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LOGOS - Argomenti => Percorsi ed Esperienze => Discussione aperta da: Jacopus il 05 Febbraio 2019, 21:03:17 PM

Titolo: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 05 Febbraio 2019, 21:03:17 PM
Sulle orme di altri esimi forumisti, inauguro il mio spazio, dove ovviamente tutti sono benvenuti. E' un'osteria economica, dove stazionano sempre quattro pensionati mezzo avvelenati, sono al tavolino più in fondo. Bevono il vino buono. Lo tengo per loro e qualche volta glielo offro. Poichè non posso essere sempre presente ho assunto un oste, un certo Conrad. Un tipo straordinario. Ha navigato per una vita ed ora è stanco. Avrebbe voluto scrivere, ispirato dalle tante avventure trascorse ma poi si è detto che forse era meglio soprassedere ed ora preferisce spillare birra e preparare grogs. Oltre alla birra e al vino si può ordinare anche del buon cibo. Niente di raffinato, menù alla buona, di quelli da osteria. E tra un boccale e un boccone, si parla, si parla, si parla. Inoltre c'è un asso nella manica. Già. Si può fumare! Gli avventori qui sono piuttosto fatalisti ed anche leggermente esteti. Un'atmosfera fumosa è quanto di meglio si possa desiderare per sentirsi a proprio agio. Accanto all'osteria, ovviamente c'è il famoso Hotel. Lì gli ospiti fanno un gran baccano, si sbracciano, si dicono continuamente "che divertimento, che divertimento". In realtà sono una brigata di uomini e donne sudaticce. Il maitre è un tipo ancora più strano del mio oste, lo chiamano Gyorkj e borbotta di continuo che vorrebbe che quell'albergo crollasse.
Per il momento non aggiungo altro. Anzi no. Aggiungo una ricetta semplice semplice. Il pesto, che non può mancare nell'osteria Abisso. Prendete i pinoli e sbriciolateli nel pesto di marmo. Se non avete il pesto di marmo usate un mixer. Aggiungete il formaggio, pecorino e parmigiano, rigorosamente a metà. Riprendete a sbriciolare, aggiungendo un poco alla volta, olio evo. Uno spicco d'aglio, al quale avrete tolto l'anima è il prossimo passo. Avrete ottenuto un impasto semigranulare. Ora aggiungete abbondante basilico. Il migliore è quello di Pra. Alla fine avrete una sostanza fangosa di colore verde. Assaggiate. Non deve prevalere il sapore del basilico. In questo caso aggiungete soprattutto pinoli che hanno un sapore neutro e fanno da collante fra tutti i sapori. Nel caso non siate dei puristi aggiungete anche qualche noce. Per la pasta, si usano trenette o trofie che assorbono meglio il sugo. Importante: aggiungete un paio di cucchiai di acqua di cottura al pesto. Ora sedetevi pure in quel tavolo libero, vicino al pianoforte, sto impiattando.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jean il 05 Febbraio 2019, 22:39:18 PM
... ma niente patate e fagiolini nelle trenette al pesto?  

(il vino buono è quello del Sari...)

(... uno dei quattro – intercambiabili amici al bar, la canzone del pianista – è il mio amico paul11 a cui suggerisco una pausa per venir qui ad intossicarsi un po'...)

beh, simpatico il nome... o filosofo, dove tu vai? E dove, se non a sbirciar nel fondo dell'Abisso...!
 


Ciao Jack
J4Y
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 06 Febbraio 2019, 17:56:32 PM
Stasera alla solita ora entra Hamid. La faccia come cuoio stagionato e due baffi grigiastri. Una faccia da topo saggio. Conrad gli lancia la solita occhiata truce e gli offre un caffè. L'ho istruito su Hamid. Un caffè non si nega a nessuno. Hamid ringrazia con un cenno e scappa come un fantasma.
Sulla carità ho avuto idee contrastanti. Dopo l'infanzia, per molti lunghi anni l'ho pensata come un alibi, un modo per pulirsi la coscienza e per pensare a servizi pubblici caritatevoli piuttosto che di diritto.
Oggi la penso al contrario, che reclamare diritti al posto della carità è un alibi per non farla, la carità.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: InVerno il 07 Febbraio 2019, 14:36:07 PM
Citazione di: Jacopus il 05 Febbraio 2019, 21:03:17 PMSe non avete il pesto di marmo usate un mixer.
Purtroppo non ho la moderazione in questa sezione, ma richiedo l'attenzione dell'admin su questa evidente istigrazione alla violenza.







(solo con lame affilate e\o sottili, altrimenti la foglia si flette anzichè tagliarsi (sopratutto se scottata) , sempre un cubetto di ghiaccio per irrigidire le foglie ed evitare essudazione di aromi)
Titolo: 83 Mario Barbella
Inserito da: Jean il 07 Febbraio 2019, 21:03:34 PM
O Mario... colgo l'occasione per farti gli auguri, quelli che tu faresti a chiunque, infatti come scrivi in firma:
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini!  

In quanto al luogo non ne ho trovato un altro altrettanto "adeguato"... come sempre scrivi in firma:  
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti (nota pro cultura ed anche cucina mediterranea).
 
