a coccolare anche gli osservatori più pigri, è una tecnica scientemente usata per aumentare l'audience. Poco importa se un battle royale con il protagonista è come una gara sportiva col vincitore annunciato, l'importante è trasmettere il messaggio anticapitalistico, a costo di non rispettare anche le più basilari regole del gioco autoriale.
I personaggi tornano "al manga", monodimensionali e atti a rappresentare dei "tipi", non dotati di propria vita, ma la cui personalità va a crearsi in controluce col il "grande messaggio" che il film è sicurissimo di star trasmettendo ai suoi osservatori.
I due protagonisti maschili sono vittime dirette del sistema capitalistico, macchiati della pena più grave: non riuscire più a sostentare i cari.
a) Un uomo di buon cuore, che è stato licenziato da una fabbrica e si è opposto alla chiusura in uno sciopero paramilitare, perde definitivamente lavoro e famiglia ed è sommerso dai debiti
b) Un ragazzo brillante, che viene adottato dal mondo della finanza e diventa ricchissimo, viene poi tradito da quella stessa finanza e sommerso da debiti infiniti.
Alle donne va un pò meglio, finite nei debiti "per buone azioni" e perchè vittime della violenza di altri uomini (ma pensa te).
a) una defettrice della Nord Korea cerca soldi per portare con sè la famiglia e finisce nei debiti
b) una figlia che ha rovinato la sua vita uccidendo il padre, dopo che quest'ultimo aveva ucciso la madre.
Cioè la vendicatrice di un femminicidio.. questa l'hanno presa da un libro horror femminista.
In quota neri e persino disabili (al personaggio mancano tre dita) abbiamo un attore Pakistano che rappresenta praticamente i migranti, buonissimi ma talmente ingenui che li fregheresti con una banana, ed infatti per tutto il tempo da dimostrazione di quanto è buono, e di quanto è ingenuo, incapace di aderire a tutte quelle "malizie" dei cattivi. E' un "negro da Via col vento", di quel razzismo che li riconosceva inferiori, ma capaci di "buono" alle giuste condizioni, ma sempre figli di gente che si vendette per qualche pettine, e perciò facilmente raggirabili.
E' tutto dosato con il contagoccie. Gli espedienti narrativi classici vengono usati una volta e poi abbandonati, persino la varietà è artificiale e ricercata. C'è anche il "probabilmente morto ma tu non hai visto il cadavere e nella seconda stagione ti diremo che è ancora vivo", e tutta una serie di stucchevoli dejavù montati ad arte per tentare di costruire una formula perfetta che diventa immediatamente prevedibile, non lascia alcun spazio all'interpretazione, è vicinissima al confine con la propaganda e non riesce a preservare e a celebrare quei tratti distintivi del genere, anzi li perverte a logiche di consumo ed ideologiche insieme.
Netflix ci ha annunciato di capire i problemi dei poveri e di essere dalla loro parte. Grazie Netflix, uno di noi!
Squid Game mi ricorda quelle magliette di CheGuevara fatte dai bambini in Cambogia, è un paradosso, è il capitalismo che ha già deglutito e digerito il suo presunto accusatore, e te lo ripropone innocentemente come "bene di mercato". Siamo molto lontani dalla genuinità autoriale di Parasite, siamo alla produzione in serie di opere della scuola del risentimento, basta solo ripetere la formula magica e di queste robe ne possono fare dieci al mese...
La critica sociale della "rive gauche" (genitivo soggettivo; per ovvi motivi sociologico-commerciali non ve ne può essere altra proponibile nell'intrattenimento a larga scala) è un po' come il teorema di Pitagora: quando lo scopri è "avvincente", ma con il tempo diventa mera esecuzione (formalmente standardizzata) per un determinato e prevedibile fine. Trattandosi qui di arte, chiaramente conta molto anche il "come" qualcosa viene presentato, non solo il "cosa", per cui lo stesso "cosa" può essere (rap)presentato in modalità più o meno innovative, più o meno esplicite, più o meno vendibili, etc. con l'accumularsi crescente di film (o serie, come quella citata che non ho visto) "socialmente critici" siamo forse arrivati alla parodia capitalistica di una critica anti-capitalista, paradosso solo apparente consideranto che si tratta di arte che "deve" (o almeno vuole) comunque vendere e/o affabulare, non solo comunicare (disincanto celato nel doppio fondo di gran parte dell'"arte socialmente impegnata"; fermo restando che criticare l'arte che critica qualcosa non significa automaticamente essere entusiasti sostenitori di quel qualcosa, sempre se si resta nel disincanto, antidoto alle polarizzazioni "pro/contro" che mortificano la riflessione "pre-giudiziale", nel senso che precede eventuali giudizi).
Azzardo: nella tragedia l'antagonista indiretto è solitamente il destino avverso (quello diretto è una divinità crudele o il cattivo di turno), mentre nella critica sociale il ruolo di antagonista diretto è quello del ricco (più o meno corrotto, più o meno sadico, più o meno cinico, etc.), con la società (o meglio le regole di una certa società) a fungere non da sfondo ma da antagonista indiretto; si è dunque passati dall'impotenza (se di tragedia si tratta) nei confronti del destino all'impotenza (almeno iniziale, secondo il copione generico di tali film) nei confronti della società, entrambi pronti a richiedere vittime sacrificali per la fortuna di altri. La differenza cruciale è che mentre il destino, fatalisticamente, "guida chi lo accetta, trascina chi non lo accetta" (Seneca), la società viene criticata per proporre (plausibilmente) una presa di coscienza, forse alludendo ad un anti-fatalistico possibile cambiamento; questo, se non ho preso un abbaglio, dovrebbe/vorrebbe essere il plusvalore semantico/pedagogico/"di denuncia" dell'arte impegnata in questione. Non è affatto ironico che, fuori dalla narrazione della trama, chi in quella trama è rappresentato non possa "vedersi" sul grande schermo (diseredati, poveri, emarginati, etc. difficilmente useranno Netflix o andranno al cinema), poiché tale richiamo alla giustizia, implicito nella implicita critica sociale, è "giustamente" rivolto a chi rischia di essere ingiusto e/o a chi tale ingiustizia alimenta. La società ha una dinamica ingiusta e quindi alla società (quantitativamente parlando) facciamo vedere, in forma ovviamente romanzata, quali sono gli effetti collaterali del benessere di alcuni (pochi?) e quanto sono delicati gli ingranaggi che sostengono tale benessere, per cui la lotta per la grigia sopravvivenza quotidiana per "arrivare a fine mese" (o a "fine giornata") diventa una "battle royale", narrativamente impostata in una competizione per arrivare alla fine del gioco (con tanto di ricco montepremi che metaforicamente rappresenta... un ricco montepremi, come nei migliori romanzi di formazione e nella più spietata critica al capitalismo). Probabilmente l'utilità sociale di tale messaggio è paragonabile all'introduzione del film (non so se ci sia ancora) che ci ricorda che la pirateria è reato; ricordarlo a chi è nel cinema può aver lo scopo di: far sentire in colpa gli eventuali "pirati part-time" (che alternano cinema a pirateria); ricordare quanto sono criminali gli eventuali "amici pirati" che ci hanno detto «non vengo al cinema con te perché mi scarico il film»; farci sentire bravi perché siamo lì, anziché essere pirati, con l'impliclito invito a ritornare prossimamente. Colpa, discriminazione e approvazione, tre categorie indubbiamente sociali, che possono talvolta anche spaziare dal messaggio pre-film al contenuto dei film di critica sociale; tuttavia, si può ribaltare il significato/rappresentazione della critica leggendoci addirittura un compiacimento dello status quo (giocando a fare i critici della critica)? Recepito il messaggio che la società produce disagio (v. emarginati), che il successo è instabile (v. repentino fallimento economico), che la giustizia talvolta non è giusta per tutti (v. istinto di vendetta), etc. davvero una rappresentazione "drammaturgica" di tali meccanismi coincide con una loro critica? Il far vedere "quello che loro non vorrebbero farvi vedere" (che è ormai diventato "quello che voi volete vedere", con annesso "ghigno capitalista"), la rivincita in forma cinematografica del perdente, il riscatto del brutto/sfortunato/fallito, la redenzione del peccatore, etc. non sono forse (uscendo dallo schermo per tornare nella realtà non-cinematografica) come sognanti cartoline spedite dal carcere a chi è fuori dal carcere? Di fatto non diminuiscono la pena (in tutti i sensi) di chi è dentro, né dipingono necessariamente la pena come ingiusta, e producono in chi è fuori una forma di "disempatia" (parodiando la dispatia): "mi dispiace quando mi immedesimo in te, ma sono anche contento che sia solo un'immedesimazione temporanea, che finisce quando finisce il film (o quando mi accorgo che io sono fuori e tu dentro)". Nondimeno si potrebbe persino pensare, rovesciando sicuramente l'intento narrativo originario, che la distopia del "gioco ad eliminazione fisica" non sia altro che una perversione onirica di chi aborra e disprezza le fasce più basse della popolazione, quasi un delirio catartico di un classista benestante infastidito dall'insuccesso altrui e disposto a scommetter sulla vita altrui come su una corsa di spermatozoi (nel senso che solo uno sopravvive), secondo un atteggiamento non dissimile, guarda caso, ai personaggi benestanti che in questo tipo di trama (non mi riferisco a "Squid game", ma nel trailer ho visto soggetti ben vestiti in maschera e... magari mi sbaglio) sono il capriccioso pubblico del cruento spettacolo (una sorta di Colosseo per miliardari). Dove qualcuno (molti) vede una critica della "selettività sociale", empatizzando per gli eliminati e le pene che devono affrontare, altri (pochissimi, magari già avvezzi a "punteggi sociali", pene di morte, etc.) potrebbe anche vedere una perversa fantasia proibita, una sorta di ordalia di massa in cui il destino premierà chi merita una seconda chance (con un'inclinazione "umanista" in fondo non molto dissimile da chi, commentando un barcone affondato con il suo carico umano, osserva rigorosamente a bassa voce, come "è un rischio che loro hanno scelto di correre", che "avrebbero dovuto pensarci prima di imbarcarsi per cercare fortuna", che "tanto arrivati qui qualcuno di loro avrebbe fatto del male a qualcuno di noi", etc. contraddicendo ogni presunta empatia per forme di riscatto sociale reali, fuori dal grande schermo).
In questo tipo di cinema siamo, secondo me, comunque al "trastullo emotivo" (essenza dissimulata di gran parte dell'arte) tramite una simulata situazione di disagio e pericolo di vita, per il gusto di evasione dalla realtà e/o di una proiezione psicologica a tinte forti, quasi fosse un role-playing "al ribasso"; per questo c'è un protagonista a cui affezionarsi, perché agevola l'immedesimazione del pubblico o almeno un "legame narrativo" forte, che rende più coinvolgente la trama; mentre in una "battle royale" con alcuni protagonisti in rilievo ma senza eroe principale dichiarato, ogni spettatore può scegliere a chi affezionarsi, per inclinazione naturale, ma c'è il rischio di ritrovarsi dopo qualche minuto con il proprio beniamino fuori dai giochi, situazione piuttosto spiacevole per lo spettatore (effetto di "abbandono scenico" su cui si potrebbe lavorare per trame meno banali, ma che risulterebbero anche meno digeribili e meno gustose per molti palati).
Detto altrimenti (e più in sintesi): se non c'è ricaduta sociale della critica sociale proposta nei film (semmai sia possibile che ve ne sia), non si tratta in fondo di una vetrina ("borghese e filistea" si sarebbe detto nel secolo scorso) per un messaggio "politicamente corretto" (quindi ad ampio spettro di pubblico) per cui è ovvio che ci sia il lieto fine (seppur "aperto"), il riscatto/redenzione, che è proprio ciò che indebolisce la critica sociale che si vorrebbe proporre (edulcorando la sorte del misero protagonista che spesso finisce dall'altro lato della "barricata sociale")? Non ci si ritrova, volenti o nolenti (ancora ed inevitabilmente) nell'arte fine a se stessa, nell'arte come fruizione emotiva, come esperienza (di senso) esistenziale, forse anche come alterazione momentanea (e modaiola) dell'immaginario collettivo (già dilagano meme a tema, mi pare), ma nondimeno quasi al punto che quel film potrebbe anche essere fruibile (e magari godibile) senza scoperchiare il "prezioso" substrato di critica sociale che fieramente contiene? Fruizione ingenua, infantile ed estranea all'autentico e profondo scopo comunicativo dell'autore, si obietterà; tuttavia è anche vero che una volta inviata la suddetta cartolina, chi la legge lo farà secondo i suoi canoni, siano essi estetici, politici, sociologici o... postali. D'altronde sarebbe sensato chiedersi: mi è piaciuto (se così è) quel film perché contiene un messaggio con cui concordo, perché sa coinvolgermi suscitando emozioni e tenendomi incollato allo schermo, o per entrambi i motivi? Detto semiologicamente: mi piace il significato, il significante o entrambi (con il referente che, trattandosi di critica, è a suo modo un "a priori")? In fondo, trattandosi di cinema, c'è anche da chiedersi quale ne sia lo scopo: essere utile come "racconto formativo", essere "piacevole" (con tutte le sfumature possibili), essere piacevolmente recepibile perché rispecchia in un "bel modo" le inclinazioni dello spettatore, etc. ciascuno risponderà secondo la sua concezione di cinema.
P.S.
Tutto questo per dire che non ho visto "Squid game", ma quando mi imbatto in film del genere, riesco agevolmente a godermeli (se è il caso) senza tenere in primo piano il messaggio di "pubblicità progresso" che contengono, preferendo fruirli come arte espressiva senza contenuti etici o politici che vorrebbero spiegarmi come il mondo dovrebbe essere (oppure hanno per oggetto di riflessione l'"acqua tiepida"); tali contenuti ci sono, indubbiamente, ma non riesco a prenderli troppo sul serio (limite mio, magari) se contestualizzati in un contesto artistico, forse perché dall'arte mi aspetto edonismo (si può dire?), a prescindere da ammiccamenti al "politicamente corretto" o a dinamiche motivazionali(?) di peccato/redenzione o a coperte di seriosa denuncia sociale messe su trame incentrante su pulsioni ludiche e/o richiami ed emozioni forti (è dai tempi di Totò che certi stilemi narrativi "nobilitano socialmente" i contenuti di molte trame, con il risultato che ormai, forse parlo solo per me, si è anestetizzati al richiamo alla "giustizia sociale" o ad "un mondo migliore", richiamo "orale" che resta da sempre confinato in un film, perché se all'uscita del cinema un mendicante ci chiede due spicci, meglio non darglieli, non è certo quella la soluzione ai suoi problemi; magari verrà reclutato in un gioco ad eliminazione e allora, forse, ci affezioneremo a lui e pagheremo per vederlo al cinema o in un reality di cui sarà protagonista... ma non c'era già un film con questa trama, uno di quelli che doveva/voleva insegnarci qualcosa? Oppure, al netto di "intenti da grancassa", voleva solo raccontarci una storia avvincente ispirandosi parossisticamente a come stanno le cose, e siamo noi a vederci un'istruttiva "morale della favola"? Certo, pur non avendolo visto, non credo che la morale di "Squid game" sia che bisogna fare l'elemosina, ma mi viene il sospetto che molta della critica sociale implicita in molti film del genere non vada a parare seriamente da nessuna parte, se non nel far sentire fortunato, o ancora meglio, "meritevole" chi in quella rappresentazione drammatica può immedesimarsi solo "per gioco"; edonismo depoliticizzato sotto coperta socialmente impegnata, come si diceva poco fa).
Cancello il post precedente (dove dicevo che non avrei risposto) rispondendo invece ad alcuni punti in particolare su cui nel frattempo ho riflettuto.CitazioneNon è affatto ironico che, fuori dalla narrazione della trama, chi in quella trama è rappresentato non possa "vedersi" sul grande schermo (diseredati, poveri, emarginati, etc. difficilmente useranno Netflix o andranno al cinema), poiché tale richiamo alla giustizia, implicito nella implicita critica sociale, è "giustamente" rivolto a chi rischia di essere ingiusto e/o a chi tale ingiustizia alimenta.
Nel microcosmo ideologico del film chi alimenta queste ingiustizie sono i cosidetti "VIPs", ma certamente il film non è rivolto alle loro controparti "reali", ma invece generalmente a persone che appunto come dici non sono neanche i diseredati protagonisti.
CitazioneColpa, discriminazione e approvazione, tre categorie indubbiamente sociali, che possono talvolta anche spaziare dal messaggio pre-film al contenuto dei film di critica sociale; tuttavia, si può ribaltare il significato/rappresentazione della critica leggendoci addirittura un compiacimento dello status quo (giocando a fare i critici della critica)?
Se intendi critica come polemica si, critica in senso esteso può anche essere un elogio ad un opera, perciò se una "opera di critica" non può essere criticata o si sostiene che sia un operazione che stride, non se ne può neanche dire bene, cioè non se ne può parlare. Perchè non ho la possibilità né letterale, nè astratta, di poter "ribaltare un opera", mi rimane la critica, il fatto incidentale che l'opera stessa sia a sua volta una critica, genera un buffo effetto matrioska...ma non vedo il problema: uno specchio che riflette un altro specchio genera un corridoio di riflessi, ma gli specchi continuano a "specchiare" e io non ho modo di alterarne il contenuto. Indubbiamente il rischio è quello di apparire come se si seguisse un agenda conservatrice, e qui sta la capacità di usare le parole per smarcarsi da questa accusa, sia logicamente che emotivamente.. ed è difficile riuscirci, ma bisorrebbe averlo come obbiettivo.
Citazioneguarda caso, ai personaggi benestanti che in questo tipo di trama (non mi riferisco a "Squid game", ma nel trailer ho visto soggetti ben vestiti in maschera e... magari mi sbaglio) sono il capriccioso pubblico del cruento spettacolo (una sorta di Colosseo per miliardari).
I "Vip" (si chiamano...... così)sono paradossali, perchè non esistono letteralmente dei miliardari che guardano dei poveracci ammazzarsi, ma ci sono invece dei poveracci (come me) che hanno deciso letterlamente di passare delle ore della propria vita a fare esattamente ciò. Questo paradosso tuttavia non viene sfruttato, proprio perchè l'opera non ha intenzione di mettere in difficoltà chi la guarda, lo spettatore è invitato in un comodo poltroncino in prima fila da dove non può sporcarsi le mani, ma sicuramente può "lavarsele". Va dato merito alla trama del fatto che ha amplificato i livelli di conflitto, credo in realtà si capisca anche solo dal trailer, intendendo gli uomini mascherati di rosa. Piuttosto velocemente si scopre che si tratta semplicemente di persone che, per puro caso, hanno nel gioco una altra funzione, ma gli stessi diritti: nessuno.
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mentre in una "battle royale" con alcuni protagonisti in rilievo ma senza eroe principale dichiarato, ogni spettatore può scegliere a chi affezionarsi, per inclinazione naturale, ma c'è il rischio di ritrovarsi dopo qualche minuto con il proprio beniamino fuori dai giochi, situazione piuttosto spiacevole per lo spettatore (effetto di "abbandono scenico" su cui si potrebbe lavorare per trame meno banali, ma che risulterebbero anche meno digeribili e meno gustose per molti palati).
Ma in realtà già Squidgame ha una serie di coprotagonisti che tentanto di rendere meno ovvio il finale e il protagonista, e se molte persone l'hanno apprezzato evidentemente non è così difficile da digerire, credo anche sia pratica comune nelle serie tv (che io conosco pochissimo) per riempire il tempo, avere più coprotagonisti. Mi pare spesso che si tenda a sottostimare chi guarda o legge per giustifica la pigrizia autoriale, sopratutto essendo prodotti "on demand" chi è lì probabilmente non si fa scoraggiare da elementi che dovrebbe comprendere già dal trailer. Può sembrare un paradosso, ma io rimango convinto che una delle "armi" più affilate nella borsa dell'autore sia quella di deludere le aspettative di chi fruisce, tuttavia se arma è, sicuramente è a doppio taglio e richiede massima attenzione durante l'utilizzo, ma il suo eventuale successo offre ricchi premi.
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ma quando mi imbatto in film del genere, riesco agevolmente a godermeli (se è il caso) senza tenere in primo piano il messaggio di "pubblicità progresso" che contengono
Generalmente tento, e anche questa volta ho tentato, di mantere in sospeso la mia incredulità fino all'ultimo atto, cerco di evitare di "pensare sopra" all'arte, di qualsiasi tipo e di rimandare le analisi al momento della "digestione", del ruminare, e del razionalizzare. Tuttavia qui secondo me ci troviamo di fronte ad un opera che "chiede" di essere criticata, nel senso che è talmente esplicita nel suo salire sul pulpito, che quasi incita ad una maggiore severità di giudizio. E' un pò come se dovessi giudicare una modella, sapendo che è una persona che cura al massimo il suo aspetto esteriore in ogni modo possibile, chi affronta il giudizio secondo me dovrebbe partire da base molto più articolata di quanto farebbe con una cassiera del supermercato che non sta in nessun modo proponendosi come modello, ma che ci ha lanciato un malizioso sorriso dopo lo scontrino.
P.S. : Avendo fiducia che la maggior parte delle persone che leggerà non ha visto ciò di cui parlo, non mi sono addentrato in questioni legate alla trama ovviamente, tuttavia non so sè qualcun altro lo ha notato perchè non ho letto opinioni di nessuno,tuttavia a me è parso evidente quanto il film si regga su un equilibrio molto, molto simile a quello del Vangelo, compreso il fatto che il protagonista termina "risorgendo" e con un corpo trasmutato (non letteralmente), che penso possa essere considerata la cosidetta "pistola fumante". E questo lascia un pò straniti perchè in realtà secondo me le persone spesso non si ricordano quanto certi temi, interpretati da attori asiatici, abbiano una connotazione che stride fortemente con un modo di pensare invece che è il non plus ultra occidentale. Un opera "asiatica" che parla di competizione, rigidità sociale, classismo etc parla di un mondo reale che un occidentale conosce in maniera molto diversa, innanzitutto più mite e meno pervasiva, ma sopratutto con valori salvifici ed "escapistici" diversi.
Per il resto, plaudo al tuo intervento perchè le tue considerazioni sono state anche le mie quando ho scritto, sono sicuramente debolezze ed insicurezze nella mia impostazione, tuttavia, mi riservo il diritto di non solo deludere chi legge, ma anche me stesso :)
Citazione di: InVerno il 25 Ottobre 2021, 10:20:21 AM
CitazioneColpa, discriminazione e approvazione, tre categorie indubbiamente sociali, che possono talvolta anche spaziare dal messaggio pre-film al contenuto dei film di critica sociale; tuttavia, si può ribaltare il significato/rappresentazione della critica leggendoci addirittura un compiacimento dello status quo (giocando a fare i critici della critica)?
Se intendi critica come polemica si, critica in senso esteso può anche essere un elogio ad un opera, perciò se una "opera di critica" non può essere criticata o si sostiene che sia un operazione che stride, non se ne può neanche dire bene, cioè non se ne può parlare. Perchè non ho la possibilità né letterale, nè astratta, di poter "ribaltare un opera", mi rimane la critica, il fatto incidentale che l'opera stessa sia a sua volta una critica, genera un buffo effetto matrioska...
L'ambiguità delle concetto di «critica» mi pare riassumere alla perfezione uno dei suddetti interrogativi: opere come "Squid game" sono di critica sociale perché descrivono ciò che
non va nella società, o sono di critica sociale nel senso che analizzano
come va la società, senza che il sotteso giudizio di valore sia necessariamente negativo (un critico d'arte non è tale perché "boccia" ogni forma d'arte, ma perché l'analizza e ne rileva il valore, positivo o negativo)?
Qualcuno ha "accusato" il regista di non aver capito il senso del proprio film, sebbene il regista stesso lo abbia dichiarato esplicitamente (entrambe le informazioni tratte da
qui), il che esemplifica alla perfezione il riferimento alla cartolina spedita che ognuno interpreta come vuole e come può, coniugando teoria del sospetto e post-verità (per quanto ci sia l'ombra lunga di una
realtà non fittizia), non tanto perché "l'autore è morto", ma perché l'opera, in un mondo di "opinionisti col megafono" (v. Eco), è sempre più un "messaggio" che sfugge al controllo dell'autore, tanto quanto Pinocchio sfugge al controllo di Geppetto prima di trasformarsi in bambino. A proposito di trasformazioni:
Citazione di: InVerno il 25 Ottobre 2021, 10:20:21 AM
è parso evidente quanto il film si regga su un equilibrio molto, molto simile a quello del Vangelo, compreso il fatto che il protagonista termina "risorgendo" e con un corpo trasmutato (non letteralmente), che penso possa essere considerata la cosidetta "pistola fumante". E questo lascia un pò straniti perchè in realtà secondo me le persone spesso non si ricordano quanto certi temi, interpretati da attori asiatici, abbiano una connotazione che stride fortemente con un modo di pensare invece che è il non plus ultra occidentale.
La 29ma
funzione di Propp è "trasfigurazione dell'eroe - l'eroe assume nuove sembianze"; sarebbe interessante leggere i testi sacri come fossero trame narrative architettate da uno scrittore che attinge a dinamiche e stilemi che si confermeranno in seguito, piuttosto trasversalmente a tempi e culture. La corrispondenza cambiamento esteriore/interiore credo sia un archetipo che spazia dai cambi di look adolescenziali alla dimensione fortemente estetica e caratterizzata delle religioni passando per le narrazioni in cui l'eroe subisce/decide un mutamento esteriore per incarnare un mutamento interiore, espediente narrativo che (potrei sbagliarmi essendo ignorante in materia) forse è più tipico della cultura orientale che di quella occidentale (a memoria, poco attendibile, non ricordo
emblematici cambiamenti esteriori nei "soliti noti" dell'immaginario collettivo nostrano: se non erro, Dante entra ed esce dal suo viaggio tale e quale, Ulisse invecchiato ma non trasformato, etc. mentre nelle poche letture orientali mi pare sia un tema più ricorrente, pur non potendo citare nomi a memoria, ma potrei facilmente sbagliarmi e non voglio ricamarci sopra il solito dualismo fra "rocciosità" occidentale e "stagionalità" orientale).
Sempre per dirla con Eco, l'autore di un testo non è la persona fisica, ma è la strategia testuale usata.. Per questo io a volte scherzo sulla morte dell'autore, perchè non si tratta di interpretare un testamento dove effettivamente l'unica strategia è quella di riportare le "volontà" dell'autore fisico, quanto di rintracciare una strategia con molte più variabili e comprenderla, l'autore può "uscire da se stesso" infinitamente volte e chiudersi dentro ad un caveau narrativo, ciò che rimane è la strategia. Esopo, che scrive alla fine delle proprie favole, chiara e tonda la morale della storia, è mai "morto"? O come la vuoi mettere tu, è assordato dai megafoni? Ci sarà sempre un margine di insicurezza, il successo di un filosofo si misura in parte anche nel suo essere in disaccordo con tutti gli altri, e ci sono parecchi aspiranti filosofi in giro, e non mi sorprendo che qualcuno ci abbia visto una critica anticomunista, concordo con Forbes, il sospetto è quello di dissonanza cognitiva, ma è un operazione lecita, anche solo provocatoriamente. Come si dice? Scripta manent, verba volant.. e io mi interesserei di più di ciò che rimane, rispetto ai verbi che volano.
