https://www.youtube.com/watch?v=W4jpEInOF70
..ebbene,ho deciso anch'io di crearmi un mio "spazio inadeguato" !!
numme scuccia...
numme scuccia....
cerca di stare almeno un ora senza parla'..
che splendida giornata di sole stamane, 8) molto fredda,limpida ed asciutta,per me l'ideale,proprio il tempo che piace a me.
non potevo non andare in bici..e così sono arrivato fino al mare,e di fronte a me l'aeroporto.
bello vedere gli aerei arrivare e partire ...
gli aerei mi hanno da sempre molto affascinato da sempre,e sin da bambino quando ne vedevo uno passare sopra mi ha sempre trasmesso un non so che di misterioso..sopratutto la notte,con quelle lucine rosse e blu intermittenti
..."dove andrà mai quell'aereo?" "in quale strano posto,magari così diverso dal mio?"
Nun me scoccià'
nun me scoccià'
coi tuoi discorsi intellettuali,senza onesta
un altra volta..una delle innumerevoli volte,che chi l'avrebbe nemmeno mai immaginato!...dal finestrino di un aereo un immagine bellissima,infatti indimenticabile...altissimi in alta quota,le nuvole sotto,il sole all'orizzonte che tramonta,colori fantastici e di fronte a me vedo all'improvviso un altro aereo nemmeno troppo distante che segue la stessa direzione parallela alla nostra e solo dopo un bel po che vira alla sua sinistra allontanandosi,fino a diventare un puntino e poi sparire...più che su un aereo ho avuto pure la sensazione di essere su un veicolo spaziale di un romanzo di fantascienza
e sugli aerei ci sarebbero altre cose da dire...chissa magari un altra volta,quando mi ricapita..quando mi garba dicono i toscani
a che serve sta accussi'..
sempe ncazzati,ma po pe chi ?!?
..ad ogni modo,mentre facevo il mio bel percorso in bici,ho avuto la bella sorpresa di vedere ben quattro persone che indossavano la maglietta dell'Inghilterra ..e per la prima volta mi sono sentito orgoglioso al loro posto!..che quasi quasi volevo essere anch'io un britannico!
avercela anche noi una bella drizzata di schiena...see vabbe,chissa quando!
e poi diciamola tutta..ma a noi che ce frega!...ce m'hai veramente fregato qualcosa?!
e poi..non e vero che un opinione vale l'altra!? ..non e' tutto relativo!? ..e da noi ancora di più..molto di più!
...ma il fatto strano,dicevo,che non e' che abbia mai avuto molta simpatia per gli anglosassoni..sono un po troppo freddini,siamo sinceri,e parecchio, almeno per i miei gusti troppo "antichi" ! ...
"Dont stand so close to me"..cantavano i police..(non penso sia un caso)
oggi pero mi sento inglese anch'io..
bye bye,then... :o
ieri sera dopo cena vado al solito supermarket e a quell'ora nell'unica cassa "umana" che resta ancora aperta ti ci becco al solito una ragazza cinese,che se la vedeste sembra comportarsi come un robot efficacemente programmato,iper veloce (magari e' stata selezionata apposta per compensare lo squilibrio iniziale,non potendo la medesima cassa essere sostituita alle altre,che sono tutte rigorosamente automatiche..ma anche qui e' solo questione di tempo)
già qualche tempo fa mi sono permesso di fargli una battutina..come di solito si usa (o forse si usava) fare spesso dalle mie parti,in circostanze simili,scherzando in buonafede naturalmente,e così gli dissi;..."che e' successo stasera ti vedo un po lentina" per un attimo mi ha fissata,chissa,forse devo averla colpita in qualche modo o magari una cosa del genere non se l'era mai sentita dire prima forse perché non rientrava nelle sue sinapsi abituate magari ad un certo lavorio piuttosto meccanico,tipico di questi tempi iper digitalizzati (?)..chissa! ..ma e' anche probabile che dove viveva prima già nascono immersi in un contesto che non gli consente molto di avere il tempo per pensare...l'imperativo assoluto dovrebbe essere il fare e il più velocemente possibile.
ma ho fatto caso comunque che non e' che se mi giro intorno le cose vanno diversamente,siano questi autoctoni o meno...e misa che devo essere abituato proprio male per farci sempre caso,in questo senso devo proprio ammettere di essere un inadeguato e il guaio e' che non ho nessunissima intenzione di farlo!
a tal proposito mi ritorna in mente quando feci tempo fa un paio di giorni di prova per un nuovo lavoro in una ditta di prodotti italiani,pasta fresca per la precisione...venni a sapere,come era del resto facile immaginare,che tal ditta fu messa su da un italiano ma che già da diversi anni fu rilevata da un vietnamita o di singapore,non ricordo con esattezza,ebbene lo sappiamo,ce tanta competizione al giorno d'oggi,tante persone che pur di lavorare...vabbe per non dilungarmi,dopo aver fatto il primo giorno il mio dovere,in quello seguente mi si richiedeva qualcosa di matematicamente impossibile da eseguire e che rientrasse nel normale arco di tempo lavorativo...sempre che la parola normale abbia ancora una sua intrinseca valenza
ci provai,pensando che al mio rientro si rendesse conto da solo delle sue assurde pretese,così anziché lavorare per le otto ore regolari ne feci dieci-undici...mi stava aspettando,e mi disse senza troppo giraci intorno che questo era il lavoro se lo volevo,allora nello stesso istante,paragonabile alle stesse leggi della fisica quantistica dove secondo questa teoria tutto accade simultaneamente
pensai: "ma te la poi anda a pija n'd...." e semplicemente gli riconsegnai le chiavi,sentendomi leggero come una piuma.
e meno male che non ne ho affatto bisogno...e fortuna pure che ho già dato a suo tempo,e ora cari amici,devo dirla tutta,non potete immaginare come me la godo la mia libertà..merce rara in un mondo dove ce enorme richiesta di schiavi e/o automi non pensanti
Una delle cose intriganti nel leggere esperienze e ricordi di qualcuno è che ci richiamano immediatamente alla mente le nostre personali vicissitudini.
Immaginandomi Acquario che , presumibilmente dall'alto in basso, difende il suo operato davanti al vietnamita ( o di Singapore) suo nuovo datore di lavoro, inutilmente,e condividendo la sua personale conclusione, mi è tornato vivo il ricordo di qualcosa di analogo.
Un trentennio fa, quando al mondo rimaneva ancora una briciola di speranza, giovanissimo pittore di ceramiche e manufatti artigianali, trovai una specie di lavoro da un italiano verace e IGP. Era un armadio d'uomo che io, ragazzino ansioso , osservavo al contrario ( cioè dal basso in alto). Simili esemplari si portano sempre appresso un'immancabile arpia di moglie, vera padrona del vapore che, seppur minuta e nevrotica, usava il colossale marito come personale zerbino. I soggetti misero subito in chiaro che, non fidandosi punto della mia giovane età e dubitando del mio talento, mi avrebbero pagato un tanto al pezzo ( si dice a cottimo?...). Preso dal demone ( questo sì vero...) della necessità dovetti accettare l'imposizione che sconfinava nell'illegalità. Mi misero al tavolo con una famigliola che scendeva dai monti, tutti insieme con un'unica auto, per guadagnarsi da vivere. Una donna sciupata, sua figlia obesa e il fratello di lei, un cinquantenne malandato e probabilmente non con tutte le fascine legate...
Era una famiglia piena di calore e umanità e che , in quei primi giorni, cercava in tutti i modi di aiutarmi nell'"entrare" nel nuovo lavoro. Lavoravo il più velocemente possibile, affannosamente, un pezzo dopo l'altro, un bancale dopo l'altro. Man mano che la catasta diminuiva...ecco sopraggiungerne un'altra! Una teoria infinita di cachepotte che bisognava rifinire con l'oro liquido.
Dopo qualche giorno la donna con cui lavoravo ( e che sospetto mi avesse preso in benevolenza anche perchè mi vedeva, in un futuro, mano nella mano con la sua figliola...) mi confidò, davanti all'amara constatazione che avrei dovuto lavorare dieci ore al giorno per guadagnare quello che un operaio in regola percepiva in un paio d'ore, che loro, pure pagati un tanto al pezzo, lavoravano in tre per guadagnare la paga di uno!!
Al che , dopo quindici giorni di corsa sfiancante, con il polso dolorante, mi sono fiondato in ufficio per rassegnare nobilmente le mie dimissioni dall'incarico . Scoprii allora che non puoi dimetterti se...nessuno ti ha mai assunto. E se poi nessuno ti ha assunto...chi dovrebbe pagarti quei quindici giorni di duro lavoro?... Morale della favola: ho regalato quindici giorni della mia vita alla coppia di onesti datori di lavoro italiani ( e sottolineo italiani...). :'(
Fu allora che decisi di mettermi in proprio...
Citazione di: Sariputra il 29 Giugno 2016, 08:43:47 AM
Una delle cose intriganti nel leggere esperienze e ricordi di qualcuno è che ci richiamano immediatamente alla mente le nostre personali vicissitudini.
Immaginandomi Acquario che , presumibilmente dall'alto in basso, difende il suo operato davanti al vietnamita ( o di Singapore) suo nuovo datore di lavoro, inutilmente,e condividendo la sua personale conclusione, mi è tornato vivo il ricordo di qualcosa di analogo.
Un trentennio fa, quando al mondo rimaneva ancora una briciola di speranza, giovanissimo pittore di ceramiche e manufatti artigianali, trovai una specie di lavoro da un italiano verace e IGP. Era un armadio d'uomo che io, ragazzino ansioso , osservavo al contrario ( cioè dal basso in alto). Simili esemplari si portano sempre appresso un'immancabile arpia di moglie, vera padrona del vapore che, seppur minuta e nevrotica, usava il colossale marito come personale zerbino. I soggetti misero subito in chiaro che, non fidandosi punto della mia giovane età e dubitando del mio talento, mi avrebbero pagato un tanto al pezzo ( si dice a cottimo?...). Preso dal demone ( questo sì vero...) della necessità dovetti accettare l'imposizione che sconfinava nell'illegalità. Mi misero al tavolo con una famigliola che scendeva dai monti, tutti insieme con un'unica auto, per guadagnarsi da vivere. Una donna sciupata, sua figlia obesa e il fratello di lei, un cinquantenne malandato e probabilmente non con tutte le fascine legate...
Era una famiglia piena di calore e umanità e che , in quei primi giorni, cercava in tutti i modi di aiutarmi nell'"entrare" nel nuovo lavoro. Lavoravo il più velocemente possibile, affannosamente, un pezzo dopo l'altro, un bancale dopo l'altro. Man mano che la catasta diminuiva...ecco sopraggiungerne un'altra! Una teoria infinita di cachepotte che bisognava rifinire con l'oro liquido.
Dopo qualche giorno la donna con cui lavoravo ( e che sospetto mi avesse preso in benevolenza anche perchè mi vedeva, in un futuro, mano nella mano con la sua figliola...) mi confidò, davanti all'amara constatazione che avrei dovuto lavorare dieci ore al giorno per guadagnare quello che un operaio in regola percepiva in un paio d'ore, che loro, pure pagati un tanto al pezzo, lavoravano in tre per guadagnare la paga di uno!!
Al che , dopo quindici giorni di corsa sfiancante, con il polso dolorante, mi sono fiondato in ufficio per rassegnare nobilmente le mie dimissioni dall'incarico . Scoprii allora che non puoi dimetterti se...nessuno ti ha mai assunto. E se poi nessuno ti ha assunto...chi dovrebbe pagarti quei quindici giorni di duro lavoro?... Morale della favola: ho regalato quindici giorni della mia vita alla coppia di onesti datori di lavoro italiani ( e sottolineo italiani...). :'(
Fu allora che decisi di mettermi in proprio..
Benvenuto nel mio "spazio inadeguato" :) ..che dici apriamo un club,chiudi il bar Krhsna e diventiamo soci fondatori ;D ...in fondo penso che di inadeguati come noi,ce ne siano molti di più di quello che si immagina,magari se ne stanno solo un po nascosti,temendo più che altro di esporsi..forsemi sembra giusto precisare che non ne faccio una questione razziale,credo che certi criteri vengono adottati sopra di tutto e al di la,diciamo così,di qualunque appartenenza geografica..(inoltre oggi e' tutto transnazionale)forse per cominciare ad inquadrare le cose si può iniziare a dire sommariamente e molto genericamente che se ieri eravamo "noi" a poter gestire in questa maniera,oggi e' più facile che siano i nuovi paesi cosiddetti emergenti ad avere più possibilità in questo senso..ma anche questo e' solo un aspetto,più di attualità che non del problema in se che e' appunto trasversale.il punto e' nel criterio stesso e che secondo me ha le sue radici profonde nel sistema stesso di cui oggi viene fuori in tutta la sua estremità ma che ancora prima si basa su "valori" disumani,tipici del cosiddetto mondo moderno,dove la società e' strutturata solo sulla materialità,quindi l'efficienza,la produzione,l'automazione e il lavoro che tra l'altro diventa fine a se stesso e dogma assoluto...ovvie poi sono tutte le conseguenze a venire,dal diventare pezzi di ingranaggio in una gigantesca catena di montaggio globale,cose da utilizzare e per l'appunto sfruttare...ed e' il sistema stesso che in tali condizioni ricrea poi in se lo sfruttato e lo sfruttatore e che in fondo contribuiscono ad annichilirsi entrambi,a perdere le prerogative essenzialmente umane...ma anche la mia osservazione sulla ragazza cinese credo fa parte integrante dell'intero contesto.nella mia personale esperienza,il percorso lavorativo che ho avuto forse si e' svolto al contrario del tuo,perché io ero già in proprio in italia,ci sono proprio nato,quindi per me diventa proprio difficile riuscire a concepire un lavoro alle dipendenze di un altro,o alla dipendenza in generale.devo dire che mi sento fortunato per questo,perché mi ha dato la possibilità di esprimere tutta la mia libertà e di questo me ne sono reso conto molto bene ed anche con molta sorpresa quando le parti si sono invertite e notavo come la mentalità delle persone cambia incredibilmente...ce più la tendenza alla sottomissione ma anche alla "paura",si creano situazioni orribili ed odiosissime,di gerarchie,di comportamenti subdoli dove viene fuori di solito il peggio...non so se ti e' chiaro quello che ho appena detto,forse parallele in un certo senso alle stesse dinamiche d'ufficio almeno da quello che mi e' capitato di sentire in chi vi lavora..penso tuttavia coinvolga tutto e tutti senza più distinzioni..e' un magma denso e vischioso che ci coinvolge e che ci affoga tutti (questo e' quello che penso) comunque come già mi e' capitato di ribadire in tutte le salse possibili a mia disposizione credo bisognerebbe proprio tornare ad essere "inadeguati"...direi felicemente inadeguati :)
Ogni Papalagi ha un lavoro. È difficile spiegare cosa sia. È un qualcosa che si dovrebbe avere una gran voglia di fare, ma il più delle volte non se ne ha. Avere un lavoro significa: fare sempre la stessa identica cosa.
Il Papalagi di ogni attività fa un lavoro. Se uno raccoglie le foglie appassite dall'albero del pane fa un lavoro. Se uno pulisce le stoviglie fa un altro lavoro. Tutto è lavoro se si fa qualcosa. Con le mani o con la testa. Anche pensare o guardare le stelle sono lavori. Non c'è niente che possa fare un uomo che il Papalagi non possa trasformare in lavoro. Se un bianco dice: sono uno che scrive lettere, significa che questo è il suo lavoro, e cioè non fa altro che scrivere una lettera dopo l'altra.
Mangia pesci, ma non va a pescare, mangia frutta, ma non raccoglie mai un frutto. Scrive una lettera dietro l'altra perché questo è un lavoro.
E così va a finire che la maggior parte dei Papalagi sanno fare solo quello che è il loro lavoro.
Il Grande Spirito ci ha dato le mani perché possiamo raccogliere frutti, prendere radici, ce le ha date per proteggere il nostro corpo dai nemici, e per la nostra gioia nella danza, nel gioco e in tutti gli altri divertimenti. Sicuramente non ce le ha date solo per costruire capanne, raccogliere frutti o strappare radici. Questo però il Papalagi non lo comprende. Ma che il suo agire è sbagliato, completamente sbagliato e contro il Grande Spirito, lo vediamo dal fatto che ci sono Bianchi che non riescono più a correre, che mettono molto grasso sulla pancia come i maiali, perché devono stare sempre fermi a causa del loro lavoro, che non riescono più a sollevare un giavellotto e lanciarlo.
Anche il lavoro è un demone che distrugge la vita. Un demone che da all'uomo allettanti consigli, e che però gli beve il sangue dal corpo.
Questa è la causa della grande infelicità del Papalagi. È bello prendere acqua al ruscello, anche più volte al giorno; ma chi deve farlo dall'alba al tramonto tutti i giorni e tutte le ore, finché gli bastano le forze, scaglierà via in un impeto d'ira il secchio, pieno di collera per le catene con le quali è tenuto il suo corpo. Perché niente è più pesante di dover fare sempre la stessa cosa. Per questo cova un odio profondo. Tutti quanto hanno nel cuore qualcosa che somiglia a un animale tenuto in catene, che si ribella ma non riesce a liberarsi.
Questo porta a confusione, disperazione o malattia. Se il Papalagi mi sentisse dire tutte queste cose, direbbe che sono io folle, ma il Papalagi non ci ha detto la verità, e non ci ha spiegato il motivo per cui dovremmo lavorare di più di quanto voglia Dio per saziarci, per avere un tetto e divertirci alle feste del villaggio.
Il Papalagi quando parla del suo lavoro sospira come se un peso lo schiacciasse. I giovani delle Samoa si recano cantando nei campi di taro, e cantando le vergini lavano i panni alla fonte zampillante . Il Grande Spirito vuole che rimaniamo fieri e giusti in ogni cosa che facciamo, e sempre uomini con occhi gioiosi e membra sciolte.
Il Papalagi è sempre scontento del suo tempo e si lamenta con il grande spirito perchè non gliene ha dato abbastanza. Sì, arriva a bestemmiare Dio e la sua grande saggezza, dal momento che taglia e ritaglia e divide e suddivide ogni nuovo giorno secondo un preciso sistema. Lo taglia proprio come si squarcia con il coltello una molle noce di cocco. E tutte le parti che taglia hanno un nome: secondi, minuti, ore. Il secondo è più piccolo del minuto, questo è più piccolo dell'ora; tutti insieme fanno le ore e bisogna avere sessanta minuti e molti più secondi prima di avere un'ora.
Ci sono Papalagi che affermano di non avere mai tempo. Corrono intorno come dei disperati, come dei posseduti dal demonio e ovunque arrivino fanno del male e combinano guai e creano spavento perchè hanno perduto il loro tempo. Questa follia è uno stato terribile, una malattia che nessun uomo della medicina sa guarire, che contagia molta gente e porta alla rovina.
tratto da:
Papalagi: discorso del capo Tuiavii di Tiavea delle isole Samoa
http://www.ibs.it/code/9788872264201/papalagi:-discorso-del.html
ecco un altro passo "avanti" verso il mondo nuovo (come quello di Huxley) per una nuova (sub)umanità.
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=54952
Un uomo chiese al Messaggero di Allah;Dimmi cos'è l'Ora?.
Egli rispose: "L'interrogato non ne sa più di chi lo interroga". L'uomo disse: Parlami allora dei segni premonitori. gli rispose: "Quando la schiava genererà la sua padrona e quando vedrai i pastori, miseri, scalzi e nudi, competere nelle costruzioni più elevate".
..e chissa se non fa proprio riferimento alla fecondazione artificiale/ed uteri in affitto (?)..la schiava,qualche disgraziata in un paese del quarto mondo e la padrona,un po come quelle descritte dall'articolo..(o peggio ancora come ha fatto nichi vendola!)
qui sotto altre perle del bravo erik gardini;
https://www.youtube.com/watch?v=AQHhuixX2Mw
https://www.youtube.com/watch?v=9FIvam980UU
Stamattina aprendo il LOGOS mi e' apparsa, in fondo, l'invito ad aprire la pagina 'CHAT CON DONNE MATURE' non so cosa contenga e non mi interessa perche' io non ho mai avuto uno smartphone, non sono su facebook, twitter o altri mezzi di socializzazione, ho una email solo da qualche mese, neanche un anno e non ho niente da ridire neanche con chi chatta, se fatto con moderazione.
:
. Ho dei quaderni, mi informo prendo appunti, cerco di 'evolvermi' a modo mio da anni...cerco di condividere e di apprendere dagli altri con tutti i mezzi a mia disposizione , questo e' il mio metodo e approccio alla vita e alla Realta', e visto che ormai lo spazio e' aperto lascio uno spunto di personalissima ' chat di donna matura:'
Appunti tratti da una conferenza del sig.Vittorio Marchi, fisico:
'La conoscenza nasce dallo stupore':
Fisica quantistica: Il QUANTUM e' un flusso di energia che si espande all'infinito:
Dall'energia nasce la vibrazione, TUTTO E' ENERGIA, tutto e' vibrazione, dall'energia nascono le onde, ognuna diversa dall'altra, si infrangono e ritornano nell'oceano,nel mare.
L?ANALOGIA E IL SIMBOLO SONO LE PORTE DELLA PERCEZIONE'
L'assoluto,l'infinito si esprime attraverso il simbolo ed il mito: Dal macrocosmo al microcosmo tutto si ripete con la stessa legge universale, la spirale non ha inizio ne' fine , e' ovunque: OVUNQUE TU VAI CI SEI GIA',
rappresentato in geometria dal cerchio.
Tutti gli elementi fisici sono la trasmutazione della stessa sostanza: In ogni movimento naturale OSSERVATORE - OSSERVATO e processo in se stesso dello osservare si fondono e si condizionano:
TU CHI SEI? IO SONO COLUI CHE PROVIENE DALL'INDIVISO:
LA REALTA' e' un fatto QUALITATIVO non QUANTITATIVO, per questo nell'atomo ci stanno infiniti mondi e l'universo e' dentro di noi (universo=uno vivente): TUTTO E' UNITO -non pui scuotere una rosa senza agitare una stella - Tomson.
Tutto e' vita, tutto e' amore:
La dualita' di tutta la manifestazione bene-male, luce-ombra, alto-basso non nasce dal DUE ma dall'UNO,ogni cosa e' duplice: la moneta ha due facce per questo non dobbiamo preferire una cosa ad un'altra perche' sono indissolubili: Una persona(etimologia della parola: persona=maschera) che vive nel qui e ora e' ovunque, non e' piu' individualizzata:
VANGELO DI TOMMASO: PADRE NOSTRO CHE SEI OVUNQUE ( non nei cieli,ovunque!!!!) GESU' disse 'IO E IL PADRE SIAMO UNO'
Il pensiero non e' nel cervello, il cervello e' solo un compiuter, un mezzo di codificazione ma la PERCEZIONE nasce dal cuore non dal cuore fisico ma dal CUORE SPIRITUALE.
.
Citazione di: acquario69 il 07 Agosto 2016, 02:56:28 AMecco un altro passo "avanti" verso il mondo nuovo (come quello di Huxley) per una nuova (sub)umanità. http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=54952
La tecno-scienza si sta spingendo ben oltre: ci sono da anni studi ed esperimenti per "produrre" la vita (espressione rude ma adeguata al caso) senza un partner o da partner dello stesso sesso, a partite dalla manipolazione artificiale di cellule non biologicamente destinate alla riproduzione.
Se si è pratici con l'inglese, ecco un link:
http://www.thedailybeast.com/articles/2015/01/03/men-will-someday-have-kids-without-women.html
"i migranti ci tolgono il lavoro?"
questo il titolo che hanno dato alla puntata del 27-10-16 di tutta la citta ne parla radio3.
http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-f5474704-6e99-4c88-9282-063ceaa5a185.html
l'argomento e' interessante ...sentiamo cosa hanno da dire (ma anche come le dicono e perché)
all'inizio,un paio di telefonate dallo stesso tenore,la seconda quella di un ascoltatrice che in sintesi dice di essere stufa di sentirsi dire che gli italiani non vogliono fare più i lavori sgraditi....poi continua nella sua concitata descrizione dicendo che ci sono lavori da 3 euro l'ora,in condizioni indecenti ecc..
..poi,come per magia,il conduttore dice che ha chiamato un altro radioascoltatore "in diretta" e lo fanno subiro parlare
in sostanza,facendo uno strano discorso e annesse arrampicate sugli specchi vari,dice che la situazione dalle sue parti (le stesse della signora precedente) e' regolare,la paga sindacale la prendono tutti e i controlli ci sono sempre e bla bla bla....
la trasmissione va avanti e si susseguono altri interventi di ospiti al telefono (aoh ma e' tutta gente seria,gente che ha studiato,e che fa pure statistiche dalla mattina alla sera,quindi posso sta' tranquillo,loro si che sapranno come chiarirmi le idee!)
e infatti bla bla bla...bla bla bla...e poi ancora bla bla bla!
ne deduco che;
si fa di tutto per negare l'evidenza e rigirarla e rigirarla per poi finalizzare esattamente al contrario
" ripetete una bugia,mille,un milione di volte e diventerà verita' "
lo disse un certo joseph goebbels
e l'evidenza e' che l'immigrazione e' lo strumento per togliere gli ultimi diritti sul lavoro,renderlo precario ai massimi livelli e abbassare fino allo spasimo le retribuzioni ...insomma si va dritti,dritti verso..... ::)
eppure se questi sono gli effetti sarebbe logico e persino banale considerare le cause che le precedono (ma nessuno mai ne parla!)
...anche perche' e' il concetto stesso di "causa" (e principio) che e' sparito dall'orizzonte mentale dell'umanità ..sovvertitamente sostituito da una pura astrazione mentale,autoreferenziale,priva di qualsiasi senso..
e allora...INDIETRO TUTTA !!
https://www.youtube.com/watch?v=tD1Dj7YTuP0
Spazio ultima frontiera:
eccovi i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione..diretta all'esplorazione di nuovi mondi,alla ricerca di altre forme di vita e civiltà,fino ad arrivare la' dove nessun uomo e' mai giunto prima.
https://www.youtube.com/watch?v=30VSy0orw4k
DIARIO DI BORDO:
data astrale -
Kali yuga Era/2017dC
(frase del giorno -10-01-17)
La Sovversione e' ormai completa..e le parole non trovano più il senso
Nel 1944 Georges Bernanos, il tormentato scrittore cattolico (il suo capolavoro è il Diario di un curato di campagna) pubblica una furibonda raccolta di invettive contro la società industriale. Vista la data, è dir poco definirlo profetico fin dal titolo: "La France contre le robots". Gridava ai contemporanei di diffidare del benessere promesso dalle industrie di massa, liberatrici dei poveri: "Ci sarà sempre più da guadagnare a soddisfare i vizi dell'uomo che i suoi bisogni". E' un'agghiacciante verità che possiamo comprendere noi, 70 anni dopo, nell'epoca del Viagra, delle droghe "ricreative", dei gay pride, del diritto al piacere, e della pornografia di massa."Un giorno – annunziò – si getteranno nella rovina da un momento all'altro famiglie intere perché a migliaia di chilometri di distanza potrà essere prodotta la stessa cosa a due centesimi in meno alla tonnellata": come se avesse visto in una sfera di cristallo la globalizzazione, le delocalizzazioni feroci, le de-industrializzazioni d'Europa.Adam Smith, ha sancito in una celebre sentenza: « Non è dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio, che noi ci aspettiamo la nostra cena, ma dal loro rispetto nei confronti del loro stesso interesse. Noi ci rivolgiamo, non alla loro umanità ma al loro amor proprio, e non parliamo loro delle nostre necessità ma della loro convenienza. » L'illusione che dall'intreccio degli interessi ossia egoismi venga una società armoniosa grazie alla mano invisibile del mercato, è tuttora un dogma creduto da molti. Bernanos,con impressionante anticipazione, scrisse:"Non importa, si dicevano gli imbecilli, sappiamo bene che la cupidigia non è una virtù; ma il mondo non ha bisogno di virtù, esige confort – e la cupidigia senza freni dei mercanti finirà, grazie al gioco della concorrenza, per fornirgli questo confort a basso prezzo, a prezzo sempre più basso. [...] Questi sciagurati erano incapaci di prevedere che niente avrebbe fermato le cupidigie scatenate, che avrebbero finito per disputarsi la clientela a colpi di cannone: "Compra o muori!". Quegli imbecilli, rincarava Bernanos, "non prevedevano nemmeno che non tarderebbe a venire il giorno in cui il calo dei prezzi, fosse pure degli oggetti indispensabili alla vita, sarebbe considerato come un male maggiore – per la semplice ragione che un mondo nato dalla speculazione non può organizzarsi che per la speculazione.""Un mondo dominato dalla Forza è abominevole, ma il mondo dominato dal Numero è ignobile. La Forza presto o tardi fa sorgere dei rivoltosi, genera lo spirito di Rivolta, fa degli eroi e dei Martiri. La tirannia abietta del Numero è un'infezione lenta che non ha mai provocato questa febbre. Il Numero crea una società a sua immagine: una società di esseri non già eguali, ma di equivalenti, riconoscibili solo dalle impronte digitali" – come fece a vedere 70 anni prima la nostra società di omologati, di copie conformi intercambiabili, e in più passivamente incapaci di rivolta verso le oligarchie che li asserviscono?E con che precisione ci dipinge, noi suoi posteri: "Inchiodato a se stesso dall'egoismo, l'individuo non appare più che come una quantità trascurabile, sottomessa alle leggi dei grandi numeri [...] grazie alla conoscenza delle leggi che li reggono. Così il progresso non è più nell'uomo, è nella tecnica, nel perfezionamento dei metodi capaci di permettere un utilizzo ogni giorno più efficace del materiale umano".Georges Bernanos, 1888-1948."Ahimé, il modo rischia di perdere la libertà , di perderla irreparabilmente, per non aver conservato l'abitudine ad usarla...": questo nel 1944. L'Unione Europea, orwelliana prigione dei popoli consenzienti, non era nemmeno al più lontano orizzonte.Ed ecco l'esattissima previsione sulla immane perdita di identità e culture degli europei, che allora non era immaginabile: "La civiltà delle macchine non ha per niente bisogno della nostra lingua. La nostra lingua è il fiore e il frutto d'una civiltà assolutamente differente dalla civiltà delle macchine. Inutile disturbare Rabelais, Montaigne, Pascal [noi: Dante, Ariosto, Machiavelli] per esprimere una concezione sommaria della vita, il cui carattere sommario costituisce precisamente la sua efficienza. La lingua francese [italiana] è un'opera d'arte, e la civiltà delle macchine non ha bisogno per i suoi uomini d'affare, come per i suoi diplomatici, che di uno utensile, niente di più".Da dove sorgeva in George Bernanos una così acuta preveggenza – anzi chiaroveggenza – della rovina che oggi incombe su di noi? Salta in mente una sentenza di Chesterton, altro credente senza complessi: "Questo è il prezzo che pago in nome del cattolicesimo, e cioè il fatto che è sempre in anticipo sui tempi".Ahimé, oggi la Chiesa "progressista" è regolarmente in ritardo culturale sulle mode ideologiche (El Papa ha appena tenuto un incontro terzomondista, invocando terra ai contadini e diritti ai popoli indigeni, un po' di teologia della liberazione...) ed è incapace di leggere i segni dei tempi, anche i più incombenti. Se ha ragione Chesterton, anche noi siamo meno chiaroveggenti nella misura in cui la nostra fede cattolica è posticcia, un abito esterno anziché una spada affondata nel cuore.Quella che ci resta è tuttavia sufficiente a renderci delle Cassandre derise. Ci rimane infatti ancora una briciola della coscienza che Bernanos espresse nel '44 con impressionante nettezza."Non si capisce assolutamente niente della civiltà moderna se non si ammette fin dal principio che è una cospirazione universale contro ogni specie di vita interiore". Georges Bernanos, La France contre les robots (1944).E forse si deve a questo chiaroveggente cristiano (ancor letto e studiato) se nella Francia ridotta a quel che è, restano ancora coscienze della deriva sempre più maligna delle "conquiste" del presente. Escono libri intitolati appunto "Apocalisse del Progresso", dove Pierre de la Coste, giornalista che è stato ghost writer di vari ministri, pone questioni come: "Dagli Ogm a Chernobil, dalla schedatura digitale della popolazione a Fukushima – è venuto il momento di dirsi che il Progresso, come moto ineluttabile dell'Umanità verso il Bene, ed è stato forse una religione di sostituzione, è diventato oggi un incubo".Escono saggi intitolati "La Sregolazione morale dell'Occidente", dove il filosofo Philippe Bénéton denuncia "quello che è il pensiero coltivato dall'Unione Europea dagli anni 2000: ciò che unisce gli europei, sono solo le regole che implicano i diritti dell'uomo e della "concorrenza libera e non falsata". Ma così, a ciò che fu una civiltà comune si impone una tabula rasa.L'idea burocratica è naturalmente che le identità e differenze culturali e storiche debbano essere omogeneizzate perché ostacolerebbero, poniamo, l'accoglienza verso i musulmani immigrati; e per giunta, le masse si vogliono "emancipate dai tabù" religiosi ossia morali. Ma attenzione, denuncia il filosofo, "la democrazia liberale prende un senso nuovo; diventa una semplice meccanica, si definisce unicamente per le procedure", le regole invece dei valori. Ma "in un mondo dove le procedure regnano e le virtù svaniscono in nome del relativismo dei valori, gli attori non si sentono "tenuti". Sicchè la crisi morale tocca la politica come tocca i media, l'economia, la scienza, i rapporti quotidiani..".Questi europei dell'ultima ora che si vantano della propria "liberazione" morale, "a ciascuno i suoi valori, ogni individuo è libero e sovrano, viva la libertà, abbasso il vecchio ordine morale – e poi si indignano perché il politico ruba, il capitalista froda i salari de localizzando, il giornalista pubblica notizie false a pagamento per la Cia – ma non sono anche loro degli individui "liberati"? Se il vecchio ordine morale è schernito e demitizzato, la conseguenza politica e sociale non può essere che quella. La violazione di "regole" e procedure, dopotutto, non valori.Ma ancor peggio, in questo relativismo di massa si è infiltrato un moralismo di massa, ipocrita e non riconosciuto, e ferocemente censorio: "la modernità tardiva vuol definire la buona e cattiva maniera di vivere. Il "Male" e la "colpa" non sono scomparsi, si incarnano nelle parole e negli atti accusati, a torto o ragione, di razzismo, di sessismo, di xenofobia, di omofobia... queste nuove regole puntano alla divisione morale dell'umanità: da una parte gli araldi di una società aperta , avanzata, i progressisti, le femministe, i 'gay' – dall'altra a i retrogradi, quelli del vecchio mondo, i partigiani di una società "chiusa" e "tribale", i custodi del vecchio ordine morale, gli ultra-conservatori, i reazionari, i populisti, gli xenofobi: in breve, è la divisione tra gli amici e i nemici dell'umanità. Questa visione manichea non è certo in favore della libertà.E fa un esempio, Béneton:"Se uno dice in un dibattito tv: "il populismo è il pericolo principale del nostro tempo", non sarà interrotto, né richiesto di spiegarsi sulle sue intenzioni. Se invece uno dichiara: "populismo è una parola incerta e mal definita, inventata dagli Importanti per indicare, con la sua connotazione peggiorativa, che non è bene criticare gli Importanti", chi parla viene bombardato di sospetti sulla sua intenzione: sareste anche voi populista? Reazionario? L'opinione corretta funziona in questo modo: non discutete mai, accusate. Il nostro tempo che tanto denuncia "il moralismo", non fa altro che moralizzare continuamente.La messa sotto accusa della persona sostituisce il dibattito delle idee : "Ah, lei cade nell'omofobia, lei fa' il gioco del conservatorismo, lei nutre ancora dei pregiudizi!". In breve, il fondo del dibattito non viene più trattato, non c'è più un dibattito ma un accusatore e un accusato, un tribunale e un reo".Da noi in Italia, nulla di questa coscienza del Progresso come apocalisse.Solo progressisti censori alla Boldrini.Fonte: http://www.maurizioblondet.it/bernanos-robot-ossia-progresso-apocalisse/
Ner duemila
Ner duemila godremo in tutt'er monno,trasformato quant'e' largo e quante' tondo, ci saranno le grandezze der progresso e la vita nun sarà più come adesso,nun c'avremo più paura de mori e pressapoco se dira' cosi....
io cio' un appartamento sulla luna, nun pago niente e fo' come me pare, poi cio' du camerette in arto mare, che quanne' estate ce sto come un pascià ,guadagno bene co la radiopesca,mi fijo sfrutta le stelle e fa er milorde,mi moglie sta impiegata ar polo norde e grazie a dio me posso accontenta' ...
Ner duemila nun c'avremo tante noje,vestiremo tutti ignudi senza foglie,er magna' sarà' der tutto differente e li denti serviranno a poch'e gnente,se te invitano a m'banchetto se fara',appressapoco sta magnata qua...
n'iniezione de brodo de gallina, quattro confetti de lasagne ar forno, na pillola d'abbacchio con contorno e poi fascioli e cotiche in cache', n'ostia de tartufi ar cioccolato, na fiala de frascati cannellino, n'essenza de formaggio pecorino e quattro caccolette de caffe...
Ner duemila li musei saranno pieni,d'aeroplani,d'automobili e de treni,bastimenti n'seppeli' sottomarini, serviranno a fa gioca li regazzini, viaggieremo co li razzi e se fara' appressapocoo sto discorso qua...
"io vado qui n'america un momento, perche m'hanno n'vitato a colazione, poi passo un momentino ner giappone, che m'hanno detto fanno un buon caffe..tu aspettame su Giove o su Saturno, oppuremente aspettame su Marte, fatte magari na partita a carte,che tra mezzora se vedemo li"..
ma noi che siamo n'vita ancora adesso,annamo avanti cor sistema antico e famo come fosse un buon amico..un brindisi alla faccia der progresso
(brano musicale di Aldo Fabrizi)
non sapevo che a Serravalle ci sarebbe stato uno sciopero dei lavoratori (diciamo pure i schiavi moderni) contro lo shopping pasquale
lavorare 365 giorni l'anno, senza feste, senza ferie..ne pasqua ne natale e ne ferragosto!
E perché non anche anche la notte e h24?
e bravi anche e sopratutto i consumatori ..non e' proprio grazie a loro che il circuito si fa virtuoso? :(
...e allora vuol dire che sei già stato accontentato, quindi ..PRODUCI-CONSUMA-CREPA !!
https://www.youtube.com/watch?v=p07YMp5g6pQ
Il Politically Correct
"Per la nuova religione non è vero ciò che è vero, ma ciò che si riesce a far apparire tale.
Il nemico non è un'altra religione ma il pensiero stesso.
Chi pensa è un potenziale nemico."