Cordialmente
Jean
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 07 Febbraio 2019, 22:56:50 PM
Nuovi avventori e vecchi avventori stasera. Conrad smista boccali di birra come se fossero velieri che solcano il mogano lucido del bancone. Guardo gli individui, destinatari delle consegne portuali di Conrad. Ognuno di loro condannato a quella vita. Magari avrebbero voluto essere ballerini della Scala e invece sono camionisti, pensionati, vigili urbani, contadini. Qualcuno ha tirato la catena per qualche metro in più, ma il padrone è sempre pronto a riprendersi ciò che ha concesso. Eppure c'è anche chi brilla come una stella e spezza le catene del fato, di ciò che avrebbe dovuto essere. Individui romantici, che credono nella libertà e nella vita come lotta. Ma chi si eleva lo fa sempre schiacciando le vite di chi diventa il piedistallo delle poche statue equestri. Della gente comune. Gente comune e gente straordinaria...un bel pasticcio.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 08 Febbraio 2019, 23:47:43 PM
Il signor K. frequenta saltuariamente l'osteria. Porta con sé un libro sempre diverso che legge attentamente, mentre sorseggia qualche bizzarro cocktail issato dalla cambusa di Conrad. Lo guardo mentre legge e mi chiedo cosa spinge gli esseri umani a leggere e a scrivere storie, e prima di oggi, ad ascoltarle e a raccontarle.
I motivi sono tanti ma uno mi sembra significativo, almeno stasera, all'ombra di un Martini fuori tempo. Una storia è una storia collettiva. Una volta stampata su un libro, diventa una rete che unisce tutti i lettori di quella storia. La relazionalita' è il succo delle storie, una relazione con gli altri esseri umani, che sconfigge la caducità delle generazioni, sconfigge i filtri sociali, sconfigge le distanze. Ma soprattutto, mettendo in relazione, prova a sfidare il grandioso folle atto del vivere.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 10 Febbraio 2019, 20:54:00 PM
Una delle attrazioni dell'osteria è una porta che conduce all'Abisso. Subito dopo la porta, se avete la malaugurata idea di aprirla, un vortice vi risucchiera' verso l'Abisso. Nonostante vi sia posto un segnale di pericolo e l'ammonimento di non aprire, un non indifferente tasso di avventori precipita dentro l'abisso e non fa più ritorno. Suppongo che una parte di essi sia del tutto inconsapevole o ubriaca. Non escludo il semplice errore, essendo la porta di comune legno e priva di note strutturali che possano suscitare il senso di pericolo. Ma sono registrate, nell'apposito diario, anche cadute intenzionali di chi, troppo curioso, voleva "toccare con mano". E non sono neppure mancate le spedizioni scientifiche, di chi, dotato di imbracature alpine o da palombaro ha tentato di indagare l'abisso e poi farne ritorno. Nessuno però è tornato.
L'obiezione comune a questo punto è: "ma perché non chiudere a chiave quella porta?". Ci ho riflettuto a lungo ma a parte la circostanza di dover cambiare il nome dell'osteria in "osteria dell'abisso chiuso a chiave", non era semplicemente etico. Avrei chiuso a chiave non solo l'abisso ma anche la libertà di inabissarcisi dentro, "come un brigantino al centro di un gorgo", direbbe Conrad. L'abisso è là, è un problema ma anche una soluzione. È un vuoto ma è anche un pieno. È un orrore, un horror vacui, ma che non sia anche un cupio dissolvi?
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 12 Febbraio 2019, 21:21:28 PM
Attorno all'ora di chiusura si presenta spesso Tisifone. Immancabilmente ordina un bicchiere di vino rosso che le servo personalmente. A quell'ora Conrad è già annegato sotto oceani di vodka a buon mercato, vodka polacca per la quale ha un debole. Il locale è quasi vuoto e mi siedo vicino a lei. Parliamo di giustizia, come sempre.
T."Mi raccontano che fui generata dal sangue di un dio ma in realtà, sono stati gli esseri umani a crearmi. Se si subisce una ingiustizia, una grande ingiustizia, chi non vuole assaporare il gusto della vendetta? E da quella vendetta trarre motivo per una nuova vendetta, fintanto che il male originario non sarà più visibile ed io vivrò per sempre."
J."Eppure ti hanno addomesticato, ti hanno chiamata benevola, e la giustizia è diventato un fatto che va oltre la vendetta".
T."Ascolta i discorsi della gente comune. Hanno dimenticato la ragione della vendetta? Non direi. La vendetta, das Rache, è viva e vegeta se può animare i colloqui, le conversazioni, le discussioni, i comizi di tanti uomini e donne. Ed è per questo che posso venire fin qui, nel tuo locale a sorseggiare vino."
J."Ma allora la tua parte conciliante, diciamo quella meno sanguigna, che ha provato ad estrarre da te la Pallade Atena?"
T."C'è anche quella, è indubbio. La sento quella parte ogni volta che esamino la vita di un essere malvagio e mi sforzo di capire la sua esistenza, i motivi della sua malvagità e scopro sempre qualche giustificazione, ma poi imperioso prende il sopravvento l'urlo della rabbia e la falce fende l'aria alla ricerca della sua vittima",
J."Ci sono soluzioni a questo dissidio?"
T."Molti rimedi sono stati provati. Spesso peggiori del male che si sarebbe dovuto curare. Prendiamo la legge applicata geometricamente, come desiderava Montesquieu, il giudice "bouche de loi", perchè la legge, la giustizia deve essere uguale per tutti. Altrimenti che legge è? Ma siamo noi esseri umani tutti uguali? Desidereremmo vivere in un mondo in cui fossimo tutti uguali, per poter ugualmente essere sottoposti alla stessa legge? La storia successiva la conosciamo. Quell'hybris egalitaria si trasformò velocemente in terrore e un secolo più tardi in Lavrentij Pavovlic Berija. Del resto già i romani avevano ben presente il problema: "summum ius, summa iniuria".
J."Ma una giustizia applicata per corporazioni e ceti, una giustizia "disuguale" non brillò certo per equità. Ricordo dai miei studi sull'ancien regime, registrazioni di sentenze aberranti, pene irrogate ad un nobile ma comminate ad un suo servo. Intrallazzi, certezza di impunità, quasi che la giustizia dovesse colpire solo la povera gente, quella stessa povera gente che viveva come una festa l'esecuzione di uno di loro, sul quale scaricavano tutto il loro malcontento".
T."La giustizia umana è un gran guazzabuglio. Come hai notato può essere usata per i più svariati motivi, ma di sicuro lascerà sempre un pò di amaro in bocca. Il boia, il giustiziere sono sempre troppo simili all'assassino e l'assassino all'agnello di Dio."
Il calice di vino è quasi finito. Tisifone si avvia verso la porta, adorna della sua tunica bianca. La guardo scivolare via, assieme alla grossa falce lucente, attaccata alla cintola.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 14 Febbraio 2019, 04:38:26 AM
Stanotte si avverte un'atmosfera rilassante in Osteria. Come se ci si trovasse in un rifugio o in un porto dopo aver superato una terribile tempesta. Gli avventori, come marinai, si dedicano un momento di pace, prima di essere nuovamente gettati fra i flutti.
Conrad non parla volentieri ma sa ascoltare e mentre parli e lo guardi hai l'impressione che da quegli occhi azzurri possa prorompere la forza calma dell'oceano. Gli parlo di una città di Mondodifuori, di Genova. Non é la città della mia infanzia ma è la città della mia anima ormai. La prima volta che la vidi mi ricordò subito certe atmosfere  da città del Sud. Mi colpì il colore del cielo, così insolitamente azzurro per un figlio dell'Adriatico. A rammentarmi che eravamo in Liguria ci pensarono poi le interminabili stagioni delle pioggia che affrontai a bordo di una vespa, il natante più adatto per affrontare le rotte della città. Genova non è una città ma una città che racchiude una città che racchiude una città...un disegno tridimensionale di Escher. C'è la città medievale, quasi tutta pedonale, costellata di palazzi millenari, come quello del Signore dei Fieschi, famoso per aver tagliato tanti nasi a Gerusalemme ed averli inviati sotto sale all'imperatore. C'è la città ottocentesca, voluta dagli invisi Savoia, squadrata e dominata dalla piazza monumentale di fronte a Brignole. C'è la città dei porti, almeno quattro. Il porto antico, una specie di attrazione per turisti, il porto dei cantieri, il porto petroli e il VTE, per il commercio. C'è la città delle periferie dove si cuociono storie di crudeltà e bellezza. C'è la città delle ville e dei quartieri signorili, addensati in alto e a levante. Tutte queste città e altre devono fare i conti con lo spazio ristretto fra i monti e il mare e allora accade che la prostituta passeggi accanto al finanziere, il lupo di mare vicino alla madre Clarissa, l'extracomunitario deturpato vicino a un ex miss Italia. La conseguenza è una sorta di accettazione del diverso e di tolleranza mugugnona. Una seconda conseguenza è un senso dell'ironia e della comicità surreale, patrimonio di tutti. E capisci perché tanti comici sono nati da queste parti. Potrei ancora dire tante altre cose ma Conrad si è arreso. Non ascolta più. Mi guarda come se fossi l'albero di trinchetto o il motore a turbina del suo ultimo imbarco. Finisco l'ultima grappa e lo lascio al bancone.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: sgiombo il 14 Febbraio 2019, 07:43:51 AM
Citazione di: Jacopus il 14 Febbraio 2019, 04:38:26 AMNon é la città della mia infanzia ma è la città della mia anima ormai. La prima volta che la vidi mi ricordò subito certe atmosfere  da città del Sud. Mi colpì il colore del cielo, così insolitamente azzurro per un figlio dell'Adriatico.


MI ricordo pressapoco all' epoca delle manifestazioni contro il G20 e la globalizzazione, intorno all' anno 2000, entrando in Genova col pullman dall' alto - settentrione, un vecchio compagno partenopeo che forse non c' era mai stato esclamare: "a parte la mancanza del Vesuvio, sembra Napoli!".

La parte vecchia, vicino all' aquario, é decisamente affascinante, anzi magica.
Sembra di vedere da un momento all' altro spuntare da un vicolo (anzi da "una calata dei vecchi moli, in quell' aria spessa, carica di sale, gonfia di odori") Fabrizio de André o don Gallo (giustamente ricordato da una lapide), o magari la "graziosa" dagli "occhi grandi color di foglia" che "vende a tutti la stessa rosa"

Anche a me ha sempre colpito il fatto che le terre ad oriente-settentrione dei monti d' Italia (la pianura padana, ove ho sempre vissuto, ancor più che la costa adriatica), forse per l' umidità quasi sempre elevata (a parte i suoi tratti più meridionali), ha quasi sempre un cielo meno terso di quella occidentale-meridionale.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: InVerno il 14 Febbraio 2019, 20:13:08 PM
Citazione di: sgiombo il 14 Febbraio 2019, 07:43:51 AMLa parte vecchia, vicino all' aquario, é decisamente affascinante, anzi magica.
Sembra di vedere da un momento all' altro spuntare da un vicolo (anzi da "una calata dei vecchi moli, in quell' aria spessa, carica di sale, gonfia di odori") Fabrizio de André o don Gallo (giustamente ricordato da una lapide), o magari la "graziosa" dagli "occhi grandi color di foglia" che "vende a tutti la stessa rosa"
E' interessante vedere come alcune persone (peraltro morte) cambino l'idea che si ha di una città.. in un certo senso le si vede ancora passeggiare nei vicoli come ben descrivi, lasciano un aura intorno a quelli che poi sono semplicemente muri di cemento. E' più interessante rispetto al parco dei Savoia (o altre monumentalità) che sono state progettate con l'intento preciso di mantenere un idea, queste sensazioni invece hanno un carattere spontaneo e intimo, sono davvero spiriti che vagano (concedimelo, visto che hai recentemente "rivalutato" paradiso e inferno) e sbucano dagli angoli. Io onestamente non sono mai rimasto molto colpito da Genova, ma fa parte del mio carattere frugale, non sopporto le città in generale, anche se li ho passato una buona parte della mia adolescenza (partecipando attivamente a tanti movimenti variamente comunisti!) però devo riconoscere che Genova ha un carattere tutto suo, e un fascino particolare. Cosa che ad esempio manca totalmente a La Spezia, città che mi lascia sempre perplesso per la sua "piena vuotezza", sarà perchè non ci vedo camminare gli spiriti, ma sconsiglierei vivamente a Conrad di visitarla!
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Lou il 14 Febbraio 2019, 20:51:14 PM
E poi c'è Missy, che in cascate di labirinti, cerca tra i vicoli quella pietra a strisce, quella scritta sui muri, quel volto, quei segni impressi da spiriti vaghi - una impronta per orientarsi, in quel paese più grande. Che perdersi fa paura. C'era quel bar, di un greco, dove, in esposizione, nelle vetrine opache traslucevano giochi di legno e in fondo un pozzo, con ai lati vertigini di precipizi a scale scoscese che portano al mare - a casa. E di lá quel chiostro, a due passi, onorato a un santo di nome Andrea, nell'ergersi della casa dell'avventuriero Colombo, di pietre chiare. E sovrastanti le nuove edilizie di grattacieli in una piazza di Dante. E quei passi veloci per superarli, sti strani gradini che portano al mare, che son salite a farle a ritroso, con fiato sospeso, dopo che al bancone di legno inciso c'era uno spirito al sale d'oceano. Pescato dall'abisso ai margini di un porto. E Missy all'osteria dell'abisso odorava sensi di luoghi lontani, e, qui dove i tempi si accorciano, era certa di dover cambiar percorso alla vista di grate con nastri di plastica Rossi : era la zona rossa e il filo intrecciato di orditi metallici spaiava irriverente quel senso di oceano e di legno intarsiato di segni vissuti, quel porto che apriva i margini dell'orizzonte. Ma il parlare soffuso di Conrad e amici, quell'opaco baluginino di sensi, e giochi, e quei gesti fucaci di trame ancestrali, nel sospiro di Missy rivivono netti - e le cascate di vicoli di mattoni imperversi dal sapore di sale, e il bancone dove stanca poggia ora i gomiti invecchiati, riempiono l'aria di odori immortali e ridestano contrade che vincono il tempo.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 14 Febbraio 2019, 23:07:27 PM
"Hai visto Conrad!" "Quanti nuovi clienti!" "La nostra chiacchierata su Genova è stata produttiva" "Abbiamo tirato su un bell'incasso!".
Conrad continua a lustrare boccali e a guardarli controluce. Se non lo avessi sentito parlare, potrei credere che sia muto.
"Tre nuovi clienti. Dobbiamo tenerceli cari. Li coccolerai con i tuoi intrugli. Polacco maledetto!" Conrad mi accontenta con un mezzo sorriso.
"È l'ultima? Hai sentito cosa ha detto? Sa troppe cose di Genova e soprattutto le sa anche scrivere. Anche l'altro tipo non è male. Dice di essere della bassa lombarda ma dal carattere sanguigno non mi meraviglierei se fosse invece emiliano. Il terzo invece è un po' come te Conrad, parla poco, dice l'essenziale. Non ha tempo per le frottole. Che personaggi ragazzi. Non vedo l'ora di raccontarlo ad Edipo, quando ripassera' da queste parti.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: sgiombo il 15 Febbraio 2019, 07:52:28 AM
Mi scuso per l' eccesso di autobiografismo, che potrebbe sembrare narcisistico.