Riguardo all'ipotetica componente cristiana, non voglio continuare una discussione zoppa perchè non posso rivelare la trama, l'argomento non è così importante da rischiare di rovinare un ipotetica futura visione a chi sta leggendo. Specifico solo che penso sia la triangolazione di più elementi, sempre allegoricamente oltre alla pistola mi pare di aver visto anche parecchi bossoli, ma non dovrebbe sorprendere più di tanto. Non stiamo parlando di un asiatico "insulare" come poteva essere un opera giapponese, ma della Korea, che negli ultimi anni si è "occidentalizzata" a dismisura, hanno persino le spice girls vent'anni in ritardo. In generale direi però che ciò che me ha sempre attratto dell'arte asiatica è la sua immanenza. Che non mi pare di ritrovare in questo film.. sono tutti occhi a mandorla, ma gli stessi ambienti claustrofobici dei giochi, paiono invece essere una sorta di caverna, di altro/mondo.. confrontato con Parasite, che pure era ambientato in ambienti chiusi e ristretti, ma senza che mai i protagostini li trascedessero veramente, mi sembra che abbiano provato a vendermi un pezzo di sushi ma essermi ritrovato un burger.
Citazione di: InVerno il 25 Ottobre 2021, 21:23:15 PM
Sempre per dirla con Eco, l'autore di un testo non è la persona fisica, ma è la strategia testuale usata..
Se abbracciamo questa visione deumanizzata dell'autore, della firma, etc. allora il rapporto fra Esopo e i megafoni degli opinionisti (che diventano tali solo perché hanno il megafono, non per "merito") è un falso problema; se non si passa dalla strategia testuale alla mano che la dirige e dalla mano alla volontà di comunicare (che talvolta si concretizza nella voce che verbalizza la strategia usata), ci si ritrova a contemplare un "
rorschach" (come dico spesso). In fondo, il megafono in sé non è un affronto all'intenzione comunicativa dell'autore, ma l'opinionista che vi sta dietro potrebbe diventarlo, come nel caso del bacio di Biancaneve, palesemente non consensuale e diseducativo, o in molte altre favole malviste o "
riadattate" per ammortizzare discriminazione di genere, sesso, etc. e un giorno magari si arriverà a bandire Esopo (e potrebbe già essere successo) perché qualche bimbo poco dotato di cognizione metaforica e senso della realtà potrebbe dedurne che gli animali parlino davvero, o qualcuno noterà che umanizzare gli animali lede la loro dignità, che non è affatto vero che il lupo è "cattivo", etc.
Concordo che molta della fertilità di un'opera, testuale o meno, passi per meccanismi di "attualizzazione sociologica", tuttavia, secondo me, non bisogna considerare l'opera come una tabula tendenzialmente rasa quasi "sporcata" da tratti autorali, geroglifici da interpretare
ad libitum: fintanto che l'opera viene associata ad un autore umano, credo che l'auto-interpretazione dell'autore, il suo esplicitare ciò che voleva dire, dovrebbe avere un peso maggiore dell'«io ci vedo questo, tu quest'altro, non conta cosa voleva dire l'autore».
A scanso di equivoci dichiaro esplicitamente (in quanto
autore di questo post...) che non sono un integralista del senso autorale: i paletti che confinano i "sensi possibili" di un'opera non possono ristringersi solo all'intenzione originaria dell'autore, poiché, come detto, è inevitabile (e proficuo) che nascano interpretazioni anche divergenti (soprattutto in opere allusive, con impliciti riferimenti ad altro, simbolismi ed allegorie, etc.), ma è comunque sensato, per me, che dei paletti ci siano, altrimenti viene meno (l'ombra de) il gesto creativo dell'autore che producendo un'opera voleva pur dire qualcosa (e se non voleva dire "sokalianamente" nulla, anche quello è un voler-dire), non solo produrre qualcosa di ambiguo a cui gli altri avrebbero dato comunque un senso, o meglio, molti sensi, anche divergenti.
Tempo fa affrontai questo discorso (i confini della legittimità esegetica) con
Eutidemo a proposito della Bibbia, testo indubbiamente
sui generis poiché non ha un unico autore e un'unica fase di redazione, che ha secoli di storia esegetica sedimentata sulle sue pagine, etc. e che venendo letto molto dopo la sua stesura presta il fianco ad interpretazioni metaforiche che possono metterlo in discussione dalla prima pagina all'ultima, per amor di metafora o per volerci vedere ciò che preferiamo; per cui, ad esempio, il miracolo di resuscitare Lazzaro, che
oggi appare piuttosto improponibile, diventa una metafora che allude ad una nuova vita grazie a Cristo, che a sua volta potrebbe non essersi "fatto uomo" in senso letterale ma potrebbe essere inteso metaforicamente come la parte buona della nostra anima che conosce il bene e tende a ritornare a Dio, che a sua volta potrebbe essere una metafora della natura, che a sua volta potrebbe essere la metafora con cui indichiamo un insieme di leggi deterministiche, che a loro volta, metaforicamente, rappresentano... e così via, di metafora in metafora fino a fare della Bibbia un caleidoscopio di sensi (e controsensi) sempre pronti ad essere attualizzati e riformulati per far quadrare i conti (non mi riferisco qui ad
Eutidemo). Se ci fosse invece il suo autore a dirci cosa intendeva dire, cosa va preso alla lettera perché è stato osservato e cosa invece è una metafora perché "i tempi non erano maturi" (o altro), ostinarsi a contraddire l'autore per volerci vedere comunque altro sarebbe non esegesi, ma ibridazione, rivisitazione, etc. tutte fertili categorie tipiche dell'attualità culturale occidentale (e forse anche orientale).
Alla fine, a farla breve, per me si tratta di distinguere il "voler significare" dal "poter significare", non perché uno sia il "senso giusto" e l'altro sia quello "sbagliato", ma perché hanno di fatto una matrice differente: il voler significare è l'
input originario ed originale di un'opera, il poter significare è la risorsa di senso (metaforico e non) che l'opera mette a disposizione del fruitore (dotato o meno di megafono) per lo sviluppo di ulteriori significati. Ad esempio, "Squid game"
vuole plausibilmente significare ciò che ne dice l'autore (se ci si fida delle sue dichiarazioni), ma
può significare anche ciò che ne dice la critica che lo contraddice; oppure, con altro esempio, la scena di Fantozzi crocifisso in sala mensa
può significare il martirio della classe impiegatizia da parte dei padroni, l'abuso di simbologia religiosa in ambiti non religiosi, l'emblematico sacrificio del protagonista rinnegato dei suoi simili, etc. ma l'autore cosa avrà
voluto davvero dire, ammesso e non concesso che non si trattasse solo di una
gag che voleva risultare comica senza troppe metafore da (sovra)interpretare? In altre epoche tale scena sarebbe stata censurata e condannata, proprio come oggi viene censurato (seppur con ripercussioni meno violente) "Squid game" in Cina e, forse, anche
molto più vicino (dove dubito sarà la voce diretta dell'autore a sovrastare i megafoni, sebbene a volte basterebbe "la voce del buon senso", qualunque cosa significhi...).
Ma nessuno nega (retorico, ovviamente qualcuno lo fa) che quando si parli di strategia si parli anche di contesto strategico, che di fatto elimina una serie di potenziali significati dell'opera. Per esempio riguardo alla Bibbia e in particolare il nuovo testamento, se è vero che le fonti che raccontano di Gesù sono sostalziamente tutte "di parte", è anche vero che della Palestina del tempo conosciamo anche il prezzo dell'insalata al mercato, ed è solo mettendo in controluce il testo con il con-testo che riusciamo a dirimere il ventaglio delle possibilità, talvolta con esiti che possono anche stravolgere il testo, per esempio ammettendo che una data affermazione è stata fatta perchè "di parte", e cioè inadatta a chi volesse addentrarsi verso il "vero" significato dell'opera, che risiederebbe semmai nel capire perchè la realtà oggettiva come desumibile dal contesto è stata alterata e per significare quale messaggio. Perciò parlare di strategia, o di mappa, non significa perdere di vista il territorio, o se lo significa, io non sono per niente d'accordo. Sicuramente però rilevo che quando a fare da contrasto non è un contesto generico (es. Palestina primo secolo) ma un singolo individuo, le possibilità e probabilità di utilizzare accuratamente questo riscontro sono incredibilmente meno favorevoli. Nel caso di NT la differenza è diametrale, l'autore è completamente sconosciuto e rimanere solo il contesto generico, ma ipotizziamo che fossero davvero Marco o Luca gli autori, come affronteremmo il testo? Li affronteremo probabilmente non come "individui", ma li astrarremo a deus ex machina, a manifestazione del logos, a strateghi. Il paradosso è che è esistito un autore fisico, ma la miglior traccia (nel caso dell'anonimato, l'unica) da seguire per capire chi fosse è analizzare la sua strategia testuale, fino a che non si giunge al punto dove li si determina come indivisibili, questo sì, un senso "accettabile" di morte dell'autore, con un però un "plot twist": non solo è morto, ha anche raggiunto il paradiso, il mondo delle idee.
Citazione di: InVerno il 27 Ottobre 2021, 13:25:11 PM
Nel caso di NT la differenza è diametrale, l'autore è completamente sconosciuto e rimanere solo il contesto generico, ma ipotizziamo che fossero davvero Marco o Luca gli autori, come affronteremmo il testo? Li affronteremo probabilmente non come "individui", ma li astrarremo a deus ex machina, a manifestazione del logos, a strateghi.
L'esempio del Nuovo Testamento è, come detto, un caso
sui generis se vogliamo triangolare autore-testo-senso: nella "migliore" delle ipotesi (teologicamente parlando) gli evangelisti non
vogliono dire nulla, non hanno la "mano libera", ma si limitano a raccontare/descrivere, ad essere cronisti, autori in senso letterale ma non letterario; nel "peggiore" dei casi (filologicamente parlando) hanno romanzato, se non inventato, episodi (in)verosimili proponendoli come fatti veri (quindi, giocando ad "attualizzare", la resurrezione di Lazzaro sarebbe una
fake news e l'account
twitter di Giovanni verrebbe censurato, spingendolo a cercare rifugio in "Truth" o altri
social "indipendenti"). Se i fatti narrati nei Vangeli sono veri, non importa se l'autore si chiami Tizio o Marco, se siano quattro o cento (cosi come non importa chi sia l'autore della "stele di Rosetta"), poiché, trattandosi della biografia e delle parole di Cristo, ciò che conta è che la descrizione sia attendibile (dopo tale verifica, l'autore più che morto è irrilevante); se invece si tratta di leggende o "mezze verità", che essendo false non sono attendibili come biografia (con tutte le annesse conseguenze), anche in questo caso non conta chi le abbia scritte (come non conta chi sia l'autore di una
fake news una volta accertata che sia
fake, salvo volerne diffidare in futuro, ma non può essere questo il caso, trattandosi di autori che non scriveranno nulla di nuovo essendo morti, e non in senso metaforico). Diverso è il caso del Corano dove c'è un presunto autore (divino), uno scrittore (umano), un testo e un significato da indagare; in questo caso, non trattandosi di mera biografia, ma di precetti piuttosto "importanti", chi sia l'autore (divino o umano) fa molta differenza... e il suo eventuale
voler dire è ciò a cui si rivolge l'esegesi coranica. Chiaramente, sia la veridicità delle narrazioni apostoliche che la dettatura del Corano da parte di un dio sono infalsificabili e, non a caso, oggetto di fede molto prima che di esegesi.
Nei film/serie come "Squid game", a differenza dei Vangeli e del Corano, la
verità intesa come "oggetto" di narrazione/descrizione/documentario/inchiesta/etc. è assente (essendo
dichiaratamente un'opera di fantasia, distopia, etc.), la realtà fa "solo" da musa per una trama il cui senso è
in ciò che l'autore espone e, come giustamente osservi, nella strategia con cui lo espone; non si tratta di descrivere la realtà bensì di dargli (dare, non scoprire) un senso tramite una sua trasfigurazione, puntandogli contro una luce prospettica (con le inevitabili ombre che ne conseguono), proprio come avviene nella differenza fra fotografia e pittura (anche se la fotografia come arte espressiva è a cavallo fra le due, ma credo che il
senso a cui alludo sia comunque chiaro).
Citazione di: Phil il 27 Ottobre 2021, 22:06:19 PM
L'esempio del Nuovo Testamento è, come detto, un caso sui generis se vogliamo triangolare autore-testo-senso: nella "migliore" delle ipotesi (teologicamente parlando) gli evangelisti non vogliono dire nulla, non hanno la "mano libera", ma si limitano a raccontare/descrivere, ad essere cronisti, autori in senso letterale ma non letterario; nel "peggiore" dei casi (filologicamente parlando) hanno romanzato, se non inventato, episodi (in)verosimili proponendoli come fatti veri (quindi, giocando ad "attualizzare", la resurrezione di Lazzaro sarebbe una fake news e l'account twitter di Giovanni verrebbe censurato, spingendolo a cercare rifugio in "Truth" o altri social "indipendenti").
Su questo non sono d'accordo. Come minimo "vogliono dire" di essere degli apostoli, o perlomeno dei testimoni oculari, nonostante nessuno di loro lo fosse e in questo sono traditi dall'uso del greco, ma le descrizioni dei luoghi che arrivano fino alla flora vorrebbero dare ad intendere che sono testimoni oculari, non scrittori anatolici di quasi mezzo secolo "in ritardo" che mai probabilmente hanno messo piede in Palestina. E infatti per parecchio tempo si è pensato che questo fossero. Non necessariamente degli apostoli, anche se logicamente servirebbe che lo fossero per descrivere alcuni momenti in cui nessun altro era presente, ma questo va oltre a quelli che erano i canoni storiografici probabili del tempo, tutti gli "storici" anche propriamente detti inventavano dialoghi a cui non avrebbero mai potuto assistere. E questo dal punto di vista della prospettiva, appena aperta la prima pagina compare la storia di Erode e la caccia agli infanti, e già scopriamo un evento che non poteva essere andato come descritto (è proprio fisicamente impossibile, e dovrebbe anche essere lampante ad un lettore coevo) e ipotizziamo che sia stato artefatto per.. "voler dire" che era un periodo di grandi cambiamenti e dinamismo sociale. In secondo luogo "vogliono dire" molto, perchè sono dei mitografi, non storici, e quindi quando parlano di "nascita verginale" attingono ad un "pool" di idee che fanno parte della mitologia, che come ricordo spesso Claude Strauss ha intelligenemente paragonato al bricolage, ovvero al riutilizzo di pezzi di ricambio accatastati nel tempo della propria "officina culturale", opposto al pensiero "ingegneristico" che fabbrica pezzi "ad hoc" per significare in maniera nuova specifici pezzi della storia. Utilizzare la "nascita verginale", magari per noi non vuol dire molto, e purtroppo non riusciremo mai a recuperare che cosa volesse dire per un lettore del tempo, ma si tratta di inserirsi immediatamente in un "genere" e "voler dire" parecchio. Ostinarsi a leggerli come cronache storiche o pseudo tali o pseudo motivate da intenti storici, non potrà che portare adelusioni, è fuori genere.. è come se un archeologo fra mille anni trovasse una bottiglia di alcool e dicesse "
ah guarda questi, nel 2022 pensavano di poter mettere gli "spiriti" nelle bottiglie".....
Citazione di: InVerno il 29 Ottobre 2021, 20:48:24 PM
Come minimo "vogliono dire" di essere degli apostoli, o perlomeno dei testimoni oculari [...] le descrizioni dei luoghi che arrivano fino alla flora vorrebbero dare ad intendere che sono testimoni oculari [...] E infatti per parecchio tempo si è pensato che questo fossero. Non necessariamente degli apostoli, anche se logicamente servirebbe che lo fossero per descrivere alcuni momenti in cui nessun altro era presente, ma questo va oltre a quelli che erano i canoni storiografici probabili del tempo [...]
In secondo luogo "vogliono dire" molto, perchè sono dei mitografi, non storici
Il "voler dire" degli apostoli (o presunti tali) dipende da come ci poniamo; se, come detto, adottiamo la «"migliore" delle ipotesi (teologicamente parlando)»(cit.) o «il peggiore dei casi (filologicamente parlando)»(cit.). Nel primo caso (v. tuo «come minimo...»), gli apostoli non
vogliono dire nulla nel senso che la loro intenzione comunicativa (e forse anche lo stile narrativo, ma qui mi sbilancio troppo con la memoria) è quella del cronista, che vuole certamente raccontare ma non può mettere il
suo "voler dire"
semantico nel testo, non può spiegare il suo testo con «quello che ho voluto dire con il mio vangelo è che...» alludendo ad un significato che in quanto autore ha deciso di comunicare e di cui il testo è significante (alludo ancora, implicitamente, all'autore di "Squid game" quando esplicita cosa
voleva dire con la sua serie). Se ci poniamo nel «peggiore dei casi (filologicamente parlando)» (v. tuo «in secondo luogo...») il loro testo, non essendo descrittivo della realtà, non essendo una cronaca, può voler dire qualcosa come qualunque opera di fantasia o liberamente ispirata alla realtà, ma "non vuol dire nulla" nel momento in cui si (auto)presenta come testo religioso
veritativo e viene poi dimostrato filologicamente che non può esserlo (e qui sfondi una porta divelta, ma non volevo metterla troppo sul religioso; diciamo che sarebbe come, ritornando sempre a "Squid game", se il regista esordisse con «ecco come sono andate le cose nel 2010 nei sobborghi di Taiwan..." per poi narrare fatti che evidentemente non sono episodi realmente avvenuti ma perlopiù parto della sua fantasia o quantomeno rivisitati con molte "licenze poetiche"; come comunicazione di cronaca "non vorrebbe dir nulla", non avrebbe valore veritativo, e come narrazione sarebbe azzoppata dall'incoerenza di date, luoghi, nomi che sono già stati "riempiti ed occupati" dalla storia reale).
Preso da un impeto masochista, ho letto il dibattito fra Inverno e Phil su "squid game". Il tema accarezzato da Phil al post 230 ha particolarmente attivato la mia attenzione. Ovvero la conclamata distanza fra messaggi della cultura di massa (e Netflix ne ha attualmente la leadership) e reazioni pratiche, o in altri termini, l'eventuale "potere, (nel senso tedesco di Macht), che quei messaggi modifichino la stessa struttura della società."
Questo potere, fino ai grandi totalitarismi dello scorso secolo, era evidente. Che fosse il Vangelo, o mein Kampf, o Das Kapital, poco importava . Da quei messaggi, sgocciolavano gerarchicamente, storie di beati, giornali parrocchiali, o quadri proletari e romanzi approvati dal Soviet. Il messaggio riferiva qualcosa che doveva avvenire nel mondo e nella storia. Poi, cioè dall'avvento dell'american way of life, il messaggio si è disancorato da un significato esterno, valido nella praxis. McLuhan aveva intuito qualcosa del processo, ma si era limitato a considerare medium = messaggio. È il mezzo tecnico ad essere messaggio. Nulla di esterno ad esso può incrinare il mondo della Praxis. Intuizione notevole, che sarebbe potuta piacere a Severino, ma forse, oggi siamo andati oltre perché l'equazione corretta è intrattenimento = messaggio. È ormai possibile inneggiare anche alla più feroce dittatura del popolo o dei rettiliani, ciò che conta saranno le interpretazioni, l'attesa per il sequel, i commenti sui social e i risultati al botteghino. Ecco, è questa "virtualizzazione" dei messaggi ad essere impressionante e a far sorgere la certezza della cristallizzazione delle strutture sociali dominanti, a causa dell'impossibilità di ogni critica "reale", perché ogni critica reale viene assorbita da una macchina virtuale che intrattiene ed incassa, divaricando così ogni nesso fra opera del pensiero ed azione politica.
Sia chiaro, esprimo più o meno la stessa tesi dichiarata da Inverno. La allargo solamente da Squid Game a tutto il materiale artistico (artistico?) prodotto e producibile nel mondo attuale.
Citazione di: Jacopus il 29 Ottobre 2021, 23:02:24 PM
è questa "virtualizzazione" dei messaggi ad essere impressionante e a far sorgere la certezza della cristallizzazione delle strutture sociali dominanti, a causa dell'impossibilità di ogni critica "reale", perché ogni critica reale viene assorbita da una macchina virtuale che intrattiene ed incassa, divaricando così ogni nesso fra opera del pensiero ed azione politica.
La distanza che intravvedo fra arte e prassi di (reale) impegno sociale, passando per le dinamiche di comunicazione autorali, è quella fra due strade che magari si incrociano ma hanno essenzialmente destinazioni differenti, ovvero l'impegno sociale può essere pragmatico ma per farlo non può che prendere le distanze dalla strada dell'arte che, in quanto tale, ispira ma non agisce, con il rischio potenziale che troppa ispirazione inibisca l'azione. Secondo me c'è infatti poca "distanza logica" fra i famigerati "laureati in virologia su
facebook" e "i laureati in politologia/sociologia al cinema": se una volta l'arte figurativa narrava le storie della Bibbia agli analfabeti, oggi forse ci si augura che il cinema spieghi le dinamiche sociali anche agli analfabeti funzionali, per quanto in entrambi i casi si tratti di una scadente scorciatoia per riparare ad una carenza di alfabetizzazione (e lo scrive un analfabeta di geopolitica, economia, etc.). Nel momento in cui si è in grado di leggere, reperire fonti (e, oggi più che mai, filtrarle), approfondire, etc. il plus-valore (cognitivo, prima che pragmatico) di un film sulle ingiustizie sociali tende allo zero, così come se si è stati attenti quando a scuola si parlava delle persecuzioni naziste agli ebrei, guardare "Schindler's list" dovrebbe risultare poco più di un appello alle emozioni (se invece si è stati distratti, quel film può magari essere una lezione di recupero, uno strumento "di sostegno", per chi si è perso quella spiegazione). Se l'arte fa intrattenimento (edonismo, come dicevo sopra), se l'arte fa l'arte, senza sostituirsi al giornale o al saggio di approfondimento, senza dare ripetizioni di sociologia o politica, secondo me può persino essere un modo per indirizzare chi ha sinceri interessi socio-politici verso fonti più serie (e noiose, certo, ma la ricerca e il ragionamento approfondito su certe questioni non sono compatibili con il sollazzo dei sensi) e al contempo ridurre le possibilità che l'attivismo di certi "militanti socialmente impegnati" inizi con l'entrare al cinema e finisca con lo scrivere un post di commento post-film su un
social. Un recente esempio, per quanto infelice nei contenuti, di come non serva la "sensibilizzazione e promozione artistica" per (s)muovere le folle, può essere quanto successo al Congresso americano all'uscita di scena di Trump: invasione farcita da
selfie e volgarità varie, con toni grotteschi degni di un film
trash, ma che, pur nella sua gravità istituzionale, è stato un evento che incarna, suo malgrado, la "spirito" della famosa tesi di Feuerbach sul "agire trasformativo" che scalza il pensoso interpretare dei filosofi (anche se a tale evento non mi risulta siano seguite grosse trasformazioni, è stato comunque un gesto collettivo decisamente pragmatico; come dire: mentre qualcuno è in sala, che sia per un "cinepanettone" o un docufilm socialmente impegnato, altri sono in strada e non importa quanto è critico della società il film che è in proiezione, la storia, grande e piccola, si scrive fuori dal cinema).
Va anche detto che oggi non è tutta una "società dello spettacolo": ci sono testi, documentari, inchieste, etc. in cui il messaggio non è certo il
medium (anche se non siamo al livello dei vangeli o de "Il capitale" ed è inevitabile che non si possa esserlo), ma esso è l'insieme di contenuti e il taglio interpretativo (magari opinabile) con cui questi sono "confezionati"; tuttavia tali produzioni sono solitamente carenti d'arte proprio perché devono fare i conti con la realtà e con il loro
voler dire qualcosa di informativo, di stimolante per la riflessione, senza essere ambiguamente metaforici o allusivi. L'opera di intrattenimento può invece concentrarsi sull'estetica a scapito del valore veritativo e della trasparenza espositiva (per cui la stessa opera può prestarsi a più interpretazioni, mentre, ad esempio, il senso di "the social dilemma" è piuttosto univoco). Tornando a quanto accennato sopra, direi che resta importante distinguere chiaramente, nella triangolazione autore-opera-senso, che tipo di relazione è in gioco con la realtà: si tratta di cronaca, di proposta di come il mondo dovrebbe essere (secondo l'autore), di intrattenimento o altro?
Per quanto nella contemporaneità il ritmo di eventi ed opinioni possa essere frastornante, credo sia comunque possibile fare una "reale critica del reale" senza passare per l'irrealtà (e la "semplificazione per amor di metafora") della narrazione artistica, lasciando ovviamente che l'arte strizzi pure l'occhio a tematiche sociali e serie, ma (per me) non è in quell'occhio che troveremo la trave da togliere per costruire un'impalcatura sociale più consona ai nostri
desiderata, mentre con la pagliuzza che potremmo eventualmente rinvenirci possiamo al massimo accendere la pipa delle nostre riflessioni (perché a fumar la pagliuzza, essendo minuta, si consumerebbe troppo presto...).
Su Squid Game, concordando con buona parte delle critiche di InVerno, aggiungo solo un paio di cose.
Il limite ideologico del racconto (e la ragione del suo successo planetario) sta nell'aver scelto, per il ruolo di giocatori, coloro che hanno fatto bancarotta. Cioè, coloro che il sistema, per varie ragioni, ha stritolato e ha come riportato ad una specie di stato di natura in cui si lotta per la sopravvivenza.
È l'anticapitalismo che quindi non vuole la fine del capitalismo, ma un po' di risorse anche per i più poveri. Quindi un'adorazione del denaro che si mantiene intatta, anche se espressa con invidia o spirito depresso.
Ben più interessante sarebbe stato un reclutamento dei giocatori fra persone che hanno già tutto l'essenziale (una casa decente, un lavoro, il denaro necessario per vivere dignitosamente etc.).
E tuttavia c'è una scena interessante, quella del gioco con le biglie nella ricostruzione di un villaggio tradizionale, illuminato da un tramonto o forse da un'alba, cioè da una luce fuori dal tempo di certi sogni melanconici e terribilmente realistici, che rimanda al fatto che fuori dall'illusione del benessere prodotto dal liberismo, a cui la Corea del Sud si è votata in pochi decenni in modo traumatico, non c'è più niente, rimane solo il ricordo di qualcosa di perduto per sempre.
Sono invece rimasto seriamente impressionato dal documentario su Stanislaw Szukalski, di cui metto trailer, e che consiglio vivamente:
https://www.youtube.com/watch?v=sPkoW4cmqT8Non tanto per il documentario in sè, che è a mio avviso ben confezionato ma nulla di più, ma sopratutto per la storia del personaggio, e la sua arte, che assolutamente, e direi quasi criminalmente non conoscevo. Come vedete ho pure voluto aggiornare il mio avatar per omaggiare il suo Copernico, mettendo in cantina il Newton di Blake.
Per la sua arte chioserò immediatamente, in quanto essendo notoriamente questione di gusti, posso dire semplicemente che per quel che ho visto (e per quel che è possibile vedere, essendo andata persa la maggior parte delle opere) a mio avviso e da profano, non è per niente un sensazionalismo "traileristico" quello di paragonarla a giganti come Michelangelo, veramente incredibile, e penso che mi adopererò per trovare delle repliche..
Il documentario tenta di accostarlo ad altri geni del grottesco underground, tra i quali Robert Crumb (altro protagonista di documentario che andrebbe visto tassativamente se non altro per il suo valore psichiatrico) ma è un accostamento sbagliato, perchè il grottesco di Szukalski è coronato da un aura di solennità quasi religiosa per nulla underground, ci si trova di fronte ad una maestosità e ad un eleganza mescolata ad un misticismo carnale che è più consona ad un Bosch o appunto un Blake, che ai fumettisti di cui si circondò Szukalski nella seconda parte della sua vita. Un uomo che ha imparato anatomia vivisezionando il suo amato padre, è un uomo che è veramente capace di entrare dentro la grotta a testa alta.