Giuseppe reguzzoni (autore del libro "il liberalismo illiberale")
Un suo articolo - da incorniciare - (qui sotto)
http://www.tempi.it/politicamente-corretto-religione-sottomissione-pensiero-potere#.WQl8wVJL1jQ
Noi,umanita nuova e i morti viventi ancora al potereQuesta crisi è antropologica, quindi molto più profonda dei numeri, molto più radicale. Ma è anche una grande crisi di crescita. Io sono positivo. È una grande crisi, ma non è più grande di noi: è alla nostra portata. Dobbiamo renderci conto della sua radicalità e prenderla di petto. È una crisi di crescita, è una crisi sostanzialmente evolutiva, e noi non siamo ancora in grado di interpretare questa direzione evolutiva e facilitarla. E questo la aggrava. Questa è la cosa più pericolosa: non tanto che la crisi sia antropologica, cioè è una crisi paragonabile a quella del Neolitico, perché sta cambiando un'antropologia, cioè un modo di essere uomini. La crisi antropologica del Neolitico è il momento in cui (grossomodo dall'8.000 al 5.000 a.C.) l'umanità si dà una forma che è poi quella che – con moltissime evoluzioni – arriva fino a noi. Inizia l'agricoltura, gli uomini cominciano quindi a stabilizzarsi in un luogo, a costruire le città, e sorge la civiltà che poi, con enormi mutazioni, arriva fino a noi. Noi siamo in una fase di trasformazione ancora più grande per l'essere umano. Questo vuol dire, in termini semplici, che tutto un modo di "essere umani", come il diritto, l'economia, la filosofia, la democrazia, la politica, i rapporti sessuali, i rapporti familiari, cioè tutte le forme antropologiche, le istituzioni in cui l'umanità organizza la sua vita, sono in travaglio.Quelle che appartengono alla modalità che sta finendo tracollano. Ecco perché c'è una crisi generale. Tutto è in crisi perché le forme storiche – matrimonio, democrazia, università, religioni – è come se si stessero esaurendo, non ci soddisfano più. Per cuinoi non sappiamo che fare. Siamo in una fase caotica – che è una fase, però, di transizione. Se noi riuscissimo a capire un po' meglio quale figura di uomo si sta consumando e quale modalità nuova sta emergendo, riusciremmo a vivere questo passaggio per quello che è: un enorme momento di crescita. Mi viene in mente la fase decadente dell'Impero Romano. Ci vollero centinaia di anni, ci volle un'epoca di barbarie per far rifiorire un nuovo Rinascimento. Oggi forse, con tutta questa tecnologia, con la rete, potremmo metterci di meno? Quando abbiamo una crisi esistenziale, possiamo reagire in due modi diversi. Il primo modo è: negare la crisi, fare finta che la crisi non ci sia, non capire che certe modalità della nostra vita non funzionano più. Se facciamo così, cioè resistiamo, fingiamo, neghiamo, la crisi diventa molto lunga e molto dolorosa.Se invece iniziamo a interrogarci e ci chiediamo: "Ma forse c'è qualche cosa nella nostra vita che posso correggere, forse c'è qualche cosa nel modo di fare, nei miei affetti, nel modo in cui lavoro che non è giusto, che non va più bene, che posso incominciare a correggere", se assumiamo un atteggiamento di questo tipo, direi di cura, allora la crisi solitamente è meno penosa e anche meno lunga. La stessa cosa vale per la nostra civiltà. Il problema è che questa civiltà non vuole capire. E non è mica una cosa che nasce ieri. Tutto il XX° Secolo è catastrofico dal punto di vista della vecchia umanità. Un certo tipo di "essere uomo" vive lungo il XX° Secolo catastrofi mondiali: due guerre mondiali, campi di concentramento, totalitarismi. C'è una fase di distruzione mostruosa. Eppure non abbiamo ancora ben capito, non vogliamo capire. E questo neoliberismo degli ultimi trent'anni – a mio parere – è la forma estrema di resistenza al cambiamento. Cioè, il vecchio io, l'uomo morente, quello che nonfunziona più, che io amo chiamare "Egoico bellico", cioè un'umanità che si rafforza nel contrapporsi, contrapporsi all'altro, contrapporsi alla natura, ecco: questa forma tracolla, ma resiste.Il neoliberismo è una forma estrema di egotismo, di egocentrismo, di individualismo egoistico, cieco e suicidario, che non vuole capire la lezione. E quindi le catastrofi non sono rappresentative solo del nostro passato, ma sembrano purtroppo prefigurare anche il futuro. La politica vigente? E' la politica neoliberista. Quindi le classi dominanti occidentali, oggi, sono i portavoce dell'io morente. Sono i portavoce di questa forma di umanità che è già morta, è già esaurita, ma che persiste a dominare sul mondo in una forma vampiristica o zombistica. È come un mondo di morti viventi che fingono di essere vivi, ma sono zombie, sono morti e vogliono che tutti siano come loro. Perché gli zombie, come i vampiri, vogliono che tu diventi come loro. Una metafora un po' forte? Questa metafora era alla base anche del primo film di zombie, "La notte dei morti viventi", diretto da George Romero, alla fine degli anni sessanta, che metteva in scena proprio questa critica della società. Tant'è vero che lo zombie lo uccidi annientando il cervello, perché è nel cervello che si annida quella forma di massificazione, di non-pensiero, che non può morire se non esiste – ma, appunto, era questo il paradosso, la metafora.D'altra parte "The Walking Dead", il serial che sta avendo successo mondiale in questi anni (la storia – appunto – di un manipolo di umani che sono sopravvissuti a questa epidemia di zombie), simbolicamente molto significativo, ci racconta proprio la disperata volontà di questo gruppo di uomini di rimanere umani in un mondo di zombie. Ed è per questo che ha tanto successo, perché spesso le serie americane – in modo non sempre consapevole – riescono a parlare in modo diretto, ma anche mitico dei drammi dell'umanità contemporanea. Perciò hanno uno straordinario successo. "Breaking Bad", "The Walking Dead", insomma quelle... Ma anche "House of Cards". Cioè... ci parlano come pochi, oggi, di questo tempo finale. Quel tempo che si viene a collocare dopo la fine della storia in cui siamo come congelati. Un po' anche "Matrix" ci ha raccontato questo. Siamo bloccati e congelati, per cui i politici attuali – quelli che oggi dominano i paesi occidentali – sono i funzionari di questaresistenza al cambiamento e adoperano tutti i loro strumenti, specialmente le armi di distrazione di massa: cioè ci distraggono, ci distolgono, ci occupano per mesi interi a discutere di una legge elettorale in Italia che ha il valore del due di picche, capite?Nel contesto terminale in cui sta vivendo il pianeta, con fenomeni come quello migratorio che si sta scatenando e che nell'arco di pochi anni diventerà una cosa incredibile... I demografi ci dicono che nell'arco di 15/20 anni solo la Nigeria avrà 500 milioni di abitanti, cioè superererà l'intera area europea! Capite? Questo è il paesaggio prossimo futuro, e questi deficienti – questa vergognosa Unione Europea gestita da queste persone inverosimili – si occupano di quisquilie! Ma non è un caso: è appunto una strategia di distrazione, perché se ci dovessimo occupare dei veri problemi, l'intero assetto che loro dominano dovrebbe essere messo in discussione. Le vaccinazioni? Non posso pensare che, come tali, siano un male, perché le vaccinazioni nella storia – a partire dall'antivaiolosa – ci hanno liberato da alcune patologie. Che poi ci sia una degenerazione, un pericolo, un eccesso per cui dobbiamo obbligatoriamente farne 12, su questo anch'io ho qualche dubbio. Ma anche questo si può inserire nel processo di meccanicizzazione tecnologica della società, dove l'unico criterio che si adotta è la quantificazione di pulegge e ruote, ingranaggi che girano.Tutto è algoritmo, il fattore umano è diventato un inquinante. Cioè è tutta una questione di numeri, di leve, di giochi di forza e di potere, di catene di montaggio. E' chiaro che la "figura di umanità morente", che io chiamo "egoico-bellica" ma che si può chiamare anche neoliberista, materialistica, nichilistica, questa forma di umanità vuole sostanzialmente eliminare l'io umano come principio libero e spirituale. Quindi vuole trasformare l'essere umano in qualcosa di meccanico, di non spirituale, di non libero, essenzialmente, di condizionato e determinato al punto da potersi inserire dentro un sistema nel quale tu sei solo una rotellina sostituibile, come diceva Heidegger. Tutto dev'essere sostituibile. E questa è proprio la natura antitetica dell'io. L'io, nel suo mistero è proprio insostituibile. Ognuno di noi è se stesso: un mistero insostituibile. Loro vogliono, invece che tutto venga sostituito. E da qua, per esempio, la svalutazione crescente del mondo del lavoro,delle professioni. Perché le professioniconnotano qualche qualità umana che non è sostituibile. Invece tutto deve essere sostituibile, tutto deve essere disanimato, calcolabile, contabile.Tutto deve essere ridotto a numero, a economia matematica che viene fatta passare come legge naturale, come se fosse una legge della natura. Mentre sappiamo – almeno da 150 anni – che non esiste alcuna economia come scienza esatta, ma esiste sempre un'economia che è l'organizzazione di interessi molto precisi. E qui è il punto. È questo che non si vuole mostrare. È questo l'indicibile! E qui ci stanno degli interessi precisi di élite oligarchiche precise che dominano il mondo a livello finanziario. Ma questo oggi ce lo dice Habermas, cioè ce lo dicono pensatori moderati. Quest'idea del complottismo è veramente ridicola e denuncia una grande ignoranza. Perché allora è complottista anche il Papa, è complottista Habermas, è complottista Rifkin, cioè sono complottisti praticamente tutti quelli che ancora pensano. Ci sarebbe da chiedere, se questi sono complottisti, gli altri chi sono? Sono quelli che i complotti li fanno davvero! Perché questo è il problema: c'è una vasta area di collaborazionismo, oggi! Perciò ci vuole una rivoluzione culturale inedita, che è la rivoluzione della nuova umanità. Cioè, quella che sta nascendo in questa crisi, perché sta nascendo una nuova umanità. Un'umanità più relazionale, un'umanità che non si può meccanicizzare, che scopre i livelli più profondi di libertà interiore e li vuole manifestare socialmente.L'uomo nascente, la nuova umanità, ancora non trova dei fuochi di aggregazione, per cui è disseminata e molto controversa e confusa. Quindi dobbiamo trovare dei minimi comuni denominatori, cioè dei punti su cui persone molto diverse, che hanno anche formazioni diverse, potranno convergere in questa dinamica rivoluzionaria. E io credo che i punti poi siano pochi, quelli necessari per creare poi un'aggregazione. C'è un accordo tra una visione laica e una visione di chi pratica il buddismo, lo yoga, le medicine alternative e via dicendo: tutti concordano sul fatto che è un'intera figura di umanità che non funziona più. Il secondo punto su cui possiamo concordare tutti è che questo passaggio non può essere soltanto estrinseco, cioè "cambiamo le strutture del mondo", come sono state le rivoluzioni moderne: "assaltiamo la Bastiglia", "prendiamo il Palazzo d'Inverno", "facciamo l'insurrezione mazziniana"... No! Questo è oggi impossibile. Dobbiamo organizzare un movimento di trasformazioneche parta sempre anche dal profondo di sé. Cioè, il Palazzo d'Inverno ce l'ho anche dentro di me. La modalità "egoico-bellica" c'è anche nei gruppi alternativi ed è fortissima! La modalità bellica di pensare la trovi anche in tanti pacifisti. Dobbiamo collaborare ad un processo che certo sarà secolare, però ce lo possiamo godere anche oggi.Dobbiamo immaginare un movimento che sia al contempo interiore, diciamo spirituale in senso assolutamente transconfessionale, e politico-storico. Insieme, su questi due grandi fuochi, io credo che potremo organizzare un'aggregazione finalmente in grado di avere una rappresentanza politica e finalmente mettere seriamente in crisi il sistema, altrimenti rimaniamo nell'ambito dell'idealismo, della testimonianza, anche bella ma di nicchia, e non potremo aspirare a quello che invece dobbiamo aspirare: cioè a trasformare le strutture. La grande riforma implica una riforma spirituale. Dobbiamo cioè aiutarci a far uscire l'umanità dalla modalità bellica, che non è naturale. Ecco perché io ho creato dei gruppi di liberazione interiore, con un percorso che dura sette anni. Perché sennò sono chiacchiere. E di chiacchiere, negli ultimi duecento anni, ne abbiamo sentite tante... Dall'Illuminismo in poi c'è questa idea che l'uomo, di punto in bianco, diventi santo, diventi generoso, diventi altruista, ma sono tutte balle! Poi abbiamo prodotto il Terrore di Robespierre, abbiamo prodotto le devastazioni del comunismo nel XX° secolo in nome della pace e della giustizia e della libertà. Dovrebbe essere finito questo tempo, cioè: trasformarci è un lavoro quotidiano.Ma questo deve poi divenire un movimento storico, culturale e quindi politico. Politico nel senso grande e in un senso nuovo. Dovremmo creare aggregazioni, anche delle forme di attestazione non-violenta, totalmente post-novecentesca, post-ideologica, direi ridente, sorridente e determinata, che abbia la forza della novità, la forza della vita crescente. Capite che è travolgente la vita che cresce? Se ne strafotte del passato, non ha nemmeno più bisogno di confutarlo, si manifesta nella sua novità. La novità è travolgente. Questo è quello che io sento e che i grandi poeti – ai quali mi rifaccio – profetizzano da almeno duecento anni. Perché questa è una storia – ripeto – antica, è una storia antica che sta vivendo una fase nuova. Ma non è una cosa che nasce adesso. L'idea della nuova umanità non nasce adesso: ha perlomeno duemila anni, in Occidente. E tutta la modernità – apartire del XV°/XVI° secolo – si è proposta come una nuova umanità. Noi siamo in una fase nuova di questo lungo processo e anche questo lo dobbiamo capire, perché altrimenti poi facciamo la new age, che è un fenomeno di costume, si sbriciola.I passi io li vedo molto semplici e chiari, anche se poi i tempi della realizzazione storica di questa insurrezione non sono facilmente prevedibili. Bisogna partire da sé stessi, ma bisogna ripartire tutti i giorni. Cioè non è che parti e poi te lo scordi. L'insurrezione della nuova umanità è il processo quotidiano attraverso il quale ci liberiamo di legami interiori, schiavitù, paure, blocchi, terrori, risentimenti, di tutto ciò che impedisce alla nuova umanità, alla sua creatività di esprimersi. Questo è il primo passo sempre da rifare. Dopodiché, questa cosa bisogna viverla in gruppi, non è che la vivi da solo. Bisogna espandersi a cerchi concentrici partendo dai gruppi – potremmo dire – più iniziatici, quelli che lavorano assiduamente su di sé. Bisogna poi che questo diventi un discorso comune, ecco: dobbiamo far sì che questi concetti elaborino una nuova cultura.Fonte: http://www.libreidee.org/2017/07/guzzi-noi-umanita-nuova-e-i-morti-viventi-ancora-al-potere/
e mentre le riunioni di condominio continuano... (vedere qui sotto -Grazie Paolo!)https://www.youtube.com/watch?v=DFmaLaHskl0...quella dell'élite è una religione segretaC'era una volta il massone. Un giorno indossò il cappuccio ma dimenticò squadra e compasso, fino a diventare qualcos'altro. Un paramassone: non più un iniziato alla ricerca della divinità, ma un contro-iniziato che si crede Dio. Sembra una fiaba nera, ma sta dando spettacolo: la grande crisi e il terrorismo permanente non sono che due facce, entrambe atroci, dello stesso show. Ed è così potente, l'incantesimo, da incrinare la storia, compromettendo la pace sin dal dopoguerra, già da Yalta, quando i massoni Roosevelt e Churchill – insieme a Stalin – non accordano ai palestinesi la nascita di un loro Stato, in equilibrio col futuro Stato ebraico, innescando così il provvidenziale focolaio da cui nascerà il primo terrorismo dell'Olp. Quando il miracolo economico travolge anche l'Italia, spalancando orizzonti impensabili, viene fermato e "sacrificato" l'uomo che meglio incarnava un possibile futuro democratico anche per gli arabi, Enrico Mattei. Se ancora l'Europa crede in un modello diverso, socialista, in Svezia viene prontamente ucciso l'apostolo del welfare, Olof Palme. E in Israele finisce assassinato Rabin, colpevole di aver costruito una vera pace geopolitica, che coincide con «una autentica pax massonica». Morte a Rabin, dunque, perché l'odio deve continuare a vincere. Fino a quando?Può sembrare incredibile, ma Gianfranco Carpeoro – l'autore del saggio "Dalla massoneria al terrorismo", che denuncia la matrice massonica della "sovragestione" del terrorismo, attraverso élite che controllano servizi segreti – sostiene che, infondo, la colpa è anche nostra. O meglio: la nostra ignoranza consente al super-potere di manipolarci indisturbato, costruendo mostri. Capeoro cita il suo antico maestro, Francesco Saba Sardi, grande intellettuale inserito dal Quirinale tra le più eminenti personalità culturali della storia italiana: nel mini-saggio "Istituzione dell'ostilità", riportato testualmente nel libro di Carpeoro, Saba Sardi (traduttore di Borges, Simenon, Pessoa, Joyce e Garcia Marquez, nonché biografo di Picasso) sostiene che solo la nostra disponibilità all'odio ci rende inconsapevoli "soldati" della causa altrui, nient'altro che docili strumenti. Siamo pigri, non ci accorgiamo di vivere in un Truman Show. Prendiamo per buono perfino l'Isis, il cui capo – il "califfo"Abu-Bakr Al Baghdadi – fu stranamente liberato nel 2009 dal centro di detenzione di Camp Bucca, in Iraq, dopo esser stato affiliato alla Ur-Lodge "Hathor Pentalpa", nella quale (secondo Gioele Magaldi, autore del libro "Massoni") hanno militato George W. Bush e Condoleezza Rice, il politologo Michael Ledeen, Nicolas Sarkozy, Tony Blair, il leader turco Erdogan.Impressionante, nella ricostruzione di Carpeoro, l'affollamento dei messaggi simbolici che "firmano" i recenti attentati in Francia, affidati a manovalanza islamista: la strage del Batalclan (13 novembre) è il "calco" della data-simbolo della persecuzione dei Templari, mentre quella di Nizza (14 luglio) colpisce al cuore i valori della Rivoluzione Francese, "sacri" per la massoneria democratica, devastando peraltro la città natale del massone progressista Garibaldi. E anche gli attacchi di Bruxelles (aeroporto e metropolitana, "come in cielo, così in terra") richiamano universi simbolici tutt'altro che islamici, «secondo un preciso schema operativo – scrive Carpeoro – che sceglie di utilizzare un linguaggio estraneo o addirittura "avverso" agli esecutori», giusto per inquinare le acque. Bruxelles, 22 marzo: stessa data del decreto di soppressione dei Templari, nel 1312. Giorno fatale, il 22 marzo: nel 1457, Gutenberg stampò la prima Bibbia. Nel 1831 venne fondata la Legione Straniera, in funzione anti-araba. Ancora: sempre il 22 marzo (del '45) nasceva la Lega Araba, «che l'Isis vede come il fumo negli occhi». E nel 2004 venne ucciso a Gaza lo sceicco Ahmed Yassin, leader spirituale di Hamas. Ma il fatidico 22marzo "parla" anche ai cattolici osservanti: le letture liturgiche per la messa di quel giorno propongono la restaurazione del regno di Israele (Isaia), che abbreviato è "Is", come "Islamic State".Non è un gioco: per Carpeoro, la matrice massonica della "sovragestione" ricalca in modo quasi maniacale – ribaltandoli – gli insegnamenti di Vitruvio, «personaggio storico che ha avuto grande rilievo nella massoneria», perché nel "De Architectura" il grande architetto romano enuclea i principi-cardine, anche etici e spirituali, che devono orientare la scienza della costruzione, riflesso terreno della bellezza universale. Ebbene, i contro-iniziati che incarnano la "sovragestione" li capovolgono in modo puntuale e speculare, secondo lo stereotipo del satanismo: «Hanno utilizzato tutti gli strumenti descritti da Vitruvio: le lettere, per organizzare la disinformazione; il saper disegnare, per delineare il simbolismo dei loro atti; la geometria, per concatenare le distruzioni; l'ottica, per stabilire i punti di osservazione; l'aritmetica, per i tempi degli attentati; la storia, per il linguaggio simbolico delle date». I fantasmi della "sovragestione" «sono colti, sanno disegnare», padroneggiano matematica e filosofia, medicina e giurisprudenza, astronomia e astrologia». Chi sono, in realtà?Massoni, tutti. O forse no: si tratta di paramassoni, ma in fondo ormai «è solo questione di termini», ammette Carpeoro, che – massone lui stesso, già gran maestro dell'"obbedienza" di Palazzo Vitelleschi, poi dimissionario dopo aver disciolto la sua stessa loggia – accusa la massoneria di aver "perso l'anima", riducendosi a mera struttura di potere. Nel suo libro accenna alle antiche ascendenze della libera muratoria (bibliche, egizie) come cemento culturale delle primissime corporazioni di arti e mestieri, quelle dei costruttori di cattedrali, gelosi custodi dei loro "segreti professionali", basati sulla sacralizzazione del lavoro al servizio della bellezza. Poi, con la fine dei grandi edifici sacri, la nascita della massoneria "speculativa", tra ortodossia metodologica e devianze, sbandamenti, infiltrazioni. Pietra miliare, il 1717: brucia Londra, ma l'architetto Chistopher Wren, leader della massoneria inglese, incaricato di riedificare la città, rifiuta di ricostruire il Tempio. «Il 1717 è considerato l'anno di nascita della massoneria moderna, ma in realtà segna l'inizio della fine della vera massoneria», network necessariamentecosmopolita che, come tale, faceva gola al potere: gli ex costruttori di cattedrali erano un'élite della conoscenza ben radicata in tutta Europa.Più che gli Illuminati di Baviera, il gruppo visionario creato sempre nel '700 da Jean Adam Weischaupt (nuovo ordine mondiale da costruire radendo al suolo il sistema, cominciando dall'abolizione della proprietà privata), secondo l'indagine di Carpeoro la malapianta della "sovragestione" che sta stritolando il pianeta va ricercata, in radice, nel pensiero oligarchico di personalità più recenti e magari sconosciute ai più, come Joseph Alexandre Saint-Yves, marchese d'Alveydre, un medico francese di fine '800 che compare tra le figure di maggior rilievo dell'esoterismo del XIX secolo. Al sorgere del socialismo (e dell'anarchia), Saint-Yves contrappose la "sinarchia": un modello di governo pre-ordinato, basato su schemi universali, con «ruoli e funzioni sociali secondo un ordine di strati e condizioni rigide, in una concezione piramidale della società». Il tutto, «legittimato da una mistica teocratica tipica delle società più antiche», Egitto e Persia, India. «Significa che alcuni sono naturalmente destinati a comandare». In altre parole, l'esoterista Saint-Yves (fervente cattolico, in strettissimi rapporti col Vaticano) «auspicava il governo di un'élite predestinata e piuttosto aristocratica».Pochissimi sanno "quel che si deve fare", tutti gli altri devono sottostare alle indicazioni di un'élite demiurgica e "provvidenziale". E' qualcosa di davvero diverso dal pensiero che sembra promanare da Christine Lagarde del Fmi, che Magaldi dichiara affiliata alle Ur-Lodges "Three Eyes" e "Pan-Europa"? E' tempo di sacrifici? Bisogna ("dovete") soffrire? A parlare è il marchese Saint-Yves o Mario Monti (Gran Loggia di Londra e Ur-Lodge "Babel Tower"), discepolo dell'economista ultra-conservatore Friedrich von Hayek, da cui l'ordoliberismo germanico, al quale obbedisce il "venerabile" Mario Draghi della Bce ("Edmund Burke", "Pan-Europa", "Compass Star-Rose", "Three Eyes" e "Der Ring")? La nascita delle superlogge internazionali era assolutamente ineluttabile, osserva Carpeoro: la stessa tensione civile e sociale che durante l'Illuminismo aveva condotto i massoni a battersi «per i valori democratici e libertari, propri della dottrina muratoria»condusse le logge di fine '800 a coordinarsi, «anche al di fuori dell'organizzazione rituale», affiliando – nelle Ur-Lodges – anche «presidenti, banchieri, industriali», non necessariamente passati per la tradizionale procedura iniziatica.Per quello spiraglio, sottolinea Carpeoro anche nell'articolata trattazione del capitolo italiano su Gelli e la P2 (dove emerge un'Italia di fatto tuttora "sovragestita" da una fantomatica P1, protetta da silenzi e pesanti omissioni), il potere avrebbe definitivamente svuotato il network massonico di ogni autentica valenza esoterica e libertaria. Tutto sarebbe ridotto a una piramide che parla una sola lingua, quella del denaro, imposta con la globalizzazione forzata del pianeta a beneficio di una casta di "eletti" che, della massoneria, mantengono solo il linguaggio cifrato, magari per "firmare" crisi, guerre e persino attentati terroristici, sanguinose tappe di una strategia della tensione progettata per imporre agli "inferiori" il dominio della paura. Cosa c'è nella testa dei fantasmi della "sovragestione"? Probabilmente, il verbo di Saint-Yves, la "sinarchia", una filosofia addirittura mistica, secondo cui «l'élite è in armonia con le leggi universali, in pratica è una classe sacerdotale». La "sinarchia", conclude Carpeoro, è dunque «una forma di teocrazia, un governo di sacerdoti o di re-sacerdoti». Il dogma del rigore, imposto all'Europa, impossibile da discutere: «La "sinarchia" arriva a suggerire che quest'élite illuminata sia in diretto contatto con le intelligenze spirituali che governano l'universo e da cui riceve istruzioni». Per i comuni mortali, nessuna speranza. A meno che non si "risveglino", nell'unico modo possibile: disertando, rifiutando le illusioni del sistema economico e la quotidiana "guerra dei poveri" su cui si regge, complici un po' tutti.FONTE:http://www.libreidee.org/2016/12/massoni-terroristi-quella-dellelite-e-una-religione-segreta/Giovanni Francesco Carporeo
L'italiano nuovo: ignorante, solo, inerme ..e il mondo capovolto (il corsivo lo aggiungo io)Non è mai stata una questione di soldi.Siamo stati poveri, pezzenti e luridi, ma siamo rimasti noi stessi.I soldi non sono il problema, l'economia non è il problema. È l'acculturazione coatta il problema, l'indottrinamento. I soldi neanche esistono; se esistono, son solo il mezzo per distorcere l'umanità, sradicarla da ciò che è sempre stata e volgerla in barzelletta.L'usura è usata per ridurre il vecchio ordine a un balocco in disuso, altro che ricchezza.Dominare culturalmente reca il vero potere, e il potere, eventualmente, i soldi, la parte più evidente e meno importante tanto che i veri potenti i soldi manco se li portano appresso.Gianni Agnelli girava (giustamente) senza portafoglio.L'economia è il sicario della nuova etica al contrario.Non è questione di bene o di male, bensì di sopravvivenza. La morale e l'etica nacquero per conservare, non per giudicare. Essere razzisti, avere costumi razzisti, misogini, antisemiti, omofobi significa essere sopravvissuti come italiani ai millenni. Solo un imbecille può credere che i comportamenti di un popolo obbediscano a moti reazionari o progressisti. Un popolo non è mai crudele invano, o spietato o dolce o babbeo perché, come credono su commissione i Saviano, i Mentana, i Lerner, le Gruber, vi è una sorgente favolosa di retrogradi e sciovinisti in grado di far sgorgare italiani retrogradi e sciovinisti. Un italiano odiava certi individui o etnie o comportamenti per istinto; e quell'istinto era istinto di sopravvivenza, consolidato nel tempo. Se obbediamo alla nostra natura conserviamo noi stessi; se la rinneghiamo in nome di una nuova etica imposta con l'inganno saremo perduti.Questo sradicamento è voluto? Sì.Come distruggere l'Italia e l'Europa, l'unico vero baluardo razionale al nulla? Questo fu l'enigma che affascinò i Saviano, i Mentana, i Lerner e le Gruber di ogni tempo. E la risposta fu: inventiamo un mondo al contrario. Abbiamo inventato i soldi, perché non questo?Il mondo al contrario l'ho spiegato (Il mondo al contrario), è semplicissimo. Ciò che era ritenuto (a torto o a ragione non importa, come detto) valoroso, degno, pudico, giusto, razionale, bello è ora giudicato privo di valore, indegno, vizioso, ingiusto, irrazionale, brutto.E viceversa!E viceversa!Vladimir Luxuria e Lady Gaga sono progressisti, una donna che non si offre al primo venuto una minorata mentale o una repressa; un uomo che non approfitta di una quattordicenne un eunuco o un omosessuale sotto mentite spoglie. Notate che il termine "omosessuale" applicato al grande Vladimir "col Vitalizio" Luxuria è migliorativo; applicato, invece, a un uomo del vecchio ordine suona peggiorativo e irridente. Miracoli del PolCor, capace di rendere il truffatore Freud un bel Fregoli in fregola.Si cominciò a distruggere la morale, la scuola, poi la lingua, poi la terra, i ruoli sessuali.Sembrano sciocchezze?La scuola è nozionista! Occorre cambiarla, riformare continuamente i programmi, liofilizzarla, renderla sterile e partecipe a tutti, geni e somari. Risultato: un esercito di cretini che non sa compitare il proprio nome, ha notevoli problemi con gli ausiliari e trova le tabelline un astruso enigma.Ridateci le stanghette e le cornicette, per carità, il sette in condotta e le bacchettate in classe.Il trionfo della tecnica!Ricordiamo che la tecnica non è la scienza. La tecnica è buona per gli idioti sapienti. Sanno tutto i tecnici, di economia matematica computer aviogetti. Ignorano tutte le materie profonde che rendono uomini a più dimensioni: storia arte letteratura lingue antiche filosofia. Si intende alla fine questa guerra all'umanesimo? Il latino non serve, la filosofia non serve, occorre sveltire i programmi, togliere anni, mettere in condizione i nostri ragazzi di competere sul mondo del lavoro!Si intende finalmente la tagliola?Questi maiali parlano sempre con lingua doppia!Attenti!Gliene frega assai a questa feccia del lavoro, loro che il lavoro l'hanno umiliato e azzerato, costantemente!Il lavoro, ma quale lavoro! È lo spessore umano e storico che donava la formazione scolastica il vero bersaglio. Gente con la quinta elementare arrivava a guidare multinazionali, e anche bene. Oggi dei dottorandi non sanno posporre il predicato verbale al soggetto. E i tecnici? Loro sono la crema della società. Loro muovono le fila del mondo! Tecnici che sanno dialogare con un PC, ma non conoscono Carlo Magno e di nascosto compulsano l'oroscopo di Branko.Ora siamo diventati tutti dottori. Ignoranti come cipolle lesse, disoccupati, inoccupati, sottoccupati, ma dottori. Ce lo ripetevano: studiate! E adesso? Non sappiamo più fare nulla. Tutto è stato ordito per renderci inetti al lavoro della sopravvivenza: la caccia (di fatto) abolita (quale orrore), il servizio militare abolito (non vorremmo, signori, allevare gente che sa sparare!), l'agricoltura dismessa, i mestieri dileggiati e di fatto aboliti anch'essi.Non si sa far nulla: macellare una bestia, coltivare ortaggi, accendere il fuoco, sparare, usare un coltello, una bussola, avviare un automobile, costruire un muro, riparare un tetto. Non si ha più commercio con pietre, legni, metalli, calce, chiodi.Hanno tolto agli italiani l'arte di arrangiarsi in proprio.La tragedia del cinema e dell'arte. Anche qui il mestiere dell'attore, costruito in anni di apprendistato teatrale, o il mestiere di pittore e scultore, edificati nelle botteghe del maestro, o il semplice artigianato del legno e del ferro che produceva capolavori – tutto si sta perdendo.Un tizio come Verdone che, negli anni Sessanta, avrebbe forse fatto l'aiuto di un regista minore oggi s'impalca a generale. Taccio di Sorrentino: lui è stato cooptato direttamente dal direttivo PolCor, come Benigni e Mereghetti.Come mai Paolo Mereghetti dona due semplici pallini (su quattro) a Il vedovo, di Dino Risi, con Alberto Sordi e Franca Valeri, considerato un classico della commedia all'italiana? Non lo sapete? Guardate il film e lo scoprirete.L'abolizione, di fatto, della scuola ha distrutto la lingua. Ormai si parla un pidgin ristretto e imbastardito di poche parole. Vi ripropongo il consueto sillogismo: meno parole si conoscono, meno realtà si conosce. Ignorare aggettivi e nomi desueti significa ignorare le sfumature di senso e storia di cui quelle stesse parole sono circonfuse. Dire "grande" e usare solo "grande" invece di "largo", "maestoso", "cospicuo", "sterminato", "interminato", "imponente", "esteso" equivale a sopprimere parti del nostro encefalo che, sull'onda di tali suoni, giudica e riconosce in nostra vece, per istinto infallibile.Luigi Berlinguer, altro comunista pentito e in vendita a tranci sul mercato PolCor, si compiace: finalmente la scuola con un anno in meno!Ma sì, ancora un passetto e la si toglierà di mezzo questa maledetta scuola.L'importante è non insegnare nulla, per carità!Una sola cosa è sicura: i traditori e i maiali da scannare si riconoscono subito.Hanno abolito la comunità, il paese, il partito, l'amicizia sul campo, la solidarietà, il cameratismo, il gineceo, il collegio, i legami con le madri, il rispetto per i padri. Non c'è più neanche la solidarietà fra criminali. Tutto è individuale, distaccato, superficiale, senza rimandi. Gli esseri umani sono soli, sempre. Se ami tua madre, secondo il mondo al contrario, sei un degenerato: cosa ci dicono i Mentana, i Zucconi, le Gruber? In America sono tutti liberi, indipendenti sin da diciotto anni, se ne vanno loro, mica come questi mammoni! Si comincia a capire? I padri, poi, non ne parliamo ... l'etica del mondo al contrario si è abbattuta sul patriarcato come una furia ... il padre è sempre un despota, un porco incestuoso, un misogino ... guardate i film del mondo al contrario sui padri ... L'uomo deve essere solo, deve ...Quanti di noi hanno fatto a pugni da ragazzi, hanno insultato il compagno grasso o effeminato o ricco ... sì, perché il ricco era stupido! Un citrullo bleso, un essere inutile, uno che non si sporcava col fango --- quanti di noi hanno offeso qualche ragazza, qualche ritardato o ucciso una bestiola ... il mondo al contrario ha detto basta: chi uccide una lucertola è uno psicopatico in erba! E allora si castra tutti, magari con le pillole, con lo psicologo in cattedra, con le reprimende PolCor ... questi bimbetti sono rincoglioniti già a dieci anni. Ma il carattere non ne guadagna: ignoranti, cupi, traviati, viziosi, arroganti. Ma questo vuole il PolCor, eserciti di evirati e sciocchi devianti.Quale conforto da Dio? Nessuno, Dio era il male. Dal passato? Nessuno, il passato era il male.I classici? Chi li capisce più! E chi intende, oramai, tali note di Machiavelli che rinveniva la verità in Ovidio e Omero:"Venuta la sera, mi ritorno a casa ed entro nel mio scrittoio ... [ed] entro nelle antique corti delli antiqui huomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e ch'io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandarli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro humanità mi rispondono; e non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro".Se chiudessero i supermercati quanti Italiani scanserebbero la morte? Ben pochi.L'apocalisse ci coglierebbe da soli, senza amicizie e solidarietà, senza risorse e mezzi intellettuali, stupidi, privi di riferimenti. Ancora pochi anni e al vero potere basterà propalare qualche notizia falsa o chiudere qualche rubinetto per annientare milioni di individui.Inetti, inermi, soli: l'uomo europeo è pronto per lo scannatoio.Negri e islamici sono fra noi, su commissione. I negri senza coscienza e introspezione, spensierati e pimpanti, gli islamici ancora imbevuti di credenze e pronti all'apostolato.Entrambi pronti, ma non alla sostituzione!Alla distruzione!E noi cosa opponiamo?Nulla! Alla distruzione, dunque, perché di questo si tratta.Quale africano o algerino potrà mai sostituire il mio amore per l'Italia?No, qui si vuole sradicare millenni di principio di non contraddizione, bellezza, logica, devozione.Sostituito l'ultimo ostacolo con il regno del tam tam e dei bonghi il potere non avrà più freni.Gli araldi della dissoluzione non hanno mai suonato trombe più assordanti.Fontehttp://alcesteilblog.blogspot.com.au/2017/08/litaliano-nuovo-ignorante-solo-inerme.html
Caro Acquario
Ricambio con piacere la visita che gentilmente hai fatto nella mia "stanza" ("Sono un essere inadeguato"). Stanza che ovviamente ha sempre porta e finestre ben aperte, direi quasi spalancate, per tutte le osservazioni del caso. L'avevo pensato quello spazio, all'inizio, come una sorta di racconto e in parte così è stato, salvo poi aggiungervi riflessioni personali, appunti, pensieri in libertà ed è così diventato una sorta di bacheca su cui appuntare un pò di tutto...comprese ovviamente le note autobiografiche.
Ricordo perfettamente il fascino degli occhi di una bella cameriera di pasticceria, che hai così minuziosamente descritto (suscitando in me un interiore moto... di invidia :)) credo l'anno scorso di questi tempi , quando discutevamo , tra il serio e il faceto, d'amore. E se ben rammento, dopo aver amoreggiato con Odisseo per l'intero Mediterraneo, eravamo rimasti con la convinzione che alla malìa di due occhi "che non concedono nulla all'artifizio" l'uomo solitario, finanche l'asceta , difficilmente resiste. E perché poi non perdersi in essi? Cosa c'è di più innocente di due sguardi che s'incontrano, a maggior ragione se vengono accompagnati da un abbozzo di sorriso?... Un archetipo dici? Una complementarietà degli opposti?...Senza scomodare la filosofia, condita di psicologia e spruzzata d'alchimia che mi sembra non ci conceda il sapore di uno sguardo reale ( e in verità sarei ben disposto ad abbandonare la mia poca conoscenza delle suddette materie per una concreta e tangibile visione... "degli occhi che mi avrebbero trasportato negli affascinanti deserti arabi,dove il riverbero del sole cade a picco in tutto il suo fulgore all'ennesima potenza... (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/grin.gif) (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif) " che magnificamente descrivi...) direi che ancestrale, questo richiamo della femmina ( Ecco! L'ho detto ancora...perché continuo a dir femmina?...Che sia per via del fatto che è veramente ancestrale? :-[ ...) sembra proprio esserlo. Non sembra anche a te, delle volte, di sentire come un richiamo che proviene dalla notte dei tempi? Un dolcissimo richiamo: "Adamoooo! Adamoooo! ...Vieni Adamuccio bello...guarda che cosa ho trovato!...Vieniii!!". Per questo, quando incontriamo lo sguardo seducente ( perché è seducente Acquario, dobbiamo essere onesti con noi stessi...la desideriamo quella femmina, diciamocelo tra uomini...la desideriamo in tutti i sensi e in particolar modo desideriamo la sua dolcezza ...che non tutte hanno purtroppo, ma questo già si capisce dallo sguardo ...) di una giovane cameriera o di qualcuna che ci rimanda ad infuocati tramonti, ci perdiamo, ci dimentichiamo finalmente di noi, delle nostre finzioni, delle nostre costruzioni concettuali, perché è proprio questo l'effetto benefico che fa una vera femmina sul nostro animo. Mi sentirei quasi di sostituire il famoso "Solo in Dio lo spirito riposa" con "Solo avvinghiato alla femmina il nostro spirito riposa"... ;D ;D
Però temo che non sia il contrario...già Eva sembrava quasi considerare il suo amato Adam ...un semplice accessorio! :(
Citazione di: Sariputra il 26 Agosto 2017, 23:38:23 PM
Caro Acquario
Ricambio con piacere la visita che gentilmente hai fatto nella mia "stanza" ("Sono un essere inadeguato"). Stanza che ovviamente ha sempre porta e finestre ben aperte, direi quasi spalancate, per tutte le osservazioni del caso. L'avevo pensato quello spazio, all'inizio, come una sorta di racconto e in parte così è stato, salvo poi aggiungervi riflessioni personali, appunti, pensieri in libertà ed è così diventato una sorta di bacheca su cui appuntare un pò di tutto...comprese ovviamente le note autobiografiche.
Ricordo perfettamente il fascino degli occhi di una bella cameriera di pasticceria, che hai così minuziosamente descritto (suscitando in me un interiore moto... di invidia :)) credo l'anno scorso di questi tempi , quando discutevamo , tra il serio e il faceto, d'amore. E se ben rammento, dopo aver amoreggiato con Odisseo per l'intero Mediterraneo, eravamo rimasti con la convinzione che alla malìa di due occhi "che non concedono nulla all'artifizio" l'uomo solitario, finanche l'asceta , difficilmente resiste. E perché poi non perdersi in essi? Cosa c'è di più innocente di due sguardi che s'incontrano, a maggior ragione se vengono accompagnati da un abbozzo di sorriso?... Un archetipo dici? Una complementarietà degli opposti?...Senza scomodare la filosofia, condita di psicologia e spruzzata d'alchimia che mi sembra non ci conceda il sapore di uno sguardo reale ( e in verità sarei ben disposto ad abbandonare la mia poca conoscenza delle suddette materie per una concreta e tangibile visione... "degli occhi che mi avrebbero trasportato negli affascinanti deserti arabi,dove il riverbero del sole cade a picco in tutto il suo fulgore all'ennesima potenza... (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/grin.gif)(https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/smiley.gif) " che magnificamente descrivi...) direi che ancestrale, questo richiamo della femmina ( Ecco! L'ho detto ancora...perché continuo a dir femmina?...Che sia per via del fatto che è veramente ancestrale? :-[ ...) sembra proprio esserlo. Non sembra anche a te, delle volte, di sentire come un richiamo che proviene dalla notte dei tempi? Un dolcissimo richiamo: "Adamoooo! Adamoooo! ...Vieni Adamuccio bello...guarda che cosa ho trovato!...Vieniii!!". Per questo, quando incontriamo lo sguardo seducente ( perché è seducente Acquario, dobbiamo essere onesti con noi stessi...la desideriamo quella femmina, diciamocelo tra uomini...la desideriamo in tutti i sensi e in particolar modo desideriamo la sua dolcezza ...che non tutte hanno purtroppo, ma questo già si capisce dallo sguardo ...) di una giovane cameriera o di qualcuna che ci rimanda ad infuocati tramonti, ci perdiamo, ci dimentichiamo finalmente di noi, delle nostre finzioni, delle nostre costruzioni concettuali, perché è proprio questo l'effetto benefico che fa una vera femmina sul nostro animo. Mi sentirei quasi di sostituire il famoso "Solo in Dio lo spirito riposa" con "Solo avvinghiato alla femmina il nostro spirito riposa"... ;D ;D
Però temo che non sia il contrario...già Eva sembrava quasi considerare il suo amato Adam ...un semplice accessorio! :(
Ma si certo e non l'ho manco nascosto quel desiderio (e appunto inteso in tutti i sensi)...secondo me arriva a coinvolgere tutto..per questo prima dicevo;"puo forse (mi chiedo) esserci un richiamo di tipo archetipo/ancestrale in tutto questo? diciamo che quest'ultima frase può essere allora intesa in due opposte versioni..." ..ed aggiungo ora,che secondo me sono entrambe valide se le consideriamo da i diversi punti di vista, relativi ..insomma in un modo o in un altro si arriverebbe sempre al suo "congiungimento"..chiaro che per comprenderlo bisogna comunque starne al di sopra per "vederli" entrambi.le cose che dici sopra offrono poi tanti altri spunti di riflessione (evidentemente la fantasia non ci manca :) ) CitazioneNon sembra anche a te, delle volte, di sentire come un richiamo che proviene dalla notte dei tempi? Un dolcissimo richiamo: "Adamoooo! Adamoooo! ...Vieni Adamuccio bello...guarda che cosa ho trovato!...Vieniii!!"
:)
eccome no! ...io non conosco a fondo la leggenda (o il mito?) di Adamo ed Eva..ma secondo questi non era proprio Eva che dopo essere stata convinta dal serpente a mangiare la mela poi la offri ad Adamo?...almeno cosi mi pare che venga descritta,e al di la dei facili accostamenti un senso lo deve pur avere..o no?! (sarebbe interessante se qualche esperto in materia ci darebbe ulteriori e interessanti delucidazioni!)Comunque sia pare proprio che, almeno per come lo interpreto io, tra i due e' adamo ad essere il più debole.Citazionegià Eva sembrava quasi considerare il suo amato Adam ...un semplice accessorio! :(
Non so se esiste una qualche relazione anche a quello che ho appena detto sopra ma quello che mi sembra più certo e' che nel frattempo,semmai esiste una tale tendenza, questa si sarebbe sempre di più accentuata, cosi che invece di ri-unire i due poli, si sarebbero sempre di più allontanati (e separati)Forse non ce manco bisogno di andare tanto lontano nel tempo per avere una verifica in tal senso...A un certo punto (diciamo a partire dagli anni 50) e' successo qualcosa che ha sconvolto radicalmente tutto..innanzitutto bisognava eliminare ogni differenza e a partire da quella sessuale, gli uomini e le donne, rimanendo in questo ambito specifico,d'ora in poi andavano anch'essi livellati ed omologati e sempre di più in funzione di un preciso modello, utilitarista e mercantile e questa nuova mentalità non poteva non finire per coinvolgere l'uomo e la donna nelle loro qualità più intime e specifiche...insomma diventa tutto estremamente più superficiale e qualsiasi criterio si baserà quasi esclusivamente su basi "quantitative" e in perfetta analogia allo stesso modello di appartenenza......una volta mi capito un episodio che risale già a molti anni fa ad indicare secondo me come era già tutto molto avanzatoe a prescindere che fosse anche un caso ristretto (e personale) rispecchiava a mio avviso quella stessa tendenza che ho spiegato prima e che almeno per quanto mi riguarda notavo che era già parecchio diffusa (la cosa ovviamente vale per entrambi i sessi)Avevo appena diciannove anni e in quel periodo avevo una macchina che all'epoca (1988) costava venti milioni delle vecchie lire....tra parentesi oggi me ne vado beatamente in giro con la bicicletta ed evito il più possibile di usare la macchina, che ha ormai 15 anni, quasi sempre ferma parcheggiata sotto casa e che di tanto in tanto mi ci faccio un giro di palazzo e solo per evitare che la batteria si esaurisca)..eravamo io e un paio di amici, uno di loro doveva fare una telefonata (all'epoca cerano le cabine telefoniche :) ) cosi mi accosto parcheggiando in doppia fila... viene una ragazza,all'incirca della nostra eta in attesa che la cabina si liberi e a un certo punto chiede se la macchina fosse la nostra...il mio amico fa; "si perché?..che te ce voi fa un giro?" :)..e lei; "si ma di chi e' ?" ..insomma hai capito che bella conversazione! ::) Ora non ricordo esattamente come andarono le cose subito dopo..fatto sta che ci uscii con questa ragazza e per non farla inutilmente lunga a me venne in seguito di avvicinarmi a lei in una maniera che oggi sicuramente non ripeterei e che fino a un certo punto (ma solo fino a un certo punto) pare andasse bene anche a lei...solo che quando terminata la serata l'avrei riaccompagnata a casa era molto cambiata..e un po, forse un bel po,ce l'aveva con me.Ora come ho già detto, non mi permetterei più di comportarmi in quella maniera (comunque mettici pure l'inesperienza e l'asprezza di quell'eta da parte di entrambi) pero quello che si può dire e' che eravamo senz'altro condizionati entrambi da modelli profondamente sbagliati, estremamente superficiali.dall'inizio mi sembrava palese che lei fosse interessata prima ancora all'automobile ed io devo averlo come registrato dentro perché poi mi venne di non tener conto di altro.Naturalmente e' solo un mio personale episodio, una mia personale esperienza..che pero non ho dimenticato
@acquario scrive:
Avevo appena diciannove anni e in quel periodo avevo una macchina che all'epoca (1988) costava venti milioni delle vecchie lire....tra parentesi oggi me ne vado beatamente in giro con la bicicletta ed evito il più possibile di usare la macchina, che ha ormai 15 anni, quasi sempre ferma parcheggiata sotto casa e che di tanto in tanto mi ci faccio un giro di palazzo e solo per evitare che la batteria si esaurisca)[/font][/size] ..eravamo io e un paio di amici, uno di loro doveva fare una telefonata (all'epoca cerano le cabine telefoniche :) ) cosi mi accosto parcheggiando in doppia fila... viene una ragazza,all'incirca della nostra eta in attesa che la cabina si liberi e a un certo punto chiede se la macchina fosse la nostra...il mio amico fa; "si perché?..che te ce voi fa un giro?" :)..e lei; "si ma di chi e' ?" ..insomma hai capito che bella conversazione! ::) Ora non ricordo esattamente come andarono le cose subito dopo..fatto sta che ci uscii con questa ragazza e per non farla inutilmente lunga a me venne in seguito di avvicinarmi a lei in una maniera che oggi sicuramente non ripeterei e che fino a un certo punto (ma solo fino a un certo punto) pare andasse bene anche a lei...solo che quando terminata la serata l'avrei riaccompagnata a casa era molto cambiata..e un po, forse un bel po,ce l'aveva con me. Ora come ho già detto, non mi permetterei più di comportarmi in quella maniera (comunque mettici pure l'inesperienza e l'asprezza di quell'eta da parte di entrambi) pero quello che si può dire e' che eravamo senz'altro condizionati entrambi da modelli profondamente sbagliati, estremamente superficiali. dall'inizio mi sembrava palese che lei fosse interessata prima ancora all'automobile ed io devo averlo come registrato dentro perché poi mi venne di non tener conto di altro. Naturalmente e' solo un mio personale episodio, una mia personale esperienza..che pero non ho dimenticato [/quote]
Condizionamenti pesanti certamente: culturali, sociali e di ruolo che si perdono nella famosa notte dei tempi. Da sempre l'uomo e la donna si sono mal compresi, interpretati a vicenda in modo approssimativo, blanditi e bastonati allo stesso tempo. Personalmente sono convinto che le donne siano migliori dell'uomo, l'ho spesso pensato anche se...proprio ieri, guardando alla tv un servizio su quella signora americana che ha sbancato la lotteria, vincendo 700 e spiccioli milioni di $, mi è sorto il solito dubbio che mi attanaglia. Osservando con quanta "delicatezza" masticava il suo chewing-gum davanti ai giornalisti e alla telecamere, priva di qualunque grazia, di qualunque magnetismo femmineo, mi son chiesto:" Non è che forse le idealizziamo troppo queste donne? O, per essere più precisi...non è che io le idealizzo troppo?". Infatti , mentre osservavo la scena, il mio solito spiritello maligno mi ha spinto a chiedermi...lo so che è un pò cinico..."Ma quanto chewing-gum si potrà comprare con 700 e passa milioni di $?"... :o
Ecco, di fronte ad un simile esemplare di femmina, ma sarebbe più preciso definire come "oma" o "donno", tutta la poesia di cui andiamo parlando, caro Acquario, svanisce, si dilegua, fugge a gambe levate. E questo proprio in ragione dei pesanti condizionamenti subiti, che ci fanno vedere un archetipo ( tanto per restare in tema con quello che si dibatte aspramente, attualmente, sul nostro forum...) di femmina che forse non è reale, non è concreto, una pura illusione...
Pensa che, da giovane, cresciuto in una famiglia di soli maschi, a parte mia madre ( ma la mamma è un'altra cosa, lo sanno tutti...) e dopo aver frequentato una scuola d'agraria in cui la presenza femminile era ridotta a due esemplari su circa 5oo studenti (poveracce!...) mi ero convinto, senz'altro a motivo della mia inesperienza, che le ragazze fossero esseri angelici, più spirituali che materiali. Quindi esattamente al contrario di te che, probabilmente già "svezzato" nelle cose di mondo, le valutavi in base all'attenzione dedicata al tuo nuovo bolide...ingannandoti a tua volta!
E mentre tu cercavi di capire , concretamente ;), quanto valeva siffatta attenzione...io sognavo! Idealizzavo, componendo sonetti d'amore per lo sguardo e il mezzo sorriso, mal interpretato, che qualche giovane fanciulla mi degnava ( in realtà temo che osservassero con curiosità più la mia incipiente calvizie e i miei strani occhiali ...ma io volevo illudermi...e soffrivo. Quanto soffrivo, allora! :'( :'(...Ci son voluti anni per realizzare che le donne osservano tutto anche per sola curiosità, mentre pensavo che, spirituali com'erano, senz'altro comprendevano la mia solitudine e si volessero degnare di alleviarla...).
Pensa che inganni ci costruisce la mente , nel valutare erroneamente le percezioni visive... :(
Raggiunsi il fondo quando, tutto preso da questi sorrisi di una bellissima fanciulla di nome Beatrice ( va beh!...si chiamava davvero così...non sto idealizzando ancora...) mi risolsi di inviarle una patetica ( già all'epoca) lettera di vibrante amore, in cui avevo riversato ettolitri di nobile sentimento, restando sveglio sino all'alba per comporla...
Qualche giorno dopo averla spedita...me ne vergogno ancora, ma lo racconto a guisa di monito per tutti gli illusi come me... l'incontrai per strada insieme ad un gruppo d'amiche ( tutte assai carine , mi sembrarono al momento...solo al momento...) e fui fatto oggetto di risatine sommesse, di lazzi e financo di distorte e spassossime citazioni tratte dalla mia povera letterina... :-[ :-[
Fu in quel periodo che mi risolsi di iniziare a studiare il buddhismo... :'(
Lo so che, detta così...non mi fa onore! Ma rifletti, caro Acquario, alla base di ogni risoluzione di abbracciare la spiritualità non vi è forse un amore deluso? Una femmina malvagia?...Scherzo, ovviamente ;D ...
Ah, Donna! Mistero senza fine bello. (G.Gozzano-Signorina Felicita)
CitazioneCondizionamenti pesanti certamente: culturali, sociali e di ruolo che si perdono nella famosa notte dei tempi. Da sempre l'uomo e la donna si sono mal compresi, interpretati a vicenda in modo approssimativo, blanditi e bastonati allo stesso tempo. Personalmente sono convinto che le donne siano migliori dell'uomo, l'ho spesso pensato anche se...proprio ieri, guardando alla tv un servizio su quella signora americana che ha sbancato la lotteria, vincendo 700 e spiccioli milioni di $, mi è sorto il solito dubbio che mi attanaglia. Osservando con quanta "delicatezza" masticava il suo chewing-gum davanti ai giornalisti e alla telecamere, priva di qualunque grazia, di qualunque magnetismo femmineo, mi son chiesto:" Non è che forse le idealizziamo troppo queste donne? O, per essere più precisi...non è che io le idealizzo troppo?". Infatti , mentre osservavo la scena, il mio solito spiritello maligno mi ha spinto a chiedermi...lo so che è un pò cinico..."Ma quanto chewing-gum si potrà comprare con 700 e passa milioni di $?"... :o
Ecco, di fronte ad un simile esemplare di femmina, ma sarebbe più preciso definire come "oma" o "donno", tutta la poesia di cui andiamo parlando, caro Acquario, svanisce, si dilegua, fugge a gambe levate. E questo proprio in ragione dei pesanti condizionamenti subiti, che ci fanno vedere un archetipo ( tanto per restare in tema con quello che si dibatte aspramente, attualmente, sul nostro forum...) di femmina che forse non è reale, non è concreto, una pura illusione...
Pensa che, da giovane, cresciuto in una famiglia di soli maschi, a parte mia madre ( ma la mamma è un'altra cosa, lo sanno tutti...) e dopo aver frequentato una scuola d'agraria in cui la presenza femminile era ridotta a due esemplari su circa 5oo studenti (poveracce!...) mi ero convinto, senz'altro a motivo della mia inesperienza, che le ragazze fossero esseri angelici, più spirituali che materiali. Quindi esattamente al contrario di te che, probabilmente già "svezzato" nelle cose di mondo, le valutavi in base all'attenzione dedicata al tuo nuovo bolide...ingannandoti a tua volta!
E mentre tu cercavi di capire , concretamente ;), quanto valeva siffatta attenzione...io sognavo! Idealizzavo, componendo sonetti d'amore per lo sguardo e il mezzo sorriso, mal interpretato, che qualche giovane fanciulla mi degnava ( in realtà temo che osservassero con curiosità più la mia incipiente calvizie e i miei strani occhiali ...ma io volevo illudermi...e soffrivo. Quanto soffrivo, allora! :'( :'(...Ci son voluti anni per realizzare che le donne osservano tutto anche per sola curiosità, mentre pensavo che, spirituali com'erano, senz'altro comprendevano la mia solitudine e si volessero degnare di alleviarla...).
Pensa che inganni ci costruisce la mente , nel valutare erroneamente le percezioni visive... :(
Raggiunsi il fondo quando, tutto preso da questi sorrisi di una bellissima fanciulla di nome Beatrice ( va beh!...si chiamava davvero così...non sto idealizzando ancora...) mi risolsi di inviarle una patetica ( già all'epoca) lettera di vibrante amore, in cui avevo riversato ettolitri di nobile sentimento, restando sveglio sino all'alba per comporla...
Qualche giorno dopo averla spedita...me ne vergogno ancora, ma lo racconto a guisa di monito per tutti gli illusi come me... l'incontrai per strada insieme ad un gruppo d'amiche ( tutte assai carine , mi sembrarono al momento...solo al momento...) e fui fatto oggetto di risatine sommesse, di lazzi e financo di distorte e spassossime citazioni tratte dalla mia povera letterina... :-[ :-[
Fu in quel periodo che mi risolsi di iniziare a studiare il buddhismo... :'(
Lo so che, detta così...non mi fa onore! Ma rifletti, caro Acquario, alla base di ogni risoluzione di abbracciare la spiritualità non vi è forse un amore deluso? Una femmina malvagia?...Scherzo, ovviamente ;D ...
Ah, Donna! Mistero senza fine bello. (G.Gozzano-Signorina Felicita)
Quando ti ho scritto,puoi vedere l'orario, in Italia l'invio del post e' delle 7,25 e lo avevo cominciato a scrivere almeno una buona mezzora prima...(considera pure che io sono 8h di fuso in orario in avanti)Ebbene poco fa ho dato un occhiata a questo sito che riporto pure sotto come firma (arianna editrice articoli) ed ho letto un articolo, questo qui sottohttp://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59332- che ti invito a leggere attentamente - e che prima di scriverti non poteva esserci e infatti non cera!e che pare come avesse proseguito e approfondito il filone dei discorsi che stiamo facendo!...se lo leggi credo si possano trovare molte risposte alle tue (e alle mie) domande sull'argomento...ed e' firmato da una donna! Quindi Sariputra io penso che noi (maschi di questo scorcio temporale, di quest'epoca) non abbiamo affatto torto ad aver pensato determinate cose o nell'aver "idealizzato" in un certo modo (ecco qui forse ritorna proprio l'archetipo e che molto probabilmente ora può tornare alla sua immutabile Verità..e per troppo tempo oscurata)Riprendero il discorso più tardi (perché lo ritengo molto interessante, anche per provare a dire la mia sulle altre questioni che poni e che ritengo non siano da meno, oltre che strettamente collegate) :)
No in realta gia all'epoca non mi ero fatto nessuna illusione, ed anzi da esperienze come quella che ti ho raccontato non faceva che confermarmelo in maniera sempre più inequivocabile .. la differenza e' che non riuscivo ancora ad inquadrarla, a darne una risposta del perché di certe cose che sentivo profondamente che erano completamente sbagliate e ovviamente ci soffrivo eccome, anche perché come appena accennato per questo motivo mi sentivo "diverso" e sicuramente sai bene anche tu che quando si e' molto giovani diventa una questione preponderante che può finire di condizionare tutto il resto e spesso sono tanti i casi in cui in quei momenti si fanno delle pessime scelte proprio per provare ad "inserirsi" ma quello poi sarebbe solo il modo per conformarsi (e crescendo,da adulti la trasformazione si completa diventando burattini) e perdere perciò la propria identità e quindi la propria libertà!...e quest'ultima considerazione non può non avere il suo fedele riflesso in ambito più ampio e corrispondente a quello sociale che ne diventa lo specchio.Ad ogni modo per riprendere momentaneamente il filo del discorso dall'inizio..si diceva delle illusioni...ma dietro queste illusioni non vi sarebbe invece qualcosa che a ben vedere tali non potevano esserle ma che invece vi sarebbe dietro un richiamo ed un significato che ne svelerebbe la sua effettiva portata reale, ossia corrispondente alla Realtà?Io credo che a questa domanda la risposta l'ha sintetizzata molto bene l'articolo che ho indicato prima...la corrispondenza e' sulla trasposizione dell'Essere che si manifesta attraverso le due polarità (maschio-femmina/yin-yang)Evidentemente si e' fatta strada un ottusità senza pari che ha le sue radici nell'illuminismo (mai parola più paradossale di questa!)equivalente ad un allontanamento e un disconoscimento rispetto alla reale natura dell'uomo che da quel momento si sente "separato" ed abbiamo visto come siano state appunto oscurate per negarle quasi completamente..la donna ha perciò perso la sua peculiarità, la sua essenza che si bilanciava perfettamente a quella maschile opposta ma complementareIl nodo sta tutto qui! E in tal senso la donna e' la maggior vittima (e si capisce bene da come e' stata strumentalizzata e in maniera assai profonda da almeno cinquant'anni a questa parte...che dici se ne staranno rendendo conto finalmente? Mah!) che poi si ripercuote logicamente e conseguentemente all'uomoCitazioneFu in quel periodo che mi risolsi di iniziare a studiare il buddhismo... :'(
Lo so che, detta così...non mi fa onore! Ma rifletti, caro Acquario, alla base di ogni risoluzione di abbracciare la spiritualità non vi è forse un amore deluso? Una femmina malvagia?...Scherzo, ovviamente ;D ...
