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Messaggi - Ercole

#1
Concordo con Socrate78 su Kant, tuttavia non riesco a esprimere un solo parere quindi faccio la classifica dei cinque a mio avviso più grandi, in ordine di "grandezza".

Al quinto posto inserisco Cartesio per aver ricostruito in modo coerente la razionalità del nostro mondo, sebbene io trovi del tutto gratuito il passaggio dal Cogito all'esistenza di Dio; ciònonostante il fatto di aver individuato che per per l'esistenza e la conoscibilità del nostro mondo materiale serva un garante è una profonda intuizione.

Al quarto posto inserisco Giordano Bruno, non tanto per l'originalità del pensiero quanto per la vita esemplare, esempio di coraggio filosofico al di là di ogni impostura e imposizione.

Al terzo posto inserisco Hume, per lo straordinario acume critico e per la formulazione della critica all'Induzione, al Sillogismo, alla Causalità, alla Sostanza e per la capacità unica e straordinaria di risvegliare dal sonno dogmatico.

Al secondo posto inserisco Kant, per le ragioni dette da Socrate 78.

Al primo posto inserisco Schopenhauer, per l'acuta penetrazione nel Dolore Umano, pur nella consapevolezza della forzatura di alcuni aspetti (ad esempio le Idee Platoniche).

Infine alcune menzioni speciali: Crizia (per il ruolo di demistificatore religioso), Hegel (per la valorizzazione della Storia e per la Sfida lanciata alla Scienza nella figura della Ragione Osservativa), Locke (perchè i liberali sono dei veri signori).
#2
Tematiche Filosofiche / Mazzarò è malvagio?
21 Settembre 2018, 21:53:54 PM
Sono sempre rimasto infastidito dal racconto di Giovanni Verga La roba e dall'implicita morale finale: colui che troppo accumula termina la propria vita disperandosi dinnanzi alla minaccia della Morte che avanza.
In realtà mi viene da pensare che la Morte non è meno spaventosa per chi non possiede nulla e il mero fatto di aver accumulato terre e possessi non rende una persona peggiore di chi, per svariate ragioni, non è riuscito a farlo...quindi a mio avviso Mazzarò è solamente una persona ingiudicabile che al termine della sua vita scorge l'orrore della Morte che avanza.
Cosa ne pensate?
#3
Citazione di: viator il 15 Settembre 2018, 22:34:44 PM
Salve. Beh.....i tempi corrono e gli artisti non vogliono certo restare indietro. Il problema è complesso. Gli artisti hanno sempre ambito il vivere d'arte....cioè il poter ricavarne di che vivere......possibilmente bene. Il digiuno prolungato nuoce alla produzione artistica sino ad arrivare talvolta ad impedirla !.
Una volta c'erano o mecenati od i committenti che provvedevano, anche se nel farlo limitavano ovviamente la libertà creativa dell'artista.
Allo scomparire di queste figure si accompagnava poi la nascita del commercio e della sempre più rapida ed universale comunicazione, quindi anche artistica.
Ovvio che la produzione artistica si sia dovuta adeguare ai nuovi tempi e ai nuovi modi.
I quali richiedono maggior velocità e maggior semplicità espressiva.
Musica melodica.....armonia ?? Ma di che si ciancia ?. Oggi è molto meno faticoso "creare" e proporre le più variegate fantasie sonore possibilmente guarnite da testi incomprensibili più o meno gutturali (l'incomprensibilità fa tanto arte esotica).
Statue in marmo ? Con il tempo e la fatica che costano ? Siamo pazzi ??.
Metrica e rime...........Ma non facciamo ridere ! Da oggi scriveremo in prosa libera (altro oggi la poesia non è) e, previo accordo con la critica letteraria professionale, la chiameremo poesia.
Benché la vera poesia non abbia bisogno di metrica e rime, essa è troppo rara e preziosa perché si possa farne commercio. Perciò occorre ravvivare il mercato, ed allo scopo andranno benissimo anche scarti e surrogati. Tanto poi i "miti" della poetica moderna si potranno benissimo creare a tavolino (Un caso per tutti : una certa Alda Merini - che come persona ho sempre rispettato ma come poetessa non è proprio mai esistita) Saluti.
Come vedi in questa lettura i due grandi, cioè Ungaretti e Montale? Furono astuti osservatori del mercato o incolpevoli iniziatori?
#4
Citazione di: Phil il 14 Settembre 2018, 01:17:32 AM
Citazione di: Ercole il 13 Settembre 2018, 19:18:05 PM
... E Sirio perde colore/ e ogni ora si allontana / e il gabbiano infuria sulle spiagge derelitte
... poi Sirio riprende colore / e ogni ora si avvicina / e il gabbiano plana sulle spiagge brulicanti