Gli autori fanno sapere che indagando per il documentario si sono imbattuti in una "verità scomoda" e ci girano intorno come se avessero trovato chissà quale merda sotto le scarpe, per scoprire semplicemente che Szukalski partecipò al periodo nazionalistico polacco degli anni 30 come figura artistica centrale, invischiandosi anche in alcune sciocchezze antisemite.. Wao! Non penso non andasse raccontato o celato, ma l'idea di fare un chiaroscuro con delle sciocchezze del genere è veramente patetica, può avere senso solamente per spiegare come mai i neonazisti polacchi lo usino indebitamente oggigiorno, ma riguardo alla sua personalità, sembra quasi che gli autori non abbiano mai incontrato narcisi iper-estroversi e quanto duttili siano di fronte alle seduzioni del potere.
Un vero caso di morte dell'autore, la perdita di tutte le sue opere nel bombardamento di Varsavia, totalmente dimenticato dalla Polonia comunista e dagli USA che lo impiegarono in una fabbrica, riscoperto quasi per caso dopo decenni, senza avere più in mano nulla di quell'arte meravigliosa, ma capace di rievocarla solamente attraverso la sua persona, mentre si cimentava in un opera "da buttare nella stufa" (come avrebbe fatto la Hedda di Ibsen) con l'ambizione di riscrivere la storia umana. Semplicemente meraviglioso, ho incontrato personaggi che potevano assomigliare a Szukalski, ma per quanto ho capito, l'ego di Szukalski avrebbe potuto contenerli tutti.
E' quasi un peccato che sia stato fatto questo documentario, perchè almeno parzialmente penso che aiuterà a "resuscitarlo". Penso che certe cose non dovrebbero mai diventare popolari e rimanere esoteriche, e invidio profondamente il tizio che lo ha incontrato quando era un vecchietto dimenticato e sconosciuto. Penso che vedere questo documentario mi ha portato a rivivere una serie di incontri nella mia vita, dove mi resi conto di aver davanti un genio totalmente sconosciuto, il piacere del venir preso da quell'entusiasmo, come se stessi esplorando un nuovo continente.
Putroppo, la mia esperienza è che più passa il tempo, più questi personaggi sono destinati a deluderti amaramente, alla fine del loro ego sta un baratro, e in un certo senso anche il narratore di questo documentario sembra abbia vissuto lo stesso. Ma finchè dura, è una delle esperienze umane più preziose, una febbre erotica che raramente colpisce, ma il cui ricordo rimane indelebile per tutta la vita.
La faccia da culo del capitalismo
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/15/bernie-sanders-chiede-piu-tasse-per-i-super-ricchi-ed-elon-musk-di-tesla-lo-attacca-mi-ero-dimenticato-fossi-ancora-vivo/6392513/
(https://i.redd.it/vj58zn0s9sz71.jpg)
And the Taker is...
https://www.investorschronicle.co.uk/news/2021/06/17/uk-government-spent-1-2m-per-week-subsidising-tesla-cars/
https://www.teslarati.com/tesla-dominates-china-ev-incentives-tsla/
https://www.latimes.com/business/la-fi-hy-musk-subsidies-20150531-story.html
https://www.electrive.com/2021/09/06/tesla-to-get-e1-14bn-in-state-funding-for-berlin-battery-plant/
And the Maker is...
https://www.wired.com/2017/02/spacex-plans-launch-humans-around-moon-2018/
https://fortune.com/2015/12/21/elon-musk-interview/
https://www.theguardian.com/technology/2016/sep/27/elon-musk-spacex-mars-colony
https://futurism.com/elon-musk-solarcity-will-be-offering-entire-solar-roofs-by-the-end-of-2016
;)
https://www.reddit.tube/video/4c53e7f4e507e6182feed0c20e0c772bd9f5262d
Volevo festeggiare il fatto che il governo Italiano dopo anni a parlare di olgettine e migranti ha sviluppato un piano di sviluppo economico.. LEGGENDOLO.
Mi sembrava un ottimo modo per ottemperare un obbligo non scritto della democrazia, informarmi.. ma ho dovuto fermarmi quasi immediatamente a riflettere su qualcosa che a prima vista potrebbe sembrare puerile, se non uno schiribizzo da lessicologi, ma che secondo me ha delle implicazioni rilevanti: IL TITOLO.
E infatti sulla pagina del sito governativo
https://www.governo.it/it/approfondimento/rivoluzione-verde-e-transizione-ecologica/16703 LEGGO:La seconda Missione, denominata
Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica, si occupa dei grandi temi dell'
agricoltura sostenibile [...]
Immaginate per esempio, se il governo francese intitolasse il proprio piano di sviluppo "Rivoluzione Francese". Evidentemente nessuno la confonderebbe con "quella" rivoluzione francese, eppure a me sortirebbe qualche dubbio, per esempio: Ma non sanno che ve ne è già stata una? Perchè in tal caso avrebbero dovuto chiamarla "Seconda rivoluzione francese" oppure usare direttamente un altro appellativo, onde non generare inutili confusioni e strane allusioni. Il mio sospetto è che chi ha redatto questo documento, che non ha lo stesso peso di una pubblicità di uno yogurt o una discussione al bar dove sono apertissimo nel sentir parlare di "rivoluzione verde", non abbia ben chiaro che di rivoluzione verde c'è n'è già stata una, ed è proprio l'origine di gran parte dei nostri mali ecologici. Strano vero? Sarebbe bastato andare su wikipedia, in qualsiasi lingua, per scoprire che la rivoluzione verde è già avvenuta:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rivoluzione_verdePerchè trovo questa ignoranza estremamente pericolosa? Perchè sta a significare che non si è ancora capito molto bene come sono andate le cose, altrimenti di "rivoluzione verde" ci si vedrebbe bene del parlare, perlomeno in termini così retoricamente positivi! La pagina wikipedia intende "rivoluzione verde" in senso stretto, cioè la riorganizzazione industriale dell'agricoltura del dopoguerra che viene quasi sempre attribuita alle idee del premio nobel Borlaug. Siamo ancora nella lettura eroica della storia, dove Borlaug esce dall'uovo e grazie al suo genio rivoluziona il mondo. Diciamo che la "rivoluzione verde" era già in atto alla fine dell'ottocento sfruttando le idee di centinaia di ricecatori e scienziati, e quando è arrivato Borlaug il grosso del lavoro era già fatto in parecchie zone del pianeta, e lui ha "semplicemente" catalizzato gli sforzi industriali che fino a lì si erano spontamentamente e disorganizzati manifestati, e li ha trasformati in un modello che ha esportato anche in paesi poveri. Diciamo anche che in molte zone del pianeta questo è significato togliere dalla fame e dalla miseria milioni di persone, e che non voglio certamente contestare i meriti per cui il suddetto è stato insignito del nobel.
Però voglio sottolineare anche un'altra cosa, ovvero che la "rivoluzione verde" è anche quella cosa che ci ha portato dall'essere un miliardo sul pianeta, ad essere sette in crescita verso i dieci. Non penso di sconvolgere la vita a nessuno se dicessi che se fossimo ancora un miliardo sul pianeta,come prima della "rivoluzione verde", non avremmo alcun problema con la co2, e probabimente potremmo bruciare benzina a caso, per semplice divertimento, perchè il pianeta sarebbe in grado di riassorbirla. E' proprio il fatto che siamo così tanti, a rendere tutte le opzioni di riparazione dei danni di veramente difficile praticabilità, se non impossibili. In più ci sarebbe anche da considerare altri fattori come il fatto che la meccanizzazione dell'agricoltura ha condotto il potere in mano di pochissimi che non hanno gli stessi interessi dei tantissimi, e pensano di svignarsela su Marte etc etc. Insomma, la rivoluzione verde unita alla totale disibinizione demografica, è ciò che ci ha portato qui, strano qualcuno voglia usare lo stesso nome per una ipotetica via d'uscita, ancora più strano che questa ipotetica via d'uscita ha gli stessi difetti sistemici della via d'entrata.
Ma questo lo dice InVerno vero? Perchè c'ha la fissa con il controllo demografico, poverino è un disco rotto.. E invece no, lo ha detto Borlaug, cioè l'ideatore della rivoluzione verde, colui che sconfisse le previsioni di Malthus, l'ha ripetuto spesso, e per assicurarsi che non sfuggisse anche ai più testoni, lo ha ripetuto anche nel discorso con cui ha accettato il nobel:
[...]Man also has acquired the means to reduce the rate of human reproduction effectively and humanely. He is using his powers for increasing the rate and amount of food production. But he is not yet using adequately his potential for decreasing the rate of human reproduction. The result is that the rate of population increase exceeds the rate of increase in food production in some areas.
There can be no permanent progress in the battle against hunger until the agencies that fight for increased food production and those that fight for population control unite in a common effort. Fighting alone, they may win temporary skirmishes, but united they can win a decisive and lasting victory to provide food and other amenities of a progressive civilization for the benefit of all mankind.Facciamo così perciò, se non dobbiamo fare un altra "rivoluzione verde", e vogliamo continuare o completare la prima, seguiamo perlomeno il suo ideatore, e cerchiamo di limitare attivamente le nascite nei paesi dove esse sono notoriamente fuori controllo, ma anche in quelli che ce la stanno facendo, per piacere, smettiamola coi bonus bebè...per dirla col poeta..
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.
Più che sconfiggere Malthus, la rivoluzione verde ha dato un po' di respiro all'impronta antropica, compensando con la maggiore produttività l'incremento demografico. Con retroazioni negative ben elencate in wp. Sia lode ai cinesi, che da marxisti pragmatici hanno accolto la lezione del matematico Maltus , ma non dell'economista liberal-liberista. Per il resto concordo. Se non vogliamo soccombere alle schifezze alimentari e alla bomba demografica bisogna sconfiggere l'irresponsabilità procreativa.
Beh, sconfitte come un atleta dopato "sconfigge" un record, quando lo richiami a gareggiare senza doping (idrocarburi) ti trovi di fronte al suo reale valore. Tralaltro, ho visto che più volte hai elogiato le politiche cinesi di controllo delle nascite, ti consiglierei prudenza, in particolar modo vista la tua verve femminista. Imporre la politica del figlio unico ad una società ancora principalmente legata al lavoro delle braccia, significa avere davanti un innumerabile quantità di bambine abbandonate, non registrate, o ammazzate, la stessa cosa potrebbe accadere in africa. Si possono creare problemi gravissimi con il controllo delle nascite coatto, bisogna andarci coi piedi di piombo non con il machete. Madre natura voleva aiutarci con il coronavirus, in maniera egualitaria e indiscriminata, ma non abbiamo saputo apprezzare il dono. Magari la prossima volta ci farà un offerta che non potremo rifiutare.
Ciao Inverno, bel post il tuo sulla "rivoluzione verde", i cui contenuti mi riservo di approfondire. Ti chiedo, en passant, cosa intendi quando dici" come il fatto che la meccanizzazione dell'agricoltura ha condotto il potere in mano di pochissimi che non hanno gli stessi interessi dei tantissimi, e pensano di svignarsela su Marte etc etc..."? In realtà, per come la vedo io, la meccanizzazione agricola ha tolto dalla schiavitù gli agricoltori, permettendo loro di non rompersi la schiena da buio a buio, tutti i giorni. Purtroppo, le logiche del mercato, perchè questo a mio avviso rimane il principale problema, hanno fatto sì che dove prima vivevano in 15, dopo la rivoluzione verde non riesce più a vivere nessuno. E mi riferisco alle nostre montagne, escludendo le Alpi dove si vive di turismo e non più di agri/selvicoltura.Ma anche in pianura, i casolari abbandonati sono lì a testimoniare dove prima vivevano nuclei corposi di persone, oggi in rovina. In realtà, a mio avviso, la rivoluzione verde degli anni 40-70 del secolo scorso ha portato de-antropizzazione nel territorio del nostro mondo, favorendo però il fenomeno inverso nei paesi poveri. Quando penso che su un poderino di 5-6 ettari mezzo secolo fa viveva abbastanza agiatamente una famiglia di 4-5 persone, mentre adesso per far vivere lo stesso numero di persone ce ne vogliono almeno 20-30 qui da noi, mi rendo conto che ci troviamo in decrescita, di sicuro non in crescita. Forse, è per questo che la si vuole chiamare "rivoluzione verde", perchè, all'inverso di prima, si tratta di far ingollare agli agricoltori il concetto che il ruolo che si riconosce loro sarà sempre più quello di custodi ambientali e sempre meno quello di fornitori di beni di prima necessità. Almeno, nelle intenzioni.....Infatti, non capisco bene cosa intendi quando affermi:" strano qualcuno voglia usare lo stesso nome per una ipotetica via d'uscita, ancora più strano che questa ipotetica via d'uscita ha gli stessi difetti sistemici della via d'entrata...", ma non ho letto bene, per ora, il testo che hai linkato. In realtà, la mia sensazione è che si voglia tornare indietro, a livello di rivoluzione verde in agricoltura (perchè in quegli anni ce n'è stata anche una, significativa, a livello forestale, quando in tutta Europa, Italia compresa, si sono piantati molti boschi e oggi, effettivamente, abbiamo un patrimonio forestale molto più ingente di 1 secolo fa), il problema alimentare noi non ce l'abbiamo più, è un problema che hanno (sempre) avuto i poveri, noi dobbiamo solo limitare gli input, gli apporti, e lasciar fare un po' di più alla natura. Il che è più facile dirlo, che farlo, finchè dovremo lottare con le logiche di mercato. A me, personalmente, può star bene limitare le produzioni, ma mi si deve consentire un reddito dignitoso. E' ovvio che, in una simile situazione, difficilmente sarò invogliato a fare figli. Paradossalmente, si può dire che è la povertà a favorire la procreazione e che il benessere la riduce? Da noi è successo in mezzo secolo....
Salve sapa. Citandoti : "Paradossalmente, si può dire che è la povertà a favorire la procreazione e che il benessere la riduce?".
E perchè mai trovi ciò paradossale ? Chiarito che il problema principale (che genera e sovrasta sia il problema ecologico che quello energetico, che quello tecnologico, che quello etico, che quello geopolitico.......), il problema principale - dicevo - resta la DEMOGRAFIA....................ovvio che la procreazione sia influenzata UNICAMENTE del bilancio tra le risorse che una nuova vita consumerà e quelle che essa produrrà.
In povertà i figli sono l'unica "ricchezza" generabile, e sono una ricchezza perchè essi saranno di peso alla famiglia per pochi anni, poi diventando - per un tempo che si crede e spera assai più lungo - una risorsa massimamente produttiva e l'unico tipo di "assicurazione" per la vecchiaia dei genitori
Perciò, a parte ancora i problemi di mortalità perinatale elevata ed ogni altro incidente od intenzione nel farli, i figli sono l'investimento fondamentale e - tra l'altro - l'unica ragione pratica per la quale esistono i matrimoni.
Vivendo nel benessere i figli si tende a non farne poichè il loro costo aumenta in modo spropositato (devi mantenerli a tempo indeterminato fornendo loro tutto ciò che è connesso al costosissimo benessere che li circonda, inoltre alla vecchiaia dei genitori potranno pensare le adatte previdenze sociali o private).In tali condizioni, infatti, diminuirà grandemente anche l'importanza del matrimonio.
Pertanto per i poveri che debbono produrre tanto e consumare poco.....i figli saranno una ricchezza, per i ricchi magari parassitari e dediti solo al consumo di risorse........risulteranno una specie di capriccioso lusso !!. Saluti.
Citazione di: sapa il 13 Dicembre 2021, 20:45:58 PM
Ciao Inverno, bel post il tuo sulla "rivoluzione verde", i cui contenuti mi riservo di approfondire. Ti chiedo, en passant, cosa intendi quando dici" come il fatto che la meccanizzazione dell'agricoltura ha condotto il potere in mano di pochissimi che non hanno gli stessi interessi dei tantissimi, e pensano di svignarsela su Marte etc etc..."? In realtà, per come la vedo io, la meccanizzazione agricola ha tolto dalla schiavitù gli agricoltori, permettendo loro di non rompersi la schiena da buio a buio, tutti i giorni. Purtroppo, le logiche del mercato, perchè questo a mio avviso rimane il principale problema, hanno fatto sì che dove prima vivevano in 15, dopo la rivoluzione verde non riesce più a vivere nessuno. E mi riferisco alle nostre montagne, escludendo le Alpi dove si vive di turismo e non più di agri/selvicoltura.Ma anche in pianura, i casolari abbandonati sono lì a testimoniare dove prima vivevano nuclei corposi di persone, oggi in rovina. In realtà, a mio avviso, la rivoluzione verde degli anni 40-70 del secolo scorso ha portato de-antropizzazione nel territorio del nostro mondo, favorendo però il fenomeno inverso nei paesi poveri. Quando penso che su un poderino di 5-6 ettari mezzo secolo fa viveva abbastanza agiatamente una famiglia di 4-5 persone, mentre adesso per far vivere lo stesso numero di persone ce ne vogliono almeno 20-30 qui da noi, mi rendo conto che ci troviamo in decrescita, di sicuro non in crescita. Forse, è per questo che la si vuole chiamare "rivoluzione verde", perchè, all'inverso di prima, si tratta di far ingollare agli agricoltori il concetto che il ruolo che si riconosce loro sarà sempre più quello di custodi ambientali e sempre meno quello di fornitori di beni di prima necessità. Almeno, nelle intenzioni.....Infatti, non capisco bene cosa intendi quando affermi:" strano qualcuno voglia usare lo stesso nome per una ipotetica via d'uscita, ancora più strano che questa ipotetica via d'uscita ha gli stessi difetti sistemici della via d'entrata...", ma non ho letto bene, per ora, il testo che hai linkato. In realtà, la mia sensazione è che si voglia tornare indietro, a livello di rivoluzione verde in agricoltura (perchè in quegli anni ce n'è stata anche una, significativa, a livello forestale, quando in tutta Europa, Italia compresa, si sono piantati molti boschi e oggi, effettivamente, abbiamo un patrimonio forestale molto più ingente di 1 secolo fa), il problema alimentare noi non ce l'abbiamo più, è un problema che hanno (sempre) avuto i poveri, noi dobbiamo solo limitare gli input, gli apporti, e lasciar fare un po' di più alla natura. Il che è più facile dirlo, che farlo, finchè dovremo lottare con le logiche di mercato. A me, personalmente, può star bene limitare le produzioni, ma mi si deve consentire un reddito dignitoso. E' ovvio che, in una simile situazione, difficilmente sarò invogliato a fare figli. Paradossalmente, si può dire che è la povertà a favorire la procreazione e che il benessere la riduce? Da noi è successo in mezzo secolo....
Ti sei risposto da solo, anche se attribuisci alle logiche di mercato quello che sono le naturali conseguenze della rivoluzione verde, se la tua capacità di produrre aumenta di 4/5 volte è impensabile che tu possa continuare a sopravvivere sullo stesso appezzamento, ma la terra non è aumentata, per ottenere quelle metrature dovrai per forza comprarle ad altri che non hanno lo stesso accesso al capitale. Perciò dove prima insistevano 4/5 aziende ora ce n'è una, e questo è in Italia dove il capitalismo più che farlo lo subiamo, guarda per esempio cosa succede negli USA [1].
L'idioma "braccia rubate all'agricoltura" intende che l'agricoltura è un attività disponibile a tutti, non dopo la rivoluzione verde, i costi necessari per essere competitivi sono centuplicati, e a quei costi può concorrervi meglio chi ha più capitale a disposizione. Con la "nuova rivoluzione verde" dove ulteriore ingegnerizzazione e specializzazione saranno necessarie per produrre secondo i dettami "green", aprire un azienda diventerà ancora più costoso, più facile sarà prendere in affitto terra e mezzi da chi ha davvero accesso al capitale come Billy Gates, però a quel punto sarai alle sue condizioni, e dei profitti vedrai i margini. E' il capitalismo che pian piano regredisce in feudalesimo.. tecnofeudalesimo. Il vantaggio immediato dell'ingegneria è chiaro, meno chiaro il costo sociale. Anche in Egitto nel 4.000ac erano tutti molto felici quando si costruiva una diga, nessuno doveva più portare l'acqua coi secchi e l'irrigazione canalizzata sostituiva il lavoro di migliaia di uomini, però di quella diga qualcuno aveva il tappo, lo chiamavano "faraone" e poteva controllare la vita di migliaia di persone con un tappo.
[1] https://www.youtube.com/watch?v=MJVL9HegCr4
Citazione di: viator il 13 Dicembre 2021, 21:31:58 PM
Salve sapa. Citandoti : "Paradossalmente, si può dire che è la povertà a favorire la procreazione e che il benessere la riduce?".
E perchè mai trovi ciò paradossale ? Chiarito che il problema principale (che genera e sovrasta sia il problema ecologico che quello energetico, che quello tecnologico, che quello etico, che quello geopolitico.......), il problema principale - dicevo - resta la DEMOGRAFIA....................ovvio che la procreazione sia influenzata UNICAMENTE del bilancio tra le risorse che una nuova vita consumerà e quelle che essa produrrà.
In povertà i figli sono l'unica "ricchezza" generabile, e sono una ricchezza perchè essi saranno di peso alla famiglia per pochi anni, poi diventando - per un tempo che si crede e spera assai più lungo - una risorsa massimamente produttiva e l'unico tipo di "assicurazione" per la vecchiaia dei genitori
Perciò, a parte ancora i problemi di mortalità perinatale elevata ed ogni altro incidente od intenzione nel farli, i figli sono l'investimento fondamentale e - tra l'altro - l'unica ragione pratica per la quale esistono i matrimoni.
Vivendo nel benessere i figli si tende a non farne poichè il loro costo aumenta in modo spropositato (devi mantenerli a tempo indeterminato fornendo loro tutto ciò che è connesso al costosissimo benessere che li circonda, inoltre alla vecchiaia dei genitori potranno pensare le adatte previdenze sociali o private).In tali condizioni, infatti, diminuirà grandemente anche l'importanza del matrimonio.
Pertanto per i poveri che debbono produrre tanto e consumare poco.....i figli saranno una ricchezza, per i ricchi magari parassitari e dediti solo al consumo di risorse........risulteranno una specie di capriccioso lusso !!. Saluti.
Sì, viator, concordo. Allora, però, diventa prioritario assicurare il cosiddetto benessere anche ai paesi poveri, per far sì che anche per loro far figli diventi solo un "capriccioso lusso" e smettano di farne. Se la povertà è il vero motore dell'esplosione demografica, basterà abolirla, come da noi è stato fatto....O no?
Salve sapa. Hai perfettamente ragione. Infatti si tratta solo cominciare. I soldi cominci a metterceli tu?. Salutissimi.
Citazione di: viator il 14 Dicembre 2021, 11:48:05 AM
Salve sapa. Hai perfettamente ragione. Infatti si tratta solo cominciare. I soldi cominci a metterceli tu?. Salutissimi.
Ciao viator, i soldi li stiamo già mettendo, il problema è che servono dei mezzi tecnici, se si vuole fare la cosiddetta rivoluzione verde nei paesi in via di sviluppo, che sono, del resto, gli unici nei quali ciò può avvenire. Da noi, qualsiasi rivoluzione in agricoltura è una contro-rivoluzione. Come ha detto, giustamente, Inverno, dopo aver praticamente distrutto il latifondo, per ragioni di censo, lo si sta ricostituendo, per logiche economiche. Se bastasse abolire la povertà (come lo si vedrà..), per fermare la crescita demografica, bisogna lavorare lì. Qui da noi, i bonus bebè, per fortuna, sortiscono risultati miserevoli.
La mia impronta? Porto il 44.Di solito il modo più comune di cominciare questa storia comincia con uno spot americano degli anni '70, il famoso spot dell'indiano che piange
https://www.youtube.com/watch?v=h0sxwGlTLWwE' con il motto di questo spot, che diventerà un meme nella cultura americana:
"People start pollution, people can stop it" che le industrie petrolchimiche cominciarono una lunga campagna di "sensibilizzazione" contro l'inquinamento, o meglio come recita la fine dello spot, "things
YOU can do". Lo spot era pagato infatti dalla CocaCola e da altre aziende leader del settore bevande, ed è notoriamente conosciuto come l'inizio di uno scaricabarile ecologico che accrescerà e maturerà nei decenni successivi: è colpa tua se c'è inquinamento, del tuo stile di vita, delle tue abitudini, di te che butti il sacchetto dal finestrino*.
E indubbiamente di primo acchito viene da pensare così, loro producono ciò che il consumatore chiede, ma il sottotesto di queste campagne è quello di suggerire che sia sufficiente che le persone si regolino individualmente attraverso il loro compasso morale, per modificare le loro la domanda e perciò l'offerta. Ma è davvero così?
https://www.youtube.com/watch?v=zvJ4_sa4gnoSeguono trent'anni del martello che batte lo stesso chiodo, finchè nel 2004, la British Petroleum che nel frattempo si era rinominata Beyond Petroleum in uno dei primi e più ecclatanti casi di greenwashing (ad oggi investe il 2.5% del proprio budget in energia rinnovabile), pubblicava sul proprio sito il calcolatore di "carbon footprint" personale innestando nel lessico comune il concetto di "impronta di carbonio", ovvero quanta CO2 la nostra routine quotidiana genera, e a cascata tutta una serie di derivazioni, dalla "dieta a co2 ridotta" ai "vestiti con bassa impronta di carbonio" ai "viaggi green" e centinaia di versioni diverse di questi calcolatori, tutti pronti a dirci quanto siamo responsabili della situazione attuale prendendo la macchina, o bevendo la CocaCola. Tutte le aziende cominciano a vendere prodotti sempre più green e sempre più ecologici, pronti a ridurre la nostra impronta individuale e salvarci dall'inferno morale e climatico, grazie al fatto che tali marchi ed etichette non hanno alcun tipo di validità scientifica o scala metrica internazionale. E' l'inizio del greenwashing di massa, dove tutti vogliono green e tutti si devono sentire individualmente responsabili delle emissioni di co2.. ma che fine hanno fatto le industrie petrolchimiche che pagavano gli spot? Hanno vinto, occultando la più semplice delle realtà:
Se le persone credono che un determinato prodotto o comportamento abbia un rapporto costo ambientale troppo negativo se confrontato con i benefici che ne ottengono, anzichè sperare che le altre persone le seguano nei loro virtuosismi morali perchè sono "brava gggggente", possono chiedere ai propri politici di riferimento di fare delle leggi che obblighino tutti, produttori compresi, a seguire nuovi standard.
Il concetto di "responsabilità individuale" di qualcosa che è invece è un problema collettivo, nasce esattamente nella speranza (fino ad ora ben riposta) che queste leggi non vedano mai la luce, e che i consumi rimangano intatti offrendo ai singoli individui il contentino di essere "consumatori green". Eppure qualcosa non torna.. Dopo un anno di lockdown quasi globale anche se a fasi alterne, dove nessuno girava in macchina o produceva co2 dandosi al lusso sfrenato, le emissioni di co2 hanno subito solamente una modesta flessione. Come si poteva ridurre più di così l'impronta individuale di co2? Eppure non ha funzionato..Se non si ha avuto prova più empiricamente inappuntabile di questa, che l'
ecologismo da lampadina è inutile, cosa altro serve?