Puo' darsi ;D ... (be'..scherzando scherzando.. ;) ) ..Probabilmente succede che si arrivi a un certo punto dove ci si scontra su qualcosa che non permette a primo impatto di "superarlo"..e allora in quel momento cominciano a sorgere delle domande che si sente forte il bisogno di dare delle risposte...magari succede che ce chi ci rinuncia quasi da subito,oppure chi invece che elevarsi, sprofonda o chi come dicevo pure sopra ce chi sceglie di trasformarsi in burattini abdicando definitivamente a se stessi..per la "gioia" mefistofelica perversa dei burattinai !
Evidentemente non basta aver toccato il fondo.. bisogna continuare a scavare!! ;D (la foto -nel link sotto - dice gia tutto!! come siamo ridotti !! https://comedonchisciotte.org/con-le-migliori-intenzioni/Sembrava un fake, l'immagine qui sopra, quando un paio di giorni fa l'ho trovata che girava su Twitter.Invece no, è davvero inserita nel pieghevole che promuoveva una manifestazione culturale – "Insegui l'arte" – organizzata dal comune di Badolato e Sant'Andrea Apostolo dello Ionio, in quel di Catanzaro, Calabria.Leggendo il programma del volantino qui sotto, scovato in rete, apprendo che l'iniziativa proponeva un itinerario artistico e culturale allo scopo di far conoscere i bei borghi della zona, ed è senza dubbio programma meritevole.Peccato che quell'immagine abbia provocato in me tutt'altra suggestione.In ogni caso, capisco che la santificazione nazionale del Buon Selvaggio, quello da salvare da guerre e fame, richieda ormai a ogni comitato feste e sagre locale di far entrare nei pacchetti di promozione turistica la questione migranti: bisognerà pur trovar loro una qualche collocazione sociale che sostenga la favoletta dell'integrazione, no?Quindi, perché non buttar nel programma "borghi" anche un "momento di riflessione su temi quali: l'accoglienza e l'integrazione dei migranti, l'operato dei volontari e missionari nei campi profughi e in Africa, la tutela e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e demo-etno-antropologico" ?Non che mi sia così chiaro come stiano insieme i "borghi" da riscoprire con il "patrimonio naturalistico e demo-etno-antropologico".Diciamo che mi da l'idea di un voler includere tutto lo scibile umano nel titolo pur di trovare una qualche ragione pregevole per giustificare la presenza (ovviamente "attiva") di nigeriani (?) o senegalesi (?), in quell'itinerario fra i borghi catanzaresi.Che c'entrano?E va be', non è questo il punto.Il punto è che la prima cosa cui mi ha fatto pensare l'immagine sopra non è tanto ai borghi, quanto a una promozione di vacanze esotiche per signore attempate e in fregola. Avete presente?Quelle vacanze per sole signore che, da ormai parecchi anni, le vedono partire per paesi sole e mare per tornare come rivitalizzate da una segreta passione.Le vacanze infatti sono su isole o paesi esotici dove si sanno essere disponibili amanti neri occasionali.I quali, regalano l'illusione di un romanzo d'amore in formato mordi&fuggi (ma prima di fuggire, paga), che contempla l'approccio sgamato e saputo da parte di giovani mandrilli locali.Questi, addestratissim gigolò e astuti quel che basta, interpretano alla perfezione il ruolo dell'innamorato (le signore non fanno mai "turismo sessuale", vivono solo brevi intense storie d'amore, si sa) allo scopo di ottenerne in cambio soldi (anche se di soldi non si parla mai, basta metterglieli in tasca o lasciarglieli sul comodino), regali (possibilmente rivendibili) e (perché no?) la pur remota possibilità di raggiungere "l'amata" a sue spese.E con questa, magari, un lussuoso permesso di soggiorno in quel ricco occidente che la signora gli rappresenta.Del fenomeno del turismo sessuale femminile cui mi riferisco ne ha parlato qualche tempo fa Linkiesta, caso mai qualcuno volesse farsene un'idea.Così, di suggestione in suggestione, m'é venuta pure questa: ecco forse perché ci importano giovani manzi nel pieno della loro esplosione ormonale: qui la popolazione invecchia, e molte sono le signore di una certà età che non se la passano male economicamente. E, si sa, saper esibire un amante/servetto di pelle nera ha sempre quel certo fascino fin da quando i servetti neri si esibivano nei salotti settecenteschi.Poi, per le signore in miseria che il servetto nero non se lo possono permettere, si può sempre consentirgli di arrotondare strappando loro dal collo catenine d'oro o rubando i loro risparmi gelosamente nascosti per il previsto trapasso sotto al materasso. Insomma, a ragionar di amanti esotici e pronti all'uso, vien facile capire come finisca (quasi) sempre che a sostenere col cuore in mano il migrante che scappa dalle guerre e dalla fame, poi trovi puntualmente delle signore arzille e benestanti che la mettono sugli scambi culturali e sull'inclusione sociale, ma solo quel che basta a giustificarsi quel recondito desiderio di servetto negro da tenere in salotto, che fa tanto antica nobiltà.Non volendolo, perché sicuramente sono stati mal consigliati nell'uso di quella immagine, ringrazio tuttavia gli organizzatori dell'evento culturale calabrese per avermi ricordato come, spesso, dietro le più nobili intenzioni si nasconda quel virus bifido che da una parte puzza di bieco paternalismo, dall'altra di sottostante desiderio di schiavismo.Fosse anche "d'amore".Insomma, accogliamoli purché non ci sporchino i tappeti e sappiano portare in tavola con grazia i flut con lo champagne.Se poi ci scappa pure un friccico extra, perché no? Se paghi, puoi avere qualunque cosa.In fondo loro poi amano così tanto i poveri, i derelitti e i neri: per questo fanno tanto volontariato e stanno sempre per canoniche: è lì che se ne trovano in abbondanza.Ma mica son razziste, le signore perbene, anzi: lo fanno per il bene altrui, per far sentire poveri e pidocchiosi un po' "amati".Illudendosi naturalmente di esserne riamate.Ed è lì, di solito, che le prendono sui denti...Fonte:
https://comedonchisciotte.org/con-le-migliori-intenzioni/CONFUSIONEEEE.... https://www.youtube.com/watch?v=heVtMxIexrI
Come l'idea stessa del progresso ha eliminato il tempo(riflessioni personali dalla lettura di un paio di articoli)L'idea di progresso appare come uno dei presupposti teorici della modernità. Non senza ragione, si è persino potuto vedervi la vera "religione della civiltà occidentale". ...Il progresso può definirsi come un processo che accumula tappe, la più recente delle quali è sempre giudicata preferibile e migliore, ossia qualitativamente superiore a quella che l'ha preceduta. Questa definizione comprende un elemento descrittivo (un cambiamento interviene in una direzione data) e un elemento assiologico (questa progressione è interpretata come un miglioramento). Si tratta dunque di un cambiamento orientato, e orientato verso il meglio, al contempo necessario (non si ferma il progresso) e irreversibile (non c'è globalmente un ritorno indietro possibile). Essendo il miglioramento ineluttabile, se ne deduce che domani sarà sempre migliore. I teorici del progresso si dividono sulla direzione del progresso, il ritmo e la natura dei cambiamenti che lo accompagnano, eventualmente i suoi attori principali. Nondimeno, tutti aderiscono a tre idee-chiave: 1) Una concezione lineare del tempo e l'idea che la storia ha un senso, orientato verso il futuro. 2) L'idea dell'unità fondamentale dell'umanità, chiamata nella sua totalità a evolvere nella stessa direzione. 3) L'idea che il mondo può e deve essere trasformato, il che implica che l'uomo si afferma come sovrano padrone della natura. Queste tre idee provengono in origine dal cristianesimo. A partire dal XVII secolo, lo sviluppo delle scienze e delle tecniche comporta la loro riformulazione in un'ottica secolarizzata. ...La teoria del progresso secolarizza questa concezione lineare della storia, da dove derivano tutti gli storicismi moderni. ...Per pervenire alla sua formulazione moderna, la teoria del progresso aveva dunque bisogno di elementi supplementari, che appaiono a partire dal Rinascimento, e sbocciano a partire dal XVII secolo. Lo sviluppo delle scienze e delle tecniche, aggiunto alla scoperta del Nuovo Mondo, nutre allora l'ottimismo sembrando aprire il campo di un'infinità di possibili miglioramenti. Francesco Bacone, che è il primo a utilizzare la parola progress in un senso temporale e non più spaziale, afferma che il ruolo dell'uomo è di dominare la natura conoscendo le sue leggi. Cartesio propone ugualmente agli uomini di diventare padroni e possessori della natura. Questa, scritta per Galilei "in linguaggio matematico", diventa allora muta e inanimata. Il cosmo non è più portatore di senso di per se stesso. Non è altro che una meccanica che bisogna smontare per conoscerla e strumentalizzarla. Il mondo diventa puro oggetto dell'uomo-soggetto. L'uomo sperimenta la convinzione che, grazie alla ragione, può affidarsi solo a se stesso. Il cosmo degli Antichi cede così il posto a un mondo nuovo, geometrico, omogeneo e infinito, governato da leggi di causa-effetto. Il modello che vi si applica è un modello meccanico, più particolarmente quello dell'orologio. Il tempo steso diventa omogeneo, misurabile: è il "tempo dei mercanti" che sostituisce il "tempo dei contadini" (Jacques Le Goff). La mentalità tecnica sorge da questo nuovo spirito scientifico. La tecnica ha l'obiettivo principale di accumulare cose utili, ossia di aiutare a produrle. ...Georges Sorel vedrà più tardi nella teoria del progresso una "dottrina borghese". Nel XVIII secolo, gli economisti classici (Adam Smith, Bernard Mandeville, David Hume) riabilitano dal canto loro il desiderio insaziabile: i bisogni dell'uomo, secondo loro, sono sempre suscettibili di essere aumentati. È dunque nella natura stessa dell'uomo volere sempre di più e agire di conseguenza, cercando costantemente di massimizzare il suo miglior interesse....Con una particolare insistenza, si sottolinea il carattere cumulabile del sapere scientifico. La conclusione che se ne trae è il carattere necessario del progresso: se ne saprà sempre di più, dunque tutto andrà sempre meglio. Essendo un buon ingegno "composto da tutti quelli che l'hanno preceduto", se ne deduce la costante superiorità dei Moderni: "Siamo nani collocati su spalle di giganti", dice Bernardo di Chiaravalle, ripreso da Fontenelle. Dunque non c'è più un'autorità degli Antichi. La tradizione è al contrario percepita come un naturale ostacolo alla marcia in avanti della ragione. Il confronto fra presente e passato, sempre a vantaggio del primo, permette nello stesso tempo di svelare il movimento dell'avvenire. Il movimento comparativo diventa così predittivo: il progresso, posto in un primo tempo come il risultato dell'evoluzione, si instaura come il principio di questa evoluzione. ...La nozione di progresso implica ancora l'idolatria del novum: ogni novità è a priori migliore per il solo fatto che è nuova. Questa sete di nuovo, sistematicamente considerato sinonimo di migliore, diventerà rapidamente una delle ossessioni della modernità. In ambito artistico, essa sfocerà nella nozione di "avanguardia" (che ha anche in politica le sue contropartite). La teoria del progresso possiede ormai tutte le sue componenti. Turgot, nel 1750, e poi Condorcet, la esprimono sotto forma di convinzione: "La massa totale del genere umano marcia verso una sempre più grande perfezione". La storia dell'umanità è così percepita come definitivamente unitaria. Ciò che si conserva del cristianesimo, è l'idea di una futura perfezione dell'umanità e la certezza che l'umanità si dirige verso un fine unico. ...Parallelamente, l'uomo è posto non soltanto come un essere di desideri e bisogni continuamente rinnovati, ma anche come un essere indefinitamente perfettibile. ...Si presume che l'uomo realizzi la sua umanità solo opponendosi a una natura da cui gli è necessario affrancarsi per "civilizzarsi". L'umanità deve allora affrancarsi da tutto ciò che potrebbe intralciare l'irresistibile marcia in avanti del progresso: i "pregiudizi", le "superstizioni", il "peso del passato". Indirettamente, qui si rasenta la giustificazione del Terrore: se l'umanità ha come fine necessario il progresso, chiunque ostacoli il progresso può a buon diritto essere soppresso; chiunque si opponga al progresso dell'umanità può a buon diritto essere posto fuori dell'umanità e considerato "nemico del genere umano" (di qui la difficoltà di riconciliare le due affermazioni kantiane dell'uguale dignità degli uomini e del progresso dell'umanità). Questo atteggiamento di rigetto della "natura" e del "passato" è frequentemente rappresentato come sinonimo di un affrancamento da ogni determinismo. In realtà, la determinazione mediante il passato è sostituita dalla determinazione mediante l'avvenire: è il "senso della storia". L'ottimismo inerente alla teoria del progresso si estende rapidamente a tutti gli ambiti, alla società e all'uomo. Si presume che il regno della ragione sfoci in una società al contempo trasparente e pacificata. :o ...Condorcet propone di perfezionare razionalmente la lingua e l'ortografia. La stessa morale deve presentare i caratteri di una scienza. L'educazione tende ad abituare i bambini a sbarazzarsi del "pregiudizi", fonte di ogni male sociale, e a far uso della loro sola ragione. La marcia dell'umanità verso la felicità è così interpretata come il completamento della felicità morale. Per gli uomini dell'Illuminismo, dato che l'uomo agirà in futuro in modo sempre più "illuminato", la ragione si perfezionerà e l'umanità diverrà moralmente migliore. Il progresso, lungi dall'interessare solo il quadro esteriore dell'esistenza, trasformerà dunque l'uomo stesso. Un progresso acquisito in un ambito si ripercuoterà necessariamente in tutti gli altri. Il progresso materiale causa il progresso morale. ...I termini di "progresso" e "civiltà" tendono contemporaneamente a diventare sinonimi. L'idea di progresso serve a legittimare la colonizzazione, che dovrebbe diffondere ovunque nel mondo i benefici della "civiltà". Si riformula la nozione di progresso alla luce dell'evoluzionismo darwiniano, essendo la stessa evoluzione del vivente reinterpretata come progresso (in particolare in Herbert Spencer, il quale definisce il progresso come evoluzione dal semplice al complesso, dall'omogeneo all'eterogeneo). Le condizioni del progresso si trasformano allora sensibilmente. Il meccanicismo illuminista si coniuga d'ora in avanti con l'organicismo biologico, mentre il suo ostentato pacifismo cede spazio all'apologia della "lotta per la vita". Il progresso risulta d'ora in poi dalla selezione dei "più adatti" (i "migliori"), in una generalizzata visione concorrenziale. Questa reinterpretazione rafforza l'imperialismo occidentale: essendo la civiltà dell'Occidente presumibilmente la più "evoluta", essa è anche la migliore. L'evoluzionismo sociale, che deve anch'esso tutto all'idea di progresso, arriva allora al massimo della popolarità. La storia dell'umanità è divisa in "stadi" successivi, che segnano le differenti tappe del suo "progresso". La dispersione delle differenti culture nello spazio è ritrasposta nel tempo: le società "primitive" rimanderebbero agli occidentali l'immagine del proprio passato (sono "antenati contemporanei"), mentre l'Occidente presenterebbe loro quello del loro avvenire. Già Condorcet faceva passare l'umanità attraverso dieci tappe successive. Hegel, Auguste Comte, Karl Marx, Freud, ecc., propongono schemi analoghi, che vanno dalla "credenza superstiziosa" alla "scienza", dalla "mentalità primitiva" (magica o teologica) alla mentalità "civilizzata" e al regno universale della ragione. ..Il razzismo appare così direttamente legato all'universalismo del progresso, che a sua volta ricopre un etnocentrismo inconscio o mascherato. ...La tematica del progresso resta tuttavia pregnante, anche solo a titolo simbolico. La classe politica continua a fare appello al raggruppamento delle "forze del progresso" contro gli "uomini del passato" e l'"oscurantismo medievale" (o i "costumi di un'altra epoca"). Nel discorso pubblico, la parola "progresso" conserva globalmente una risonanza o una carica positiva. L'orientamento verso il futuro resta ugualmente dominante. Anche se si ammette che il futuro è carico di minacciose incertezze, si continua a pensare che, logicamente, le cose dovrebbero globalmente migliorare in futuro. Sostituito dallo sviluppo delle tecnologie di punta e dalla programmazione mediatica delle mode, il culto della novità resta più forte che mai. Si continua così a credere che l'uomo è tanto più "libero" quanto più completamente si strappa alle sue appartenenze organiche o a tradizioni ereditate dal passato. ...Ma soprattutto, la teoria del progresso resta largamente presente nella sua versione produttivista. Essa nutre l'idea che una crescita indefinita è al contempo normale e desiderabile, e che un avvenire migliore passa necessariamente attraverso l'accrescimento costante del volume dei beni prodotti e attraverso la mondializzazione degli scambi. Questa idea ispira oggi l'ideologia dello "sviluppo", che continua a guardare le società del Terzo mondo come (economicamente) in ritardo rispetto all'Occidente, e a fare del modello occidentale di produzione e di consumo il destino necessario di tutta l'umanità. Questa ideologia dello sviluppo è stata perfettamente formulata da Walt Rostow che, nel 1960, enumerava le "tappe" che tutte le società del pianeta debbono percorrere per accedere all'universo del consumo e del capitalismo mercantile. Come hanno mostrato diversi autori (Serge Latouche, Gilbert Rist, ecc.), la teoria dello sviluppo non è altro, alla fin fine, che una credenza. Finché non avremo abbandonato questa credenza, non l'avremo fatta finita con l'ideologia del progresso. ——...Ed eccoci cosi " final-mente " arrivati nel mondo dello shock del presente, dove tutto accade così veloce da essere simultaneo. Benvenuti nel mondo del Grande Adesso!..l'imprigionamento nell'eterno presente puntiforme Il senso radicale di questo fenomeno è escatologico e metafisico. Ogni uomo oggi fa esperienza della accelerazione crescente del tempo: una sensazione, una illusione, gli dicono gli scienziati – che si sono dotati di orologi precisissimi. Il tempo matematico, oggettivo, segnato da quegli orologi, non accelera affatto. La vostra è una «impressione». Proprio così: il tempo «quantità», materialmente misurato, scorre sempre uguale. Ma è la «qualità» del tempo ad essere più veloce. Ed è più veloce perché è più povera – e precisamente, più povera di significato: e il significato, il senso delle cose, lo coglie lo spirito umano, non gli orologi atomici. https://www.youtube.com/watch?v=ySaYrlW-6y4"Al suo limite estremo, la contrazione del tempo dovrà avere come conseguenza finale la riduzione di esso in un unico istante, e la durata allora avrà cessato di esistere (...) Così il tempo divoratore finisce per "divorare sé stesso" (Rene Guenon)Fonte e articoli in questione:https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=14809http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=318425&Itemid=100021
Bel post Acquario, molto ben sviluppato!
L'idea di progresso materiale continuo, che diventa volontà di dominio e d'imposizione a tutti, volenti o nolenti, di doversi adattare a questo sviluppo tecnologico incessante, e sempre più veloce, crea pure parecchia..."ansia", soprattutto nellla moltitudine di esseri inadeguati, come il sottoscritto, di imparare costantemente come funzionano le nuove tecnologie ,che si susseguono sempre più velocemente. Molti ne sono affascinati e ci sguazzano in questo, altri...non finiscono di imparare come funziona un accidente di computer o di cellulare e...già lo devono buttare, perchè sorpassato e ricominciare di nuovo con un altro più sofisticato. Mia figlia mi dice che mi aiuta a tenere la mente "allenata" e giovane ::)...lei, come tutti i giovani "nativi digitali" ne è affascinata ovviamente. Io cerco sempre di instillarle anche qualche pillola di sana critica e autocritica...spero che nel tempo funzionerà!...
Però, una cosa che mi fa deprimere un pò, è che , poco a poco, in nome del "progresso", ci tolgono anche dei piccoli piaceri della vita. Per esempio, tra vent'anni dicono che la guida delle auto sarà totalmente autonoma, così che potremo restare connessi ai social e alla rete in maniera continua e incessante senza dover perdere tempo a guidare, concentrandoci solo su quello che possiamo acquistare online. Ma io...io amo guidare!...Uno dei piaceri della mia misera vita è prendere con il mio scassone d'auto una bella strada di montagna, di quelle semideserte, e godermi il semplice piacere di guidare. Spengo persino la radio e mi ascolto il suono del motore, intavolando una danza "armoniosa" con le curve che si succedono una dopo l'altra. :)
Un giorno questo piacere non sarà più possibile. Non troverai più un'assicurazione che ti copra se vuoi guidare "in manuale"...Questo per me è un autentico "furto di piacere" nei miei riguardi ( e penso anche in quello di molti altri...).
E' pericoloso guidare in manuale, si intasano le tangenziali? E bè...può essere un piacere anche un smoccolare verso un semaforo! ;D...Allora dico, ma concentratevi a trovare una soluzione per la moltitudine di malattie che ci fanno soffrire! ( e non solo quelle di noi panzoni occidentali...) e lasciatemi con il mio volante e con il mio cambio manuale a cinque marce +retro... ;D
P.S. L'ho messa un pò sul ridere, però credo che sia anche in tema con quel "Nun Me Scuccià" del titolo. Infatti a me , 'sta cosa, "scoccia" parecchio!... :'(
Citazione di: Sariputra il 12 Settembre 2017, 10:55:38 AM
Bel post Acquario, molto ben sviluppato!
L'idea di progresso materiale continuo, che diventa volontà di dominio e d'imposizione a tutti, volenti o nolenti, di doversi adattare a questo sviluppo tecnologico incessante, e sempre più veloce, crea pure parecchia..."ansia", soprattutto nellla moltitudine di esseri inadeguati, come il sottoscritto, di imparare costantemente come funzionano le nuove tecnologie ,che si susseguono sempre più velocemente. Molti ne sono affascinati e ci sguazzano in questo, altri...non finiscono di imparare come funziona un accidente di computer o di cellulare e...già lo devono buttare, perchè sorpassato e ricominciare di nuovo con un altro più sofisticato. Mia figlia mi dice che mi aiuta a tenere la mente "allenata" e giovane ::)...lei, come tutti i giovani "nativi digitali" ne è affascinata ovviamente. Io cerco sempre di instillarle anche qualche pillola di sana critica e autocritica...spero che nel tempo funzionerà!...
Però, una cosa che mi fa deprimere un pò, è che , poco a poco, in nome del "progresso", ci tolgono anche dei piccoli piaceri della vita. Per esempio, tra vent'anni dicono che la guida delle auto sarà totalmente autonoma, così che potremo restare connessi ai social e alla rete in maniera continua e incessante senza dover perdere tempo a guidare, concentrandoci solo su quello che possiamo acquistare online. Ma io...io amo guidare!...Uno dei piaceri della mia misera vita è prendere con il mio scassone d'auto una bella strada di montagna, di quelle semideserte, e godermi il semplice piacere di guidare. Spengo persino la radio e mi ascolto il suono del motore, intavolando una danza "armoniosa" con le curve che si succedono una dopo l'altra. :)
Un giorno questo piacere non sarà più possibile. Non troverai più un'assicurazione che ti copra se vuoi guidare "in manuale"...Questo per me è un autentico "furto di piacere" nei miei riguardi ( e penso anche in quello di molti altri...).
E' pericoloso guidare in manuale, si intasano le tangenziali? E bè...può essere un piacere anche un smoccolare verso un semaforo! ;D...Allora dico, ma concentratevi a trovare una soluzione per la moltitudine di malattie che ci fanno soffrire! ( e non solo quelle di noi panzoni occidentali...) e lasciatemi con il mio volante e con il mio cambio manuale a cinque marce +retro... ;D
P.S. L'ho messa un pò sul ridere, però credo che sia anche in tema con quel "Nun Me Scuccià" del titolo. Infatti a me , 'sta cosa, "scoccia" parecchio!... :'(
il post e' molto interessante ma il merito non va certo a me che l'avrei solo riportato e poi diciamo che certe idee esistono gia,(tra l'altro anche a me scrivere mi aiuta a chiarirle ancora meglio) la bravura degli autori e' quella di averle fatte emergere per farcele "vedere" anche a noi e in maniera limpida, chiara e pienamente riscontrabile..il che di questi tempi e' pure merce rara.sulle auto automatiche non so,l'impressione che ne ho io e' che dietro ce' il solito abbaglio e la solita bella fregatura (un po alla Uber)..a me viene piuttosto da chiedermi se tra vent'anni potrà ancora esserci uno spazio fisico libero e se nel frattempo il sistema intero non si sarà definitivamente congestionato...be' male che va forse tu un piccolo vantaggio lo potresti gia avere...ed e' villa Sariputra! :) un pezzetto di terra per tirarci fuori le patate, un po di ortaggi, ci aggiungi qualche gallina e stai alla grande :D ...scherzo ma in fondo mica tanto!...al posto tuo un pensierino ce lo farei (sul serio) :)
Citazione di: acquario69 il 12 Settembre 2017, 14:45:42 PM
Citazione di: Sariputra il 12 Settembre 2017, 10:55:38 AM(
il post e' molto interessante ma il merito non va certo a me che l'avrei solo riportato e poi diciamo che certe idee esistono gia,(tra l'altro anche a me scrivere mi aiuta a chiarirle ancora meglio) la bravura degli autori e' quella di averle fatte emergere per farcele "vedere" anche a noi e in maniera limpida, chiara e pienamente riscontrabile..il che di questi tempi e' pure merce rara. sulle auto automatiche non so,l'impressione che ne ho io e' che dietro ce' il solito abbaglio e la solita bella fregatura (un po alla Uber).. a me viene piuttosto da chiedermi se tra vent'anni potrà ancora esserci uno spazio fisico libero e se nel frattempo il sistema intero non si sarà definitivamente congestionato... be' male che va forse tu un piccolo vantaggio lo potresti gia avere...ed e' villa Sariputra! :) un pezzetto di terra per tirarci fuori le patate, un po di ortaggi, ci aggiungi qualche gallina e stai alla grande :D ...scherzo ma in fondo mica tanto!...al posto tuo un pensierino ce lo farei (sul serio) :)
Il mio obbiettivo sarebbe infatti quello di trasferire la Villa dalla bassa quota attuale ad una più elevata. Ho adocchiato un rustico completamente ristrutturato in una vecchia borgata di montagna, a circa 800 m di altitudine. Un luogo incantevole, lontano dalle strade e circondato da prati , boschi di abeti e di larici e frutteti di una fattoria più giù, a valle...il prezzo sarebbe pure accessibile ( in pratica non lo vuole nessuno...), ma il vero problema è convincere chi so io... :-\
Comunque non posso nemmeno lamentarmi. Villa Sariputra , sotto il monte, è già un luogo che si potrebbe definire "di campagna" ( almeno per un cittadino lo è senz'altro...), ma non sufficiente per me e le mie aspirazioni..."ascetico-contadinesche" ;D . Questa scelta, che ho già raccontato, l'ha fatta un mio caro amico che ha abbandonato una bella villetta in una città della Contea, dotata di tutti i comfort e prossima a tutti i servizi, per trasferirsi in un rudere semi-abbandonato sulle colline, con un enorme podere, in gran parte ricoperto da boschi abbandonati. Ne ha tratto una fattoria didattica meravigliosa, dove si può gustare dell'ottimo prosecco doc, con lo sguardo che spazia sui dolci pendii, snocciolando bagigi tostati in casa...un luogo veramente... "spirituale" :-[ :-[...
Comunque, in ogni caso, ci sarebbe sempre il "problema", non superabile al momento, di spostare il vecchio artista novantenne dall'attuale Villa sariputra...diciamo che potrebbe essere un investimento per il futuro, quando la situazione diverrà insostenibile...
Caro Sariputra...conosci Jean Giono?
Qui sotto un meraviglioso video animato del suo più celebre e bellissimo libro (più sotto ancora il link)
https://www.youtube.com/watch?v=YIFDlYqtXDA
http://www.giuliotortello.it/uomo/uomo.pdf
Mi sa che Sari ne ha sentito parlare di una personalità come Jean... Giono...Io lo conosco bene e ho visitato il luogo di nascita (Manosque) e in più occasioni Le Redortiers, un luogo agreste dove diede vita a relazioni (umane) basate sulla condivisione e semplicità... che penso troveresti interessanti (da quel che scrivi). Cosi dopo Buzzati apprezziamo entrambi anche Jean Giono e la cosa non può che farmi piacere, come me l'ha fatto vedere il video dell'uomo che piantava gli alberi (il video è un capolavoro).Se non l'hai colta presenta delle analogie con la storia del film di Wenders: Il sale della terrahttps://it.wikipedia.org/wiki/Il_sale_della_terra_(film_2014)altro capolavoro (anche etico). Tutto è collegato... forse anche la scogliera dell'amico Patrick ti par d'averla già vista... perché l'ho vista io... Un salutoJean
Citazione di: acquario69 il 12 Settembre 2017, 16:20:00 PMCaro Sariputra...conosci Jean Giono? Qui sotto un meraviglioso video animato del suo più celebre e bellissimo libro (più sotto ancora il link) https://www.youtube.com/watch?v=YIFDlYqtXDA http://www.giuliotortello.it/uomo/uomo.pdf
Sì, conosco Jean Giono e il suo racconto. Era tra i libri consigliati dal prof. di italiano di mia figlia, che lo doveva leggere durante un'estate di vacanza. Lo acquistai, lei non lo lesse, ma lo lessi io...Concordo con Jean che il video d'animazione è un capolavoro. Ti ringrazio perché non l'avevo mai visto..Nella biblioteca della Villa occupa un posto accanto a"La terra dei semi" di Mariano Borgognoni..."Una terra fatta di attese, di lotte e di speranze. Tuttavia una terra per un impegno e una responsabilità, non per una fuga. Come attorno ad un fuoco, tante amiche e amici di ieri e di oggi raccontano la storia di una speranza antichissima e semplice: quella di un mondo più giusto e felice..." ( dall'introd. a "La terra dei semi").
E questi sono altri due che l'hanno fatto per davvero...http://www.dolcevitaonline.it/jadav-payeng-lincredibile-storia-delluomo-che-da-solo-ha-fatto-crescere-una-foresta/https://www.youtube.com/watch?v=ZSPkcpGmflE ... I belive it's to take care of it and to share it and if don't share what you have you're going to live a lonely life... J4Y
Citazione di: Jean il 14 Settembre 2017, 19:02:40 PM
E questi sono altri due che l'hanno fatto per davvero...
http://www.dolcevitaonline.it/jadav-payeng-lincredibile-storia-delluomo-che-da-solo-ha-fatto-crescere-una-foresta/
https://www.youtube.com/watch?v=ZSPkcpGmflE
... I belive it's to take care of it and to share it and if don't share what you have you're going to live a lonely life...
Bellissima la vicenda di questa persona, in un certo senso sembrerebbe proprio incarnare il racconto di Jean Giono...Forse non credo sia nemmeno un caso che sia potuto accadere in india e in quella specifica maniera..e non so (ma dubito) che sia mai stato fatto qualcosa di simile da noi..noi come occidente, tutt'al più - e se veramente succede- qui da noi si ricorre ai ripari solo dopo che i buoi sono scappati dalla stalla ,ossia quando e' inevitabile intervenire, almeno per salvare il salvabile, ma sarebbe solo un modo di mettere una piccola pezza del tutto insignificante, e che verra ovviamente spazzata via,fino al prossimo inevitabile "incidente" (gli esempi si sprecano e sono ora all'ordine del giorno ,vedi inondazioni, incendi e quant'altro)..anche perché non si arriva mai alla radice delle cose, figuriamoci per risolvere un problema (un problema tra l'altro causato!) ma si rimane in superficie, quando va bene, ed inoltre abbiamo perso la "prospettiva",ossia non si pensa più in maniera globale e complessiva ma tutto e' ristretto al solo ambito materiale,separato "in compartimenti stagni" sempre più minuti in un eterno presente puntiforme e non si può andare oltre il proprio ombelico..ma forse manco piu quello :o ..per non parlare poi dei miseri interessi all'interno dello stesso ridicolo baraccone.CitazioneJadav ha 16 anni....Jadav decide di far qualcosa. Chiede aiuto agli anziani del suo paese. Gli dissero di piantare alberi di bambù vicino al fiume... (dice l'articolo)
Javad a quel tempo poteva ancora contare sui saggi consigli delle persone anziane...mi chiedo se avesse avuto oggi i suoi 16 anni se sarebbe stato possibile..forse si (ma in india,di certo non da noi e forse manco da prima) ad ogni modo credo ci sarebbero state molte meno possibilità, anche dalle sue parti...perciò riesci a capire da te come risulterebbero appunto fondamentali certi apprendimenti, certe cose essenziali che si tramanderebbero di generazioni in generazioni?! ...e che tra l'altro nulla possono avere a che fare o avere il minimo paragone con lo "studio" quale siamo stati abituati negli ultimi decenni e a crederlo pure il migliore!? E si vede infatti dove ci avrebbe portato!https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59462Sariputra in un suo ultimo intervento scrive:Citazionela conoscenza e la saggezza che provengono dalla comprensione intuitiva diretta, dall'osservazione, anziché dal collezionare conoscenze sulle cose. Il mio insegnante in Thailandia, Ajahn Chah, una volta mi raccontò che quando iniziò a praticare la meditazione disse al suo maestro: "Stai cercando di farmi diventare stupido".
Ecco...(oltre al fatto che si e' interrotto il "naturale" rapporto generazione-tradizione) vuol dire appunto un "sapere ignorante"...cioè diventare stupidi! come volevo intenderlo sopra
"Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia su una spiaggia, non si può violentare..probabilmente lui non conosce questa regola". :o :o :o (Avv.Carmen Di Genio,Comitato Pari Opportunità Corte d'Appello Salerno)http://www.maurizioblondet.it/demenza-positivismo-giuridico/ALLUCINANTE!!...DELLA SERIE SI SALVI CHI PUO !!..MA ARRIVATI A UN PUNTO TALE MI CHIEDO; DOVE PUO ANCORA ESSERCI POSSIBILITA DI SCAMPO ?!?
Illuminismo: evoluzione,progresso,civilta!L'illuminismo è realmente stata quell'epoca storica di evoluzione massima della coscienza umana tanto dipinta da gran parte dell'analisi storica in generale,o forse,è stato,in realtà,un allontanamento dalla reale natura umana, fatta,oltre che di ragione, anche di spirito e di irrazionalità?L'Illuminismo è stata non un'epoca di evoluzione della chiara descrizione della natura umana, ma, al contrario, di allontanamento rispetto alla reale natura dell'uomo.Esso è stato in qualche modo un rifiuto dell'umano ed un'esaltazione velata del mito del progresso e della tecnica. La cosiddetta età dei lumi, quel tanto glorificato fenomeno culturale, quell'espressione filosofica interpretata, dai tanti, come uno sviluppo intellettuale dell'umanità, come il fenomeno simbolo dell'emancipazione umana, è stato realmente un fenomeno così positivo degno d'esaltazione, o come i tanti fenomeni storici caricaturalmente enfatizzati nel nostro tempo, in realtà, non è stato forse la perfetta espressione di una tendenza al declino della società moderna?Questa corrente di pensiero ha certamente influenzato il mutamento del pensiero occidentale, tanto che i contemporanei cantori della retorica mondialista liberale e dei diritti civili, spesso, analizzando le attuali differenze tra il mondo occidentale e quello orientale, descrivono tale differenza appellandosi ad una certa superiorità assoluta dell'Occidente in quanto questo, rispetto all'Oriente, avrebbe assistito al fenomeno dell'Illuminismo.Questo procedimento mentale riduzionista ed eccessivamente assolutista, di fatto, non fa altro che ripetere le logiche di quel falso modello proprio dello stampo illuminista dell'universalismo della ragione. La stessa retorica di questo ceto benpensante post-illuminista è la stessa che esalta la propaganda dei diritti civili ed individuali sopra ogni cosa, l'abbattimento dei confini e delle barriere culturali della differenza (che sono un fatto umano naturale), dell'esportazione della democrazia come necessità mondiale (senza tener conto del fatto che quello di "democrazia" è un concetto assolutamente occidentale),del laicismo ai limiti dell'ateismo, dell'anti-tradizionalismo,del multiculturalismo massiccio,dell'amore cieco per il Progresso,in nome di un egualitarismo umano assoluto.Epilogo dell'illuminismo: gli USA (e il nuovo ordine mondiale)Il fatto che l'America del Nord sia la sola nazione al mondo ad essere nata a seguito di un genocidio può spiegare la sua psicologia così specifica e l'idea che certi Americani possano realizzarsi in questo "destino particolare"?Io ho piuttosto l'impressione che, al contrario, sia questa psicologia che spiega lo sterminio metodico degli Indiani. La mentalità americana è segnata da una concezione economica e commerciale del mondo per l'onnipresenza dei valori biblici e per l'ottimismo tecnico. Gli Stati Uniti hanno una storia breve, che si confonde con la modernità; la civiltà americana è una civiltà che si dispiega nello spazio più che svolgersi nel tempo. Durante la loro breve storia, gli Stati Uniti non hanno conosciuto che un solo grande modello politico, praticamente invariato dalle origini – da cui deriva il loro conformismo.Il pensiero dei Padri Fondatori è nell'essenziale ispirato dalla filosofia dell'Illuminismo, che implica il contrattualismo, il linguaggio dei diritti e la fede nel progresso. Christopher Lasch ha detto a giusto titolo che "negli Stati Uniti, la soppressione delle radici è sempre stata percepita come la condizione essenziale per l'aumento delle libertà.Tocqueville scrisse: "Le passioni che agitano gli Americani sono passioni commerciali, non passioni politiche. Trasportano nella politica le abitudini del commercio". La "democrazia in America" non è che il regno di un'oligarchia finanziaria.-------------Il discorso di Capo Seath (1854) "Il Grande Capo a Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra. Come si può comprare o vendere il cielo o il calore della terra? Per noi è un'idea che ci stupisce. Se non ci appartengono né la freschezza dell'aria né lo scintillio dell'acqua sotto il sole, come potreste comprarcelo? ..Sappiamo che il bianco non capisce il nostro modo di essere. Per lui un pezzo di terra è uguale ad un altro. Lui è come un estraneo che arriva nella notte, strappa alla terra quello che gli è necessario e se ne va . Non guarda alla terra come ad una sorella ma come ad un nemico. E quando l'ha conquistata l'abbandona e parte per altri destini...Tratta la sua madre terra e suo fratello, il cielo, come cose che si possono comprare, saccheggiare, vendere, come pecore o lucenti monili. Il suo appetito divorerà la terra e temo, che dietro, resterà solo il deserto. ...Noi sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Noi sappiamo che tutte le cose appartengono ad una unica famiglia. Tutto è unito. Non è l'uomo che ha ordito le trame del tessuto della vita egli è solo uno dei suoi fili. Quello che l'uomo fa a questo tessuto lo fa a se stesso. Noi sappiamo una cosa che l'uomo bianco non sa, ma un giorno scoprirà, il vostro Dio e il nostro Dio sono lo stesso Dio. ...Ma noi siamo selvaggi e non capiamo quando vediamo tutti i bufali sacrificati, i cavalli selvaggi domati, gli angoli dei boschi impregnati dall'odore di molti uomini, le cime delle montagne macchiate di filo spinato. Dov'è il bosco? E' sparito! Dov'è l'aquila? Sparita! E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza. "Fonti:https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=52905https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=48953https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=591
L'illuminismo ha rappresentato un momento di grande fiducia nel progresso, fiducia che però parte dando per assodati alcuni valori diffusamente condivisi, quelli della rivolyzione francese e della dichiarazione dei diritti dell'uomo per intenderci. Perciò finche nessuno mette in discussione quei valori, si può avere una fiducia nel progresso che porti ad una sempre maggiore affermazione di questi. Il problema è che lo scenario del mondo è cambiato, perché si è visto come il progresso può avere delle potenzialità distruttive, si è visto quanto siano problematici i trapianti di democrazia, si è visto che col diffondersi della cultura aumentano anche i potenziali detrattori dei vecchi valori che stanno alla base di tutto.
Per quanto riguarda il revisionismo storico io ho provato una sinistra sensazione nel vedere gli statunitensi rovesciare la statua di Colombo. Tu puoi avere potere solo sul presente o sul futuro. Ritengo sbagliato andare a riscrivere la storia quando quella storia è la madre che ci ha partorito. Noi siamo figli di Alessandro, di Cesare, di Napoleone, e non è certo vero. che fosseto tutti degli angioletti. Così come non è detto che i nostri genitori cui siamo legati visceralmente siano stati per forza le migliori delle persone. Ma loro sono la nostra storia e non la possiamo cambiare
Citazione di: cvc il 21 Novembre 2017, 08:50:56 AM
L'illuminismo ha rappresentato un momento di grande fiducia nel progresso, fiducia che però parte dando per assodati alcuni valori diffusamente condivisi, quelli della rivolyzione francese e della dichiarazione dei diritti dell'uomo per intenderci. Perciò finche nessuno mette in discussione quei valori, si può avere una fiducia nel progresso che porti ad una sempre maggiore affermazione di questi. Il problema è che lo scenario del mondo è cambiato, perché si è visto come il progresso può avere delle potenzialità distruttive, si è visto quanto siano problematici i trapianti di democrazia, si è visto che col diffondersi della cultura aumentano anche i potenziali detrattori dei vecchi valori che stanno alla base di tutto.