Effettivamente sono un po' emiliano un po' lombardo, essendo nato a Cremona, che con Mantova, la quale risente pure della vicinanza del Veneto, é una città per certi versi più emiliana che lombarda (il contrario si dice spesso di Piacenza).
Per esempio ai tempi fortunati della prima repubblica la provincia di Cremona si divideva nella parte occidentale - settentrionale "bianca" per lo meno come Brescia e quasi come Bergamo e in quella orientale - meridionale "rossa" per lo meno come Parma e quasi come Reggio Emilia (il capoluogo era una sorta di "via di mezzo"); si usano carte da gioco "piacentine" e non "milanesi"; il risotto più frequentemente cucinato é con la panna alla parmigiana o col pomodoro alla bolognese, piuttosto che con lo zafferano alla milanese; quando ero un bambino quasi tutti i miei compagni della scuola elementare erano fieri del fatto che la nostra Cremona sia stata in prevalenza ghibellina, più spesso col Barbarossa che con la Lega Lombarda, e con Milano si erano avute frequenti, reciproche distruzioni in seguito a battaglie vinte o perse dall' uno o dall' altro libero comune).
Inoltre da quarant' anni vivo in Provincia di Piacenza, ma verso Parma (Emilia al 100%; ove ho studiato).
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 19 Febbraio 2019, 22:10:41 PM
Di tanto in tanto, nelle ore più profonde della notte, si presenta un fantasma all'osteria Abisso. L'altra notte, poco prima dell'alba è scivolata verso il bancone una figura minuta, un fantasma in miniatura. Mi sono avvicinato ed ho capito: era il fantasma di un bambino. "Come ti chiami?" "Mi chiamo Pipel, vuoi sapere la mia storia?". "Bè, sì, perchè no?" Questo fu il nostro primo scambio di parole.
Ho imparato che ai fantasmi piace parlare di sè, forse è per questa ragione che abbandonano momentaneamente la loro residenza naturale, qualunque essa sia, e giungono fino a noi.
"Sono un bambino ebreo e sono morto nel 1945. Nel 1944 fui scoperto a Rotterdam insieme a tutta la mia famiglia e condotto in Germania. Il viaggio nei vagoni letto lo ricordo bene. La prima parte fu dominata dal pianto, la seconda dalla preghiera e la terza, quando già i primi cadaveri furono accatastati, fu il viaggio del silenzio. Avevamo capito anche noi più piccoli che non c'era niente da dire. Eravamo già solo nuda vita in attesa della prossima morte. La sorte però volle allungare di un breve tratto il mio cammino terreno. In un campo intermedio mi riconobbe un nostro compaesano, Benjamin il gigante, che mi prese con sé. Anche se era ebreo era un appunto un gigante, e per questo motivo comandava un piccolo gruppo di operai, addetti ai lavori di manutenzione del campo. Aveva dei privilegi, fra cui anche quello di poter tenere un pikkolo, un ragazzino come me, un aiutante."
Posi una spremuta di arancia di fronte al bancone. Sapevo che non l'avrebbe potuta bere, ma con i fantasmi meglio essere gentili. Si girò un pò verso di me, a sufficienza per potergli scorgere le spente orbite degli occhi.
"I mesi passarono ma Benjamin non era un tipo da sottomettersi facilmente. Grazie alla sua autonomia accumulò e nascose diversi fucili, qualche pistola e bombe a mano: voleva fare una insurrezione nel campo. Nobile intento, ma non riuscì, fu scoperto e deportato ad Auschwitz. All'epoca avevo 11 anni, ma le SS pensarono che anch'io dovevo aver avuto una parte in quel piano e mi impiccarono insieme a due complici di Benjamin il gigante. Era un giorno di primavera. Sentivo sulla pelle un vento tiepido, diverso da quello proveniente dal nord, dei giorni precedenti. Mi appesero con perizia teutonica ma il problema era il mio corpo poco sviluppato, che non faceva sufficiente contrappeso sulla carotide o sulla parte terminale della spina dorsale"
Lo guardai meglio. In vita probabilmente era stato biondo, magrolino, un sangue ebreo mescolato con sangue vallone o fiammingo.
"Fatto sta che rimasi ad agonizzare per mezz'ora, mentre i miei due compagni di sventura morirono in pochi minuti. Sento ancora l'affanno, il respiro mozzato a metà, così come il sangue che continuava a scorrere verso il cervello, seppure a intermittenza. Le SS non fecero nulla per interrompere quello spettacolo. Probabilmente lo reputavano educativo per gli spettatori, ovvero per gli altri detenuti costretti ad assistere.
Finalmente giunse la morte, come una donna pietosa. Assomigliava a mia madre. Come se mia madre fosse giunta per ricongiungersi a me e poi un buio, un buio senza fine..."
Il fantasmino si alzò dalla sedia, improvvisò una specie di inchino e  uscì dall'osteria. Uno dei fantasmi più singolari e tristi che mi capitò di vedere, ma probabilmente Conrad ne ha visti di ben peggiori.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 20 Febbraio 2019, 20:02:01 PM
Poca gente stasera in osteria. Del resto è un noioso mercoledì. Conrad ha ripreso a costruire il suo veliero in bottiglia. "Che nome originale...Lord Jim...che significa?" Conrad mi guarda come se fossi un idiota.
Ad ogni modo dopo l'apparizione di un fantasma è meglio restare leggeri e così ho pensato ad una ricetta, quella da preparare per i clienti di domani. Semplice ma gustosa.
Spezzatino di pollo con carciofi.
Prendete un petto di pollo e tagliatelo a dadini. Asciugatelo bene. Infarinatelo con un mix di farina e paprika dolce. Passate i dadini sull'olio evo per rosolarli. Tagliateli e mettete da parte. Prendete una cipolla e imbiondite su olio evo. Aggiungete i carciofi puliti e spezzettati (usate anche i gambi, sono buoni). Calcolate almeno 4/5 carciofi per tre persone. Che siano ben cotti altrimenti restano duri. Riprendete i dadini di pollo e finite la cottura con brodo vegetale che aggiungerete di tanto in tanto. Verso il termine della cottura aggiungete i carciofi e una manciata di uva sultanina. Sale e pepe a piacere. Come vino un prosecco. Il prosecco va bene con tutto.
Direi che anche questa è filosofia. Della miglior specie.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 04 Marzo 2019, 00:49:50 AM
Come ogni domenica sera, si respira un'atmosfera da reduci.  Una nuova settimana, implacabile, ci attende al termine della notte. Nel frattempo qualcuno, senza farsi scorgere da Conrad, è salito fino allo stereo e ci costringe a sentire Atom earth mother. Tutto sommato poteva scegliere anche peggio. Bicchieri tintinnanti, fumo, brusìo, musica. Non mi sorprenderebbe se sbucasse fuori  un Humphrey Bogart post-moderno.
Ho ripreso anche a fumare. Banali sigarette. Non ho carattere sufficientemente istrionico per fumare sigari o pipa e neppure sufficientemente alternativo per fumare con cartine e tabacco. Fumare mi sembra un ottimo metodo per suicidarsi in modo discreto, senza far troppo baccano.
Osservo le volute di fumo e penso. Penso alla diversa angolazione dei nostri discorsi.
La cosa buffa è che qui, in questo cantuccio di mondo virtuale, potrei professare qualsiasi fede strampalata o incitare all'odio senza scatenare le reazioni che vi sarebbero nel Mondodifuori. Sono dispensato, poichè qui, Jacopus non è lo stesso Jacopus del Mondodifuori e neppure lo Jacopus dell'Hotel Logos. Diventa impossibile accusare Madame Bovary o il dottor Jeckill o Leopold Bloom. Nel momento in cui si crea un mondo, per quanto piccolo e rabberciato come questo, si ottiene uno status super-partes ed in cambio si abbandona la vita. E' la costruzione di una vita parallela, artificiale, che non fa più parte delle dinamiche quotidiane. Un nuovo livello, dove le parole e il mondo quotidiano sono esclusi. Un dibattito avrebbe allora senso solo se un altro personaggio di questa osteria, si opponesse alle mie teorie, ma scaturirebbe sempre dallo stesso livello creativo.
La creazione letteraria allora permette di vedere le relazioni come riflesse, come se vi fosse sempre percepibile una presenza terza, dietro quelle marionette. Mandando in avanscoperta i personaggi, l'autore si nasconde ma nello stesso tempo scopre strategie di comportamento che nella realtà non pensava di poter utilizzare. La creazione come palestra del mondo. Allora la creazione diventa un fluido per moltiplicare le strade della vita, ma per farlo bisogna rinunciare ad essa. I lettori forse si aspettano proprio questo ed è per questo che tacciono. La moltiplicazione delle strade è un modo corretto per comprendere la creatività.
Arriva Conrad. Mi porge una grappa con la quale concludere degnamente la serata.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 18 Marzo 2019, 20:58:24 PM
Al termine della serata, attorno alle tre del mattino, dopo aver pulito il locale, buttato la spazzatura, riordinato il riordinabile, io e Conrad ci sistemiamo a poppa o sul cassero della nostra nave immaginaria. La grappa rende le nostre lingue più pastose e i dentriti sinaptici imprevedibilmente autentici: un altro modo per dire "in vino veritas".
Insomma eravamo là, uno di fronte all'altro e, forte della mia identità di datore di lavoro, iniziai a discettare: "questo senso del dovere che mi porto appresso è terribile. Ti sembra normale che debba pensare a come parcheggiare il carrello per non dare fastidio? A rimettere a posto i libri in libreria? Aspettare il verde del passaggio pedonale? Che terribile maledizione...."
"Non è poi così male."
"Davvero? È faticoso invece. Soprattutto perché se gli altri non fanno come te, il che è la regola, ti senti stupido e rabbioso. Si diventa vendicativi e pronti a difendere qualsiasi stupida regola".
"Già già".
"Avanti parla. Polacco senza cuore".
"Non credi che rispettare sempre le regole sia rilassante? Mica ti devi chiedere se sono giuste o sbagliate. Sono le regole di qualche padre e tu buon figliolo le rispetti. I figli sopravvivono e in cambio smettono di pensare".
"Ma parcheggiare un carrello decentemente in quale codice paterno sarebbe ordinato? È solo buona educazione."
"Può essere".
"Impossibile discutere con i polacchi".
Provai a lanciargli il mio sguardo più enigmatico. Mi rispose con il suo migliore faccione comprensivo. Del resto lo pagavo ogni mese.
"È solo un modo molto sofisticato per distruggerti e distruggere gli altri. Prenditi una vacanza da te stesso di tanto in tanto e senza usare l'alcool, se possibile".
Finì questa frase con un viso impassibile, era la sentenza definitiva.
Replicare sarebbe stato come bestemmiare una divinità appena comparsa.
Non so se mi fece più effetto la grappa ingerita o tutte quelle parole emesse da Conrad in un così breve lasso di tempo. Fatto sta che iniziò a girarmi la testa. Mi ritirai in cuccetta ma in quelle parole sentivo ancora una dose di verità tranquillamente inquieta. Quella notte non ebbi i soliti incubi di pirati.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jean il 04 Aprile 2019, 21:39:20 PM
All'Osteria abbiamo un dilemma, fiore o frutto?