* Il sacchetto dal finestrino e che rimane nell'ambiente è co2 catturata e bloccata per centinaia di anni nel sacchetto, se il sacchetto fosse di plastica biodegradabile come va di moda oggi per essere "green", sarebbe co2 emessa nell'atmosfera a seguito della decomposizione.
Salve InVerno. Citandoti :"Come si poteva ridurre più di così l'impronta individuale di co2? Eppure non ha funzionato..Se non si ha avuto prova più empiricamente inappuntabile di questa, che l'ecologismo da lampadina è inutile, cosa altro serve?".
Veramente ti mostri attento ed aggiornato sia circa l'attualità che circa la storia dell'ecologia umanamente interpretata.
Trovo però un poco deludente la domanda che infine ti/ci poni. Ma veramente non sai cosa risponderti ? Ciò che di altro e di risolutivo serve............esisterebbe ma non verrà mai messo in pratica dall'umanità.
Ci penserà la natura a risolvere il problema dei problemi. LA DEMOGRAFIA. Oppure non credi che sia quest'ultimo il problema da risolvere, e pensi che i rimedi giungeranno dalla scienza, dalla finanza, dalla politica, dall'etica individuale, dalla morale collettiva, dalla democrazia, dalle preghiere di qualche anima pia ? (Guarda che il mio motto personale "Solo l'amore ci salverà" - purtroppo - rappresenta solamente un mio augurio, non una mia previsione). Saluti.
Citazione di: viator il 16 Dicembre 2021, 18:27:17 PM
Salve InVerno. Citandoti :"Come si poteva ridurre più di così l'impronta individuale di co2? Eppure non ha funzionato..Se non si ha avuto prova più empiricamente inappuntabile di questa, che l'ecologismo da lampadina è inutile, cosa altro serve?".
Veramente ti mostri attento ed aggiornato sia circa l'attualità che circa la storia dell'ecologia umanamente interpretata.
Trovo però un poco deludente la domanda che infine ti/ci poni. Ma veramente non sai cosa risponderti ? Ciò che di altro e di risolutivo serve............esisterebbe ma non verrà mai messo in pratica dall'umanità.
Ci penserà la natura a risolvere il problema dei problemi. LA DEMOGRAFIA. Oppure non credi che sia quest'ultimo il problema da risolvere, e pensi che i rimedi giungeranno dalla scienza, dalla finanza, dalla politica, dall'etica individuale, dalla morale collettiva, dalla democrazia, dalle preghiere di qualche anima pia ? (Guarda che il mio motto personale "Solo l'amore ci salverà" - purtroppo - rappresenta solamente un mio augurio, non una mia previsione). Saluti.
Mi chiedo "cosa altro serve" non per risolvere il problema generale, ma per dimostrare che lasciare la risposta alla morale degli individui non è per niente sufficiente, e anzi spesso controproducente, e i problemi nonlocali vanno affrontati diversamente (la pandemia e l'obbligo vaccinale, per quanto surrettizio, dimostrano esattamente lo stesso) in un colpo solo ci siamo disincantati dal postmodernismo e dal liberalismo insieme. Io poi non mi lancio volentieri in previsioni, ma penso che storicamente si possa osservare un trend, ovvero che quando le condizioni del contesto biologico degradano, ben prima che gli effetti di tale degradazione impattino sulla vita delle persone in maniera da minacciare la loro sopravvivenza, gli uomini cominciano ad "agitarsi" e ad essere presi da un impellente "prurito alle mani" che gli fa scegliere di imbracciare le armi, agiscono in tal senso ben in anticipo della natura. Ma magari questa volta sarà diverso.
Ancora filmsssss questa volta Don't look up : https://www.youtube.com/watch?v=DhYXSqz8H-o
La chiave del film, e il motivo per cui lo trovo un esperimento interessante anche dal punto di vista filosofico (ma è una mia speculazione che non sono andato a verificare in alcuna maniera) è peculariarmente racchiusa nel nome della casa di produzione: Hyperobject productions che è stata fondata per finanziare questo film e appare nei primi secondi della pellicola, in maniera quasi declamatoria. Una volta terminato il film appare molto chiaro che il pericolo imminente di estinzione di cui si sta parlando nel film, specialmente quando la narrazione si addentra nei meandri più ragionati e satirici della critica sociale con riferimenti precisi (anche troppo), non è per niente una cometa ma è il riscaldamento globale, ovvero l'iperoggetto per eccellenza.
Si potrebbe sostenere che anche la pandemia potrebbe rientrare nella metafora, ma ci rientra solamente essendo un iperogetto a sua volta, i riferimenti specifici indicano in maniera inequivocabile il problema ecologico. Essendo che per le sue caratteristiche spaziotemporali l'iperogetto non può essere racchiuso in un film, l'autore decide di rappresentarlo come un oggetto che comodamente rientra nei margini di una pellicola: la cometa. I protagonisti del film, tuttavia si comportano esattamente come se stessero avendo a che fare con un iperogetto: non vi sanno interagire funzionalmente, lo scalfiscono solamente all'esterno e tentano di approcciarvisi con le stesse modalità con cui si approccerebbero ai normali oggetti a seconda delle proprie inclinazioni, il politico prova a sfruttarlo elettoralmente, il capitalista prova a sfruttarlo economicamente, i media provano a cavalcarlo come un virus informativo. Nessuno, a parte la ragazza coprotagonista che funge da "bocca della verità", pare riuscire a vedere il "re nudo", anche lo scienziato DiCaprio, facendosi irretire dai media, dovrà prima superare un momento catarchico (onestamente, mal scimmiottato dal monologo di "Quinto potere"). La vis comica è fondata continuamente sul paradosso di un oggetto, la cometa, che le persone trattano con la stessa insipienza ed impotenza che ci si potrebbe aspettare di fronte ad un iperogetto, e che tale artificio è riuscito lo dimostra il fatto che si tratta di una commedia che va ben oltre il tabù dei 90minuti ma è ben conscia di poter arrivare a 145 senza paura di perdere per strada qualcuno.
Non fermandosi nemmeno per un secondo di attaccare con le unghie e con i denti la civiltà della "levitas infinita" dove il rifiuto della "gravitas" è talmente radicato che neanche l'impatto di un asteroide può fermare, il film segue le fasi del lutto e termina con l'accettazione, del lutto dell'umanità intera, inadeguata ad affrontare problemi che trascendono così radicalmente la dimensione del primate, gli iperogetti appunto. Don't look up aspira ad essere per la catastrofe climatica ciò che il Dottor Stranamore è stato per la guerra atomica, e ci riesce piuttosto bene a parte alcune parti secondo me un pò claudicanti, e la mancanza di un "autore forte" come Kubrik poteva essere.. ulteriori elucubrazioni sarebbero decisamente dovute, ma essendo che dovranno per forza di cose contenere spoilers, le rimanderò semmai a futuro intervento. C'è una bella citazione di autore cileno che purtroppo non riesco più a rintracciare e dovrò maltrattare a memoria e che più o meno diceva "non ci estingueremo tra i funghi nucleari e le guerre, ma tra le risate e le feste" .. il film ne è assolutamente convinto, e va fino in fondo nel rappresentarlo.
Come è possibile che dopo quasi venti giorni, i Russi non hanno ancora guadagnato il controllo dei cieli in Ucraina?
Alcuni danno la colpa\merito alle armi antiaeree fornite agli ucraini, ma anche conteggiando queste si tratta di un confronto impari, altri fanno notare che i piloti russi non sono addestrati per operazioni di precisione ma solo per bombardare indiscriminatamente, altri puntano il dito sul tipo di equipaggiamento russo e la loro organizzazione, ci sono addirittura testimonianze del fatto che i piloti russi usino carta e penna per gestire le coordinate. Ma siccome io di organizzazione militare conosco quanto conosco della superficie di Marte, voglio dare un altra risposta, che in realtà si potrebbe applicare a tutta l' "operazione speciale". Ma per fare questo voglio parlare di qualcosa lontano nel tempo a centinaia di chilometri.
Siamo a Bucarest, nel 1985, durante la dittatura Ceaușescu, e sono in preparazione i lavori per la costruzione della metropolitana di Bucarest. I piani per la costruzione della metropolitana sono ormai stati redatti dagli ingegneri specializzati e dai tecnici adibiti, e vengono così poi mostrati nella loro forma finale all'illuminato dittatore romeno e alla sua consorte. Elena guarda la mappa delle stazioni in progetto, e nel pieno spirito del un vecchio adagio "se vuoi il comunismo, fallo in un paese di cui non ti interessa niente" se ne esce fuori con una brillante obiezione "Ci sono troppe stazioni! Le persone diventeranno pigre e grasse! Riducete il numero di stazioni!" dove in questo caso il paese a cui non interessa niente, per Elena, è ovviamente la vita delle persone che utilizzeranno la metro, non certo lei. I tecnici si guardano basiti, il progetto va bene così come è, o perlomeno non si può fare una modifica così importante che comporterebbe ridisegnare gran parte del percorso della metropolitana, peraltro per una motivazione così.. intelligente. Purtroppo i desiderata della illuminata Elena si trasformano in un ordine da parte del partito comunista: bisogna eliminare almeno una stazione.
Gli ingegneri se ne escono perciò con una brillante, dico sul serio, soluzione. Eliminare, almeno sulla carta, la stazione più importante di tutte, quella vicina alle università, per far si che in seguito gli venga chiesto di costruirla, davanti alla evidente necessità che la stazione esista! E non si fermano a questo, ma mentre lavorano alla metropolitana, costruiscono "in segreto" la stazione che non dovrebbe esistere, sapendo che farla dopo sarebbe stato un problema logistico ed economico. Il risultato è che chi oggi volesse prendere la metro di Bucarest, fermandosi alla stazione di Piata Romana, si troverà a camminare su delle banchine estremamente strette ed asimmettriche, oltre che pericolose, perchè la stazione fu costruita in segreto e contrariamente ai desideri della dittatrice romena.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e4/Piata_Romana.jpg)
Chissà se l'esercito russo avrà costruito qualche stazione segreta, o si sarà fidato ciecamente dell'illuminatissimo leader?
Più plausibile che siano più interessati alla conquista di terra che di cielo, tipico dei giochi di guerra di chi, della popolazione che sta sotto, non gliene può fregare di meno. Come abbiamo visto da Belgrado a Bagdad.
Mi prendo il pericolo di passare come "anima bella", ma lascia che nutra qualche riserva riguardo alle intenzioni "compassionevoli" di chi bombarda con bombe a grappolo..
*****
Draghi il giamaicanoSono le olimpiadi di Roma del 1960 e un giovanissimo e sconosciuto Robertino Loreti gironzola per le strade di Roma durante le olimpiadi, cantando varie arie tipiche della tradizione italiana. Viene qui notato da un produttore discografico danese, che gli propone di fare un disco da pubblicare in patria, Robertino accetta, e si prepara ad un inaspettato successo nei paesi scandinavi. Succede poi, la leggenda almeno racconta, che ad un posto di guardia sul confine finnico-sovietico, due guardie decidono di fare uno scambio pericoloso, un pacchetto di sigarette per un vinile di Robertino Loreti. Le canzoni di Robertino arrivano così nello spazio recluso e protettissimo dell'unione sovietica, superando persino la strettissima censura, che si accorge che le canzoni di Robertino non sono un pericolo sovversivo, questo infatti parla di amore, della mamma, del sole.. non come quei maledetti dischi americani che incitano alla ribellione contro il potere statuale. In poco tempo, Robertino Loreti, diventa nell'Unione Sovietica, un fenomeno musicale senza precedenti, tanto che Valentina Tereskova, prima donna nello spazio, alla richiesta da terra se avesse bisogno di qualcosa, chiede di trasmetterle una canzone del Loreti, che diventa così probabilmente, il primo cantante nella storia ad essere trasmesso fuori dalla stratosfera. Loreti inoltre preparerà la strada a tutti i vari Albano, Pupo, Celentano etc etc che supereranno la censura sovietica dimostrandosi altrettanto innocui.
E così il nostro amato banchiere-presidente, mentre, saggiamente, si allinea alle sanzioni globali atlantiste, prende nella dialettica belligerante una posizione di quarta fila, quasi inestitente, assicurando ai nostri amici russi, che nonostante l'obbligato e formale antagonismo diplomatico, di non preoccuarsi:
siamo sempre noi, sole, cuore, mamma e amore.
Nel 2020, mentre le proteste in Bielorussia montavano, un altro illuminatissimo leader, tale Lukashenko, viene preso da un idea incredibilmente intelligente: far finta di aver reperito una telefonata "Berlino e Varsavia" tra due agenti segreti delle rispettive nazioni. Questa telefonata avrebbe provato che le proteste in Bielorussia erano tutte una montatura occidentale.
Che idea geniale! La mandò persino al telegiornale principale Bielorusso per trasmetterla a tutto il paese, pensando probabilmente di aver fatto centro. Peccato, che la telefonata era talmente ridicola, dal lessico alla costruzione dei dialoghi, che praticamente tutti si misero a ridere, e anche il Cremlino dovette per forza di cose distanziarsene dicendo che non ne sapeva niente. Sembrava chiaro che Lukashenko stesso era l'autore di quei dialoghi, e che aveva chiaramente preso ispirazione da qualche film hollywoodiano per immaginare l'odiato occidente.
* Inizialmente l'agente di Varsavia chiede a quello di Berlino se l'avvelenamento era andato a buon fine, intendendo l'avvelentamento di Navalny, che sarebbe stata un altra operazione segreta della diabolica Merkel, per incolpare Putin di essere antidemocratico. Non c'entrava niente con i problemi di Lukashenko al momento, ma perchè perdere un occasione di leccare il culo dell'amato Putin, il tipico "prendere due piccioni con una fava!" dove la fava, a posteriori, era chiaramente Lukashenko.
Warsaw: Hello! Good afternoon, Nick. How are we doing?
Berlin: Everything seems to be [going] according to plan...the materials on Navalny are ready. They will be forwarded to the Chancellor's Merkel office.
We're awaiting her statement.
Warsaw: Is the poisoning definitely confirmed?
Berlin: Listen, Mike, in this case that's not so important...There's a war going on...And during war all methods are good.
* In seguito la telefonata continua affermando che se non riescono a fermare Putin a mettere il naso negli affari bielorussi, le cose si faranno difficili, perchè Putin essendo un grande leader, è l'unico che può proteggere la Bielorussia dagli odiati occidentali !
Warsaw: I agree, we need to discourage Putin from poking his nose into Belarus' affairs...The most effective way is to drown him in Russia's problems, and there are many of them! Moreover, they'll have elections in the near future, voting day in Russia's regions.
Berlin: That's what we're doing. How are things in Belarus in general?
* E qui arriva il colpo di genio, infatti quando si tratta di parlare di Lukashenko stesso, le due supposte spie, dicono che è letteralmente una "noce difficile da schiacciare", che vorrebbe dire "osso duro", ma è molto meglio tradotto letteralmente. Inoltre si disperdono dicendo che in Bielorussia sono professionali, organizzati, e leali al presidente.
Warsaw: To be honest, not so good. President Lukashenko turned out to be a tough nut to crack. They're professional and organized. It's clear that Russia supports them. The officials and the military are loyal to the president. [We'll discuss] the rest during the meeting, not by phone.
*****
Ora io penso che questo stratagemma dovrebbe essere replicato da Putin, è un idea talmente intelligente... fornisco io i dialoghi se vuole:
Washington: Ciao John! Come va?
Parigi: Non bene Fred ! La nostra giornalista Ovsyannikova è appena stata arrestata! Fortunatamente la tratteranno bene, come fanno sempre i russi, sarà già in un albergo cinque stelle! Conosci altre giornaliste che si possono corrompere in Russia?
Washington: Purtroppo no! I giornalisti in Russia sono tutti estremamente corretti e non cascano nelle nostre FAKE NEWS e non prendono i nostri dollari.
Parigi: Eppure dobbiamo inventare qualcosa.. Hai visto le truppe russe quanto sono efficienti sul campo?
Washington: Ma che cosa possiamo fare? Quei maiali sovietici combattono davvero come degli eroi!
Parigi: Purtroppo si, sono davvero degli OSSI DURI! E quel Putin, gli sono tutti leali, e tutta la popolazione lo ama! E' una situazione disperata!
Washington: E' vero, eppure con tutti quei nazisti che abbiamo messo in Ucraina..
Parigi: Se continua così, Putin libererà il paese! Ci dobbiamo vedere Fred, al solito posto!
Washington: Va bene John, ciao!
https://www.corriere.it/spettacoli/22_maggio_21/al-bano-nessuno-vuole-produrre-olio-vino-mie-tenute-colpa-reddito-cittadinanza-a9b56cf0-d90d-11ec-ace9-a49b5c59373f.shtml?refresh_ce
Felicità
È tenersi il grano, pagamento lontano, la felicità
È il tuo sguardo innocente, al processo non mente, la felicità
È non pagare i bambini, la felicità
Felicità
Felicità
È la finanza che arriva, dietro alle tende, la felicità
È abbassare la luce per nascondere i neri, la felicità
Felicità
Felicità
È un bicchiere di vino con un panino, col cazzo ti pago, la felicità
È lasciarti un biglietto da 5 euro dentro al cassetto, la felicità
È pagare a voce, quanto mi piace, la felicità
Felicità
Felicità
È far lavorare i bambini non dargli i soldini,
Felicità
Senti nell'aria c'è già
La sirena che suona e arriverà
Come una fiamma che sa
di finanzaaaa
Senti nell'aria c'è già
Un bambino ignorante che lavora per te,
Come un abuso sui minori che sa
di legalitàààà...
A proposito di vino e olive, la ripresa vegetativa del vigneto sta andando mi sembra bene
(https://i.imgur.com/1TIoPux.jpg)
Quest'anno ho deciso di integrare i trattamenti con dell'olio di neem e vediamo se migliora la situazione oidio che comunque l'anno scorso non ha impattato più di tanto, peggio ha fatto il cinghiale, per cui quest'anno ho ricostruito 500m di recinzione con una siepe di eleagno per irrobustire, fa delle bacche dolci e simpatiche, ma non saprei ancora che farmene. Per quest'anno grappoli ancora a terra, dall'anno prossimo dovrei andare in produzione e comincerò ad allevare il bianco probabilmente un misto albarola/vermentino, con cui vorrei ricominciare a produrre un tipico passito della zona (simil-sciacchetrà).
In espansione anche l'oliveto, con un altra trentina di piante da aggiungere alle trenta presenti ora, per un totale di sessanta. Mi sono seccati gli impollinatori (pendolino) non so per quale motivo perchè la piantumazione era piuttosto tarda e gelate non ne sono arrivate, il leccino ha retto perfettamente. Misteri.
(https://i.imgur.com/oeK8uwC.jpg)
Il castagneto è in ottima ripresa, sembra che gli antagonisti del cinipide galligeno abbiano fatto il loro dovere e le galle si sono ridotte decisamente, purtroppo l'anno scorso ho saltato la raccolta per problemi familiari + una resa bassa per via dell'aridità che mi ha fatto desistere.
L'espansione più significativa però è probabilmente la serra, grazie alla quale ora posso partire da seme praticamente con ogni cultura (in foto, a sinistra, cinquanta pomodori pronti a lasciare la portaerei), il che mi rende finalmente autosufficiente da questo punto di vista, oltre ad anticipare le produzioni. I peperoni sono rimasti nanizzati comunque, strano anche questo. Non è riscaldata ma con dei fogli da 6mm l'isolamento termico è decisamente superiore al nylon, soddisfatto anche dalla qualità strutturale, ci sono salito sopra per raggiungere un ramo di ciliege senza problemi.
(https://i.imgur.com/lUgVZKE.jpg)
Buona annata anche per fragole, ciliege, e presto lamponi. Anche le prugne promettono molto bene, finalmente, ormai siamo al sesto anno dalla piantumazione e oltre a contendermele con gli uccelli e occasionali mal di pancia, non sono ancora arrivato alla quantità necessaria per ottenere ciò che volevo: fare la grappa di prugne. L'ho provata e riprovata in giro, anche nel veneto da marche rinomate: robaccia colorata e dolciastra, nessun retrogusto di mandorla, bassa gradazione...insomma, chi fa da sé fa per tre.
L'ospitalità, è forse il capitolo che va più a rilento, due anni fa ho cominciato la conversione del fienile per aggiungere sei posti letto.. i costi dei materiali moltiplicano, la manovalanza si da alla macchia, i miei soldi sono pochi, così me la cavicchio a pezzetti nel tempo libero.. quest'inverno mi sono divertito a fare una capriata di rinforzo, però spero di arrivare a fine lavori per marzo prossimo.
(https://i.imgur.com/8Nxriqv.jpg)
Quando è morto Richard Benson ho pensato che avrei dovuto fare un piccolo necrologio qui sul topic, l'intenzione iniziale era quella di collezionare grottesco anche se poi è mutato più in una sorta di blog personale, perciò mi ero detto che mancare l'occasione di scrivere su Benson, un vero e proprio piccolo re del grottesco, sarebbe stato un errore. Poi ho visto che praticamente tutti hanno voluto farlo, compreso di a volte anche interessanti analisi storico-antropologiche, e la voglia è scemata, sembrava di fare la cagatina insieme agli altri. Tuttavia, ieri mi imbatto in un articolo, e rimango decisamente sorpreso, come infatti il titolo mi preannunciava..
https://www.rollingstone.it/musica/il-primo-singolo-postumo-di-richard-benson-vi-stupira-ascolta-processione-in-anteprima/642979/#Part2
E che dire? Sono effettivamente sorpreso.. questo è un bel pezzo, ben arrangiato, ben scritto, ben cantato, ben prodotto. Un miracolo? Quanto influiscono le nostre aspettative sull'arte, che differenza c'è tra il trovare un David di Michelangelo in mezzo al deserto, o prendere l'aereo per andarlo a vedere? Non sto paragonando il pezzo di Benson al David, lungi, però devo dire che c'è qualcosa di estremamente dissetante nel vedere uscire postumo un singolo che sembra effettivamente riscattare la figura di un uomo che ha passato gli ultimi trent'anni tra bestemmmie di gruppo e uova in faccia, tra la derisione e l'umiliazione, giocando continuamente sul bilico della famosa domanda "ci è o ci fa?". Peraltro, operazioni musicali postume, solitamente unicamente vocate allo spremere anche le ultime goccie di vita da un artista per motivi commerciali, in questo rarissimo caso portano con sé una parola che generalmente è lontanda dai concetti della musica: giustizia. Se questa operazione andrà in porto io non lo so, sono felice comunque di parteciparvi quindi ho già, e lo faccio anche qui, condiviso questo pezzo in giro. Non penso che Benson debba ripulirsi di alcunchè, è stato quel che è stato e aveva senso finchè era quel che fu, e questa più che un operazione di pulizia come dice Rolling Stones, è un operazione di incoronamento.
Purtroppo il deserto non erano solamente le aspettative musicali su Benson, ma sulla musica in generale del periodo 2000-2020, che veramente ha toccato livelli di piattezza a mio avviso inauditi, salvo qualche rara duna accumulata dal vento. Devo dire invece che negli ultimi due anni, qualcosa si sta, per motivi a me sconosciuti e insondabili, finalmente risvegliando. Merito dei lockdown? Chissà, ma forse finalmente mi sentirò a mio agio a parlare di nuovo di musica, e sopratutto ad ascoltarne di nuova.
Uno di questi esempi è uscito pochi giorni fa, e sono contento di condividerlo. Li conoscevo già, anche se non approfonditamente e li avevo tenuti nel mirino perchè anche se avevano già fatto roba molto interessante, mi sembrava che fossero ancora un pò acerbi, questo singolo invece mi convince che siano maturati. Fare musica leggera completamente strumentale è un azzardo, il rischio di tediare con i tuoi tecnicismi ed essere una musica per soli "addetti ai lavori", statisticamente più che un rischio è quasi una certezza, questi ragazzi invece riescono nel sottile equilibrio di essere accessibili, con elementi ricorsivi molto melodici, arrangiamenti personali ed innovativi, al contempo mettere sul campo una tecnica inarrivabile per un non professionista ma anche per parecchi professionisti. Il titolo, azzeccatissimo, è il testo intero del pezzo: Giocare a essere Dio, essere giovani, avere una tecnica superlativa, navigare dal flamenco al jazz alla bossa nova, puntare unicamente all'equilibrio dell'armonia e della composizione, intervallando con virtuosismi pregiati ma senza complessi di superiorità, dando come unico spunto antropomorfo un fischiettar leggero. Che cos'è l'arte se non giocare ad essere Dio?
Well done, bravi, con piccola nota: se le chitarre giocano a essere Dio, il batterista e la sua abilità di creare lo spazio musicale nei vuoti e nei silenzi, potrebbe cominciare a pensare di non giocare.. ma di star facendo sul serio!
Ciao Inverno, non sapevo che l'olio di neem fosse anche un fungicida, io ne conoscevo le proprietà e l'efficacia come insetticida. Ho letto che c'è uno studio inglese che ne ha accertato la funzione come anti-oidico, sarei curioso di sapere come ti sarai trovato per la prevenzione del mal bianco. Per quanto riguarda il castagneto, qui da noi il cinipide è ormai stato debellato coi lanci del
Torymus sinensis, una strategia che nel caso del castagno funziona egregiamente anche perchè non si effettuano trattamenti. Non va così bene, purtroppo, agli antagonisti della cimice asiatica, che nei frutteti padani fanno una brutta fine, a causa dell'impatto chimico. Vedo che l'ambiente in cui vivi e lavori è ben strutturato, ti faccio i miei complimenti. Probabilmente, non sarai tra coloro che sosterranno quest'altro abominio che si va delineando:
https://www.ilpuntocoldiretti.it/attualita/economia/dopo-la-carne-artificiale-arriva-il-latte-senza-mucche-nuovo-attacco-alle-stalle-italiane/
Un saluto. A presto
Citazione di: InVerno il 04 Giugno 2022, 08:41:39 AMQuando è morto Richard Benson ho pensato che avrei dovuto fare un piccolo necrologio qui sul topic, l'intenzione iniziale era quella di collezionare grottesco anche se poi è mutato più in una sorta di blog personale, perciò mi ero detto che mancare l'occasione di scrivere su Benson, un vero e proprio piccolo re del grottesco, sarebbe stato un errore. Poi ho visto che praticamente tutti hanno voluto farlo, compreso di a volte anche interessanti analisi storico-antropologiche, e la voglia è scemata, sembrava di fare la cagatina insieme agli altri. Tuttavia, ieri mi imbatto in un articolo, e rimango decisamente sorpreso, come infatti il titolo mi preannunciava..
https://www.rollingstone.it/musica/il-primo-singolo-postumo-di-richard-benson-vi-stupira-ascolta-processione-in-anteprima/642979/#Part2
E che dire? Sono effettivamente sorpreso.. questo è un bel pezzo, ben arrangiato, ben scritto, ben cantato, ben prodotto. Un miracolo? Quanto influiscono le nostre aspettative sull'arte, che differenza c'è tra il trovare un David di Michelangelo in mezzo al deserto, o prendere l'aereo per andarlo a vedere? Non sto paragonando il pezzo di Benson al David, lungi, però devo dire che c'è qualcosa di estremamente dissetante nel vedere uscire postumo un singolo che sembra effettivamente riscattare la figura di un uomo che ha passato gli ultimi trent'anni tra bestemmmie di gruppo e uova in faccia, tra la derisione e l'umiliazione, giocando continuamente sul bilico della famosa domanda "ci è o ci fa?". Peraltro, operazioni musicali postume, solitamente unicamente vocate allo spremere anche le ultime goccie di vita da un artista per motivi commerciali, in questo rarissimo caso portano con sé una parola che generalmente è lontanda dai concetti della musica: giustizia. Se questa operazione andrà in porto io non lo so, sono felice comunque di parteciparvi quindi ho già, e lo faccio anche qui, condiviso questo pezzo in giro. Non penso che Benson debba ripulirsi di alcunchè, è stato quel che è stato e aveva senso finchè era quel che fu, e questa più che un operazione di pulizia come dice Rolling Stones, è un operazione di incoronamento.