Per quanto riguarda il revisionismo storico io ho provato una sinistra sensazione nel vedere gli statunitensi rovesciare la statua di Colombo. Tu puoi avere potere solo sul presente o sul futuro. Ritengo sbagliato andare a riscrivere la storia quando quella storia è la madre che ci ha partorito. Noi siamo figli di Alessandro, di Cesare, di Napoleone, e non è certo vero. che fosseto tutti degli angioletti. Così come non è detto che i nostri genitori cui siamo legati visceralmente siano stati per forza le migliori delle persone. Ma loro sono la nostra storia e non la possiamo cambiare
Che l'illuminismo con la sua ideologia del progresso sia stato un fallimento e una vera e propria allucinazione dovrebbe ormai risultare chiaro...di tutte le cose a cui ci si doveva affrancare e che avrebbero reso finalmente l'uomo libero (ma libero da che?) lo ha reso al contrario schiavo e per giunta inconsapevole di esserlo...dell'idea, anch'essa allucinante di uguaglianza vediamo quali sono stati i risultati, dove una residua minoranza ha una concentrazione di potere mostruosa ed assoluta proporzionalmente mai verificatasi...l'idea che con l'uso della ragione,l'umanita avrebbe raggiunto il suo massimo splendore, benessere e felicita per tutti, mentre in realtà si riscontra un abbrutimento sempre più diffuso e profondo,un instabilità e un insicurezza tali che non consente manco di poter avere una qualsiasi prospettiva o sana progettualità...per non parlare poi dei disastri ambientali provocati che hanno le stesse radici,che da progresso si e' tramutato in sviluppo (illimitato in un pianeta limitato)...e nonostante tutto si continua come se non esiste il problema da esso stesso causato; vedi altrettante allucinazioni con cui veniamo bombardati tipo pil,incremento consumi,consumatori! che poi le cose cambiano,e' ovvio e naturale ma una cosa e' considerare il cambiamento come fine a se stesso, come se non vi fosse nessun principio a cui ricondursi,nessun tipo di punto fisso e immutabile che e' alla base di tutto (immutabile non significa affatto immobile come mal-pensano gli "illuministi in versione aggiornata" :)anche in questo caso il concetto del divenire (cosmico-olistico-organico-circolare-aperto,insomma Reale) viene sostituito con quello del progresso che riconosce solo il proiettarsi irreversibilmente in avanti..(meccanico,calcolante-lineare-ottuso,ossia Irreale) da cui scaturiscono sempre altre allucinazioni possibili...uno a caso; rimandare una possibile felicita ad un altro momento, che per sua stessa definizione non potrà mai essere raggiunto...la domanda fondamentale "da dove veniamo" e' ritenuta nel migliore dei casi come del tutto inutile,(del resto tutto dev'essere ricondotto alla sola utilita,piu o meno pratica) se non,nel peggiore,addirittura scomparsa...l'episodio dell'abbattimento della statua di Colombo (analogamente e allo stesso tempo! e non per caso secondo me,in italia lo abbiamo avuto con la proposta della buonista progressista Boldrini https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59157 )
fa capire quanta rabbia repressa, il senso di impotenza (maschera del loro potere) e il loro inguaribile complesso d'inferiorità
Il capitalismo (figlio del liberismo e nipote dell'illuminismo :) ...mancherebbe l'ultimo -e in tutti i sensi- il Globalismo,cioe' il figlio del figlio del figlio di questa genesi..e della nostra generazione in atto)Ci consideriamo i detentori della scienza. Siamo indiscutibilmente certi che corrisponda alla verità, che sia lei la sola capace a spiegare il mondo, la sola legittimabile ad essere impiegata per governarlo.Sulle ali della scienza – ma ormai sarebbe più opportuno chiamarla tecnologia – abbiamo sorvolato sulle faccende umane. Come un google ante litteram ne abbiamo preso le coordinate con il progetto di regolamentarle, organizzarle, identificarne la struttura numerica, riprodurle, clonarle.Così, credendo che l´esperienza si possa trasmettere, abbiamo creato l´esportazione della democrazia, per la quale era necessaria la guerra, che quindi non poteva che essere giusta. Abbiamo proseguito imperterriti nonostante i danni collaterali assolutamente plausibili, ammissibili, necessari. Perché allora rinunciare al capitalismo giusto? Il capitalismo doveva essere cosa buona, lo è mai stata?Secondo Adam Smith (seconda metà '700) e John Stuart Mill ('800), il capitalismo esprimeva appieno il senso di progresso la cui fragranza andava diffondendosi nel mondo con la prima industrializzazione del lavoro. Quel profumo avrebbe comportato la distribuzione della ricchezza e la riduzione delle ore di lavoro, elevando così la condizione della popolazione del pianeta. Togliendo l'uomo dal fango, dalla fame, dal freddo, dalla miseria, regalandogli invece una vita leggera colma di accessori e di tempo libero. Dall'alambicco dell'economia capitalista sarebbero cadute gocce di benessere. La profezia era basata su due aspetti entrambi accessibili a tutti. Il primo era che la meccanizzazione del lavoro avrebbe aumentato la produzione, togliendo nel contempo gran parte del carico di lavoro dalle braccia degli operai. Il secondo che quella distribuzione di ricchezza, avrebbe progressivamente allargato il potere d'acquisto, con il quale sarebbero cresciuti i consumi, i quali avrebbero comportato un aumento della domanda e – ci siamo – che la maggior produzione, garantita dall'industrializzazione, avrebbe saputo soddisfare. Così semplice da sembrare vera, la profezia. Tralasciamo la condizione di vita e i diritti dei proletari sulle cui schiene era appoggiata la piramide in cima la quale avrebbe dovuto gocciolare l'alambicco. Marx ('800) aveva presto fatto presente alcune zone d'ombra sia umane che economiche: l'alienazione del lavoratore; la mercificazione del lavoro e dei beni, quindi quella dell'uomo stesso. Vere bombe a orologeria. Sono particolari, detonano per pressione psicosociale, esplodono, nel corpo e nello spirito, silenziose come un'epidemia. Gli esperti economici constatano la presenza e la diffusione e si interrogano del male popolare, chi di loro si pone interrogativi sull'origine, questa resta a lui sconosciuta. In ogni caso annaspano nel buio. Nonostante ciò, prescrivono vincolanti ricette di austerità, al momento del tutto inefficienti per le società colpite ma incommensurabilmente fruttuose per le multinazionali farmaceutiche e non solo. Più che i partiti e le rivoluzioni, quelle bombe, ci ha pensato il tempo a farle esplodere. E la brillatura non è che all'inizio.Scrive Max Weber che «... la prevalenza assoluta del capitale produttore, spesso anonimo, sul prestatore di lavoro; la preminenza della macchina e il possesso della macchina da parte dello stesso capitale; la quantità intensificata della produzione e le possibilità, supposte sconfinate, di accrescerla; la conquista dei mercati, ecc. ecc.» erano assolutamente predominanti su «elementi spirituali, di solito espressi con sottintesa valutazione etica: avidità di denaro, tendenza all'accumulo di sempre maggiore capitale; assenza di scrupoli, invadenza, spirito di sopraffazione, sfruttamento, ecc»E siamo a ieri. La guerra era finita, la nazione si era formata, l'italiano aveva sostituito e spesso anche reso negletti i dialetti. La scienza era ora identificata da tutto un popolo – non solo in Italia – come un valore indiscutibile, come verità accertata e certa. La longa manu dei positivisti aveva colpito il lato destro del cervello.Nel momento delle lotte operaie ('900), la pessima situazione dei diritti era migliorata. Anzi, per merito dei salari indicizzati, autoregolamentati dalla produttività, liberi dal rischio dell'inflazione che non consumava così il potere di acquisto della busta paga, i lavoratori erano riusciti sostanzialmente a farsi considerare uomini e donne come i loro simili in camicia bianca, tailleur, pochette e Bentley, pretendevano per sé stessi. Tuttavia del progetto redistributivo non si era vista realizzazione, a meno che non si voglia omologare come tale la lambretta e la tv per tutti. Conquiste di un'apparente soddisfazione, ma sostanziale sirene al comfort come valore e necessaria pasturazione utile a dissolvere quella coscienza di classe della quale oggi non se ne trova più neppure in dosaggi omeopatici, sostituita - sic - da individui innocentemente orgogliosi di sgomitare per il benefit aziendale, di recitare nella pubblicità della Coca Cola, del dado Knorr. Inoltre, evidentemente, il bigoncio di raccolta del gocciolamento aveva delle perdite strutturali. Il percolamento non arrivava mai alle schiene, ai piani superiori della piramide c'era chi aveva collegato il proprio personale rubinetto. «Per più di un secolo, gli economisti hanno convenzionalmente accettato come dato di fatto la teoria che afferma che le nuove tecnologie fanno esplodere la produttività, abbassano i costi di produzione e fanno aumentare l'offerta di beni a buon mercato; questo, in conseguenza, migliora il potere d'acquisto, espande i mercati e genera occupazione. Tale assunto ha fornito il supporto razionale sul quale si sono fondate le politiche economiche di tutte le nazioni industrializzate. Questa logica sta conducendo a livelli mai registrati finora di disoccupazione tecnologica» (Rifkin Jeremy)Siamo al presente e le cose sono cambiate. Gli esperti accennano anche ad una data e a un luogo preciso. 2 giugno 1992, a bordo del panfilo Britannia, della famiglia reale britannica, esponenti del mondo finanziario americano si incontrano con i poteri italiani. Scopo della riunione è l'avvio della svendita di grandi beni istituzionali e industriali made in Italy. La ricetta del capitalismo si è infarcita di finanza speculativa. [...] Almeno fino al 2008, quando la speculazione finanziaria fuori controllo, relativa al mercato immobiliare americano, ha prodotto un indebitamento tale da coinvolgere il sistema economico del pianeta. Naturalmente, i soliti di tipo A (pochi) si sono arricchiti e i soliti di tipo B (molti) hanno pagato. E non è finita. «La finanza, con la sua fortissima capacità di inclusione nelle vicende nazionali, può infatti esautorare il processo democratico quando e come vuole. Lo fa già in molti modi, anche leciti. Il problema è che questo modello economico appare come uno strumento di selezione darwiniana, dove ad una classe politica che non governa le decisioni ma le subisce, si contrappongono manager senza controllo, capaci di provocare crac finanziari di dimensioni globali e dalle conseguenze immani per le comunità nazionali e la vita di interi popoli, senza che ciò provochi alcun sussulto morale. Qui, vale la pena ribadirlo ancora una volta, il punto non è confutare l'economia di mercato ma cercare correttivi profondi in modo che essa sia al servizio dei popoli e non avvenga il contrario. Bisogna abbandonare l'idea salvifica della mano invisibile che tutto regola e guardare la situazione attuale di disastro economico come fatto strutturale e non contingente, traendone motivi per un cambio di passo oltre che di strategia. Mi rendo conto che il quadro è disarmante e contrastare l'idea dell'homo oeconomicus rasenta la pura follia, perché è l'essenza stessa del nostro tempo: l'agire, il pensare, le nostre relazioni personali e professionali, si muovono tutte all'interno di questo modello filosofico-antropologico che è diventato carne e sangue della società occidentale e che si appresta a diventarlo per il resto del mondo» (Luigi Iannone). Gli stessi esperti di prima si danno da fare per farci presente che in fondo si trattava di un evento imprevedibile e che quindi la sua pesante ricaduta era giusto cadesse su tutti. La finanza ha cambiato la ricetta e il livello. Il capitale aveva a che fare con i mercati, le persone, il denaro. La finanza con i governi, i capitalisti, il potere. Le ha cambiate fino a potersi e doversi dotare di eserciti, così come anche le mafie hanno fatto. L'agonia degli Stati è in corso da tempo, a spartirsi il mondo saranno mafie e poteri finanziari. Con i loro eserciti, i loro servizi, sostituiranno quanto facevano le Patrie. Noi avremo modo di scegliere da che parte stare, di chi essere ricchi sudditi o miserabili schiavi. [...]Nel frattempo, sempre il capitale, o chi ce l'ha, aveva escogitato una nuova idea per riproporre il vecchio ritornello con rinnovata determinazione: la globalizzazione distribuirà ricchezza. Visto che la ricetta si era arricchita di un nuovo ingrediente, serviva una pentola più grande, sovrannazionale. Pietanza gustosa che ha subito soddisfatto il palato lineale degli economisti, altrimenti detti, quelli che senza saperlo sono riusciti a ridurre gli uomini e la vita entro gli assi cartesiani. A mezzo di grafici hanno capito che potevano sostenere la bontà dell'ammaliante jingle, certamente destinato ad essere una hit, sicuramente destinato al top della classifica dei desideri, quindi dei bisogni, delle spese. (L'inglese e gli inglesismi fanno parte del progetto, amalgamano e omologano manager e sudditi.) L'aspetto disumano della globalizzazione non era presente negli occhi dei nuovi scienziati, ma chi lo vedeva li chiamava boia. Quanto era giusta quell'espressione. I piccoli centri non contavano più. Il nuovo sistema li emarginava, oppure li comprava, senza fatica, li eliminava, perché business is business. A loro, non importa che la globalizzazione riguardi il mondo già impigliato nel web, quello che non ha alcuna relazione - se non fagocitante - con quello tribale, rurale, dei piccoli centri bioregionali, quelli che riempiono di autenticità il resto del pianeta.Contemporaneamente al nuovo entusiasmo, i competenti hanno giustificato il mancato successo del capitalismo puro, non virtuale, quello fatto di denaro tintinnante, per una questione di regole mancanti. Hanno aggiunto che per sistemare le falle del sistema economico è dunque sufficiente stilare opportune regole, e la cosa non si ripeterà. Poi se andavano soddisfatti certi di aver convinto tutti che il capitalismo è buono e giusto.Più che scricchiolare, la profezia era crollata, eppure, c'era ancora chi votava a favore del sistema. [...]Il passato è finito. Sul futuro si può dire tutto. Ci si può chiedere se è auspicabile un capitalismo organizzato da regole mirate alla distribuzione della ricchezza. Garanzie di equità e libertà sono compatibili con il sistema capitalistico finanziario? [...]Da certi osservatori, pare siano in aumento coloro che sostengono che il capitalismo giusto non possa sussistere... che sia un ossimoro. Semmai sostengono che è fisiologico che l'organismo tenda a produrre lobby, corporativismo, leggi illiberali, oligarchie, guerre. Già, neppure queste sono sfuggite alla mercificazione. Il capitalismo non può essere giusto neppure affardellato di regole, perché acefalo, decapitato dal potere finanziario, la cui capacità e potenza corrisponde a una nuova Gleichschaltung, ad un indottrinamento non coercitivo dispiegato con tutti i mezzi del caso: scuola, formazione, comunicazione, informazione.La società organizzata secondo la logica del capitalismo giusto resta la migliore possibile perché evita di finire nel baratro delle ideologie. O in mano a ciarlatani, nonché spiritualisti. Moniti importanti, dei quali è opportuno tenere conto. Quegli ammonimenti però sono fantasmi di chi li teme, rivenduti come spauracchi, streghe e mostri utili per reclutare chi non ha le idee chiare. Dentro e dietro quelle paure c'è una concezione e una visione del mondo e degli uomini razionalista e meccanicista. Il finale qui sotto (fonte)https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58187E nel frattempo mi raccomando; preparatevi per le imminenti elezioni ! :) https://www.youtube.com/watch?v=ikc955eMoJEStatev bbuon ..direbbe Toto' !
Idioti di tutto il mondo unitevi !
I lettori più attenti alle parole e alla loro forma educata mi perdoneranno per quest'avvio decisamente un po' sboccato, ma prima di cominciare quest'articolo una cosa la devo dire: la maggioranza della gente, oggigiorno, è composta da coglioni cui piace essere coglionati.
Detto altrimenti: da babbei che godono nell'essere presi per i fondelli sistematicamente ed in maniera plateale, ma senza che abbiano di ciò alcun sentore.
La certezza inscalfibile che le cose stanno così l'ho maturata nel tempo, sulla base dell'osservazione del comportamento e delle reazioni di molte persone che anche di fronte alle più abbacinanti prove di ciò che di nocivo viene ordito a loro danno dal potere continuano o a far finta di nulla o a ritenere che chi denuncia l'estrema nocività e malvagità di questo potere è un povero "complottista" pazzo. Un autore di "fake news", per accodarsi al cicaleccio di politici e media.
L'elenco degli argomenti sui quali questi scemi allo stadio terminale della malattia urlano al "gombloddo" è lungo e mette pena passarlo in rassegna, perché si ha la possibilità di scorrere tutto il campionario di raggiri e truffe che questo potere c'impone, grazie e soprattutto alla coglionaggine dei predetti soggetti che col loro comportamento costituiscono la base di consenso di questo regime.
In ordine d'importanza partiamo con la "truffa del debito". Non c'è niente da fare: tu puoi sgolarti e raccontare che la proprietà della moneta dovrebbe essere dello Stato e non di signori privati (i grandi banchieri); che la moneta, in teoria, non è una merce; e che, rebus sic stantibus, le tasse sui redditi sono una colossale rapina e del denaro guadagnato con fatica e del tempo di chi lavora. Con certi soggetti convinti che il problema, dal punto di vista monetario, siano "l'evasione" e "l'inflazione", per non parlare di chi ancora crede ai "falsari" tipo Totò e Peppino, non vi è alcuna speranza di rinsavimento.
Potresti farli parlare con lo "spirito intelligente" di Hjalmar Schacht, il banchiere coautore del miracolo economico tedesco a partire dal 1933, e quelli continuerebbero a tenersi stretti i loro ridicoli euri, stampati da una tipografia e venduti agli Stati al valore nominale anche se costati pochi centesimi. A questi allocchi che chiedono irrigiditi lo scontrino per il caffè convinti di condurre una battaglia sacrosanta non servirà affatto far leggere i radiodiscorsi di Ezra Pound o le opere di Giacinto Auriti. Anzi, le rigetteranno come la peste, affidandosi piuttosto agli "economisti" telegenici alla moda messi lì apposta per non far capire a nessuno come funziona la truffa del "debito pubblico".
Come le più remissive pecore da tosare, al momento di acquistare una casa, costoro non si chiederanno se il mutuo sia un meccanismo diabolico fatto passare per "normalità" allo scopo di mettere un giogo sul loro collo con la minaccia di perdere la casa già pagata attraverso il ricatto dell'ipoteca. "Tutti lo fanno...", e allora dritti in banca a misurare la corda con la quale impiccarsi.
Passando al lavoro, direttamente collegato al problema monetario (perché è il lavoro che crea il denaro, non il contrario), la disperazione nell'osservare le idee della maggioranza dei nostri contemporanei aumenta. Essi pensano che l'uomo esista per lavorare, non che il lavoro esista per l'uomo, per fornirgli i mezzi per vivere. Così si accetta qualsiasi contratto capestro, e per motivi di spazio non mi dilungherò ulteriormente su cos'è diventato questo famigerato "mondo del lavoro" da quando sono state diffuse dagli "economisti" di cui sopra le parole d'ordine della "flessibilità", del "precariato" e della "mobilità". Basti dire che la famosa "legge della giungla" è, al confronto, un ordinato ed etico sistema di norme e tutele.
"Idioti di tutto il mondo globalizzatevi!". Questo potrebbe essere lo slogan di successo di un movimento che assomma questa massa di asini a suo modo "rivoluzionaria". Rivoluzionaria perché col suo comportamento scellerato e la sua ignavia sta picconando letteralmente tutto ciò che di sano e naturale, e dunque degno di essere custodito e rinforzato, sussisteva ancora nei differenti domini dell'esistenza. Si pensi alle feste comandate: sono state talmente svilite e snobbate che alla fine questi pescecani detti "datori di lavoro" hanno colto la palla al balzo mettendo al remo tutti quanti il sabato, la domenica e pure a Pasqua e a Natale. Vi sta bene!
Dal "lavoro" cosiddetto (meglio sarebbe dire servitù della gleba), si passa direttamente ad un altro tema, ad esso strettamente correlato (in realtà tutto lo è, ma alcuni nessi sono senz'altro più evidenti): l'immigrazione di massa.
Gli stessi scimuniti patentati che, va ribadito, rappresentano lo zoccolo duro del consenso residuo di cui gode questo potere illegittimo, sono fermamente convinti che "tutto il mondo è paese", nel senso che considerandosi "cittadini del mondo" non si chiedono se sia il caso, in mezzo ad una crisi epocale, di "accogliere" migliaia di stranieri al giorno. Ma per questi pifferai dei "mondo unito" la quantità di stranieri da insediare ed accudire di tutto punto, inversamente proporzionale al numero di italiani che vorrebbero vedere ancora vivi e vegeti, non è mai sufficiente. "Straniero è bello" per partito preso, e chi se ne frega se zone intere d'Italia sono stravolte e la sicurezza diventa una chimera: saranno sempre pronti a rispondere a tono brandendo "i delinquenti italiani che già c'erano" ed accusando di "razzismo" l'interlocutore perplesso sullo "ius soli" ed altre manovre tese a stravolgere l'identità di questo paese.
Eh già, perché bisogna tenere sempre a mente che non si ha a che fare con gente che accetta il contraddittorio. No, questi soggetti – con una "cultura", ed anzi proprio a causa di quella – s'impancano sempre sul pulpito della loro "superiorità morale". Tu sei "immorale" e loro no. Ma sono i primi a postare sui loro "profili" la celebre frase attribuita a Voltaire sulla "libertà d'espressione". Che si dimostrerà pura aria fritta al primo contrasto d'opinioni...
Non si provi infatti, con una di queste brillanti ed acute menti, ad esporre le proprie vedute non proprio alla moda su "matrimoni gay" ed "utero in affitto", pardon su "unioni civili" e "maternità surrogata". Si rischia il linciaggio, non solo verbale. Come minimo che ci venga tolto il saluto (il che se può talvolta dispiacerci da un punto di vista umano, non può che alleggerire la nostra esistenza). Ma qui come su altri temi "caldi" se solo questi sciagurati si fermassero a pensare, o meglio ad ascoltare la loro coscienza sommersa da abbondanti strati di "moralmente corretto", si accorgerebbero che sono caduti nella trappola della propaganda di questo regime, che li gira e li rigira come vuole, facendogli amare quello che fa comodo ad esso per motivi che nemmeno subodorano. Così c'è quello che va al "Gay Pride" convinto di fare una cosa "buona" (riecco il moralismo sotteso) e chi non ce la fa a non immaginare un'Italia completamente multietnica, e per ciò stesso "migliore", per incanto, perché... "basta la parola".
A suggellare lo stato comatoso di subumani che mettono angoscia al solo pensiero ci si è poi messa l'ultima puntata di questa triste storia di degrado dell'uomo al livello della scimmia antropomorfa che per tal via invera, ma al contrario, la teoria dell'evoluzione. Si tratta delle vaccinazioni obbligatorie, e comunque di tutto ciò che va sotto il nome di medicina (ridotta a tecnica deresponsabilizzata dai "protocolli") e di quel che dovrebbe essere la salute, ovvero il nostro bene più prezioso.
Ora, non pretendo che questi pitecantropi sappiano che cosa sia la salute integrale (corpo, anima e spirito), ma almeno – sempre che per avventura si ascoltassero una volta, invece di prestare orecchio alla voce del padrone – potrebbero ambire alla sola salute psico-fisica, smettendola di delegare sempre altri a tale imprescindibile compito che grava, provvidenzialmente, su ciascuno di noi. Perché è proprio questo il banco di prova sul quale si misurerà tutto il resto, una volta che lasceremo questo stato dell'essere (ridotto a causa di questi soggetti alla proverbiale "valle di lacrime").
Invece no, ci si vaccina allegramente, condividendo così il destino del bestiame e dei polli in batteria, e per ogni avvisaglia di malessere c'è sempre la pastiglia, col culmine della superficialità raggiunto quando viene diagnosticato un "tumore" e subito si viene impacchettati per la chemio e la radioterapia. Là fuori, nella giungla dei nemici del Progresso, ci sono i "naturisti", i "vegani", gli "sciachimisti". I "no vax"! C'è sempre qualche "nemico" predefinito dal potere per giustificare la propria esistenza piatta e mediocre.
Non pretendo qui di esaurire il campionario di fanfaronate che alberga nelle menti di questa massa informe e bruta che letteralmente ci fa violenza con la sua pura e semplice esistenza insolente ed ingombrante. Potremmo proseguire illustrando sinteticamente le loro opinioni precotte sulla Storia e la Politica, sulla Geopolitica e le Relazioni internazionali (queste sconosciute: il tutto si riduce a "cattivi" – Russia, Cina, Corea, Iran, Siria, Musulmani eccetera – e "buoni" – America, Israele, Occidentali; a "libbertà" con due B contro "dittatura"). Ne uscirebbe il resoconto di un compitino indegno di un bambino delle elementari, tutto teso a prendere un bel voto ripetendo la lezioncina impartita dalla maestra. Ecco, questi soggetti non sono mai cresciuti: è una vita che s'illudono di "pensare con la propria testa" ma in verità non l'hanno mai fatto, e si capisce anche perché oggigiorno, dopo che lo smantellamento di un precedente ordine è quasi giunto a compimento, non c'è più alcuna urgenza di ripetere loro che il pensiero autonomo è una cosa positiva.
Di più, è la stessa libertà di pensiero (ché quella della parola divulgata, scritta e parlata, sta svanendo) che viene messa in discussione ogni giorno che passa. Gli psicopoliziotti, telematici e non, sono in crescita esponenziale, arruolati nella "rivoluzione" che, dando la caccia alle "fake news" e agli "untori della rete", si ripropone di ripulire ogni spazio per preparare finalmente il "mondo nuovo". Il regno della "tolleranza" e del "rispetto" universali traboccante di "ammore". Quello delle "notizie vere" e "certificate". Quello della "scienza" applicata persino alla politica e, perché no, alla religione.
Quello di una "rivoluzione", definitiva, l'ultima, contro "il passato" e il "vecchiume", la "superstizione" e il "Medioevo", condotta da una massa di coglioni col titolo di studio e lo smartphone. Ieri alla Bastiglia, oggi nelle scuole a scovare i non vaccinati e al bar con la carta di credito per pagare il caffè: "Coglioni di tutto il mondo, unitevi!".
Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59898
Chi controlla il denaro può controllare il mondo(Henry Kissinger)Vorrei sbagliarmi ma temo che le elite che governano la globalizzazione intendano sottoporre l'umanità ad un nuovo pericoloso salto nel buio, mettendo fine all'era millenaria della moneta materiale. Un processo di progressiva smaterializzazione del denaro, in effetti, è già avviato da tempo, ma quello che forse non sapete è che in alcuni Paesi-pilota è ormai prossimo al completamento.Lo scorso novembre, ad esempio, la Svezia ha comunicato al mondo di aver ridotto le compravendite in contanti a meno del 2 per cento delle transazioni complessive. Sotto la spinta delle campagne governative, la gran parte dei negozianti ha infatti scelto di accettare in via esclusiva il pagamento elettronico, determinando così la sostanziale scomparsa di banconote e monete. Non solo. L'euforia futurista degli svedesi è tale che le ferrovie pubbliche hanno potuto persino introdurre - senza alcuno scandalo e purtroppo con buon successo - un nuovo inquientante metodo per acquistare biglietti e abbonamenti: l'impianto di un bancomat in formato microchip nella mano dei passeggeri.Io non credo, come sostiene qualcuno, che la Svezia sia un caso particolare, ovvero che gli svedesi si siano spinti così in là solo in virtù della loro spiccata attitudine tecnologica. Credo al contrario che la Svezia, proprio per questa caratteristica della sua popolazione, sia stata scelta come Paese-laboratorio di una rivoluzione da presentare ed estendere al resto del mondo.L'abolizione del denaro contante, infatti, è esplicitamente sostenuta dal Fondo Monetario Internazionale che ha suggerito un vademecum di misure legislative all'attenzione dei governi di tutto il pianeta, raccogliendo subito il consenso della Commissione Europa che tuttavia, nello scorso luglio, ha dovuto constatare la drastica ostilità al progetto del 95 per cento dei cittadini europei. Ecco perché è così importante creare esempi "positivi" ed ecco perché alcuni Stati - oltre alla Svezia, Danimarca, Stati Uniti, Giappone, India e Australia – si stanno dando veri e propri crono-programmi per raggiungere l'obiettivo nell'arco, non di decenni, ma di qualche anno.Per scardinare un'abitudine tanto radicata nell'umanità quale quella di maneggiare il denaro, non può certo bastare l'imposizione legislativa. Resta infatti indispensabile ottenere il consenso, o quantomeno la passiva indifferenza, di un'opinione pubblica che oggi, tuttavia, è facilmente irretita da tutto ciò che le vien presentato come moderno. Come se "moderno", nel vocabolario di questo tecno-mondo globale, fosse sempre e comunque sinonimo di "migliore".Il caso italiano, da questo punto di vista, appare illuminante. Chi sostiene attivamente l'archiviazione del contante – perlopiù la stampa d'ispirazione mondialista, attraverso la penna di alcuni personaggi d'indubbia autorevolezza presso i cittadini – lo fa con una logica semplicistica che della scomparsa fisica dei soldi descrive solo i possibili vantaggi, trascurando accuratamente di immaginarne i molteplici, e direi più che probabili, effetti collaterali.Ci viene ad esempio spiegato che impedire la circolazione della cartamoneta azzererà l'evasione fiscale, determinerà la fine di spaccio e prostituzione e renderà assai meno macchinosa, sebbene totalmente tracciabile, la nostra vita di consumatori. Smettendo di maneggiare banconote, insomma, ci trasformeremmo sic et simpliciter in un piccolo paradiso terrestre, abitato da cittadini progrediti, redenti da ogni vizio ed irreprensibili.Trovo questa narrazione gravemente parziale e lacunosa. Anche perché la smaterializzazione del denaro, a mio modo di vedere, finirà soprattutto per trasferire la potestà effettiva sul denaro da chi lo possiede a chi lo custodisce.Prima di arrivare a questa mia personale e drastica conclusione, credo però che sia il caso di rimettere un po' d'ordine nei ragionamenti altrui.Ritengo profondamente fuorviante, ad esempio, ricondurre il fenomeno dell'evasione e del riciclaggio alla sola irrintracciabilità del denaro contante. Chi propaganda questa vulgata difetta di senso delle proporzioni allo stesso modo di chi imputa gli ammanchi erariali ai baristi che non battono scontrino e agli idraulici che non emettono fattura. Non dispongo di dati, ma forse anche voi, come me, avete la vaga sensazione che i danni inferti al nostro erario dall'evasione delle tazzine di caffé e delle riparazioni di tubi siano di scala decisamente inferiore ai danni complessivamente inflitti alla nostra economia dagli squali della finanza derivata e dai furbetti dei trasferimenti contabili. Bene. Questa economia elettronica non si nutre di banconote, ma di voraci algoritmi del tutto indipendenti da ogni riferimento tangibile, e dubito che la scomparsa della cartamoneta potrà ridurre in alcun modo il suo potenziale distruttivo. Al contrario, semmai, aumenterà la dipendenza del reale dal virtuale.Sarebbe inoltre il caso di ammettere - e alcuni giudici coraggiosi, in Italia, l'hanno già riconosciuto - che l'evasione non è tutta di natura criminale, ma che c'è anche un'evasione di sopravvivenza, commessa a scopo, oserei dire, umanitario: per non licenziare i propri dipendenti, per sfamare la famiglia o per pagare forniture indispensabili a tirare avanti l'azienda.Quanto al problema del riciclaggio, poi, temo che la malavita organizzata abbia già realizzato che un complice nell'ambiente della tecno-finanza sia più utile di cento spalloni e personalmente trovo curioso che con una mano si abolisca il contante mentre con l'altra si dà il benvenuto ad una valuta ambigua come il bitcoin.Un altro aspetto che i sostenitori della smaterializzazione del contante non denunciano - oltre a quello, forse dato ormai per inevitabile, dell'asfissiante pedinamento dei nostri comportamenti - riguarda l'increscioso strapotere che ne deriverebbero le banche, le quali, come i signori della globalizzazione sanno bene, non godono oggi di grande fiducia popolare.Immaginiamoci una situazione divenuta, a noi italiani, abbastanza familiare. Supponiamo che abbiate il conto in un istituto che sta precipitando in borsa o sul quale Bankitalia abbia avviato accertamenti o la magistratura ordinaria abbia disposto un'inchiesta. Essendo in vigore il bail in, dovreste preoccuparvi di poter perdere i vostri risparmi e sarebbe vostro sacrosanto diritto ritirare, precauzionalmente, tutto il vostro patrimonio. Già oggi, con il tetto ai prelievi, questa operazione non vi sarebbe possibile oltre il limite, ridicolo, di mille euro al giorno e 5mila euro al mese, ma domani, una volta abolito per legge il contante, prelevare sarà letteralmente impossibile. Dunque non avreste altra scelta che spostare quel denaro da un istituto all'altro, nell'irragionevole speranza che l'istituto prescelto non abbia alcuna interdipendenza con la banca dalla quale desideravate fuggire.I vostri soldi, come già detto, non saranno più solo vostri, ma saranno anche di chi li custodisce e, se permettete, dubito che sollevare le banche dal rischio della corsa agli sportelli le indurrà ad una minore spregiudicatezza finanziaria.Vorrei poi che mi faceste la personale cortesia di non abboccare alla favoletta di chi racconta che l'informatizzazione del denaro è il metodo di custodia più sicuro perché, a conti fatti, non appare molto più sicuro del materasso. Il denaro virtuale, infatti, vi espone a numerosissimi pericoli di sottrazioni indebite, che vanno dall'applicazione di costi occulti all'infiltrazione telematica, tralasciando qui l'eventualità – che sbagliereste a considerare remota giacché contemplata in tutti gli scenari di pubblica sicurezza - di un black-out vasto o prolungato che sarebbe in grado, in comunità senza contanti, di paralizzare completamente ogni attività umana.Temo infine che, bombardati da valutazioni di ordine pratico, si corra il rischio di sottovalutare le gravi implicazioni psico-pedagogiche che la smaterializzazione del denaro avrebbe, in particolare, sulle nuove generazioni.Sono stato bambino negli anni '80 e ricordo perfettamente che venivamo educati a maneggiare il denaro. Genitori e nonni ci concedevano piccole mance da amministrare oculatamente, per poi provare l'ebbrezza di acquistare, da soli, ciò che più desideravamo. Ricordo ancora il momento in cui, dopo estenuanti settimane di attesa, consegnai al negoziante una cinquantina di banconote da 500 lire per ricevere in cambio un meraviglioso pallone di basket, marca Spalding, che a quel punto non era più solo un gioco, ma anche la mia prima esperienza autonoma di gestione finanziaria. Ricordo peraltro che alle elementari, in perfetta armonia con gli insegnamenti familiari allora in voga, le insegnanti ci fecero costruire un salvadanaio di cartone, a forma di casa, invitandoci ad usarlo come gli adulti facevano uso della banca, ovvero depositandovi, quando potevamo, una moneta da cento lire.Quello sarà forse stato un mondo piccolo e provinciale, ne convengo, ma attraverso quell'esperienza materiale del denaro noi bambini imparavamo a risparmiare, a non spendere più di quanto era possibile spendere ed anche, forse, a selezionare i desideri.Privare i bambini di questa esperienza tattile, visiva e dunque concreta del denaro rischia di avere effetti secondari dirompenti. Se il denaro esiste solo come astrazione, il processo educativo alla spesa responsabile e al risparmio viene automaticamente a cadere, soppiantato dalla libertà ingannevole di questa contabilità neo-liberistica del debito/credito per cui chiunque può ottenere immediatamente tutto ciò che vuole – senza nemmeno provare il gusto di desiderarlo – semplicemente diminuendo l'entità dei propri crediti o aumentando l'entità dei propri debiti. Nella scuola di oggi, peraltro, non ci sono case di cartone e gli scolari, guarda caso, vengono valutati proprio così: attribuendo debiti e crediti.Non ho fatto studi di pedagogia, ma credo che questo sistema non potrà che trasformare i bambini in consumatori precoci e compulsivi ed i consumatori compulsivi in cittadini sottomessi. Perché chi contrae un debito ha l'onere di ripagarlo, chi deve ripagare un debito necessita di denaro e chi ha bisogno di denaro deve lavorare per guadagnarselo. Ed io ho il sospetto, che confina ormai con la certezza, che quel lavoratore non riuscirà a dire un solo no. E nessuno mi toglierà dalla testa che un salvadanaio di cartone, a forma di casa, gli avrebbe garantito un futuro migliore. Più solido, consapevole e dignitoso.Meditate gente..meditate!https://www.maurizioblondet.it/arriviamo-piano-piano/Fonte:http://www.interessenazionale.net/blog/perche-dico-no-chi-vuole-abolire-contante
la fu ministra inglese Teacher a sostegno dell'ideologia più funesta, mortifera e distruttiva che l'uomo abbia mai avuto..disse:
"La societa' non esiste,esistono gli individui". (e i polli ci hanno creduto!)
Ed eccoli qui i risultati !
Oggi in Gran Bretagna nasce il Ministero della Solitudine!
http://www.ilcambiamento.it/articoli/nella-triste-realta-della-vita-moderna-serve-il-ministero-della-solitudine
Oggi ho ascoltato alla radio, in una trasmissione di (dis) informazione mainstream (che in italiano si traduce di massa) ad un fraseggio, - tipico del politicamente corretto della nostra attuale neolingua - che io equiparerei ad un "salto mortale carpiato con avvitamento" !
L'esperto-specialista ospite della trasmissione doveva rispondere alla domanda di un ascoltatore che metteva in discussione i soliti numeri e le solite statistiche che alla bisogna vengono direi immancabilmente fuori a proposito,con l'unico vero scopo di raggirare le informazioni (vedi il famoso pollo di trilussa) @
Le testuali parole sono dunque queste;
" E' vero come diceva l'ascoltatore che nell'ultimo anno, forse negli ultimi due anni ce un rallentamento di questo miglioramento :o ..di questa incidentalità! "
Bastava usare il termine peggioramento...ma pur di non dirlo,pur di negare l'ovvia evidenza si tende appunto a sviarla e/o a contraffarla per farla sembrare tutto sommato qualcosa di irrilevante,cosi pure da impedire all'opinione pubblica la reale portata e indurlo al suo imminente svuotamento di senso ed anche quello di far scivolare tutto nel "dimenticatoio"
@
La Statistica
Sai ched'è la statistica? È 'na cosa
che serve pe' fa' un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che sposa.
Ma pe' me la statistica curiosa
è dove c'entra la percentuale,
pe' via che, lì, la media è sempre eguale
puro co' la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
secondo le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra ne le spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perché c'è un antro che ne magna due.
———
Mentire con le statistiche:
http://gandalf.it/htlws/trilussa.htm
Probabilità e statistica non possono sostituire il buon senso. Già, ma cos'è il buon senso? Concetti come buon senso, saggezza, creanza ecc. stanno cadendo sempre più in disuso. Vengono rimpiazzati da altri concetti che possono essere espressi in termini logico-matematici per essere poi assimilati dai processori che fanno funzionare le macchine, maestre d'efficienza nei confronti dell'umo. E quando il povero uomo inefficiente cerca di sopperire disperatamente alla sua "inferiorità", allora cerca inutilmente di imitare il linguaggio tecnologico con cui ragionano le macchine. Il risultato sono i discorsi a supercazzola che hai citato.
Citazione di: cvc il 23 Gennaio 2018, 16:43:20 PM
Probabilità e statistica non possono sostituire il buon senso. Già, ma cos'è il buon senso? Concetti come buon senso, saggezza, creanza ecc. stanno cadendo sempre più in disuso. Vengono rimpiazzati da altri concetti che possono essere espressi in termini logico-matematici per essere poi assimilati dai processori che fanno funzionare le macchine, maestre d'efficienza nei confronti dell'umo. E quando il povero uomo inefficiente cerca di sopperire disperatamente alla sua "inferiorità", allora cerca inutilmente di imitare il linguaggio tecnologico con cui ragionano le macchine. Il risultato sono i discorsi a supercazzola che hai citato.
concordo complessivamente sul fatto che il modo di ragionare (si fa per dire) si e' ormai ridotto a qualcosa di meccanico, che pero come nel caso in questione a mio avviso si associa pure troppo bene ad una palese malafede...e in effetti risulterebbe poi tutto calcolato.si sarebbe cosi già creata appositamente una fitta nebbia dove diventa difficile saper distinguere le cose..a quel punto risulterà molto più facile "buttare tutto in caciara"...il condizionamento,anch'esso indotto meccanicamente (come l'esperimento adottato ai cani di pavlov) fara' il suo corso..liscio liscio come l'olio e senza ostacoli (e appunto calcolato)Questo episodio di cronaca recente (qui sotto) e' l'ennesima dimostrazione..l'ennesimo teatrino (pro-elettorale) messo in scena da chi vuole mandare il nostro paese in rovina ———Grazie allo sparacchiatore di Macerata, tutti i media e i politici hanno potuto cancellare dalla prima pagina il fatto orribilmente vero e spaventoso: un nigeriano pregiudicato, spacciatore di droga recidivo, senza permesso di soggiorno, con foglio di via di cui si è infischiato, ha squartato una giovane donna (con una perizia da far pensare che al suo paese o anche qui, l'abbia fatto più di una volta) strappandole prima gli organi interni.Un orribile crimine, con l'aggravante di essere un "femminicidio", ma le femministe non gridano contro l'assassino,ma contro Salvini. Un orribile squartamento africano, che incarna in sé l'atto di accusa diretto dell'inadempienza delle sinistre di governo. Inadempienza e stupidità di Renzi e soci che hanno preteso dalla UE che l'accoglienza fosse concentrata in Italia, furbissimi, credendo (così ha detto la Bonino) che il fenomeno fosse "transitorio" e non strutturale – quindi senza un briciolo di capacità di previsione e comprensione dei processi, il minimo che si deve esigere da aspiranti a governare uno Stato. Inadempienza dei giudici che fermano e lasciano libero irresponsabilmente un simile personaggio che non ha nessun diritto di restare fra noi. Inadempienza delle polizie (che sono le meno colpevoli). Inadempienza dei servizi sociali. Inadempienza e irresponsabilità delle istituzioni degradate, parassitarie, che hanno perso persino il ricordo del loro dovere essenziale verso gli italiani, specie i più deboli.Una breve biografia dello squartatore illustra la somma delle colpevoli inadempienze del Sistema delle sinistre:L'assassino di Pamela, "Innocent" è arrivato in Sicilia il 26 agosto 2014 con un gommone. In Nigeria era un decoratore edile, dice lui. Nell'aprile 2015 entra nel progetto Sprar (Servizio centrale del sistema di protezione dei richiedenti asilo), MACERATACCOGLIE. Partecipa a due corsi di formazione per pizzaiolo e saldatore. Sorpreso a spacciare ai minori, il 6 febbraio 2017 viene allontanato dal progetto, bocciata la sua domanda di asilo (niente galera..). Ma lui, nonostante il permesso di soggiorno scaduto da un anno, a Macerata mette radici: a Natale è nata SUA FIGLIA, NATA DA UN COMPAGNA ITALIANA (erede dei partigiani), mentre pende un ricorso sul diniego della richiesta di rifugiato.E invece a chi si fa il processo? Alla Lega. A Salvini. Gli strilli mediatici sono tutti per il pericolo fascista rappresentato da questo Luca Traini, "candidato della Lega", "simpatizzante per Casa Pound e Forza Nuova", che si fa prendere dopo essersi messo sulla spalle un tricolore e fatto il debito saluto fascista.Chi è questo sparatore? Un semisquilibrato in cura psichiatrica. Seguito dai servizi sociali. Quindi noto alle "autorità". Con il permesso di possedere un'arma da fuoco.Se fossimo negli Stati Uniti, direi che è questo il profilo tipico del "solitary assassin" che di tanto in tanto appaiono e sparano a un presidente o in un attentato "islamico", ne abbiamo avuto anche in Francia. Sempre così: già noto ai servizi, squilibrati, in cura psichiatrica, con porto d'armi. Un Oswald che sparò a Kennedy (o così si disse, perché il giorno dopo fu ammazzato), quel Sirhan Sirhan che sparò al fratello Robert, quel John Hinckley che sparò a Ronald Reagan per attirare l'attenzione di Jodie Foster di cui s'era innamorato (ma guarda caso era amico della famiglia Bush).Lo sparacchiatore di Macerata è arrivato con tempismo perfetto modificare la narrativa. Pensate solo: senza di lui, i media avrebbero dovuto per giorni riferire i dettagli delle indagini, macabri e sanguinolenti. Invece non sappiamo nemmeno se il nigeriano l'ha uccisa, anzi ancora adesso si mantiene che "forse è morta per overdose". Nemmeno se l'ha violentata: anzi, all'inizio, i media hanno riferito che non c'erano segni di violenza carnale – per poi ammettere sottovoce che i segni non c'erano, perché lo squartatore le aveva asportato anche la vagina, insieme al cuore.Una pessima settimana per le sinistre, in campagna elettorale. Ma ecco il Traini: spara, fa il saluto fascista, è' leghista, un po' Casa Pound. Provvidenziale.http://www.ansa.it/marche/notizie/2018/02/03/sparatorie-a-macerata-traini-candidato-con-la-lega-alle-amministrative-del-2017_83d9135c-1fbe-46e6-b2d2-425b385e0302.htmlGli stessi dubbi sono ventilati da Imola Oggi: Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?di Armando Manocchia (4, febbraio, 2018)In un clima di tensione, scaturita dalla cruenta fine di Pamela Mastropietro, massacrata da uno spacciatore nigeriano, ieri, 3 febbraio 2018, a Macerata c'è stata una sparatoria nella quale sono rimasti feriti sei stranieri, colpiti da qualcuno che, dall'interno di un'auto in corsa, sparava con una pistola semiautomatica. Questa vicenda ha distolto l'attenzione dall'atroce assassinio di Pamela, ha ribaltato la situazione ed ha focalizzato l'attenzione dei media sugli stranieri feriti, distraendo così i più suggestionabili dalla morte della 18enne.La sparatoriaNei due video che vi mostriamo, si vede chiaramente il braccio dell'uomo che impugna l'arma, vestito con un indumento scuro a maniche lunghe.(leggete il resto dell'originale):Macerata: chi ha sparato davvero ai migranti?Noi ci limitiamo a riportare la conclusione:Questo espisodio ci ha fatto tornare alla mente l'omicidio di Jo Cox, la deputata laburista uccisa durante la campagna elettorale sul referendum per la Brexit, mentre era con la sua amica musulmana Fazila Aswat, la quale, a quel che sappiamo, non ha mai testimoniato che il killer avrebbe pronunciato le parole "Britain first". "Omicidio Cox, chi sono i veri mandanti?"Leggi: Come il sistema s'inventa i razzisti di destra per fini politiciA confermare il gesto politico in cerca d'autore, ci aiutano i media stranieri, solite aquile dell'informazione. "Il razzismo irrompe nelle elezioni".Fonte:https://www.maurizioblondet.it/fossimo-usa-perfetto-solitary-assassin/
Merda?..no grazie! :) So che può sembrare incredibile, ma io non mangio la merda, e non perché sia allergico, schizzinoso o per chissà quale principio etico, ma perché non mi piace. Anzi, mi fa proprio schifo. Non è come le altre cose che non mi piacciono, come il sughero, la crema solare o le tapparelle, che se mi sforzo posso anche riuscire a mangiarle. La merda è diversa, basta che ne metta in bocca un pezzettino e subito mi viene da vomitare. Naturalmente l'ho assaggiata, dopotutto sono solo protoni, neutroni e elettroni come tutto il resto, ma non c'è niente da fare: mi fa schifo. Questo di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che dove vivo io tutti mangiano la merda. Tutti la considerano una prelibatezza da raffinati gourmet, ma anche un ingrediente fondamentale per dare sapore a ogni piatto, o uno sfizioso spuntino da gustare in ogni momento della giornata, succhiandosi le dita. In pratica sono sempre circondato da gente che mangia la merda.Ma nemmeno questo è il vero problema. Per me ognuno può mangiare quello che vuole, tanto ormai sono abituato a sentire l'odore della merda calda che si scioglie sui maccheroni o a vedere la gente coi frammenti di merda nei baffi. So perfettamente che il sapore di una cosa è solo un fatto culturale e che, in linea di principio, tutto è commestibile: ci sono posti dove la gente mangia le cavallette, le zampe dei ragni, le ali dei pipistrelli, le larve di mosca, le budella di vacca, ecc., che cosa c'è di strano se qui la gente mangia la merda? Ognuno chiama "buono" quello che è abituato a mangiare e chiama "schifoso" quello che non ha mai pensato si possa mangiare. Quindi la merda va benissimo. L'unico vero problema di vivere in un posto dove tutti mangiano la merda non è che loro mangiano la merda, ma che vogliono che la mangi anch'io. E lo vogliono molto insistentemente. Le persone hanno questo difetto: se non ti piace una loro presunta leccornia, cercano in tutti i modi di fartela mangiare. Prima ti spiegano che è un alimento sano e nutriente indispensabile per una dieta equilibrata, poi te la sventolano sotto il naso, ti accusano di essere schizzinoso, strambo, matto, finché un giorno te la schiaffano direttamente nel piatto, poca poca e di nascosto, pensando che tanto non te ne accorgerai visto che, dio mio, non è possibile che non ti piaccia una cosa così buona come la merda.Abbiamo il risotto alle quattro merde, gli gnocchetti zafferano e merda, il vitello in crosta di merda e del polistirolo.Nel polistirolo c'è la merda?Solo un po'.Vorrei un po' di polistirolo senza merda.Ma, signore, è merda di capra freschissima.Preferirei senza, è possibile?Neanche una o due palline per insaporire?No, grazie.Per caso è allergico alla merda?No.Perfetto, allora un piatto di polistirolo "senza" merda per il signore.Se vivi nella patria della merda non puoi permetterti di non mangiare la merda, almeno un pochino di tanto in tanto, giusto per far vedere che non ti credi migliore degli altri. Purtroppo tutti si identificano sempre con ciò che piace a tutti, e se nella patria della merda disprezzi il loro cibo di merda, allora vuol dire che disprezzi anche le loro abitudini di merda, la loro musica di merda, i loro ideali di merda e, fondamentalmente, la loro vita di merda. Ma io non disprezzo la merda, solo vorrei non mangiarla.Fonte:http://www.anticorpi.info/2015/03/merda-no-grazie.html
PIU EUROPA!!! (mi raccomando)...PIU LIBERTA!.. PIU CIVILTA'!.. PIU DEMOCRAZIA!Sono contento di questa occasione storica: il presidente Mattarella insegna alle giovani generazioni che cos'è la Libertà.Anzitutto l'articolo. E' del Giornale berlusconiano:Mattarella nega alla Lega i ministeri chiave con i dossier esteri"Il Quirinale si aspetta che Salvini rassicuri Stati Uniti e alleati europei, Francia in testa"Una presa di posizione chiara, netta ed inequivocabile sulla politica estera. Sergio Mattarella non solo la chiede, ma la pretende. Vuole che Salvini si esponga in prima persona, confermando senza esitazioni la collocazione dell'Italia nell'Alleanza atlantica e al fianco degli Stati Uniti. Una dichiarazione che rassicuri non solo Washington, ma anche le cancellerie europee in agitazione ormai da giorni (l'ambasciatore francese Christian Masset pare sia tra i più preoccupati). Come inquieto è lo stesso presidente della Repubblica, che in quanto a filoatlantismo non ha nulla da invidiare a Francesco Cossiga. D'altra parte, prima da vicepremier e poi da ministro della Difesa fu proprio Mattarella a seguire l'intervento italiano nella missione militare della Nato in Kosovo.Così, nello scenario attuale e con l'alta tensione tra Usa e Russia all'orizzonte, è nelle cose che il Colle chieda garanzie. Il tweet di Salvini contro l'intervento americano in Siria, infatti, non è passato affatto inosservato a Washington. Così non è un caso che proprio ieri Guglielmo Picchi abbia provato ad aggiustare il tiro. «Non abbiamo dubbi, siamo nell'Alleanza atlantica senza se e senza ma», ha spiegato il deputato della Lega e consigliere per la politica estera di Salvini, che ha pure tessuto le lodi di Donald Trump e di Israele. Insomma, un prima manovra di assestamento che al Quirinale hanno sì apprezzato ma che non ritengono sufficiente. Sul Colle, infatti, si attende una parola chiara da Salvini in persona.È per tutto queste ragioni che nelle ultime ore il Quirinale sta giocando di sponda con Di Maio per contenere la Lega. [...] la distanza è tutta politica, non certo personale. Distanza siderale se pare che il Colle – questo raccontano sia fonti del M5s che del Carroccio – avrebbe posto un veto su tutte quelle poltrone dove passano i dossier chiave della politica estera. E quindi non solo la casella di premier e vicepremier, ma anche quella di ministro degli Esteri e della Difesa, tutti snodi nevralgici se si arrivasse ad una crisi nei rapporti tra Stati Uniti e Russia. A preoccupare, infatti, sono soprattutto le posizioni filo Putin e il rapporto con Mosca. Qualche spiraglio, invece, si sarebbe aperto per la casella di sottosegretario alla presidenza (con forti dubbi per l'eventuale delega sui servizi). Nessun problema, invece, per la poltrona di ministro dell'Economia (sempre che ci vada Giancarlo Giorgetti) e dell'Interno.Il punto, però, resta soprattutto la premiership. Di Maio e Salvini hanno contattato alcune figure per così dire «terze» ma tutti hanno declinato l'offerta. Così, anche grazie alla sponda del Quirinale che dal M5s si sente decisamente più garantito sul fronte internazionale, sono tornate a salire le quotazioni proprio del leader del M5s. Quel che è certo è che Mattarella ha messo in chiaro che il futuro premier dovrà avere un profilo «presentabile» al prossimo G7 che si terrà l'8 e 9 giugno in Canada. Insomma, nessun esperimento con personalità alle prime armi, ma qualcuno che abbia già una consuetudine con i consessi internazionali o comunque un suo peso politico da mettere sul tavolo".http://www.ilgiornale.it/news/politica/mattarella-nega-lega-i-ministeri-chiave-i-dossier-esteri-1525535.html?mobile_detect=falseVedete o giovani, quanta libertà vi dà l'Europa? Potete votare liberamente per chi volete. Poi gli Stati Uniti decidono che non può essere né premier né vicepremier, e si assicurano che Mattarella non gli dia gli Esteri né la Difesa: e ciò nel caso "si arrivasse ad una crisi nei rapporti fra Stati Uniti e Russia". Una crisi peggiore di quella in corso, capite cosa significa?"La collocazione atlantica al fianco degli Stati Uniti" non può essere discussa in politica. Ma tutto il resto sì. Negli appositi talk shows. La libertà vostra, grazie alla democrazia, è totale. L'Europa vi ha dato delle libertà che prima non avevate, come mostra questo breve video dell'europarlamento:https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816siete liberi di "viaggiare, lavorare, studiare e andare in pensione" – cosa che gli stati nazionali non vi permettevano – avete "più opportunità di lavoro" (all'estero) , e "garantisce i vostri diritti di consumatore". Di più, di più,: se siete sodomiti, potete sposarvi tra voi e adottare un figlio preso da un utero in affitto; potete avere il suicidio assistito. Solo la collocazione atlantica a fianco degli Stati Uniti" non deve essere una opzione fra le altre.Quella si chiama "libertà politica", e questa non vi è data. Ma che vi importa, o giovani? Che sacrificio è, in comparazione dei diritti LGBT di cui voi tutti godete?Avete letto sopra, o giovani, che "l'ambasciatore francese Christian Masset" è "preoccupato", sicuramente ha telefonato a Mattarella, che si premura di epurare il futuro governo secondo i desideri di Parigi. Ora, magari, voi pensate che la UE essendo una unione di "liberi e uguali", dove tutti gli Stati membri hanno pari diritti, il governo italiano abbia mai potuto fare altrettanto? Che possa ficcare il naso, tramite ambasciatore, su quale ministro degli Esteri ha scelto Macron? E' un errore. Scusabile, lo ammetto. Voi siete ancora legati alla vecchia idea per cui le "giuste" relazioni internazionali sono basate sulla non-ingerenza e sulla "reciprocità": un concetto antiquato e malsano, tant'è vero che viene promosso dal dittatore Putin. Le vere relazioni internazionali, di cui l'Europa è il modello, sono queste: loro possono interferire negli affari interni nostri, noi "non" possiamo, nemmeno osiamo, ingerirci degli affari loro. E' il modello di espansione della democrazia americano: quando un governo appare alle potenze occidentali poco democratico, esse lo bombardano e lo cambiano. A Salvini, per ora, si limitano a chiedere una abiura "pubblica, netta e inequivocabile", sulla politica estera. Qualcosa che ricorda il trattamento che si faceva subire agli eretici in tempo di fanatismo ed oscurantismo religioso.Ma a voi che importa, o giovani? La storia è così noiosa! Voi avete, grazie alla UE, tutte le libertà, tipo "studiare, lavorare e andare in pensione dovunque nella UE"– volete che vi rimandi il filmetto?https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816Siete liberi, o giovani! Certo che se "si arrivasse a una crisi fra Stati Uniti e Russia", sarete voi a partire, in mimetica ed elmetto. La libertà politica serve, ma solo di tanto in tanto.Per esempio, di fronte a quel che il presidente Mattarella con le "cancellerie" sta facendo della volontà popolare legittimamente espressa dal popolo italiano, l'unica risposta sarebbe la tanto celebrata Resistenza, la preparazione alla lotta per la Libertà, anche armata. Ma voi avete le armi? Sapete usarle? No, vi hanno liberato della noiosa incombenza che si chiamava "servizio militare di leva" – quindi voi non fate più paura a chi vi toglie la libertà, mentre siete voi che dovete aver paura di loro: non a caso voi siete disarmati e impreparati alla "lotta", mentre loro hanno tre polizie di 500 mila uomini – per mantenere l'ordine – non verso gli immigrati violenti, è chiaro; verso di voi, se vi ribellate in caso di "crisi fra Stati Uniti e Russia"Richiamo infine la vostra attenzione, o giovani che necessitate di chiarirvi le idee sulla Libertà, sull'ultimo capoverso dell'articolo di cui sopra.Si tratta di scegliere il premier. I due partiti che hanno vinto le elezioni, col 33 e 17 per cento dei voti (quindi il 50%), hanno la maggioranza – ma non possono sceglierselo fra loro, come vogliono loro secondo il mandato che hanno ricevuto da voi.Di Maio e Salvini hanno contattato alcune figure per così dire «terze» ma tutti hanno declinato l'offerta", e ci credo."Mattarella ha messo in chiaro che il futuro premier dovrà avere un profilo «presentabile» al prossimo G7 che si terrà l'8 e 9 giugno in Canada".E chi può essere? Uno atlantico e europeista, di sicuro. Ma dove trovarlo? Cercate, cercate...."Insomma, nessun esperimento con personalità alle prime armi, ma qualcuno che abbia già una consuetudine con i consessi internazionali o comunque un suo peso politico da mettere sul tavolo".Quindi nessun Di Maio, nessun Salvini, nessuno dei loro nuovi eletti da voi, perché sono tutti alle prime armi, oppure sono critici dell'euro, quindi "impresentabili" Nello stesso tempo deve essere uno "di area", perché di europeisti e atlantisti ce ne sono mazzi a sinistra, ma la sinistra ha perso – sarebbe troppo sporca prendere da lì il premier del governo Lega-M5SChi sarà? Chi sarà? – come canta la Butterfly – giusta suspence, o giovini, vi attanaglia. Ma ecco:uscito dalla folla cittadinaUn uomo, un picciol puntoS'avvia per la collina.Chi sarà? Chi sarà? (canta la Callas)Lo riconoscete? Sì! E' lui!"Sorpresa! Berlusconi riabilitato e candidabile!Il tribunale di sorveglianza di Milano: il venerdì pomeriggio. Con due mesi di anticipo rispetto al calendario (doveva decidere a giugno). Nel cuore delle trattative per il nuovo governo – che fa? Lava il Cavaliere da tutti gli effetti della condanna subita nell'agosto del 2013 per frode fiscale Mediaset."La clamorosa decisione – dicono i media – consente insomma a Berlusconi di tornare in campo a pieno diritto, candidandosi fin da subito se, per esempio, fallisse il nascente governo Lega-5Stelle e si andasse alle urne per luglio o settembre".Eccolo lì, l'uomo col profilo presentabile al prossimo G7, l'uomo con esperienza nei consessi internazionali, l'uomo col suo peso politico – anche se, oddio, noi vecchi ci ricordiamo che nei consessi internazionali la sua "esperienza" non fu memorabile, non aveva peso politico, faceva le corna al momento delle foto ufficiali, fingeva di fare nascondino dietro Angela Merkel (la "culona inchiavabile"), strattonava re Juan Carlos tirandolo per un braccio, urlava per richiamare l'attenzione dell'"Abbronzato": "Mister Obama, Mister Obama!" al punto da irritare la regine d'Inghilterra. Insomma dava fastidio a tutti, era impresentabile, Merkel e Sarkozy lo schernirono e infine lo fecero cadere, con la complicità do Draghi e Napolitano, lo hanno sbattuto giù dal governo dandoci Mario Monti al suo posto, e 8 anni di governi non eletti. Ma hanno cambiato idea. Adesso è presentabile, atlantico, europeista.E la magistratura? Cinquecento processi appena vinse le elezioni aprì contro il Cavaliere, per frodi, puttane, figlie di Mubarak, olgettine...e adesso lo rende ricandidabile. Il venerdì pomeriggio. Con due mesi d'anticipo, nel cuore delle trattative fa Lega, Cinque Stelle e Quirinale per un governo da cambiare. Come mi dice l'amico Angelo P., "questa magistratura non conosce festivi". Non quando c'è da difendere la collocazione atlantica a fianco degli Stati Uniti.Si può sempre contare sulla Giustizia Italiana.A questo punto, a voi giovini, vi toccherebbe fare la guerra civile. Ma con quali mezzi? Armi? Cultura politica? Avrete nuove elezioni e Berlusconi premier.Coi voti anche PD. Che volete di più? La UE vi ha già dato tante libertà: potete viaggiare, lavorare (se potete), pensionare....Vai col filmino!https://twitter.com/Europarl_IT/status/993105095138082816Fonte:https://www.maurizioblondet.it/mattarella-vi-insegna-la-liberta-e-lignoranza-e-forza-le-guerra-e-pace/
il non-luogo... o della surmodernità
I non-luoghi sono definiti, in contrapposizione ai luoghi, come spazi che hanno come caratteristica quella di non essere identitari, relazionali, storici. Nel senso che non generano identità tra i loro frequentatori, sono fruiti in solitudine, non hanno collegamento con il passato inteso come vincolo storico di un paese o di una comunità.