Insalata Pantesca con Cucunci

Sei pronto a conoscere la bontà di questo contorno tutto al naturale? Segna attentamente tutti gli ingredienti e scopri questa ricetta con Cucunci tipica Siciliana.
Ingredienti:
500 g di Patate
250 g di Pomodori freschi
Cipolle rosse
Olive nere
Cucunci e/o Capperi
 Spezie a piacere
Olio extravergine di Oliva


Preparazione

Preparare questa saporita ricetta a base di Cucunci è facilissimo. Dopo aver lessato le patate lasciale da parte in un recipiente e falle raffreddare. Nel frattempo dissala i Cucunci dal loro sale naturale e una volta pronti uniscili a tutti gli altri ingredienti: pomodori freschi fatti a metà, olive, spezie e cipolle tagliate a filini sottili. Per ultimo metti le patate, condisci con un filo di olio e amalgama la tua insalata pantesca. Ti assicuriamo che sarà una vera delizia!
 
Quando a Parlare Sono i Numeri
Nelle due isole siciliane (Salina e Pantelleria) con più alta produzione di Cucuncio, nel passato la produzione di questo frutto andava già alla grande. Addirittura già negli anni 70/80 del novecento si producevano anche cinquemila quintali di capperi. Ora il dato ha subìto un'impennata: se ne producono duecentomila quintali.
https://www.cibocrudo.com/alimenti-bio/fiori-commestibili/cucunci-al-sale
 
 J4Y
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: iano il 10 Aprile 2019, 05:20:05 AM
I bar a Genova prosperano coi condomini .
L'abisso e' al pian terreno , al livello del mare.
Ne hanno da raccontare storie i marinai al bar dell'abisso , perché tanta strada hanno fatto in nave o in ascensore.
Qui tutti hanno la gambetta corta di sicuro , il braccino non so'.
Gli stranieri , sono ben tollerati , da dovunque vengano , dal condominio accanto in poi.
Domenica chiuso.
Titolo: Genova per noi
Inserito da: Jean il 10 Aprile 2019, 16:29:02 PM
Citazione di: iano il 10 Aprile 2019, 05:20:05 AM
I bar a Genova prosperano coi condomini.
L'abisso e' al pian terreno, al livello del mare.
Ne hanno da raccontare storie i marinai al bar dell'abisso, perché tanta strada hanno fatto in nave o in ascensore.
Qui tutti hanno la gambetta corta di sicuro, il braccino non so.
Gli stranieri, sono ben tollerati, da dovunque vengano, dal condominio accanto in poi.
Domenica chiuso.

Uno scritto (per tanti motivi) davvero delizioso, Iano, complimenti e grazie.

J4Y
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 26 Luglio 2019, 00:43:37 AM
"Un caldo infernale, non trovi". Conrad mi guarda fisso. Non scuote la testa per una sorta di rispetto del dipendente. 
"Ti ricordi gli anni prima della caduta dei successori di Lenin? Eravamo un pò come tanti bambini, che potevano fare qualcosa, ma che avevano un sacco di limiti. Insomma con una bomba atomica non si scherza. La scienza era ancora venerata, ed insieme ad essa anche altri dei, il comunismo, Dio, il denaro. Potevamo scegliere il dio che preferivamo,ma si restava comunque al proprio posto. Al massimo si era esperti di un singolo campo, magari quello del nostro lavoro. Sul resto ci affidavamo agli esperti. Eppure quel singolo campo lo conoscevamo bene. Magari si trattava del carburatore o delle tende da sole, ma davvero in quel caso, sapevamo sfoggiare il nostro sapere e se ci mettevamo all'opera, tutto andava per il verso giusto. Era il nostro campo.
Oggi, è un pò un mondo rovesciato. Gli dei di allora, le autorità si sono sfaldate, tranne una, neutra ed impersonale e poco attraente, il dio Valuta. Nello stesso tempo, proprio in assenza di autorità, siamo tutti diventati autorità, capaci di progettare un ponte, organizzare un servizio di polizia, o indirizzare la ricerca medica verso un determinato settore. Una volta al massimo eravamo tutti allenatori della Nazionale. Un tale allargamento, però, al prezzo di saper fare male anche quella cosa, che invece dovremmo fare bene, la nostra specializzazione. Ci siamo tanto dispersi, nella foresta del sapere, da non essere più in grado di curare il nostro giardino".
Conrad come al solito mi ascolta senza fiatare. In realtà mi ascolta davvero, non finge, come sarebbe autorizzato anche a fare. In fondo non lo pago mica per stare ad ascoltarmi. In effetti lui è ancora ancorato a quel modo passato, quando ognuno faceva il suo pezzo e non altro e si aspettava che gli altri facessero il loro. Non a caso è stato marinaio ed ha solcato i mari di mezzo mondo.
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 16 Febbraio 2020, 20:17:15 PM
"Quanto tempo Conrad". "Ci salva solo il fatto che questa Osteria è una Osteria digitale: digitale la birra, il bancone, anche il tuo stipendio. Perfino la tua faccia...". Oggi sono spietato. Conrad è visibilmente irritato. Mentre pulisce i piatti deve pensare alla loro irrealtà e alla sua. Baffi irreali, camicia irreale, le sue esperienze irreali. Incredibilmente procede nelle sue faccende. L'unico indizio di un suo vago malessere è un ghigno che affiora dal suo viso, come uno sciabordare incomprensibile sotto la chiglia della nave.
In fondo però a pensarci bene, il destino di Conrad non è dissimile al nostro. I nostri impegni, il nostro darci da fare è altrettanto irreale e destinato a chiudersi nella finitezza della nostra vita.