Purtroppo il deserto non erano solamente le aspettative musicali su Benson, ma sulla musica in generale del periodo 2000-2020, che veramente ha toccato livelli di piattezza a mio avviso inauditi, salvo qualche rara duna accumulata dal vento. Devo dire invece che negli ultimi due anni, qualcosa si sta, per motivi a me sconosciuti e insondabili, finalmente risvegliando. Merito dei lockdown? Chissà, ma forse finalmente mi sentirò a mio agio a parlare di nuovo di musica, e sopratutto ad ascoltarne di nuova.
Uno di questi esempi è uscito pochi giorni fa, e sono contento di condividerlo. Li conoscevo già, anche se non approfonditamente e li avevo tenuti nel mirino perchè anche se avevano già fatto roba molto interessante, mi sembrava che fossero ancora un pò acerbi, questo singolo invece mi convince che siano maturati. Fare musica leggera completamente strumentale è un azzardo, il rischio di tediare con i tuoi tecnicismi ed essere una musica per soli "addetti ai lavori", statisticamente più che un rischio è quasi una certezza, questi ragazzi invece riescono nel sottile equilibrio di essere accessibili, con elementi ricorsivi molto melodici, arrangiamenti personali ed innovativi, al contempo mettere sul campo una tecnica inarrivabile per un non professionista ma anche per parecchi professionisti. Il titolo, azzeccatissimo, è il testo intero del pezzo: Giocare a essere Dio, essere giovani, avere una tecnica superlativa, navigare dal flamenco al jazz alla bossa nova, puntare unicamente all'equilibrio dell'armonia e della composizione, intervallando con virtuosismi pregiati ma senza complessi di superiorità, dando come unico spunto antropomorfo un fischiettar leggero. Che cos'è l'arte se non giocare ad essere Dio?
Well done, bravi, con piccola nota: se le chitarre giocano a essere Dio, il batterista e la sua abilità di creare lo spazio musicale nei vuoti e nei silenzi, potrebbe cominciare a pensare di non giocare.. ma di star facendo sul serio!
Questi sono mostruosi....Hanno una tecnica impressionante. Il sound è, per i mei gusti, un po' troppo metallico e stridulo, a causa forse dell' uso dello stoppare le corde delle chitarre e degli armonici, così come i tempi sincopati non mi si addicono troppo, ma giù il cappello! Il batterista è una macchina..
Ciao Sapa!
- Mi fa piacere che ti siano piaciuti, anche io al primo ascolto ho avvertito quanto dici, riascoltandoli più volte l'orecchio si è abituato e ora li apprezzo di più. La buona musica non stanca dopo più ascolti, migliora!
- Ti confermo che ho visto una regressione molto rapida dell'oidio sugli zucchini, sarei molto sorpreso di sapere che le due cose non sono correlate essendo che non li avevo tratti con altro, mi è stato consigliato da un mio amico, in più la mia compagna mi ha raccontato che nei suoi viaggi in Kenya ed India che lì lo usano come elisir un pò per tutto, lo bevono anche in tisane. Ho visto che lo stesso produttore vende un formulato neem+zeolite, potrebbe essere interessante sperimentare anche quello.
- Il cinipide è decisamente regredito, avevo fatto dei lanci a spese mie (https://i.imgur.com/1BIOrhl.jpeg) e sono soddisfatto dei risultati. In compenso mio cugino ed altri si sono trovati il mal d'inchiostro, per prevenire ho tentato di ricostruire una serie di muretti/montagnette a secco che aiutavano il defluire dell'acqua.
- La carne/latte sintetica è un argomento molto interessante che in effetti non ho inquadrato ancora molto bene, ovviamente la prima reazione è la totale repulsione, però mi riservo di fare una ricerca accurata quando avrò più tempo (se Putin smette di sparare..) anche se penso che mi troverò tra due fuochi, i numeri dei produttori entusiasti e le ricostruzioni delle associazioni di categoria che, giustamente, si oppongono. Forse ti ricorda qualcosa riguardo quella discussione sulla "rivoluzione verde"? Progresso come surrogazione di risposta (tramite ingegnerizzazione) ad una risorsa depauperata. Per mettermi nei panni dell'avvocato del diavolo, potrei provocatoriamente dire, e se questo latte mandasse fuori mercato le produzioni industriali, e lasciasse il "latte vero" a piccole produzioni, a prezzi maggiorati (es +5€/l?), che vendono a nicchie interessate a "sapori forti", mentre le città si bevono le loro scatolette di cibo spaziale? Purtroppo mi trovo sempre nella stessa situazione, vedo che le cose vanno a puttane per la maggior parte, ma che per me si traducono anche in opportunità vantaggiose. Uno dei progetti a lungo termine che ho, una volta messa a posto la parte agricola, era infatti proprio di rimettere a nuovo un pascolo di 6 ettari lungo il fiume. Ma per ora ho altro da fare. ::)
Ho ascoltato i Polyphia. Bravi sono bravi. Anzi tecnicamente sono dei mostri. Manca un po' il cuore. Sembra quasi una gara a chi ce l'ha più veloce. Se ti piace la chitarra, ti propongo un classico che potresti già conoscere. Il fatto straordinario è la presenza di solo due chitarre per eseguire il pezzo.
https://youtu.be/A3m_SQFd3xg
Ci ho ragionato su , ho sentito pareri di giornalisti indipendenti russi, di amici di Dugin, non ne sono venuto a capo, si tratta di un mistero , ma che secondo me ha chiari risvolti nel capire la difficoltà occidentale nel ragionare la Russia.
Il mistero è: come mai, sui giornali/tv occidentali dove appare, Dugin viene titolato dell'informale onoreficenza di "Ideologo di Putin"? (teorico, filosofo, o che altro, ma sottolineando sempre un rapporto personale con Putin e la permeazione delle sue teorie al Cremlino?)Possibile che nessuno abbia mai voluto/dovuto verificare questo "titolo", portando uno straccio di prova ad una redazione, anche fosse una dichiarazione o un parere di qualche "insider" puranche anonimo? Niente, nessuno riesce a spiegarsi dove sia nata l'idea che questo barbuto personaggio scriva i copioni di Putin, o che Putin abbia mai letto quello che scrive e gli riconosca alcunchè, lo avesse mai citato: zero, nisba, nada. L'unica traccia sarebbe che quello che scrive Dugin è talmente generico che in qualche modo a volte coincide con le dichiarazioni, o le azioni, o i supposti pensieri di Putin. L'effetto Nostradamus è forte in questo caso. Si tratta di due uomini coetanei che provengono dalla vasta quanto criptica area di nostalgia zarista, ma forse anche fermando un "Ivan" a caso sulla piazza rossa, scopriremmo che c'è questo tipo di sovrapposizione, quindi che titolo daremmo a Ivan? Generale ombra? Le prove sono zero, le prove del contrario però sono parecchie, e specialmente riguardano la posizione che Dugin ricopre nella società russa: praticamente nessuna. Sei nel circolo ristretto privato di Putin, e ti cacciano dall'università? Hai acerrimi nemici politici vivi? Fondi partitelli esoterici dello zerovirgola che falliscono sistematicamente? Non sventoli la bandiera ufficiale del Putinismo, ovvero lo yacht? Insomma, dall'ideologo di Putin ci si aspetterebbe "qualcosina" di più.. a partire dal fatto che qualche russo ti riconosca per quel che sei, anzichè apprenderlo dai giornali occidentali.
Dugin chi?Ho ipotizzato una serie di cinque concause, non mutualmente esclusive:
- Orientalismo: Quando non si conosce qualcosa, o si studia, o lo si riporta a forme note e familiari. L'idea che lo "Zar" Putin abbia un suo "RasPutin" è molto rassicurante e riporta l'alone di mistero all'interno del cerchio magico di Putin in una forma razionalizzabile, con cui tutti gli occidentali che hanno finito le superiori riescono più o meno ad interfacciarsi, le vicende ultime dei Romanov. In più, parla francese, inglese ed italiano, e ha la sua audience in europa, perciò fornisce accessibilità ad una nazione che spesso non è rappresentata.
- Consolazione: Quanti "russofili" sono stati sorpresi dall'invasione di Putin, ma soprattutto della rabbiosa e necrofila ideologia che la giustifica, eppure il Cremlino sembrava un libro aperto per loro fino a ieri, che è successo? L'idea che un Dugin-Rasputin abbia portato "fuori dai binari" lo Zar è molto rassicurante, dal Putin del primo mandato a quello del secondo è accaduto qualcosa, che è successo mentre Medvedev faceva lo scaldapoltrona? L'ideologo pazzo in questo caso ha la stessa valenza del cancro-malattia, la colpa del non aver capito la Russia non era dell'ignoranza di chi si professava esperto, ma di un agente esterno che ha dato un improvvisa virata agli eventi.
- Misticismo: "Ah io adoro la cultura russa, ho letto Tolstoj e Dostoevskij!" .. L'equivalente di "Ah, io adoro la cultura Italiana, ho letto Manzoni e Leopardi", che cosa pensereste? Grazie per averci provato, ma se vuoi conoscere l'Italia del 2022 forse ti conviene studiare ancora un pò. Dugin con la sua barba da staretz rappresenta quell'idea della Russia ipertradizionalista, mistica, esoterica, che è un meme già di suo, rassicura ulteriormente lo spettatore occidentale di avere una presa solida sulla Russia e la sua ortodossia. Il misticismo di chi dichiara guerra quando il petrolio tocca i 100 dollari al barile.
- Rossobrunismo: Il messaggio di Dugin agli occidentali è molto semplice, ed è la summa rossobruna: Siete frustrati, emarginati, coltivate del risentimento? Fascisti, comunisti, luddisti, abortisti, maschilisti, giacobini, saltimbachi: Tutti uniti con l'unico obbiettivo di distruggere l'occidente! Che importa se poi questo "ideologo" vorrebbe stare in un palazzo d'oro mentre voi gli lustrate le scarpe con la lingua, l'obbiettivo finale è la distruzione dell'occidente, quello che accadrà dopo ve lo diciamo alla fine. Queste idee in europa hanno un audience.
- Validazione: Coltivate idee rossobrune, oppure solo rosse, oppure solo brune, ma vi rendete conto che senza un "appoggio esterno" la "rivoluzione" è un ideale un pò etereo? Non basta un filosofo russo, serve un appoggio diretto con il Cremlino che certamente nutre lo stesso astio e quando arriverà il momento, vi tenderà la mano, e magari un arma, e così Dugin diventa l'ideologo di Putin, il ponte per trasformare le vostre idee da fantasie a progetti concreti.
Io non ho prove che Dugin non sia il deus ex machina dietro alla Russia del 2022, è possibile che alcune sue idee siano penetrate in alto, però il problema è che l'onere della prova non spetta a me, ma a chi lo sostiene,. Il sesto punto che non ho detto, è che probabilmente Dugin stesso contribuisce all'idea di meritarsi di questo titolo in qualche modo, altra cosa di cui non ho prove, ma che mi sembra ragionevole ipotizzare. Ma se di titoli completamente ingiustificati parliamo, e l'assenza di verifica e fattualità è la norma, tantovale che proponga un titolo alternativo, altrettanto fattualmente ingiustificato quanto a mio avviso calzante, spero un giorno perciò di vedere un intervista allo stesso con scritto nel sottopancia:
"Dugin: il cosplayer di Dostoevskij ci svela i piani segreti di Putin"
Forse il successo ideologico della Russia e del suo rasPutin, deriva più semplicemente dal fatto che l'impero del Bene e i suoi oligarchi filantropi vampiri hanno talmente rotto i maroni che anche Satana riuscirebbe a fare bella figura.
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2022, 14:40:39 PMForse il successo ideologico della Russia e del suo rasPutin, deriva più semplicemente dal fatto che l'impero del Bene e i suoi oligarchi filantropi vampiri hanno talmente rotto i maroni che anche Satana riuscirebbe a fare bella figura.
Concordo. Per dirla in modo un po' più elegante: in Occidente sta montando una tale frustrazione verso la tecnocrazia che ci governa, un tale malessere verso le disuguaglianze sociali che continuano ad aumentare nell'indifferenza (da bonus) dei leader, che anche improbabili (per noi) ricette politiche attirano le simpatie di queste masse. Non è forse naturale che sia così? Quando perdi la speranza, e le speranze in moltissime persone in Occidente vacillano moltissimo, per non dire che ormai sono scomparse, non ti guardi intorno e idealizzi un cambiamento di società che purtroppo non arriverà certo dalla Russia o dalla Cina attuali? Lo sconvolgimento dato dalla guerra ucraina forse metterà in moto dei processi nuovi in occidente, nuove idee sociali e politiche, ma ci credo poco. La speculazione finanziaria tiene per gli zebedei il nostro mondo democratico e "libero" e non mollerà la presa, anzi la sta stringendo sempre di più. Business as usual. La stretta fa male a sempre più persone. Chiunque tagli il laccio e dia sollievo andrebbe bene. Sperare in Putin è come non sperare, se non come scaraventatore di massi nello stagno in cui galleggiamo. :(
Citazione di: Ipazia il 09 Giugno 2022, 14:40:39 PMForse il successo ideologico della Russia e del suo rasPutin, deriva più semplicemente dal fatto che l'impero del Bene e i suoi oligarchi filantropi vampiri hanno talmente rotto i maroni che anche Satana riuscirebbe a fare bella figura.
Il successo
ideologico pubblicitario di Putin, è
stato (pre2022) quello di confondere alcuni (neanche troppi) occidentali che lo yachtismo* fosse un ideologia alternativa, e non la perversione di quanto già esiste. In questo personaggi come Dugin sono stati funzionali in occidente, il fatto che i russi non se lo filino di striscio, lascia intedere che le fregnacce da vicino si vedono per quel che sono. Proporre il fascismo come soluzione a varie forme di risentimento, non è addebitabile a Putin, forse è una dinamica in essere dal tempo dei sumeri, puntualmente la gente che ci prova, si brucia, e si pente, questa volta fortuna vuole che il fuoco si è acceso distante, ma non troppo, e col rischio che si allarghi.
*Teoria economica dove chi ha la pistola decide l'ordine di beccata del foie gras, prioritarizzando amici e parenti, e della eguaglianza tra i possessori di yachts.
Citazione di: InVerno il 06 Giugno 2022, 20:01:49 PMPer mettermi nei panni dell'avvocato del diavolo, potrei provocatoriamente dire, e se questo latte mandasse fuori mercato le produzioni industriali, e lasciasse il "latte vero" a piccole produzioni, a prezzi maggiorati (es +5€/l?), che vendono a nicchie interessate a "sapori forti", mentre le città si bevono le loro scatolette di cibo spaziale? Purtroppo mi trovo sempre nella stessa situazione, vedo che le cose vanno a puttane per la maggior parte, ma che per me si traducono anche in opportunità vantaggiose. Uno dei progetti a lungo termine che ho, una volta messa a posto la parte agricola, era infatti proprio di rimettere a nuovo un pascolo di 6 ettari lungo il fiume. Ma per ora ho altro da fare. ::)
Ciao Inverno, vorresti costringermi a pagare 5 euro al litro il latte vaccino, per non dovermi ridurre a ingurgitare quella miscela di laboratorio che stanno predisponendo in Danimarca? Vade retro, io sono un estimatore del buon latte e di tutti i suoi derivati! Sarà anche perchè, da piccolo, ahimè ormai molti anni fa, ho abitato per lunghi periodi in un paesino del nostro appennino, oggi all'interno del Parco Nazionale Foreste Casentinesi, e il latte ci veniva portato a casa da un camioncino come questo:
(https://autoemotodepoca.altervista.org/wp-content/uploads/2020/09/OM_Orsetto-720x541.jpg)
che trasportava contenitori come questo:
(https://i.ebayimg.com/images/g/~hUAAOSwyoVieBt9/s-l1600.jpg)
e il latte andava bollito, producendo anche quella patina/tela in superficie che qui veniva chiamata "la panna" (invero per noi bambini abbastanza ripugnante), spandendo in tutta la cucina un, per me, soave profumo. Adoro il latte, sono come Archie Goodwin e ne berrei in continuazione. La tua proposta potrebbe forse piacere agli allevatori, che francamente compatisco sinceramente per i miseri 40 centesimi/al litro che percepiscono, ma non certo a me. A morte lo pseudo-latte danese, che se lo bevano loro! Un saluto
Eh.. sono cresciuto a pane e latte di capra appena munto nel biberon, non vorrei costringerti proprio a niente, ma se verrà fuori che costa meno produrlo ed è più ecologico (cosa di cui non ho la più pallida idea e non sto sostenendo) ho paura che vuoi il mercato, vuoi le restrizioni sempre più stringenti sulle emissioni, il prezzo ti arriverà lo stesso sullo scaffale. Per ora ti fa schifo, e loro cominceranno a poi faranno quello al mirtillo per i bambini, quello digeribile per gli indigesti, il grande chef green cucina con latte artificiale, grandi profitti per chi comincia e converte con i finanziamenti europei...e nicchia dopo nicchia nel culo ti si ficchia.. è il gusto agrodolce del progresso, un piatto di locuste fritte per esplorare nuovi orizzonti culinari nel mondo della crescita infinita!
Le donne a parlamento - Aristofane
PRASSAGORA: Allora che nessuno mi contraddica o mi interrompa prima di avere ascoltata la mia spiegazione e compreso il mio progetto. È necessario che tutti abbiano tutto in comune e da ciò traggano i propri mezzi di sostentamento; non più che uno sia ricco e un altro miserabile; che uno abbia molta terra da coltivare e un altro neppure quella per esservi sepolto; che uno abbia molti schiavi e un altro neanche uno. Tutti i mezzi di vita devono essere in comune e uguali per tutti
BLEPIRO: Ma come è possibile che siano in comune per tutti?
PRASSAGORA: Già.. e tu devi essere il primo ad accettare questa condizione ! E poi, per Zeus, hai cominciato presto a interrompermi. Stavo per dire che farò mettere in comune la terra, il denaro e tutto ciò che appartiene a ciascuno. Poi, attingendo a questo patrimonio comune, vi daremo da mangiare amministrandolo con saggezza, risparmiando e facendo attenzione.
CREMETE : E chi non possiede terra, ma beni che non si vedono, monete d'oro e argento?
1° Donna : Li metterà in comune.
CREMETE : E se non lo fa?
2° Donna : Si macchierà di spergiuro.
CREMETE : Ma se è proprio in quel modo che li ha accumulati!
PRASSAGORA: E comunque non gli serviranno a niente.
CREMETE : E Perché?
3°Donna : Nessuno sarà costretto a compiere cattiverie costretto dalla miseria; tutti avranno tutto : pane, pesci, focacce, vino, vesti, ceci, corone. E allora che vantaggio ci sarebbe a non mettere in comune le proprie cose? dimmelo se sei capace.
CREMETE : Non è forse vero che al giorno d' oggi i peggiori ladri sono i possidenti?
PRASSAGORA: Già, in base alle vecchie leggi: ma se tutti i mezzi di sostentamento sono in comune, che vantaggio ci sarebbe a non consegnare le proprie cose?
BLEPIRO: Mettiamo che uno si prenda una cotta per una ragazza e voglia scoparsela ; per farle un regalo dovrà attingere al patrimonio di tutti, ed ecco il suo comunismo!
PRASSAGORA: Potrà andarci a letto gratis: anche le donne saranno messe in comune staranno con chi le vuole e faranno figli con chi le vuole.
BLEPIRO: Ma allora succederà che tutti andranno dalla più bella e vorranno farsela.
PRASSAGORA: Accanto alle belle staranno le brutte e rincagnate; chi vuole la bella dovrà prima farsi la brutta.
BLEPIRO: Già: ma a noi , se facciamo l'amore con le brutte, l'uccello non ci pianterà in asso prima di arrivare al punto che tu dici?
PRASSAGORA: Non faranno la guerra per te; puoi stare tranquillo: non faranno la guerra-
BLEPIRO: La guerra per cosa?
PRASSAGORA: Perché tu ci dorma assieme....
CREMETE: Certo per voi la cosa funziona: avete fatto in modo che non resti un buco vuoto; ma gli uomini che faranno? Le donne staranno alla larga dai brutti e andranno dai belli.
PRASSAGORA: Ma i brutti staranno addosso ai belli quando escono dai banchetti e li terranno d'occhio nei locali pubblici; e le donne non potranno andare a letto coi fusti prima d' essere state gentili coi piccoli e brutti.
BLEPIRO: Allora persino Lisicrate ,il brutto, si crederà bello come un pavone !
PRASSAGORA: Sicuro -
1° Donna: Questo è un progetto veramente democratico; pensate a quanto ci sarà da ridere alle spalle della gente solenne, carica di anelli, quando un qualunque ciabattone gli dirà: «Comincia tu ... col toglierti di mezzo, e aspetta. Quando avrò fatto io verrà il tuo turno».
CREMETE: Ma se si vivrà in questo modo, come si potrà riconoscere i propri figli?
PRASSAGORA: E che bisogno ce n'è? Semplicemente, tratteranno come padri tutti quelli che sono abbastanza più vecchi di loro.
BLEPIRO: Figurati! Se adesso che Io conoscono già strangolano il padre, con la scusa di non conoscerlo strangoleranno per bene tutti i vecchi.
PRASSAGORA: No, perché chiunque è presente sarà pronto a impedirlo. Una volta non gli importava niente che picchiassero i padri degli altri; ma ora se sentiranno picchiare qualcuno, interverranno subito per paura che la vittima sia il loro padre-
BLEPIRO: Non è una cattiva idea in generale; ma rabbrividisco a pensare che mi si avvicini Epicureo, il frocio, o Leucolo il brutto, chiamandomi papà.
CREMETE: Può capitare anche di peggio.
BLEPIRO : Che cosa?
CREMETE: Che ti baci Aristillo, il puzzolente, sostenendo che sei suo padre.
BLEPRIRO : L avrebbe a che fare con me!
CREMETE :Sì, ma non potresti evitare la sua puzza !.
PRASSAGORA: Non c' è pericolo che ti baci. È nato prima di questo decreto.
BLEPIRO: L' ho scampata bella! Ma la terra chi la coltiverà?
PRASSAGORA: Gli schiavi.
(https://files.libcom.org/files/styles/wide/public/images/library/karl-marx-32.jpg?itok=ZnWZt51e)
Nel 2010 il Pakistan fù colpito da un inondazione che venne definita "una ogni mille anni", mille anni sembrano essere già passati perchè quella di questo anno è anche peggiore, migliaia di vittime e milioni di sfollati, in un paese la cui economia è appesa sull'orlo del default e rischia di coinvolgere tutto l'est asiatico. In Italia si parla di leva militare obbligatoria per insegnare l'educazione, di aborto e baby gangs. Passeranno alla storia come criminali.
Volete il condizionatore o la maschera da sub?
Condivido le tue preoccupazioni Inverno. Anzi, direi che spesso sono angosciato. La mia più fosca previsione è quella della fine non tanto di homo sapiens come specie ma del nostro tipo di vita. Fra 50/100 anni i nostri discendenti potrebbero tornare a un livello di società tribale, di cacciatori/raccoglitori e per qualche decina di anni potrebbero anche specializzarsi in ricerca di depositi di cibo. Fra 200/300 anni, ricomincerebbe un nuovo ciclo storico, simile a quanto avvenuto in Europa dopo il 476 d.c.
Non credo invece nell'estinzione di homo sapiens. Siamo animali a sangue caldo, sappiamo gestire molto bene i cambiamenti climatici, anche di molti gradi. L'unico rischio di estinzione proviene da una guerra nucleare su larga scala.
Curiosamente, visto che citi il sangue, un evento paragonabile in termini assoluti ha permesso il successo dei dinosauri [1] la lucertola sul muro mi guarda speranzosa... Paragonabile fino ad un certo punto, visto che il processo era di ordine geologico e su scala di quel tipo. Mancano i precedenti per fare previsioni, la velocità con cui sta accadendo non ha alcun precedente e perciò non può che dare vita a risultati mai visti, magari comincerà a piovere e non smetterà per un milione di anni, la temperatura del suolo rimanderà nell'atmosfera le precipitazioni senza possibilità di accumulo sulla superficie. Chissà.
In termini antropologici... forse il miglior paragone è il collasso dell'età del bronzo, dove il centro della civiltà mediterranea è scomparso nell'arco di quarant'anni, non lasciando neanche tracce scritte per capire cosa sia successo. In realtà Assiri ed Egizi l'hanno scampata per un pelo, gli Assiri poi hanno fatto una brutta fine perchè estremamente militaristici, stavano sul cazzo a tutti i vicini. Gli Egizi, ci hanno lasciato su qualche stele una testimonianza di quanto le cose siano cambiate poco:
hanno dato la colpa ai migranti. (https://allthatsinteresting.com/wordpress/wp-content/uploads/2018/07/sea-peoples.jpg)
Sulla destra si può osservare il Salvini del tempo armato di arco e frecce che cerca di fermare i barconi nel mediterraneo, non solo guerrieri, ma anche donne e bambini. Sulla stessa stele, la prima menzione del popolo di Israele, testimonianza di una nuova era in arrivo, di nuovi centri religiosi e filosofici che avrebbero poi chiuso definitivamente il periodo classico, con solamente un vago ricordo di una precedente "età dell'oro" spazzata via dal diluvio e l'abissamento di "Atlantide".
[1] https://www.nature.com/articles/d41586-019-03699-7
Citazione di: InVerno il 27 Agosto 2022, 12:05:08 PMNel 2010 il Pakistan fù colpito da un inondazione che venne definita "una ogni mille anni", mille anni sembrano essere già passati perchè quella di questo anno è anche peggiore, migliaia di vittime e milioni di sfollati, in un paese la cui economia è appesa sull'orlo del default e rischia di coinvolgere tutto l'est asiatico. In Italia si parla di leva militare obbligatoria per insegnare l'educazione, di aborto e baby gangs. Passeranno alla storia come criminali.
NOTA A MARGINE:
In Cina stanno vivendo una delle peggiori ondate di siccità nella storia.
Ho controllato le homepage dei maggiori giornali italiani in questi giorni, per nessuna delle due notizie, neanche un trafiletto, uno scarabocchio, niente, mi potrebbe essere scappato, ma non dovrebbe essere stato possibile, se vado su BBC/CCN etc non devo portarmi la lente di ingrandimento
ah inverno ma c'è campagna elettorale sai..già, dovrebbe essere un tema,
tuttavia Totti e Ilary Blasi prendono mezza pagina
Criminali.
Benvenuto nel paese de Balocchi. Dove non ci si accorge nemmeno di essere diventati tutti somari.
Ci sono parecchi argomenti che ho affrontato in questo topic che hanno ricevuto aggiornamenti "importanti",si fa per dire, e perciò pian piano li rimescolo.