Esempi di non-luoghi ce ne sono moltissimi ma i centri commerciali sono i più evidenti e paradigmatici.
I centri commerciali sono degli spazi in cui singoli individui si incontrano senza creare una particolare affinità, senza entrare in relazione, senza che ci siano dei collegamenti con il passato, ma anche con l'esterno.
Sono il frutto di quell'individualismo solitario di massa, basato sul frammentario, sul provvisorio, sul passeggero. Rappresentano secondo Augè quella società che lui definisce della surmodernità.
Sono dei mondi fruibili in un presente immobile, atemporale, privo di modificazioni reali che ci distrarrebbero dallo scopo per cui sono stati pensati: consumare compulsivamente.
Non solo di nascita di non-luoghi bisogna parlare ma di come molti luoghi si stanno trasformando in non-luoghi.
Questa trasformazione di luoghi in non-luoghi è ben più carica di conseguenze negative della nascita di nuovi non-luoghi.
Un luogo può ben essere rappresentato da una città (o da un suo quartiere) come noi la conosciamo. Un'entità circoscritta geograficamente ma connessa con luoghi limitrofi collegati tra loro, carica di relazioni di tipo diverso: economiche, commerciali, sociali.
- Un luogo può lentamente essere trasformato in un non-luogo.
Basta svuotarlo progressivamente dei suoi significati molteplici e stratificati e puntare solo su uno di questi. Così un quartiere del Centro può diventare solo un contenitore di uffici. I bar, i ristoranti, i negozi si adeguano rimanendo aperti solo in certi orari, in certi giorni, si specializzano vendendo solo certe merci e i cittadini, ivi residenti, migrano verso le periferie residenziali spopolandoli. Così un luogo, un quartiere del centro, vitale proprio perché pieno di molteplici significati si trasforma in un non-luogo: un quartiere direzionale in cui l'unico significato è l'ambito lavorativo. Anche i cittadini, che prima erano presenti, vengono sostituiti da non-cittadini, gli impiegati del neonato Centro Direzionale che non vivono il luogo, ma semplicemente lo calpestano trovandocisi.
Ma quali caratteristiche ha un luogo trasformato in non-luogo? E quali conseguenze porta tale trasformazione?
Un non-luogo viene non-vissuto da non-cittadini Un non-luogo, come dicevo, ha un solo significato, quello affaristico per il Centro Direzionale che ho utilizzato per l'esempio di poco sopra, oppure quello economico per un Centro Commerciale o quello estetico per un Centro Fitness. Per questo un non-luogo non viene vissuto da cittadini ma usato o fruito da consumatori. Da questo punto di vista anche un quartiere residenziale periferico ha le stesse caratteristiche degli altri non-luoghi descritti: il non-cittadino lo raggiunge solo per dormirci. Lo usa come un consumatore, usufruisce di un servizio acquisendo un diritto di asilo permanente (se acquista una casa) o temporaneo (se è in affitto), come quando in un'altra città affitta una stanza in un albergo.
- Un non-luogo viene non-frequentato da non-visitatori
Un non-luogo è dunque non-frequentato da non-visitatori, distratti fruitori disinteressati, che se ne fregano di creare un legame (non-frequentano appunto) con il non-luogo se non attraverso la dialettica temporanea, frammentaria, solitaria, provvisoria del "io compro tu vendi".
- I non-visitatori spendono non-denaro nelle molte non-attività commerciali
Questi distratti fruitori acquistano con del non-denaro (privo di valore perché non genera ricchezza) merci tutte uguali stipate in negozi che costituiscono delle non-attività commerciali. I negozianti trasformati in semplici gestori di loghi trasformano i loro negozi in non-negozi, dove la merce venduta si trasforma in non-merce e ciò che si acquista è la griffe.
- Il non-denaro genera non-ricchezza
Il non-denaro genera non-ricchezza perché il non-visitatore è responsabile di un costo superiore rispetto a quello che ha comprato. La ricchezza generata dall'acquisto di un gelato, ad esempio, è azzerata e resa negativa dalle cartacce e dal cono spiaccicato che l'acquirente ha lasciato per la strada (e che vanno rimossi), dalla quantità di monossido di carbonio che ha riversato nell'atmosfera per giungere al non-luogo e trovare parcheggio e così via.
- La non-ricchezza procura non-benessere e non-qualità della non-vita
La presunta ricchezza del quartiere o della città trasformati in non-luogo generata dalle attività commerciali non produce benessere per la collettività residuale che invece ne sopporta i costi e il degrado.
- Un non-luogo viene amministrato da un non-governo cui si contrappone una non-opposizione
Per amministrare un non-luogo è necessario un non-governo perché ciò che deve essere assicurato non è tanto lo sviluppo ed il benessere della cittadinanza (quella rimasta e che si assottiglia sempre di più, ha sempre meno potere decisionale) quanto la configurazione del non-luogo in modo che possa attirare i non-visitatori. Complementare al non-governo è la non-opposizione che serve per dimostrare unicamente l'esistenza di una dialettica di tipo democratico che non c'è più. La non-opposizione spalleggia nel processo di trasformazione il non-governo, proponendo modelli identici al massimo raggiungibili con modalità diverse.
- Un non-governo non-sceglie
Un non-governo fa scelte che vanno nella direzione della trasformazione (dunque non-sceglie), delibera di compiere opere di pura superficialità che hanno come scopo la creazione di un packaging invitante per i non-visitatori, riscuotendo tasse sempre più esose, trasformate in non- tasse perché sempre meno utili per i cittadini (residui), visto che sono utilizzate al solo scopo di trasformare il luogo in non-luogo.
A questo punto ci troviamo in questa situazione:
siamo diventati (ammesso che abitiamo ancora nel quartiere trasformato in non-luogo) non-cittadini che non-vivono un non- luogo preso d'assalto da non-visitatori che con il loro non- denaro acquistano in non-negozi delle non-merci. Queste attività producono non-ricchezza che genera non-benessere. Tutto questo non- processo è guidato da un non-governo che non-sceglie coadiuvato da una non-opposizione che si non-oppone.
- Siamo costretti alla fine a vivere una non-vita.
Questo è il vero problema della continua trasformazione di luoghi carichi di significato e di relazioni molteplici in non-luoghi: contribuire ad allargare le zone plastificate, nullificate, annientate, prive di senso (se non quello mercantile). Le estreme pessimistiche conseguenze di questa estensione di non-senso sono le stesse che producono l'idea globalizzata della necessità di un governo mondiale che legiferi su tutto il Globo. Un unico enorme Stato mondiale....popolata da non-persone (corsivo sottolineato mio)
Vivendo nei non-luoghi
La definizione di non-luogo fu coniata quindici anni fa, dall'antropologo Marc Augè, che in un suo libro parlava di questa nuova categoria della realtà. Ma cosa sono i non-luoghi?
Un non-luogo è, ad esempio, un ipermercato. Di ipermercati, tutti grandi ed immensi, sono piene le nostre città. Sorgono come funghi ed al loro interno possiamo trovare negozi di ogni tipo: ristoranti, cinema, bowling. Ecco... un ipermercato, è un non-luogo che contiene tanti non-luoghi. E perché sono non-luoghi? Augè li definisce tali poiché, ad occhio distratto, non possiamo certo capire se ci troviamo ad esempio in un ipermercato romano oppure in uno francese. Un non-luogo non ha tratti distintivi, un non-luogo assomiglia "terribilmente"a tutti gli altri non-luoghi presenti sul pianeta. Un non-luogo è la perdita della nostra identità, per sostituirla con un'altra: inesistente, fredda, non-viva.
Siamo immersi nel non-luogo e nel non-vita.
Oggi decido di recarmi nel grande ipermercato che hanno appena aperto e, come tutti gli immensi ipermercati che nascono, dicono che sia il più grande di Europa. Prendo la mia macchina, non-luogo per eccellenza, che per essere sempre più morta e impedirmi di comunicare con l'esterno è accessoriata con l'aria condizionata ed i vetri oscurati.
Mi infilo nell'autostrada, non-strada per eccellenza e mi trovo in mezzo ad un traffico allucinante, situazione non-di merda ma di più, dove oltre ad esaurirmi e rovinarmi la giornata, dimentico di avere le gambe per camminare, dei polmoni per respirare e l'inutile parco vicino casa mia, che presto sarà distrutto per costruire l'ipermercato più grande del mitteleuropeo.
Arrivato finalmente a destinazione, sono pronto a camminare per ore in questo posto chiuso, condizionato, con la musica a palla, vedendo quei vestiti tutti in serie, quelle facce tutte uguali. Dopo essermi stremato dalla fatica, tornerò a casa, mi rimetterò nel mio non-mezzo, mi ributterò in quella non-merda ma super-merda di traffico, e la sera sarò pronto per consumare i miei non-cibi acquistati nel non-mercato di quel non-luogo.
Questa è la simpatica situazione che milioni di persone scelgono (!) di vivere tutti i fine settimana della loro vita. Ma gli esempi dei non-luoghi sono veramente numerosi: perché non parlare di coloro che scelgono di andare su un'isola del Pacifico soggiornando, però, in un villaggio turistico italiano, dove tutti parlano italiano, e (naturalmente!!) mangiano anche italiano. Questo è un bell'esempio di non-vacanza!
Insomma, per farla breve, ricominciamo a frequentare i luoghi. Che siano i mercati rionali, che siano gli stadi, che siano i parchi, che siano i bar di quartiere, che siano gli autobus puzzolenti di Roma. Cribbio!!! Facciamo qualcosa...... Proviamo a disegnare, cucinare, cantare, spazzare senza l'odioso folletto made in china di mia madre. Impariamo di nuovo i nostri dialetti. ....
Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=20357
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=13772
I non-luoghi e tutti gli altri "non" elencati non sono altro che i frutti bacati e velenosi dell'albero della "non-cultura", come da svariati anni definisco quella occidentale. La non-cultura è quella visione del mondo che ha frammentato il sapere al punto di conferire dignità ad ogni "conoscenza" personale e individuale che potrà costituzionalmente strutturarsi in "way of life". Una visione che in nome del "progresso" e dello "sviluppo", concetti tanto apprezzati e citati quanto profondamente incompresi o piegati a meri interessi di convenienze di parte, ha prima disconosciuto e poi negato i più basilari fondamenti di tutte le culture come il principio di identità e quello di non contraddizione. I tanto decantati "valori" del cosiddetto "illuminismo", che può definirsi tale solo in un mondo rovesciato mentre in un mondo diritto si chiamerebbe oscurantismo, hanno posto le basi di questa inversione, atto finale di una degenerazione che è vecchia di millenni, e quanto l'invincibile tarlo della modernità abbia eroso le menti di chiunque lo si nota dal fatto che quasi tutti coloro che criticano i suoi frutti velenosi tentano comunque di salvaguardarne l'albero chiamando "postmodernità" o "surmodernità" gli effetti di questa disastrosa crisi di umanità, chè altrimenti non avrebbero più nulla a cui restare intellettualmente aggrappati.
Il materialismo, il meccanicismo, l'individualismo, il liberalismo, il laicismo e tutte le ideologie moderne sono nei fatti le ruspe della cultura, che hanno spazzato via ogni valore in cui i popoli potessero riconoscersi, ogni spirito comunitario, ogni principio di unità, ogni verità, per lasciarci in eredità solo distruzione culturale. La "morte di Dio" proclamata da Nietzsche che è nei fatti, come afferma il folle al mercato, un assassinio perpetrato dagli archetipi della modernità, ha avuto come effetto l'entropia culturale, un metacaos senza alcuno scopo se non l'agitazione permanente alla ricerca del disordine perfetto, la morte assoluta. Il gregge dei non-uomini abitatori dei non-luoghi della modernità segue a testa bassa e in silenzio "pastori" che sono il paradigma perfetto della disumanità moderna poiché molto più simili alle macchine che agli uomini, tanto che si fatica sempre più a comprendere se siano le macchine ad essere generate da loro oppure l'inverso; tecnocrati e specialisti di ogni sorta e genere che menano vanto della propria non-umanità e l'unica cosa che sanno fare bene è ridurre in polvere ogni seme di verità, anziché coltivarlo come hanno sempre fatto gli uomini.
Una cultura, che ha lo scopo di porre in relazione gli uomini fra loro tanto da farne un popolo e relazionare quest'ultimo con il mondo e il sovramondo, è stata sostituita da una sua mostruosa parodia, fondata sulla prevalenza della materia rispetto allo spirito, sulla prevalenza dell'azione rispetto al pensiero, sulla prevalenza dell'uomo rispetto all'ambiente, sulla prevalenza dell'utilità rispetto alla verità, sulla prevalenza dell'interesse rispetto alla giustizia, sulla prevalenza della competizione rispetto alla collaborazione, sulla prevalenza dell'individuo rispetto alla comunità, sulla prevalenza dell'uguaglianza rispetto alla gerarchia, popolando quindi il mondo di non-uomini, automi dediti esclusivamente a consumare il mondo e se stessi con lo stesso zelo, le stesse ragioni e gli stessi ideali con i quali un macinino da caffè scarico macina aria.
Premessa: :) (due punti e a capo)In seguito agli ultimi avvenimenti che non fanno altro che confermare cio che persone decisamente più lungimiranti di me avevano già capito da tanto tempo,faccio un ripassino ad uso personale :) (qui sotto)... come usava farlo anche la mia maestra delle elementari.. per rinfrescare la mia gia debole memoria (anzi per la verità cortissima :( )...ed ahimè mi hanno pure diagnosticato un forte calo della vista, che non riesco più a vedere manco a distanza del mio misero ombelico! ::) cosi che per leggere (ma sopratutto capire quello che leggo) sarò costretto a infilarmi un paio di occhiali cosi spessi che le lenti sembrano due fondi di bottigliaPovero me!...ma non voglio essere compatito..sarebbe solo tempo sprecato...del resto fa solo parte del mio percorso e della mia esperienza.A poche ore dalla tragedia del crollo del viadotto Morandi a Genova, la prima riflessione di molti cittadini italiani sta andando alla questione tutt'altro che secondaria della privatizzazione dei beni e dei servizi pubblici. I numerosi crolli di viadotti, strade, scuole, infrastrutture del paese, da sempre giustificata con i vincoli di bilancio, con il debito pubblico, con le richieste di austerity da parte dell'Europa, ci sta mostrando due fatti evidenti: che se non si spende in infrastrutture e manutenzione si mette in pericolo la vita delle persone, il turismo e l'economia di intere zone; e poi che la semplice privatizzazione di infrastrutture lucrose come le autostrade non porta con sé i meravigliosi benefici promessi dalla propaganda neoliberista degli anni '80 e '90, con la sua retorica del "privato è bello", della maggiore efficienza del privato rispetto al pubblico, dei vantaggi per gli utenti. La verità è che con le privatizzazioni si sono spesso creati monopoli, posizioni di rendita di tipo feudale e ingiustificati guadagni per poche famiglie ricche e strettamente legate con i vertici della politica nazionale e internazionale, a danno dei cittadini, che pagano pedaggi assurdamente costosi a fronte di un servizio tutt'altro che ineccepibile.In Italia i principali gruppi privati concessionari delle autostrade sono il Gruppo Gavio (che è il quarto operatore al mondo nella gestione di autostrade a pedaggio con un network di circa 4.156 km di rete e che in Italia, attraverso la società Sias,gestisce circa 1.423 km di rete, fra i quali l'autostrada Genova-Ventimiglia), e il gruppo Atlantia, di proprietà dei Benetton. Un articolo de "Il Fatto Quotidiano" di qualche mese fa, a firma di Fabio Pavesi, metteva in evidenza gli enormi profitti del gruppo Atlantia (le autostrade italiane fino al 1999 furono di proprietà pubblica, del gruppo Iri, con il nome di Società Autostrade, diventata poi nel 2003 Autostrade per l'Italia S.p.A, 100% di proprietà del gruppo Atlantia, che gestisce autostrade a pedaggio anche in altri paesi). Per essere precisi, 1,9 miliardi di utile operativo solo nel 2017 e solo per Autostrade per l'Italia S.p.A e un utile netto di 972 milioni in crescita del 19% sul 2016. Quale vantaggio ne viene ai cittadini italiani? Ovviamente nessuno. La autostrade a pedaggio sono una gallina dalle uova d'oro ad esclusivo appannaggio di potenti gruppi industriali, in assenza di qualsivoglia criterio di efficienza (come periodicamente si legge nelle riflessioni degli economisti più attenti, per esempio in questo articolo de "Il Sole 24 Ore").Molti ormai cominciano a rimpiangere i tempi dell'Iri, quando era lo Stato a gestire l'immenso patrimonio delle grandi infrastrutture del paese. E molti si chiedono per quale ragione si dovrebbe continuare così. Riflettendo in questi giorni sulle profetiche analisi del sociologo ungherese Karl Polanyi, scritte nel 1944 e pubblicate nel volume "La grande trasformazione", mi chiedo se il neoliberismo, con i suoi miti di libertà d'impresa, competizione, privatizzazione, deregolamentazione, sia compatibile con la democrazia in generale e con la Costituzione italiana in particolare. La domanda non è originale e la risposta in certa misura è scontata, per chi frequenta la ricca letteratura al riguardo, ma non credo sia inutile ripercorrere le ragioni per le quali la risposta non può che essere negativa. Da queste ragioni deve derivare infatti un giudizio storico e politico nettissimo sulla classe dirigente che ci ha governato dagli anni '80 in poi e la motivazione chiara a ribellarci ad uno stato di cose non più tollerabile. Il neoliberismo ha fatto fortuna, anche nelle masse, equivocando sulla parola "libertà". Chi non èsensibile alle infinite promesse di una parola tanto pregnante? Chi non vorrebbe essere libero? Il problema è però è duplice: quale libertà? E la libertà di chi?La visione liberale dello Stato si fonda sulla difesa delle libertà civili e politiche: libertà di coscienza, di riunione, di associazione, di espressione, eccetera. Esistono però, osserva Polanyi, anche le libertà negative: la libertà di sfruttare i propri simili, di sottrarre all'utilizzo comune scoperte tecnico-scientifiche per proteggere interessi privati, di trarre profitti da calamità collettive, di inquinare l'ambiente. Nell'economia capitalista, queste due forme di libertà sono i due lati della stessa medaglia. Si potrebbe ipotizzare, continua Polanyi, una società futura nella quale le libertà "positive", accompagnate da una regolamentazione adeguata, possano essere estese a tutti i cittadini. "Regolamentare" vuol dire porre limiti ai privilegi di una minoranza, proteggere i più deboli dal potere soverchiante di chi detiene la proprietà, correggere gli squilibri economici e sociali, controllare e sanzionare i comportamenti dannosi alla collettività, permettere a tutti i cittadini, anche a quelli svantaggiati, di esercitare le libertà "positive". Questa società futura sarebbe libera e giusta insieme.Ma ad impedire questo esito (la diffusione della libertà) è proprio l'"ostacolo morale" dell'utopismo liberale (quello che chiamiamo "neoliberismo"), di cui lui riconosceva il massimo esponente nell'economista Von Hayek. La visione neoliberista è utopica perché predica l'assenza del controllo e dell'intervento dello Stato in ambito economico e sociale, proprio mentre invoca l'esercizio della forza e anche della violenza dello Stato a difesa della proprietà. Detto in parole povere, per il neoliberismo lo Stato è al servizio della proprietà individuale e della libera impresa, cioè di quei pochi che non hanno bisogno di incrementare il proprio reddito, il proprio tempo libero e la propria sicurezza, e agisce a svantaggio delle libertà di tutti gli altri. La libertà neoliberista è solo prerogativa dei ricchi (anche se a parole è disponibile a tutti) e non può essere estesa a tutti, perché questo minaccerebbe la proprietà. Chi è povero lo è per colpa sua ed è solo un perdente nella competizione per la ricchezza. La libertà è in sostanza la libertà di arricchirsi senza vincoli né regole. Il neoliberismo (l'utopismo liberale),concludeva Polanyi, è intrinsecamente e incorreggibilmente antidemocratico e autoritario, perché piega lo Stato a difendere gli interessi di una minoranza a danno della maggioranza.Non per nulla il primo esperimento di Stato neoliberista fu il Cile di Augusto Pinochet, dove "libertà" significava azzeramento dei sindacati e dei diritti delle comunità, privatizzazioni selvagge, liberalizzazioni finanziarie e repressione delle libertà civili. Qui il neoliberismo si sposa con il fascismo. Ma c'è anche un modo meno cruento per effettuare un colpo di Stato: corrodere un giorno dopo l'altro, per decenni, i diritti e i redditi dei cittadini, asservirli al potere finanziario, vincolarli a norme-capestro che li rendano schiavi di interessi estranei, modificare la Costituzione a danno della sovranità popolare, indebolire i lavoratori e i sindacati, assecondare gli interessi dei più forti, non intervenire a ridurre le disuguaglianze, privatizzare i beni pubblici, ridurre la spesa sociale, distrarre continuamente l'attenzione pubblica con falsi problemi e individuare sempre nuovi bersagli per la rabbia popolare, colpevolizzare i cittadini per la loro condizione e controllare i mass-media, in modo che veicolino continuamente la visione che più fa comodo ai manovratori (quella che Marcello Foa ha chiamato "il frame", la cornice), martellare per anni e decenni i cittadini con un linguaggio economicista pieno di concetti come imprenditorialità, libertà d'impresa, debiti e crediti, competizione, eccetera – insomma costruendo un'ideologia che giustifichi e renda accettabile la progressiva riduzione in schiavitù di interi popoli, tenendone a bada l'inevitabile scontento con il senso di colpa, la paura e la menzogna.Questo è ciò che è successo da noi in questi ultimi decenni. Questo è l'imperdonabile tradimento della Costituzione e dei suoi valori realizzato da una classe politica avida e asservita a gruppi di potere nazionali e sovranazionali che l'hanno telecomandata a danno nostro. Il neoliberismo non è solo di una teoria economica, ma di un modello complessivo di società, sorretto da un poderoso e contraddittorio apparato ideologico, incompatibile con la democrazia, come sono incompatibili con la democrazia i monopoli privati di beni collettivi. Il viadotto di Genova è un simbolo di ciò che deve finire in Italia e nel mondo se vogliamo avere un futuro democratico. La globalizzazione neoliberista, che esalta il libero mercato, mentre mira acostituire monopoli e posizioni di forza, sta mettendo in ginocchio interi popoli. Povertà e disuguaglianza aumentano di giorno in giorno a livello globale. Non è più accettabile mantenere in piedi privilegi feudali, massacrando sogni e speranze di miliardi di persone.Il filosofo John Rawls sosteneva che una disuguaglianza è accettabile solo se migliora anche le condizioni di chi ha di meno. La ricchezza non è un male, ma lo è l'ingiusta distribuzione di essa. La libertà senza giustizia sociale è solo un guscio vuoto e uno specchio per le allodole. Questo dice in sostanza la nostra Costituzione. Se la vogliamo difendere, dobbiamo consegnare al passato il neoliberismo, memori della sofferenza e dei disastri che ha provocato. Non vedo altra via d'uscita dal tunnel nel quale ci troviamo. Deve essere lo Stato a regolare l'economia e il fine dell'economia deve essere il benessere dei cittadini. Il mercato non è in grado di autoregolarsi affatto e laddove i governi sono collusi con i potentati economici stanno tradendo la sovranità popolare. Non dimentichiamoci la frase pronunciata dal miliardario Warren Buffett (il terzo uomo più ricco al mondo) a proposito della diminuzione delle tasse per i ricchi: «La lotta di classe esiste e l'abbiamo vinta noi». Tanto per ricordarci di che cosa c'è in gioco: non la lotta contro la ricchezza, ma la lotta contro una visione predatoria della ricchezza e contro la menzogna che ci rende schiavi da troppo tempo di un'élite che ha consapevolmente e pazientemente costruito il mondo squilibrato nel quale ci troviamo – di cui troviamo il ritratto nel libro di Gioele Magaldi, "Massoni: società a responsabilità illimitata", editore Chiarelettere.Fonte:http://www.libreidee.org/2018/08/disastro-privatizzato-cosi-il-neoliberismo-ci-crolla-addosso/
Salve. In astratto il tema economia di Stato/economia privata è uno dei più importanti dell'economia e della filosofia politica.
Purtroppo nella realtà del nostro Paese esso si riduce alla contemplazione del grado di maturità democratica di una società.
Da noi il nazionalizzare un'attività significa condannarla all'inefficienza, rassegnandoci a doverne pagare di tasca nostra gli sprechi e le distrazioni di fondi per scopi non efficientistici.
Viceversa il privatizzarla significa vederla produrre degli utili che andranno a vantaggio dei privati investitori.
Se poi anche il privatizzato non riuscisse a risultare efficiente.....sempre e comunque peggio per i cittadini i quali, al limite saranno chiamati a sovvenzionare pure le eventuali perdite finanziarie dell'inefficienza privatistica con la scusa dell'essenzialità di servizi che non possono venir cancellati e (ridicola demagogia) del mantenimento dei posti di lavoro .
I costi al popolo, gli utili alle caste. Non funziona forse così ?
Citazione di: viator il 16 Agosto 2018, 15:41:05 PM
Salve. In astratto il tema economia di Stato/economia privata è uno dei più importanti dell'economia e della filosofia politica.
Purtroppo nella realtà del nostro Paese esso si riduce alla contemplazione del grado di maturità democratica di una società.
Da noi il nazionalizzare un'attività significa condannarla all'inefficienza, rassegnandoci a doverne pagare di tasca nostra gli sprechi e le distrazioni di fondi per scopi non efficientistici.
Viceversa il privatizzarla significa vederla produrre degli utili che andranno a vantaggio dei privati investitori.
Se poi anche il privatizzato non riuscisse a risultare efficiente.....sempre e comunque peggio per i cittadini i quali, al limite saranno chiamati a sovvenzionare pure le eventuali perdite finanziarie dell'inefficienza privatistica con la scusa dell'essenzialità di servizi che non possono venir cancellati e (ridicola demagogia) del mantenimento dei posti di lavoro .
I costi al popolo, gli utili alle caste. Non funziona forse così ?
i due aspetti che hai descritto possono sembrare in apparenza opposti e inconciliabili, in realtà sono secondo me due facce della stessa medaglia che si alimentino a vicenda e su questo ci sarebbe da indagare a fondo e chiedersi il motivo, per uscire fuori da quella che secondo me e' appunto una trappola...(ma che non riguarda solo il caso specifico italiano, visto pure che la stessa tendenza uniformatrice e pressoché unica nel suo modello come lo e' della stessa mentalità che lo accompagna,riguarda ormai l'umanità intera, cambiano appunto solo le forme ma la sostanza rimane evidentemente la stessa)evidentemente certe conseguenze hanno sempre una causa o più cause concomitanti.Questo al momento sarebbe solo un mio personale spunto di riflessione...
Salve. La causa di questa situazione, ovunque nel mondo essa si verifichi, è l'immaturità socioculturale dei popoli.
Da essa se ne può uscire o all'indietro (decadenza, emarginazione, dissoluzione del Paese) o in avanti.
L'avanti a sua volta ha due direzioni : la prima prevede che il Paese in oggetto cada sotto l'influenza invasiva della cultura e del potere economico di un altra Potenza più "matura" (colonialismo, in qualsiasi forma esso si realizzi).
La seconda direzione prevede l'affermarsi, all'nterno del Paese, di una oligarchia sperabilmente di stampo paternalistico (se non addirittura di una autocrazia). Cioè di quella che, alla luce della becera cultura attuale del nostro Paese, non potrebbe che venir chiamata dittatura.
Benefici e privilegi, all'interno di una società sana, dovrebbero risultare il compenso dell'efficienza e della responsabilità. Da noi sono invece il compenso della furbizia.
Il mio parere e' che sono troppe ormai le cause che a loro volta avrebbero scatenano altre cause ed altri effetti a catena.
A me fa venire in mente il vaso di Pandora e trovo che fa molto riflettere notare che prima venivano formulati miti o leggende di questo tipo..evidentemente non era semplice superstizione.
Non molto tempo fa ho rispulciato quasi per caso un breve trattato che ho riletto molto volentieri...non credo che l'intenzione dell'autore fosse quello di arrivare ad una qualche soluzione,
ma di sicuro,molte domande (non dico tutte) di cui alcune davvero inesplicabili,trovano secondo me risposte risolutive,certe ed inequivocabili (qui sotto)
http://altrapsicologia.com/wp-content/uploads/2014/02/cipolla.pdf
una mattina mi son svegliato..o bella ciao,bella ciao,bella ciao...
Una mattina mi son svegliato, non ho trovato l'invasore ma molto, molto di peggio.
Magari avessi visto una popolazione controllata con mezzi corazzati agli angoli delle strade o truppe straniere in marcia per le città, ostentando le loro bandiere alloctone, per reprimere qualsiasi tentativo di rivolta!!!
Per fortuna, direte voi che leggete, no.
Eppure, ribadisco, ho trovato molto, molto di peggio.
Ma cosa ci può essere di peggio di un'occupazione "manu militari"?
Essere servi e non saperlo oppure essere schiavi ed amare le proprie catene, quello che Etienne de la Boetiè mirabilmente tratteggiava nella sua " de servitude voluntaria".
Infatti, ho trovato un Paese in cui :
- l'etica è sostituita con il "politicamente corretto";
- la verità è sostituita da narrazioni compiacenti;
- i patrioti sono definiti ipso facto "populisti";
- gli intellettuali sono al servizio ed al soldo della classe economica dominante;
- la Carta Costituzionale c'è, ma i suoi dettami è come se non esistessero;
- i cittadini sono diventati "consumatori" e come tali vengono considerati;
- Il Presidente della Repubblica interviene per difendere i "risparmiatori" e non gli interessi della Nazione;
- l'internazionalismo è diventato cosmopolitismo ( con buona pace di Carlo Marx);
- la sovranità non appartiene più al popolo, bue brutto, sporco e cattivo, ma ai detentori del debito pubblico (questi ultimi per alcuni sono di gran lunga migliori e più illuminati);
-la società è diventata liquida e non costituita da comunità con un proprio weltansciauung, di cui la famiglia è la pietra fondante, ma da tante monadi nomadi, che vivono in un continuo presente.
Si potrebbe dire che io stia vivendo un incubo, che stia ancora dormendo o che non mi sia ancora svegliato del tutto.
E invece no, purtroppo sono sveglio e mi trovo in Italia, anno domini 2018.
Come un novello Ulisse, che dopo anni ritorna nella sua Itaca e trova la propria dimora infestata dai Proci, che con protervia e sicumera dispongono dei beni domestici, in attesa che Penelope si conceda in moglie ad uno di essi, così io, destatomi dal mio torpore lungo e profondo, ho trovato una patria fiaccata dalla menzogna e da politiche laide e corrotte, che hanno dilapidato un enorme patrimonio di ricchezze e conoscenze a vantaggio del capitale imbelle e rapace nostrano, nonché di quello straniero, la qual cosa non fa differenza, e la tragedia di Genova ne è l'esempio più eclatante.
La mia vergogna è tanta, perché il sonno mio e quello di molti altri italiani come me ha determinato questo sacco dei beni comuni, che non ha pari nella storia italiana e secondo in Europa solamente a quello compiuto in danno dei cittadini della DDR.
Tutto ciò ipoteca così, inevitabilmente e pesantemente, il futuro dei nostri giovani.
L'Italia è oggi un paese in declino morale, culturale, economico e demografico.
Quando mio padre, che ha combattuto per la liberazione del suolo patrio dall'invasore tedesco, è morto nel 1973 non era così.
L'Italia era il paese del record della crescita e non solo.
C'era la speranza nel futuro e nel fatto che ai figli veniva data la possibilità di vivere una vita migliore dei propri padri.
Come sia stato possibile che una nazione, prima al mondo a costruire una centrale nucleare per usi civili, prima in Europa a mettere in orbita un satellite per telecomunicazioni, prima a concepire una macchina elettrocontabile e ad ideare il personal computer, oggi non costruisca più neppure una radiolina? E' inconcepibile.
Ma come si è arrivati a tanto ? Quando l'oblio ci ha colti?
Stabilire un momento preciso è difficile, ma sicuramente tutto si è avviato negli anni '80 con un processo lungo e sotterraneo, che ha coinvolto tutti i campi della nostra società, nessuno escluso, anzi è stato attuato con la compiacenza della classe dirigente dell'epoca.
E in proposito potremmo anche indicare alcuni fatti e persone che sicuramente corrispondono ad eventi storici o a scelte politiche che hanno accelerato il processo di cambiamento, ma tutto nasce da un pensiero strisciante e pernicioso che si è insinuato nelle menti delle classi dirigenti.
Un pensiero debole ed ambiguo nel contempo ed è quello che , per farcela e restare tra i primi, l'Italia avesse bisogno di meno stato e più mercato e che ,essendo una piccola nazione rispetto ai grandi colossi mondiali, avesse bisogno anche del sostegno europeo.
Non è così e non è mai stato così.
Ma ce lo hanno fatto credere.
Ci siamo addormentati su queste certezze che tali non erano.
Andreatta, Ciampi, Prodi, Amato, Napolitano, D'Alema come Orfeo ci hanno anestetizzati.
Ma alla fine mi sono svegliato. Ho preso contezza della realtà.
Sono diventato un antieuropeista, non potendo accettare che i trattati di Maastricht e di Lisbona abbiano trasformato l'Europa, continente della meraviglia e dello stupore, nella gabbia dei popoli afflitti dall'austerità come una piaga biblica.
Tanti altri Italiani si stanno svegliando ed il risultato delle elezioni politiche non è venuto a caso.
Ma questo però non basta.
Qualcuno potrà obiettare che le condizioni cambiano comunque, ma di certo le cose non cambiano da sole...
Dobbiamo avviare un nuovo Risorgimento.
E per fare questo abbiamo bisogno di una nuova " lotta di classe", però su paradigmi più attuali.
Le posizioni politiche della destra e della sinistra storicamente non esistono più.
La prima è stata sconfitta con la seconda guerra mondiale, la seconda è scomparsa con la caduta del muro di Berlino.
Chi si ostina a sostenere il contrario, in realtà, aiuta l'unico vincitore, il liberalismo atlantico globalizzatore e talassocratico.
Non fascisti contro comunisti, ma globalisti contro patrioti.
Non operai contro borghesi ed imprenditori , ma operai con borghesi ed imprenditori ormai proletarizzati contro l'élite atlantista.
Non omosessuali contro eterosessuali, ma omosessuali poveri contro omosessuali ricchi.
Questa è la nuova lotta di classe.
Da dove si parte?
Dobbiamo partire necessariamente dal nostro "dasein", dal concetto di stato nazionale, di patria, di famiglia, di religione e, aggiungo, anche di identità sessuale.
I globalizzatori vogliono invece creare stati sovranazionali più utili per i loro commerci e la loro economia iperfinanziaria.
Molto chiaro è, a tal proposito, il pensiero di Adam Smith quando asserisce che il mercante non ha una patria, perché la sua vera patria è là dove ottiene i più lauti guadagni.
Quindi per massimizzare il free trade non devono esistere frontiere, non devono esistere gli stati nazionali.
Non devono esistere neanche le religioni poiché è il mercato stesso che si è fatto Dio.
La verità è, invece, che le frontiere non limitano, ma delimitano e in esse trovano applicazione le relative Costituzioni, gli usi, i costumi e le tradizioni dei popoli.
Inoltre la nuova lotta di classe non può esimersi dal combattere l'immigrazione incontrollata, che altro non è che uno schiavismo 2.0.
E non può esimersi dal chiedere l'attuazione integrale della Carta Costituzionale, poiché se anche uno solo dei suoi principi viene tralasciato allora non ci può essere vera democrazia in Italia.
Una mattina ci siamo svegliati ...
Fonte:
https://scenarieconomici.it/una-mattina-mi-son-svegliato-di-raffaele-salomone-megna/
Noi ciechi, nella caverna di Platone chiamata neoliberismoIl neoliberismo, che è la base economica del moderno capitalismo assoluto (speculativo-finanziario), va necessariamente compreso per inquadrare le attuali dinamiche socio-politico-economiche e poiché costituisce quello che viene definito Pensiero Unico (che sostiene il primato dell'economia sulla politica). In parole povere si tratta della dottrina economica (cui corrisponde ovviamente un'inscindibile ideologia politica) all'origine di tutti i nostri problemi e, semplificando, altro non è che la coronazione di un progetto di restaurazione del potere di classe (risalente già agli anni Venti del Novecento ma iniziato ad attuarsi negli anni Settanta) da parte della "classe dominante"; è la reazione delle élite che, nell'età contemporanea, tanto avevano perso in termini di potere e di ricchezza (soprattutto nei "trenta gloriosi" successivi al secondo dopoguerra, quando le Costituzioni socialiste associate alle politiche economiche keynesiane avevano portato benessere ai popoli e forza alle democrazie, tanto che nello studio "Crisi della democrazia" del 1975, commissionato dalla Trilaterale, si parlava della necessità di apatia e spoliticizzazione delle masse e di indebolimento del sindacato a causa di un pericoloso "eccesso di democrazia" da risolvere anche con l'introduzione di tecnocrazie).Quindi, partendo dalle teorie di Von Hayek e con la Scuola di Chicago di Friedman, andò imponendosi in campo accademico questo nuovo pensiero (grazie, tra le tante, alla influente Mount Pelerin Society fondata già nel 1947 da Hayek con l'intento diaggregare varie personalità del mondo intellettuale al fine di ridiscutere il liberalismo classico della "mano invisibile" di Adam Smith). Essi misero in discussione il liberismo espansivo con intervento statale di tipo keynesiano (l'embedded liberalism della piena occupazione e della redistribuzione della ricchezza) e suggerirono di passare alla deregulation, a politiche di tagli alla spesa sociale, alle privatizzazioni (degli utili, e socializzazione delle perdite), alla finanziarizzazione dell'economia, alla deificazione del mercato e quindi alla definitiva sottomissione dello Stato e della politica agli interessi economici dei potentati privati. Il tutto andò in porto grazie alla diffusione a reti unificate del nuovo credo tramite le "categorie previane" del circo mediatico, del clero giornalistico e accademico e del ceto intellettuale (che, con la sintassi di Bourdieu, è da sempre il gruppo dominato della classe dominante).Tutto iniziò dal "test pilota" dopo il golpe di Pinochet in Cile del '73, e poi dai governi occidentali di Thatcher, Reagan, Mitterrand e Kohl per arrivare al capolavoro degli arbitrari parametri di Maastricht (fulcro dell'ordoliberismo) e della moneta unica europea a cambio fisso con banca centrale indipendente (e sostanzialmente privata). Fin da allora la distribuzione di ricchezza avrà un'inversione di tendenza e andrà concentrandosi sempre più nelle mani di quella che è di fatto un'oligarchia finanziaria che non fa che portare avanti programmi a proprio vantaggio e a detrimento dei popoli (vedasi dati oggettivi sulla sperequazione crescente). Ciò che si è riassunto in poche righe va contestualizzato all'epoca ed è solo la lotta di classe dopo la lotta di classe (Gallino) ovvero la ribellione delle élite (Lasch); è l'operato di un gruppo, dell'1%, che fa i propri interessi a spese di un altro, quello del 99% (come è lecito, anche se non etico). Il problema è stata la mancata risposta delle classi subalterne edei loro rappresentanti (politici e sindacali) che non hanno saputo interpretare e comprendere i fatti e tendono a non vederli o capirli tuttora (alcuni "stupidamente", altri in malafede, sia a destra che a sinistra, con l'esaurimento della storica dicotomia).Bisogna liberarsi dei mantra del "There Is No Alternative" (Thatcher) e dell'ineluttabile "fine della storia" (Fukuyama) che abbiamo introiettato; in realtà tutto è frutto di scelte politiche ed economiche deliberate e pianificate; il sistema socio-economico nel quale viviamo non è un fatto naturale e irriformabile e, in quanto tale, non è necessario subirlo, basta pensare ed agire altrimenti (poiché, parafrasando Einstein, non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato). Purtroppo però le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti (Marx). Per giungere ad un cambiamento è necessario arrivare ad una "massa critica" di persone consapevoli, che comprendano che è in atto una "guerra" (la mai estinta contrapposizione hegeliana servo-signore) e che si compattino riconoscendo il "nemico" comune da combattere (che personalmente, credo a ragione, ho identificato nel neoliberismo e nelle sue ricadute politiche e sociali).Cerco di spiegarmi meglio: dal sistema economico vigente scaturisce l'onnipervasivo e catechizzante Pensiero Unico, nel quale si innervano tutte le esiziali logiche sociali hobbesiane della competizione, dell'homo homini lupus, del mors tua vita mea, del do ut des, del narcisismo individualista, dell'egoismo, dell'edonismo, del materialismo, del consumismo e della spietatezza di cui è malata la nostra società nichilistica egocentrata, e che ci rendono "schiavi" perfetti poiché, come abitatori della caverna di Platone, siamo incapaci di vedere le nostre "catene" e quindi impossibilitati a liberarcene. All'interno di quel coagulo di interessi economici e di valori culturali e morali (il blocco storico di gramsciana memoria) appare chiaro come il pensieroeconomico egemone abbia influito cambiando la società che, come propugnava la Thatcher, davvero non esiste più, esistono solo gli individui: non più una comunità di animali sociali (Aristotele) ma una massa di homines oeconomici, di imprenditori di sé, di monadi (da qui, complice il politicamente corretto, l'attenzione focalizzata con successo esclusivamente sui diritti civili a spese di quelli sociali).Perciò, dunque, occorre una rivoluzione culturale che può partire solo da chi ha una propria coscienza infelice (Hegel) rifuggendo dalla crematistica e ritornando all'equilibrio e quindi ai concetti di misura e limite (come ci insegnano gli antichi greci). Rimane un unico problema che il già citato Platone conosceva fin da 2400 anni fa: l'eventuale "liberatore" verrà dapprima deriso e finanche ammazzato da quelli in "catene". È davvero eloquente ed attuale l'allegoria della caverna, in cui Platone descrive come una realtà mediata e manipolata viene invece percepita come "verità" dagli sventurati protagonisti che, poiché nati in cattività, non possono immaginare un'esteriorità rispetto alla caverna stessa e quindi, non sapendosi schiavi ingannati, tantomeno ambire alla libertà.Fonte:(Enrico Gatto, "Il problema – contro il quale unirsi", da "L'Interferenza" del 2 gennaio 2019).Corollario terminale:https://www.youtube.com/watch?v=wXdD5cdIbqA
Sono totalmente d'accordo.
Si tratta di compiere una vera e propria conversione: dalla religione dominante (capitalismo, proprietà privata, consumismo) a qualcosa di nuovo, che però, secondo me, non può essere solo un pensiero che cerca di porre limiti, porre equilibri, ma che sia portatore di un'ontologia nuova.
Per esempio: l'uso comune dei beni privati (almeno iniziamo a parlarne seriamente...)
Altro esempio: tornare a vivere la socialità (diventata puro intrattenimento) secondo il suo significato originario ovvero luogo di discussione sul fine ultimo della propria comunità (fine che poi fonda la stessa alleanza comune).
Da questo punto di vista è triste notare la mancanza di consapevolezza sul fatto che l'inerzia terribile che stiamo vivendo non è il risultato naturale degli istinti dell'uomo, ma il prodotto di una politica specifica progettata e poi perseguita con estrema determinazione, politica che tra l'altro, oltre ad aver devastato le società di tutto il mondo condurrà presto all'apocalisse ecologica...
E allora fine dei giochi...
Citazione di: acquario69 il 25 Agosto 2018, 18:00:31 PM
una mattina mi son svegliato..o bella ciao,bella ciao,bella ciao...
Una mattina mi son svegliato, non ho trovato l'invasore ma molto, molto di peggio.
Magari avessi visto una popolazione controllata con mezzi corazzati agli angoli delle strade o truppe straniere in marcia per le città, ostentando le loro bandiere alloctone, per reprimere qualsiasi tentativo di rivolta!!!
Per fortuna, direte voi che leggete, no.
Eppure, ribadisco, ho trovato molto, molto di peggio.
Ma cosa ci può essere di peggio di un'occupazione "manu militari"?
Essere servi e non saperlo oppure essere schiavi ed amare le proprie catene, quello che Etienne de la Boetiè mirabilmente tratteggiava nella sua " de servitude voluntaria".