Glisso e cambio discorso "sai , c'è questa frase di Sariputra che mi ha colpito":
CitazionePerché, anche nei forum, per esempio, quando si discute si vuole sempre "vincere"? Perché vogliamo tutti dimostrare di "avercelo più lungo"? E' forse questo il vero senso della vita? Anche di chi non ammette ci sia un senso?  (https://www.riflessioni.it/logos/Smileys/default/undecided.gif)
E' così ovunque. Non solo nei forum. Ed è per questo che sempre più spesso mi ritraggo dalle discussioni. Mi capita di iniziare a scrivere, procedo, sto per dare il comando "invia post", e ci ripenso. Cosa otterrei da questa risposta, mi chiedo. Discussioni sterili che procedono per settimane, ognuno arroccato nelle sue convinzioni inossidabili. Non è sempre così, ovviamente. Capita che talvolta a qualcuno venga data la ragione. E' un evento abbastanza eccezionale.
Aver ragione. Convincere. Il fondamento di questo modo di pensare è antico come l'uomo: sopraffare il nemico, creare un mondo organizzato tramite subordinati e sovraordinati.
Forse c'entra anche il concetto di verità. Abbiamo dentro di noi questa idea fondativa della verità, unica, oggettiva, indiscutibile, inconfutabile. Non possiamo fare altro che procedere in questo modo. Oltretutto in un forum c'è un pubblico, ci sono gli altri lettori, è in ballo anche la reputazione.
Conrad non mi ascolta e non finge neppure di farlo. E' evidente che averlo definito una semplice invenzione, in una discussione non molto importante, di un forum non molto importante, ha ferito il suo orgoglio. In ogni caso neppure lui dice "hai ragione!"
Titolo: Re:Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 06 Maggio 2020, 21:43:09 PM
Sariputra ci ha lasciati, Conrad. L'unica consolazione che ci ha salutati con un arrivederci.
Mi piaceva quel ragazzo. Se non avessi assunto te, avrei preso lui. Anzi l'avrei fatto diventare mio socio in affari. A notte fonda mi avrebbe parlato di filosofia indiana, di divinità esotiche e dei loro nessi con la nostra vita. Dopo un paio di grappe avrei potuto anche riconsiderare le mie priorità kantiane, anteponendogli un Siddharta dionisiaco, emergente da un qualche sortilegio "spirituale".
Be', comunque avrei tenuto anche te a libro paga. Qui basta immaginare e riempiamo il locale di avventori, anche in piena pandemia. Guarda, ho appena creato una coppia di turisti americani che ti lasceranno una mancia da mille dollari. In cambio dovrai solo ridacchiare alle loro ridicole battute texane.
Ora che ci penso, se non possiamo bloccare il vero Sariputra, possiamo crearne un altro e tenerlo qua con noi, in questa osteria. Non possiamo certo fare a meno di Sariputra. Per distinguerlo da quello originale potremmo chiamarlo Sariputrah. Una acca alla fine dona sempre un certo appeal. Potremmo dividerci i compiti: io mi occuperò  dei pasti e lui delle bevande, vini, aperitivi, liquori. Speriamo che accetti il nostro Sariputrah. E a te magari si scioglierà la lingua, per qualche strana combinazione di anime.
Un kantiano, un lupo di mare e un buddista. Se esistesse davvero sarebbe la locanda perfetta.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 21 Giugno 2022, 20:48:21 PM
È da un po' che non ci si frequenta Conrad. In questa locanda, in ogni caso, il tempo non esiste. La sensazione è quella di sentirmi sempre più estraneo a questo mondo, al prossimo che mi sgambetta a destra e a manca. Il problema è la stupidità. La maggioranza delle persone è stupida o violenta o anche entrambe le attitudini, contemporaneamente. Allora non resta che stare in guardia, esprimersi sempre correttamente e sopportare gli insulti quotidiani alla ragione e all'educazione. Del resto, abbiamo alternative? Potrei organizzare una "marcia del sale" da Genova a Napoli, in nome della libertà ma quella vera, non quella che spacciano oggi per libertà, che puoi anche chiamare carta di credito. Massima libertà e massima prigionìa. Desiderio di essere veri, di buttare la maschera e parlare dei nostri sogni. Ma chi ascolterà, se non il solito psicoterapeuta, professionale per carità, ma anche lui munito di professionalissima carta di credito. La gioia allora non resta che nelle piccole cose, nello scrivere bene, usando nel modo giusto le virgole, gli accenti, i congiuntivi oppure nell'osservare questa distesa indifferente ed enigmatica, che nella mia lingua, Conrad, si chiama mare.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 22 Giugno 2022, 09:08:43 AM
La stupidità non è casuale, ma coltivata ad arte. Il primo motore immoto, fin dalla nomina degli antichi imperatori, è l'argent, che i cristiani veraci ottimamente chiamarono "sterco di Satana", dedicandogli fin dal medio evo versi profetici.

In versione moderna:


e antica:


per finire con un sonoro sballo prima dell'Abisso:


in omaggio al luogo in cui siamo.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 10 Dicembre 2022, 23:33:58 PM
Tempus fugit, Conrad. Fuori dall'Osteria, in quel mondo virtuale che si chiama Logos, avverto talvolta il desiderio di rispondere a qualche discussione. È soprattutto il desiderio di comprendere meglio ciò che scrivo, proprio mentre lo scrivo, piuttosto che impartire lezioni. O forse è il desiderio di trovare qualcuno che rifletta il mio pensiero in un modo ideale e proprio per questo gratificante. Talvolta ho anche trovato questa soddisfazione, almeno parzialmente, attraverso i contributi degli altri partecipanti, Phil, Ipazia, Iano, e tanti del passato, Sgiombo, Sariputra, Jean. Ma il grande sforzo, la grande impresa, è un'altra. Ovvero ascoltare il pensiero degli altri, anche quando quel pensiero e quelle teorie sono lontane e magari contrarie alle mie. Si può e si deve dare loro pari dignità e pari opportunità, perché sono parti del colloquio umano ed hanno sempre una parte di verità.
Una grande notte nera piena di vacche nere, quindi? Forse, oppure un criterio per distinguere le vacche potrebbe esserci? La competenza in quanto si scrive e si propone? La sincerità verso ciò di cui si scrive e si propone? Il desiderio di mettersi in discussione e di comprendere gli altri? Oppure riconoscersi in quei "pochi" frequentatori abituali, che al di là di ciò che scrivono, fanno parte di una comunità e quindi li si accetta con i loro pregi e difetti. Talvolta mi immagino una cena reale con i frequentatori del forum. Dopo quella cena, sicuramente i miei  interventi nei confronti dei partecipanti al forum e alla cena cambierebbero, perché il contatto fisico, visivo, ci ha reso umanamente vicini e diventa più difficile non tollerare qualche difetto, qualche piccolo gesto maldestro contro di noi. Ecco che la relazionalità cambia non solo il nostro atteggiamento ma anche il nostro modo di pensare. Ed allora mi domando se pensare non sia sempre un pensare "con" gli altri, perché non esiste un pensare con "se stesso". Ma non sono realmente sicuro neppure di questo Conrad. Siamo ombre, Conrad, che hanno temporaneamente a disposizione un organismo biologico e nella consapevolezza della finitudine di quell'involucro cercano un senso.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 11 Dicembre 2022, 10:05:07 AM
I greci, che avevano capito (quasi) tutto, il pensare "con se stesso" l'avevano posto alla base dell'episteme, della filosofia e inciso a grandi lettere nel tempio di Apollo a Delfi: γνῶθι σαυτόν. Quando il tempo è fuggito quasi del tutto, e ci si trova a fare i conti con la propria permanenza nella vita tra tanti ricordi in fuga, si comprende la verità formativa di tale monito.