Il cinema diverso ma tutto uguale
(https://staticg.sportskeeda.com/editor/2023/07/e344c-16894093857539-1920.jpg)
Nelle scorse settimane è circolata e ha fatto notizia questa foto proveniente dal set del live action di Biancaneve, e mandrie di indignati si sono scagliati contro il film per quel poco che se ne è riuscito a capire: BIANCAneve non sarà più bianca ma mulatta, i sette nani saranno sostituiti da sette disadattati con diverse fattezze fisiche e disabilità, il principe è stato arrestato per molestie sessuali e non parteciperà al film.
Sarebbe facile, e forse anche divertente, insistere su questi punti e fare delle considerazioni semiserie tendenti all'assurdo... ma forse troppo facile, perciò come mi capita a volte voglio fare invece una previsione: il film farà cagare, e il motivo per cui lo farà non ha niente a che fare con la foto, il casting, e le scelte di sceneggiatura sopra menzionate. E aggiungo una seconda previsione: produttori e sceneggiatori si difenderanno dicendo che il pubblico non è in grado di accettare una donna in un ruolo di leadership e la divesità a schermo, continuando perciò a non capirci una fava mentre si apprestano a cercare finanziamenti per il live action di spiderman sulla sedie a rotelle.
Perchè farà cagare perciò? InVerno, illuminaci, pendiamo dalle tue labbra. Grazie fidi lettori, allora vi rispondo. Il motivo è molto semplicemente che l'arco narrativo verrà nullificato e sia la protagonista femminile che i protagonisti collettivi (i nani) praticamente scompariranno dalla storia, lasciando allo spettatore la sensazione di aver visto un nulla colorato per due ore. Come lo so? Ho ricevuto in gran segreto un copione? No, "purtroppo", no, ma essendo che è un pò che funziona così desumo semplicemente che questa non sarà l'eccezione. La storia della vecchia Biancaneve la conosciamo tutti, e conosciamo tutti il suo percorso da emarginata a principessa molestata nel sonno, è un arco narrativo classico e ben rodato, ma scomparirà nel film che vi farà accenno solamente per rispettare la sinossi originale, ma stravolgendone il significato. Mi aspetto una Biancaneve che già nei primi minuti sarà ben conscia delle sue capacità e del suo valore, che senza bisogno di sacrificio alcuno, dovrà semplicemente "essere se stessa" per rivelare al mondo il valore del suo "eterno femminino" (?) che aspettava semplicemente di essere disvelato e liberato dall'oppressore. Ci saranno gli ostacoli della sinossi originale, ma verranno affrontati da una Biancaneve "già cresciuta" per rispettare l'agenda politica degli sceneggiatori, ci sarà la sua amicizia coi
nani disadattati ma nessuno di loro avrà bisogno uno dell'altro perchè ognuno risplende di "luce propria" dovuta principalmente alla categoria di emarginati a cui appartengono.. il principe non ci sarà, ovviamente, non perchè è uomo come pensano i maliziosi, ma perchè il suo ruolo era unicamente di finale, e essendo che Biancaneve sarà già "finita" sin dall'inizio, cosa potrebbe rimanere a fare? Salutare? Questa è la mia previsione, se qualcuno di voi vorrà confermarla massacrandosi a guardare il film, fatemi sapere.
Recentemente c'è pure stato il film con la Cleopatra nera, e anche lì ovviamente avendo fallito miseramente al botteghino e recensioni, i produttori si sono difesi che il pubblico non era pronto a cotanto trauma e ha agito per difendere il proprio orticello valoriale "bianco". I furbacchioni avevano presentato il film come una "docu-serie" dove "docu" sta per il fatto che doveva avera una valenza storica, ma hanno scelto di fare Cleopatra nera. Nel trailer viene intervistata una signora che rammenta le parole di sua nonna "non importa quello che ti diranno a scuola, Cleopatra è stata certamente nera", al ché rispondo che una volta mia nonna mi disse "non importa quello che vi dice il trailer, quel film fa certamente cagare" e non è perchè Cleopatra è nera, quella è solo la firma degli incapaci, come dimostrano la loro incapacità è molteplice e variegato.
Sul lato storico, perlomeno si attende Napoleone, le premesse sembrano buone (a parte le cannonate sulle piramidi), anche se io lo avrei preferito così:
(https://img-9gag-fun.9cache.com/photo/avQEwed_700bwp.webp)
Citazione di: InVerno il 14 Settembre 2021, 21:54:21 PMpresto inizieranno le teorie del complotto sulle "lobby green" e tutte quelle cose che sono qui a divenire
E finalmente sono arrivati, li aspettavo da tempo e i vaghi segnali premonitori erano ancora deboli, ma sembra che finalmente anche in Italia avremo una base stabile di negazionisti climatici. Ero già pronto con una pagina di blocco note a segnarmi tutte le loro forbite asserzioni, ma mi sono presto reso conto che non vale neanche la pena, con grande delusione devo dire. Bisogna ammettere che essendo arrivati in ritardo, hanno superato a piè pari la fase infantile, quella dove si negano precipuamenti i cambiamenti che è ormai una posizione insostenibile, ma sono arrivati direttamente all'adolescenza negando cioè la responsabilità antropica del cambiamento climatico; un pò come i nomask si sono trasformati in novax, seguiamo la loro evoluzione come quella dei pokemon, guardandoli cincischiare con argomenti che in Italia sono nuovi ma altrove sono vecchi di vent'anni. Anche questa volta, sotto il segno del contrarianesimo, comunisti e fascisti sempre d'accordo.
Anche 71 anni fa in Italia in estate faceva caldo ma a nessuno veniva in mente di obbligarti a rottamare la tua auto né a seguire bizzarre mode volute dalla finanza e dalle multinazionali. Marco Rizzo
La siccità dovuta al cambiamento climatico di origine antropica colpì anche i Maya: troppe puzzette dei chihuahua. Francesca Totolo
Tutto questo è molto, molto, deludente. E' un pò come aspettare sulla porta Massimo Decimo Meridio, e vedersi recapitare Attila Flagello di Dio.
Smettiamola di cercare di fare pedagogia, si può parlare con chi ha argomenti, ma inutile rispondere con formale ampollosità a chi ha l'unico interesse di buttarla in caciara, l'unica risposta a chi nega la responsabilità antropica è quella di
dargli ragione, e proporre una teoria complementare dello stesso livello:
Odino è incazzato!
Ma lo so che alcuni di voi si stanno lamentando: InVerno, ti piace vincere facile, te la prendi coi Feltri e Borgonovo perchè sono frutti che pendono bassi, ci sono fior fior di professori che dubitano della ricostruzione ufficiale, perchè non te la prendi con loro?
Giusto, cari amici, facciamolo. Uno di questi, sicuramente tra i più eminenti è Franco Prodi, di cui mi è stato passato questo intervento a-la "
lei non sa chi sono io" qualche mese fa. Essendo che non ho chiaramente nemmeno un centesimo delle sue credenziali, non posso riferirmi direttamente a lui, e d'ora in poi lo chiamerò "il FP". Ho cercato di trovare degli interventi dove avesse tempo e maniera di esporre meglio le ragioni del suo pensiero (sperando invano avesse anche dei dati), e inizialmente mi sono imbatutto in questo recentissimo incontro a casa dei dominicani (perlomeno non era a casa dei rossobruni) https://www.youtube.com/watch?v=zy35isdrRxM&t=1884s
E sono rimasto molto deluso, perchè la stragrande parte dell'intervento è dedicata a mettere in piedi una lezione di seconda media su come funziona il clima con tanto di "lampadina e palla" alla mano, non so perchè pensasse ce ne fosse bisogno, ma realmente non dice assolutamente nulla sul cambiamento climatico e le responsabilità antropiche, se non limitarsi a sostenere che è argomento troppo complesso, con troppe insicurezze di vario tipo, e quindi non andrebbe considerato politicamente, suggerendo una posizione principalmente apatica, o al massimo di preghiera e lettura del Laudato si.
Magari non era l'intervento giusto. Allora ho trovato
questo suo intervento al forum di Rimini cinque anni prima, vedendo che c'era anche un climatologo ho subito subito sperato che cogliesse l'occasione per riferirsi ad un suo pari e a snocciolare qualcosa.. e mi sbagliavo, stessa identica lezione di seconda media compresa di lampadina e palla, stesse identiche slide, adirittura stessi identici esempi (Richardson), stesse identiche conclusioni. E' una registrazione? Come si fa a trovare un posto dove il FP riesca finalmente ad esprimersi? Aiutatemi voi se potete.
Mi dovrò accontentare perciò della scelta delle slide, per capire che cosa sta succedendo.
Il FP infatti riconosce del cambiamento climatico attuale (
slide1), ma così come suoi altri "colleghi" vorrebbe dare ad intendere che si tratti semplicemente di un problema di scala, e che se ampliamo lo spettro delle misurazioni e delle ricostruzioni, subito riconosceremo la natura ciclica (e perciò non antropica) del fenomeno, e perciò ci passa questa slide, che includendo anche il periodo medievale farebbe intendere che ci troveremmo in qualcosa di già visto e per niente eccezionale
(https://i.imgur.com/lSQvwQC.png)
Quel grafico ha un semplicissimo problema, è un grafico riferito al BP ovvero "Before Present", e l'ultima tacca di quel grafico riferisce al 1950 perchè tecnicamente quel tipo di grafici venivano prodotti usando come riferimento presente il 1950. Perciò non compara per nulla la situazione attuale al medioevo caldo, ma la situazione del dopo guerra. Un grafico aggiornato, che sicuramente il professore era in grado di recuperare, e che include il medioevo caldo nella scala in modo da valutare eventuali ciclicità del fenomeno, si mostra più o meno così.
(https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/f/f8/2000%2B_year_global_temperature_including_Medieval_Warm_Period_and_Little_Ice_Age_-_Ed_Hawkins.svg/1920px-2000%2B_year_global_temperature_including_Medieval_Warm_Period_and_Little_Ice_Age_-_Ed_Hawkins.svg.png)
Così come per il clima ci troviamo di fronte quindi ad un problema estremamente complesso: perchè un rinomato professore usa trucchetti da bar che vengono spesso usati da imbecilli su internet a cui lui, viste la differenza di credenziali, non rivolgerebbe neanche la parola? Ah saperlo, consiglio una posizione di apatia e pregheria, di lento distendimento dei lobi frontali, di attesa e di speme, di cauta gentilezza e di fraterno amore.
Citazione di: InVerno il 24 Luglio 2023, 10:14:49 AMil film farà cagare, e il motivo per cui lo farà non ha niente a che fare con la foto
Comunque quella foto, a prima vista, non promette affatto bene:
- Biancaneve è vestita con i colori dell'Ucraina coperti da un mantello russo-ops!-rosso. Che sia un dono di Cappuccetto Rosso, che farà un cameo nel film? Fan già in delirio
- temo si sia perpetrato il nefasto
cliché di Biancaneve come «la più bella del reame»; non era forse ora di
promuoverla a «la più lentigginosa del reame» o «la più
eco-friendly del reame»? Svilente servilismo al pensiero unico e oggettivante
- dei sette nani solo una
appare essere una donna (mi si perdoni la sfacciata attribuzione di genere, sebbene possa giocarmi l'attenuante dell'assenza di gonna) e nessuno è asiatico (anche se capisco sia difficile trovare un asiatico di bassa statura; o no? Oppure è proprio per quello che non è nel
cast, per includere senza dare adito a stereotipi, o per risolvere la discriminazione escludendo la vittima dai canoni dell'inclusività standardizzata? Esordio della "inclusività per assenza"? Virtuosismo dei produttori)
- un nano svetta nettamente sugli altri, che gli arrivano a malapena alle spalle; doveroso non discriminare i nani alti, soprattutto se loro si sentono "nani dentro"; come dice il profeta, seppur nell'eretica traduzione in italiano: «nano è chi il nano fa»
- se lo spirito di "rivisitazione" lo consente, un nano dovrebbe essere Dotto: per fortuna non l'hanno stigmatizzato mettendogli un paio di occhiali (anche se il riscatto del
nerd bullizzato sarebbe stata un'interessante sotto-trama). D'altronde Mammolo sarebbe potuto essere (temo abbiamo perso l'occasione) un nano del
bronx palestrato e scolpito, con cicatrice sulla guancia e tatuaggio inguinale con scritto "
I love mum", anzi, magari non in inglese che fa troppo imperialismo e
mainstream; vuoi mettere il gusto di indovinare "quale nano è quale" senza intuirlo dalle vane apparenze esteriori?
- a livello di
body-shaming non ci siamo proprio: solo un nano è paffutello (quello che rappresenta la gola, giusto? Ah no, quello è un altro film, «Seven»), gli altri tutti troppo snelli, speriamo siano almeno celiaci, dislessici o con altri tratti caratteristici che
valorizzino l'apparente "sana e robusta costituzione" (e auguriamoci non cantino «andiam, andiam a lavorar», con la disoccupazione che c'è sarebbe decisamente fuori luogo).
Peccato per la possibile omissione della figura del principe, sarebbe stata una buona occasione per dare riscatto ad un principe che prima era "una lei" e quindi sa cosa significa affrontare la gelosia estetica altrui (in entrambi i generi), come quando di fronte ad una cultura o uno status differenti dai nostri, qualche buon samaritano (impegnato nella salvaguardia del suo bilancio aziendale) cerca di ammaliarci facendo leva sulla nostra
presunta gelosia/invidia, storpiando-
pardon!-differenziando le carte in tavola, per convincerci ad accettarci tramite l'accettazione (cinematografica) altrui; come se "rivelare" a reti unificate che la Befana è stata infibulata rendesse sollievo a chi ha subito quella pratica.
P.s.
Dopo un rapido
fact-checking della foto, è emerso che si tratta di una prova costumi fatta con comparse che non rispecchiano i veri attori che avranno i rispettivi ruoli; ad esempio Biancaneve dovrebbe essere l'attrice
Rachel Zegler. Ormai ho già scritto le mie grottescherie, quindi pubblico lo stesso il post, restando in attesa della rivisitazione sarda di Robinson Crusoe con un norvegese nei panni di Venerdì, o meglio «Fredag» o «Kenábura» a seconda di dove verrà proiettato il film (ovviamente sarà disponibile nella sale cinematografiche solo i venerdì di Quaresima, così da evitare egemonie monoteiste e monoculturali sul calendario).
Ecco, il tuo intervento Phil, era del tipo che avevo pensato di fare inizialmente, ma poi ho desistito perchè mi sembra di sparare sulla crocerossa, ti ringrazio di averlo fatto al posto mio, e oltre al plauso per la creatività voglio aggiungere una cosa molto semplice: tutte le ipotesi che hai portato son valide, possono sembrare assurde, ma non c'è assolutamente nulla che prevenga di farle funzionare, per il semplice motivo che sono motivate da un contesto, per quanto assurdo, l'identificazione non prevale sull'identità, mentre è abbastanza ovvio accadrà il contrario in ciò che uscirà nel film.
Nel topic in filosofia ho visto una frase di Phil che mi ha fatto venir voglia di intervenire, però sarei andato OT quindi lo faccio qui
Mi sembra inutile, se si mira ad una prassi concretizzabile, fare i poeti romantici, rimpiangere il baratto o proporre politicamente il reset del globo per allestire una virtuosa comune autosostenuta.
Rimpiangere il baratto, rimpiangerlo perchè dovrebbe essere la prima forma di economia non valutaria.. almeno questa è la nozione comune, talmente comune che Phil la può usare metaforicamente come iperbole anacronistica (non sto criticando puntigliosamente lui, ben inteso). Penso tuttavia sia una nozione che è il caso di sfidare, e di rivalutare.
Non so precisamente quando sia nata questa nozione, io ricordo di averla trovata in Adam Smith ma è possibile che autori precedenti lo abbiano ipotizzato. Più precedenti sono, più mi sorprenderei. Nella mia esperienza di vita nell'appennino, ho visto diverse forme di economie informali, non sempre le cose hanno un prezzo e sono quantificate, e più indietro si va nelle generazioni più si trovano esempi di come funzionino le cose senza l'aiuto delle valute, e il baratto ha un importanza veramente marginale. Per questo sono abbastanza convinto che Smith avesse avuto ancora più possibilità di me di vedere con i propri occhi come queste cose accadono, eppure avendo solo un martello, tutto gli parve un chiodo. E si può vedere ancora oggi, specialmente nel continente africano, dove spesso vengono lanciate queste cifre provocatorie di persone che vivono con "un dollaro al giorno" e cose del genere. Spoiler: è impossibile vivere con un dollaro al giorno, gli africani semplicemente hanno una gigantesca porzione della loro economia che non è tracciata tramite valuta. Questo significa che barattano giorno e notte? Non sono un esperto, ma presumerei di no, e il motivo è molto semplice, è tremendamente scomodo ed inefficiente oltre che ridurre drasticamente la coesione sociale.
Ho fatto delle ricerche più approfondite, ma per questo post mi accontenterò di usare wikipedia che è puntuale.
Tuttavia, nonostante sia radicata la considerazione del baratto come prima fase storica di economia commerciale, non vi è alcuna prova storica, antropologica o etnologica dell'esistenza di una società o di un'economia basate principalmente sul baratto. Al contrario le società non monetarie operavano largamente secondo il principio dell'economia del dono e del debito. Quando di fatto ci s'imbatte nel baratto, si tratta usualmente di scambi tra soggetti completamente estranei o probabili nemici.
E a questo punto potreste chiedervi: ma perchè è importante? E' importante perchè l'idea che gli uomini "primitivi" barattassero è la fondazione di una "teoria antropologica" (meglio economica, ma con importanti riflessi) ovvero quella del cosidetto "homo oeconomicus", l'uomo perfettamente razionale che bada unicamente alle scelte che gli porteranno profitto individuale. Ecco perchè dico che Smith aveva solo un martello e vide solo chiodi. In assenza di soldi, l'uomo razionale alla ricerca del profitto quantificherà le mele e farà un equazione con le pere che vada a suo vantaggio, e nonostante questo fosse stato certamente pratica in uso tra persone che professionalmente commerciavano, è assurdo pensare che fosse la modalità di scambio di intere comunità, quantificazione ed equazione in termini così arbitrari possono solo portare "zizzania" tra persone che forse (ma anche no) troveranno coincidenza nei loro bisogni. Sacrificio e dono, sono invece disinteressati al profitto materiale, si può argomentare che vengano usati per ottenere "credito sociale", ma questo esula immediatamente dalla dimensione individuale del problema.
Un altra ragione per cui questa nozione è importante, è interpretare molte cose del passato. Un esempio semplice potrebbe essere il Vangelo, nel famoso passaggio di Gesù che entra al tempio e rovescia i tavoli dei mercanti. In una visione antropoligicamente "smithiana" il passo praticamente non ha senso, il tempio era da sempre il luogo dove avvenivano determinati scambi di beni pregiati, di che si sta meravigliando Gesù? Presumibilmente, e il cristianesimo non è un eccezione in questo ma la regola, ci troviamo nel punto della storia dove molte economie stavano monetarizzandosi in maniera molto forte, Gesù e altri profeti del cosidetto "periodo assiale" vivono in un contesto fortemente "globalizzato" dove le rotte commerciali si estendono come mai prima d'ora ed i grandi regni battono moneta in maniera mai vista prima.. i "mercanti" in questo caso sono gli "homo oeconomicus" che stanno desacralizzando il luogo che era destinato precipuamente al dono e al sacrificio "disinteressato". Questa storia però non raccontatela ai devoti protestanti americani, ancora non capiscono il significato dei trenta denari, gli potrebbe esplodere il cervello..
Un altra applicazione di questa nozione sottende quanto sostenuto "da wikipedia" ovvero che il baratto era principalmente usato tra sconosciuti e tra nemici. E ora che viviamo in una cultura totalmente devota al profitto individuale, e la società si sta atomizzando tra sconosciuti e nemici, potrete trarre da voi e vostre conclusioni. C'è una istintuale repulsione verso il profitto come "sterco del demonio" che percorre l'intera società umana, motivo per il quale è normale nella storia vedere che i mercanti sono quasi ubiquamente considerati una delle più infamanti delle professioni, repulsione che sopravvive ancora oggi, con Ipazia che cerca sempre l'argent per trovare la prostituzione intellettuale. E costantemente, allo strabordare del profitto individuale nella società, le popolazioni si ribellano fondando nuove religioni, cercando di ri-legarsi insieme dopo che il profitto li ha divisi.
In conclusione, è assolutamente sbagliato rimpiangere il baratto, perchè è una finzione storica e una perversione ideologica, tuttavia è assolutamente possibile rimpiangere un mondo dove il dono e il sacrificio ricoprano ancora un ruolo determinante nella vita degli individui e delle comunità. Ieri ho portato due bottiglie di vino ad un vicino, non per barattarle o in attesa di un profitto, al massimo se buco una gomma davanti a casa sua spero mi dia una mano, e mi sono realizzato così, perchè più ci avviciniamo all'istintualmente vero, più siamo veramente felici.
Citazione di: InVerno il 02 Settembre 2023, 13:07:05 PMTuttavia, nonostante sia radicata la considerazione del baratto come prima fase storica di economia commerciale, non vi è alcuna prova storica, antropologica o etnologica dell'esistenza di una società o di un'economia basate principalmente sul baratto. Al contrario le società non monetarie operavano largamente secondo il principio dell'economia del dono e del debito. Quando di fatto ci s'imbatte nel baratto, si tratta usualmente di scambi tra soggetti completamente estranei o probabili nemici.
Hai ragione.
Ho coltivato pomodori per la prima volta quest'anno.
E' andata bene e non immaginavo di ottenere un surplus.
Ho iniziato a regalarli ai vicini perchè non andassero sprecati.
Io, che non avevo mai capito cosa fossero i soldi, credo adesso di averlo capito.
Ho capito cioè che i soldi sono una tappa di un percorso che viene da lontano, e che non c'è miglior modo per comprendere ciò che viene prodotto da un percorso, che anche solo accennare quel percorso, immaginandolo per il resto.
Mi sembra di aver notato però che per innescare le conflittualità non occorra giungere allo step successivo, quello del baratto.
Infatti mi è parso che chi riceve il dono tenda poi a pretenderlo, fino a lamentarsi della qualità del dono successivo, se quella del dono precedente era migliore.
Allargando la prospettiva a partire da questo semplice esempio, se dono qualcosa rischio di innescare una dipendenza economica, che trasformo il dono in un obbligo.
Più in generale il dono penso sia più una scusa per socializzare e il vantaggio, più che aspettarsi ficodindia in cambio di pomodori, sia ogni vantaggio che può derivare dalla socializzazione.
Ma la socializzazione include i conflitti in sè.
Il conflitto cioè è insito nella socializzazione, e il baratto più che generare un conflitto può essere il prodotto di un conflitto che inizia con uno scambio più o meno unilaterale di doni.
@InVerno Ammetto che ho usato la "
reductio ad barattum" con superficialità, senza essermi adeguatamente informato in merito; carenza che ti ringrazio di aver colmato fornendo per giunta spunti interessanti.
Un passaggio che mi ha colpito è quello fra la citazione di Wikipedia che parla di «economia del dono e del debito» e le tue successive considerazioni su «dono e sacrificio»; in questa sostituzione di «debito» con «sacrificio», fermo restando il «dono», c'è forse qualcosa di esplicativo sulla matrice da cui provengono le tue riflessioni (ma non sono psicologo né tuo biografo, quindi ora lascio da parte il mittente e mi concentro sul messaggio).
Il debito è categoria economica inaggirabile, non tanto perché la "legge della casa" (eco-nomia) presuppone che i figli siano "in debito" con i genitori che li sfamano e quindi li "ripaghino" (direbbe Smith) prima con obbedienza e poi con cure nella senilità; né perché fra le prime forme di "scrittura sistematica" ci sono appunti cuneiformi sui debiti. Il debito è categoria interpersonale fondamentale perché è anzitutto una forma di rapporto utilitaristico con l'altro, di gestione e
condivisione delle risorse, ma anche di bilanciamento della convivenza; a farla breve, è uno dei pilastri del vivere sociale adattativo e non autolesionista (il sacrificio sistematico, a differenza del debito sistematico, è concetto
praticato da pochi e direi persino, a suo modo, poco "naturale", in tutti i sensi del termine).
In fondo, il furto è da sempre considerato esecrabile proprio perché non costituisce debito; rubare è un modo, violento o truffaldino, di violare l'economia del debito: si prende, ma non si (ri)dà. Il danno, individuale e sociale, non è tanto il prendere senza permesso, quanto il non (almeno promettere di) restituire, di saldare il debito dovuto all'appropriazione o all'uso di risorse. Tale debito, almeno concettualmente, prescinde dalla materialità della sua estinzione, tramite baratto o denaro, e resta comunque come vincolo, se non altro di servizi o favori di sdebitamento (ed è bene non illudersi che sia solo questione di proprietà privata o meno: se Tizio si prende il
mio pollo che stavo allevando con cura e se lo mangia, anche in un mondo in cui è vietata la proprietà privata, tenderei a considerarlo in debito con me di un pollo; salvo accettare di dilettarmi a sfamare polli che sfamano Tizio, senza mai sfamare me stesso...).
Citazione di: iano il 02 Settembre 2023, 15:20:40 PMHai ragione.
Ho coltivato pomodori per la prima volta quest'anno.
E' andata bene e non immaginavo di ottenere un surplus.
Ho iniziato a regalarli ai vicini perchè non andassero sprecati.
Io, che non avevo mai capito cosa fossero i soldi, credo adesso di averlo capito.
Ho capito cioè che i soldi sono una tappa di un percorso che viene da lontano, e che non c'è miglior modo per comprendere ciò che viene prodotto da un percorso, che anche solo accennare quel percorso, immaginandolo per il resto.
Ciao Iano, le tue parole mi fanno capire che hai compreso bene ciò che intendevono comunicare, perciò ti aggiungo un dato "provocatorio" se vuoi.. immagina che i pomodori che hai donato all'amico non fossero stati donati ad un amico qualsiasi, ma alla stessa persona che ti ha aiutato mesi prima e ti ha portato le canne per sorreggerli, te le ha donate ovviamente perchè ne aveva un surplus. Tu valuti l'atto singolo, ma devi inserirlo in un "contesto a catena" dove lo scambio di doni avviene costantemente, sei davvero sicuro, tralaltro, che questo amico comincerebbe a pretendere più pomodori, o a lamentarsi della qualità del dono? Penso che questi siano comportamenti tipici di chi i doni è più abituato a riceverli che a contraccambiarli, è normale in una società quasi interamente valutata perchè si tratta di interruzioni non della norma, altrimenti comincerebbe a balenargli il dubbio che l'anno prossimo ti debba dare ancora più canne. Infatti non intendevo dire che senza valute cessa qualsiasi quantificazione dello scambio, perlomeno ad un livello molto generico, i rapporti energetici tra le persone devono rimanere "equilibrati". Ci sono ovviamente i "pirati", o in inglese i "freebooters", che tentano di ricevere il più possibile offrendo nulla o poco, ma questi lo devono fare nell'oscurità e se vengono beccati di solito sono ostracizzati in varie maniere (nelle società sane). Ci sono diverse metodologie per misurare gli "scambi sociali", e solo il sacrificio prevede la totale assenza di "aspettative future" (o perlomeno sono talmente indeterminabili da essere irrilevanti) il dono viene fatto con la consapevolezza di un "credito sociale" che effettivamente verrà riscosso (vedi risposta a Phil), tuttavia essendo inquantificato od inquanticabile, è praticamente impossibile razionalizzare il profitto (meglio due pere o due mele?). Penso che le persone a cui hai donato i pomodori, fossero ben integrati in un contesto di dono e sacrificio, non avrebbero mai preteso un bel niente, ma avrebbero "ringraziato Dio" che gli sono arrivati dei pomodori... infatti nel passato, tendevano particolarmente a "ringraziare Dio" per i pomodori, cioè le dinamiche sociali che gli permettevano di ricevere doni e sacrifici.