Infatti, ho trovato un Paese in cui :
- l'etica è sostituita con il "politicamente corretto";
- la verità è sostituita da narrazioni compiacenti;
- i patrioti sono definiti ipso facto "populisti";
- gli intellettuali sono al servizio ed al soldo della classe economica dominante;
- la Carta Costituzionale c'è, ma i suoi dettami è come se non esistessero;
- i cittadini sono diventati "consumatori" e come tali vengono considerati;
- Il Presidente della Repubblica interviene per difendere i "risparmiatori" e non gli interessi della Nazione;
- l'internazionalismo è diventato cosmopolitismo ( con buona pace di Carlo Marx);
- la sovranità non appartiene più al popolo, bue brutto, sporco e cattivo, ma ai detentori del debito pubblico (questi ultimi per alcuni sono di gran lunga migliori e più illuminati);
-la società è diventata liquida e non costituita da comunità con un proprio weltansciauung, di cui la famiglia è la pietra fondante, ma da tante monadi nomadi, che vivono in un continuo presente.
Si potrebbe dire che io stia vivendo un incubo, che stia ancora dormendo o che non mi sia ancora svegliato del tutto.
E invece no, purtroppo sono sveglio e mi trovo in Italia, anno domini 2018.
Come un novello Ulisse, che dopo anni ritorna nella sua Itaca e trova la propria dimora infestata dai Proci, che con protervia e sicumera dispongono dei beni domestici, in attesa che Penelope si conceda in moglie ad uno di essi, così io, destatomi dal mio torpore lungo e profondo, ho trovato una patria fiaccata dalla menzogna e da politiche laide e corrotte, che hanno dilapidato un enorme patrimonio di ricchezze e conoscenze a vantaggio del capitale imbelle e rapace nostrano, nonché di quello straniero, la qual cosa non fa differenza, e la tragedia di Genova ne è l'esempio più eclatante.
La mia vergogna è tanta, perché il sonno mio e quello di molti altri italiani come me ha determinato questo sacco dei beni comuni, che non ha pari nella storia italiana e secondo in Europa solamente a quello compiuto in danno dei cittadini della DDR.
Tutto ciò ipoteca così, inevitabilmente e pesantemente, il futuro dei nostri giovani.
L'Italia è oggi un paese in declino morale, culturale, economico e demografico.
Quando mio padre, che ha combattuto per la liberazione del suolo patrio dall'invasore tedesco, è morto nel 1973 non era così.
L'Italia era il paese del record della crescita e non solo.
C'era la speranza nel futuro e nel fatto che ai figli veniva data la possibilità di vivere una vita migliore dei propri padri.
Come sia stato possibile che una nazione, prima al mondo a costruire una centrale nucleare per usi civili, prima in Europa a mettere in orbita un satellite per telecomunicazioni, prima a concepire una macchina elettrocontabile e ad ideare il personal computer, oggi non costruisca più neppure una radiolina? E' inconcepibile.
Ma come si è arrivati a tanto ? Quando l'oblio ci ha colti?
Stabilire un momento preciso è difficile, ma sicuramente tutto si è avviato negli anni '80 con un processo lungo e sotterraneo, che ha coinvolto tutti i campi della nostra società, nessuno escluso, anzi è stato attuato con la compiacenza della classe dirigente dell'epoca.
E in proposito potremmo anche indicare alcuni fatti e persone che sicuramente corrispondono ad eventi storici o a scelte politiche che hanno accelerato il processo di cambiamento, ma tutto nasce da un pensiero strisciante e pernicioso che si è insinuato nelle menti delle classi dirigenti.
Un pensiero debole ed ambiguo nel contempo ed è quello che , per farcela e restare tra i primi, l'Italia avesse bisogno di meno stato e più mercato e che ,essendo una piccola nazione rispetto ai grandi colossi mondiali, avesse bisogno anche del sostegno europeo.
Non è così e non è mai stato così.
Ma ce lo hanno fatto credere.
Ci siamo addormentati su queste certezze che tali non erano.
Andreatta, Ciampi, Prodi, Amato, Napolitano, D'Alema come Orfeo ci hanno anestetizzati.
Ma alla fine mi sono svegliato. Ho preso contezza della realtà.
Sono diventato un antieuropeista, non potendo accettare che i trattati di Maastricht e di Lisbona abbiano trasformato l'Europa, continente della meraviglia e dello stupore, nella gabbia dei popoli afflitti dall'austerità come una piaga biblica.
Tanti altri Italiani si stanno svegliando ed il risultato delle elezioni politiche non è venuto a caso.
Ma questo però non basta.
Qualcuno potrà obiettare che le condizioni cambiano comunque, ma di certo le cose non cambiano da sole...
Dobbiamo avviare un nuovo Risorgimento.
E per fare questo abbiamo bisogno di una nuova " lotta di classe", però su paradigmi più attuali.
Le posizioni politiche della destra e della sinistra storicamente non esistono più.
La prima è stata sconfitta con la seconda guerra mondiale, la seconda è scomparsa con la caduta del muro di Berlino.
Chi si ostina a sostenere il contrario, in realtà, aiuta l'unico vincitore, il liberalismo atlantico globalizzatore e talassocratico.
Non fascisti contro comunisti, ma globalisti contro patrioti.
Non operai contro borghesi ed imprenditori , ma operai con borghesi ed imprenditori ormai proletarizzati contro l'élite atlantista.
Non omosessuali contro eterosessuali, ma omosessuali poveri contro omosessuali ricchi.
Questa è la nuova lotta di classe.
Da dove si parte?
Dobbiamo partire necessariamente dal nostro "dasein", dal concetto di stato nazionale, di patria, di famiglia, di religione e, aggiungo, anche di identità sessuale.
I globalizzatori vogliono invece creare stati sovranazionali più utili per i loro commerci e la loro economia iperfinanziaria.
Molto chiaro è, a tal proposito, il pensiero di Adam Smith quando asserisce che il mercante non ha una patria, perché la sua vera patria è là dove ottiene i più lauti guadagni.
Quindi per massimizzare il free trade non devono esistere frontiere, non devono esistere gli stati nazionali.
Non devono esistere neanche le religioni poiché è il mercato stesso che si è fatto Dio.
La verità è, invece, che le frontiere non limitano, ma delimitano e in esse trovano applicazione le relative Costituzioni, gli usi, i costumi e le tradizioni dei popoli.
Inoltre la nuova lotta di classe non può esimersi dal combattere l'immigrazione incontrollata, che altro non è che uno schiavismo 2.0.
E non può esimersi dal chiedere l'attuazione integrale della Carta Costituzionale, poiché se anche uno solo dei suoi principi viene tralasciato allora non ci può essere vera democrazia in Italia.
Una mattina ci siamo svegliati ...
Fonte:
https://scenarieconomici.it/una-mattina-mi-son-svegliato-di-raffaele-salomone-megna/
Mi era sfuggito. Lo cito integralmente perché è del tutto condivisibile.
Potrebbe, dovrebbe costituire un manifesto politico nel quale riconoscersi e darsi forza. O meglio creare una nuova forza. Politica, sociale, culturale soprattutto.
@Kobayashy @Freedom
e' evidente che tutto quello che ci e' stato spacciato per "buono" in realtà era completamente falso...a questo punto credo che per molti ci sia parecchio "lavoro" da fare...sempre se, sapranno prima di tutto, essere onesti con se stessi..requisito essenziale da tutti i punti di vista..anche perché ingannare se stessi credo pure sia la cosa più stupida e controproducente che possa esserci
Citazione di: acquario69 il 09 Gennaio 2019, 01:50:40 AM
Noi ciechi, nella caverna di Platone chiamata neoliberismo
..................................
Perciò, dunque, occorre una rivoluzione culturale che può partire solo da chi ha una propria coscienza infelice (Hegel) rifuggendo dalla crematistica e ritornando all'equilibrio e quindi ai concetti di misura e limite (come ci insegnano gli antichi greci). Rimane un unico problema che il già citato Platone conosceva fin da 2400 anni fa: l'eventuale "liberatore" verrà dapprima deriso e finanche ammazzato da quelli in "catene". È davvero eloquente ed attuale l'allegoria della caverna, in cui Platone descrive come una realtà mediata e manipolata viene invece percepita come "verità" dagli sventurati protagonisti che, poiché nati in cattività, non possono immaginare un'esteriorità rispetto alla caverna stessa e quindi, non sapendosi schiavi ingannati, tantomeno ambire alla libertà.
Fonte:
(Enrico Gatto, "Il problema – contro il quale unirsi", da "L'Interferenza" del 2 gennaio 2019).
Corollario terminale:
https://www.youtube.com/watch?v=wXdD5cdIbqA
l'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.
L'accenno al nomos, quando si indica armonia ed equilibrio nella cultura dell'antica grecia, presupponeva non solo il dominio naturale e quindi materiale e quindi particolare e frammentato della propria famiglai, fino all'individuo.
Storicamente il "mio" prevarrà sempre di più su il "nostro".
Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne le verità multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 00:25:43 AM
l'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.
L'accenno al nomos, quando si indica armonia ed equilibrio nella cultura dell'antica grecia, presupponeva non solo il dominio naturale e quindi materiale e quindi particolare e frammentato della propria famiglai, fino all'individuo.
Storicamente il "mio" prevarrà sempre di più su il "nostro".
Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne le verità multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.
Sono d'accordo.Non so se l'autore dell'articolo quando fa riferimento ad un "liberatore" lo intenda come "esterno" (per cui, come descrivi anche tu, si finirebbero poi per riprodursi le stesse dinamiche)Credo che l'antidoto sia invece e comunque di ritrovare un liberatore "interno"...che cioè sta innanzitutto dentro di noi.Secondo me se il "mio" ha prevalso sempre di più sul "nostro" (senza per questo escluderne la legittima esistenza, che poi credo sia quello di identità) e' perché la visione del mondo da universale si e' sempre più ridotta ad una visione solamente umana..L'esempio l'ho fatto anche nel mio ultimo intervento, quando scrivo in sostanza che la Realtà non e' una contrapposizione..per cui il soggetto si percepisce fondamentalmente separato dal resto (il che e' appunto non reale), ma una complementarità o come in altri termini analoghi si può tentare di trovarne una possibile definizione..Lo sintetizza in maniera a mio avviso impeccabile Giordano Bruno quando scrive:Tutti gli esseri viventi, sono fenomeni diversi di un'unica sostanza universale; traggono dalla stessa radice metafisica, e la loro differenza è quantitativa, non qualitativa)...e mi sembra altrettanto chiaro che tutto cio non può che provenire da un altrettanta e parallela visione materialistica dell'esistenza.
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 00:25:43 AM
Citazione di: acquario69 il 09 Gennaio 2019, 01:50:40 AMl'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.
Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne le verità multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.
Condivisibile. Anzi qualcosina di più: a mio modesto avviso è l'assoluta centratura del problema.
Il mio stile di dialogo, almeno sul web, è un pò quello tipo "nodo gordiano". Lo faccio per rispetto del mio interlocutore e degli utenti cioè per non annoiarli o, forse, per la paura di non essere letto sino in fondo. Probabilmente perché non possiedo le doti di un donquixote che quando lo leggo l'unica domanda che mi pongo è: "perché non l'ho scritto io? Eppure è esattamente quello che penso"! :D E i suoi post sono perfetti nella misura e nell'equilibrio: abbastanza lunghi da essere esaustivi ma non troppo da far calare l'attenzione.
Detto questo ed avendo guadagnato perlomeno un caffè (corretto però!), lo so, quando mi entusiasmo comincio a peccare di piaggeria, esprimo la mia tesi. Che sarà più breve dell'introduzione. :o 8)
L'unico modo che vedo per ribaltare il paradigma, chiamiamolo individualista/naturale/materiale, che sta portando alla rovina e sicuramente produrrà shock importanti e forse definitivi nella civiltà mondiale, è "porgere l'altra guancia".
Lo so è del tutto innaturale, decisamente contro istintivo, qualcuno direbbe oppositivo alla stessa logica di sopravvivenza. Sembrerebbe anche contro intuitivo ma già qui c'è più difficoltà a dirimere la questione.
Da una parte è del tutto evidente che non si può sconfiggere l'odio con un odio più grande ma solo con un amore esattamente uguale. In via logica solo così si arriva al punto 0 cioè all'equilibrio. Dall'altra parte si pone il problema di come reagire quando invece che uno schiaffo si debba affrontare un pericolo mortale per la nostra vita o per la nostra libertà/integrità come fu, per esempio, la guerra scatenata da Hitler.
Ma qui si entra nel campo delle riflessioni sui perché e sui fini della vita, su un nuovo esistenzialismo o chissà cos'altro. Anche sulla capacità di perdere o quantomeno essere disposti a perdere la vita. Cosa apparentemente impossibile da compiere a meno che non sia possibile trasformarsi tutti in Gesù Cristo.
Citazione di: acquario69 il 11 Gennaio 2019, 03:52:17 AM
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 00:25:43 AM
l'analisi è condivisibile, ma il punto importante è alla fine: quale rivoluzione culturale?
Tanti hanno capito e ormai sanno analizzare in via generale le problematiche esistente.
Ma quasi nessuno ha capito la malattia e l'antidoto.
L'accenno al nomos, quando si indica armonia ed equilibrio nella cultura dell'antica grecia, presupponeva non solo il dominio naturale e quindi materiale e quindi particolare e frammentato della propria famiglai, fino all'individuo.
Storicamente il "mio" prevarrà sempre di più su il "nostro".
Che cosa è accaduto? Semplicemnte che la verità divenne le verità multiformi e indeterminabili,solo materialisticamente accertabili, solo naturalisticamente osservabili,.In questa cultura che con la modernità diventa preponderante sono all'interno le èlite succedotesi con poteri economici e politici, ma anche gli antagonisti il socialismo, il comunismo e se vogliamo il nazismo e il fascismo, in quanto tutte hanno accettato di fondo la medesima cultura fondativa portandosi quindi all'interno della costruzione del pensiero le stesse contraddizioni di fondo.
Gli antidoti socialisti ecomunisti non hanno funzionato perchè non basta ideologicamente sostenere il nostro contro il mio se di fondo accetta le regole naturali e materiali.
Perchè se si accettano le regole naturali e materialistiche, la selezione del più forte e più furbo vincono contro qualsiai "buonismo altruistico", in quanto afferma il mio e non il nostro.Per quanto quindi si possano creare società socialiste o comuniste ne usciranno le contraddizioni dei privilegi nei poteri riaffermando "la selezione naturali" con formazioni di altri tipi di èlite.Ma sempre èlite sono.
Sono d'accordo.
Non so se l'autore dell'articolo quando fa riferimento ad un "liberatore" lo intenda come "esterno" (per cui, come descrivi anche tu, si finirebbero poi per riprodursi le stesse dinamiche)
Credo che l'antidoto sia invece e comunque di ritrovare un liberatore "interno"...che cioè sta innanzitutto dentro di noi.
Secondo me se il "mio" ha prevalso sempre di più sul "nostro" (senza per questo escluderne la legittima esistenza, che poi credo sia quello di identità) e' perché la visione del mondo da universale si e' sempre più ridotta ad una visione solamente umana..
L'esempio l'ho fatto anche nel mio ultimo intervento, quando scrivo in sostanza che la Realtà non e' una contrapposizione..per cui il soggetto si percepisce fondamentalmente separato dal resto (il che e' appunto non reale), ma una complementarità o come in altri termini analoghi si può tentare di trovarne una possibile definizione..Lo sintetizza in maniera a mio avviso impeccabile Giordano Bruno quando scrive:
Tutti gli esseri viventi, sono fenomeni diversi di un'unica sostanza universale; traggono dalla stessa radice metafisica, e la loro differenza è quantitativa, non qualitativa)
...e mi sembra altrettanto chiaro che tutto cio non può che provenire da un altrettanta e parallela visione materialistica dell'esistenza.
Sono d'accordo.
Ma accentuerei il dilemma di una domanda che posi a me stesso.............quarantacinque anni fa, se non di più:
"perchè se ognuno e quindi tutto insieme ci sentiamo "anime belle", non riusciamo a costruire una società migliore, più umana".
E non è che i giovani succedutesi nelle le ve , nelle generazioni abbiano perso la sensibilità umana: che cosa condiziona talmente i comportamenti tanto che una persona può dare il meglio di sè oppure il peggio di sè"?
Altro esempio: l'adolescente paul11 aveva fra i suoi riferimenti culturali due figure musicali :Bob Dylan e Fabrizio De Andrè.
All'epoca erano collocabili come "controcultura".Il regime del sistema sociale e culturale non è migliorato ad oggi, dal "movement" degli anni Sessanta ricorderei "il riflusso al privato degli anni Settanta,tranne un sussulto del Settantasette, e gli anni Ottanta del "rampantismo" individualista.
Oggi le figure di De Andrè e Dylan lo stesso regime le sacralizza ,allora significa che il clima attuale culturale può benissimo "introiettare" quella controcultura che fu reietta negli anni Sessanta ,in quanto pericolosa, nell'attualità dove non sono più "pericolosi"
Questa premessa lunga e per dirti, va bene, anzi benissimo che ogni individuo cerchi di liberarsi, o quanto meno di essere coscienti delle condizioni sociali, culturali. ma una volta "coscienti" del pericolo sistematico del regime imperante, fra l'altro già dichiarato da una pletora di personalità culturali, tante se pensiamo anche solo l'intero Novecento,............nulla muta.
Ritengo proprio per dare un tentativo di risposta alla mia stessa domanda del "siamo tutti buoni ,sensibili ed uguali" che non sia nell'ambito strettamente politico,strettamente economico, ma nei fondativi culturali che contraddistinguono l'Occidente , la misura stessa che ha decaduto quel senso di estraniazione, di alienazione, di ansie e paure, oltre ovviamente a questioni di sopravvivenze materiali per popolazioni intere.
Se è cultura, non sarà l'emancipazione(intesa quì come crescita di coscienza) del singolo individuo a mutare un "sistema culturale" che oblia l'uomo, che diventa abitudine educativa,e quindi comportamento passato culturalmente come istintivo.
Ogni essere umano nasce dalla natura,ma è già "bollato" ,segnato dal futuro educativo ,dalle condizioni, dai "roumor" ambientali che saranno,abitudine, consuetudine, convenzioni, tanto da fargli credere che "è così perchè da sempre è stato così" .
Già uscire culturalmente, vale adire rendersi coscienti delle proprie condizioni materiali, sociali, culturali è un atto di sensibilizzazione della propria coscienza. ma per mutare quella cultura ritenuta inossidabile, non basta le singole coscienze sparse, se si vuole appunto mutare le condizioni culturali.
Affinchè l'umanità torni ad essere umana e non seguire il declivio che lo porta ad un uomo privo di umanità(con tutti i limiti umani),
i parametri devono essere fuori dall'uomo, non dentro l'uomo. Questo è un grossissimo problema ,nella attuale cultura.
Io sono diverso da te e tu quindi da me. Affinchè i diversi e gli'"altrui" si accettino, non possiamo pensare di trovarlo "dentro di noi" ,perchè siamo ancora dentro l'individualismo. Ci accetteremo quando una"legge", intesa come condizione culturale condivisa culturalmente ci dica che le diversità individuali esistono, ma che l'umanità è fatta di uomini uguali, per quanto diversi, che non sono natura e materia, ma sono universali. Non è la mia una novità in tutto e per tutto.
Ma se l'esperienza storica dimostra che le regole naturali e materiali se vengono "unte e sacralizzate" dalla cultura dominante, portano a dividerci, frammentarci, fino ad estraniarci in un mondo di estranei e ,a dover difendere la nostra sensibilità umana da un mondo che non ci assomiglia, forse, ribadisco, si tratta di riflettere bene i fondativi della modernità se non ancora più in là.
Citazione di: paul11 il 11 Gennaio 2019, 10:32:50 AM
"perchè se ognuno e quindi tutto insieme ci sentiamo "anime belle", non riusciamo a costruire una società migliore, più umana".
paul..la verita e' che non gliene frega niente a nessuno!..anzi tutti (vabbè diciamo quasi tutti) cercano solo un padrone perché in sostanza quello che veramente vogliono e' rimanere schiavi Citazionei parametri devono essere fuori dall'uomo, non dentro l'uomo.
In realta' il rapporto e' simmetrico..l'uno condiziona l'altro e viceversa (come ho detto prima sulle polarità)...e se la bilancia pende solo da una parte (dalla parte dell'IO,dell'individuo,che nella nostra società ne fa un valore ASSOLUTO) naturale che poi vengono fuori gravi scompensi e che questi ricadono anche sullo stesso individuo, che pensava pure di essere "furbo" ma in realtà soffre di gravissima miopia.. compresa la mentalità contemporanea che l'accompagna
"Beh! meglio tardi che mai" disse lui. "No, tardi non è meglio; tardi è tardi", disse lei.
(Charles Schulz, Peanuts)
L'individualismo come fenomeno di massa non è un fatto psicologico congiunturale, che renderebbe i nostri contemporanei eccezionalmente egoisti o portati a ripiegarsi in sé stessi. E' un fatto di struttura che mette l'attore individuale, coi suoi diritti ma anche i suoi interessi, in primo piano, con l'esclusione del resto.
– il politico specialmente, che non ha più altro ruolo se non al servizio dei diritti e degli interessi individuali -
..Ne risulta un programma che si può riassumere così: la libertà totale di ciascuno e' l'impotenza completa di tutti".
La citazione, forse un po' difficile, è di Marcel Gauchet. Storico e filosofo della storia, una delle poche grandi menti rimaste in un'Europa dove il pensiero non serve più, 70 anni, Gauchet mi pare colga bene il "capolinea" in cui si è ficcata la civiltà europea, e che angoscia e paralizza nel profondo – il senso di aver perso la strada. " La dinamica dei diritti individuali – dice – diventa la macchina per dissolvere la capacità collettiva di governarsi, detto altrimenti, della democrazia".
Il trionfo dei "diritti individuali" è vissuto ovviamente dai più come una grande liberazione, invece che una crisi – e crisi terminale; soprattutto, ci sembra un fenomeno di liberazione spontaneo. Invece, spiega Gauchet, esso è indotto; è il risultato di una "ipertrofia" della dimensione del diritto; in concreto, dei diritto degli individui a spese delle altre dimensioni della vita collettiva.
E questa ipertrofia ha degli autori: le oligarchie che hanno formato "la costruzione europea: essa è animata da una volontà post-politica, quella di ridurre la democrazia all'esercizio più largo possibile delle libertà individuali; che sono sì un elemento; ma la democrazia consiste essenzialmente e prima di tutto nella capacità di fare scelte collettive. La filosofia delle istituzioni europee, ossessionate dal superamento delle nazioni, consiste a suggerire ai cittadini: sfuggite all'autorità dei vostri stati. Il loro messaggio subliminale è che esse non hanno a che fare se non con individui, sui quali nessuno stato deve esercitare un'autorità indebita".
E non è un caso che questa ipertrofia dei diritti individuali coincida con la globalizzazione: "La quale dà a chi se lo può permettere di giocare il 'fuori' contro il 'dentro'. Per esempio di trarre il massimo profitto dall'organizzazione di origini – per esempio un'alta istruzione gratuita – riducendo al minimo le obbligazioni – per esempio le imposte pagate".
Ben sappiamo, abbiamo degli esempi grandiosi di multinazionali specialiste in questo gioco. "Ciò non accresce il sentimento di un destino comune da cui accettare le costrizioni in vista di un meglio collettivo".
Dunque la politica è divenuta impotente, incapace di rispondere alle aspirazioni delle popolazioni?
"Si tratta di un'impotenza fabbricata, e in un certo senso desiderata da certi attori della costruzione europea; la loro filosofia soggiacente è svuotare gli apparati politici nazionali di ogni sostanza. Instaurare uno spazio post-statuale, dove la 'governance', mescola di diritti e di regolamentazioni economiche, sostituisce il governare: ossia l'azione di governi eletti, sempre accusato di inefficacia e di arbitrio. A perseverare in questa 'unione politica' senza politica si affonda in un buco nero catastrofico".
Particolarmente catastrofico proprio di fronte alla globalizzazione: in essa si affermano identità collettive fortissime (la Cina, gli Stati Uniti), mentre "l'Unione" Europea è incapace di pensare politicamente la mondializzazione: la sua logica spontanea è di dissolvercisi dentro. Essa dà una lettura della globalizzazione in cui si tratta di aprirsi sempre più, senza mai vedere il mondo globalizzato come quello in cui si tratta di situarsi strategicamente con scelte collettive forti. L'Europa, zona più aperta del mondo,è anche quella dove l'individualismo (dei "diritti individuali") è più potente".
In questo 'individualismo' malato e paralizzante, abbiamo superato – dice Gauchet –anche gli americani. "Gli americani continuano a pensare che sono membri della nazione americana; gli europei penserebbero piuttosto di essere membri di nulla (de rien du tout). Negli Stati Uniti la religione resta una armatura vivente, laddove gli europei sono quelli che sono andati più avanti nella liquidazione del loro passato".
Specie nei paesi latini, Gauchet vede che "gli inquadramenti collettivi, religiosi, sociali, comunitari sono i più radicalmente distrutti". E la cancellazione non è limitata alle classi alte mondializzate. "quando si studia un villaggio della Francia profonda, si constata che non c'è più nulla della vita comunitaria che resisteva ancora trent'anni fa".
Cosa dobbiamo dire noi in Italia? Solo pochi mesi fa il Garante dell'Infanzia (esiste anche questo) ha pubblicato dati agghiaccianti Su "L'incesto in Campania" – tanto da farlo ritenere "normale" in ambienti provinciali di scarso livello culturale, dove una volta la tradizione cristiana formava e la sua morale era tutto quel cui si riduceva la loro "cultura"
Ora non ci sono più questi 'umili', ma solo praticanti del più devastante libertarismo e trasgressionismo consigliato dalle elites mediatiche – e ci sono esposti senza difesa, come schiavi sessuali, i bimbi. La liquidazione di ogni traccia di religiosità porta ad effetti mostruosi.
Gauchet sottolinea una differenza fondamentale fra l'individualismo americano e quello, nuovo, europeo, a cui non si pensa mai: "L'individualismo americano è quello del pioniere. Il pioniere si assume i rischi e si prende i duri colpi che gli si abbattono sopra – da cui anche il capitalismo americano, così feroce, "è vissuto come un fattore della potenza americana, la sua dinamica proiezione del mondo":
L'individualismo europeo, ohimé, "è in larga misura il prodotto dello Stato-provvidenza, che assicura a ciascuno di dispiegare la Propria libertà individuale nella sicurezza. E' una differenza fondamentale".
Si può ben dire. La mentalità corrente, il libertarismo di massa, congiurano dunque con l'ideologia delle oligarchie euopeiste a rendere impossibile la svolta. Svolta politica, che s'impone perché "La fase neoliberale si sta esaurendo", e lo stato sociale (su cui si appoggiano tante "libertà" trasgressive e irresponsabili ) viene smantellato sotto i nostri occhi. Occorrono invece scelte politiche forti, da parte di politici capaci di vincere questa "libertà totale di ciascuno e impotenza completa di tutti".
Si chiama forse questo "Populismo"? Additato dai media e dalle oligarchie privilegiate come un ritorno del "nazionalismo" e anzi del 'fascismo' in Europa? "un risorgere dei totalitarismi" per Gauchet è un fantasma senza senso agitato dai propagandisti (demagoghi) dello status quo :
"Per molti aspetti, siamo agli antipodi del momento totalitario. Il partito unico, lo stato onnipotente, il culto del capo, tutto ciò è morto e sepolto. Ciò che ci minaccia non è il 'tutto-politico', ma è la dissoluzione della coerenza politica delle nostre società". Ma attenzione, conclude il filosofo della politica: "Dopo lo schiacciamento dell'individuo da parte della società" di cui si accusano i totalitarismi, "siamo nel sogno dell'individuo SENZA società: che non è più vivibile di quello".
Fonte:
https://www.maurizioblondet.it/europei-vi-siete-ridotti/
L'UE é il sogno, o meglio incubo, realizzato di chi piú la avversó: Margaret Thatcher. Essa realizza l'annichilimento della società nell'individuo produttore-consumatore facile preda di ogni potere politico-economico neppure tanto forte.
Citazione di: Ipazia il 13 Gennaio 2019, 18:12:37 PM
L'UE é il sogno, o meglio incubo, realizzato di chi piú la avversó: Margaret Thatcher. Essa realizza l'annichilimento della società nell'individuo produttore-consumatore facile preda di ogni potere politico-economico neppure tanto forte.
fino a non molti giorni fa sono stato in Italia e a differenza delle altre volte ho percepito a pelle un malessere diffuso, che pero va detto,non era certo venuto fuori all'improvviso...se ho avuto più netta questa chiara sensazione e' dovuto molto probabilmente al fatto che stavolta, a differenza delle altre, la mia presenza era necessaria per sbrigare alcune questioni importanti per cui mi sono ritrovato di nuovo immerso nell' "ambiente Italia" e in definitiva come non mi avveniva da quando mi sono trasferito ben quindici anni fa.in generale per chi vive in un posto tutti i giorni tende a non far molto caso ai cambiamenti..ma per chi come me ci ritorna a distanza di tempo, comporta un effetto diverso...naturalmente dipende pure dal livello di sensibilità di ciascuno.Ebbene nonostante e' il mio paese, che amo, nonostante ho i miei affetti più cari...da una parte non posso negare che non vedevo l'ora di tornare,perche la sensazione più netta che ho avuto e' stata quella dell'oppressione ma anche dell'impotenza e dell'isolamento,quello dell'alienazione dei suoi stessi membri (questi credo lo descriva nei suoi motivi e nei suoi effetti in maniera ineccepibile l'articolo che ho postato sopra)In base alla mia esperienza e in base alla mia particolare situazione che mi da l'opportunita di vivere in due posti cosi diversi e cosi lontani, mi sono fatto l'idea che "l'unione" (fra virgolette) europea e' come se fosse allo stato attuale l'epicentro di un fortissimo terremoto (chiaramente provocato)...e secondo me perché l'europa e in particolare i paesi mediterranei fino a non molti anni fa vi erano ancora presenti delle "sacche di resistenza" (che io definirei come sacche di marcata identità..successivamente smantellate, anzi massacrate fino alla loro quasi completa eliminazione) e alla diversissima mentalità delle generazioni precedenti..non ancora del tutto rincoglionite...Il problema aggiunto e' che questi paragoni (ormai verificabilissimi) vengono osteggiati dalle stesse persone che ne sono affette ;)
Un tempo, fra i riti insegnati dai genitori ai figli come il lavarsi le mani prima di mangiare e i denti prima di dormire, ve n'era uno particolarmente significativo e importante, che precedeva la preghiera e il bacio della buonanotte: l'esame di coscienza. Questo era solitamente rivestito di una particolare solennità, poiché si trattava di ripercorrere con la memoria la propria giornata al fine di capire se durante la medesima ci si era comportati correttamente, se si aveva adempiuto al proprio dovere, se si erano mantenute le promesse e gli impegni e insomma se non ci fosse niente da rimproverarsi e di cui eventualmente chiedere scusa al Signore impegnandosi, nel caso, a rimediare il giorno successivo. Una sorta di processo in cui il giudice e l'imputato coincidevano, e proprio per questa ragione l'autogiustificazione e la menzogna dinnanzi al tribunale della propria coscienza assumevano una particolare gravità, creando sensi di colpa maggiori di quelli provocati dal mentire ad altri poiché in quel caso si tradiva se stessi.
Era un esercizio difficile, impegnativo, serio, che se compiuto con lealtà e rigore poteva risultare molto utile ai fini della crescita individuale, morale e sociale, contribuendo a sviluppare quelle doti che dovunque e da sempre vengono esaltate e rispettate nell'essere umano: la sincerità, la lealtà, l'onore, il senso di responsabilità e quello del dovere, il rispetto della parola data. Questa buona e sana abitudine ha col tempo perso d'importanza, ed è stata progressivamente sostituita da una diversa, più moderna, più adeguata a questi tempi di ipertrofia dell'ego ed esaltazione di quel processo psicologico moderno che si chiama autostima (e che una volta, più correttamente, veniva chiamato vanità ed inserito nei peccati capitali) che porta alla costante autoassoluzione e contestualmente alla ricerca di un capro espiatorio per le difficoltà o i problemi incontrati durante la giornata. Così il vecchio esame di coscienza si è trasformato nell'esame delle coscienze altrui e nella colpevolizzazione di chiunque, per i più svariati motivi, non si sia occupato di dare soddisfazione al proprio ego e alle sue pretese. E il senso di frustrazione che ne deriva viene espresso quotidianamente con gli insulti, il livore, il rancore, l'astio e il risentimento nei confronti di chiunque abbia un minimo di potere o di visibilità e che si pretende debba utilizzare per fare il "nostro" bene, incuranti della contraddizione insita in tale pretesa: se ormai chiunque non riesce a vedere al di là del proprio ego malato e non riesce a dargli soddisfazione da sé come si può pretendere che altri come loro possano farlo? Come si può credere che il senso di responsabilità e del dovere che ormai è andato perduto possa essere rimasto solo a coloro che più di altri sono stati contagiati da questa forma di egolatria e sono disposti a fare di tutto per alimentarla?
E le parole ignoranti, odiose, grette e volgari che la "libertà di espressione del pensiero" garantita a chiunque e consentita dalla apparente interazione diretta veicolata dai cosiddetti "social" permette di indirizzare ai più svariati personaggi rimarranno patetica testimonianza di un'invidia sociale che il mondo dell'individualismo e della libertà per tutti e da tutto (a cominciare da quella dal concetto di "Verità") ha partorito, cresciuto e ingrassato; un mero sfogo bilioso che lungi dall'avere qualche utilità non potrà che distrarre ulteriormente dalla responsabilità che ognuno deve avere innanzitutto nei confronti di se stesso e della propria vita. Si vantano e si esaltano "progresso" ed "evoluzione" umana, ma il risultato è stato quello di tornare nuovamente ai tempi di Adamo ed Eva, ove il primo accusava la seconda di avergli offerto il frutto proibito mentre Eva incolpava il serpente di averla tentata, e nessuno voleva prendersi la responsabilità dell'atto che aveva compiuto.
Citazione di: donquixote il 14 Gennaio 2019, 20:30:50 PM
Un tempo, fra i riti insegnati dai genitori ai figli come il lavarsi le mani prima di mangiare e i denti prima di dormire, ve n'era uno particolarmente significativo e importante, che precedeva la preghiera e il bacio della buonanotte: l'esame di coscienza. Questo era solitamente rivestito di una particolare solennità, poiché si trattava di ripercorrere con la memoria la propria giornata al fine di capire se durante la medesima ci si era comportati correttamente, se si aveva adempiuto al proprio dovere, se si erano mantenute le promesse e gli impegni e insomma se non ci fosse niente da rimproverarsi e di cui eventualmente chiedere scusa al Signore impegnandosi, nel caso, a rimediare il giorno successivo. Una sorta di processo in cui il giudice e l'imputato coincidevano, e proprio per questa ragione l'autogiustificazione e la menzogna dinnanzi al tribunale della propria coscienza assumevano una particolare gravità, creando sensi di colpa maggiori di quelli provocati dal mentire ad altri poiché in quel caso si tradiva se stessi.
Era un esercizio difficile, impegnativo, serio, che se compiuto con lealtà e rigore poteva risultare molto utile ai fini della crescita individuale, morale e sociale, contribuendo a sviluppare quelle doti che dovunque e da sempre vengono esaltate e rispettate nell'essere umano: la sincerità, la lealtà, l'onore, il senso di responsabilità e quello del dovere, il rispetto della parola data. Questa buona e sana abitudine ha col tempo perso d'importanza, ed è stata progressivamente sostituita da una diversa, più moderna, più adeguata a questi tempi di ipertrofia dell'ego ed esaltazione di quel processo psicologico moderno che si chiama autostima (e che una volta, più correttamente, veniva chiamato vanità ed inserito nei peccati capitali) che porta alla costante autoassoluzione e contestualmente alla ricerca di un capro espiatorio per le difficoltà o i problemi incontrati durante la giornata. Così il vecchio esame di coscienza si è trasformato nell'esame delle coscienze altrui e nella colpevolizzazione di chiunque, per i più svariati motivi, non si sia occupato di dare soddisfazione al proprio ego e alle sue pretese. E il senso di frustrazione che ne deriva viene espresso quotidianamente con gli insulti, il livore, il rancore, l'astio e il risentimento nei confronti di chiunque abbia un minimo di potere o di visibilità e che si pretende debba utilizzare per fare il "nostro" bene, incuranti della contraddizione insita in tale pretesa: se ormai chiunque non riesce a vedere al di là del proprio ego malato e non riesce a dargli soddisfazione da sé come si può pretendere che altri come loro possano farlo? Come si può credere che il senso di responsabilità e del dovere che ormai è andato perduto possa essere rimasto solo a coloro che più di altri sono stati contagiati da questa forma di egolatria e sono disposti a fare di tutto per alimentarla?
E le parole ignoranti, odiose, grette e volgari che la "libertà di espressione del pensiero" garantita a chiunque e consentita dalla apparente interazione diretta veicolata dai cosiddetti "social" permette di indirizzare ai più svariati personaggi rimarranno patetica testimonianza di un'invidia sociale che il mondo dell'individualismo e della libertà per tutti e da tutto (a cominciare da quella dal concetto di "Verità") ha partorito, cresciuto e ingrassato; un mero sfogo bilioso che lungi dall'avere qualche utilità non potrà che distrarre ulteriormente dalla responsabilità che ognuno deve avere innanzitutto nei confronti di se stesso e della propria vita. Si vantano e si esaltano "progresso" ed "evoluzione" umana, ma il risultato è stato quello di tornare nuovamente ai tempi di Adamo ed Eva, ove il primo accusava la seconda di avergli offerto il frutto proibito mentre Eva incolpava il serpente di averla tentata, e nessuno voleva prendersi la responsabilità dell'atto che aveva compiuto.
Vero!...tutt'altro che banale era quel rito! visto che metteva in condizioni di non auto-ingannarsi ed e' ovvio che aveva le sue benefiche ripercussioni e non soltanto sulla singola persona..inoltre credo che aiutava notevolmente a mettersi in "comunicazione" più o meno diretta con la propria coscienza, intendendo dire con questa qualcosa che non rientra certo con l'utilita calcolata, tipica dell'ego, ma che appunto lo trascende.interessante poi la sua trasformazione da te descritta che rovescia completamente tutto e altrettanto ovvie sono le stesse ripercussioni, appunto rovesciate.l'ironia di questa metamorfosi e' pure il credersi liberi e liberati mentre non sarebbe altro che finire prigionieri di se stessi,del proprio narcisismo...tutti rigorosamente separati e tutti che finiscono inevitabilmente in combutta con tutti più o meno alla rinfusa, perdendo letteralmente di vista qualsiasi senso e qualsiasi prospettiva di benessere sia pure condiviso e condivisibile...e la fatica per arrivare a questo non ce la mettiamo? :) .. l'inutile spreco di energie e tutte che cadono regolarmente nello stesso vuoto di cui e' sua stessa immagine e somiglianza!
Citazione di: donquixote il 14 Gennaio 2019, 20:30:50 PM
Un tempo, fra i riti insegnati dai genitori ai figli come il lavarsi le mani prima di mangiare e i denti prima di dormire, ve n'era uno particolarmente significativo e importante, che precedeva la preghiera e il bacio della buonanotte: l'esame di coscienza. Questo era solitamente rivestito di una particolare solennità, poiché si trattava di ripercorrere con la memoria la propria giornata al fine di capire se durante la medesima ci si era comportati correttamente, se si aveva adempiuto al proprio dovere, se si erano mantenute le promesse e gli impegni e insomma se non ci fosse niente da rimproverarsi e di cui eventualmente chiedere scusa al Signore impegnandosi, nel caso, a rimediare il giorno successivo. Una sorta di processo in cui il giudice e l'imputato coincidevano, e proprio per questa ragione l'autogiustificazione e la menzogna dinnanzi al tribunale della propria coscienza assumevano una particolare gravità, creando sensi di colpa maggiori di quelli provocati dal mentire ad altri poiché in quel caso si tradiva se stessi.
Era un esercizio difficile, impegnativo, serio, che se compiuto con lealtà e rigore poteva risultare molto utile ai fini della crescita individuale, morale e sociale, contribuendo a sviluppare quelle doti che dovunque e da sempre vengono esaltate e rispettate nell'essere umano: la sincerità, la lealtà, l'onore, il senso di responsabilità e quello del dovere, il rispetto della parola data. Questa buona e sana abitudine ha col tempo perso d'importanza, ed è stata progressivamente sostituita da una diversa, più moderna, più adeguata a questi tempi di ipertrofia dell'ego ed esaltazione di quel processo psicologico moderno che si chiama autostima (e che una volta, più correttamente, veniva chiamato vanità ed inserito nei peccati capitali) che porta alla costante autoassoluzione e contestualmente alla ricerca di un capro espiatorio per le difficoltà o i problemi incontrati durante la giornata. Così il vecchio esame di coscienza si è trasformato nell'esame delle coscienze altrui e nella colpevolizzazione di chiunque, per i più svariati motivi, non si sia occupato di dare soddisfazione al proprio ego e alle sue pretese. E il senso di frustrazione che ne deriva viene espresso quotidianamente con gli insulti, il livore, il rancore, l'astio e il risentimento nei confronti di chiunque abbia un minimo di potere o di visibilità e che si pretende debba utilizzare per fare il "nostro" bene, incuranti della contraddizione insita in tale pretesa: se ormai chiunque non riesce a vedere al di là del proprio ego malato e non riesce a dargli soddisfazione da sé come si può pretendere che altri come loro possano farlo? Come si può credere che il senso di responsabilità e del dovere che ormai è andato perduto possa essere rimasto solo a coloro che più di altri sono stati contagiati da questa forma di egolatria e sono disposti a fare di tutto per alimentarla?
E le parole ignoranti, odiose, grette e volgari che la "libertà di espressione del pensiero" garantita a chiunque e consentita dalla apparente interazione diretta veicolata dai cosiddetti "social" permette di indirizzare ai più svariati personaggi rimarranno patetica testimonianza di un'invidia sociale che il mondo dell'individualismo e della libertà per tutti e da tutto (a cominciare da quella dal concetto di "Verità") ha partorito, cresciuto e ingrassato; un mero sfogo bilioso che lungi dall'avere qualche utilità non potrà che distrarre ulteriormente dalla responsabilità che ognuno deve avere innanzitutto nei confronti di se stesso e della propria vita. Si vantano e si esaltano "progresso" ed "evoluzione" umana, ma il risultato è stato quello di tornare nuovamente ai tempi di Adamo ed Eva, ove il primo accusava la seconda di avergli offerto il frutto proibito mentre Eva incolpava il serpente di averla tentata, e nessuno voleva prendersi la responsabilità dell'atto che aveva compiuto.
Ricordo ,eccome, mia madre che educava all'"esame di coscienza"
Quando vedeva ingiustizie da parte di qualcuno s'inalberava dicendo "ma c'è l'ha una coscienza ?",accompagnato dal gesto di una mano sul cuore.
Non c'è più l'educazione che insegnava la misura e il limite che viene prima di qualunque codice scritto e legge.
Era la premessa che già nelle famiglie s'insegnava il senso di una giustizia ,non solo terrena, che non doveva essere violata.
Ed era altrettanto premessa per una convivenza umana, civile, sociale, che univa e non frammentava
Il mondo in cui viviamo, come tutti i mondi abitati, sono intrisi di simboli, e il fatto che non riusciamo a percepirli non è legato ad una loro eventuale assenza, ma ad una nostra incapacità a superare i limiti dei segnali concreti e materiali della realtà contingente.
L'idea illuminista di rendere evidenti i segni e di fare riferimento solo ai significati visibili per interpretare la realtà circostante ha accecato l'uomo nella sua percezione più profonda, ed in questo modo lo ha reso insensibile a tutto ciò che sfugge al controllo e al calcolo. L'avvertimento di Amleto a Orazio, sul fatto che ci siano più cose tra cielo e terra di quante ne possa sognare la nostra filosofia, evidentemente non è servito a nulla, se ci troviamo ad arrancare come miopi in un mondo che ci appare sempre più estraneo alla nostra anima.
I tempi correnti sono quelli della quantificazione, della classificazione e dell'omologazione, mentre la natura, di per sé, è qualificativa, identificativa e differenzialista.
Naturalmente, queste ultime caratteristiche non potevano essere accettate dai fautori della democratizzazione forzata, perché parametri contrari ad ogni forma forzata di livellamento.
La concezione che abbiamo del mondo è una concezione non solo meccanicistica, ma sostanzialmente morta nelle sue continue tensioni non catalogabili, perché forzatamente ristretta in una visione monoculare. Per dirla in termini fenomenologici, la moderna immagine è quella cartografica della mappa geografica e non quella del paesaggio stereoscopico; ed in questo modo abbiamo perduto la ricchezza personale del panorama per limitarci alla lettura della legenda della mappa. Come ha sottolineato Hillman: "Una visione che percepisce il mondo come morto, o che dichiara gli Dei proiezioni simboliche, deriva da un soggetto percipiente che ha cessato di fare esperienza in modo personizzato, che ha perduto la propria immagine del cuor".
In questo senso, la malattia diffusa, che in quanto tale statisticamente si considera norma, è il concretismo.
Sembrerebbe un insulto, un epiteto squalificante, mentre in realtà è proprio un disturbo psichico, una deformazione del pensiero che non è più limitata alla patologia individuale grave come l'insufficienza mentale o la schizofrenia, ma si è diffusa come un morbo inarrestabile fino a diventare un segnale pregnante di malattia di tutta la società. Come lo stesso Hillman ha precisato, e io stesso ho riportato più volte il suo concetto: "Non è più possibile distinguere nettamente tra nevrosi dell'individuo e nevrosi del mondo, tra psicopatologia dell'individuo e psicopatologia del mondo. (...) situare la nevrosi e la psicopatologia esclusivamente nella realtà personale, si compie una rimozione delirante. (...) Oggi la patologia la si incontra nella psiche della politica e della medicina, nella lingua e nel design, nel cibo che mangiamo. Oggi la malattia è "là fuori".
Il concretismo è l'incapacità di astrazione, di simbolizzazione, e la conseguente ristrettezza a considerare soltanto l'aspetto materiale e pratico dell'oggetto. Nell'individuo disturbato questa alterazione può essere una difesa di fronte ad un mondo considerato troppo astratto, quindi minaccioso e ansiogeno.
Con questo deficit simbolico trasmesso a livello societario, quasi in una forma di epidemica psicosi diffusa, ogni fenomeno non aderente alla realtà misurabile, ogni livello di astrazione non riconducibile a parametri di materialità – la solidificazione del mondo di cui parla Guénon – deve essere ricondotto e abbassato alla sua percezione vegetativa e calcolabile.
Alcuni esempi più eclatanti degli innumerevoli che si potrebbero portare?
La sessualità. Questa dimensione dell'umano è sempre stata indirizzata – nella visione tradizionale – verso una trasformazione dei sessi nella trascendenza, in una dimensione "di spirito, di archetipicità, di verità" , in un cambiamento comune di tipo mistico. Poi arrivò la Dea Ragione, il materialismo storico e il relativismo morale, e tutto si ridusse a biologia e a istinto, a discapito della componente animistica della questione: "Secolarizzata dall'Illuminismo, l'anima non poté più tenere insieme spirito ed eros. Lo spirito fu assunto dall'idealismo materialistico e dal progresso utilitaristico. L'eros trapassò in sentimentalismo castrato e in pornografia".
La vita. L'impresa terrena veniva contrassegnata da precisi passaggi rituali, molto simili, per certi versi, a quelli della natura. Dalla fecondazione alla morte, passando attraverso le varie fasi dell'esistenza, non c'erano salti generazionali né blocchi di sviluppo, ma un regolare e cadenzato delinearsi di doveri, diritti e responsabilità. In ogni momento, ciascuno rispondeva alla comunità del proprio ruolo e delle proprie iniziative, dando così una immagine ed una forma precisa di ordine e di rigore. Ordine e rigore, per intendersi, che non avevano nulla a che vedere con una costrizione esterna o una rigidità formalistica, ma che definivano una superiore armonia di funzioni e di idee. Uomini e donne, genitori e figli, bambini e vecchi non erano semplici categorie sociologiche, ma rappresentazioni di archetipi, di valori e di funzioni.
La politica.
Partendo dall'assunto aristotelico che ogni uomo è di per sé un animale politico, l'arte del governo della città era intesa come l'esercizio di una autorità capace di costruire e di far rispettare un disegno terreno che rispecchiasse un sistema superiore ed invisibile. L'obiettivo era la creazione: di un uomo, di una comunità, di un destino. Il particolare dell'egoismo individuale e delle voglie collettive si estingueva nel desiderio condiviso di una trascendente visione comune, ed ognuno interiorizzava il limite già esistente nell'esperienza di natura. La Politica assumeva la funzione di Arte Regia, con il compito di amministrare il bene pubblico all'interno di un definito mondo di valori.
Il concretismo colpì anche questi due paradigmi. E la vita diventò un solitario percorso egoistico di emancipazione da ogni legame, con la rottura traumatica di un passato sia esso personale che collettivo, e con la evaporazione di un futuro consapevole. Rifiutando qualsiasi vincolo, ritenuto limitante per una tanto vaga quanto velleitaria libertà, l'uomo scelse di vivere al momento e per sé, presentificando ogni voglia e gratificando ogni pulsione. Il risultato è stato ed è una condizione di pseudopadronanza, dove ciascuno crede di volere, mentre in realtà è costantemente scelto nelle sue decisioni da una continua mancanza di qualcosa, da un vuoto incolmabile di significati e di sensi. In fondo, ciò che il concretismo ventila come una semplice e dovuta adesione alla realtà è, nei fatti, una deriva verso la più totale e devastante illusione. La constatazione analitica secondo la quale "Se tutto sembra possibile, allora più niente è reale" ha confermato la sua diagnosi proprio nello sviluppo del disagio esistente. Il concretismo ha ridotto ogni legame in contratto, trasformando il vincolo di sangue e di idea in accordo di interessi e di utilità. La parola ha perduto il suo valore costruttivo di relazione simbolica per lasciare il posto al fare pratico e all'azione finalistica.