Ho avuto la sfortuna esistenziale e fortuna postuma di dover fare i conti con me stessa in tenera età, quando solitamente provvedono a tutto gli adulti. In quegli anni ho pensato molto "con me stessa" e la luce di quella esperienza infantile riesce ancora a illuminare l'ombra di una biologia con contratto a tempo determinato.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 11 Dicembre 2022, 11:05:37 AM
Ti ringrazio Ipazia per essere giunta fino a questa Osteria, che si affaccia sull'Abisso. Abbiamo un'ottima scelta di Prosecco, il miglior vino italiano, indubbiamente.
Dici delle cose che condivido, come non potrei del resto. La conoscenza occidentale è fondata sull'individuo. Ma più passa il tempo e più cerco strade che possano conciliare temi apparentemente inconciliabili. Del resto, posso facilmente ribattere all'oracolo di Delfi con "unus et multi in me". Perché resta il dilemma di essere unici e parlare quindi con noi stessi, ed essere multipli e quindi perdere la nostra identità, per ibridarla con quella degli altri. Fatto, quest'ultimo, altamente scandaloso per il popolo italiano, così fortemente (e anche banalmente), individualista. Restare in equilibrio fra esigenze così diverse potrebbe essere il compito dell'uomo contemporaneo. Un compito però, che non può essere ottenuto individualmente, se non per casi singoli ed eccezionali, ma che va coltivato attraverso l'educazione. Questo è il grande lascito platonico, valido ancor oggi, ma che necessiterebbe una estensione universalistica e non aristocratica come intendeva il discepolo di Socrate.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 11 Dicembre 2022, 15:59:36 PM
Conoscere se stessi può avvenire solo nella dialettica col grande laboratorio del mondo, laddove abbiamo riscontri incontrovertibili della nostra reale misura, impietosi verso la scorciatoia solipsistica, ma resta propedeutico ad ogni altra evoluzione ed impresa esistenziale. E disciplina mentale sempre vigile, per conservare e perfezionare la "forma", anche nel senso caro a viator, acquisita.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: InVerno il 12 Dicembre 2022, 13:57:08 PM
In riferimento al post di Jacopus, alla dipartita di Viator, e altre cose che accadono.. La bellezza di un luogo come questo, e dell'internet in generale, risiede in parte nell'annullamento delle persone nell'anonimato e la pluralità delle identità, costringe normalmente ad evitare gli argomenti ad personam, perchè la persona dietro al post è realmente ignota, costringe ad affrontare l'argomento, non il portatore. Ma essendo così pochi, ed essen così comune incontrarsi, che alla fine una identità dell'interlocutore viene ritagliata lo stesso, in una sorta di deformazione strutturale, dove ciò che non dovrebbe accadere accade per vie traverse. C'è una serie di "non detti" tra gli utenti del forum, di simpatie ed antipatie che si sono generate anche in assenza di identità definite, appiccicate ad identità virtuali non fisicamente fissate. Forse servirebbe una grande "operazione verità", un disvelamento di questo "non detto", che sembra sempre più preponderante nelle relazioni e nelle discussioni. Ho visto una situazione simile generarsi in passato, quando amministravo un forum, quando dopo tanti anni ci siamo finalmente incontrati, e le identità si sono fissate, tutto quel non detto è finalmente sparito ed è diventato carne. Dopo anni che il forum chiudette, ormai quindici, siamo ancora molto amici, e ci incontriamo quando possibile. Se fosse andata avanti senza quel tipo di disvelamento, probabilmente il "non detto" si sarebbe accumulato indefinitamente e del tutto rovinato i nostri rapporti. Insomma, ditelo se vi state sul cazzo, però non prima di aver capito un pò meglio cosa c'è dietro a quelle identità raffazzonate, dove molti trovano anche una possibilità di reinventarsi e sperimentare parti originali di sè.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 12 Dicembre 2022, 19:07:04 PM
Temo invece che il "non detto" sia molto più cordiale del "detto" e segno di rispetto verso le differenze, anche di classe e comunque di ideologia, non risolvibili nei fatti con il solo ausilio della filosofia e del confronto verbale.

Si privilegiano allora gli argomenti generali, al riparo dalle contrapposizioni frontali, guardando e passando dove non possiamo stare, neppure facendo salti mortali metafisici.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 12 Dicembre 2022, 19:15:27 PM
Il non detto, può diventare un mostro, figlio delle nostre scissioni e delle nostre polarizzazioni. Il "detto" è sempre riconoscimento ed ammissione della nostra ambivalenza. Il non detto lascia in piedi l'alterità e il non riconoscimento. Ma per il "detto" occorre familiarità o intelligenza o entrambe e se c'è un corpo che dice ancor meglio.
Conrad, un giro di prosecco per tutti. Offre la casa.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 12 Dicembre 2022, 20:17:01 PM
Grazie, non sono astemia ne vegana (anche le carote sono creature di Dio come i vitelli). Non vedo tutta questa mostruosità nel " non detto". Avevi cominciato bene: l'anonimato in rete, quando non diventa un vomitatoio social, ci permette di essere come vorremmo essere, e dire quello che desideriamo dire. Bypassando anche qualche pudore che vis a vis ci farebbe "non dire" più di quello che in questo medium riusciamo a dire.

Senza investirci la nostra onorabilità e assumendo, di fronte alle dispute anche dure, un controllo pieno della nostra suscettibilità. Si tratta solo di idee contro idee. I conflitti personali e di classe si fanno altrove.

Insomma, usato bene, l'anonimato in rete, con buona pace di Umberto Eco, dà spazio di tribuna anche a chi ne è sempre stato escluso dai padroni del vapore, della  scienza, ideologia e verità.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: iano il 04 Gennaio 2023, 16:23:49 PM
Cosa intendete con ''la dipartita di Viator''?
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Pio il 04 Gennaio 2023, 16:26:14 PM
Forse è stato bannato?
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ivo Nardi il 04 Gennaio 2023, 16:38:25 PM
Citazione di: Pio il 04 Gennaio 2023, 16:26:14 PMForse è stato bannato?
Viator l'11 dicembre scorso ha richiesto la cancellazione del suo account. 
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 24 Gennaio 2024, 00:34:26 AM
Passano gli anni e anche i Viator, fedeli al loro nome. Lascio qui di seguito l'invito, per chi volesse, a scrivere delle brevissime poesie, nello stile orientale dell'haiku.

Inizio io:

"Ascolta, scorre,
come un ciclista gregario,
Estrai la parola perfetta."
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Ipazia il 24 Gennaio 2024, 08:37:18 AM
"Fuga" solitaria
tra abissi e dirupi
Sognando il traguardo.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jean il 25 Gennaio 2024, 20:24:53 PM
Era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti.

I saxes di Paolo
(spingevano a fondo) come ciclisti gregari
in fuga.

https://youtu.be/OflZzbhEOjw


Due note e il ritornello era già nella pelle di quei due
il corpo di lei madava vampate africane, lui sembrava un coccodrillo...
i saxes spingevano a fondo come ciclisti gregari in fuga
e la canzone andava avanti sempre più affondata nell'aria...
quei due continuavano, da lei saliva afrore di coloniali
che giungevano a lui come da una di quelle drogherie di una volta
che tenevano la porta aperta davanti alla primavera...
qualcuno nei paraggi cominciava a starnutire,
il ventilatore ronzava immenso dal soffitto esausto,
i saxes, ipnotizzati... dai movimenti di lei si spandevano
rumori di gomma e di vernice, da lui di cuoio...
le luci saettavano sul volto pechinese della cassiera
che fumava al mentolo, altri sternutivano senza malizia
e la canzone andava elegante, l'orchestra era partita, decollava...
i musicisti, un tutt'uno col soffitto e il pavimento,
solo il batterista nell'ombra guardava con sguardi cattivi...
quei due danzavano bravi, una nuova cassiera sostituiva la prima,
questa qui aveva gli occhi da lupa e masticava caramelle alascane,
quella musica continuava, era una canzone che diceva e non diceva,
l'orchestra si dondolava come un palmizio davanti a un mare venerato...
quei due sapevano a memoria dove volevano arrivare...
un quinto personaggio esitò
prima di sternutire,
poi si rifugiò nel nulla...

era un mondo adulto, si sbagliava da professionisti...

J4Y
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 25 Gennaio 2024, 20:56:27 PM
"Un aeroplano
Nell'aria bionda e calda vola piano
Lascia un bel mondo dal colore baio
Dove c'è il fiume di gennaio

Scendi, pilota
Fammi vedere, scendi a bassa quota
Che guardi meglio e possa raccontare
Cos'è che luccica sul grande mare

Ne sono certo
È proprio un pianoforte da concerto
Dal suono avuto dal mistero
Un pianoforte a coda lunga, nero

Certo c'è stata
Laggiù una storia molto complicata
Ci va una bella forza per lanciare
Un piano a coda lunga in alto mare

E dove c'è un piano
Intorno c'è sempre gente che fa baccano
Ci sono occhi che si cercano
Ci sono labbra che si guardano

Non mi fido
In certi casi un pianoforte è un grido
Ci sono gambe che si sfiorano
E tentazioni che si parlano

Gira pilota
Recuperiamo il cielo ad alta quota
Torna nel mondo dal bel colore baio
Trovami il fiume di gennaio"