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2023, 16:46:48 PM@InVerno
Ammetto che ho usato la "reductio ad barattum" con superficialità, senza essermi adeguatamente informato in merito; carenza che ti ringrazio di aver colmato fornendo per giunta spunti interessanti.
Un passaggio che mi ha colpito è quello fra la citazione di Wikipedia che parla di «economia del dono e del debito» e le tue successive considerazioni su «dono e sacrificio»; in questa sostituzione di «debito» con «sacrificio», fermo restando il «dono», c'è forse qualcosa di esplicativo sulla matrice da cui provengono le tue riflessioni (ma non sono psicologo né tuo biografo, quindi ora lascio da parte il mittente e mi concentro sul messaggio).
Ciao Phil, mi fa piacere che hai notato che ho operato quella distinzione, il dono a mio avviso prevede che una delle due parti contragga un "debito", perciò quel binomio descrive una complementarità che a me sembra un pò pleonastica, ho inserito il sacrificio perchè a mio avviso descrive meglio una seconda modalità di cessione delle risorse che non prevede una continuità nel futuro, anzi scoraggia (nascondere la mano) di rendere "futuribile" l'atto, lo pone nell'immediato presente. Perciò non volevo omettere l'importanza del debito, ma aggiungere una diversa modalità della condivisione di risorse anch'essa svolta nei "templi". Se il problema pratico del baratto è l'emergere di una discordanza di bisogni (a me non servono le pere e a te non servono le mele), il dono e il sacrifio permettono già di "valutare" metafisicamente e permettere lo scambio. In termini poveri, sacrificando un maiale al tempio cedi delle risorse alla comunità senza che nessuno entri in debito diretto con te, questo si paleserebbe se avessi donato un maiale ad una specifica persona della comunità.
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2023, 16:46:48 PMIn fondo, il furto è da sempre considerato esecrabile proprio perché non costituisce debito; rubare è un modo, violento o truffaldino, di violare l'economia del debito: si prende, ma non si (ri)dà. Il danno, individuale e sociale, non è tanto il prendere senza permesso, quanto il non (almeno promettere di) restituire, di saldare il debito dovuto all'appropriazione o all'uso di risorse. Tale debito, almeno concettualmente, prescinde dalla materialità della sua estinzione, tramite baratto o denaro, e resta comunque come vincolo, se non altro di servizi o favori di sdebitamento (ed è bene non illudersi che sia solo questione di proprietà privata o meno: se Tizio si prende il mio pollo che stavo allevando con cura e se lo mangia, anche in un mondo in cui è vietata la proprietà privata, tenderei a considerarlo in debito con me di un pollo; salvo accettare di dilettarmi a sfamare polli che sfamano Tizio, senza mai sfamare me stesso...).
Poco alla volta ci si avvicina all'
essenza della questione. Non tutte le proprietà sono furto, ma alcune lo sono, in quanto si appropriano di beni socialmente ed eticamente inalienabili. Il baratto resta fuori da questa alienazione e, a differenza del furto, anche legalizzato, avviene tra contraenti alla pari.
Lo "sterco del diavolo" è tale in quanto è lo strumento principe di occultamento del furto. In quanto tale ha avuto sempre più fortuna fino alla nostra epoca che ha reso Brenno e la sua spada la norma canonica dell'economia. Da cui ci si salva, almeno l'anima, barattando tra pari.
@InVerno Non sono certo di aver capito il ruolo del "tempio", anche se mi pare di intuire sia centrale: se sacrifico un maiale al tempio, magari senza intermediazione sacerdotale (per evitare "bocconi del prete" anche in versione suina), poi qualcuno (non a caso, suppongo) è
chiamato a spartire il maiale per la comunità (che è un singolare ingannevole, essendo fatta di timidi e di volponi, di avidi e di altruisti, etc.), oppure intendi che il maiale viene donato, sacrificato e ognuno poi ne dispone "liberamente" (che è
per me una parolaccia se abbinata alla gestire di una risorsa cruciale)?
Citazione di: Phil il 03 Settembre 2023, 00:05:51 AM@InVerno
Non sono certo di aver capito il ruolo del "tempio", anche se mi pare di intuire sia centrale: se sacrifico un maiale al tempio, magari senza intermediazione sacerdotale (per evitare "bocconi del prete" anche in versione suina), poi qualcuno (non a caso, suppongo) è chiamato a spartire il maiale per la comunità (che è un singolare ingannevole, essendo fatta di timidi e di volponi, di avidi e di altruisti, etc.), oppure intendi che il maiale viene donato, sacrificato e ognuno poi ne dispone "liberamente" (che è per me una parolaccia se abbinata alla gestire di una risorsa cruciale)?
Per "tempio" intendo un luogo (sociale più che fisico) dove i sacrifici vengono ritualizzati, invogliati e gestiti. Non ci sono più "templi", inteso che il sacrificio è inteso per la comunità ma non ha un ritorno atteso, il tempio più imponente che ho visto in giro è il cassonetto della caritas. La "forza" sociale del tempio è quello di distruggere il ritorno atteso, proprio perchè poi il maiale verrà "gestito" da terzi, non porti un maiale al tempio in attesa di diventare il più famoso "donatore" del villaggio .. Mi viene in mente la chiesa vicino a casa mia, che ogni anno stilava una classifica dei donatori più facoltosi e l'affiggeva sulla porta.. questo è la demolizione del tempio. Ma mi viene anche in mente una piccola comunità cristiana che accettava donazioni di oggetti facendoli inserire in un sacco nero dell'immondizia, non solo per comunicare che i beni materiali erano immondizia, ma perchè così nessuno potesse vedere cosa vi metteva chi vi metteva dentro la mano, quel sacco della spazzatura è "più tempio" di tante chiese.
La metafora del "tempio" porta con sé altre due metafore che mi pare ne rispettino la pertinenza: la "fede" nel dono (fede per molti, ma non per tutti), e il "sacerdote" del tempio, che ne amministra i riti (figura non priva di responsabilità e dunque da eleggere con accurata circospezione).
C'è poi da considerare che il dono è solitamente figlio del surplus, che in quanto tale presuppone la paternità dell'economia del credito/debito, produzione/commercio, vendita/acquisto (o, ostracizzando il denaro, scambio/resa). Nessuno porta al tempio l'unico maiale che ha (e in una società fatta anche di servizi, oltre che di beni, la metafora si complicherebbe ulteriormente, ma non mi ci addentro).
Certamente uno degli innegabili vantaggi delle micro-economie nelle micro-comunità è la "tracciabilità protezionistica" che alimenta la suddetta "fede": se dono un giubbotto, quando poi lo vedo indossato da qualcuno della comunità, lo riconosco e riconosco che il dono non è stato vano (certo, se lo vedo indosso al ricco latifondista del paese, inizio a sospettare della "professionalità" del "sacerdote"). Su alcuni cassonetti di raccolta, almeno dalle mie parti, girano voci spiacevoli, che inevitabilmente mortificano la "fede" del donatore che, nella macro-economia della macro-comunità, già sa che probabilmente non vedrà il suo giubbotto addosso a qualcuno, perché l'"amministratore del tempio" dispone di una rete di distribuzione che va oltre le frequentazioni del donatore. Il dono come sacrificio avulso da un riscontro, secondo me, richiede o molta "fede" o molto surplus, entrambi peculiarità non eccessivamente tipiche della popolazione media.
Forse è proprio questo il nodo centrale: la gran parte dei potenziali donatori, quanto più sa che non troverà riscontro tangibile del suo dono e quanto più sa che il suo dono si disperderà fra mille doni che rallegreranno sconosciuti (estranei alla sua comunità), tanto più ha bisogno dell'incentivo motivazionale di un feedback (magari non necessariamente della gamification, comunque non totalmente ingenua, proposta dal prete con la "top 10" dei donatori, in stile classifica "high scores" del flipper/pinball in sala giochi; non a caso, mi sembra anche l'Avis proponga un'incentivante classifica del genere in base al sangue donato, se non ricordo male). Intendo che, secondo me, si è maggiormente inclini a donare in anonimato per la propria comunità il proprio surplus, tanto più se si è consapevoli del valore relativo-contestuale di ciò che si dona (e si ha pubblico riscontro, non del "merito medagliato" ma dell'effetto del dono), piuttosto che donare al mondo intero una goccia del mare senza ricevere nemmeno un bigliettino di ringraziamento (intendiamoci, c'è chi lo fa, ma in generale non mi sembra una forma economica proponibile sistematicamente). In fondo è lo stesso "movente dell'appartenenza" per cui magari raccogliamo una cartaccia per le strade della nostra comunità, ma quando siamo turisti, non dico siamo i primi a gettarla, ma magari tendiamo a pensare che raccoglierla non ci riguardi più di tanto. Aver cura del mondo come della propria micro-comunità sarebbe uno slogan da "pubblicità progresso" ingenuamente ottimista, che cozza con la constatabile "banalità" della natura umana.
Ben vengano forme di dono e "sacrificio" nelle piccole comunità, ma, proprio come gli equilibri e l'autosostentamento delle comuni, dubito siano scalabili su intere popolazioni (e proprio per questo i "templi" si distinguono come "oasi del sacrificio"); non vorrei dire che la semplicità del dono è sistemicamente costretta a restare sottomessa alle complessità e alle difficoltà delle grandi comunità, ma ormai l'ho già scritto.
Si, sono pressochè concorde, non voglio addentrarmi nel, pur importante, fenomeno della corruttibilità dei "sacerdoti", ma perlomeno dopo aver prestato tanta attenzione ai sostantivi riportare l'attenzione sul verbo reggente la tua frase, ovvero "rimpiangere". Quando dico che è possibile (nel senso di lecito, e forse auspicabile) rimpiangere comunità dove doni e sacrifici tornino ad essere centrali, effettivamente mi rendo conto si potrebbe interpretare come fosse una sorta di "iniezione" di una sostanza ormai aliena, e questo effettivamente sarebbe se parlassimo delle forme contestuali dove questi fenomeni avvengono, eppure se ci prestiamo con duttilità a concentrarci sull'obbiettivo e lasciare che le forme si adeguino a nuovi contesti, non penso che si tratti di un utopia tanto distante. Prendi per esempio la cosidetta "filantropia" che va di moda nel pur individualista mondo protestante, siamo sgamati e sappiamo che queste ricche persone donano principalmente perchè pagare le tasse gli costerebbe di più, però dobbiamo anche tenere conto della pressione sociale che fa si che queste cose accadano, e accadano in una certa maniera e non in un altra. Penso anche che i vantaggi delle "micro comunità" siano molto più estesi di quanto si possa elencare qui, e che un certo "progressismo" tenda a soprassedere su certe limitazioni intrenseche, siamo animali estremamente adattabili, ma questo non significa che non vi sono limiti, c'è un deposito "epigenetico" con cui confrontarci. E' noto per esempio che esiste un "limite" alle connessioni umane significative che riusciamo a mantenere contemporaneamente (circa un centinaio), chiunque sta vivendo in una "macro comunità" in realtà interagisce con un numero "micro" di persone, accede certamente ad una moltitudine di servizi incoparabili rispetto a chi vive in comunità più piccole.... ma non credo che si possa individuare un numero minimo di servizi per il benessere umano, ma c'è un numero minimo di persone con cui si è "costretti" ad interagire se si vuole evitare la depressione e l'autodistruzione. E' un pò il paradosso dei cosidetti "dating sites", in teoria dovevano essere questi meravigliosi servizi che ti permettevano di conoscere un numero "macro" di potenziali partner, ma a conti fatti, abbiamo scoperto che hanno completamente devastato i rapporti tra uomini e donne mettendoli in una competizione di mercato individualistica, e che le persone che vi accedono in realtà diminuiscono drasticamente il numero di potenziali partner rispetto a chi apre la porta ed esce di casa. Stessa cosa vale per le città, sono talmente "macro" dall'essere ormai diventate il simbolo del "massimo micro", ovvero delle persone sole (e sotto antidepressivi). Allo stesso tempo, penso che in realtà questa dicotomia sia falsa, non c'è bisogno di contrapporre micro e macro comunità quando possono, come una matrioska, essere contenuti uno nell'altro, e seguendo il principio di sussidiarietà, anche sentirsi "pienamente" rappresentati. C'è questo interessante neologismo, "glocal", che intende infatti suggerire la possibilità che si può coniugare una vita micro con una società macro, specialmente grazie ad internet. Comunque si, se volete non chiudere la porta di casa a chiave quando uscite dovete spostarvi in una micro comunità, non c'è modo di "iniettare" certe cose in contesti che non le contengono.
Riprendendo la tua ultima considerazione, direi che sfondi una porta mai nemmeno montata se evidenzi i limiti sociali quantitativi dell'uomo, ricordando che la sua cerchia di "branco relazionale" non può mai essere esteso come una macro-comunità urbana e anche se può agevolmente videochiamare in Giappone, avere followers in Sudafrica e collaborare in smart working con la Norvegia, alla fine dei conti le persone con cui interagisce direttamente e significativamente, saranno al massimo un centinaio. Magari è una micro-comunità delocalizzata in ogni continente, una "comunità touchless" (a prova di Covid, se mi passi la battutaccia), che non si è mai toccata e per i compleanni condivide spumante e torte solo con le emoticons, ricca di dialogo interculturale e proficui scambi di vedute, ma alla fine, come dice il saggio, «cento vale cento» e cento non è una macro-comunità.
Questo per me è il limite delle dinamiche, come il dono o il sacrificio, che sono "condannate" dalla loro "natura" a non poter diventare veramente politiche, restando "solamente" morali nel giudizio altrui e piuttosto individuali nella pratica (il che comprende anche fenomeni come la filantropia, l'eroismo, etc.): quanto più la polis è estesa, tanto più elevare a legge la consuetudine della micro-comunità è secondo me fallimentare, per limiti non spaziali, né temporali, né tecnologici, bensì antropologici (il suddetto relazionarsi "a base cento", con il 101mo che è già meno significativo in quanto "borderline" della nostra "comunità affettiva"; d'altronde, come recita più o meno l'antico adagio, «templi e maiali dei paesi natali», anche se tale "paese" è dislocato nel "villaggio globale").
Ha senso rimpiangere la micro-comunità con i suoi vantaggi (non che sia priva di difetti, ovviamente), ma ne ha molto meno proporla come modello politico (quindi non solamente come buon esempio) scalabile per macro-comunità. La mia osservazione era derivata (in tutti i sensi) da quella di Gramsci che parlava infatti di «tutta la società»(cit.), intendendola come macro-comunità, da cui il mio ritenere insensato rimpiangere il baratto anche se, come mi hai giustamente segnalato, non può davvero esser rimpianto non essendo mai stato forma egemonica (almeno non da quello che possiamo verificare; il che, a pensarci bene, sarebbe perfettamente compatibile con l'egemonia del baratto, soprattutto se inteso in modo "asincrono"; tuttavia non voglio competere con gli storici; ubi maior minor cessat).
Noto, al contrario di phil, una fuga dalle metropoli e una crescente attrazione verso microcomunità in rotta di collisione con l'omologazione metropolitana. Anche questa è politica, con una componente antagonistica non sottovalutabile, capace pure di pensare con la testa propria una volta realizzato il progetto e azzerato il rumore di fondo mainstream.
Prima di introdurre i likes sul forum avevo qualche preoccupazione che lo strumento avrebbe pervertito il forum in una gara di popolarità, non un forte dubbio perchè il contesto su cui è applicato mi sembra comunque "salvo" da queste degenerazioni, ma sarebbe stato un peccato se fosse accaduto, invece toglie molto lavoro alla moderazione che doveva costantemente cancellare messaggi con scritto semplicemente "sono d'accordo" senza aggiungere altro, perciò beccatevi un like!
Recentemente è stata "collaudata" la versione vinicola dell'"affare Sokal":
https://www.open.online/2023/09/08/belgio-scherzo-trasmissione-tv-vino-supermercato-vince-premio-internazionale/
Premiazione che trova conferma nel
sito ufficiale; come vana attenuante si sarebbe potuta giocare almeno la carta dell'
omonimia. C'è abbastanza grottesco o sono
off topic?
No no, non ti preoccupare della grotta, anche perchè il secondo significato era platonico, quindi vediamo di uscire dalle ombre di questa vicenda, che casca a fagiuolo per diversi motivi, compreso che domani farò la mia vendemmia, quindi grazie per averla linkata.
Innanzitutto per ristorare un pò di fede nei sommelier, non tutti, ma almeno nella professione in sé, ti linko questo
https://www.youtube.com/watch?v=w4RakOEZpMQ
Poi ti propongo una spiegazione razionale a queste "confusioni", non nuove, che principalmente ha a che fare con la commodificazione del vino. Il prezzo sull'etichetta di un vino a che fare con decine di fattori, ma se prendiamo un vino non particolarmente inflazionato da fattori di mercato (ricercatezza, rarità, apprezzatura, concorsi etc) ci troviamo principalmente con due variabili: l'uva e la cantina (cantina=processi di produzione). Ci sono uve che costano più delle altre, alcune anche moltissimo, ma in generale, al di là della quantificazione dei prezzi, a livello percettivo, culturale, di marketing etc.. la cantina ha un peso fortissimo sul prezzo, il nome stesso del vino e sull'etichetta è legato principalmente al produttore, l'uva scompare, e richiede (giustamente) che ad una maggiore sofisticazione della produzione corrisponde un maggior prezzo di etichetta.
La mia domanda molto semplice è: e se l'uva che è finita nella bottiglia da 2,50€ era buona..? Molto buona? Anche se la cantina che l'ha prodotto l'ha schiacciato coi piedi del figlio del proprietario e l'ha filtrato con delle lenzuola strappate, e anche se durante la coltivazione sono state fatte pochissime lavorazioni ed è costata quasi niente al cantiniere.. e se l'uva era buona? Siamo davvero così sicuri di quanta importanza diamo al capitalista, anzichè alla natura? E quanto questi sommelier sono instrumentali a mantenere in piedi una ideologia gonfia prezzi, anzichè a dirci quale vino è buono, che è una questione soggettiva?
Questo mi rimanda a ciò che diceva spesso chi mi ha insegnato a fare il vino, cioè mio nonno, che ogni volta che qualcuno gli proponeva del vino commerciale lo rifiutava, portava la sua bottiglia sul tavolo e orgoglioso e giulivo se ne usciva dicendo "questo vino è fatto d'uva" che almeno immediatamente può sembrare lapalissiano, ma che in realtà intende una forte confindenza nella qualità delle materie prime anzichè sui metodi di produzione, non avrebbe mai detto, per quanto altrettanto lapassiano potrebbe sembrare "questo vino è fatto in cantina".
E non vorrei sembrare campanilistico, ma tutta questa attenzione sullo chateu de brian du maison della coté, è molto francese e molto poco italiano a mio avviso, e noi italiani dovremmo respingere questa capitalizzazione della produzione. Lo si ravvisa anche nella cucina, non esistono ricette italiane tradizionali con centociquanta ingredienti di cui metà esotici che attraversano dodici fasi di lavorazione con il nome dello chef stampato sul piatto, sono spesso cinque o sei ingredienti, lo chef ha i baffi sporchi di panna e ha spadellato due minuti. O almeno era così, prima che la guida Michelin (ma guarda te che caso) decidesse di far decidere agli "accademici del gusto" chi fosse lo chef star più bello del bigoncio. Ovviamente, la cucina francese nasce con Caterina de Medici alla corte di Francia, la cucina italiana nasce grattando le padelle.
Quindi è un pò di tempo che sto condensando una mia "filosofia del vino" (ciao salutisti) e fare una sorta di manifesto anche per presentarlo a chi dovrei venderlo, e ho deciso che farò una bella colonna intitolata "le tecniche vinicole che non utilizzo" e vi metterò elencate tutte le tecniche che riesco a reperire nel mondo vitivinicolo, e una seconda colonna intitolata "cosa faccio" e vi scriverò semplicemente, la raccolgo, la schiaccio e la filtro per gravità. Perchè sono le uniche cose che faccio, il minimo indispensabile alla produzione e alla conservazione. L'idea è quella di, anzichè spacciare il vino come uscisse dalle mie ascelle, riportare il vino ad una sua dimensione naturale, di fotografia della natura, dove la sofisticazione (un pò come le spezie) serve per nascondere i difetti ed i gravami, ma il gusto è dato dall'acino. E a volte fa schifo... non schifo al sommelier, schifo che lo sputi o non ne vuoi altro, è raro, ma capita, sopratutto senza aggiunte di conservanti, e te lo bevi che sa di aceto, perchè quell'anno è andata così. Non è la natura che si adatta, sei tu. La gente ci faceva il palato al vino acetato, i romani davano l'aceto ai soldati perchè era dissentante ed era stradiffuso e conquistavano solamente i territori dove era possibile produrne altro.. dopo un pò ti comincia a piacere ;)
In realtà cerco di evitare l'acetizzazione, però siccome la quantità di solfiti che metto nel vino è veramente una frazione infinitesimale, capita che la gente lo porti a casa in macchina o in areo, sballonzolando ad alte temperature per ore e chilometri, e quando arriva a casa si trova un vino acetato. Li avviso, non c'è garanzia commerciale del trasporto, e se vogliono berlo ancora gli conviene tornare qua. Il vantaggio, è che prima che gli venga il cerchio alla testa tipico di chi ha bevuto più solfiti che vino, saranno già ubriachi da un bel pezzo.
Citazione di: InVerno il 11 Settembre 2023, 14:27:00 PMNo no, non ti preoccupare della grotta, anche perchè il secondo significato era platonico, quindi vediamo di uscire dalle ombre di questa vicenda, che casca a fagiuolo per diversi motivi, compreso che domani farò la mia vendemmia, quindi grazie per averla linkata.
Innanzitutto per ristorare un pò di fede nei sommelier, non tutti, ma almeno nella professione in sé, ti linko questo
https://www.youtube.com/watch?v=w4RakOEZpMQ
Poi ti propongo una spiegazione razionale a queste "confusioni", non nuove, che principalmente ha a che fare con la commodificazione del vino. Il prezzo sull'etichetta di un vino a che fare con decine di fattori, ma se prendiamo un vino non particolarmente inflazionato da fattori di mercato (ricercatezza, rarità, apprezzatura, concorsi etc) ci troviamo principalmente con due variabili: l'uva e la cantina (cantina=processi di produzione). Ci sono uve che costano più delle altre, alcune anche moltissimo, ma in generale, al di là della quantificazione dei prezzi, a livello percettivo, culturale, di marketing etc.. la cantina ha un peso fortissimo sul prezzo, il nome stesso del vino e sull'etichetta è legato principalmente al produttore, l'uva scompare, e richiede (giustamente) che ad una maggiore sofisticazione della produzione corrisponde un maggior prezzo di etichetta.
La mia domanda molto semplice è: e se l'uva che è finita nella bottiglia da 2,50€ era buona..? Molto buona? Anche se la cantina che l'ha prodotto l'ha schiacciato coi piedi del figlio del proprietario e l'ha filtrato con delle lenzuola strappate, e anche se durante la coltivazione sono state fatte pochissime lavorazioni ed è costata quasi niente al cantiniere.. e se l'uva era buona? Siamo davvero così sicuri di quanta importanza diamo al capitalista, anzichè alla natura? E quanto questi sommelier sono instrumentali a mantenere in piedi una ideologia gonfia prezzi, anzichè a dirci quale vino è buono, che è una questione soggettiva?
Questo mi rimanda a ciò che diceva spesso chi mi ha insegnato a fare il vino, cioè mio nonno, che ogni volta che qualcuno gli proponeva del vino commerciale lo rifiutava, portava la sua bottiglia sul tavolo e orgoglioso e giulivo se ne usciva dicendo "questo vino è fatto d'uva" che almeno immediatamente può sembrare lapalissiano, ma che in realtà intende una forte confindenza nella qualità delle materie prime anzichè sui metodi di produzione, non avrebbe mai detto, per quanto altrettanto lapassiano potrebbe sembrare "questo vino è fatto in cantina".
E non vorrei sembrare campanilistico, ma tutta questa attenzione sullo chateu de brian du maison della coté, è molto francese e molto poco italiano a mio avviso, e noi italiani dovremmo respingere questa capitalizzazione della produzione. Lo si ravvisa anche nella cucina, non esistono ricette italiane tradizionali con centociquanta ingredienti di cui metà esotici che attraversano dodici fasi di lavorazione con il nome dello chef stampato sul piatto, sono spesso cinque o sei ingredienti, lo chef ha i baffi sporchi di panna e ha spadellato due minuti. O almeno era così, prima che la guida Michelin (ma guarda te che caso) decidesse di far decidere agli "accademici del gusto" chi fosse lo chef star più bello del bigoncio. Ovviamente, la cucina francese nasce con Caterina de Medici alla corte di Francia, la cucina italiana nasce grattando le padelle.
Quindi è un pò di tempo che sto condensando una mia "filosofia del vino" (ciao salutisti) e fare una sorta di manifesto anche per presentarlo a chi dovrei venderlo, e ho deciso che farò una bella colonna intitolata "le tecniche vinicole che non utilizzo" e vi metterò elencate tutte le tecniche che riesco a reperire nel mondo vitivinicolo, e una seconda colonna intitolata "cosa faccio" e vi scriverò semplicemente, la raccolgo, la schiaccio e la filtro per gravità. Perchè sono le uniche cose che faccio, il minimo indispensabile alla produzione e alla conservazione. L'idea è quella di, anzichè spacciare il vino come uscisse dalle mie ascelle, riportare il vino ad una sua dimensione naturale, di fotografia della natura, dove la sofisticazione (un pò come le spezie) serve per nascondere i difetti ed i gravami, ma il gusto è dato dall'acino. E a volte fa schifo... non schifo al sommelier, schifo che lo sputi o non ne vuoi altro, è raro, ma capita, sopratutto senza aggiunte di conservanti, e te lo bevi che sa di aceto, perchè quell'anno è andata così. Non è la natura che si adatta, sei tu. La gente ci faceva il palato al vino acetato, i romani davano l'aceto ai soldati perchè era dissentante ed era stradiffuso e conquistavano solamente i territori dove era possibile produrne altro.. dopo un pò ti comincia a piacere ;)
In realtà cerco di evitare l'acetizzazione, però siccome la quantità di solfiti che metto nel vino è veramente una frazione infinitesimale, capita che la gente lo porti a casa in macchina o in areo, sballonzolando ad alte temperature per ore e chilometri, e quando arriva a casa si trova un vino acetato. Li avviso, non c'è garanzia commerciale del trasporto, e se vogliono berlo ancora gli conviene tornare qua. Il vantaggio, è che prima che gli venga il cerchio alla testa tipico di chi ha bevuto più solfiti che vino, saranno già ubriachi da un bel pezzo.
Ho visionato per intero il video consigliato dove il sommelier ci fa proprio un gran figurone, indifferente a tutti i tentativi di confonderlo segue la sua stella polare (il palato...) dovesse costargli la reputazione (sempreché il video non sia "confezionato" in tal guisa).Le iperboli con cui Peter classifica il Bordeaux 2000 Haute-Brion mi hanno richiamato alla memoria le coltivazioni di convolvoli nella Cina reale di un tempo... solo per scegliere il miglior fiore da dedicare all'imperatore. Un fiore dura un giorno... mentre una bottiglia dura ben di meno (l'ossigenazione alla lunga degraderà le preziose componenti-essenze) nelle mani (e nella bocca) del simpatico Peter.Come c'è un solo Nov. Djokovic così ci sono eccellenze inarrivabili nelle strutture a piramide di ogni cosa e personalmente non provo la minima invidia per alcuna... guardando alla mia personale infinitesima piramide ho avuto momenti in cui mi son trovato sul pyramidion (la punta) e son grato all'aceto di tutti i giorni per avermelo permesso.