La politica è il risultato della stessa patologia. Dove c'era un disegno, c'è una programmazione; dove c'era un destino, c'è un progetto; dove c'era una creazione, c'è un'amministrazione. Dal livello simbolico di realizzazione terrena di un ordine e di una forma trascendente, la politica è diventata gestrice del caos egoistico di singoli e di minoranze, tenutaria di interessi mercantili e di convenienze momentanee e particolari. Il distacco delle funzioni si è estinto, ed è stato sostituito dalla vicinanza promiscua di ruoli intercambiabili. Anche un certo tipo di educazione permanente all'idea virile di Stato è venuta a mancare – per voluta e determinata eutanasia: tutto è stato ridotto a società, con uno pseudo-stato che rispecchia le anomalie diffuse, piuttosto che forzare all'esercizio delle virtù, una rappresentanza dei vizi della popolazione, piuttosto che un ideale verso cui attrarre il popolo, un dispositivo materno di gratificazione delle voglie, piuttosto che un ufficio paterno di riproduzione dei limiti e di esame della realtà.
Si potrebbe continuare quasi all'infinito a puntualizzare singole cadute del simbolico al concreto. Dalla scuola, già modello di elevazione culturale ora distributrice di competenze tecniche,allo sport, già fenomeno di sanità fisica e di messa alla prova di coraggio e di dedizione ora compravendita economica e trattativa miliardaria. E via via elencando.
Le conseguenze di questa concretizzazione della vita e del mondo sono due ricadute pesanti sul singolo e sul contesto di appartenenza: il cinismo e il narcisismo.
Se niente ha valore in sé, e tutto è comparabile ad un utile quantificabile e ad un interesse conteggiabile, allora solo "Io" ha importanza, con il risultato mentale e pratico che tutto ha un prezzo.
Questo cinismo non è quello filosofico del minimalismo dei bisogni e delle soddisfazioni, ma freddezza in ogni legame e disinteresse per qualsiasi trascendenza; è l'esasperazione delle proprie voglie a discapito di ogni responsabilità e di ogni rispetto. In contemporanea, trionfa il narcisismo, con la sua "mancanza di umanità", "la negazione dei sentimenti", l'assenza di rimorso, la ricerca del potere e l'annegamento nell'invidia, fino al rinnegamento dell'identita.
A ragione, Massimo Recalcati sottolinea il valore di un neologismo inventato da Colette Soler: il narcinismo (narcisismo + cinismo). Viviamo in una società narcinistica, nella quale l'imperativo categorico è godere, divertirsi, diluire ad annullare ogni dovere ed ogni impegno; dove la felicità esteriore e materiale ha la prevalenza sulla serenità interiore e spirituale; dove il legame è vissuto come dovere soffocante e dove l'indicativo perentorio è libertà, a costo di naufragare nell'indifferenziato e nell'angoscia.
Ci si meraviglia del degrado individuale e collettivo, dello sfacelo delle famiglie e della deriva della politica, del diffondersi irrefrenabile delle droghe e della violenza, della caduta di ogni stile e dello scarso valore della vita. In realtà ci si dovrebbe meravigliare di meravigliarsi. Ma forse questa meraviglia è un segnale positivo; forse c'è ancora, in qualche recesso della persona e dell'inconscio collettivo, un piccolo barlume di indignazione e di coscienza critica, una minima volontà di potenza per esorcizzare la forza insinuante di questo Forestaro dell'ipermodernità.
PS: se' fatto tardi...e' ora di andare a nanna!
Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=37937
(Dinamica sul tramonto dell'Essere)
1) LA PIANURA DELL'OBLIORepubblica, 620 e-621 b: qui Platone descrive la Pianura di Lethe (Oblìo) come caratterizzata da "tremenda calura e afa", per di più essendo "priva di alberi e di qualunque prodotto della terra"; errando in questo luogo terribile, avviene per l'anima l'accadimento dell'Oblìo: essa "si scorda di tutto", cioè dimentica ciò che essa era prima di cadere nella Manifestazione, e più in generale si scorda del Non-Manifesto, in cui dimorava nascosta e custodita, e degli Archetipi iperuranici (v. Fedro). 2) L'OCCIDENTE COME TERRA DELL'OBLIOSecondo Heidegger, nell'Occidente avviene nel modo più radicale l'esperienza dell'Oblìo dell'Essere, esperienza temibile e inquietante che sarebbe iniziata già ai tempi di Platone. Nell'età moderna, si assiste poi all'espansione travolgente di tale dimenticanza dell'Essere: essa finisce per contrassegnare ogni aspetto della vita moderna e contemporanea, e tutto questo appare come il compimento di un Destino. 3) CHE COS'E L'OBLIO DELL'ESSERE E COSA COMPORTA?Esso è "l'oblìo della differenza tra l'essere e l'ente" (v. Il detto di Anassimandro, in Sentieri interrotti), per cui l'essere viene ridotto all'ente, e quindi "dimenticato" nella sua "differenza ontologica" e nel suo intimo relazionarsi all'ente. Conseguentemente, solo gli enti in quanto tali sono pensati come realmente esistenti: l'attenzione cade dunque esclusivamente su di essi, che non sono più intesi come manifestazione, sia pure parziale, dell' ulteriorità dell'Essere. 4) IL PREDOMINIO DELLA RAGION CALCOLANTETale predominio è correlato all' Oblìo dell'Essere, cresce in proporzione all'intensità di tale "dimenticanza", trattandosi di aspetti di uno stesso "destino". Preliminarmente, occorre precisare che cosa sia "Ragione", ed è l'etimologia stessa a consegnarcene il significato più essenziale, che non è solo quello strettamente "logico".Ratio = conto, calcolo, stima, valutazione (v. Ernout-Meillet, Dictionnaire étymologique de la langue latine, Paris, 1932); da cui Rationarius = ragioniere, colui che è valente nel fare i conti; Rationarium = libro dei conti; Rationem ducere = condurre il conto (fino al totale) (v. E. Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Torino, 1976).A volte, Ratio ha anche il significato di piano, progetto, come in Cicerone: per cui "Instituta ratio" = il piano (progetto) prestabilito. Come si può notare, calcolo e progettazione non sono aspetti secondari e occasionali della ragione, ma appartengono originariamente alla sua essenza, la quale non per caso ha dispiegato tali contenuti nel corso della storia dell'Occidente. 5) LA DISPONIBILITA' DEGLI ENTI ALLE PRETESE DELLA RAGIONELa visione razionale del mondo esige alcuni presupposti tali per cui: a)gli enti sono anticipatamente pensati come eternamente accessibili alle progettazioni della ragione, la quale può disporne a piacimento, in vista degli impieghi ritenuti necessari; b) la potenza della ragione è pensata anticipatamente come illimitata, per cui qualsiasi ostacolo o vincolo può esser tolto nel corso del dispiegarsi della sua potenza: il pensiero tecnico-scientifico è la forma più potente di ragion calcolante, e come tale sostituisce le forme precedenti, troppo impacciate e ormai obsolete. Tali presupposti muovono comunque dall'Oblìo dell'Essere, poiché solo con tale evento essi risultano credibili; in caso contrario infatti.... 6) DAL PENSIERO COME COM-PRENSIONE AL PENSIERO COME MEMORAZIONEIl pensiero razionale tipico della tecnoscienza è essenzialmente "com-prensione" prevaricatrice, nella misura in cui il suo proposito è quello di circondare e catturare gli enti, per assicurarseli in qualche modo; nello stesso tempo, è "non-pensoso", in quanto incapace di pensare l'Essere, avendolo "dimenticato". L'alternativa ad esso è il pensiero pensoso, meditante, rammemorante, detto così perché, avendo "memoria" dell'Essere, ad esso si orienta: il suo simbolo è Mnemosyne, il suo atteggiamento di fondo è quello del "raccoglimento" e del "ringraziamento". 7) SULLE TRACCE DELL'ESSERE, FINO ALLA RADURA LUMINOSA, DOVE, NEL DIRADARSI DELLA FORESTA, ESSO TRASPARE...Il cercatore "memorante" è tale perché, non rinchiudendosi nell'ente, si mette in cammino, sulle tracce dell'Essere...a volte esse si fanno sempre più esili, fino a perdersi nel folto del bosco...altre volte, esse conducono ad una schiarita, dove qualcosa dell'Essere traluce...Ma chi sa inoltrarsi nella foresta selvaggia senza farsi sviare? Per rispondere alla domanda, occorre partire non tanto dal cercatore, dalle sue abilità o dalle sue negligenze, quanto piuttosto dall'Essere stesso: è Esso infatti che, secondo circostanze che appartengono esse stesse al "Destino dell'Essere", si occulta o si disvela, si sottrae o si concede... 8-) IL PERICOLO ESTREMO E L'AUTORIVELAZIONE POETICA DELL'ESSEREUn'elegia di Hölderlin chiede: A che i poeti, nel tempo della povertà?Il tempo della povertà e del pericolo estremo è il nostro, in quanto ossessionato dalla furia calcolante e manipolatrice, correlata alla fuga degli dei e al ritrarsi dell'Essere; meditando la domanda di Hölderlin, Heidegger osserva che, da sempre, l'autorivelazione dell'Essere accade nell'autentica poesia sapienziale (per questo la Saggezza Aurorale presocratica si esprimeva nel linguaggio poetico, e non in quello concettuale). Veramente poeti sono quelli cui è concesso il non-sviamento, addentrandosi nei Sentieri dell'Essere. 9) HÖLDERLIN, IL PRECURSORENel tempo della "povertà", Hölderlin è considerato da Heidegger il precursore per eccellenza, poiché in lui comincia a riaffiorare nuovamente l'esperienza e la grandezza della Poesia disvelante, rivelatrice dell'Essere. Da essa sgorga l'invito al "Soggiornare poetico" sulla Terra, sotto il Cielo: tale quieto soggiornare, raccolto e pensoso, è senza-calcolo e disarmato, avendo riguardo e rispetto per tutti gli esseri, poiché in essi vede ovunque un segno del Cielo e del Divino inaggirabile, cioè dell' Essere e dei suoi ritmi di rivelazione e nascondimento.Fonte: www.filosofiatv.org(Paolo Scoccaro)
La Ratio non è un gadget eliminabile. Se esiste un ordine nel mondo, esso si manifesta attraverso la sua misura e misurandolo lo si conosce.
Citazione di: Ipazia il 31 Gennaio 2019, 18:34:57 PM
La Ratio non è un gadget eliminabile
infatti non mi risulta che abbia mai detto una cosa del genere e nemmeno l'autore dell'articolo sopra (sarebbe interessante sapere come ti sarebbe venuto in mente)CitazioneSe esiste un ordine nel mondo, esso si manifesta attraverso la sua misura e misurandolo lo si conosce.
La razionalità e' l'elemento caratteristico dell'uomo ma viene in secondo ordine dopo il noumeno.La ratio misura ma non arriva a conoscere un bel niente perché da sola non riuscira mai a "vedere" dietro le apparenze fenomeniche e perciò basera tutto su delle illusioni generando solo una gran disordine che si riflette nel mondo stesso (e che se quest'oblio continuerà l'esito finale sarà semplicemente l'autodistruzione in tutti i sensi..e in fondo visto l'andazzo non sarà tutto questo danno, il mondo si sarà finalmente liberato da questa brutta infezione!)...come si può tranquillamente riscontrare non essendo altro che il prodotto dei suoi stessi effetti
Se la Ratio non è un gadget eliminabile e non vi sono alternative ad essa (se sì, quali ?) conviene imparare ad usarla al meglio delle sue possibilità.
Citazione di: Ipazia il 01 Febbraio 2019, 09:07:07 AM
Se la Ratio non è un gadget eliminabile e non vi sono alternative ad essa (se sì, quali ?) conviene imparare ad usarla al meglio delle sue possibilità.
E per usarla al meglio delle possibilità dovrebbe rispettarne la gerarchia equivale a liberarsi della propria individualità (che non significa eliminarla)..e' un apertura completamente disinteressata.
Citazione di: acquario69 il 01 Febbraio 2019, 13:04:35 PM
E per usarla al meglio delle possibilità dovrebbe rispettarne la gerarchia
equivale a liberarsi della propria individualità (che non significa eliminarla)..e' un apertura completamente disinteressata.
Non esiste una ratio individuale. La ratio è intelligenza collettiva che si tramanda di progenie in progenie. E' essa a dettare la gerarchia perchè, se ha senso il concetto di noumeno, è la ratio ad incarnarlo.
Citazione di: Ipazia il 01 Febbraio 2019, 14:11:07 PM
Non esiste una ratio individuale. La ratio è intelligenza collettiva che si tramanda di progenie in progenie. E' essa a dettare la gerarchia perchè, se ha senso il concetto di noumeno, è la ratio ad incarnarlo.
Prima ho scritto..liberarsi della propria individualità e aprirsi in maniera disinteressata.
Devo riconoscere che non sempre ci riesco!
Grazie ciao
Citazione di: acquario69 il 01 Febbraio 2019, 14:57:13 PM
Prima ho scritto..liberarsi della propria individualità e aprirsi in maniera disinteressata.
Devo riconoscere che non sempre ci riesco!
Grazie ciao
Mi meraviglierei del contrario. Se già ci riesci qualche volta, a mio modo di vedere, è un risultato ottimo. In un certo senso è quello che ritengo così importante da averci fatto un Topic in Spiritualità:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/morire-alla-propria-volonta/
Citazione di: Freedom il 01 Febbraio 2019, 15:02:11 PMMi meraviglierei del contrario. Se già ci riesci qualche volta, a mio modo di vedere, è un risultato ottimo. In un certo senso è quello che ritengo così importante da averci fatto un Topic in Spiritualità: https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/morire-alla-propria-volonta/
Ma ha veramente senso il concetto di noumeno?
Citazione di: Sariputra il 01 Febbraio 2019, 15:24:25 PM
Ma ha veramente senso il concetto di noumeno?
Perdonami ma non ho capito.
Citazione di: Freedom il 01 Febbraio 2019, 17:04:45 PMPerdonami ma non ho capito.
Ho sbagliato Freedom, scusami, era riferito a Ipazia. Porta pazienza... :(
Citazione di: Sariputra il 01 Febbraio 2019, 15:24:25 PM
Ma ha veramente senso il concetto di noumeno?
By me: NOOO. Anche Ockham penso sarebbe d'accordo.
Citazione di: Sariputra il 01 Febbraio 2019, 15:24:25 PM
Ma ha veramente senso il concetto di noumeno?
In realta e' un termine parecchio ambiguo ed ho sbagliato ad inserirlo.quello a cui intendevo io risale a Platone...poi da quando ci ha messo mano Kant,l'ha finito per disintegrare...per quel po che ancora poteva "comunicare"...e in effetti il termine più appropriato era Noesis,l'unico possibile ad uso (e consumo) della filosofia per i "pensanti" occidentali (o meglio quella che fu, per quel poco che ancora poteva contribuire e oggi praticamente morta e sepolta già da un bel pezzo!)
Citazione di: Freedom il 01 Febbraio 2019, 15:02:11 PM
Mi meraviglierei del contrario. Se già ci riesci qualche volta, a mio modo di vedere, è un risultato ottimo. In un certo senso è quello che ritengo così importante da averci fatto un Topic in Spiritualità:
https://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/morire-alla-propria-volonta/
Prendi un po' troppo le cose alla lettera...in realtà mi stavo solo prendendo in giro da solo 🙂
Atteggiamento dello scrivere o del parlare, o anche dell'agire, improntato a una vana e artificiosa ricerca dell'effetto con manifestazioni di ostentata adesione ai più banali luoghi comuni.La propaganda è, banalmente, l'arte di persuadere attraverso mezzi di comunicazione vocali o visivi in grado di trasmettere efficacemente idee ed informazioni di stampo politico. L'obiettivo di questa disciplina, dunque, è la persuasione, e il suo strumento principale è la retorica, quella forma di discorso – costellato di simboli, concetti, metafore e allegorie – che già Platone, più di duemila anni fa, nel suo Gorgia, criticava:"La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto". (Platone, Il Gorgia)...Paura,odio,rabbia,orgoglio,solidarietà,fratellanza: questi i principali istinti che la propaganda vuole scaturire.Fonte:https://www.lintellettualedissidente.it/societa/siamo-schiavi-della-propaganda/
Citazione di: acquario69 il 11 Aprile 2019, 07:20:24 AM
Itagliani tenetevi pronti...tra non molto vi toglieranno pure le mutande!
ATTENZIONE: VOGLIONO FARE IL GOVERNO DRAGHI! - Francesco Amodeo
Non si nascondono più: vogliono la dittatura
Grazie. Dovrebbero vederlo tutti. Monti 2 è dietro l'angolo, mentre continuano a propinarci i mantra sull'imprenditore e la sua insostituibile funzione.
Molto interessante.
Su Draghi, tra l'altro, ci si dimentica del ruolo che ha avuto nella resa della Grecia alla Troika.
Infatti le cose in Grecia sono precipitate nel momento in cui la Bce ha deciso di venire meno alla sua prima funzione (in quanto banca centrale) ovvero garantire denaro contante sufficiente per la normale vita economica di un Paese. Quando i cittadini greci si sono ritrovati nella condizione di non poter accedere ai propri conti correnti per l'esaurimento dei bancomat e delle casse degli sportelli bancari, si è scatenato, come ovvio, il caos. E il governo greco ha dovuto accettare le condizioni criminali della Troika.
E ora, proprio in questi giorni, come se niente fosse, Juncker dichiara che "forse" con la Grecia l'Ue ha sbagliato e avrebbe potuto essere un po' più generosa...
Uscire dalla crisi con la filosofia
Stiamo attraversando un periodo di crisi oggettiva e soggettiva. La crisi oggettiva è determinata dal fatto che le leggi del mercato confliggono con il mondo della vita: dai giovani che non trovano lavoro, agli occupati che lo perdono, dagli imprenditori che chiudono le loro imprese, all'aumento progressivo e generalizzato della soglia dalla povertà. E la domanda che spontanea e drammatica sorge è quella del filosofo Franco Totaro: «Ma i fini dell'economia sono anche i nostri fini?».
La crisi soggettiva è determinata dalla rassegnazione generalizzata, perché il conflitto non è più tra imprenditori e lavoratori, perché sia gli uni che gli altri si trovano dalla stessa parte e hanno come controparte il mercato. E come fai a prendertela con il mercato? Il mercato è nessuno, anche se il filosofo Romano Madera ci ricorda che, come leggiamo in Omero: «Nessuno è sempre il nome di Qualcuno», ma questo Qualcuno non è identificabile. Da questa considerazione prende avvio il libro di Moreno Montanari "Vivere la filosofia", la cui lettura consiglio a tutti, perché segnala come una possibile via d'uscita quella di tornare al messaggio che la filosofia, al suo nascere e prima di diventare disciplina di Accademie, ha consegnato all'uomo, invitandolo a rispettare la sua natura che, a differenza di quella animale, non si accontenta della realtà quale è data, ma la vuole trascendere, la vuole oltrepassare, rifiutando la rassegnazione, il cinismo, i vissuti di impotenza, gli atteggiamenti vittimistici e persino l'indignazione, se poi questa lascia le cose così come sono.
La filosofia, infatti, non è nata come "teoria", ma come "rifiuto a imprigionare la vita in ciò che è", e quindi nell'accettazione rassegnata del dato, nell'inerzia che non promuove la problematizzazione dell'ovvio, dell'opinione diffusa e acriticamente accolta come inoltrepassabile, riducendo l'uomo, da attore della propria vita, a semplice spettatore e vittima di poteri che lo sovrastano e, soggiogandolo, ne decidono il destino. Si tratta della filosofia che si pone domande non tanto per trovare risposte teoriche, ma, come scrive María Zambrano, per indurre gli uomini ad «essere loro stessi risposte che mettono in moto la vita».
Per questo occorre superare lo sguardo individualistico che giudica lo stato delle cose dall'angolatura ristretta del proprio punto di vista, e guardarle nella prospettiva del Tutto, dove la scala dei valori subisce una radicale trasformazione. E allora diventeremo responsabili delle sorti dell'aria, dell'acqua, della biosfera, della vegetazione, della sorte degli animali, in una parola della Terra, nei confronti della quale non abbiamo ancora formulato alcuna etica, perché finora abbiamo limitato l'etica a regolare i conflitti tra gli uomini, ma non ancora a farsi carico degli enti di natura. E già la Terra non regge, se è vero, come ci informa il "Global Footprint Network", che se tutti vivessimo con lo stile di vita americano avremmo bisogno di cinque terre, e con lo stile italiano di 2,7. Quello di guardare le cose dall'alto e non dal nostro particolare punto di vista, quello di pensarci parte di un Tutto e non al vertice del creato,è il primo esercizio filosofico trasmessoci dagli antichi Greci.
Un altro esercizio filosofico è quello indicato da Platone come "esercizio di morte" dove l'aver presente che si deve morire, si trasforma, come scrive Pierre Hadot, nell'invito a "ricordarsi di vivere", e quindi a fare una nuova gerarchia dei nostri bisogni e desideri soprattutto in riferimento a quelli superflui, una diversa gradazione delle nostre urgenze e dei nostri valori, una più significativa valorizzazione delle nostre relazioni affettive, in una parola un modo nuovo di essere uomo, non appiattito sulle istanze del presente, ma prospettico e rivolto al futuro, non col tratto passivo di chi spera o attende, ma con quello attivo, conforme alla natura propria dell'uomo che non si consegna alla realtà di fatto, ma vuole oltrepassarla.
Questi sono alcuni degli esercizi filosofici ben illustrati ed esemplificati da Moreno Montanari. Altri se ne aggiungono come la scrittura meditativa che riflette sui testi che leggiamo, disposti a farci modificare da loro non solo in ordine alle nostre idee ma soprattutto in ordine alla nostra esperienza, accompagnati in questo da quell'atteggiamento che è l'amore, che per Platone è "filo-sofo", perché non possiede l'altro, come la filosofia che non possiede la verità, ma la cerca perché la ama.
Si dirà: con questi esercizi filosofici si trasforma se stessi, ma non il mondo. Non è vero perché, come ci ricorda Michel Foucault ne La cura di sé: «Il punto di Archimede sul quale posso da parte mia sollevare il mondo è la trasformazione di me stesso», perché «quando riusciamo a curare le ferite del nostro mal di vita – scrive Montanari – ne beneficiano tutte le persone che intrecciano la loro esistenza con la nostra, mentre quando ciò non riesce finiamo inevitabilmente per intossicarle».
Fonte:
Recensione di Umberto Galimberti del libro; "vivere la filosofia" di Moreno Montanari
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Philo-sophia = amore per la saggezza
Questa parola è sempre stata impiegata per qualificare una preparazione a questa acquisizione della saggezza, ed in particolar modo gli studi che potevano aiutare il philosophos, o chi aveva per essa una certa attitudine, a diventare sophos, cioè saggio.
Così come il mezzo non può essere preso per un fine, analogamente l'amore per la saggezza non può costituire la saggezza stessa. E poiché la saggezza è di per sé identica alla vera conoscenza interiore, si può dire che la conoscenza filosofica non è che una conoscenza superficiale ed esteriore. Essa non ha dunque in sé e per sé un valore proprio. Essa costituisce solamente un primo grado nella via della conoscenza superiore ed effettiva che è la saggezza.
(Rene Guenon)
Entrambe le contraddizioni rilevate, richiedenti una filosofia etica di ordine superiore, non possono però portarci fuori da un Tutto che è ancora, come scoprirono i soliti greci, misura antropologica di tutte le cose. La natura in sé e per sè è del tutto indifferente ai nostri pasticci. Anche se li subisce non ha alcuno strumento critico per decifrarli o pratico per contrastarli, se non attraverso la ferrea logica automatica di quelle che noi abbiamo definito le sue leggi. In definitiva: è esclusivamente nostro l'interesse a porvi rimedio per una migliore qualità della - nostra in quanto specie - vita e appagamento della nostra coscienza.
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Citazione di: acquario69 il 17 Aprile 2019, 08:16:10 AM
... Quello di guardare le cose dall'alto e non dal nostro particolare punto di vista, quello di pensarci parte di un Tutto e non al vertice del creato, è il primo esercizio filosofico trasmessoci dagli antichi Greci.
Sì, i presocratici, prima delle accademie e degli spiritisti. Quelli che non avevano timor panico a mettere il piede in un fiume che non è mai lo stesso. La buona notizia è che dopo millenni di spiritismo ci siamo tornati a quelle radici culturali, ben più solide di quelle a cui anche il filosofo Galimberti ha finito col bruciare incenso. Tralasciato il quale, è sempre un piacere ascoltarlo, agguantandone gli stimoli. Come questa saggia prefazione ecologista che forse una questione fondamentale non coglie, ovvero che l'unico sapere che ci permette di calcolare l'apocalisse, mettendoci a disposizione l'armamentario teorico e pratico per evitarla, è proprio quella tecnoscienza che nell'immaginario paranoico della veterometafisica sarebbe all'origine di tutti i mali.
Ma che schifo !!Mi sono venuti i conati di vomito (si può ancora dire vomito? ..o nel frattempo mi sono perso qualcosa!??) leggendo le belle notizie che giungono dall'Italia (e dall'Eurocrazia)Tutti uno in fila all'altro e a raffica!Prima lo scandalo della magistraturahttps://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=62113A seguire gli affidi "horror" sulla pelle innocente dei bambini (!)https://www.maurizioblondet.it/capiscono-magistrati-e-progressisti-cio-che-stanno-suscitando/E infine (si fa per dire) l'episodio della Sea Watchhttps://www.youtube.com/watch?v=ZVBbprDAqtAhttps://www.youtube.com/watch?v=xWHJ-0u_J0wDomanda:Italiani..vi sentite ancora di vivere in un paese cosiddetto "libero e democratico" ?...2+2 per voi fa ancora 4 ??https://www.youtube.com/watch?v=4_aLQbVqzIY
Ciao Acquario. Alla tua domanda rispondo: sì, siamo ancora in democrazia, proprio perché questi scandali vengono a galla e sono perseguiti (purtroppo, spesso perseguiti blandamente). Nei paesi autoritari e fascisti questi scandali non avvengono o meglio avvengono ma non ci sono possibilità di smascherarli. Mio zio fece la campagna di Grecia. Sai cosa succedeva? Che i bidoni di benzina contenevano per metà carburante e per metà acqua. Erano gli stessi burocrati dell'esercito in Italia (pezzi grossi benvoluti dal governo) ad "annacquare" i rifornimenti per guadagnare sul mercato nero, già fiorente. Non scoppiò mai nessuno scandalo e l'esercito in Grecia si arrangio' come tutti sappiamo.
I tuoi timori di attacco alla democrazia io, personalmente, li rivolgo a proposito dell'attuale ministro degli interni che cavalca il populismo e i sentimenti più arcaici dell'elettorato. È l'ennesima recente dimostrazione che la politica ha dismesso ogni velleità pedagogica.
Sulla vicenda della Sea Watch, infine, hai ragione, è scandaloso e antidemocratico che ogni tipo di merce non abbia bisogno di nessun permesso per arrivare al nostro tavolo, mentre persone che sperano in un futuro migliore vengono minacciate, ostacolate in tutti i modi, insultate, comprese le persone che invece cercano di aiutarle.
Citazione di: Jacopus il 01 Luglio 2019, 06:30:04 AM
Sulla vicenda della Sea Watch, infine, hai ragione, è scandaloso e antidemocratico che ogni tipo di merce non abbia bisogno di nessun permesso per arrivare al nostro tavolo, mentre persone che sperano in un futuro migliore vengono minacciate, ostacolate in tutti i modi, insultate, comprese le persone che invece cercano di aiutarle.
Forse le merci, a differenza delle persone in questione, sono richieste. E in ogni caso le persone non sono merci. Una merce può marcire su uno scaffale, una persona no. Per questo esistono le norme che disciplinano la migrazione dei popoli. Che non vanno, come quelle delle merci, adulterate.
Pensa solo al danno che fanno ai migranti regolari, compresi quelli che potrebbero esserlo nei loro paesi di provenienza, i migranti irregolari che saturano, con un atto violento, il "mercato".
Citazione di: acquario69 il 01 Luglio 2019, 04:38:39 AM
Italiani..vi sentite ancora di vivere in un paese cosiddetto "libero e democratico" ?
...2+2 per voi fa ancora 4 ??
https://www.youtube.com/watch?v=4_aLQbVqzIY
E' la mente del Capitale ad essere collettiva, a suo modo, e immortale, pare.
Libertà e democrazia sono barzellette borghesi inventate da chi proclamava il diritto alla felicità facendosi servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani. Basta vedere cosa costa un soggiorno di 4 anni nella casa del presidente della patria del liberalismo per capire che l'unica libertà e democrazia possibile è quella del denaro.
Dato ciò per scontato e prese le debite misure esistenziali, a me fa schifo non essere nemmeno in un paese
sicuro dove i delinquenti vengono rieducati, fosse pure con metodi stalinisti e gulag a volontà:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/jesolo_bagnini_pestati_da_baby_gang_treviso-4593648.html
Citazione di: Ipazia il 02 Luglio 2019, 09:39:46 AM
Citazione di: acquario69 il 01 Luglio 2019, 04:38:39 AM
Italiani..vi sentite ancora di vivere in un paese cosiddetto "libero e democratico" ?
...2+2 per voi fa ancora 4 ??
https://www.youtube.com/watch?v=4_aLQbVqzIY
E' la mente del Capitale ad essere collettiva, a suo modo, e immortale, pare. Libertà e democrazia sono barzellette borghesi inventate da chi proclamava il diritto alla felicità facendosi servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani. Basta vedere cosa costa un soggiorno di 4 anni nella casa del presidente della patria del liberalismo per capire che l'unica libertà e democrazia possibile è quella del denaro.
Dato ciò per scontato e prese le debite misure esistenziali, a me fa schifo non essere nemmeno in un paese sicuro dove i delinquenti vengono rieducati, fosse pure con metodi stalinisti e gulag a volontà:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/jesolo_bagnini_pestati_da_baby_gang_treviso-4593648.html
E se non è possibile "rieducarli" (la Cina – paese sicuro? - è un'autorità in materia) possono sempre contribuire in altri modi al bene collettivo.https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/01/cina-linchiesta-del-tribunale-indipendente-detenuti-della-setta-falun-gong-uccisi-per-espiantare-gli-organi/5285146/J4Y
Da Aristotele in poi si è capito il valore del giusto mezzo. Che non è la condanna a morte. Sotto il segno del denaro, direi che una congrua sanzione economica ai tutori è già altamente educativa. Più la fedina penale macchiata. Se il caso è particolarmente refrattario direi che i campi detentivi di lavoro non sono male come soluzione.
Citazione di: Ipazia il 02 Luglio 2019, 09:39:46 AM
Citazione di: acquario69 il 01 Luglio 2019, 04:38:39 AM
Italiani..vi sentite ancora di vivere in un paese cosiddetto "libero e democratico" ?
...2+2 per voi fa ancora 4 ??
https://www.youtube.com/watch?v=4_aLQbVqzIY
E' la mente del Capitale ad essere collettiva, a suo modo, e immortale, pare. Libertà e democrazia sono barzellette borghesi inventate da chi proclamava il diritto alla felicità facendosi servire nei campi, a tavola e a letto da schiavi africani. Basta vedere cosa costa un soggiorno di 4 anni nella casa del presidente della patria del liberalismo per capire che l'unica libertà e democrazia possibile è quella del denaro.
sul "borghese" tempo fa ci aperto un argomentohttps://www.riflessioni.it/logos/tematiche-filosofiche-5/il-borghese-(piccolo-piccolo)/E sul resto...CitazioneDato ciò per scontato e prese le debite misure esistenziali, a me fa schifo non essere nemmeno in un paese sicuro dove i delinquenti vengono rieducati, fosse pure con metodi stalinisti e gulag a volontà:
https://www.ilgazzettino.it/nordest/venezia/jesolo_bagnini_pestati_da_baby_gang_treviso-4593648.html
hai perfettamente ragione!...e farebbe molto schifo anche a mequesti sono proprio i frutti avvelenati venuti tutti a maturazione (data incubazione "68")http://www.marcelloveneziani.com/articoli/dieci-danni-ci-lascio-68/..ed oggi come puoi constatare da te siamo al delirio che viene fatto passare per "ragione" ...be' l'ho detto poco prima...e' la metastasi che avanza di ormai chiare forze avverse,nel pieno lavaggio del cervello a cui queste vi hanno ferocemente sottoposti in tutti questi anni...(il video "orwelliano" non l'ho messo li per caso)
Citazione di: Ipazia il 02 Luglio 2019, 09:39:46 AM
Dato ciò per scontato e prese le debite misure esistenziali, a me fa schifo non essere nemmeno in un paese sicuro dove i delinquenti vengono rieducati, fosse pure con metodi stalinisti e gulag a volontà:
Liberta..."democrazia"...sicurezzaNon avvertire più una certa sicurezza (anche e forse sopratutto nella semplice quotidianità) credo sia un sintomo ed anche un importante segnale che può darci la misura del suo "livello"...ma che riguarda secondo me, anche il suo grado di "libertà" parallelo (come può esserlo di un semplice ambiente circoscritto fino ad arrivare a quello più ampio di un intero paese di residenza dove si vive) e perciò non disgiunto dal primo e viceversa e che possiamo arrivare a percepire anche in maniera più o meno sensibile.credo che nel momento in cui diventa sempre più frequente tale disagio e tale sensazione, allora ritengo che dovrebbe scattarci un campanello di allarme al nostro interno.allo stesso tempo penso che nonostante sia relativamente facile avvertire tali sensazioni di insicurezza e quindi di non libertà, oggi e a mio avviso,gli ostacoli che si sovrappongono sono terribilmente più sottili e perciò di più difficile identificazione...in sostanza può accadere che si, possiamo avvertire il disagio,ma non riusciamo a capirne bene la reale provenienza.Dicevo appunto molto più "sottili"..perche le cose e di fatto la reale situazione nel suo complesso ci viene sistematicamente nascosta, ed e' come se ci venisse gettata costantemente una coltre densa e fumosa, con lo scopo appunto di non farci più vedere e naturalmente confonderci al massimo grado.avrai senz'altro fatto caso anche tu quanti venditori di fumo sono messi in circolazione e regolarmente sguinzagliati dal vero potere Un "piccolo" esempio tra i tanti (troppi) qui sotto:https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=62191
(vi hanno fatto credere...)
Vi hanno fatto credere che la Patria sia una cosa da fascisti, mentre vi trasformavano in fanatici nazionalisti di un macrostato di nome Unione europea. Vi hanno fatto credere che per essere "veramente di sinistra" la vostra patria "è il mondo intero", come cantavano gli anarchici. Facendovi dimenticare che quel Che che ostentate su magliette made in Bangladesh, gridava "Patria o morte". Vi hanno fatto credere che solidarietà internazionale non significa solidarietà "tra le nazioni", ma senza le nazioni. E mentre smantellavano quelle più forti e soggiogavano ancor più le più deboli, vi trasformavano in apolidi, cittadini di un mondo che tutto depreda e privatizza. Vi hanno fatto credere che i confini non esistono, mentre vi trasformavano nei paladini della terra di nessuno, dove non esistendo un territorio non può esserci esercizio di sovranità popolare, e quindi democrazia. Vi hanno fatto credere che il primo problema di un migrante sia farsi accogliere e non vivere dignitosamente a casa sua. Trasformandovi nei difensori della nuova tratta degli schiavi del modello neo coloniale. Vi hanno fatto credere che la libera circolazione sia fare l'Erasmus, mentre vi trasformavano in mendicanti errabondi che non possono spostarsi liberamente, ma solo a seconda delle opportunità, del lavoro e del salario. Manodopera al servizio del padrone. Vi hanno fatto credere che la vera libertà coincide con il libero mercato che tutto può comprare, compresi i bambini. Mentre trasformavano voi stessi e i vostri figli in nient'altro che merce. Vi hanno fatto credere che i diritti civili siano la quintessenza della moderna civiltà. Mentre vi trasformavano in precari con salari da fame, senza casa, senza lavoro, senza futuro. Vi hanno fatto credere che il socialismo e la rivoluzione siano fossili del Novecento, che l'individuo venga prima dello Stato e della comunità. Trasformandovi in atomi incapaci di formare una massa e quindi di essere popolo.
"Non mi avrete mai come volete voi" cantavate orgogliosi nelle manifestazioni. E invece vi hanno avuto esattamente come volevano. Soldatini del pensiero unico con indosso la stessa non-divisa, quella degli omologati nella categoria degli apparentemente diversi. Esotici e ammaestrati animali da circo la cui unica prospettiva è un tendone colorato. Lo stesso del domatore.
(Ed ora non vi e' più alcuna "torre d'avorio" possibile...abbattute pure quelle!)
Fonte:
http://www.giornaledelribelle.com/index.php?option=com_content&task=blogsection&id=1&Itemid=10
CitazioneElia scrive:
Però scusatemi, l'ot a volte è necessario.
In sintonia di cosa? Di quale integrazione ancora si parla? Vogliamo continuare a bendarci gli occhi e far finta che tutto va ben ...
allora Elia...lo riprendo io qui il tuo "OT" dove chiaramente in un altro tuo post scrivi in riferimento ai migranti, il loro arrivo in massa in maniera indiscriminata e in un paese come l'Italia dove non ci sono più regole certe nemmeno per la stessa popolazione autoctona...figuriamoci quale possibile "integrazione" (!) e visto che il clima..sopratutto in Italia ed in Europa.. e' palesemente orwelliano,ti faccio "qui" presente un servizio che vale la pena di vedere (video di 8minuti qui sotto) dove si notano bene i frutti dell' "integrazione" !! e che si sta sempre di più espandendo a macchia di leopardo in tutto il territorio nazionale....tra non molto arriverete ad avercele direttamente sotto casa le nuove varie mafie (che alcuni dicono non esistono!)https://www.youtube.com/watch?v=njCVxlPfudA
Allucinante. Sinistra se ci sei batti un colpo. Invece fa passerella sulle navi negriere. E se ne torna ai Parioli.
Citazione di: Ipazia il 01 Agosto 2019, 19:06:00 PM
Allucinante. Sinistra se ci sei batti un colpo. Invece fa passerella sulle navi negriere. E se ne torna ai Parioli.
sinistra? ..a parte che sai bene anche tu che della sinistra non vi e' più la benché minima traccia, ma forse ti sfugge che da questo cadavere, in putrefazione ormai da decenni, ne e' esalata fuori un entita' questa si davvero "sinistra" , e che davvero porta con se qualcosa di allucinante e che sta appunto fuori da qualsiasi sana spiegazione logica..Del resto in che modo e' ancora possibile ritrovare razionalità quando si sentono dire cose che ne stravolgono completamente il senso e di fatto la stessa realtà?...e per che cosa poi...purtroppo tra le altre cose ce ancora chi "pensa" che da tutto questo può trarne un "utile" (e sia chiaro che questa rimane comunque la mentalità più diffusa anche dei stessi sudditi) ed invece non si accorge della ridicola miopia che lo coinvolge e che si illude ancora (ma forse adesso non troppo, credo cominci ad avere il sentore di essersi infilato nella sua stessa trappola in qualche modo) di sfuggire allo scempio più o meno direttamente o indirettamente...che e' in fondo la stessa cosa...provocato.Nel frattempo i fatti parlano chiaro...qui sotto le sempre più frequenti ed inequivocabili cronache "marziane"https://www.maurizioblondet.it/risorse/PS:"I migranti sono l'elemento umano, ci offrono uno stile di vita che e' uno stile di vita che presto sarà lo stile di vita di tutti noi"(Laura Boldrini)
Riassumendo sinteticamente: siamo occupati militarmente da una potenza straniera da 74 anni.
Da 74 anni abbiamo perso il diritto all'autodeterminazione.
Siamo servi di un sistema bancario privato ed usuraio, che detta leggi e regole.
Abbiamo perduto una grande parte dei diritti acquisiti con lotte sanguinose.
Un milione di connazionali sono emigrati negli ultimissimi anni, la maggior parte al solo scopo di sopravvivere, altri perchè qui non avevano possibilità alcuna di svolgere le loro professionalità.
La maggior parte degli aventi diritto alla pensione dovrà lavorare fino alla vecchiaia, e la maggior parte di coloro che hanno meno di 40 anni forse la pensione non la vedrà mai.
Siamo invasi da anni da decine di migliaia di afroasiatici l'anno, che arrivano nel nostro Paese con vere azioni di forza, ed entrano senza permessi, senza vaccinazioni, senza controlli sanitari, senza controlli penali. Molti di loro sono o diverranno delinquenti, mafiosi, prostitute, braccianti a costo esiguo, donatori involontari di organi, fanatici religiosi, terroristi.
La Chiesa cattolica effettua continue e pesantissime ingerenze nella politica nazionale, guardandosi però bene dal pagare qualsiasi tassa allo Stato.
I salari e gli stipendi medi sono proporzionalmente più bassi rispetto a vent'anni fa, di oltre il 50%. In pratica un operaio che allora manteneva moglie e due figli dignitosamente, oggi stringe la cinghia e si riempie di debiti.
Sanità, istruzione, trasporti pubblici ed ogni sorta di servizi sono peggiorati in modo grave.
La microcriminalità è in continuo aumento, e la risposta dello Stato è sempre più debole, quando non addirittura risibile.
Buona parte dei bambini soffre di forme depressive, obesità, difficoltà di attenzione, incapacità motorie.
Le frontiere aperte permettono un flusso inarrestabile di ogni sorta di personaggi, compresi pendolari del crimine.
Il tessuto produttivo del Paese si è contratto, grazie ad una moneta sopravvalutata ad una tassazione insostenibile ed alla diserzione di molti imprenditori, che se ne fregano del loro
Paese e vanno a produrre all'estero.
Ebbene, in questo contesto vi sono "persone" le quali sostengono che noi siamo fortunati, siamo privilegiati, siamo ricchi e colpevoli, e per questo dobbiamo accettare ogni atto di aggressione nei nostri confronti, dall'invasione ai diktat UE, fino all'emorragia dei nostri giovani.
Queste "persone" appartengono alle seguenti categorie: magnati della finanza, servi al soldo dei magnati della finanza, funzionari della Chiesa fedeli alla linea del pampero, oikofobi, ignoranti, traditori.
Il governo vara un decreto, e la magistratura lo invalida. Il governo decide un provvedimento, e la magistratura lo invalida.
A qualcuno sembra normale?
Qualcuno di voi, più furbo od intelligente degli altri, ha per caso, nella cabina elettorale, votato per la magistratura?
Fonte:
https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=62387
E TU DORMI...DORMI...
https://www.youtube.com/watch?v=8r_rjnAULIM
Concordo pienamente. Sono sempre stata contraria ad un controllo politico della magistratura perchè funzionale solo al salvataggio di delinquenti eccellenti, però quando la magistratura invade campi politici come nel caso dell'ordinanza Valle o del TAR del Lazio facendo spaventosi cherry picking di principi astratti ed ignorando del tutto l'emergenza derivante dall'esercito di immigrati clandestini a zonzo per l'Italia si capisce che anche lasciare carta bianca ai magistrati è deleterio per l'interesse dei cittadini. Penso che in futuro vedrò con meno sospetto le proposte di riforma dell'ordinamento giudiziario. Una riforma che chiarisca chiaramente i limiti della giurisdizione. Assurdo che un TAR faccia giurisprudenza su questioni di ordine pubblico e difesa dei confini da immigrazione illegale.
La cosa più oscena è che il TAR, del Lazio poi, famoso per i tempi lunghi delle sue deliberazioni abbia deliberato in meno di 24 ore. Un evento simile all'aeronautica italiana che sbarca su Marte. Cose dell'altro mondo. Adesso voglio vedere quanto ci mette il CdS a rispondere al governo. Nel frattempo la magistratura agrigentina imperversa ed un'altra picconata alla sovranità dell'Italia viene inferta. La prossima nave negriera (norvegese) ha 500 falsi "naufrogo-profughi" a bordo. Da atea devo dire: che Dio ce la mandi buona.
Citazione di: Ipazia il 17 Agosto 2019, 19:21:02 PM
Concordo pienamente. Sono sempre stata contraria ad un controllo politico della magistratura perchè funzionale solo al salvataggio di delinquenti eccellenti, però quando la magistratura invade campi politici come nel caso dell'ordinanza Valle o del TAR del Lazio facendo spaventosi cherry picking di principi astratti ed ignorando del tutto l'emergenza derivante dall'esercito di immigrati clandestini a zonzo per l'Italia si capisce che anche lasciare carta bianca ai magistrati è deleterio per l'interesse dei cittadini. Penso che in futuro vedrò con meno sospetto le proposte di riforma dell'ordinamento giudiziario. Una riforma che chiarisca chiaramente i limiti della giurisdizione. Assurdo che un TAR faccia giurisprudenza su questioni di ordine pubblico e difesa dei confini da immigrazione illegale.
La cosa più oscena è che il TAR, del Lazio poi, famoso per i tempi lunghi delle sue deliberazioni abbia deliberato in meno di 24 ore. Un evento simile all'aeronautica italiana che sbarca su Marte. Cose dell'altro mondo. Adesso voglio vedere quanto ci mette il CdS a rispondere al governo. Nel frattempo la magistratura agrigentina imperversa ed un'altra picconata alla sovranità dell'Italia viene inferta. La prossima nave negriera (norvegese) ha 500 falsi "naufrogo-profughi" a bordo. Da atea devo dire: che Dio ce la mandi buona.
Eh si...cose dell'altro mondo...o se vogliamo si potrebbe ugualmente dire il mondo al contrario...dove si e' arrivati a mettere in discussione persino le più banali ovvietà (una delle tante: la terra piatta!!)Ora lasciamo momentaneamente da parte i particolari di tutte queste squallide vicende di cui siamo tra l'altro investiti quotidianamente (business migranti-ONG-magistratura) che dire assurde e suicide e' davvero poco, secondo me andrebbe fatta un ulteriore riflessione a monte e che in ultima analisi vede contrapposte; ...la realtà e la finzione, il vero dal falso...e come si accennava all'inizio, il punto in cui siamo evidentissimamente giunti,e' il rovesciamento completo (e che coinvolge tutto) per cui la finzione prende il posto della realtà e il falso viene scambiato per vero...in aggiunta al fatto che viene persino difeso ad oltranza e nella maniera più ottusa possibile finora mai verificatosida atea dici "che dio ce la mandi buona" ed in un altra tua recente conclusione.."forse solo un Lucifero ci salverà"...non so quanto queste siano solo battute ..o probabilmente qualcosa in più..Perciò dico che a prescindere dal sentirsi atei o credenti,cio che e' necessario come non mai in questo momento e' solo la verità..che altro non e' in termini più facilmente comprensibili, il ritorno (ritorno coscienziale) alla Realtà...il discorso si potrebbe ulteriormente approfondire, al momento lascio (un eco) aperto lo spunto per cui a mio avviso varrebbe la pena di riflettere...visto che ne hai le capacita ;)in ultimo voglio anche riproporre altre parole di Pasolini della sua ultimissima intervista (verra ucciso il giorno dopo) dal titolo "siamo tutti in pericolo" "..Qual è la tragedia? La tragedia è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l'una contro l'altra."
Verità: parola grande e paradossale. Cui solo il paradosso può misurare la grandezza. E mi ci sono cimentata pur'io come hai evidenziato.
Il primo paradosso è arrabattarsi tanto per la vita sapendo che prima o poi arriverà la morte. Ci si può inventare una vita ultraterrena, ma a quel punto la verità è spacciata, mutandosi in illusione. Che è pure lei una verità, ma di ordine inferiore. O una falsità di ordine superiore a tal punto da poter alimentare, con la speranza, una intera vita.
Io ne faccio a meno e invoco come ultima ratio il portatore di luce che ti offre la conoscenza ben sapendo - entrambi - che è una mela avvelenata. Il cui antidoto è, manco a dirlo, farsi dosi industriali di falsità, tipo mettersi su un canotto per attraversare un mare pericoloso in cerca di una terra promessa che non sta da nessuna parte. Su questa scommessa si è falsificato di tutto: profugo, naufrago, perseguitato, malato, minorenne, filantropo, volontario, referti medici, soccorso ... adottando e santificando comportamenti che ottengono più morte che vita. (Tralascio la falsificazione politica perchè è connaturata alla materia).
Ma forse, come dice jean, la vita è solo narrazione e il tragico ne è il sale più sapido. Nulla osta, tornando coi piedi a terra, che si possa optare per narrazioni più realistiche, polarizzate sulla prosa della vita quotidiana piuttosto che sulla poesia epica del canotto.
Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2019, 13:47:05 PM
Verità: parola grande e paradossale. Cui solo il paradosso può misurare la grandezza. E mi ci sono cimentata pur'io come hai evidenziato.
Il primo paradosso è arrabattarsi tanto per la vita sapendo che prima o poi arriverà la morte. Ci si può inventare una vita ultraterrena, ma a quel punto la verità è spacciata, mutandosi in illusione. Che è pure lei una verità, ma di ordine inferiore. O una falsità di ordine superiore a tal punto da poter alimentare, con la speranza, una intera vita.
Io ne faccio a meno e invoco come ultima ratio il portatore di luce che ti offre la conoscenza ben sapendo - entrambi - che è una mela avvelenata. Il cui antidoto è, manco a dirlo, farsi dosi industriali di falsità, tipo mettersi su un canotto per attraversare un mare pericoloso in cerca di una terra promessa che non sta da nessuna parte. Su questa scommessa si è falsificato di tutto: profugo, naufrago, perseguitato, malato, minorenne, filantropo, volontario, referti medici, soccorso ... adottando e santificando comportamenti che ottengono più morte che vita. (Tralascio la falsificazione politica perchè è connaturata alla materia).