Anche questa non è male.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: iano il 31 Gennaio 2024, 22:44:20 PM
Il miracolo delle canzoni è quello di trasformare una melodia scialba e un testo banale , armonizzandoli in un capolavoro.
Ma questo non è il caso di Paolo Conte dove musica e parole si evocano a vicenda, pur potendo fare a meno uno dell'altro.
Ma cosa centra Paolo Conte con l'Aiku?
Forse che ogni sua frase lo vale?
In effetti sembra essere proprio così, e il miracolo allora è mettere tutti questi haiku insieme a fare un capolavoro, che per quanto sia nella natura della musica di perdere qualcosa per ripetuti ascolti, non sembra voler tramontare, perchè dove la musica col l'uso sembra usurarsi arriva in sostegno il testo, e viceversa, miracolo dei miracoli.
L'unico colpa che dò a Paolo Conte e di aver offuscato, senza volere, il fratello Giorgio.
Per cui propongo che al bar dell'abisso si metta in sottofondo la sua musica, anche se sò che imporre agli altri la propria musica preferita suona come una soperchieria.
Mettendo insieme in un ascolto Paolo e Giorgio poi, è un pò come fare suonare le langhe, trasfigurandole, e non che ne abbiano bisogno per risuonare dentro chi le abbia visitate. ma a volte finché qualcuno non canta le  bellezze di un luogo, e magari riesce a farlo senza nominarlo, nessuno se ne accorge.
Chi si sarebbe accorto in effetti della bellezza di Stradella, questa invece nominata, finché Paolo non  ha fatto risuonare in noi  le sue fisarmoniche, per cui adesso anche a volersi sforzare di dire le cose come stanno, che proprio bella non è, non ci riusciamo.
Ma può succedere anche di peggio, come l'irrefrenabile desiderio di vivere dentro un bicchiere di acqua ed anice e credere che andare alla ricerca del fiume di gennaio possa dare un senso alla nostra vita, e anzi su questo io non  ho dubbi.


Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 08 Gennaio 2025, 21:55:11 PM
È già passato un anno dall'ultima volta, Conrad. Nessun avventore eppure tu continui ad aprire il locale. Senso del dovere, abitudine, desiderio di riparare il mondo, attraverso "quello che è sempre stato"? Hai tolto la foto di Lukacs e l'hai sostituita con quella di Di Caprio. Avrei scommesso in una foto di qualche brigantino appollaiato a Saigon...evidentemente anche gli scrittori cambiano se vengono assunti come barman in una osteria che esiste solo in un forum.
Comunque sono passato di qua per dirti una frase che non sapevo bene dove piazzare. In fondo non significa nulla, se non tirare una frecciatina a tutti gli eruditi psicoanalisti post-freudiani.

"Passare dai commentatori ai classici — ha scritto il filosofo Paolo Rossi — dà sempre un senso di sollievo quasi gioioso. È facile provarlo. Basta prendere in mano un testo di Freud dopo aver letto un gruppo di pagine di Lacan. Sembra di aprire una finestra in una stanza piena di fumo".

Un boccale di birra scura, Conrad.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Koba il 05 Marzo 2025, 18:07:57 PM
- Capo, porto anche la motosega?
- Certo! Non lasciare però che la usi il Guercio, ti ricordi che razza di macello ha combinato nel bordello dei cinesi?!
- Sì cazzo, nel vero senso della parola...
- Hai caricato le mazze? I coltelli? I trinciapolli? Le spade giapponesi?
- Si dice katana, capo...
- Eh, non azzardarti...
- Perdono... A proposito, ma cosa dobbiamo fare esattamente?
- È un lavoretto che ci ha commissionato un privato.
- Un privato?
- Esatto. Una cosetta semplice. Dobbiamo fare a pezzi un'osteria.
- Gli fa concorrenza?
- No, non credo. Sembra essere più una questione personale. Una vendetta.
- Ma chi è sto tizio?
- Si fa chiamare Viator.
- Come ci muoviamo?
- Dobbiamo entrare, sfasciare tutto e malmenare un cliente. Dalle informazioni che ho avuto non possiamo sbagliare persona: di solito c'è un solo avventore. Se ne sta tutta la sera a parlare di libri con il barman e a bere prosecco. Uno di quegli alcolisti logorroici alla Charles Jackson, probabilmente.
- Charles Jackson? È della cricca degli irlandesi? Non lo conosco. Ma tornando al lavoretto: e se sono due gli avventori?
- Picchiamo tutti e due. Stiamo sul sicuro. Non è il caso di deludere questo Viator. Mi dicono abbia un pessimo carattere...
- Sarà armato?
- Il cliente? No, il rapporto dice che è un neo-illuminista. Troppo fiducioso nella ragione umana per portarsi dietro un'arma. Però il barman potrebbe avere un fucile da caccia grossa dietro il bancone. Teniamolo d'occhio.
- Va bene, allora siamo a posto? Non manca nulla?
- No. Dai, andiamo.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jean il 06 Marzo 2025, 10:00:02 AM


Citazione di: Koba il 05 Marzo 2025, 18:07:57 PM
- Capo, porto anche la motosega?
- Certo! Non lasciare però che la usi il Guercio, ti ricordi che razza di macello ha combinato nel bordello dei cinesi?!
- Sì cazzo, nel vero senso della parola...
- Hai caricato le mazze? I coltelli? I trinciapolli? Le spade giapponesi?
- Si dice katana, capo...
- Eh, non azzardarti...
- Perdono... A proposito, ma cosa dobbiamo fare esattamente?
- È un lavoretto che ci ha commissionato un privato.
- Un privato?
- Esatto. Una cosetta semplice. Dobbiamo fare a pezzi un'osteria.
- Gli fa concorrenza?
- No, non credo. Sembra essere più una questione personale. Una vendetta.
- Ma chi è sto tizio?
- Si fa chiamare Viator.
- Come ci muoviamo?
- Dobbiamo entrare, sfasciare tutto e malmenare un cliente. Dalle informazioni che ho avuto non possiamo sbagliare persona: di solito c'è un solo avventore. Se ne sta tutta la sera a parlare di libri con il barman e a bere prosecco. Uno di quegli alcolisti logorroici alla Charles Jackson, probabilmente.
- Charles Jackson? È della cricca degli irlandesi? Non lo conosco. Ma tornando al lavoretto: e se sono due gli avventori?
- Picchiamo tutti e due. Stiamo sul sicuro. Non è il caso di deludere questo Viator. Mi dicono abbia un pessimo carattere...
- Sarà armato?
- Il cliente? No, il rapporto dice che è un neo-illuminista. Troppo fiducioso nella ragione umana per portarsi dietro un'arma. Però il barman potrebbe avere un fucile da caccia grossa dietro il bancone. Teniamolo d'occhio.
- Va bene, allora siamo a posto? Non manca nulla?
- No. Dai, andiamo.

Accidenti,  guarda che roba... vetri rotti, porta divelta, bancone e tavoli di legno in milei pezzi (qualcuno dice che abbiano addirittura usato una motosega... Javier e Elon docet).


Peccato, proprio oggi che mi sarei fatto una birra con Conrad... va beh, per fortuna che sono a Genova, per i nostalgici uno dei posti migliori dove trascorrere una giornata al mare (Giorgio&Paolo).



J4Y

(Ps- gut, Koba)
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: daniele22 il 24 Aprile 2025, 12:22:43 PM
Finalmente in osteria  ... fatalità quella mail che un mesetto fa non era partita è stata rivista. Vi mostro quindi quella inviata stamattina (ho controllato che non sia finita nelle bozze). Gradirei senz'altro qualche opinione al riguardo

Testo inviato:

Este, 24 aprile 2025
Spettabile redazione, Vi scrivo alla ricerca di un dialogo autentico.
In calce trova luogo una mia breve riflessione filosofico-politica forse un po' criptica.
Mi piacerebbe che venisse pubblicata qualora tra le vostre autorevoli firme venisse colta una domanda degna di risposta, ovvero come un avvio di un confronto pubblico.
Disponibile a qualsiasi chiarimento invio cordiali saluti.
In fede
.......


Riflessione: dialogo e democrazia.
Vi scrivo con una preoccupazione che nasce da una semplice domanda: c'è qualcosa di poco visibile nell'azione di "parlare"?
A me sembra – e non sono un laureato – che vi sia un fraintendimento profondo sul concetto stesso di "linguaggio". Il termine, com'è noto agli studiosi, apre almeno due vie di ricerca. Una di queste sembra essere stata spensieratamente trascurata. Parlo dell'ipotesi secondo cui ogni sistema dialogico, anche umano, possa nascere in realtà da espressioni monologanti che per vie solo apparentemente casuali avrebbero finito per generare quella che oggi chiamiamo "conversazione" o "dialogo". Ma quello che percepiremmo come dialogo sarebbe a mio parere ancora un monologo travestito. Dialogo quindi come aspirazione che non si compie.
Avvalorando tale tesi si potrebbe gettare nuova luce su molti aspetti critici e/o contradditori del nostro stare nel mondo:
- L'odierno e irrisolto dibattito circa la crisi delle democrazie.
- Il riavvicinamento a un pensiero autoritario.
- La costante predicazione di pace e giustizia che produce invece guerre, ingiustizie, assassinii.
- Lo smarrimento e la manipolabilità dell'individuo in società libere dove – pur senza censura – si è precipitati in una crisi dell'informazione con conseguente perdita di potenza della libertà di espressione nella vita politica.
Siamo esausti. Anche osservando i talk-show, l'evidenza di un "monologo corale" è sotto gli occhi di tutti. Talvolta ben confezionato, ma pur sempre direzionato da un tono autocelebrativo di fondo che stenta a cadere proprio perché, paradossalmente, assai difficilmente potrebbe cadere.
Eppure, qualcuno ritiene di essere in grado – dialetticamente – di sostenere con forza decisiva quella via dimenticata. In tal caso, resterebbe allora una scelta da compiere: vogliamo perpetuare il dominio del monologo, o finalmente scostare la tigre di carta ed entrare nel regno dell'aspirazione che si compie ... quello del dialogo autentico?


Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 24 Aprile 2025, 12:55:35 PM
Ben trovato Daniele. Gradisci del rum o sei più favorevole ad un distillato della vecchia Scozia? Condivido il tuo discorso. Siamo sempre più monologanti che dialoganti. Paradossalmente, la rete che avrebbe dovuto aprire ad una comunicazione universale ed orizzontale, ci ha chiuso tutto dentro questo pseudo/dialogo fra noi e il nostro smartphone. È questa la tesi, ad esempio, di L. Maffei, in "Elogio della parola". Maffei è un neurobiologo, ma in questo testo molto agile (poco più di 100 pagine) dice delle cose comprensibili, alla portata di tutti e dice che siamo alle prese con una vera e propria devoluzione, una evoluzione alla rovescia, sancita dal dominio della tecnologia che si è alleata con il capitalismo estremo di questi tempi e che potrebbe condurci a tempi oscuri nell'arco di una/due generazioni. Infatti pensare in termini di monologo piuttosto che di dialogo è funzionale a questo sistema economico, dove conta l'individualismo, la competizione ed ora, la fama "social". Il predominio è un predominio individuale o etnico, che privilegia l'ideologia di uno sviluppo senza fine (hai presente le litanie sul PIL che se si abbassa è una tragedia?). Le stesse cose, con un linguaggio più tecnico e racchiuse in un testo impegnativo di 600 e passa pagine, le dice McGilchrist, in "il padrone e il suo emissario". È un testo affascinante, che interpreta la storia umana a seconda dell' affermarsi dell'emisfero sinistro o del destro. Oggi siamo in una fase di dominio dell'emisfero sinistro, che è quello che classifica, che giudica, che ripartisce, che sa ma non comprende (mentre il destro è quello che comprende ma non sa).
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: iano il 24 Aprile 2025, 13:04:50 PM
Citazione di: daniele22 il 24 Aprile 2025, 12:22:43 PMEppure, qualcuno ritiene di essere in grado – dialetticamente – di sostenere con forza decisiva quella via dimenticata. In tal caso, resterebbe allora una scelta da compiere: vogliamo perpetuare il dominio del monologo, o finalmente scostare la tigre di carta ed entrare nel regno dell'aspirazione che si compie ... quello del dialogo autentico?
Il tuo discorso è chiaro, ma i puntini di sospensione lasciano aperto il ''cosa intendi per dialogo autentico''.
Se invitare a un dialogo autentico è un modo indiretto di affermare che un linguaggio assoluto è possibile, e in base ad esso è possibile quindi formulare verità, e di contro falsità, non sono d'accordo.
Il linguaggio, in quanto modo di rapportarsi fra individui, contempla anche la sopraffazione del prossimo, in quanto essa è parte del nostro rapportarci col prossimo.
Inutile cercare nel linguaggio, come in ogni altra cosa, un elemento che caratterizzandoci ci nobiliti, facendoci uscire dallo squallore che descrivi.
il linguaggio non può che nascere come monologo, ma diventa  funzionalmente tale quando, essendo condiviso, diviene dialogo.
Ma che i nostri monologhi non vengano condivisi è da considerarsi normalità, e il contrario l'eccezione, nella misura in cui attraverso essi tentiamo di esternarci in modo autentico.
il forum in tal senso è un mezzo eccezionale nella misura in cui riusciamo a controllare il nostro istinto di ''odiatori''.


Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: iano il 24 Aprile 2025, 13:34:10 PM
Citazione di: Jacopus il 24 Aprile 2025, 12:55:35 PMOggi siamo in una fase di dominio dell'emisfero sinistro, che è quello che classifica, che giudica, che ripartisce, che sa ma non comprende (mentre il destro è quello che comprende ma non sa).
Sottoscrivo questo illuminante passaggio, notando che esso può aiutarci a trarre tutte le conseguenze dal socratico ''sapere di non sapere''.
Un sapere archiviato, compreso dentro di noi, non perciò smette di agire, e non è solo l'alcool a farmelo dire.
La comprensione è il sapere emendato dal dubbio, che solo così può farsi perciò azione.
Il problema è che non esiste un sapere per ogni stagione, ma che è difficile cambiarlo quando divenuto comprensione della realtà, o meglio quando realtà si è fatto nel comprenderlo.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: daniele22 il 24 Aprile 2025, 16:28:41 PM
Vino rosso Jacopus, grazie, ma che sia di quello buono. Il dialogo autentico iano è un monologo che si rende conto che si monologa e ha la pretesa di dialogare, fondamento della democrazia. La pretesa democratica non va d'accordo con la sopraffazione. Resterà comunque sempre un monologo. Nella mail indico solo le conseguenze del non rendersene conto, e questo è un fatto. "Il popolo ha votato ed è sovrano" andrà bene per Salvini che non fa i conti con la nostra costituzione, ma non per una persona seria. Che si sia giunti a un punto di non ritorno come dice Jacopus non lo so. Mi rendo conto che le possibilità che una persona autorevole risponda al mio appello si aggirino intorno al sei per cento, forse il quattro. In ogni caso un filosofo autorevole sa benissimo che Proust, tanto per dirne uno, ha ben sviscerato la "via dimenticata", ma Proust non si occupò di etica e politica. Ringrazio per gli interventi
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: Jacopus il 09 Maggio 2025, 21:01:02 PM
"Conrad ti ho mai parlato della mia passione per le piante? Singolare per uno come me. Ho sgozzato personalmente mezza dozzina di pirati, ho affondato un paio di feluche e ho anche venduto schiavi tra il Benin e New Orleans, ma amo le piante. Ho un terrazzino in casa, che giustamente in Liguria si chiama "poggiolo", visto che serve a malapena per appoggiarsi. Ma sono riuscito a sistemarci un po' di tutto. Lavanda, rosmarino, prezzemolo, piante da fiore e l'immancabile basilico. Di ogni pianta conosco il nome in italiano, tranne che per le piante grasse. Le piante grasse sono le parenti povere della botanica. Chi conosce il loro nome è sicuramente un esperto. Ho anche una sediolina sul poggiolo. Mi accomodo lì e guardo i fiori bianchi del limone, accanto a quelli viola della surfinia, piegati verso il basso, o le esotiche forme di una pianta grassa, che sembra, in piccolo, un baobab. Cerco una mini giraffa sotto ma al massimo ci gironzola una volgare formica. Immancabile c'è anche un geranio, che sopravvive da molti anni. Qualche stagione fa lo avevo dato per spacciato, mangiucchiato da degli enormi lombrichi verdi, ma con le piante non bisogna mai disperare. Una volta, quasi finite le foglie, anche i lombrichi si sono estinti e la pianta è tornata a nuova vita. Le piante hanno inoltre una grande qualità: non parlano, le puoi solo ascoltare mentre frusciano nella brezza." Conrad mi ascoltava e mi guardava con il solito occhio compassionevole. Senza che glielo avessi chiesto mi versó del rum. E come le piante, non parlai più.
Titolo: Re: Osteria Abisso
Inserito da: daniele22 il 15 Maggio 2025, 09:37:20 AM
Ciao Jacopus, un bianco macchiato china per favore. Stamattina ho scritto questa lettera al Fatto. Manca il testo di riferimento, ma penso che si capisca ugualmente:
Dopo aver letto l'intervista al professor Cacciari apparsa ieri a cura del Vostro Lorenzo Giarelli evidenzierei che è vero che l'Europa, come dice il professore, è una scuola di menzogne, ma non mi sentirei di affermare che Usa e Russia rappresentino scuole di verità. Ma loro sono potenze più o meno omogenee, mentre da noi c'è ancora la storiella dell'inglese, il tedesco, il francese e l'italiano che proprio non riescono a fare realpolitik assieme, tanto che Vladimir Putin si è pure spinto a darci dei deficienti con tanto di scuse ironiche allegate. Insomma, quando forse un giorno si metteranno tutti d'accordo ciò accadrà per merito dell'auspicata realpolitik di ottocentesca memoria. Strano a dirsi come questa posizione filosofica sia stata pure biasimata assai dopo averne avuto assaggio in diretta dalla Casa Bianca con Trump e Zelensky, o dopo aver assistito alla restituzione di AlMasri alla Libia. Si scoprirà magari un giorno che l'infida realpolitik sia un dono delle grandi scuole di menzogna mondiali finalmente riunite. Così fosse, si informassero almeno gli utenti meno accorti i quali pensano di vivere in democrazia.
Cordiali saluti

Ps: non conosco Marx, ma il concetto struttura/sovrastruttura, seppur in parte valido, sarebbe sclerotico e per questo motivo obsoleto