Sì, quale vino sia buono è una questione soggettiva ma all'interno di parametri oggettivi, codificati dall'esperienza (salvo barare...).Non comprerei mai una bottiglia da 915 euro... ma nel caso (improbabile) mi venisse regalata inviterei i miei pochi amici e Ipazia per condividerla.Bel post, InVerno, e sempre istruttive le esperienze della tua vita agreste. CordialementJean
Citazione di: Jean il 11 Settembre 2023, 18:36:21 PMNon comprerei mai una bottiglia da 915 euro... ma nel caso (improbabile) mi venisse regalata inviterei i miei pochi amici e Ipazia per condividerla.
Aggiungo, per non essere frainteso, uno è libero di farsi pagare e pagare quanto vuole, ma il limite è esattamente questo: quando il vino sa di senso di colpa per quanto l'hai pagato è molto molto peggio dell'aceto. Sembra una banalità, ma mi è capitato parecchie volte di andare a mangiare fuori e vedere un amico che ordina una bottiglia molto costosa e poi vederlo sorseggiare con la punta della lingua.. a quel punto, se sei suo amico, ordini una boccia di vino della casa e lo liberi dal fardello, se sei sadico lo butti giù in un sorso come fosse acqua e continui a parlare.
In fondo, ed in questo sono colpevole anche io, non ci sono più poche cantine che riescono a riprodurre il vero retrogusto del vino. La vendemmia richiede più manodopera che nel resto dell'anno, dieci volte, oggi chiamano immigrati e studenti, li pagano poco ma li pagano. Non si va più di famiglia in famiglia ad aiutarsi a vicenda, e allora il vero retrogusto del vino, quello della solidarietà e del convivio, come lo riproduci? Anche quella bottiglia da 915 euro non ce l'ha, perchè è nella memoria non nella bottiglia. Per ora il vigneto è abbastanza piccolo che ce la faccio da solo, magari fra qualche anno ti chiamo, ma non ti pago!
Cordialmente,
InVerno.
Stavolta concordo con InVerno. Ricordo ancora il gusto di un cabernet rosato della mia giovinezza, vendemmiato con parenti e amici nella vigna di uno zio che provvedeva a tutto: tino (vinificazione veloce), damigiane (con olio in testa), due purghe e bottiglione in cantina. Al fresco durava un'anno, e dopo 3/4 mesi era al top. Sapeva dei grappoli della vendemmia, come nessun altro vino che abbia bevuto. Impagabile. Comunque, grazie Jean.
Citazione di: InVerno il 24 Maggio 2022, 17:18:12 PMA proposito di vino e olive, la ripresa vegetativa del vigneto sta andando mi sembra bene
(https://i.imgur.com/1TIoPux.jpg)
Quest'anno ho deciso di integrare i trattamenti con dell'olio di neem e vediamo se migliora la situazione oidio che comunque l'anno scorso non ha impattato più di tanto, peggio ha fatto il cinghiale, per cui quest'anno ho ricostruito 500m di recinzione con una siepe di eleagno per irrobustire, fa delle bacche dolci e simpatiche, ma non saprei ancora che farmene. Per quest'anno grappoli ancora a terra, dall'anno prossimo dovrei andare in produzione e comincerò ad allevare il bianco probabilmente un misto albarola/vermentino, con cui vorrei ricominciare a produrre un tipico passito della zona (simil-sciacchetrà).
In espansione anche l'oliveto, con un altra trentina di piante da aggiungere alle trenta presenti ora, per un totale di sessanta. Mi sono seccati gli impollinatori (pendolino) non so per quale motivo perchè la piantumazione era piuttosto tarda e gelate non ne sono arrivate, il leccino ha retto perfettamente. Misteri.
(https://i.imgur.com/oeK8uwC.jpg)
Il castagneto è in ottima ripresa, sembra che gli antagonisti del cinipide galligeno abbiano fatto il loro dovere e le galle si sono ridotte decisamente, purtroppo l'anno scorso ho saltato la raccolta per problemi familiari + una resa bassa per via dell'aridità che mi ha fatto desistere.
L'espansione più significativa però è probabilmente la serra, grazie alla quale ora posso partire da seme praticamente con ogni cultura (in foto, a sinistra, cinquanta pomodori pronti a lasciare la portaerei), il che mi rende finalmente autosufficiente da questo punto di vista, oltre ad anticipare le produzioni. I peperoni sono rimasti nanizzati comunque, strano anche questo. Non è riscaldata ma con dei fogli da 6mm l'isolamento termico è decisamente superiore al nylon, soddisfatto anche dalla qualità strutturale, ci sono salito sopra per raggiungere un ramo di ciliege senza problemi.
(https://i.imgur.com/lUgVZKE.jpg)
Buona annata anche per fragole, ciliege, e presto lamponi. Anche le prugne promettono molto bene, finalmente, ormai siamo al sesto anno dalla piantumazione e oltre a contendermele con gli uccelli e occasionali mal di pancia, non sono ancora arrivato alla quantità necessaria per ottenere ciò che volevo: fare la grappa di prugne. L'ho provata e riprovata in giro, anche nel veneto da marche rinomate: robaccia colorata e dolciastra, nessun retrogusto di mandorla, bassa gradazione...insomma, chi fa da sé fa per tre.
L'ospitalità, è forse il capitolo che va più a rilento, due anni fa ho cominciato la conversione del fienile per aggiungere sei posti letto.. i costi dei materiali moltiplicano, la manovalanza si da alla macchia, i miei soldi sono pochi, così me la cavicchio a pezzetti nel tempo libero.. quest'inverno mi sono divertito a fare una capriata di rinforzo, però spero di arrivare a fine lavori per marzo prossimo.
(https://i.imgur.com/8Nxriqv.jpg)
Buon anno InVerno,
mi era piaciuto questo tuo post ben corredato di foto ed esaurienti spiegazioni riguardo la tua attività e attendevo qualche aggiornamento... anche per programmarmi, nel caso, per la vendemmia 2024... (pagamento in natura... la felicità....) ;D
bel lavoro la capriata (adoro i tetti in legno).
Cordialement
Jean
Ciao Jean, ti aggiorno volentieri anche se non ho molte foto nuove
Con le olive ho subito uno stop, ho scoperto dopo un mese o due che la metà avevano un verme all'interno del fusto che aveva danneggiato i vasi linfatici, ho provato a siringarle ma era troppo tardi. Penso che siano arrivate infette dal vivaio, altrimenti non mi spiego una velocità di "contagio" simile anche tra piante distanti, quindi quest'anno dovrò ripiantarne metà.
Per quanto riguarda l'uva un altro stop, il vigneto che ho impiantato sta crescendo rigoglioso e quest'anno ho tenuto 2\3 grappoli per pianta, l'anno prossimo farò fruttificare la maggior parte delle piante a pieno, ma avendo eradicato il vecchio sono ancora sui 300litri. Però la parte importante del vigneto era salvare il vitigno autoctono, e non fidandomi di me stesso ho dato le marze ad un innestatore, che me le ha ridate a febbraio scorso, ma pochissime hanno germogliato in primavera.. non so se è colpa di chi ha innestato o mia, ma è un altro capitolo che si aggiunge al libro del "chi fa da solo fa per tre". Dovrò rimandare la messa a dimora del bianco e riprovare con l'autoctona.
Quest'anno sono andato bene col castagneto, che sta molto meglio dopo la potatura e l'inserimento dell'insetto predatore e da cui ho prodotto circa due quintali di farina, che è sparita in una settimana (ne ho tenuta comunque per la vendita dettaglio, se siete interessati scrivetemi in privato), ed essendo la prima volta che seguo tutta la trafila senza soci direi che almeno un ciclo produttivo è completo, l'anno prossimo proverò a raddoppiare la produzione e forse associarmi con un vicino.
La capriata è stata simpatica perchè non era presente nel fienile, c'era un palo, e per metterla in tensione è stato necessario flettere il trave centrale verso l'alto di quasi trenta centimetri con dei cristi a vite, e poi rilasciarlo.
In generale il nuovo appartamento prende gran parte del tempo libero che vorrei dedicare all'agricoltura, perciò la mia priorità è finirlo entro giugno di quest'anno. Se ci riesco, e non tutto dipende da me quando i falegnami rispondono solo gli anni bisestili, difficilmente riuscirò a prenotare tutte le stanze con con così poco preavviso, quindi è possibile in estate e autunno avrò posto libero. Se ti capita o vuoi organizzare un weekend, non dovrebbe essere complicato organizzarsi, e come ho detto a Jacopus che ci è venuto a trovare settembre scorso, viviamo una vita abbastanza solitaria e le visite ci fanno sempre piacere, l'invito è quindi esteso a chi altri ne abbia voglia (sono nell'entroterra spezzino).
Posto splendido per ritremprarsi contro il logorio della vita moderna. Inoltre come valore aggiunto si può parlare di geopolitica con Inverno e di letteratura russa con la compagna. Quando sono andato ne ho approfittato per rivedere la pinacoteca Lia a La Spezia, il golfo dei poeti (meraviglioso) e Sestri Levante. Ho saltato le 5 terre, che comunque sono vicinissime.
Grazie per gli aggiornamenti, so che in Toscana tra la mosca dell'olivo e l'altra farfallina (non ricordo il nome) è stata una strage...per non parlare del bostrico del pino, conosco una persona che in una settimana gli sono morti 9 su 10 pini da pinoli di cinquant'anni altri 20-30 metri e ha dovuto spendere migliaia di euro per farli tagliare e asportare.
Beh, 300 litri a te ti bastano, no...? (scherzo, devi pur vendere e guadagnarci).
Mi congratulo per il castagneto e la farina, di cui ricordo il post sui bruchi a frigger sulla stufa...in questi tempi che vorrebbero addestrarci a mangiar insetti a colazione sarebbero di moda.
Ancora un plauso per l'abilità da carpentiere (capriata) e un augurio per gli spazi che stai approntando. Purtroppo la mia mobilità è molto ridotta (assistenza ecc.) ma mai dire mai.
Certo che nel posto dove vivi, con le attività quotidiane ed extra, di tempo libero (e di forze residue) penso te ne avanzi ben poco... mi sa che per ritemprarti contro il logorio della vita agreste potresti chieder a Jacopus d'indicarti una bella smoggosa città, dove sederti al bar a respirar una buon'aria agli idrocarburi incombusti, in attesa dell'auto elettrica e di un mutuo per acquistarla...
Cordialement
Jean
Kongming scansati: l'"arte della guerra" aerea in epoca contemporanea, similitudini e differenze fra
Occidente, "E
urasia",
Medio Oriente ed Oriente (in versione
yin e
yang). Una tesi di laurea che si scrive quasi da sé, utilizzabile trasversalmente nelle facoltà di ingegneria, fisica, aeronautica (esiste?), storia, scienze politiche e, immancabilmente, filosofia (no, non per il corso di filosofia morale, come avranno subito pensato i "militanti della giustizia", ma per quello di estetica: nell'epoca dell'AI, dei missili ipersonici e della minaccia atomica, un palloncino che varca lento, fluttuante e soprattutto indenne, un confine ostile, è a suo modo anche una
performance estetica; che poi faccia la spia, scarichi bombe, volantini o sterco, è solo un epifenomeno mondano agli occhi dello sguardo puramente estetico). Per l'immagine di copertina della tesi, ovviamente, ci ha già pensato
Banksy.
Un gruppo di amici voleva accendere un paio di quelle lanterne a ferragosto in una zona vicino a una pineta, ho combattuto con me stesso perchè non volevo fare il guastafeste, ma alla fine non ho resistito e le ho buttate via...se portano fortuna e prosperità non so, ma ho come l'impressione che a certe condizioni serva l'arrivo del canadair per riportare la pace =)
Citazione di: Jean il 02 Gennaio 2024, 08:18:23 AMmi era piaciuto questo tuo post ben corredato di foto
Non mi son dimenticato, ma giustamente sono uscito a farle quando c'era la luce dritta negli occhi
L'
uliveto va molto bene quest'anno, sono fortunato che le grandinate sono venute prima dell'apertura dei fiori, se le tengono
tutte cosa che dubito punto a superare i 70litri.. sono quantità ridicole per la costa, ma qui nell'entroterra sono praticamente l'unico ad averle, qualche decennio fa gelavano, la fortuna è che non vengono attaccate dalla mosca.
Il
vigneto anche è molto rigoglioso, le viti hanno una decina di
grappoli ognuna, sono preoccupato che sia troppa produzione e mi lasci una pianta debole, siccome piove tutti i giorni mi aspetto che coi primi caldi spuntino fuori tutte le patologie dell'universo e io non riesco a fare trattamenti senza che vengano lavati via..speriamo.
L'upgrade più importante sono stati 300metri di
recinto intorno all'orto che mi hanno permesso di abbandonare l'odioso recinto elettrico che richiede manutenzione costante, forse quest'anno la lotta con l'istrice sarà non violenta. I cinghiali hanno la peste suina (dicono) e ultimamente si vedono pochi caprioli per via dei lupi, però col recinto si dorme meglio. Nella foto una parte di meleto, che ovviamente soffre dei soliti
vermi bastardi..
Altro
orto con mais e patate,
cipolle e piselli, e
lamponi che sono tanti e pronti alla maturazione, quest'anno la produzione di liquore al lampone promette bene, anche i piselli mi hanno riempito il congelatore, piacciono anche al
cane che fortunatamente non ha imparato a strapparseli dalla pianta, ho provato anche a piantare un limone (a destra) per vedere se supera l'inverno, si punta sul riscaldamento climatico.
Tra i lavori non produttivi ho pulito una montagna di rovi da una vecchia ringhiera perchè sapevo dietro c'era una delle viste
migliori, manca una panchina e poi ci siamo.
Con il recinto ho portato in "zona salva" altre tre
terrazze che l'anno prossimo farò penso a lamponi\pesche, se mi avanza tempo volevo recuperare altre quattro
terrazze che sono state catturate dal bosco, è la zona meglio esposta in assoluto per vigneto, ma le querce hanno almeno cinquant'anni e ci sarà parecchio lavoro da fare per renderle coltivabil anche perchè ci arrivano zero mezzi meccanici..
In maniera molto pregiudiziale sono sempre stato alla larga dal cinema indiano perchè l'idea che me ne ero fatto era che fosse molto derivativo di quello americano, con l'aggravante di mescolarvi modi da soap opera e temi che non erano nelle mie corde. In pratica l'ho sempre immaginato come uno spot per afrodiasici al curry con un pornoattore americano come protagonista.
Ammetto perciò di essermi affacciato al genere partendo dalla più crassa e pregiudizievole ignoranza, con la consapevolezza però che a un certo punto la nave di Teseo si sarebbe ricostruita con un identità originale, e che quando questo momento sarebbe arrivato,sarebbe stata lei ad attraccare nel mio porto. Sempre più umile, direte. E' arrivato questo momento? Forse si, o almeno credo.
Non vi aspettate vi faccia una recensione del film, e neanche mi metta a parlare nel dettaglio, questo malloppo dura tre ore ed è denso di eventi trame e temi in una maniera talmente esagerata ed esasperata che forse non lo farei neanche a pagamento. L'unica cosa che posso fare è provare a delineare a grandi linee quello che è, e aiutare chi volesse affrontarne la visione a superare la diffidenza iniziale che ho provato anche io, perchè devo ammettere che per la prima ora ero abbastanza scettico e distaccato, ma poi è maturato dentro di me un sincero apprezzamento, tanto che potrei dire che è il miglior film che ho visto nell'ultimo anno (non che ne abbia visti moltissimi). Aggiungo anche che il trailer è pesantemente inflazionato verso le scene di azione, presumibilmente per motivi commerciali, mentre quella è solo la buccia del mango.
Si presenta inizialmente come un drama con ambientazione nell'india coloniale, una fanciulla rapita, due indiani che vogliono recuperarla, gli inglesi cattivi, superpoteri ed esplosioni.. ero convinto di saper molto bene dove stesse andando a parare, ma superata la prima ora ho cominciato a non capirlo più. E il motivo molto semplice è che i generi che riesca ad accatastare uno sopra l'altro senza crollare arrivano ad un punto di sublimazione, dove diventa un genere tutto suo. Drama, commedia, musical, storico, romantico, thriller, giallo, azione, e un altra decina... in che ordine? Nessun ordine. In che quantità? Si. Chiedete ad un bambino di dodici anni di fare "il film più bello mai visto" e probabilmente proverebbe a fare una film come questo, cercando di inserire tutto quello che gli viene in mente in ogni buco della pellicola con inquadrature iperdrammatiche. esplosioni e colpi di scena assurdi..Il problema è che farebbe completamente schifo, qui invece il regista ci riesce con classe (imparo da wikipedia che è molto importante in India) mantenendo la stessa freschezza e creatività che avrebbe un dodicenne. Probabilmente se avessi più esperienza con il cinema indiano sarei più critico degli stereotipi e dei clichè e non riuscirei ad avvertire la stessa freschezza e libera creatività, però penso che sia anche la condizione di molti dei lettori, perciò non è una scusa neanche per voi che leggete. Il consiglio per chi ci vuol provare perciò è di non arrendersi, ma al contrario stimolare quella parte del cervello che inibisce l'incredulità, la stessa che era largamente attiva quando eravate bambini, vi troverete un sorriso stampato in faccia senza accorgevene.
E se proprio non volete, beccatevi almeno la canzone che ha vinto l'oscar.
Citazione di: InVerno il 03 Giugno 2024, 20:47:25 PMNon mi son dimenticato, ma giustamente sono uscito a farle quando c'era la luce dritta negli occhi
L'uliveto va molto bene quest'anno, sono fortunato che le grandinate sono venute prima dell'apertura dei fiori, se le tengono tutte cosa che dubito punto a superare i 70litri.. sono quantità ridicole per la costa, ma qui nell'entroterra sono praticamente l'unico ad averle, qualche decennio fa gelavano, la fortuna è che non vengono attaccate dalla mosca.
Il vigneto anche è molto rigoglioso, le viti hanno una decina di grappoli ognuna, sono preoccupato che sia troppa produzione e mi lasci una pianta debole, siccome piove tutti i giorni mi aspetto che coi primi caldi spuntino fuori tutte le patologie dell'universo e io non riesco a fare trattamenti senza che vengano lavati via..speriamo.
L'upgrade più importante sono stati 300metri di recinto intorno all'orto che mi hanno permesso di abbandonare l'odioso recinto elettrico che richiede manutenzione costante, forse quest'anno la lotta con l'istrice sarà non violenta. I cinghiali hanno la peste suina (dicono) e ultimamente si vedono pochi caprioli per via dei lupi, però col recinto si dorme meglio. Nella foto una parte di meleto, che ovviamente soffre dei soliti vermi bastardi..
Altro orto con mais e patate, cipolle e piselli, e lamponi che sono tanti e pronti alla maturazione, quest'anno la produzione di liquore al lampone promette bene, anche i piselli mi hanno riempito il congelatore, piacciono anche al cane che fortunatamente non ha imparato a strapparseli dalla pianta, ho provato anche a piantare un limone (a destra) per vedere se supera l'inverno, si punta sul riscaldamento climatico.
Tra i lavori non produttivi ho pulito una montagna di rovi da una vecchia ringhiera perchè sapevo dietro c'era una delle viste migliori, manca una panchina e poi ci siamo.
Con il recinto ho portato in "zona salva" altre tre terrazze che l'anno prossimo farò penso a lamponi\pesche, se mi avanza tempo volevo recuperare altre quattro terrazze che sono state catturate dal bosco, è la zona meglio esposta in assoluto per vigneto, ma le querce hanno almeno cinquant'anni e ci sarà parecchio lavoro da fare per renderle coltivabil anche perchè ci arrivano zero mezzi meccanici..
Accidenti, InVerno... codesta tua attività mi impressiona, ma quante forze c'hai? Spaziare dal geopolitico al geoagricolo e c'avresti pure talento per il geonarrativo ma forse non t'avanza tempo per coltivarlo. Eh già, si dice coltivar gli interessi... magari in futuro, in un pezzetto di quelle quattro terrazze, ci pianti qualche tuo prologo, qualche recensione di film che t'è garbato e, cingolati permettendo, pardon, cinghiali... s'attende... "Il maggior ostacolo del vivere è l'attesa, che dipende dal domani ma spreca l'oggi." Dal libro: LA BREVITÀ DELLA VITA - LUCIO ANNEO SENECA"Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c'è un campo. Ti aspetterò laggiù." Dal libro: E L'ECO RISPOSE - KHALED HOSSEINI"L'agricoltura è l'arte di saper aspettare." CONTADINI E AGRICOLTORI - RICCARDO BACCHELLIJ4Y
"il faut cultiver notre jardin". Voltaire.
L'orto vuole l'uomo morto (saggezza popolare), ma anche le lattughe non sono finora sopravissute oltre i dieci centimetri d'altezza, finché non ho sperimentato di piantarci accanto del basilico, e adesso sono arrivate già a venti.
Eureka! :))
A proposito di vino.
Lo sapevate che il Nero D'Avola non è di Avola, ma di Pachino?
Sembra che prenda il nome dal notaio che ne ha registrato il nome, dandogli il suo cognome, Avola, notaio in Avola.
Quando non era registrato lo chiamavano Calabria, ma tutti lo chiamano vino e basta seppur sapeva d'aceto, quindi genuino.
Ma è un vino troppo forte, anche adesso che non sa più d'aceto, pur essendo ancora genuino, come succede a molti vini siciliani e a me non piace.
Così forte che il novello del Nero D'Avola, non può dirsi neanche novello, ma è invece un vero vino, ed è effettivamente eccezionale.
Quindi se volete fare l'esperienza fatevi mandare con un corriere il novello da una delle tante cantine di Pachino.
Costo circa 2 euro al litro. Se lo pagate di più non è buono, ha ragione Inverno. :)
In alternativa , sempre dalla Sicilia, consiglio il Nerello Mascalese.
E nessuno si offenda, ma i vini dell'Etna non hanno paragoni.
Non sembrano neanche troppo forti, ma non fatevi ingannare, basta un bicchiere per stroncarvi .
Nella zona di Inverno ho trovato un buon bianco in un borgo di nome Salino, da cui il vino prende il nome.
Circa sei euro a bottiglia, ma vale la spesa.
Ma dei vini del nord Italia quello che mi è rimasto nel cuore è il Dolcetto.
Di Acqui, di Ovada, di Asti, di Dogliani, e quasi di ogni paese del Piemonte. Tutti buoni, possibilmente da piccoli produttori locali o cantine sociali, come quella di Ricaldone, il paese di Luigi Tenco, circa due euro al litro.
Infine una mensione per i vini dell'Oltrepo Pavese in generale.
Salute.
Riesco a trovare il nero d'Avola sui tre e qualcosa al litro da una cantina che lo rivende, ma onestamente il prezzo mi ha più insospettito che incuriosito =). Mi piace molto, ma effettivamente è un vino un pò pesante per la tavola di tutti i giorni. Il vino che producevamo nella mia parte di valle, aveva come base il dolcetto, qui colloquialmente chiamato "monferrato", ed infatti è quello che ho ripiantato. Veniva però mescolato 60\40 con un altra varietà, erroneamente confusa con la pollera nera, ma che in realtà non è nel registro nazionale, un uva con acino grande e non particolarmente zuccherina, che abbassava la gradazione alcolica ma arrotondava il gusto con un sentore di vaniglia, rendendolo un vino beverino anche in estate. Veniva poi aggiunto una minuscola quantità di un uva, non ho idea di cosa sia, chiamata "tintoretto" che serviva unicamente per riportare il colore sul rosso intenso. Essendo che tutte le fattorie che lo producevano, nell'ottocento, sottostavano a quella gigantesca di un nobile spagnolo rifugiato qui per persecuzioni religiose, suppongo che l'uva "autoctona" dal sapore di vaniglia provenga in realtà dalla Spagna, ed è quella che sto cercado di salvare, visto che ne saranno rimaste un centinaio di piante in tutta la valle. Purtroppo, mentre le zone nella costa hanno trovato mercato col turismo, l'entroterra, nonostante fosse rinomato almeno localmente (in realtà nell'ottocento parteciparano all'expo di Londra) è andato fuori mercato e ora i vecchi vigneti sono invasi dal bosco. Almeno il rosso è introvabile, è rimasto ancora un pò di bianco di albarola\bianchetta, che noi in realtà in famiglia facevamo come passito dolce, simile allo sciachetrà, senza i cento euro a bottiglia :D .
Egoisticamente questo contingente destino dell'entroterra, Inverno, diventa la scappatoia del turista scopritore di nuovi mondi, che nuovi non sono perchè sono stati sempre là, ma che egli purtuttavia scopre, allegandoli ai territori della sua memoria.
Con la mia ex compagna abbiamo vissuto i tempi eroici della nascita degli agriturismi, di cui temo sia rimasta solo la memoria, ma una memoria che continua ancora a scaldarci il cuore.
Il problema è che fra tutte le belle esperienze che ho fatto non mi sentirei di consigliarne alcuna, perchè verrebbe a mancare l'ingrediente principale, l'effetto sorpresa.
Ma almeno una ricetta però mi sentirei di darla.
Cercate un agriturismo appena fuori da Pontremoli, possibilmente al buio, in una notte senza luna.
Arrivateci dunque verso mezzanotte, magari stremati dalla stanchezza, dove verrete accolti nonostante l'ora, e dove vi verranno proposti ancora piatti da leccarvi i baffi, che però non toccherete perchè la stanchezza vi ha tolto l'appetito, perchè così può succedere quando si parte all'avventura senza un programma.
Quindi ringraziando per l'accoglienza inattesa, anerlerete adesso solo il letto, e sarete quindi accompagnati alla stanza dove alloggierete.
Ma prima di entrare nella stanza, fate un ultimo eroico sforzo, e alzate gli occhi verso il cielo: vedrete allora la via lattea, che non sembra fatta di gocce di latte come dicono ,ma di grappoli d'uva che pendono dal cielo.
A quel punto potrete anche morire in pace sapendo che quel che c'era da vedere lo avete visto.
Per chi non si accontenta della scienza probabilistica e dei Nobel, ci sono la scienza improbabile e gli
Ig Nobel (
sito ufficiale).
Quest'anno ha vinto la peronospora e ho lasciato i pochi grappoli sopravvissuti attaccati alla pianta, salto la vendemmia. Allora me ne sono partito per la Spagna, di rado ho settembre così libero e ho preso la palla al balzo. Sto facendo ricerca vitivinicola, siccome sospetto che l'uva autoctona che si coltiva nella mia parte di valle provenga dalla Spagna, assaggio un po' di tutto magari becco l'uva giusta. Barcellona e Valencia assaggiate, manca Cartagena, Grenada, Cordoba e Siviglia. Arriverò in portogallo il 23, da lì comincio una ricerca più genealogica riguardo a dei miei avi emigrati sulle coste atlantiche nel 1300, il più famoso divenne ammiraglio della flotta portoghese apportando innovazioni prodromiche all'era delle grandi esplorazioni. Curioso che i miei avi fossero così marinai, io affonderei su una canoa, domani noleggio gozzo e vedo se sto a galla. Fino al primo ottobre comunque sarò in giro, al ritorno spero che funghi castagne e olive saranno abbondanti !