Sarebbe bello ma finora Sirio ha perso sempre colore...
#5
Citazione di: Uroboro il 14 Settembre 2018, 00:20:55 AM
Citazione di: Ercole il 13 Settembre 2018, 19:18:05 PM
Anch'io ciclicamente ho questa paura e la tengo a bada pensando che tutta la realtà è destinata alla decadenza e alla fine e non solo io... in particolare questi versi di Quasimodo possono far comprendere questo concetto meglio di tante considerazioni:

... E Sirio perde colore/ e ogni ora si allontana / e il gabbiano infuria sulle spiagge derelitte

A te pensare che anche il mondo sia destinato alla fine ti tranquillizza? A me pensare che il sole un giorno in cui giorno non sarà più, sarà freddo e l'oblio eterno annienterà tutto ciò che è stato, non lo trovo particolarmente stabilizzante, anzi...

E ogni ora si allontana.

Lo vedo in modo positivo per un ragionamento forse un po' gretto: non solamente io ma tutto cesserà di esistere, il nulla trionferà su ogni cosa e tra me e la piramide di Cheope la differenza è solo quantitativa...
#6
Al liceo ammiravo profondamente Ungaretti, Montale e Quasimodo per il disinvolto uso che facevano della metrica in poesia: mi sembrava che finalmente ci fosse qualcuno che parlasse con sincerità, senza sottostare a regole stilistiche, inconciliabili con la complessità dell'esistenza. Ora che sono passati vent'anni trovo invece che l'abbandono della metrica fu una perdita incalcolabile... spesso mi sembra che la poesia abbia perso ogni "specializzazione" e che si sia ridotto a puro sfogo emotivo.

Cosa ne pensate?
#7
Grazie delle risposte, ultimamente la poesia mi offre più consolazioni della Filosofia.

Concordo su De Andrè, che amo molto; non conoscevo invece Gualtieri e Carnevali, se ci sono altri suggerimenti sono qui.
#8
Consiglio Storia della Filosofia Greca di De Crescenzo e Panta Rei di De Crescenzo; ti divertirai e imparerai qualcosa di simile alla Filosofia, in secondo tempo leggerei come ti hanno consigliato Abbagnano (solo il volume 1, di Filosofia Greca) e infine il manuale di 10 volumetti di Reale sulla filosofia greco - romana. A questo punto avrai solide basi.
#9
Anch'io ciclicamente ho questa paura e la tengo a bada pensando che tutta la realtà è destinata alla decadenza e alla fine e non solo io... in particolare questi versi di Quasimodo possono far comprendere questo concetto meglio di tante considerazioni:

... E Sirio perde colore/ e ogni ora si allontana / e il gabbiano infuria sulle spiagge derelitte
#10
Citazione di: DeepIce il 07 Settembre 2018, 18:37:56 PM
Tema davvero molto interessante che da coetaneo e condiscepolo di Deep Ice (ho la sua età e fatto i suoi stessi studi anche se non lo conosco ovviamente) mi tocca direttamente; voglio per questo raccontare brevemente il mio percorso e dire la mia sul rapporto Filosofia/Lavoro:
1. In quinta Liceo decisi che mi sarei iscritto alla Facoltà di Filosofia superando le resistenze familiari che speravano in qualcosa di più concreto (anche se alla fin dei conti l'opposizione fu più di facciata che effettiva, stante che entrambi avevano fatto studi ancora più inconcreti); in sei anni terminai gli studi rimanendo peraltro molto perplesso dall'insegnamento impartito (che aveva un'impostazione Archeologica, come giustamente è stato detto pochi interventi fa)... Non mi facevo illusioni su quello che mi attendeva al di fuori del percorso universitario perchè già una mia compagna di Liceo mi aveva dipinto con vivacità quello che per lei era il mio progetto di vita ("Andare a finire sotto i ponti") e le stesse previsioni le avevo avute da tutta la "Gente Grossa" che avevo incrociato. Comunque non mi persi affatto d'animo, non avendo nessuna prospettiva concreta: partecipai gloriosamente a un concorso come bibliotecario (perdendolo), mi iscrissi a un corso per amministratore delegato (non presenziando nemmeno alla prima lezione) e vivacchiando di lezioni private di italiano per le medie e di CTD come educatore (e qui molto mi valse il diploma magistrale) e sopportando periodi di Disoccupazione; li ricordo come tre anni bellissimi: poco denaro ma molte letture (filosofiche e non) importanti (una solamente che valga per tutte: il grande padre Seneca).
Terminato questo periodo Scapigliato mi iscrissi a un corso annuale per abilitarmi in Filosofia e iniziai un percorso burocraticamente tortuoso tra Sostegno, Filosofia e la sullodata Disoccupazione nel quale in parte sono ancora (ma con sprazzi di luce a medio termine).
2. Per quanto riguarda il rapporto tra Filosofia e Lavoro penso invece che sia strettissimo perchè la Filosofia è l'unica disciplina che consente di criticare il mondo del Lavoro demistificandolo e annullando i suoi dogmi rendendo chi la fruisce un uomo o una donna veramente ed essenzialmente liberi; lavorare in un'azienda è a mio avviso una pia illusione ma non per questo si deve pensare di essere privi di speranza o di risorse: consiglio a Deepice di informarsi con precisione sull'attuale sistema di reclutamento per l'insegnamento liceale (che è totalmente diverso da quello che ho seguito io), di inserirsi nelle graduatorie ATA tra due anni e di seguire corsi della regione per fare il badante ricordando l'esempio di grandi filosofi che hanno svolto lavori umili (come Cleante, portatore d'acqua).
[/pre]

#11
Buonasera a tutti,
quali poeti italiani considerate "classici" dalla seconda metà del Novecento in poi?
#12
In questi anni mi sono spesso imbattuto in Rousseau ma ci sono alcuni suoi concetti che non mi entrano in testa:

1. Il singolo individuo può opporsi alla Volontà Generale? E come?

2: Attraverso quale procedimento la Volontà generale si espirme? Plebisciti?

Qualunque aiuto è ben accetto.
#13
Attualità / Tutela e uguaglianza.
30 Luglio 2018, 20:58:28 PM
Buonasera,
vorrei chiedere cosa ne pensate del provvedimento che in India istituisce vagoni ferroviari per le donne; una tutela così forte è conciliabile con l'esigenza dell'uguaglianza tra i sessi?

https://video.repubblica.it/mondo/india-entrano-nel-vagone-per-donne-picchiati/57395/56416?refresh_ce
#14
Con quale filosofo/a vorreste passare un'ora a conversare e quali domande avreste voluto formulare? La mia scelta è Schopenhauer e vorrei chiedergli:

1. Fino a che punto ritenesse realmente (e non solo per "Amore di sistema") che le Leggi Fisiche fossero manifestazioni della Volontà.
2. Un suo parere più approfondito su Leopardi.
#15
Ho un'opinione simile a quella di Paul11; in questi anni mi sono formato la seguente opinione: frequentare qualcuno è un antidoto necessario ai rischi della solitudine (mancanza di confronto con gli altri, eccessivo rimuginare, univocità di stimoli) tuttavia la personalità cresce sotto ogni punto di vista solo quando si è soli... occorre quindi prendere questo rimedio con la stessa precisione di una medicina, senza abusarne ma senza dimenticarsene mai.