Ma forse, come dice jean, la vita è solo narrazione e il tragico ne è il sale più sapido. Nulla osta, tornando coi piedi a terra, che si possa optare per narrazioni più realistiche, polarizzate sulla prosa della vita quotidiana piuttosto che sulla poesia epica del canotto.
nel caso in questione....e senza che vi sia il bisogno di inventarci vite ultraterrene... La verita (Una e Reale) e' cio che e' giusto, e cio che e' giusto puoi esser certa non la determina quella scritta (umana-relativa e perciò fondamentalmente arbitraria) e che - come si può facilmente constatare - al contrario non serve la legge ...ma se ne serve (falsità)"Il vostro parlare sia sì quando è sì, e no quando è no. Il di più viene dal maligno. Si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito"e non e' affatto necessario essere per forza credenti per arrivare a questa logica conclusione...che del resto viene ampiamente confermata dai fatti,come tu stessa riporti anche sopraun saluto
Salve Acquario69. Citandoti : "La verita (Una e Reale) e' cio che e' giusto, e cio che e' giusto..........", poi :
"Si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito".
Ecco, hai citato le fonti di ogni litigiosità, tendenziosità, di ogni ipocrisia.
Il secondo dettato, in particolare, si adatta ai costumi nostrani : ".......ma secondo lo spirito DEL GIUDICE DI TURNO".
Saluti.
Tipo il procuratore di Agrigento ? Tempestivo come una faina nel cogliere lo Spirito dei Tempi nelle sue aleatorie mutazioni.
@viator
Evidentemente,se anch'io non ho capito male il tuo intervento,stai fraintendendo le cose.
Forse dovresti prima cercare il significato di quella frase (da leggere nella sua interezza, senza omettere alcune parti) e non fermarti anche in questo caso alla lettera
La frase "si applichi la legge, non secondo la lettera, ma secondo lo spirito" non intende certo dire secondo lo "spirito"; umorale e sopratutto di comodo, dietro presunti interessi eccetera (quello non e' certo lo Spirito,semmai e' l'Ego distorto,se proprio dobbiamo puntualizzare esattamente le cose come stanno) come lo e' appunto del giudice di turno..e come le cronache mettono bene in evidenza,...ma fa riferimento allo Spirito..di Giustizia e Verità...che sono imprescindibili..altrimenti,come ho pure cercato di spiegare, avviene più o meno il contrario..
Secondo te e' giusto e corrisponde a verità quello che la magistratura sta combinando per forzare a tutti i costi lo sbarco di queste ONG, bypassando gli stessi decreti, provvedimenti, montando ridicole bugie su bugie e chi più ne ha più ne metta?
https://www.youtube.com/watch?v=e94FUlTiZCA
Ora pero bisognerebbe anche provare ad allargare il discorso, provare a vedere le cose con uno sguardo superiore (e senza pregiudizi) per arrivare a capire veramente bene le vicende particolari che stanno a valle e i meccanismi che hanno portato a questo e che e' di chiara identità..sinistra...
..E se forse sono io che mi spiego male, riporto qui sotto un intervista che spero chiarisca meglio di come ho fatto io
Quand'e' che verità e giustizia hanno smesso di andare a braccetto. (Intervista al prof.Galantini)"Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, racconto da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male ... A questa legge non è possibile si tolga valore, né lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo" ..affermava Cicerone ventuno secoli fa nel De re publica.Con altre parole il dottore della Chiesa di San Tommaso d'Aquino ribadiva il concetto rincarando la dose: "Una legge ingiusta, contraria alla legge naturale o alla legge divina, non è una legge ma una corruzione della legge, e non obbliga in coscienza".Anche Kant, che non è proprio una delle fonti del Catechismo, considerava la legge morale assoluta, libera da ogni condizionamento, universale e necessaria. Se diamo uno sguardo all'uso che le democrazie moderne fanno del diritto, si capisce bene che qualcosa nel corso della storia è andato storto.Se oggi i parlamenti si trovano a discutere di eutanasia dei minori, aborto, unioni civili, instradandosi su veri e propri campi minati etici e generando dei vertiginosi vuoti giuridici è semplicemente perché i tempi cambiano oppure esiste una valutazione più profonda? Pur partendo da visioni diverse e giungendo a conclusioni diverse, i tre grandi pensatori citati prima riconoscono l'informazione di un nesso inscindibile tra verità e giustizia, che inevitabilmente condiziona l'aggiornamento della norma, intesa come insieme di regole volte a disciplinare la vita organizzata.Abbiamo discusso di questo argomento con il professore Luca Galantini, docente di Regimi Internazionali all'Università Cattolica di Milano e di Storia del Diritto all'Università Europea di Roma, e autore con il professore Mario Palmaro, scomparso prematuramente due anni fa, del libro " Relativismo giuridico. La crisi del diritto positivo nello Stato moderno "(2012, Vita e Pensiero). Un testo di riferimento per chi vuole includere come, quando e perché verità e giustizia - e di conseguenza il diritto - hanno smesso di andare a un braccetto. Un testo quanto mai attuale per comprendere il modus operandi delle democrazie moderne. Di certo la frattura che abbiamo evocato prima nasce attorno ad un concetto errato di libertà.Abbandonato il concetto di libertà come figlia della verità ("La verità vi renderà liberi" Gv 8, 32), la modernità le ha cucito addosso una veste nuova, intendendola come "capacità di compiere gli atti desiderati".Dove si colloca temporaneamente la recisione del nesso tra verità e libertà?"La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio. Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole ricerca della naturale, ragionevole ricerca della naturale bontà delle cose insita nella prassi umana. Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza: venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico.I giuristi ben conoscono questa fase di privatizzazione della legge, in cui accanto alla tradizionale concezione della proprietà come dominium rerum, di impronta romanistica, si afferma la pericolosa temeraria convinzione del dominium sui, cioè l'uomo si considera padrone, in una chiave patrimonialistica, del proprio corpo, di sé stesso, avviando quel processo di dissociazione della persona attraverso la volontà di dominio del mondo contrapposta al senso ultimo del limite che caratterizza ogni essere umano nella sua razionale perfettibilità e limitazione.La secolarizzazione dell'Occidente è iniziata, e con essa una visione assai ombrosa dell'uomo, che si afferma secondo la logica dello stato della natura e dell'homo homini lupus. Sarà di li a poco nel formalismo giuridico delle moderne democrazie procedurali che troverà piena cristallizzazione la drammatica cesura tra norma di legge e giustizia: Hans Kelsen nel corso delle sue lezioni all'Università di Berkeley nel 1952 riconosceva che la scienza giuridica del XIX e XX secolo si dichiarava espressamente incapace di comprendere il problema della giustizia nella sua ricerca: né poteva essere diversamente, posto che la parola giustizia,destituita da ogni autentica genesi,poteva ridursi solo ad un flebile appello retorico alla fraternite' orfana del padre".Questo nuovo concetto di libertà non può dunque aver lasciato indenne il diritto, inteso come argine alla volontà assoluta dell'uomo.La privatizzazione del diritto citata da Galantini trova una perfetta sintesi nell'idolatria dei diritti denunciati da Simone Weil: la legge non viaggia più sui binari della verità ma diventa espressione della moda del tempo.Spiega Galantini: "La storicizzazione del diritto e della legge è un fenomeno che dalla fine del Medioevo accompagna drammaticamente i processi decisionali della società politica e civile. La natura consuetudinaria del diritto medievale privilegiava il mos, il costume, la morale in quanto nel pluralismo giuridico delle esperienze localistiche, territoriali, di etnia, si trovava l'elemento conduttore comune e giustificativo del fondamento della legge nel diritto divino, nella naturalità delle Scritture e dell'amore cristiano. Si parla non a caso di "jus commune" nel Medioevo come di un fenomeno spirituale, che tutto compone armoniosamente e riporta il concetto di sovranità e potere politico sotto la tutela di Dio.Gli esiti funesti dell'abbandono progressivo del diritto naturale e di ogni "giustificazione" della legge secondo il concetto di giustizia e dunque di verità sono il primo frutto amaro del positivismo giuridico, che qualifica la legge come tale solo se scritta ed emanata da un autorità politica sovrana.E' il dramma della cosiddetta legolatria, o dispotismo giuridico, già svelato nell'Ottocento nella critica ai facili miti dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese.La legge non è più meritevole di rispetto e condivisione perché contiene la giustizia, bensì per il solo fatto di provenire dal detentore del potere politico. E 'la famosa teoria della legge come espressione della volontà generale, una visione paleo-democratica della sovranità popolare, come opportunamente evidenziava il politologo Nicola Matteucci, perché rende sovrane le leggi e non gli uomini.La rigida astrattezza e la generalità della legge, frutto del dispotismo giacobino, porta inevitabilmente a mitizzare il principio di legalità, ignorando il momento della ricerca della verità in ogni legge, in quanto fatto in sé del tutto irrilevante.Nella dogmatica dell'illuminismo si afferma una concezione della legge fondata su assiomi e miti che dimentica un momento fondamentale: la ricerca del bene comune, ovverosia della meritevolezza del bene che deve essere protetta dalla legge stessa. Ognuno può oramai vantare interessi, desideri, inclinazioni, aspettative personali come manifestazioni di un diritto che lo Stato deve tutelare. Ovviamente il venir meno del momento della riflessione sulla meritevolezza della tutela di quella data pretesa è determinato dall'espulsione del concetto di giustizia dal diritto.La giustizia per sua natura è unica ed assoluta, non possiamo avere tante giustizie e verità. Al contrario oggi lo Stato viene chiamato a garantire le più diversificate, individualistiche e conflittuali pretese dal singolo soggetto: è il fenomeno dell'iperfetazione del diritto, ben descritto dal filosofo e dal politologo Marcel Gauchet. In una società atomizzata e liquida, per dirla alla Bauman, il momento della giustizia e della verità è un mero accidente.Gli aspetti del legislatore in vari Paesi occidentali sui temi eticamente sensibili sono la cartina di tornasole di quanto descritto: un legalitarismo demenziale che ha perso del tutto la memoria dell'origine del diritto e dunque fa carne da macello della dignità della persona umana secondo logiche che richiamano la celebre teoria del caos permanente cementata nel relativismo culturale dei nostri giorni che rifiuta la ricerca di un Logos universale ".Vista sotto questa luce la democrazia non solo risulta essere un sistema molto più che perfettibile, ma diventa addirittura l'humus perché questo nuovo errato concetto di diritto possa attecchire.Esemplare in questo senso la critica del filosofo John Finnis: "l'essere democratica,non è per una società condizione sufficiente per essere considerata degna e giusta di essere obbedita".Consapevoli di muoverci su un terreno irto di pericoli dal punto di vista logico, chiediamo al prof. Galantini di fare luce per comprendere come a suo avviso dovrebbero cambiare le democrazie moderne."Va da sé che il modello democratico, di per sé stesso, non sia assolutamente condizione sufficiente per garantire la tutela della dignità della persona umana.Non solo Finnis ha evidenziato questo punto, ma lo stesso Bobbio ha mestamente riconosciuto che ogni teoria sui diritti umani, per quanto ragionevole e condivisibile, non sia in grado di giustificarsi razionalmente..figuriamoci un istituto politico come la democrazia.Il giurista Zagrebelski, con acume, nel suo libro Il diritto mite, afferma espressamente che ogni regime democratico fondato sulla regola della maggioranza introduce nel mondo del diritto un elemento di artificialità,in quanto il diritto è il prodotto della lotta tra le fazioni politiche disciplinate nell'alveo della stessa Costituzione. Il diritto naturale in quanto affermazione di un ordine giusto e incontrovertibile non sarebbe dunque compatibile con la democrazia che è invece legata all'opinabilità e dunque alla relatività. La democrazia dunque ucciderebbe nel nuce il diritto naturale attraverso le convenzioni del compromesso tra logiche di maggioranza e minoranza, e quindi ogni qualsivoglia proposta sui diritti fondamentali dell'uomo,illuminata dal concetto di giustizia.Il filosofo laico Habermas afferma il fallimento del concetto di laicismo in contrapposizione al fecondo apporto alla sfera pubblica, politica e sociale che la religione può portare. Nel celebre confronto con l'allora cardinale Ratzinger all'Accademia Cattolica di Baviera, Habermas ebbe un accordo sulla necessità di un dialogo polifonico tra potere politico e religione, tra laicità e fede, al fine di dare un senso compiuto alla convivenza del genere umano.Tutto il contrario di ciò che sta accadendo ora.L'indirizzo della politica non è nemmeno più quello che converte su grandi strutture ideologiche, ma di rendere il processo di strutturazione estremamente liquido - per usare un termine in un enorme negli ultimi anni - il tutto alla schizofrenica ricerca del consenso. Se il riflesso pratico del potere è la legislazione e in essa non esiste rimando alla verità, l'unico scopo - ormai dichiarato palesemente - non è più quello di affermare un determinato modello di società, ma semplicemente di instaurare una dittatura della maggioranza, dove alla la base viene concessa l'illusione di poterne in qualche modo influenzarne le decisioni."Nelle aporie culturali della postmodernità la verità - e la giustizia di conseguenza - cessa di essere un bene pubblico, o meglio, un bene meritevole di tutela" incalza Galantini "posto che il sistema democratico pluralista per sopravvivere deve essere indifferente e una scelta di valori al fine di garantire le diverse concezioni delle libertà individuali, il rispetto delle coscienze, delle convinzioni religiose etiche e morali: ma se il sistema politico democratico deve garantire la sua neutralità o indifferenza di fronte ai valori, ne deriva l'assunzione di un potere pressoché illimitato alla volontà generale della maggioranza forma che si forma via via nelle aule parlamentari anche e sopratutto laddove si debba definire cosa sia giusto o meno ai fini della promulgazione di una legge.I rischi che ne derivano sono enormi in sede di tutela della persona umana. Penso ai riti temerari plebiscitari della democrazia del web, con cui si illude di osare una patina di legittimità a processi decisionali che interessano milioni di cittadini di uno Stato garantendo l'emozionale virtuale partecipazione al voto attraverso un semplice clic del mouse. Annota il costituzionalista Passerin d'Entreves che secondo il giusnaturalismo la legge non è soltanto misura dell'agire umano, ma anche giudizio di valore dell'agire umano, perché il bene ed il male sono le condizioni valutative dell'obbligo giuridico.Ma il diritto positivo non può adempiere a tale proposito perché - incalza Passerin d'Entreves - incarna solo i valori di un determinato gruppo d'interessi, o richiamando Zagrebelski, le logiche del conflitto tra maggioranza e minoranza parlamentare ".Al termine di questa conversazione viene spontaneo pensare che la scelta irrinunciabile della modernità di abbandonare il rapporto con la religiosità e abbracciare il concetto di laicità possa essere stato uno dei peggiori errori della modernità.Come ebbe a dire Joseph Ratzinger in un incontro tenutosi a Subiaco nell'aprile del 2005: "La vera contrapposizione che caratterizza il mondo di oggi non è quella tra le diverse culture religiose, ma quella tra la radicale emancipazione dell'uomo da Dio, dalle radici della vita, da una parte, e le grandi culture religiose dall'altra".Ribatte Galantini: "Potrei provocatoriamente rammentare Giovanbattista Vico, secondo cui dietro ogni grande questione politica irrisolta si cela una questione religiosa irrisolta.Il contenuto delle Costituzioni scritte moderne, quel catalogo di diritti fondamentali della persona umana, pone non pochi problemi nei termini in assolutezza, giustizia e legittimità: infatti tutte le Costituzioni non pongono, non creano, non predeterminano o eliminano a proprio piacimento la giustizia ed i diritti fondamentali dell'uomo, ma tuttalpiù si limita a riconoscerli come preesistenti alla propria azione di catalogazione.Il costituzionalismo moderno, di cui si appella il positivismo giuridico, si riduce dunque ad essere un surrogato artificiale del diritto naturale, un modesto succedaneo, come ben dice Robert George. Da questa precisa notifica del percorso storico dei presupposti ideologici delle istituzioni giuridiche secolarizzate contemporanee - e dei limiti di tali presupposti - è indispensabile partire a mio avviso per saper proporre con consapevpolezzai paradigmi giusnaturalistici in grado di orientamento assiologicamente la storia delle istituzioni politiche dell'umanità e dei diritti che ispirino secondo il primato della giustizia.Il giurista deve saper argomentare l'evidenza: l'evento del fallimento del senso di giustizia insito nel diritto positivo. Coglie efficacemente questa irrisolta antinomia dell'orizzonte giuridico moderno Benedetto XVI nel saggio L'elogio della coscienza, laddove afferma che noi non desideriamo che lo Stato ci imponga una determinata idea del bene e l'attenzione alla libertà di ciascuno ci sembra consistere oggi essenzialmente nel fatto che lo stato non pretenda di risolvere il problema della verità: la verità non appare conoscibile nella sfera sociale. Il tentativo di imporre a tutti ciò che una parte dei membri della società sembra essere la verità è perciò reputato come asservimento delle coscienze; la nozione di verità viene risospinta nel dominio dell'intolleranza e di quanto è profondamente anti-democratico ". Ma se la carità è privata di una retta consapevolezza di ciò che è giusto o ingiusto è assai ragionevole dubitare che si traduca in leggi che perseguono il bene e dunque la verità.Il mito della laicità dello Stato, e la sua deriva nel laicismo ha portato a dissolvere quel patrimonio millenario del senso religioso che è stato l'architrave nella formazione del pensiero occidentale, dall'antica Grecia ad oggi.Di fronte al drammatico nichilismo della mancanza di senso dell'esistenza che si irradia dall'organizzazione politica della società occidentale il recupero del dialogo virtuoso tra fede e ragione appare l'unica vera matura risposta che l'uomo può dare ".
Verità e Giustizia sono il medesimo.
Di modo che nessuno può pretendere di conoscere il Giusto.
Tuttavia, allo stesso tempo la Giustizia è ciò a cui tendere, attraverso la nostra fede nella Verità.
Salve, acquario69. Fraintendimento non mio. Ovvio che l'espressione "spirito della Legge" indichi "l'intenzione di colui che scrive la Legge", esprimendo quindi un dettame che dovrebbe risultare "super partes":
Sono io che poi ho commentato con facile ironia "trasformando" tale "spirito" nella eventuale disposizione d'animo di un qualsiasi giudice che si trovi ad applicare quella tal Legge. Saluti.
Citazione di: bobmax il 21 Agosto 2019, 13:31:55 PM
Verità e Giustizia sono il medesimo.
Di modo che nessuno può pretendere di conoscere il Giusto.
Tuttavia, allo stesso tempo la Giustizia è ciò a cui tendere, attraverso la nostra fede nella Verità.
A me sembra che le tue parole siano molto contraddittorie e finisci al solito per incartarti su te stesso. Invochi la fede nella verità ...ma se hai fede nella verità, allora vuol dire che ne hai già la certezza...e che quindi già la "conosci"..ne avverti inesorabilmente "l'immutabile" presenza... altrimenti spiegami un po..come faresti ad averci comunque fede in essa?...Ad ogni modo il giusto esiste eccome!! (Basta con il relativizzare sempre tutto!...questo si che' Nichilismo! come tante volte citi)facciamo conto che qualcuno cosi all'improvviso e senza alcuna ragione ti da un calcio sulla parte più sensibile del tuo corpo (insomma le palle,per tornare finalmente a dire -pane al pane e vino al vino- in maniera politicamente "scorretta")...sentiamo...lo troveresti giusto??Oppure ti faccio qui sotto la stessa domanda che ho fatto a viator (compreso video incorporato)Secondo te e' giusto e corrisponde a verità quello che la magistratura sta combinando per forzare a tutti i costi lo sbarco di queste ONG, bypassando gli stessi decreti, provvedimenti, montando ridicole bugie su bugie e chi più ne ha più ne metta? https://www.youtube.com/watch?v=e94FUlTiZCA-----@viatorgrazie per il chiarimento (credo proficuo e reciproco per entrambi)
@acquario69
Le mie parole ti risultano contraddittorie perché non vuoi vederne il reale significato.
La fede non è affatto certezza.
La fede è dubbio.
Di chi non vuole ingannarsi in nessun modo.
Perché... vuole la Verità!
Non confondere la fede con la superstizione.
E superstizione è credere che qualcosa sia verità assoluta.
Mentre l'autentica fede è fede nel Nulla.
E sai perché è fede nel Nulla?
Perché a niente e a nessuno puoi aggrapparti se non a te stesso!
Il calcio molto probabilmente lo considererei ingiusto. Ma sarebbe comunque una mia valutazione relativa. Non certo espressione della Giustizia assoluta.
Questo non vuol dire che io non segua ciò che è giusto dal mio punto di vista.
Ma devo cercare di tenere sempre presente, cosa difficilissima... che la mia verità è comunque relativa.
Occorre anche distinguere tra legittimità e Giustizia.
Che non sono la stessa cosa.
L'azione dei magistrati potrà essere legittima o meno.
Per te magari non è giusta.
Ma vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?
@bobmax
CitazioneLe mie parole ti risultano contraddittorie perché non vuoi vederne il reale significato.
La fede non è affatto certezza.
La fede è dubbio.
Di chi non vuole ingannarsi in nessun modo.
Perché... vuole la Verità!
Si ma il dubbio deve approdare alla verità e non rimanere taleCitazioneNon confondere la fede con la superstizione.
E superstizione è credere che qualcosa sia verità assoluta.
Mentre l'autentica fede è fede nel Nulla.
E sai perché è fede nel Nulla?
Perché a niente e a nessuno puoi aggrapparti se non a te stesso!
E per te questo sarebbe Nulla?...secondo me sarebbe già abbastanza e più che sufficiente perché quel nulla che dici tu non sarebbe più taleCitazioneIl calcio molto probabilmente lo considererei ingiusto. Ma sarebbe comunque una mia valutazione relativa. Non certo espressione della Giustizia assoluta.
Si ho capito...ma nel frattempo che facciamo,continuiamo a subire passivamente e solo perché la reputo una mia valutazione relativa?...non funziona cosi..anche il relativo ha una sua realtà e che non può non essere considerata...del resto il relativo e' l'altra parte rovesciata dell'assolutoCitazioneQuesto non vuol dire che io non segua ciò che è giusto dal mio punto di vista.
Ma devo cercare di tenere sempre presente, cosa difficilissima... che la mia verità è comunque relativa.
Per quanto questa sia relativa questa corrisponde comunque ad una verità assoluta..le due cose non sono separate (uno e molteplice)CitazioneOccorre anche distinguere tra legittimità e Giustizia.
Che non sono la stessa cosa.
L'azione dei magistrati potrà essere legittima o meno.
Per te magari non è giusta.
E per te invece?CitazioneMa vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?
no...ma ripeto...questo non giustifica lo stesso il fatto che debba subire un ingiustizia o contemplare il "nulla" e se necessario reagire e' sacrosanto...il riferimento e' sempre uno.
@acquario69
La questione della fede nella Verità, che è fede nel Nulla, non è di lana caprina...
Perché questa fede nasce dall'aut-aut che impone il pensiero razionale che guarda senza infingimenti questa nostra realtà.
Questo è il fine del pensiero razionale: portarci a effettuare la scelta radicale: il Bene è, oppure questa nostra realtà è puro vuoto meccanismo!
Questa scelta è forse l'unica che davvero abbiamo.
Per arrivarci abbiamo il nostro percorso, che richiede di stabilire di volta in volta cosa è bene e cosa è male.
Questo giusto e sbagliato sono frutti relativi alla nostra posizione nel percorso.
Non è che poiché sono relativi noi dovremmo allora non considerarli.
Sono il nostro percorso!
Di modo che, io ritengo che i magistrati stiano forzando le cose invadendo un ambito che non compete loro.
E allo stesso tempo valuto il comportamento di Salvini solo strumentale alla sua propaganda. Inefficace riguardo alla problematica dei migranti, ma molto efficace per guadagnare consenso.
Quindi valuto sia uno che gli altri negativamente.
Tuttavia, devo cercare di tener presente, che questo "male" che pur vedo è relativo.
La mia fede nella Verità richiede infatti da me l'impossibile: considerare che quel male in realtà non sia tale.
Il segno non basta, ci vuole anche la magnitudo per fare un discorso etico compiuto. Sodomizzare un bambino non è la stessa cosa che dargli uno schiaffo perchè ha rotto.
Molti non hanno ancora capito la gravità di quanto sta accadendo.
Siamo ormai in una situazione di vera guerra civile, anche se sotterranea.
Assistiamo ad un conflitto istituzionale inaudito, che vede una parte delle istituzioni, dirette da traditori, o attraverso singole unità militanti molto probabilmente legate a strutture segrete massoniche o simili, in particolare della magistratura, il più efficace e sperimentato strumento di eversione che permette di mantenere la mascheratura e la finzione di legalità, apertamente e spudoratamente schierate contro quelle che esprimono la volontà popolare e democratica, in una sistematica azione eversiva dell'ordine costituzionale. Siamo caduti sotto il giogo di una congrega di pazzi criminali alla guida della più mostruosa entità di Potere della Storia, la Cupola mondialista globalista finanz-capitalistica, con una parte, malata, del popolo italiano, traditori e deviati mentali, che ad essi obbedisce e dà ascolto e servizio. Ci troviamo in presenza di un attacco di gravità senza precedenti alla nostra Nazione e all'esistenza stessa del nostro Popolo, che vogliono inglobare in un Impero sovranazionale al loro comando. Per far questo disattivano le nostre Istituzioni e sostituiscono, per dissolverlo, il nostro Popolo, con una popolazione indistinta fatta affluire da tutto il mondo. Un progetto antropologico genocida mostruoso, in confronto al quale quello del Terzo Reich nazista fu una bazzecola, sostenuto internamente da infidi nemici collaborazionisti che agiscono contro il proprio paese e il proprio popolo. In un'Unione Europea impostaci con l'inganno e il ricatto, una vera dittatura nascosta, governata della casta finanziaria e capitalistica internazionale, e fondata su Trattati che palesemente e diffusamente violano e violentano la nostra Costituzione. Il tutto contornato da un'azione di abbattimento di limiti e riferimenti morali o valoriali, che non sia il buonismo becero dei loro zombi decerebrati, pienamente funzionale ai loro obiettivi criminali. Ci troviamo dunque in una situazione di GUERRA, e anche di GUERRA CIVILE interna tra il Popolo italiano e gli infami traditori e degenerati che, affiancatisi al nemico esterno, agiscono per ucciderci. Dobbiamo finalmente prenderne piena consapevolezza e regolarci di conseguenza.
Fonte:
http://www.giornaledelribelle.com
Salve Bobmax. Citandoti : "Ma vorrei chiederti, può davvero avvenire qualcosa nel mondo che non sia a livello assoluto Giusta?".
Secondo me certamente. Non esiste e lavora forse la Somma Giustiziera che pone fine alle nostre esistenze ? Saluti.
Citazione di: acquario69 il 21 Agosto 2019, 11:25:03 AM
Quand'e' che verità e giustizia hanno smesso di andare a braccetto. (Intervista al prof.Galantini)
Molte cose condivisibili, escluso il punto di partenza. L'etica non è mai stata un processo cristallino, neppure sotto il segno di ideologie religiose forti e condivise che hanno riempito gli armadi dei loro scheletri inconfessabili.
E' vero che la laicità ha fallito la sua promessa storica,
ma non per eccesso bensì per difetto, perchè non ha saputo creare una società integralmente laica ma l'ha popolata di feticci, peggiori di quelli che aveva abbattuto, incardinati nell'idolatria capitalistica del Mercato cui tutto, come ad un dio fenicio, viene sacrificato.
Tale idolatria ha il grave difetto di reificare l'umano a livelli che nessuna religione aveva mai raggiunto essendo ogni divinità quantomeno antropomorfica. Il Capitale, no; non ha nulla di umano e finisce col rendere l'umano stesso appendice di una macchina produttiva di merci che producono capitale in un moto perpetuo da cui l'umano è totalmente espunto. E con esso anche la spiritualità che un umanesimo realizzato potrebbe porre come cemento aggregante di una ricomposta comunità. La laicità ha perso il treno dell'umanesimo e il risultato è un lacerante ordine macchinico in una caotica società pre hobbesiana
omnium contra omnes dove l'unico diritto vigente è quello della forza. Economica e militare.
Difendere i confini dai barbari è sacrosanto, ma se non si danno motivi a chi li difende per difenderli il crollo dell'impero è inevitabile. Questo i padroni del mondo lo sanno e giocano, dalle loro residenze fuori dalla mischia, capitalizzando i guadagni su
entrambi i fronti. Questa è probabilmente la tragedia più indigeribile. E al momento attuale meno attaccabile. Onore a chi resta sulle barricate ma, come insegna la stoa, soprattutto per i più anziani, anche una ritirata nella filosofia può alleviare quel che resta da vivere. Lasciando ai posteri l'ardua sentenza.
Citazione di: acquario69 il 21 Agosto 2019, 11:25:03 AM
Quand'e' che verità e giustizia hanno smesso di andare a braccetto. (Intervista al prof.Galantini)
"Vi è una legge vera, ragione retta conforme alla natura, presente in tutti, invariabile, eterna, racconto da richiamare con i suoi comandi al dovere, e da distogliere con i suoi divieti dall'agire male ... A questa legge non è possibile si tolga valore, né lecito che in qualcosa si deroghi, né essa può essere abrogata; da questa legge non possiamo essere sciolti ad opera del senato o del popolo" ..affermava Cicerone ventuno secoli fa nel De re publica.
Con altre parole il dottore della Chiesa di San Tommaso d'Aquino ribadiva il concetto rincarando la dose: "Una legge ingiusta, contraria alla legge naturale o alla legge divina, non è una legge ma una corruzione della legge, e non obbliga in coscienza".
Anche Kant, che non è proprio una delle fonti del Catechismo, considerava la legge morale assoluta, libera da ogni condizionamento, universale e necessaria.
Se diamo uno sguardo all'uso che le democrazie moderne fanno del diritto, si capisce bene che qualcosa nel corso della storia è andato storto.
Se oggi i parlamenti si trovano a discutere di eutanasia dei minori, aborto, unioni civili, instradandosi su veri e propri campi minati etici e generando dei vertiginosi vuoti giuridici è semplicemente perché i tempi cambiano oppure esiste una valutazione più profonda? Pur partendo da visioni diverse e giungendo a conclusioni diverse, i tre grandi pensatori citati prima riconoscono l'informazione di un nesso inscindibile tra verità e giustizia, che inevitabilmente condiziona l'aggiornamento della norma, intesa come insieme di regole volte a disciplinare la vita organizzata.
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ciao Acquario,
L'incipit di Cicerone è già contraddittoria.
Non c'è nessuna legge umana ispirata dalla natura , la quale non conosce né il bene e neppure il male, tanto meno la giustizia.
Tommaso d'Aquino dovrebbe dirci quando e dove nei Vangeli ,Gesù sostenga che la legge di natura corrisponda alla legge divina e in cosa consista la legge divina formulata da Tommaso-
La legge morale kantiana non ha proprio fondamento rispetto a ciò che scrive nella Critica della ragion pura. E' una posizione, quella di Kant, troppo debole per reggere l'impianto dei rapporti etica/morale/legge/ diritto.
E'vero che la democrazia contemporanea è in crisi, ma i dispositivi culturali sono da cercare molto più in là di Kant(criticismo empirista/razionalista), Tommaso( scuola peripatetica, diritto divino/naturale) e Cicerone( origini nello stoicismo).
Il rapporto verità e giustizia implicò dai presocratici passando per Platone ed Aristotele, senza dimenticare Parmenide: che cosa è la verità e cosa è dike(giustizia).Non ci può essere una giustizia senza sapere prima cosa si intenda per verità
GV 8,32, intende liberi dal peccato in quanto non credevano alla verità per cui Gesù fosse venuto dal Padre.
La libertà fu "esaltata " dal cristianesimo L'implicazione è: libero/responsabile,
responsabile/sanzionabile. Come potrebbe un uomo non-libero essere sanzionato?
Il diritto romano con auctoritas e potestas pone un eccezione sovrana al di sopra della libertà e della stessa verità che già fu scissa nelle aporie categoriali aristoteliche nella OUSIA; ma già prima la filosofia si contendeva fra una verità eterna incontrovertibile e un divenire contraddittorio dove l'uno si mescolava nella molteplicità, per cui termini come verità, giustizia, libertà verranno scissi
e articolati seguendo i moti culturali storici.
Se la verità è, allora già contiene vita, giustizia,libertà.E se la verità è "una" eterna e incontrovertibile, vita, giustizia e libertà non possono essere scissi o subire le correnti del tempo del divenire per essere continuamente reinterpretati.
In conclusione, l'impianto generale è corretto da ciò che viene argomentato, Ma l'aporia era già al tempo filosofia greca, i tempi successivi, il diritto romano e addirittura il diritto canonico, prima ancora della modernità, semmai man mano che arriviamo alla contemporaneità, viene esaltata la scissione perdendo identità dei termini.
@
Ipazia e paulCitazioneMolte cose condivisibili, escluso il punto di partenza. L'etica non è mai stata un processo cristallino, neppure sotto il segno di ideologie religiose forti e condivise che hanno riempito gli armadi dei loro scheletri inconfessabili.
Infatti l'etica da sola non basta (e qui trapela il limite della religione) "La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio. Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole bontà delle cose insita nella prassi umana. Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza: venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico.Qui sopra invece l'autore a mio avviso spiega le cose da un punto di vista molto diverso e accenna alla visione metafisica (che non e' strettamente religiosa..ed oggi di quel che rimane della religione,meno che mai)E fa notare che il punto di svolta e' l'antropocentrismo che da quel momento in poi dara' la direzione fino ad arrivare all'individualismo estremo dei nostri giorni, che comporterà a sua volta più o meno la seconda parte della tua descrizione, solo che tu ritorni allo stesso umanesimo che ha invece e per l'appunto innescato l'antropocentrismo.La visione metafisica non separa l'uomo da tutto il resto ne tantomeno mette un Dio a distanza, concependolo come un entita anch'essa separata e trasformata in qualcosa di altrettanto "umano" con tutto cio che ne e' conseguito anche in questo caso.CitazioneL'incipit di Cicerone è già contraddittoria.
Non c'è nessuna legge umana ispirata dalla natura , la quale non conosce né il bene e neppure il male, tanto meno la giustizia.
Tommaso d'Aquino dovrebbe dirci quando e dove nei Vangeli ,Gesù sostenga che la legge di natura corrisponda alla legge divina e in cosa consista la legge divina formulata da Tommaso-
Io credo che Cicerone - e Tommaso.. intendesse per "natura" non quella del divenire ma quella.."presente in tutti, invariabile ed eterna"..(ossia quella metafisica)..cioè della natura come causa -Natura naturans- e non solo come effetto -Natura naturata...ripreso poi da Giordano Bruno - Della causa principio et uno....e per il Taoismo il corrispondente di Yang e yin Noi oggi abbiamo infatti perso questo significato (ed anche questo e' effetto dell'individualismo antropocentrico) ecco perché per noi natura si limita a quella manifesta... ossia l'effetto,ma non la causa.e su quest'ultima considerazione (quella di non riuscire più a vedere la "causa" ma solo "l'effetto") si sono aggrovigliate inestricabilmente le cose di cui "ora" si notano bene tutte le conseguenze..
Citazione di: acquario69 il 23 Agosto 2019, 06:52:51 AM
Infatti l'etica da sola non basta (e qui trapela il limite della religione)
L'etica non è solo religiosa, è antropologica. Ed è tutto ciò di cui disponiamo per stabilire criteri di giustizia riferiti alla verità della contingenza epistemologica e storica (l'astoricità ideologica nel rapporto coi migranti è fonte di danni a ogni pensante evidenti).
Citazione"La concezione di libertà che oggi viviamo ha radici lontane, e si colloca al tramonto del Medioevo" spiega Galantini. "Già dal Quattrocento il pensiero umanistico, il cosiddetto Rinascimento, pone le basi di una critica serrata alle "catene" che la visione metafisica cristiana imporrebbe alla storia dell'uomo. Nelle molteplici discipline del pensiero, dalla religione con Lutero, alla politica con Machiavelli, alla filosofia e al diritto con Grozio e Hobbes, si giungerà a convergere sul convincimento dell'autofondazione dell'uomo come soggetto al centro del cosmo. Questa visione antropocentrica dello stato di natura si sostituisce al cosmocentrismo di impronta medievale, in cui l'uomo, come afferma San Tommaso, manifesta la sua intelligenza nel saper contemplare con umiltà il fondamento della sua esistenza, cioè la Creazione come dono di Dio...
L'umanesimo rinascimentale è risposta contingente al dogmatismo cristiano che corregge con la citazione di Galilei ai detentori insediati del sapere: "Non mi sento obbligato a credere che lo stesso Dio che ci ha dotato di sensi, ragione ed intelletto abbia inteso permetterci di rinunciare al loro utilizzo." Tale correzione è ben lontana da una hybris antropocentrica. E questo vale da Spinoza a Newton. Semmai è proprio la concezione giudaico-cristiana a porre fin dalla Genesi il modello antropocentrico con la terra al centro dell'universo e l'uomo al centro del creato, opponendosi strenuamente ad un modello scientifico dell'universo che via via confermava la marginalità della terra e dei suoi abitanti rispetto all'immensità dell'universo. Modello scientifico che demoliva la Genesi ed ogni illusione antropocentrica.
Citazione...Il diritto naturale cristiano quindi non può fare a meno di impregnare profondamente ogni atto di legge, di norma, di diritto consuetudinario, di quel carattere di equità e giustizia in quanto manifestazione della naturale, ragionevole bontà delle cose insita nella prassi umana...
Non mi pare che la storia, e tantomeno quella delle religioni del Libro, confermi la "ragionevole bontà delle cose insita nella prassi umana", tant'è che la filosofia giusnaturalistica ha dovuto ovunque scontrarsi con la dogmatica dominante e la sua idea di peccato.
Citazione... Tutto il contrario della problematica visione antropocentrica che si considera dall'Umanesimo in poi, dove l'uomo, presunto artefice di sé stesso, concepisce la vicenda storica come uno stato di perenne costante conflittualità e lotta per la sopravvivenza:venuto a mancare il Padre, la legittimazione della legge non è più la giustizia, e dunque la libertà si traduce in una ricerca ineluttabile del proprio bene individualistico."
Il conflitto è nella natura delle cose viventi. Lo si può nascondere sotto il tappeto come fa la Genesi ma tale rimane.
Legge e giustizia sono punti d'arrivo, non di partenza. Anche quando governava il Padre, non è che i suoi emissari abbiano brillato per giustizia e verità, essendone piuttosto i persecutori che i propagatori.
CitazioneQui sopra invece l'autore a mio avviso spiega le cose da un punto di vista molto diverso e accenna alla visione metafisica (che non e' strettamente religiosa..ed oggi di quel che rimane della religione,meno che mai). E fa notare che il punto di svolta e' l'antropocentrismo che da quel momento in poi dara' la direzione fino ad arrivare all'individualismo estremo dei nostri giorni, che comporterà a sua volta più o meno la seconda parte della tua descrizione, solo che tu ritorni allo stesso umanesimo che ha invece e per l'appunto innescato l'antropocentrismo. La visione metafisica non separa l'uomo da tutto il resto ne tantomeno mette un Dio a distanza, concependolo come un entita anch'essa separata e trasformata in qualcosa di altrettanto "umano" con tutto cio che ne e' conseguito anche in questo caso.
Premesso quanto sopra non vedo quale correlazione diretta possa esserci tra umanesimo e individualismo. Le humanae litterae hanno rivelato nel loro sviluppo la marginalità degli umani e del loro pianeta nell'universo suscitandone sgomento (Pascal). L'individualismo nasce come contrapposizione alla dimensione sociale - certamente presente nella concezione cristiana, ma pure in quella atea illuminista e socialista - ed è sponsorizzato ideologicamente dal modello emergente dell'impresa capitalistica e del suo demiurgo consacrato: l'imprenditore; subito candidatosi a prendere il posto vacante del Padre. Semmai è questo il problema: quel posto è ineluttabilmente vacante e qualcuno o qualcosa lo deve occupare proprio perchè siamo una specie sociale. Assai complessa per giunta. E quindi la "natura"
tal quale aiuta poco e anche il giusnaturalismo ha fatto il suo tempo insieme ad ogni concezione immanentistica della bontà. L'unica bontà possibile sta nella conoscenza dei processi naturali e nelle buone pratiche ecologiche. Ed etologiche, riferite all'etologia umana.
Quindi ribadisco: il fallimento della laicità è non averlo saputo occupare in prima persona, coi suoi valori etici di giustizia e verità (sociale), ma di averlo lasciato agli idoli sempre più impresentabili della post modernità. Dubito che un ritorno a Padri celesti sia attuabile e laddove lo si fa si deve ricorrere al dogma, alla violenza e al totalitarismo della teocrazia. Modello etico decotto che di giustizia e verità ne offre assai poca.
@ Ipazia
Tu rispondi continuando a rifarti sulla religione...io invece scrivevo di metafisica.
PASSO E CHIUDO :)
Che metafisica esiste al di fuori delle visioni del mondo e delle ideologie ?
Citazione di: acquario69 il 23 Agosto 2019, 06:52:51 AM
@ Ipazia e paul
CitazioneL'incipit di Cicerone è già contraddittoria.
Non c'è nessuna legge umana ispirata dalla natura , la quale non conosce né il bene e neppure il male, tanto meno la giustizia.
Tommaso d'Aquino dovrebbe dirci quando e dove nei Vangeli ,Gesù sostenga che la legge di natura corrisponda alla legge divina e in cosa consista la legge divina formulata da Tommaso-
Io credo che Cicerone - e Tommaso.. intendesse per "natura" non quella del divenire ma quella.."presente in tutti, invariabile ed eterna"..(ossia quella metafisica)..cioè della natura come causa -Natura naturans- e non solo come effetto -Natura naturata...ripreso poi da Giordano Bruno - Della causa principio et uno....e per il Taoismo il corrispondente di Yang e yin
Noi oggi abbiamo infatti perso questo significato (ed anche questo e' effetto dell'individualismo antropocentrico) ecco perché per noi natura si limita a quella manifesta... ossia l'effetto,ma non la causa.
e su quest'ultima considerazione (quella di non riuscire più a vedere la "causa" ma solo "l'effetto") si sono aggrovigliate inestricabilmente le cose di cui "ora" si notano bene tutte le conseguenze..
Ciao Acquario,
capisco e condivido cosa vuoi dire tu, ma non gli autori e relative argomentazioni che non sono affatto portatrici di chiarezza, tutt'altro.
Aristotele ,dal punto di vista filosofico con la sua scuola peripatetica è arrivata fino a Tommaso
d'Aquino, dottore della chiesa .
Parecchi filosofi moderni, chi soprattutto si occupa di ontologia, di metafisica, hanno continuato a seguire le sue aporie originarie. Il primo Heidegger è intriso di pragmatica aristotelica.
Fortunatamente ,soprattutto negli ultimi decenni ,qualcuno approfondendo i suoi scritti si è accorto di importanti ambiguità come il TO ON (Essere) che Aristotele gestisce lessicamente e come copula, creando ambiguità lessicali e predicative.
Aristotele è per il divenire. più che per l'eterno, è per gli effetti, più che per le cause.
Ha contribuito ad aprire l'aporia del fondamento che tutt'ora opera.
Chiudo qui perché vado off topic
Citazione di: Ipazia il 23 Agosto 2019, 09:47:23 AM
Che metafisica esiste al di fuori delle visioni del mondo e delle ideologie ?
...quello delle forme, quella possibilità tutta umana ,e ninete affatto animale, di postualre dei primitivi euclidei per costruire i teoremi delle geometrie, e le matematiche e di cui i Galilei e i Newton si sono serviti.
Comincio fortemente a dubitare che oggi l'uomo post moderno ne sarebbe in grado ,preso com'è dalla efficienza e produttività, del fare per non pensare.
Il pensare che il passato è ignoranza ,l'oggi è lotta, e domani felicità, quella idea "moderna" di progresso materiale, viene dal cristianesimo stesso
(passato peccato originale, oggi è vivere la sofferenza, domani è paradiso), Non si capiscono i potenti dispositivi culturali che hanno più facce della stessa medaglia.
L'individuo, il soggetto (sub-jectum in latino) signifca che-sta-sotto traduzione del greco di hypokeimenono. Non siamo mai stati, compresi i capitalisti "padroni" della storia.
Il naturalismo moderno ha contribuito ad abbassare all'infimo il sub-jectum rendendolo animale, una mutagenesi virale, così è più supino ad accettare dal di-sotto ciò che la vita e la storia gli scorre addosso, non sapendo più distinguere l'istinto rigido di un animale che come nasce si alza e cammina mentre l'uom è completamente inetto e inerme e ha necessita di essere accudito, formato educato almeno fino all'adolescenza.
Questo altro dispositvo culturale permetterà ai futuri umanni di affondare nel sub-jectum bestiale e potere accettare ancora di più l disumanizzazione come fosse orpello per avere il"funzionario dell'apparato" misurato sull'efficienza e produttività, come vuole il "progresso".
Citazione di: paul11 il 23 Agosto 2019, 17:31:01 PM
Citazione di: Ipazia il 23 Agosto 2019, 09:47:23 AM
Che metafisica esiste al di fuori delle visioni del mondo e delle ideologie ?
...quello delle forme, quella possibilità tutta umana ,e ninete affatto animale, di postualre dei primitivi euclidei per costruire i teoremi delle geometrie, e le matematiche e di cui i Galilei e i Newton si sono serviti.
Ma anche questo rientra in una "visione del mondo", proprio in senso letterale, antropomorfizzandolo secondo la nostra capacità visiva sensibile e intellettuale.
Tutti in fila per tre
https://www.youtube.com/watch?v=AqdP9oKXXcA
Presto vieni qui ma su non fare così
ma non li vedi quanti altri bambini
che sono tutti come te
che stanno in fila per tre
che sono bravi e che non piangono mai...
E' il primo giorno però domani ti abituerai
e ti sembrerà una cosa normale
fare la fila per tre, risponder sempre di sì
e comportarti da persona civile...
https://www.youtube.com/watch?v=Et8eiLURIFk
La (psico)polizia del politicamente correttoIl totalitarismo del buoni sentimenti ("buoni" solo in apparenza) ha i suoi cani da guardia, la sua psicopolizia, pronti a riportare all'ovile chiunque dissenta od osi manifestare pubblicamente dei dubbi.E le conseguenze sono tanto feroci quanto implacabili.«Quando esiste una sorveglianza su ciò che si dice si vive in un regime dittatoriale, il cui destino è vivere stabilendo divieti e decretando punizioni»,Si vuole cioè evitare la possibilità di pensare, di esprimersi liberamente. Si vuole neutralizzare la coscienza critica e censurare qualunque forma di dissidenza. Per chi sgarra la prima sanzione è «l'avvertimento in stile mafioso», con lo scatenamento delle armate mediatiche o dei cyberbullisti o i troll dei social network.Si passa poi all'esclusione dal dibattito, infine alla punizione. Chi dissente dal pensiero unico va censurato, silenziato, deve arrivare a vergognarsi non solo di quello che ha detto ma di quello che ha "osato" pensare. Potrà pertanto essere riaccettato nella comunità solo a patto di umiliarsi e chiedere pubblicamente perdono (ve li ricordate quei processi mediatici a quei vip che si sono macchiati di psicoreato, da Barilla a Predolin?).Denigrando e perseguitando gli intellettuali e le menti critiche si spera così di disincentivarli dal continuare le loro ricerche. Se questi si ostinano a continuare, verranno puniti attraverso le sempre più numerose norme e attraverso l'introduzione del reato d'opinione (ci siamo quasi...).La dittatura del politicamente correttoDi certe tematiche non si deve parlare per non urtare alcune minoranze che sembrano aver preso in ostaggio il senso critico. Chi si permette di farlo dovrebbe ritagliarsi una fascetta di tessuto, ricamarci l'iniziale di "E" di eretico, e cucirsela a bella vista sui vestiti. In fondo anche la stregoneria quando venne perseguitata era assimilata all'eresia. Anche essere politicamente scorretti è una forma di eresia: significa rifiutarsi di conformarsi al pensiero unico, dissentire dall'Ortodossia di Stato, forgiarsi una propria opinione alternativa alla maggioranza e difenderla a rischio di, citando Ernst Jünger, "darsi al bosco".E per tutti gli altri ci saranno i farmaci (come il "soma", la droga di Stato del Mondo nuovo di Aldous Huxley) o il conformarsi ai costumi libertari e progressisti del pensiero unico.Fonte:https://www.ariannaeditrice.it/articoli/schierarsi-contro-il-politicamente-corretto...e che ti serva da lezione !!https://www.youtube.com/watch?v=--byg1N842ETu che sei innocenteTu che non hai fatto nienteTu che ti lamentiPerché ti hanno imbrogliatoAllora adesso senti:Tu andrai in prigioneIn prigione, in prigioneProprio tu, in prigioneE che ti serva da lezione!Tu che hai rispettatoLe leggi dello statoTi senti sfortunatoTi senti perseguitato, offesoAmareggiato, allora:In prigione, in prigione!...Tu che hai calcolatoTu che hai provvedutoTu che non hai mai sgarratoTu che alla giustiziaCi hai sempre credutoTu andrai in prigione!Tu che indaghi sempreSul conto della genteE non ti fermi alle apparenzeMa analizzi, scavi e poiSputi le sentenze, allora:In prigione, in prigione!Tu che sei avvocatoSerio e preparatoRidi e scherzi pocoMa conosci tutte le regoleDel gioco, allora:In prigione, in prigione!
Il totalitarismo dei cattivi sentimenti é comunque ancor peggio. Junger, per quanto critico nei confronti del nazismo, e per quanto brillante intellettuale, é stato un ufficiale della Wehrmacht, una istituzione che non gradiva le opposizioni e le critiche. Allora non bastava la "E" di eretico ma si veniva passati per le armi.
Sul tuo discorso, che potrei anche condividere, avrei preferito un altro campione (ad es. Orwell).
Salve Paul11. Citandoti : "Il pensare che il passato è ignoranza ,l'oggi è lotta, e domani felicità, quella idea "moderna" di progresso materiale, viene dal cristianesimo stesso (passato peccato originale, oggi è vivere la sofferenza, domani è paradiso)."
Quindi due certezze ed una speranza. Ovvero, la dottrina del masochismo inculcata al popolo. Saluti.